Ciao a tutti, la storia che mi accingo a raccontare è accaduta 7 mesi fa, e per mia fortuna ancora dura.Mi chiamo Fabio, ho 23 anni e lavoro come Tecnico Informatico in una grande Azienda, ho una sorella, si chiama Gioia, ed è veramente una gioia, piccolina 1,60 non dimostra affatto i suoi 18 e mezzo che ha, infatti le danno al massimo 15 o 16 anni, ma è la perfezione piccola della donna, un seno al massimo della seconda misura, due gambe perfette e un culetto tondo che sembra finto per quanto è perfetto, è mora con gli occhi verdi e grandi, il viso ovale bellissimo e due labbra carnose che nascondono una dentatura perfetta, il solo guaio per lei è la paura, quando è in casa è sempre presa a cercare di sentire i rumori che provengono da fuori, per lei ci sono sempre i ladri dentro al nostro appartamento.I nostri genitori erano al capezzale della nonna, che stava molto male e loro erano andati a trovarla, sarebbero mancati da casa per quattro giorni salvo il peggiorare della situazione, la mamma mi aveva chiesto di dormire nella camera sua, il motivo era che essendoci un balcone non molto alto dalla strada, se avessero provato ad entrare li avrei sentiti, e così quella sera ero nel lettone dei miei genitori e mi sentivo un signore, avevo spento la luce da pochi minuti, quando sentivo che iniziava a piovere a dirotto, poi era diventato un vero e proprio temporale, tuoni e fulmini si susseguivano uno all’altro, si apriva la porta all’improvviso, e mia sorella urlando saliva sul letto e si metteva sotto le coperte, tremava come una foglia e aveva iniziato a piangere, con il braccio sinistro la portavo a me tenendola stretta per rincuorarla, mi aveva subito abbracciato e una gamba me l’aveva messa sopra la mia pancia, io ero supino e continuavo a rincuorarla, ma la sentivo che tremava per la paura, e ogni volta che c’era un tuono sobbalzava e strillava, e il lato comico era che mi diceva, ti prego Fabio non mi lasciare ho una paura tremenda, ma stai tranquilla le rispondevo, mi hai abbracciato che sembri una piovra, neanche se volessi potrei farlo, e le davo dei piccoli baci sulla fronte, io nel letto ero solo con gli slip, mentre lei aveva una camicia da notte leggera, e potevo sentire che non aveva il reggiseno, le due zinnette erano dure e compatte, non avevo mai pensato a mia sorella sessualmente, ma quei due boccioli mi stavano veramente eccitando, la paura cominciava a impadronirsi di me, non volevo assolutamente che se mi fossi eccitato lei se ne sarebbe accorta, ma la sua gamba, o meglio il suo ginocchio, erano esattamente sopra al mio bastone, adesso lei si era parzialmente calmata, anche se tremava ancora sensibilmente, mi teneva stretto a lei ringraziandomi per la mia disponibilità, ma contro ogni mia previsione, sentivo che la bestia cominciava a svegliarsi, cercavo di scostarmi ma senza risultato, lui continuava a crescere fregandosene di tutto, Gioia, prima ci strusciava il ginocchio un momento, e poi con uno scatto accendeva la luce sul comodino, e mi guardava tra il severo e l’indagatore dicendomi, ma tu hai una erezione? e mi scopriva per vedere, il fatto era evidente stavo solo con le mutandine, mi sentivo morire, sarei voluto sprofondare in un abisso, ma Gioia continuava nell’interrogatorio, non mi dire che sono io che ti faccio eccitare, ma come tu ti ecciti con tua sorella? ma adesso dai calmati, e poi continuando a sorridere mi diceva, me lo fai vedere come è fatto, dai Fabio non l’ho mai visto un pisello eccitato, dai ti prego e cercava di scansarmi gli slip, la prendevo per il polso e la bloccavo, fermati Gioia che stai facendo, ti rendi conto di quello che dici, ma lei insisteva, dai fammelo vedere, che cosa c’è di male, sono