“Anche oggi farò tardi in ufficio”. Questo è quello che pensavo mentre ricontrollavo il progetto che poi, insieme al mio team, dovevamo discutere con il capo, ed erano già le 5 del pomeriggio.Mi chiamo Andrea e sono un ingegnere meccanico. Lavoro in una società di progettazione che ha una cinquantina di dipendenti, con sede a Firenze. Tutte le mattine percorro circa 60 km per venire al lavoro ed altrettanti la sera per tornare a casa.Ogni tanto, in prossimità della consegna di un lavoro, si fanno delle grandi tirate in ufficio. Le 8, le 9 di sera, qualche volta si va anche oltre; ma non mi lamento perché prendo un buon stipendio e svolgo un lavoro che mi piace.In genere, anche in questi giorni in cui faccio tardi, poi torno a casa da mia moglie. Fortunatamente però ho anche la possibilità di fermarmi in città ma la sfrutto raramente.”Chi te lo fa fare di andare a casa così tardi se poi domani mattina presto devi essere di nuovo qui?”Questo mi dice ogni volta mia sorella Aleandra che vive in città. E mia moglie mi dice ogni volta che ha ragione. Tanto che a volte me lo domando anch’io: “Chi me lo fa fare?”Aleandra ha sempre insistito affinché in queste occasioni vada a trascorrere la notte da lei . “Così mi fai anche un po’ di compagnia”. Lei non è sposata e ha tre anni più di me che ne ho trentotto. Vive da sola nella casa di nostra zia Rita che, andata in pensione qualche anno fa, è tornata a vivere fuori Firenze nel nostro paese d’origine, dove vivo anche io.”Credo proprio che questa sera andrò a dormire da Aleandra”. La chiamo e le chiedo se non disturbo. E lei: “Ma che dici! Anzi se non tardi troppo ti preparo qualcosa per cena”.Invece alla fine ho tardato più del previsto e sono arrivato a casa alle 23,30. Apro piano piano la porta e mi accorgo subito che mia sorella si è messa a letto. L’appartamento è al buio e gli unici rumori che si sentono vengono dalla strada o da qualche vicino ancora in piedi.Vado in bagno e vedo che Aleandra mi ha preparato tutto l’occorrente per una doccia ma ho un po’ di appetito e quindi decido prima di mangiare qualcosa e poi di lavarmi. Mentre mangio sento dei rumori e vedo la luce del corridoio che si accende. Mia sorella si è svegliata e sta venendo in cucina. Quando entra rimango a guardarla. Indossa una camicia da notte che controluce lascia intravedere le sue forme generose e questo mi fa subito eccitare. Come suo solito per dormire non indossa il reggiseno e tutto quel ben di dio – una V misura piena – si muove in completa libertà. Il resto del suo corpo non è da meno. Non è molto alta ma ha un fisco più che proporzionato e qualche chilo in più distribuito nei posti giusti. “Non dovevi alzarti, faccio da solo”. E lei assonnata: “Non mi sono alzata per imboccarti ma per dirti che il tuo letto non è utilizzabile perché lo ho tolto per ritinteggiare la stanza”. Mi affaccio nella camera e vedo infatti che è completamente vuota a parte l’armadio coperto da un telo. “Ma mi avevi detto che non c’era problema se venivo da te!…E adesso dove dormo?” “Dormi in camera con me”. E vedendo la mia espressione perplessa continua “Non mordo mica”. “Ma tu hai un letto matrimoniale! Dormiamo insieme?” E lei: “Fai finta che io sia tua moglie…o non vado bene?”. Detto questo fa dietro front e torna a letto. Io finisco di mangiare, mi faccio una doccia e, messo il pigiama entro nella stanza dove mia sorella sembra stia di nuovo dormendo. Come immaginavo, una volta a letto e spenta la luce non riesco ad addormentarmi e il motivo so benissimo qual’è ma cerco di non pensarci. Alla fine mi addormento e la mattina seguente alle sette sono già sveglio come d’abitudine. Attraverso le serrande entra un po’ di luce e questo mi permette di guardare mia sorella che dorme a pancia sotto con il viso rivolto dalla parte opposta alla mia. Non resisto e senza fare rumore alzo le coperte e la guardo. Ha la camicia da notte arrotolata fino alle chiappe e a quel punto decido di andare fino in fondo e rischiare. Prendo un lembo della camicia, lo sollevo adagio sempre più su fino a che il suo culo non è davanti ai miei occhi. Indossa uno slip elegante ma normale, solo che gli è entrato in mezzo alle chiappe ed è ancora più arrapante. Ho un’erezione monumentale, quasi dolorosa. Non riesco a contenere negli slip i miei 22 cm di carne. Non è la prima volta che vedo il culo di mia sorella. La spiavo in giro per casa quando eravamo ventenni; la spiavo quando si cambiava i costumi al mare e anche quando dormiva mezza nuda l’estate. Ma stare nello stesso letto e guardarla da una distanza di pochi centimetri era un’altra cosa. Decido così di alzarmi e andare in bagno a farmi una sega. Mentre sto seduto sulla tazza con il cazzo in mano, si apre la porta ed entra lei per niente sorpresa di ciò che vede visto che si era accorta di ciò che stavo facendo in camera. “Acc…non ho