All’età di 18 anni si ha una fame di sesso insaziabile ed io non ero da meno dei miei coetanei, ero sempre eccitato ed ogni occasione era buona per masturbarsi, mi bastava vedere un bel paio di gambe o una camicetta riempita da un bel seno che la fantasia partoriva avventure erotiche a non finire. Erano tutte mie vittime, insegnanti, la panettiera, la giornalaia, le mie cugine e soprattutto le mie zie, una in particolare mi faceva impazzire, zia Graziella. Quando andavo a letto fantasticavo situazioni erotiche che avrebbero potuto coinvolgerci e la mia mano inesorabilmente partiva…. Era una bella signora bionda di quarant’anni, spesso andavamo a trascorrere le serate a casa sua, cenando e giocando a carte. Ormai eravamo molto intimi. Spesso Graziella mi chiedeva se ero fidanzato ed io non sapevo cosa rispondere, e quando mi salutava mi abbracciava e mi baciava sulle guance. I miei zii avevano una casa al mare e spesso vi passavano dei fine settimana. Ci avevano invitato spesso, anche se la casa non era molto grande, ma io non ebbi mai la fortuna di passare qualche giornata al mare in loro compagnia. Una sera squilla il telefono e vado a rispondere. Era la zia. Voleva parlare con mia madre, ma era uscita. – Senti, caro, posso dirlo anche a te. La prossima settimana io volevo andare al mare con Marcello, ma dato che lui lavora dovrei rinunciarvi, a meno che tua madre non mi faccia compagnia. Anzi, se vuoi puoi venire anche tu, visto che il posto stavolta c’è. Mi raccomando, fatemi sapere al più presto! – Il giorno dopo mamma chiamò Graziella e le disse che lei non poteva prendersi una settimana di lavoro, ma se per lei andava bene le avrebbe affidato il suo nipotino per compagnia, la zia fu entusiasta dell’idea e così ci mettemmo d’accordo. Fui contentissimo della loro decisione, ed iniziai subito i preparativi per il viaggio. La mattina della partenza passai a prendere la zia era la fine di Giugno e già era terribilmente caldo. Graziella indossava una camicetta bianca leggera ed una gonna verde con spacco laterale che, dal momento che era seduta, le arrivava a malapena al ginocchio. Durante il viaggio non persi l’occasione di guardare le sue belle gambe e sbirciare attraverso la camicetta che, dato il caldo, era aperta per un bel pezzo, mettendo in mostra un bel paio di tette, inguainate da un intrigante reggiseno nero. Spesso i nostri sguardi si incontravano, ed io arrossivo leggermente, pensando che lei intuiva dove stavo guardando. Dopo circa tre ore arrivammo a destinazione e iniziammo a portare i bagagli nella casa. Era una bella casa, anche se piccolina. C’erano due camere, una con un letto matrimoniale e l’altra con un letto singolo, io mi accomodai nella camera con il letto singolo. Organizzammo un pranzo veloce e, nel primo pomeriggio, andammo subito in spiaggia. Rimasi a bocca aperta quando vidi la zia in due pezzi. Che fica! Alta, bionda, grandi tette, vita stretta, fianchi ampi e gambe lunghe. Certamente non era più giovanissima, ma quel corpo suscitava in me i più folli desideri erotici. Ci sdraiammo a prendere il sole e Graziella, guardandomi negli occhi, mi chiese di spalmarle un po’ di olio abbronzante. Mi parve un chiaro invito, perciò mi alzai e andai verso di lei. Era sdraiata a pancia in sotto con la testa adagiata sugli avambracci. Feci scivolare l’olio dalla bottiglietta sulla schiena ed iniziai a spalmarlo con le mani. Il contatto con la calda pelle di mi eccitò terribilmente, tanto da dover nascondere in qualche modo la mia erezione. Avevo finito di spalmare l’olio sulla schiena e stavo per rialzarmi, quando zia mi disse: – E le gambe? Non vorrai mica che me le scotti… – Mi riabbassai e misi un po’ di olio sulle gambe. Iniziai a spalmarlo, e notai che aveva allargato le gambe più del necessario e addirittura, con una mano, spostò i bordi del costume all’interno del solco che divide le natiche, in modo da scoprirle quasi del tutto. Dalla posizione in cui mi trovavo avevo una visione privilegiata delle sue parti intime – Per favore, metti l’olio dappertutto, fino in cima, non lasciare parti di pelle senza olio, altrimenti mi brucio… – Non sapevo cosa fare. Ogni volta che mi avvicinavo alle chiappe guadagnavo un po’ di terreno, ma avevo paura a spingermi oltre. Notai che la zia, quando le mie mani strusciavano sulle chiappe, muoveva il bacino a destra e sinistra, in