tua sorella non un’estranea, e apposta per quello le dicevo, sei mia sorella, ma sei anche una donna, e molto carina per giunta, ma allora sono io che ti ho fatto eccitare rispondeva, ho capito, mi hai sentito il seno perché mi ero stretta a te, allora facciamo così continuava, tu lo hai sentito ma non lo hai mai visto, eccoti accontentato e si toglieva la camicia da notte, adesso tu me li guardi i miei seni e io ti guardo il pisello, erano due grazie di Dio quelle che vedevo, belle proporzionate al suo fisico, con due rose e due capezzoli piccoli ma eretti, che erano una meraviglia della natura, adesso era rimasta con gli slip trasparenti dalla parte alta, si vedeva un boschetto nero con il monte di venere pronunciato, e nella parte sotto uscivano i peli della fica da ambo le parti, senza aggiungere parola, Gioia mi prendeva il bordo delle mutande e lo tirava giù, non gli veniva perché il cazzo duro si impigliava sul bordo, ma lei non si perdeva d’animo, infilava la manina dentro, e lo scansava mentre con l’altra li tirava giù, lo guardava sorpresa e ammirata, e poi mi diceva, ma quanto è grosso il tuo pisello e con la mano lo toccava, poi lo prendeva proprio per stringerlo, e continuava accidenti come è caldo, e poi lo sento che si muove, sembra che abbia i battiti, che cosa le è preso? lo sguardo poi l’attirava sulla cappella che era a metà scoperta, ci poggiava sopra il ditino indice, voleva toccarlo tutto per capire come era fatto, infine con un movimento della mano che lo stringeva, vedeva che si scappellava tirandolo giù, logicamente lo riportava su e la pelle scorreva ancora sulla punta, mi guardava negli occhi e mi diceva, dai Fabio, ti prego, fammelo vedere quando vieni, ne ho sentito sempre parlare dalle mie amiche, ma non l’ho mai visto, dai non dirmi di no, ero in una situazione che mai avrei potuto pensare di trovarmi, ma nello stesso tempo ero eccitato da impazzire, quel suo modo di fare e di farsi vedere di mia sorella, mi sconvolgeva più di ogni remora fraterna, ormai ero deciso ad andare avanti, poi quello che sarebbe seguito avrei cercato la soluzione, finivo di togliermi le mutande e le dicevo, lo vuoi vedere mentre viene adesso ti accontento, con la saliva bagnami bene la punta le dicevo, brava, e adesso comincia a mandare la pelle su e giù, lo aveva bagnato di saliva, ma la linguetta due o tre volte l’aveva colpita la cappella, era stato come ricevere una scarica di corrente, mi ero eccitato moltissimo, sentivo che se lo avesse ripetuto avrei sborrato come un idrante, lei adesso mi stava segando molto male, ma il piacere era vederla per l’impegno che ci metteva, poi le suggerivo di prenderlo leggermente in bocca, avrebbe migliorato la situazione, lo fece con molto gradimento, la mia mano era scesa verso le mutandine dalla schiena, le scansavo e passavo sulle sue chiappette dure piccole e meravigliose, scivolavo in mezzo a quella meraviglia e trovavo il buchetto del culo, continuavo a scivolare dentro a quel paradiso, e finalmente la fichetta era sul mio dito, piccola meraviglia della natura, la sentivo che era fradicia di umori, avrei pagato chissà quale cifra per leccargliela, ma ho dovuto cessare la ricognizione, avevo il cazzo che stava per eruttare tutto il suo piacere, avvisavo Gioia di quello che stava per accadere, lei faceva appena in tempo a togliere le labbra dalla cappella che partiva il primo schizzo, il secondo la colpì sulla bocca, lo guardava curiosa e eccitata, ma nello stesso tempo sentiva il sapore del mio sperma, non finivo di schizzare lei ci metteva di nuovo la bocca ingoiando quanto ancora usciva, poi guardandomi diceva, ma lo sai che hai un buon sapore, adesso era felicissima e mi stringeva con