Salve sono ancora Adolfo il segaiolo minidotato e continuo a raccontarvi degli eventi accaduti nel lontano 1983, e riguardanti me (allora diciottenne) e la mia dolce mammina (allora trentaseienne). Questa volta tralascio le descrizioni fisiche e per queste vi rimando ai racconti precedenti. Dopo aver pulito il viso di mia madre dalla sborra dell’ingegnere, mia madre mi comunicò che la situazione che gli aveva imposto il responsabile di produzione andava un pochino modificata e che l’indomani mattina glielo avrebbe spiegato. Quindi la mattina, convocò l’ingegnere a rapporto e lo ricevette in casa nel solito salone. Per l’occasione si era vestita in maniera molto sexy: aveva indossato un paio di calze blu con la riga sostenute da 2 giarrettiere anch’esse dello stesso colore, un paio di ciabattine blu e bianche con tacco a spillo lungo 12 cm, un reggiseno a balconcino blu, che gli lasciava gran parte del seno scoperto, un paio di mutandine, molto sgambate e del medesimo colore del reggiseno. Sopra tutto questo una vestaglietta trasparente di color celeste. Alle sette e trenta del mattino bussa alla porta di casa l’ingegnere e va ad aprire la signora Lucia:- Buongiorno ingegnere, la prego entri pure la signora la sta aspettando di la — Cosa vuole la troia? – rispose lui molto autoritariamente Nel frattempo era giunto alla porta del salone ed entrò, appena vide la mamma ripeté la domanda fatta alla cameriera stavolta rivolgendosi direttamente a lei:- cosa vuoi troia?- volevo appunto parlarle di quanto accaduto ieri ingegnere e più precisamente volevo modificare leggermente il nostro accordo in questa maniera: rimane la clausola che il mio corpo e le mie prestazioni siano concesse come premio ai dipendenti più meritevoli secondo il suo insindacabile giudizio ingegnere,però modificheremo la frequenza di questa gara, essa non sarà settimanale ma quindicinale. Inoltre varrà la regola che quando al collo indosserò il nastrino, sarò disponibile ai palpeggiamenti e agli insulti da parte degli operai e sarò oggetto sessuale a sua completa disposizione, ma rispetto a prima sarò io che deciderò quando indossare il nastrino e non lei. I mi impegno a garantirle, che indosserò questo simbolo di sottomissione almeno una volta alla settimana. Lei invece mi deve garantire il più completo rispetto da parte sua e dei suoi sottoposti, quando non indosserò questo simbolo di sottomissione, anche se girassi per la fabbrica nuda e su quest’ultimo punto non sono disposta a tollerare nulla. – Spero che le sia tutto chiaro, ingegnere. – Certo signora e lo spiegherò subito anche agli operai. Chiarita la questione la mamma congedò l’ingegnere mi disse di scendere a fare colazione e di recarmi a scuola. Questa ultima notizia (andare a scuola) non mi entusiasmava molto. Non tanto per la scuola ma per i tre miei compagni di classe, che il sabato precedente, si erano scopati e molto di più la mamma (vedi racconto 1). Infatti temevo che questi ragazzi, che già mi infastidivano parecchio, adesso che si erano fatti la mamma, avrebbero rincarato la dose. La mamma sentite le mie rimostranze, mi disse che anche questo faceva parte al mio addestramento di segaiolo-cornuto. Poi aggiunse che quella di sabato non era stata la prima volta che si era intrattenuta con i miei compagni di classe. – inoltre caro figliolo devi imparare ad essere felice quando gli uomini fanno apprezzamenti pesanti su di me, così ti sarai pronto quando questo accadrà con tua moglie in futuro. Ed aggiunse: – Sai,forse ti ho trovato la fidanzata, è la figlia di Lucia (la cameriera), e va allo stesso liceo dove vai tu. E’ una bellissima ragazza alta e con un bel corpo e ha tre anni meno di te. Lei e la madre sono disponibili al fidanzamento, naturalmente tu la dovrai rispettare mentre lei sarà libera di fare le sue esperienze sessuali con chi