modo tale da far infilare il costume sempre di più nel solco tra le natiche. – Credo che possa bastare – dissi e mi rialzai. Il cazzo faceva fatica ad entrare nel costume perciò mi sdrai velocemente sull’asciugamano a pancia in sotto. Dopo circa un ora mi alzai e decisi di fare il bagno. C’era pochissima gente ancora in quel periodo, e il mare era uno spettacolo. – Io vado a fare il bagno – …wow!!! Che gran figa la mia cara zietta! La guardai entrare in acqua era davvero una dea, io mi sdraiai a pancia sotto cercando di farmi passare quella incredibile erezione, anche se appena arrivati a casa dovetti spararmi una meravigliosa sega! Preparammo una bella cenetta e la gustammo nella veranda parlando del più e del meno, poi sparecchiammo e la zia mi disse che era un po’ stanca e preferiva andare a letto presto; ci ritirammo nelle nostre stanze e dopo un po’ andai in bagno; per farlo dovevo passare davanti alla porta della camera di mia zia, notai che la porta era socchiusa e non seppi trattenermi dallo sbirciare e vidi uno spettacolo meraviglioso: zia era distesa sul letto con gli occhi chiusi con un movimento delle mani si sfila le striminzite ed impregnate mutandine rosse, tiene le gambe divaricate, in posizione amplesso, con la mano sinistra allarga le cosce tra loro, mentre la mano destra vaga per tutto il corpo: dai capezzoli eretti, all’ombelico, alla gola, di nuovo ai capezzoli, al ventre ed al monte di venere. Qui si sofferma, il dito medio si allunga, gli altri quattro svolazzano sopra lo strumento di piacere più completo che madre natura abbia inventato. Sorvola il clitoride, si posa lievemente, lo circuisce con il medio descrivendo dei cerchi, poi in senso alternativo lo sposta dall’alto in basso, gli occhi e le labbra sono serrati, i capezzoli sempre più duri, aumenta il ritmo, ora il medio va su e giù, su e giù, dal clitoride all’imboccatura, in continuazione, alterna il movimento, circoscrivendo dapprima l’apertura della vagina dilatata, per passare al botticino fuoriuscito dall’ogiva, da qui ridescrive tutto il perimetro dell’intera vulva, dentro e fuori delle labbra brunite, le apre ad evidenziare il rosso della sua carne viva, ritorna in fondo; vuole durare a lungo, non entrare le dita nella vagina, si limita ad immergere il solo dito medio, lo intinge e lo riestrae solo per inumidirsi l’intera vulva, per poi rituffarlo fino ad arrivare al collo dell’utero, lo fa nuovamente riemergere più e più volte, poi arriva bramato, al sempre più sporgente grilletto. Ora il dito, sembra più impazzito, preme sempre più forte sempre più mirato, sempre più profondo….. non ne può oltre e con suoni soffocati, gode con orgasmi ripetuti finchè non arriva ad esplodere quello vero, da toglierle il respiro! Che spettacolo, la zia era veramente una donna meravigliosa e da quello che avevo potuto vedere aveva una gran voglia di cazzo, forse in questa vacanza avrei realizzato il mio sogno erotico! Il mio cazzo era diventato durissimo e non potei fare a meno di andare in bagno e rivivendo attimo per attimo quella scena mi feci una lunghissima sega dopo di che andai a letto! La mattina dopo quando mi svegliai la trovai già in cucina che preparava la colazione mi sedetti ed ascoltammo della musica, la vedevo da dietro e quando ogni tanto si piegava per prendere qualcosa il pareo che copriva il suo sontuoso culo si alzava e mi offriva uno spettacolo che mi fece venire subito voglia. Andammo in spiaggia, mia zia si sdraiò al sole e come il giorno precedente mi chiese di spalmarle la crema; mi aspettava un’altra piacevole sofferenza, iniziai a versare la crema sulla schiena al di sotto del gancio del reggiseno, allora lei quasi saltò sull’asciugamano, la crema era un po’ fredda, mentre versavo la crema lei si portò le mani dietro la schiena e si sganciò il reggiseno dicendomi “così non me lo sporchi di crema che poi non si toglie e puoi stendermela meglio”. Nel fare questo si sollevò leggermente e si sfilò il reggiseno da sotto, praticamente ora era in topless, la cosa iniziò a turbarmi e qualcosa iniziava a muoversi nel mio costume. Cercavo di scacciare quel pensiero non volevo che lei si accorgesse che iniziavo ad eccitarmi ma più cercavo di non pensarci e più la mia eccitazione cresceva. In preda a questo stato iniziai a massaggiare la schiena della zia che poggiata la testa sulle mani si godeva il