amore, era in quel momento che togliendole la mano dal culo le dicevo, togliti gli slip che adesso tocca a me farti un regalo, lei raggiante di felicità con uno scatto di reni li sfilava, adesso avevo davanti agli occhi una fichetta meravigliosa, un pelo nero e morbidissimo, era un triangolino perfetto, sembrava curata per la precisione della cornice pilifera, le labbra carnose della fica luccicavano per gli umori che vi erano attaccati, me la mettevo a cavallo sopra il viso e iniziavo a leccarla, cominciava subito a lamentarsi per il piacere, ma durava pochi secondi, mi regalava una cascata di umori notevole, era carica da impazzire mi diceva, e mi supplicava di ripeterlo di nuovo, non mi facevo pregare, ricominciavo di nuovo a leccarla per tutta la sua lunghezza, adesso ero arrivato al buchetto del culo, con la lingua dentro avvertivo le contrazioni, Gioia era saporita in ogni sua parte, ritornavo di nuovo sulla fica, e questa volta attaccavo la clitoride, lei ora urlava tutto il suo piacere stava impazzendo, io continuavo a leccarla e torturarle la clitoride, ora stava sborrando senza sosta, non si fermava e mi pregava di continuare, dopo altre diverse sborrate Gioia finalmente scivolava sul mio corpo e mi abbracciava restandomi sopra, io sentendola così calda e disponibile sopra di me, mi eccitavo di nuovo suscitandole una sorta di felice sorpresa per il rinnovarsi dell’erezione, se lo sentiva sotto di lei che premeva sulla pancia, scendeva ancora e senza dire niente lo riprendeva in bocca, il piacere si riappropriava di me facendomi godere di nuovo, quella piccola bocca mi faceva impazzire, ma questa volta mi bagnavo con la saliva il dito medio e cercavo di nuovo il suo buchetto, lo trovavo e molto lentamente lo infilavo nel culo, sentivo che lo gradiva particolarmente questo trattamento, il suo sfintere era impazzito nei movimenti, mi torturava piacevolmente il dito, e Gioia ricominciava a sborrare mugolando, poi si toglieva improvvisamente e mi diceva molto seria, ti prego Fabio, mettimelo nel culo, ne ho una voglia che impazzisco se non lo faccio, guardavo lei e il mio bastone e le dicevo, ma tu con questo buchetto piccolo come pensi che ti possa entrare nel culo, e lei mi diceva, sei tu che hai esperienza, pertanto trova il sistema, di scopare adesso no perché ho paura di rimanere incinta, ma poi quando prenderò la pillola ti regalo anche la mia verginità, ti ho sempre amato fratellone mio, e ti voglio dare tutta me stessa completamente, io mi alzavo e andavo in bagno, nell’armadietto dei medicinali cercavo qualche cosa che fosse servita alla bisogna ma niente, allora andavo in cucina e prendevo la bottiglia dell’olio e il burro, lo davo a Gioia e le dicevo fai dei piccoli quadrucci con il burro, lei faceva quanto le avevo chiesto e si metteva a pecorina, ma come la vedevo in quella posizione, ricominciavo a leccarla dal buchetto del culo fino a tutta la fica, veniva ancora con un lamento prolungato, era eccezionale gioia, mi confessò che riusciva a venire anche quindici venti volte se gli piaceva una cosa, lo aveva provato un giorno che mi stavo masturbando mentre lei mi guardava, ma io non lo sapevo, però mi disse non sono riuscita a vederti mentre sborravi, ecco la mia grande curiosità, iniziavo a lubrificare il buchetto con l’olio, poi ci infilavo tre quadrucci di burro tagliati apposta, infine mi lubrificavo bene la cappella e la poggiavo sul buco del culo, iniziavo a spingere il cazzo dentro al buco che mi sembrava molto piccolo, però cominciavo a sentire che la cappella faceva cedere le pareti strette del culo, Gioia faceva il possibile per facilitarmi l’entrata dentro di lei, e infine la cappella riusciva a violare quel buchetto