gli pare. – sei contento? – si mamma sono contento e mi sono pure eccitato. – Allora per premio ti permetto di masturbarti qui davanti a me e Lucia . Quindi chiamò la cameriera – Venga signora Lucia che le faccio vedere mio figlio che razza pisellino-segaiolo che è La signora Lucia quando mi vide con i calzoni alle caviglie con il cazzettino in mano si mise a ridere ed esclamò:- Signora Concetta suo figlio ha proprio un cazzettino piccolo-piccolo, penso che sarà proprio un bravo cornuto per mia figlia Lauretta, che nonostante la giovane età è gia una discreta troietta. Sono certa che già non è più vergine, credo che l’abbia sverginata uno di quei tre ragazzotti che sabato le hanno fatto la festa. * Hai sentito, segaiolo, la tua fidanzata ha già provato il cazzo di un tuo compagno di classe, se non addirittura di tutti tre, adesso si che sei un vero cornuto – ribatté mia madre. A sentire queste parole e mentre guardavo le cosce di mia madre e della signora Lucia che per favorirmi la sega si era sollevata la gonna, sborrai tutto il mio sperma nella mia mano. Poi mi madre mi disse che appunto nel pomeriggio, sarebbe venuta a casa Lauretta per fare la mia conoscenza. Dopo tutte queste notizie uscii di casa e mi recai a scuola. Qui trovai i tre ragazzotti che discutevano animatamente tra di loro e facendo finta di niente mi misi ad ascoltarli di nascosto: – ti dico che è vero, è proprio una puttanella io e Mario ce la siamo già fatta, si chiama Lauretta, dice che vuole provare a succhiare tre cazzi contemporaneamente e che se oggi ci facciamo trovare in palestra durante l’intervallo ci fa un pompino a testa. – Tra l’altro è pure una bella figa e devi vedere che labbra sembrano quelle della madre di quel barilotto di Adolfo. Suonò la campanella ed entrammo in classe. Io ero rimasto folgorato, avrei visto la mia fidanzata per la prima volta e l’avrei vista mentre spompinava quei tre. Cinque minuti prima che suonasse l’intervallo chiesi di uscire e ottenuto il permesso, mi recai di corsa in palestra. Appena giunto trovai un buon nascondiglio e aspettai. Dopo cinque minuti arrivò lei, era bellissima. Alta, quasi quanto mia madre (1. 73 cm), capelli lunghi e neri raccolti in una coda di cavallo, due belle tette almeno una terza e con un culo da favola (assomigliava un casino a mia madre). Indossava un miniabito bianco molto aderente e calzava un paio di sandaletti molto scollati e con dei tacchi di almeno 10 cm, senza calze. Aveva dei grandi occhi neri e delle labbra carnose che erano un reclame del pompino. Dimostrava molto di più dei suoi 15 anni. Appena arrivata si sfilò il vestito rimanendo nuda solo con le scarpe (non indossava biancheria intima). Poco dopo arrivarono i tre ragazzi che appena la videro nuda la salutarono così:- ciao troietta ti sei già spogliata non vedevi l’ora eh?- no è che non vorrei sporcarmi il vestito – rispose lei – ma che brava donnina di casa – incalzò uno dei ragazzotti- comunque siamo qui per un altro motivo, che discutere di abiti e di economia domestica,siamo qui per farti succhiare i nostri bei cazzoni – E detto questo estrassero le loro tre minchie di oltre 25 cm, la ragazza si inginocchio ai loro piedi e afferrò 2 cazzi con le mani e uno lo mise in bocca quindi inizio a segare e spompinare contemporaneamente. I ragazzi prima la lasciarono fare per un po’,poi le afferrarono la testa ed iniziarono a scoparla in gola. Gli ficcavano, alternandosi, cazzi in bocca con cattiveria e la insultavano pesantemente:- grandissima troia sucaminchia volevi tre cazzi insieme – – bene ora che ce li hai,suca, che ti riempiamo di sborra — dai succhiacazzi adesso ti faccio bere lo sciroppo di cazzo – Dopo un po’ di questa musica i tre ragazzotti uno dopo l’altro iniziarono a sborrare, il primo gli riempì la bocca di sborra mentre gli altri due finirono segandosi