Un giorno invitai un mio amico e sua moglie a cena. Ordinai a mia figlia farci da cameriera vestendosi adeguatamente e senza indossare biancheria intima.Mia figlia indosso una gonnellina nera a pieghe molto corta che ogni volta che si abbassava mostrava a tutti il suo bel culetto nudo ed una camicetta bianca sbottonata per metà che lasciava scoperti buona parte dei seni. A mia moglie le ho ordinato di indossare una lunga gonna bianca con gli spacchi laterali mozzafiato ed una canotta molto larga che di lato lasciava intravedere il seno.Quando i miei amici arrivarono, mandai mia moglie ad aprire la porta e vedere la faccia dei due fu molto divertente. Erano allibiti dall’abbigliamento di mia moglie.Entrarono in casa e quando poi notarono anche mia figlia Paola rimasero come pietrificati, al limite del collasso. Allora spiegai loro che non c’era niente di strano in mia figlia e mia moglie.Ero stato io che avevo chiesto di vestirsi in quel modo credendo di far piacere a loro.I miei amici, Sergio e Monica, erano una coppia stufa della solita monotonia di coppia che desiderava frequentare club privè, ma che non aveva mai avuto il coraggio di fare un passo del genere. Infatti la mia intenzione era quella di stupirli per scoparmi Monica, la moglie di Sergio che era davvero una grande figa, ma questo per il momento non lo rivelai.Li feci accomodare a tavola mettendo Sergio accanto a mia moglie e Monica vicino a me.Poi ordina a Paola di cominciare a servire la cena.Sergio non sapeva più dove guardare. Poteva ammirare la matura Barbara seduta accanto a lui con il seno a vista dalla manica della canotta e con lo spacco della gonna tutto aperto che lasciava intravedere i peli della figa, o la fresca e giovane Paola che girovagava mezza nuda per il tavolo con i vassoi delle pietanza. Monica invece era divertita da quella situazione e si gustava la visione dei miei palpeggiamenti a mia figlia quando mi serviva la cena.A metà della cena Sergio era già eccitatissimo, allora dissi: “Barbara, non vedi che il mio amico ha il cazzo che gli stà scoppiando nei pantaloni, ……..fagli subito un pompino dei tuoi e vedi di non farlo sporcare!”. Barbara ubbidì e immediatamente gli tirò il cazzo fuori dai pantaloni e se lo mise in bocca fino a farlo quasi scomparire ed iniziò un pompino di gran classe.Anche Monica si era eccitata e guardando il marito, si era sbottonata la camicia e si toccava il seno con la mano sinistra mentre con la destra si sditalinava.Ordinai allora a Paola di correre ad aiutare Barbara, Paola si gettò sotto al tavolo ed iniziò a leccare anche lei il cazzo di Sergio.Sergio era al settimo cielo per il servizietto che Barbara gli stava facendo, Monica dal canto suo era come in trace. Allora mi spoglia completamente nudo e misi il cazzo davanti alla bocca di Monica che però non voleva saperne di leccare. Andai a sdraiarmi sul divano e chiamai a me Paola e Barbara, che interrotto immediatamente quello che stavano facendo corsero a mettersi sull’attenti di fronte a me.Sergio e Monica rimasero di sasso, e chiesero come mai li avevo interrotti.Io dissi: “vi ho invitato qui per realizzare il vostro sogno nel cassetto, ma dato che Monica non ha intenzione di partecipare, il gioco finisce qui, ……..potete ritornare a casa vostra”.Sergio guardò negli occhi Monica come se volesse incenerirla, poi disse: “mi dispiace ma Monica non era pronta, vedrai che ero non ti rifiuterà più”.Allora ribattei: “e no caro Sergio, ora non voglio più io, …..andatevene e tornate solo quando Monica sarà pronta, ma questa volta dovrà essere la mia cagna!”.Sergio e Monica uscirono da casa a testa bassa.Qualche giorno dopo mi telefonò Monica dicendomi: “Luca ti chiedo scusa, so che ho rovinato tutto, non facciamo altro che pensare l’altra sera, era veramente quello che stavamo cercando e lo abbiamo buttato via, come possiamo fare per rimediare?”“Cara Monica”, dissi, “te lo dissi l’altra sera, quando tu sarai pronta a essere la mia cagna, la mia serva come lo sono mia moglie e mia figlia potete tornare!”Monica allora rispose: “ci ho riflettuto e ora sono pronta a fare quello che dici tu”.Allora dissi: “bene, voglio metterti alla prova, vieni subito a casa mia da sola e non dire niente a Sergio, vestiti molto provocate e dopo che avrai suonato al mio campanello mettiti a 4 zampe ed attendi che qualcuno ti venga ad aprire, non ti rimetterai in piedi per nessun motivo finchè non te lo dirò io,…….. sei pronta per questo?”Dopo un momento di silenzio, Monica rispose: “Si, sono pronta ad ubbidirti”.Bene, dissi: “Allora sbrigati ad arrivare, ti do un’ora di tempo!”, e riattaccai la cornetta.Poi chiamai Paola e le ordinai di andare nel negozio di animali qui sotto a comprare un bel collare, di quelli con le borchie e gli spuntoni.Paolo andò subito a fare l’acquisto e attendemmo l’arrivo di Monica.Trascorsi pochi minuti dallo scadere dell’ora di tempo assegnata, ecco suonare alla porta.Era Monica che come ordinatogli dopo aver azionato il campanello si misi a 4 zampe ed attese che gli fosse aperto. Ma io dissi a Paola e Barbara di non aprire per il momento, volevo umiliare Monica per un po’, sperando che prima o poi qualche altro inquilino del palazzo passasse per il pianerottolo.Difatti dopo circa cinque minuti si odono delle