meraviglioso, lei aveva un moto di dolore ma mi pregava di spingere fino alla fine, e aggiungeva, quando sarà tutto dentro mi dovrà piacere per forza, dai spingi senza pensare a me, io invece andavo cauto, sentire quel budello strettissimo che forzavo entrandoci, mi consigliava prudenza, ho un cazzo di quasi venti centimetri e abbastanza grosso, avevo timore che il suo culetto si lacerasse, e se accadeva addio inculate prossime, continuavo molto piano a scendere sempre più in fondo, ero quasi tutto dentro e mi piaceva da impazzire, poi senza avviso cominciavo a sborrare dentro quel paradiso, lei lo avvertiva e iniziava a urlare il suo piacere, si era allargata ancora di più e mi strillava, dai inculami più forte che aspetti sto sborrando come non mai, ti prego non ti fermare, io ormai ero arrivato in fondo e stavo risalendo lentamente, avevo il terrore di farle male, ma quel culetto si rivelava una sorpresa continua, si dilatava il necessario per farmi entrare senza trasmettergli un dolore eccessivo, e poi si richiudeva dopo il passaggio, ma l’altra mia sorpresa era che dopo la sborrata il cazzo continuava a restarmi duro, per cui continuavo a incularmela con una soddisfazione e un godimento incredibile, adesso gioia stava veramente godendosi il mio pistone nel culo, mi diceva in continuazione dai spingilo dentro, vai fino in fondo continua a incularmi io sto impazzendo dal piacere, ma ti scongiuro non ti fermare, ormai la stavo pompando dentro l’intestino con forza, e lei continuava a godere e mugolare in continuazione, le mettevo una mano sulla fichetta e sentivo un ruscello di umori, così piccola riusciva a sborrare una infinità di volte, i seni li sentivo con i capezzoli dritti come fusi, era tutta eccitata in ogni parte del corpo, ma continuavo a pensare a quel piccolo buchetto, che accoglieva interamente il mio bastone senza alcuno sforzo apparente, poi iniziavo a sentire che anche per me la corsa stava per avere termine, l’avvisavo che stavo per sborrare di nuovo, e lei quasi urlando mi diceva, ti prego amore mio, la prima scarica che fai di sborra fermati che la voglio sentire, e poi sfondami tutta che lo voglio sentire fino nello stomaco, a questo punto le entravo fino in fondo, rimanevo fermo e sentivo i primi due getti inondarle l’intestino, urlava forte il suo piacere dal godimento che provava, e mentre ricominciavo a pomparla senza sosta, con un ultimo orgasmo crollava esausta sul letto, io avevo finito di eruttarle tutto il mio nettare in quel culetto bellissimo, e mi adagiavo di fianco a lei che rimaneva con gli occhi chiusi ormai distrutta dal piacere, quando mi riprendevo era già giorno fatto, e lei era abbracciata a me che dormiva come un angelo, mi alzavo e andavo a preparare un caffé dopo una pisciata enorme, mentre ero in cucina mi sentivo abbracciare da dietro, era Gioia che tutta nuda si era alzata per coccolarmi, sentire il suo piccolo corpo tutto nudo attaccato a me, mi ritornava in un lampo una erezione incredibile, lei me lo aveva preso con le sue piccole mani e lo stringeva delicatamente, poi mi segava alternando con piccole leccate e succhiate sulla cappella, fino a che la sborrata da lei desiderata le riempiva la bocca, non si faceva scappare una goccia del mio nettare, e quando si toglieva leccandosi le labbra mi diceva, vedi amore mio, cosa c’è di più sostanzioso la mattina di una enorme sborrata da deglutire, e finendosi il ditalino che si era fatta mi diceva, adesso un bel caffé, e oggi per il dopo il pranzo ho avuto una idea che mi sembra meravigliosa, tanto siamo soli ancora tre giorni spero, e in questo modo possiamo……ma…,ma questa è un’altra storia.
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