sulla sua faccia e ricoprendogliela completamente di sborra. Si fecero nettare per bene i cazzi con la lingua si ricomposero e se ne andarono senza dire una parola. Lei rimase sdraiata sui materassi, si passava le dita sulla faccia per raccogliere lo sperma e portarselo alla bocca. Io nel frattempo nel mio cantuccio continuavo a segarmi il cazzettino quando nella foga dell’ennesimo orgasmo scivolai facendo un gran casino. Lei si alzo di scatto e venne verso di me. Mi trovò per terra e col cazzettino in mano e mi disse:- brutto segaiolo ti piace fare il guardone – ma che pisellino sembra quello di un neonato, non ti vergogni?- scusa Lauretta – blaterai io – come cazzo sai il mio nome brutto segaiolo ciccione? Gli spiegai chi ero e che ci saremmo dovuti conoscere nel pomeriggio a casa mia per poi fidanzarci ufficialmente. Lei a questo punto mi fece alzare e mi venne accanto. Ero molto ridicolo, gli arrivavo a stento alla spalla e avevo un cazzettino mignon, mi guardò e disse:- tirati giù i pantaloni alle caviglie esegui immediatamente l’ordine e lei scoppiò a ridere e mi rivolse la parola:- anche come ometto fai schifo, sei uno schifoso tappetto adiposo con pisellino mignon- comunque piacere di conoscerti, spero che ti piaccia essere cornuto, perché io ti riempirò di corna e se farai il bravo ti permetterò di farti tante seghe guardandomi, questo però solo quando avrò compiuto 18 anni. Quindi adesso non mi devi spiare più quando faccio porcate con qualche maschione. Ti è tutto chiaro pisellino?- Si Lauretta, mi è tutto chiaro tesoro, posso chiamarti tesoro?- Si basta che non lo fai in pubblico Ci rivestimmo e tornammo nelle nostre rispettive classi, nel salutarmi mi diede un bacetto sulla fronte mentre mi diceva che ero un pisellino segaiolo. Arrivato in classe non riuscii a seguire nessuna delle lezioni perché non facevo che pensare a quanto successo in palestra. Finalmente suonò la campanella dell’ultima ora ed io potetti andare a casa. Arrivato in casa andai a cercare la mamma e vidi che era nel capannone era nel capannone era nuda ad eccezione delle calze e delle ciabattine che indossava stamattina per ricevere l’ingegnere. Pero a differenza di quanto accaduto nella mattinata, non indossava mutandine,reggiseno e neanche la vestaglietta trasparente. Vidi, comunque che non aveva al collo il nastrino indicante la sottomissione, infatti gli operai pur guardandola con cupidigia, non osavano insolentirla. Quando si accorse della mia presenza affretto il passo e tutta sculettante mi raggiunge a casa. Prima di uscire dal capannone salutò tre operai li vicini e questi le risposero con un educatissimo buongiorno signora. (evidentemente quello che aveva detto all’ingegnere la mattina era stato recepito). Appena la vidi iniziai a raccontargli con molto entusiasmo quanto successo a scuola la mattina. – bene sono felice che ti piaccia la tua fidanzata, ma ricordati che devi imparare ancora molto per diventare un bravo segaiolo-cornuto — perché,vedi Adolfo, lei adesso gode solo dei cazzoni dei suoi amanti, quando sarai completamente addestrato lei godrà anche dell’idea di cornificarti e quindi, anche tu sarai parte integrante del suo piacere. Tu dovrai imparare a godere soffrendo per i suoi tradimenti. Solo così con il pisellino ed il fisico che ti ritrovi la potrai fare felice. L’effetto di questo discorso e il suo abbigliamento fu un nuovo stato di eccitazione che mamma notò subito. – ti sei di nuovo eccitato eh? togliti il pantalone, ma non toccarti il pisellino, riceverai così la tua fidanzata – e dopo una breve pausa aggiunse . – La signora Lucia diventerà tua suocera, quindi ho deciso di promuoverla, per cui da cameriera passerà a governante e avrà sotto il suo controllo 2 camerieri uomini uno bianco ed uno nero. Questi signori saranno scelti anche in base alle loro caratteristiche fisiche e alle loro capacità sessuali, in modo che possano soddisfare me e la signora Lucia. – Inoltre tu dovrai rispettare la signora Lucia come rispetti me, quindi le dovrai obbedire in qualunque occasione. Mentre mamma mi catechizzava a riguardo della mia nuova condizione suonò il campanello:- è mia figlia Lauretta – disse la signora Lucia – è già pronto Adolfo? Concetta posso farla salire?