massaggio. Mi piaceva far scorrere le mie mani sulla sua schiena iniziando dal collo e scendendo via via verso la zona lombare. Spesso mi spingevo lateralmente a lambire la parte del seno che sporgeva e mi attardavo un poco a massaggiare quegli splendidi globi di carne bianca come il latte. Notavo che lei non diceva nulla anzi sembrava proprio piacerle, sempre più spesso le sfuggivano piccoli gridolini di piacere. La situazione si faceva incandescente e la mia erezione oramai mi faceva veramente male. Ero davvero sul punto di venire senza essermi neanche toccato. Le mie fantasie su mia zia mai e poi mai sarebbero arrivate a partorire una situazione del genere eppure ora mi trovavo lì, a massaggiare la schiena ed a lambire sempre più spesso i suoi seni stesa sull’asciugamano e con il seno praticamente scoperto. Il massaggio continuava non avevo il coraggio ne la voglia di smettere, fu lei ad un certo punto che mi disse di spalmargliene anche sulle gambe. Così presi altra crema e la versai sulle due cosce, mentre iniziavo a spalmare si portò le mani dietro e strinse il costume sino a farlo praticamente rientrare nel solco tra le natiche. Praticamente ora aveva il culo quasi completamente scoperto, e dire che il costume era già sufficientemente succinto, ma ora era diventato praticamente inesistente. “Passamene anche qui!” mi disse toccandosi il culo che appariva bianchissimo a dispetto della pelle delle cosce che era già un po’ abbronzata. Mi bloccai non sapevo cosa fare ero troppo eccitato per continuare e troppo attratto per smettere e correre a sfogarmi. La zia voltò leggermente la testa a cercare il mio sguardo e così facendo si sollevò leggermente, il suo seno mi apparve sodo e stupendamente pieno “allora finisci tu o devo continuare da sola ?” mi chiese, al chè io senza rispondere continuavi facendo scivolare le mani sulle sue natiche la prima volta un po’ timidamente poi man mano che ripassavo mi scioglievo sempre più anche nei gesti. Anche zia si accorse che avevo superato lo stato di timidezza iniziale e si rilasso godendosi le mie mani che scivolavano e impastavano le sue carni. Ogni qualvolta mi soffermavo sul suo culo il mio cazzo aveva un sobbalzo ed ero oramai certo che di li a poco sarei venuto senza neanche toccarmi. Il piacere dell’eccitazione aveva lasciato posto ad uno stato dolorante permanente che culminava in fitte sempre più frequenti e concentrate sulla cappella ingrossata e sicuramente rossa che mi ritrovavo. Anche la zia però sobbalzava e si lasciava sfuggire dei gridolini sempre più eccitati ogni qualvolta le mie mani si insinuavano tra le pieghe del suo splendido culo. Se non mi avesse fermato lei avrei continuato per ore ed ore a massaggiarla dal collo alle caviglia ma fu lei con un “adesso basta togliti dal sole e lasciami crogiolare un po’ poi ti spalmo io, intanto perché non fai un bagno che ne dici?” . I boxer che indossavo non lasciavano spazio alla fantasia la mia erezione appariva in tutta la sua prepotente durezza, feci una corsa e mi tuffai in acqua e dopo pochi minuti fui seguito dalla mia meravigliosa zietta; Dopo esserci acclimatati, iniziammo a nuotare verso gli scogli. Io arrivai per primo e mi accomodai su uno scoglio. Graziella stava per arrivare e iniziò anche lei a salire. – Per favore, aiutami, ho paura di cadere – Allungai una mano e cercai di issarla sullo scoglio, ma lei perse l’equilibrio e cadde in acqua, trascinandomi con lei. Una volta in mare ci trovammo abbracciati e, nonostante fossimo riemersi, non abbandonò la presa. – Scusami, sono scivolata – – Non ti preoccupare, non è successo niente – Il contatto con il suo corpo mi fece impazzire. Sentivo le grandi tette premere contro il mio petto, e le gambe erano allacciate al mio bacino, per cui il cazzo era a contatto con la fica, separati unicamente dal tessuto bagnato dei rispettivi costumi. Rimanemmo in quella posizione per qualche secondo, guardandoci negli occhi, poi lei abbandonò la presa e si riavvicinò agli scogli. Stavolta riuscì a salirvi sopra senza scivolare, ed io feci altrettanto. Ci posizionammo nel lato che da sul mare aperto, opposto alla riva, in uno scoglio abbastanza ampio e riparato. Non c’era nessuno, ne sugli scogli ne in mare. La zia si sdraiò supina sullo scoglio a prendere il sole, e così feci anche io. – E bellissimo prendere il sole qui. Quasi quasi mi metto in