chiuso la porta”. Cerco di scusarmi mentre mi alzo per coprirmi ma lei mi blocca e mi dice: “Continua…per favore”. Io al momento non realizzo, sono ancora scosso dalla situazione, ma poi penso che un’occasione così potrebbe non ripresentarsi più e quindi mi gioco il tutto per tutto e rilancio: “Solo se in cambio ti togli la camicia da notte!” Aleandra prima esita, ma poi la vista del mio uccello eretto di notevoli dimensioni fa si che anche lei perda ogni inibizione: “Tu guardi me ed io guardo te, e nient’altro” mi dice.A me va benissimo. Mi risiedo sulla tazza e comincio a masturbarmi, poi mi fermo e la guardo, non sta rispettando i patti. Allora lei si toglie la camicia da notte e a me per poco non viene un infarto a vedere quelle stupende zinne al vento. “Prendi una sedia e siedi davanti a me” gli dico. Lei non se lo fa ripetere ma resta lontana. “Più vicino” la imploro. E lei si avvicina fino a toccare con le sue ginocchia le mie. “Ora continua” mi dice. Io allora la guardo e, mentre con la destra inizio a segarmi, decido di osare di più e con la sinistra cerco di accarezzargli una zinna. Lei sorpresa si tira indietro, un attimo dopo che ne ho sentito tutta la pienezza e morbilità, e mi guarda con occhio interrogativo. Io la guardo cercando di rassicurarla, con la paura che quella meravigliosa esperienza che stavo provando si interrompesse a metà. Ma non è cosi. “Continua” mi dice ancora una volta. E io tirando un sospiro di sollievo, gli sorrido e continuo a segarmi. “Poggia le mani sulle mie ginocchia” le dico. Lei prima è un po’ titubante poi invece si china in avanti e fa ciò che gli avevo chiesto. In questa posizione ho una visione delle sue voluminose zinne veramente arrapante. Non credevo che mia sorella avesse un petto così sviluppato. Continuo a segarmi sempre più eccitato. Il movimento su e giù della mia mano sul cazzo si propaga per tutto il mio corpo e questo movimento si trasmette anche dalle mie ginocchia alle braccia di mia sorella e quindi alle sue zinne che ballonzolano sotto i miei occhi. Guardo le sue zinne e poi lei che non stacca gli occhi dal mio cazzo e mi accorgo con piacere che Aleandra è più eccitata di me. Chissà che non riesca a farmi masturbare da lei. Devo tentare di persuaderla in qualche modo ma c’è sempre in me la paura che lei non accetti andandosene e lasciandomi lì come uno scemo. Rallento per non venire subito. Voglio godermi la vista di mia sorella in quella posizione il più possibile. Ad un certo punto però non ce la faccio più, voglio a tutti i costi strizzargliele e quindi decido di fargli una proposta. “Ti piace?”. “Sei veramente ben dotato”. “Grazie. Anche tu quanto a petto non scherzi”. “Me lo sono accorta da come le guardi che un bel paio di tette non ti dispiacciono. D’altronde anche tua moglie non scherza quanto a petto. A me comunque sembrano un po’ troppo grosse”. “Ma che dici! Sono veramente stupende” ribatto io. Lei si solleva e la cosa mi dispiace ma non faccio in tempo a lamentarmene con lei perché inizia a massaggiarsele in un modo veramente erotico dirigendo il suo sguardo a volte sul mio cazzo teso all’inverosimile e a volte guardandomi negli occhi con un’aria da …..si, proprio con un’aria da troia che non gli avevo mai visto. “Adesso se vuoi le puoi toccare”. “Lo farei volentieri ma per farlo dovrei smettere di masturbarmi”. “No, ti prego non ti fermare”. “Facciamoci un piacere a vicenda allora: io strizzo le tue tette mentre tu continui l’opera che sto facendo”. “Vuoi che ti masturbi io?”. “Che c’è di male? In fondo abbiamo quarant’anni ed è un piccolo segreto che rimarrà sempre tra noi”. “Ma siamo fratello e sorella!”. “In questo momento io vedo solo una femmina arrapata alla vista di un bel cazzo e un maschio ancora più arrapato alla vista di un bel paio di zinne”. Lei mi guarda ancora un po’ e poi mi dice: “Va bene ma solo per questa volta”. Non riesco a crederci! Mia sorella ha accettato!! Tolgo la mia mano intorno al cazzo e lei ci mette la sua iniziando a masturbarmi. Io allora gli prendo tutte e due le zinne che quasi non stanno nelle mani e glie le comincio a strizzare. In quella condizione duro molto poco. “Sto’ venendooo!” Lei con mia sorpresa si avvicina un po’ di più e poggia la mia cappella in mezzo alle sue zinne continuando a masturbarmi e dicendomi: “Lavamele con la tua sborra fratellino daiii”. A quel punto non ce la faccio più e glie ne riverso sulle zinne una quantità enorme. Lei lo strofina in mezzo mentre io le strizzo una contro l’altra per farmi fare una bella spagnola. “Intenditore è?” dice lei. Dopo un po’ si riaddrizza sulla sedia, se le prende in mano da sola spalmandosi tutta la mia sborra sul petto.Mentre ci laviamo ci sentiamo un po’ imbarazzati. Cosa abbiamo fatto? Guardo l’ora. Si sta facendo tardi e devo correre al lavoro.
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