- Certo Lucia falla salire pure – Mia madre e la signora Lucia erano ormai passate a darsi del tu. Entrarono tutte e 3 nel salone e la mamma mi disse di raggiungerle che era arrivata la mia fidanzata. Io entrai nel salone con i calzoni alle caviglie ed il cazzettino in tiro (6 cm,un dito mignolo) e le vidi al centro del locale in piedi e bellissime. Anche la signora Lucia era abbigliata come mamma (solo scarpe e calze) mentre Lauretta aveva il medesimo miniabito bianco di stamattina. Erano bellissime alte quanto mia madre e grazie ai notevoli tacchi le loro figure erano ancora più slanciate,io confronto a loro sembravo un nanetto ciccione, appena mi videro cominciarono a ridere poi mia madre, fece le presentazioni:- questa è la tua fidanzata Lauretta, visto che bella ragazza che è? Vedi di comportarti come si deve con lei – e poi rivolgendosi ad essa- Questo è il tuo fidanzato Adolfo, come vedi è un tappetto, grasso, minidotato e segaiolo però è umile e servizievole tu sarai libera di cornificarlo liberamente e lui sarà contento. – Certo signora questo l’ ho constatato con i miei occhi questa mattina, suo figlio sta venendo su un bravo cornuto segaiolo e io sarò contenta di sposarlo in futuro ed riempirlo di corna naturalmente-Quindi brindammo per festeggiare l’evento poi Lauretta disse che doveva andare perché aveva un appuntamento con un suo amante salutò sua e mia madre e poi avvicinandosi a me, mi prese la testa tra le mani, si chinò in avanti e mi baciò sulla fronte, come una mamma con il suo bambino e ad alta voce mi disse:- vado a farti le prime corna da quando siamo fidanzati, unisco l’utile al dilettevole, mi diverto con un bel maschione e miglioro la mia situazione scolastica, si perché lui, è un mio professore – quindi aggiunse,- se vuoi, potrei andare a letto anche con qualche tuo professore, in modo da migliorare anche la tua situazione scolastica, pensaci e ciao- Dopo che se fu andata,mamma mi disse, in tono sarcastico, che probabilmente sarei diventato il primo alunno della scuola. Questo perché già lei andava a letto con i miei professori ed il preside se ci sarebbe andata pure la mia fidanzata, io avrei avuto solo 10 in pagella e proseguì* Anzi giovedì sera verranno a cena qui il professore di matematica, quello di filosofia ed il preside. Dopo cena farai finta di andare su a dormire e dalla solita finestrella mi vedrai all’opera. Fino ad allora ti proibisco di toccarti, che tutte queste seghe rischiano di farti male- Tentai di protestare facendogli vedere il pisellino in erezione, mi guardo con aria severa mi girò le spalle e tutta sculettante usci dalla mia vista. I due giorni seguenti furono per me un vero tormento, sia mia madre che la signora Lucia mi scorazzavano davanti praticamente nude, i capi che indossavano le rendevano più conturbanti e sconce, che se fossero state completamente nude. Le telefonate di Lauretta dove mi narrava qualche sua avventura o mi descriveva qualche suo amante che aggiunti alla proibizione, che mi aveva imposta la mamma,di non tirarmi le mie amatissime seghine, mi stava facendo letteralmente impazzire. Finalmente arrivo il fatidico giovedì sera. Mamma si era vestita o per meglio dire era svestita, in maniera molto succinta. Indossava un paio di calze nere con la riga, sorrette da due giarrettiere nere con una bordatura rossa,un paio di scarpe nere con un tacco a spillo di 12 cm e un grembiulino che le copriva appena il pelo