topless… – E così dicendo si portò le mani dietro la schiena, slacciò il pezzo superiore del costume e lo tirò via, scoprendo le sue magnifiche tette. – Che te ne pare? – mi chiese sollevandosi sui gomiti e sollevando le tette con le mani – Bellissimo… bellissimo veramente – mormorai con un filo di voce – Mi vuoi far vedere qualcosa anche tu? – mi chiese sorridendo Diedi un occhiata in giro per controllare se c’era nessuno, avevo deciso di osare, così ruotai su un fianco ponendomi di fronte a lei e abbassai gli slip, facendo così uscire il cazzo che era ormai completamente eretto – Bellissimo… bellissimo veramente… – rispose, fissando lo sguardo sul mio cazzo. Si spostò verso me fino a far aderire il suo corpo con il mio. Poggiò le tette sul mio fianco sinistro e scivolò con la testa verso il mio ventre. Con la mano sinistra prese il cazzo e iniziò a masturbarmi molto lentamente. Poi avvicinò la bocca e, aprendo leggermente le labbra, vi strusciò sopra la cappella. Quindi, sempre più infoiata, inghiottì il cazzo completamente e iniziò a farmi un clamoroso pompino. Ero in estasi, nessuna mi aveva mai succhiato in quel modo! Nel giro di pochi minuti ebbi un orgasmo travolgente, inondandole la gola di sperma. Succhiò quasi tutto il mio seme, lasciandone fuoriuscire solo modeste quantità, che leccò avidamente con la lingua. – Brutto sporcaccione! E’ così che si fa? Ed ora io come faccio… – – Scusami, zia, ma sei stata eccezionale… nessuna mi ha mai fatto un bocchino come questo! – Grazie, è un bel complimento… fatto da un giovanotto come te… a una vecchia come me. Ci pensi? Potrei essere tua madre!… – Scoppiammo in una risata e ci abbracciammo. Il corpo caldo e maturo di mi zia era per me fonte inesauribile di eccitazione. Le carezzai le tette e avvicinai la lingua ai capezzoli, leccando e succhiando ora l’uno ora l’altro. Lei sospirava – Ah… si… così… succhia… – Con la mano destra intanto ero sceso tra le sue gambe e accarezzavo la fica coperta dal tessuto degli slip. Poi un rumore improvviso ci fece sobbalzare e istintivamente lei si coprì le tette con le mani. Io rimisi a posto il costume e mi allontanai. Qualcuno stava arrampicandosi sugli scogli. Rimanemmo in attesa e vedemmo un ragazzino spuntare da dietro gli scogli. Peccato! Il nostro bel momento di intimità era finito, per lo meno in quel momento. Il tutto era solo rimandato, uscimmo dall’acqua ed andammo a casa; “Vieni qui, abbracciami forte”, mi passò il suo braccio intorno al collo e mi strinse a lei, io contraccambiai l’abbraccio, la mia guancia era appoggiata alla sua. Sentivo il suo profumo e mentre le accarezzavo la schiena percepii come un fremito da parte sua, mi staccai leggermente e la guardai negli occhi, mi sembrò di vederci un velo di tristezza ed una dolcezza infinita, decisi che volevo oltrepassare quel limite qualsiasi cosa fosse accaduta dopo. Iniziai a baciarla sulle labbra e poco dopo le nostre lingue si incontrarono, le accarezzai il viso e poi i capelli, i suoi occhi erano lucidi come se stesse per piangere, in seguito capii il conflitto che scoppiò dentro di lei, ci stringemmo ancora di più ed una delle mie gambe si infilò tra le sue e lei ci si avvinghiò. Una delle sue gambe si strusciava lentamente sulla mia accarezzandomi, mentre il mio sesso era appoggiato sull’altra le mie mani sentivano il morbido del suo pareo, ad un tratto mi prese la mano e se la mise su un seno, era morbidissimo, lo strinsi e cercai il suo capezzolo e quando iniziai a torturarlo lei emise un suono di piacere e tutto il corpo scattò come se avesse preso la scossa. Sapevo di essere un po’ imbranato e poi ero molto emozionato. Dopo averle scoperto il seno incominciai a leccarglielo soffermandomi sul capezzolo che diventava sempre più turgido, le scosse del suo corpo si ripetevano ad ogni contatto. Poi zia Graziella, con la sua mano scese piano piano ad appoggiarsi sui miei slip, che ormai a malapena riuscivano a contenere il mio sesso e dopo una carezza vi si introdusse avvolgendomelo con le sue dita ed iniziò ad accarezzarmelo, non feci in tempo a fermarla che l’avevo già inondata di sperma bagnandole anche la sottoveste. Ero imbarazzatissimo, riuscii a malapena a pronunciare – “Scusa… non volevo…”, – “Non preoccuparti” mi sussurrò dolcemente e mi chiuse la bocca con un bacio mozzafiato, continuò ad accarezzarmi e poco dopo il mio sesso