voci provenire da fuori la porta.Monica è terrorizzata e vorrebbe alzarsi, ma il timore che dopo io la cacci via prende il sopravvento e rimane come pietrificata, in posizione canina, abbigliata con gonna corta e maglietta che lascia ammirare un bel po’ del suo splendido fisico ai miei vicini di passaggio.Lascio trascorrere ancora altri cinque minuti e poi mando Barbara ad aprire la porta.Monica è ancora lì, le lacrime le scendono lungo il viso per l’umiliazione provata, ma quando vede aprire la porta il viso le si rasserena.Barbara l’accompagna da me che sono sdraiato sul divano con indosso solo un accappatoio.Barbara e Paola si posizionano in ginocchio a piedi del divano.Monica arriva fin sotto al divano camminando a 4 zampe e poi dice: “eccomi padrone sono pronto a servirti, farò tutto quello che vuoi ma non mandarmi via”.Allora le dissi: “per prima cosa ti metterò il simbolo del tuo stato di cagna” detto questo presi il collare e lo cinsi attorno al collo di Monica dicendole: “quando verrai da me dovrai sempre indossarlo” poi continuai: “sarai punita per come mi hai trattato l’atra sera”.Lei rispose: “si, padrone”.Allora la feci alzare in piedi e la feci girare su se stessa così da poterla ammirare meglio.Le misi le mani sotto la gonna e le sfilai le mutandine dicendole: “da ora in poi non dovrai più indossarle, ne qui ne a casa tua, ne al lavoro o in nessuna altra parte.Poi la feci spogliare completamente e stendere sulle mie ginocchia e iniziai a darle delle forti sculacciate sul suo bel culetto.Monica urlava ad ogni sculacciata, ma non mi fermai finchè le chiappe furono tutte arrossate.Allora le diedi una spinta così da farla cadere e poi presala per i capelli la trascinai per tutta casa.Poi le ordinai di prendermelo in bocca.Mentre lei me lo succhiava, io la prendevo a schiaffi e le tiravo con forza i capezzoli.Con un gesto ordinai a mia moglie e a mia figlia di andare in cucina a prendere delle banane.Quando tornarono dissi loro di mettergliele nella fica e nel culo.Paola e Barbara ubbidirono e infilarono le grosse banane nei buchi di Monica che iniziò ad urlare di dolore. Allora le misi le mani dietro la nuca e la spinsi verso di me in modo che inghiottisse tutto il cazzo, le tappai il naso e la obbligai a stare con il cazzo in bocca fino a che non sembrava che stesse per svenire. Le feci riprendere un poco fiato, mentre Paola e Barbara la stantuffano con le banane nella figa e nell’ano e poi la obbligai a ingoiare di nuovo tutto il cazzo.Glia lasciai il cazzo in bocca anche quando sentivo che stavo per venire, e gli sborrai in gola dicendole che da brava cagna doveva inghiottire tutto.Monica inghiottì tutto quello che poteva, ma qualche goccia di sperma cadde in terra.Allora prendendola per la sua stupenda chioma fluente la obbligai a leccare per terra finchè non avesse pulito tutto.Quando ebbe finito di pulire, le ordinai di leccarmi le dita dei piedi uno per uno.Io stavo in piedi, lei era accovacciata sotto di me con le banane dentro mentre mi leccava i piedi.Qualcuno suonò alla porta.Paola andò ad aprire, era Sergio che stava cercando Monica.Dissi a Paola di farlo accomodare.Monica incurante che fosse arrivato il marito continuava ad esaudire il mio volere.Non appena Sergio entrò in soggiorno vide quella scena e disse: “Monica sei una troia……… cosa stai facendo!!”. Ma Monica non rispose e continuò a leccare.Allora io gli dissi: “Monica si è sottomessa a me, ora anche lei fa parte delle schiave di questa casa”.Sergio disse: “forza Monica andiamo via che a casa facciamo i conti”.Ma Monica continuava a leccarmi i piedi senza rispondere al marito.Diedi il permesso a Monica di parlare, allora lei disse: “ora è questo il mio posto, sono la serva di Luca non la tua, farò solo quello che lui mi ordinerà”.“visto” dissi io, “ora Monica non più tua moglie, ma una mia schiava, e te ne voglio dare la prova, …guarda”, così dicendo si rivolse a Monica dicendogli: “ora mi farai da cesso, ti piscerò in bocca e tu la berrai tutta, …vero!”.Monica rispose: “si padrone, come vuoi tu”.Le puntai il cazzo verso di lei e cominciai a pisciarle dentro la sua bocca aperta.Fortunatamente non ne feci molta dato che faticava parecchio ad inghiottirla, ma ce la fece.Sergio era furioso, si diresse verso Monica, ma quando stava per afferrarla per trascinarla via, Barbara e Paola lo afferrarono per le braccia e lo immobilizzarono.Allora io ordinai a Monica di prendere una delle due banane che aveva in culo e di incularci il marito. Sergio si dimenava, si ribellava, ma quando Monica iniziò a far scendere la banana nel retto, come per magia Sergio si placò, perse ogni forza di sottrarsi alle mia angherie.Non pago ti tutto ciò con uno scatto tolsi la banana dal culo e ci infilai il mio bel cazzone.Emetteva urla lancinanti ma io continuai ad incularlo.Gli sborrai in culo e dopo che Monica mi ebbe ripulito tutto il cazzo sporco di sborra e di merda, presi per un braccio Sergio e lo trascinai verso la porta di casa.Lui opponeva solo una minima resistenza, così aperta la porta lo sbattei fuori dicendogli: “ora Monica di mia esclusiva proprietà, non farti più vedere se non ti chiamo io”.Chiusi la porta alle mie spalle e tornai dalle mie schiave.
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