pubico, la cui pettorina lasciava debordare le sue generose tette . Dietro era allacciato con un bel fiocco, che incorniciava il suo bel culo facendolo apparire come un grosso pacco regalo. Inoltre era stata dal parrucchiere e aveva raccolto i suoi splendidi capelli neri in uno chignon, un leggero trucco le incorniciava i neri occhioni e un sensualissimo rossetto di colore rosso sangue le adornava le splendide labbra. Alle otto in punto i tre signori arrivarono insieme a casa nostra. La mamma fece andare me a riceverli alla porta. Ci andai con uno stato d’animo contrastante, infatti da una parte ero eccitato e teso come una corda di violino dall’altra ero preoccupato per come la mamma era “vestita ” per ricevere i signori professori. – ciao Adolfo, ci fai entrare?- dov’è la mamma?- è di la in cucina, mi ha detto di farvi accomodare nel salone che poi ci raggiunge pure lei – Anche loro avevano un’aria abbastanza eccitata,chi sa, forse già sapevano del dopocena che li attendeva, quello che sicuramente non si aspettavano, era il particolare abbigliamento che mamma aveva scelto per la prima parte della serata. Infatti dopo che li feci accomodare sul divano del salone Fece ingresso nel salone sculettando peggio di una troia da strada, la mamma, lasciando lor signori letteralmente basiti. Arrivata al centro del locale fece un paio di giri su se stessa, per meglio farsi ammirare e cinguettò:- buonasera signori, spero che il mio abbigliamento non vi metta in imbarazzo — ho pensato che tra amici non ci sarebbero stati problemi — ma certo signora Concetta, si lasci pure ammirare – rispose il preside- lei è un’opera d’arte e come tale va ammirata – Tutta la cena si svolse in questo clima surreale dove la mamma civettava come una puttanella in calore, non perdendo occasione di esporre il proprio corpo, ai lubrici sguardi dei tre signori. I quali invece, se non fossero stati traditi dagli occhi, che erano veramente spiritati e guardavano la mamma con una cupidigia degna di un maniaco sessuale, sarebbero potuti sembrare, per le poetiche esternazioni che facevano, dei nobili signori quasi indifferenti ai piaceri della carne. In realtà si vedeva chiaramente la loro insofferenza, tanto che mentre sorseggiavano il caffè, iniziarono a fare strani discorsi sulla necessità per gli adolescenti di andare a letto presto la sera e sostenendo senza mezzi termini dei numerosissimi vantaggi di questa disciplina. La mamma si divertiva a torturarli, mentre gli serviva le portate, ponendogli una tetta in faccia o mettendo ben in vista le sue splendide chiappe o addirittura facendo far capolino da sotto il grembiulino, il pelo o lo spacco della fica stessa. Quando ritenne di essersi divertita abbastanza si rivolse a me e disse:- basta Adolfo, adesso è ora di andare a dormire, dai la buonanotte ai tuoi professori e al signor preside e vai a nanna da bravo figliolo – Diedi al buonanotte e salii sopra, dove mi appostai dietro la mia finestrella pronto a non perdermi una virgola di quanto sarebbe accaduto da li a poco e con il cazzetto turgido in mano. Infatti appena rimasti soli con mamma i tre uomini cambiarono completamente tono:- lurida troia ti sei divertita tutta sera a provocarci e adesso vedi che bella festa abbiamo in serbo per te — per prima mettiti a quattro zampe sul pavimento poi inizia scodinzolare come un cagna, come ti abbiamo insegnato a fare. La mamma sembrava che seguisse un copione, infatti i suoi movimenti era proprio quelli di una cagnetta che giocava con i propri padroni: trotterellava allegramente sulle zampette, ad un loro cenno si alzava sulle ginocchia (le zampette posteriori) e sollevando le mani proprio come una cagnetta quando si tira su due zampe tirando fuori la lingua e con il respiro affannoso tipico dei cani quando puntano. Rimaneva li immobile in quella posizione, finché uno