era già turgido, poi prese la mia mano e la accompagnò in mezzo alle sue gambe riempiendomela con la sua calda figa. Accarezzandole sentivo umido sotto il palmo della mano e percepivo la sua peluria che usciva dai bordi, dopo un po’ mi infilai sotto le sue mutandine e toccai il paradiso, mi riempii la mano del suo sesso e provai una sensazione incredibile, era un miscuglio di carne calda morbida e bagnata, non sapevo bene cosa dovessi fare ma sentii subito che le mie carezze le piacevano ed allargò le gambe per facilitarmi. Sentivo l’apertura del suo sesso e poco per volta mi ci infilai con un paio di dita ed iniziai ad esplorare il suo interno, zia Graziella ansimava sempre di più, ad un tratto mi prese la mano e la fece scorrere sino al vertice del suo sesso facendomi sentire sotto le dita un rigonfiamento di carne invitandomi ad accarezzarlo. Ma certo, che stupido, il clitoride, ero proprio un imbranato, iniziai la mia opera e dal respiro e dai movimenti di zia capii l’importanza di quel punto, per un attimo mi sentii come un alunno ad una scuola un po’ speciale. Smisi di baciarla ed abbassai un po’ il capo appoggiandolo sul suo seno, volevo guardarla mentre ci accarezzavamo, vedevo la sua mano che mi masturbava e la mia, le sue gambe inarcate e divaricate muovendosi mi indicavano quanto zia Graziella stava godendo. Lo specchio dell’armadio di fronte raddoppiava lo spettacolo e la cosa incredibile è che io ero protagonista di tutto ciò, quella vista mi diede il colpo di grazia e sentii che stavo di nuovo per venire, accelerai le mie carezze sperando che zia mi raggiungesse, e poco dopo all’unisono dalle nostre bocche usci un rantolo liberatorio, il suo corpo si contorceva e sussultava come non avevo mai visto. Lei abbassò le gambe e si mise ad accarezzarmi la testa ancora appoggiata al suo seno che ansimava per lo sforzo, sentivo che il suo cuore batteva forte, io rimasi così, con la mano tutta bagnata nelle sue mutandine, non volevo muovermi per non rompere quel momento meraviglioso e prolungarlo il più possibile. La testa mi girava, affollata da mille pensieri e sensazioni, felicità, vergogna, orgoglio e cosa sarebbe successo dopo? E lei a cosa stava pensando? Decisi di lasciar fare a zia Graziella e piano piano ci addormentammo così. Ci svegliammo dopo qualche ora e decidemmo che quella sera saremmo andati a cena fuori, come una vera coppia; Indossò un vestito grigio perla, con una cerniera lungo tutta la schiena… morbido, di quelli che si stringono in un pugno, come un biscotto sbriciolato nella mano… la morbidezza del tessuto si adagiava sul suo corpo come un lenzuolo di seta nero su un letto rotondo posto nel centro di una camera semibuia… Sotto il vestito indossava un body di seta nero, abbottonato sul davanti, sgambatissimo… il reggiseno a “balconcino” esaltava le rotondità dei suoi seni e lasciava appena intravedere l’aureola più scura dei suoi capezzoli… da uno spacco sulla sinistra faceva capolino il bellissimo pizzo nero delle velatissime calze autoreggenti che indossava… sotto un paio di sandali neri, con tacco alto… Arrivammo al ristorante e tutti guardarono la mia splendida compagnia, era veramente meravigliosa; cenammo scambiandoci degli sguardi intensi e carichi di passione, ammiravo la sua bocca, le sue labbra avvolgere il cibo e la sua lingua che roteava e gustava ogni pietanza, la immaginavo roteare attorno alla mia cappella, ero eccitatissimo! Finimmo la cena, uscimmo ed andammo a fare una passeggiata sulla spiaggia, arrivammo agli scogli; Lei si sedette sullo scoglio a sedile piatto, sotto i glutei ha la gonna che la isola dalla pietra. Le allargai le cosce inguainate da autoreggenti nere, sollevando la parte anteriore della gonna fino all’addome. Indossava un body, semi-trasparente, l’esiguo cavallo le si era arrotolato camminando, glielo scostai ancora un pò, di modo che, il cordone salisse partendo dal grande solco delle natiche, fino alla sommità delle grandi labbra; Dalle grandi labbra emergevano le piccole di un rosso vermiglio, con bordi più scuri, ricoprendo appena l’ingresso della vulva ed in su, fino al clitoride che a malapena fa capolino e lo racchiudono, a loro volta, semi sommerse dalle più carnose grandi, lasciando intravedere il biancore della pelle sottostante, in contrasto con la porzione ancora abbronzata. Poi sul monte di venere, l’indumentino ritorna al suo compito, ricoprendo ciò che può essendo piccolo e con lo sfondo di raso in tessuto largo e trasparente attraverso il quale si può ancora ammirare il biancore della porzione di sottopelo, rimasto coperto dal sole estivo. Feci alzare mia zia e la feci voltare di schiena ed io mi posizionai dietro di lei, le mie mani sfiorarono le sue braccia, partendo dalle spalle, fino ad arrivare alle sue dita, che si contrassero leggermente per poi stringersi più forte alle rotondità che contenevano… Le dita passarono appena sopra la cerniera del suo vestito, formando dei piccoli giochini sul suo collo ed alla base della sua nuca… la testa di lei si riempì di rumori lontani… Presi con le due dita il gancetto della cerniera e cominciai lentamente a farla scorrere verso il basso, come un pennellino in un ritocco importante… Mi fermai solo quando fui all’incrocio dei suoi glutei… non li potevo vedere, ma potevo immaginarne la rotondità attraverso il body di seta nero, che doveva luccicare ad ogni movimento del tessuto, come un cristallo riflette le sue sfacettature sotto la luce… Infilai entrambe le mani da dietro attraverso il vestito, fino ad arrivare a contenere i seni di mia zia, a stringerli, quasi a farle male e subito dopo ad accarezzarli leggermente, pizzicando i suoi capezzoli inturgiditi, che facevano appena capolino dal reggiseno… Scesi poi con le mani lungo i fianchi… come una colata di lava vellutata percorreva il suo corpo nella percezione di ogni attimo di piacere… Le dita si infilarono sotto la sgambatura del body, passando prima sui suoi glutei contratti, per poi arrivare a sfiorare il suo inguine… l’istinto immediato fu quello di stringere le gambe per contenerne il piacere all’interno… La percezione di questo suo istinto di desiderio mi fece allontanare le mani, che risalirono lungo i fianchi fino ad arrivare sulle sue spalle… le mani fecero leva sotto le spalline del suo vestito, che scivolò lungo le braccia e si accartocciò ai suoi piedi, come una bottiglia di plastica svuotata dell’aria che contiene… sfiorai il pizzo delle sue calze autoreggenti, percorrendone con il dito il filo superiore e ripassai con un movimento casuale sul suo inguine e poi sul suo pube… avvertii una contrazione di piacere ed il suo sesso si inumidì, lasciando fuoriuscire qualche gocciolina dei suoi umori, che si mischiò al leggero sudore della parte interna delle sue cosce… Lei inarcò la schiena in un movimento di piacevole contrazione… era pronta per ricevere il piacere che lui avrebbe dato al suo corpo in vibrazione… La feci girare di fronte e iniziai a sbottonarle il body… bottone dopo bottone… si iniziava a vedere la curva pronunciata dei seni spingere contro il tessuto aperto, quasi a voler uscire da una prigione giudicata ingiusta… quando il seno cominciò ad apparire più libero, nella sua rotondità, nella sua pienezza, smisi di sbottonare… lei avvertì l’alito caldo del respiro sfiorare la pelle delicata del suo seno… la lingua calda passò proprio nel punto dove il dolce monte incontra il suo riposo… Le mie labbra contenevano in sé piccoli bocconi della tenera carne del suo petto… le diedi piccoli morsi tutto intorno al capezzolo, finchè fui abbastanza vicino da poterlo raggiungere con la lingua e stuzzicarlo per farlo erigere… continuai a leccarlo e a farlo muovere in un gioco di rincorsa con la sua avida lingua… L’eccitazione cresceva in lei come la pressione dentro un vulcano si appresta ad uscire con l’impeto della sua forza… Misi le sue labbra fra i seni di lei, continuando con le mani a pizzicare i suoi capezzoli… Poi iniziai a scendere con le labbra verso il centro del suo corpo… avvertiva la mia lingua curiosa, insistente cercare di far capolino attraverso la bocca… il body che ancora rivestiva parte del suo corpo cadde come i petali di una rosa sfiorita, lasciandola solo vestita delle sue calze autoreggenti… Poi la lingua attorno al suo ombelico le diede coscienza della vicinanza… zia era appoggiata con i glutei contro una piccola barca che era lì sulla riva… le mani allargate e appoggiate leggermente dietro di lei, la testa appena reclinata indietro… i capelli mossi dal leggero vento le solleticavano la nuca e le accarezzavano le orecchie… la sua era una posizione di totale apertura e abbandono al piacere.. baciai i peli del suo pube e li strofinai sopra con il viso… il naso spingeva