dei tre uomini non gli lanciava un oggetto da riportare, a questo punto con uno scatto sgambettava verso l’oggetto e lo prendeva in bocca e con la bocca lo riportava nelle mani dei suoi padroni. Questi quindi le carezzava la testa o gli dava una pacca sul culo come premio per il lavoro. Fecero questo giochino tre o quattro volte e i commenti si sprecavano:- ma che brava cagna è la “signora Concetta”– hai ragione dovremmo usarla a scopi didattici nei laboratorio di scienze — fa la parte della cagna ma sembra sempre una troia ah,ah,ah,ah — Poi iniziarono un nuovo giochino un poco più cruento infatti comparvero in mano ai tre aguzzini,quasi come per incanto,tre frustini da fantino ed iniziarono a colpirla vigorosamente sulle chiappe . Il culo della mamma divenne solcata da innumerevoli striature rosse, poi la fecero alzare in piedi e con il busto chinato in avanti, in modo da avere il culone esposto in fuori. Quindi ripreseroa colpire e sempre sulle chiappe. Dopo si fermarono e mentre tutti e tre le giravano intorno il signor preside gli mise la mano nella figa:- cazzo è bagnata, noi la torturiamo e questa gode – disse- una troia come questa non l’avevo mai vista – Gli insulti continuavano a abbattersi sulla mamma mentre i tre uomini che si erano nel frattempo spogliati e la invitarono a succhiargli i loro cazzi. Erano dotati di tre cazzi di buone dimensioni ma non eccezionali (18-20 cm)Loro stavano comodamente seduti sul divano e la mamma in ginocchio ai loro piedi passava da un cazzo a l’altro. Se la contendevano afferrandola per lo chignon ed infilandogli violentemente i cazzi in gola. Lei si affannava per riuscire a soddisfare tutti e tre i maschioni mentre loro si dilettavano a coprirla di insulti:- dai datti da fare troiona schifosa vedi di farmi sborrare — zoccola di ti sei divertita ad attizzarmi per tutta la serata, adesso ho i coglioni cosi pieni di sborra che quando te la sparo tutta in gola ti faccio affogare– si leccami pure i coglioni e il buco del culo lurida vacca Due finirono segandosi nella sua bocca aperta, lei sdraiata in terra e loro intorno con i cazzi i mano che gli dirigevano i getti di sborra diritti in bocca. Riuscì a fatica ad ingoiarla tutta dopo qualche colpo di tosse. Il terzo invece gli fece serrare la bocca con le labbra in fuori, come quando si da un bacio con lo schiocco, poi sempre segandosi diresse gli schizzi di sborra sulle labbra protese, lordandole tutte di sborra e poi usando il cazzo come un cucchiaio raccolse lo sperma e glielo fece cadere nella bocca ora aperta. Naturalmente lo chignon era completamente disfatto, quindi si fecero ripulire i cazzi con la lingua e poi dissero che ora potevano continuare a giocare, prima di iniziare a scoparla. Le chiese se poteva andarsi riassettare e ottenuto il loro assenso andò in bagno dove rimise in sesto lo chignon e rinfrescò il trucco. Quando rientrò era più bella che mai. E sculettandogli in contro arrivo dinnanzi a loro, qui iniziò a girare su se stessa come per farsi ammirare, fermandosi con il culo proteso verso di loro e con una vocina molto civettuola quasi in falsetto gli disse:- l’agnellina è pronta per essere sbranata da voi lupi cattivi – La fecero accovacciare a terra come se dovesse pisciare, gli dissero di impugnare le caviglie con le mani e con del nastro adesivo saldarono questa impugnatura intimandole poi, di camminare. Sembrava uno strano animale era veramente molto goffa nel suo incedere, gli uomini la incitavano con insulti vari e ridevano veramente divertiti. Quando uno di loro tirò fuori due aggeggi: un vibratore di plastica rossa, lungo 22 cm e con 3 cm di diametro e un radiocomando. Ovviamente quest’ultimo azionava il vibratore. – vieni qui troia – disse il preside la mamma camminando in quella goffa maniera (sembrava l’incedere di un ragno gigante), raggiunse il