come un piccolo pene in erezione… la lingua si posò sul suo clitoride frugando fra le labbra come alla ricerca di un tesoro nascosto… Continuai così a strofinarmi contro il suo sesso, ora con la lingua ora con il naso, donandole la sensazione del dualismo di piacere che crea il passaggio dal morbido e caldo, al duro e insistente… La portai così in un vortice di piacere sempre più crescente, fino a quando l’eccitazione esplose nella completezza dell’orgasmo… Sentì i suoi umori scendere caldi e densi attraverso il suo sesso e le sue gambe, con la lava che avanza lentamente sulle pareti della montagna che le appartiene… sentì la mia lingua appropriarsene come di un succo afrodisiaco… La feci girare di schiena passando le labbra sulla sua schiena imperlata del sudore della passione… Feci in modo che il ventre di lei fosse appoggiato sulla barchetta e le allargai leggermente l’appoggio delle gambe… i glutei rotondi formavano un angolo perfetto con le gambe, che scendevano diritte come due colonne importanti di un monumento intoccabile… Graziella sentì chiaramente le mie dita frugarle dentro con curiosa insistenza, accarezzare il suo clitoride gonfio, inturgidito dal piacere appena provato… il desiderio contraeva il suo sesso in spasmi di piacere, come piccole scosse su un corpo in tensione… Appoggiai il mio cazzo ormai durissimo e profanai la sua intimità… Lo muovevo dentro di lei con la cura di chi sta facendo qualcosa di importante, ma non vuole disturbare troppo…percorrevo ogni parte con una pressione ed una velocità meticolose, quasi studiate… sapevo cosa desidera una donna e lo sapevo bene… i miei movimenti regolari creavano una stimolazione continua ma mai eccessiva… poi lo tirai fuori dal suo corpo e lo avvicinai al viso di lei… volevo che sentisse l’odore della sua propria intimità… il profumo spezziato del suo piacere… presi la sua mano e glielo feci impugnare…… Lei inarcò la schiena nella piena percezione dell’eccitante stimolazione che cresceva in lei… Entravo dentro di lei come un profanatore di templi sacri… la cercavo fin nel più profondo del suo essere, ma quando percepivo che i suoi sensi trasalivano in un cenno di piacere uscivo lentamente trasmettendole brividi inebrianti, che le stordivano i sensi… era in preda al più totale desiderio dell’orgasmo, ma difendevo il confine con l’abilità di chi conosce dettagliatamente le tattiche della difesa… ero in grado di tenere l’eccitazione di lei sempre sull’orlo di questo confine inespresso… Entravo e uscivo da dentro il suo corpo creando in lei spasmi ed attese sempre più irresistibili, contrazioni quasi dolorose… un dolore che chiedeva appagamento… che voleva osare, andare oltre il confine dell’essere… i suoi umori caldi sgorgavano da dentro in un crescendo, nella conferma del godimento… Il ritmo aumentò sapientemente con la coscienza di chi conosce il tempo del piacere… seguivo le contrazioni di lei, moltiplicava i suoi spasmi… zia muoveva il suo corpo in perfetta sintonia con i movimenti che dosavo… ogni sua spinta coincideva con una mia spinta, ogni volta che lei si ritraeva io altrettanto sapientemente mi ritiravo, per poi prepararmi nuovamente ad una spinta pià profonda, più veloce, più accurata… Il nostro ritmo divenne sempre più veloce e preciso fino a sconfinare in un orgasmo incoscientemente istintivo… Le sue urla esplosero nella notte… si diffusero sull’acqua fra l’ondeggiare lento del mare e la leggera brezza marina investì il suo corpo nudo, spossato da tanto piacere… Ci abbandonammo spossati sulla spiaggia e ci addormentammo, ci risvegliammo alla mattina, alle prime luci dell’alba prima che arrivassero i pescatori, ci rivestimmo e tornammo a casa senza parlare solo scambiandoci degli sguardi intensi e dei profondi baci; era stato stupendo, arrivammo a casa e la zia mi disse che mai aveva provato simili sensazioni; “Ora ho bisogno di un bel bagno” disse “…mi fai compagnia?” mi chiese strizzandomi l’occhio! Era davvero insaziabile, la mia bella e porca zietta; – Spogliati, e vieni a fare il bagno con me, cosi’ mi lavi la schiena.. – Non mi aveva aspettato pero’ e si era gettata tra la schiuma… Era tutta dentro l’acqua… spuntava fuori solo la testolina e si intravedeva l’attaccatura dei seni, che si carezzava portando su la schiuma fino alle spalle. Una visione bellissima per me, entrato in bagno con indosso solo gli