preside, che con aria molto divertita, gli infilò quasi per intero il vibratore in figa . – e adesso spostati verso il centro della sala troia – Lei si mise in moto come le era stato ordinato ed il preside aziono il radio comando. Vista la posizione a gambe larghe della mamma cioè con la figa aperta, lo stato di lubrificazione della fica stessa e aggiuntesi poi le vibrazioni del cazzo artificiale, il vibratore schizzo fuori dalla fica di mamma. – cazzo bisogna bloccarlo dentro, questa troia è troppo bagnata — ho un’idea,prendi ancora il nastro adesivo – La fecero ritornare sui suoi passi, le ficcarono nuovamente il vibratore in fica, poi con del nastro adesivo le chiusero la fica in modo da evitare la fuoriuscita del vibratore quindi azionarono il vibratore per una trentina di secondi poi lo spensero e poi lo riaccesero di nuovo alternando continuamente le fasi vibrate con quelle non vibrate. La mamma nel frattempo doveva continuare a camminare. Era in una situazione molto particolare era, oscena,eccitante e ridicola al tempo stesso e credo che anche lei si sentisse eccitata, provocante e umiliata nel medesimo momento. Uno degli aguzzini ancora non soddisfatto andò in cucina e ve ne tornò con una carota, che ficco nel buco del culo di mamma. Dopo qualche minuto la mamma inizio a godere, cadde su un fianco e inizio proprio ad ululare, mentre i suoi amanti, avevano messo il radiocomando sulla posizione di acceso definitivamente. Ebbe un orgasmo lunghissimo e spettacolare che diverti moltissimo i suoi torturatori. – ma guarda come gode la troia – dissero i tre tra una risata e l’altra In effetti mamma era presa da strane convulsioni per non parlare delle strane espressioni del suo viso ed erano proprio queste, a divertire maggiormente i tre signori. La mamma rimase li spossata in terra,con le mani legate alle caviglie ed i buchi pieni. I tre ormai estremamente eccitati, le strapparono il nastro adesivo liberandole sia le mani che i buchi ed iniziarono a scoparla ed incularla contemporaneamente, stavolta con i loro cazzi. La mamma stravolta dall’orgasmo appena avuto reagiva appena, quindi loro utilizzandola come una bambola gonfiabile, eccitati com’erano, le scaricarono nel giro di pochi minuti la loro sborra in corpo. Finito di godere i tre signori si rivestirono fecero alzare la mamma e le ordinarono di andarsi a dare un’altra volta una rinfrescata . Tornata fresca come una rosa chiese cosa volessero ancora. – andiamo a fare un giro troia — visto che sei una cagna come tale ti trattiamo — infatti ti portiamo cosi svestita a un paio di chilometri da qui e come una cagna ti abbandoniamo, saranno poi cazzi tuoi riuscire a tornare a casa – Si fecero qualche risata e la strattonarono fuori. Io a questo punto corsi in garage presi il motorino e a fari spenti, per non essere visto, li segui. A circa 5 chilometri da casa, non un paio come avevano detto, la lasciarono in mezzo alla strada e se ne andarono, salutandola con un ciao troiona, tanto qualcuno che ti riporta a casa lo trovi. La lasciarono in una strada buia alle 2 di notte, a piedi, praticamente nuda (aveva solo le scarpe e le calze) e a 5 chilometri da casa. Quando fui certo che se ne fossero andati, mi avvicinai a mamma e visto che al buio non mi aveva riconosciuto, tentò di nascondersi nei campi ai bordi della strada. – mamma vieni fuori sono io Adolfo — sei tu figliolo grazie al cielo – Così la caricai sulla moto e nella notte tornammo a casa. Quando giungemmo in garage, lei scese dalla moto e notammo sulla sella una chiazza mista di sperma e umori vaginali . Lei mi sorrise e disse:- Adolfo caro, adesso da bravo segaiolo, con la lingua pulisci quella macchia – Pulii con molta solerzia e con la lingua naturalmente la macchia e stanchi ma felici ce ne andammo a dormire.
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