slip… Vieni qui – mi provoco’ lei, tirando molto maliziosamente una gamba fuori dall’acqua, ruotando un piede fuori di essa, in direzione del mio membro che occhieggiava dall’orlo delle mutande… Andai dietro di lei, ancora fuori dalla vasca, e presi a massaggiarle le spalle attraverso l’acqua calda… Lei mugolo’ per il piacere, ed accompagnava il massaggio che riceveva con delle lunghe carezze circolari sui seni… Spinsi sui muscoli del collo… lei si tiro’ i capezzoli in avanti… Mi accorsi dell’eccitazione che la divorava… rimanendo dietro di lei tolsi gli slip, lasciando scattare verso l’alto il membro eretto. Mi infilai in piedi nell’acqua, sempre dietro di lei, lasciando che il pene si appoggiasse sulla sua spalla destra… lei lo senti’ e lo prese portando su la mano all’indietro… col pollice prese a strofinarmi la fessura del glande, mentre con il resto delle dita lo teneva per l’asta e lo sentiva ingrossare nella sua mano. Le misi l’altra mano sui capelli, e dopo un po’ di quelle carezze la mossi per farle capire che volevo che si girasse, volevo che me lo prendesse in bocca. Ella non si fece pregare… si mise con la faccia di fronte alle mie gambe… – Dimmi che vuoi che ti succhi il cazzo – mi disse -Voglio che mi succhi il cazzo – risposi… Riprese l’asta in mano, con la sinistra, la destra sotto i testicoli a carezzarli piano… Porto’ la lingua sulla punta del membro e prese a succhiarlo, prima solo li’, poi girandovi tutto intorno… si mise un po’ di fianco e prese a baciarlo e succhiarlo come fosse un flauto traverso… la musica dell’amore mandava su e giu’ il membro tra le sue mani pazienti e delicate… Voglio mettertelo dentro – dissi e la feci girare, la feci mettere carponi… uscivano dall’acqua solo le natiche e la testa di lei… le misi le mani fra le natiche e presi a massaggiarla per farla aprire… la infilai con decisione e presi a spingere con vigore dentro di lei che si agitava in modo scomposto, scivolando un po’ con le ginocchia sul fondo della vasca… alla fine dovette tirar fuori le braccia per reggersi ai bordi… Tolsi il membro dalla fica e lo appoggiai sull’altro canale… Lei si strinse piu’ forte mentre iniziava ad entrare… sentiva lo sfintere aprirsi, il sedere dilatarsi per l’azione combinata del caldo dell’acqua, del morbido della schiuma saponata, del duro membro che entrava sempre piu’ a fondo. – Si, si, si – ripeteva mentre io, arrivato al culmine, mi era chinato su di lei, e facevo su e giu’ con le braccia che facevano presa sulle sue spalle, il mio petto appoggiato alla sua schiena piegata dai colpi… Arrivato all’orgasmo uscii’ da lei che si girò di scatto per ricevere sul volto lo schizzo del mio sperma che usciva abbondante… si fiondo’ sul mio pene per asciugarlo e berne il piu’ possibile…. La tirai su, tutta bagnata, aperta e ricoperta di schiuma, la feci stendere sul pavimento del bagno e col pene ancora in tiro la ripresi… andavo su e giu’ godendosi lo spettacolo dei seni bianchi e gonfi che andavano su e’ giu’, i capezzoli dritti verso l’alto… Il rosa scuro dei suoi capezzoli mi faceva impazzire… quando li vedevo scoperti, di fronte a me, il mio pene drizzava alto un glande dello stesso colore… Ogni tanto mi piaceva farli giocare assieme… Lei venne, dibattendosi sotto di me… afferrandomi le natiche per non farmi uscire, per sentirlo ancora dentro di lei.. Era davvero insaziabile la mia zietta! Restammo esausti sul pavimento del bagno, ma dopo un po’ mi disse che voleva provare nuove emozioni, mi disse che voleva mostrarsi un po’; non capii subito quello che intendeva ma poi mi spiegò che mio zio la faceva vestire sempre in modo molto sobrio impedendole di mettere minigonne e vestiti provocanti, ma che in realtà a lei piaceva molto mostrarsi, le piaceva sentire lo sguardo degli uomini che la spogliavano con gli occhi; la eccitava il pensiero di essere desiderata! Così mi disse che ora sarebbe andata a vestirsi in modo un provocante e che avrebbe voluto fare un giro con il suo nuovo giovane cavaliere e far drizzare un po’ di cazzi! Fui stupito da questo lato nascosto della mia zietta, ma l’idea mi eccitava, in fondo piaceva anche a me farmi vedere al fianco di una bella figa e suscitare l’invidia degli altri uomini; mi vestii velocemente ed andai in soggiorno ad aspettarla, quando mi si presentò davanti fu una vera visione: Si presentò con una sottile minigonna semitrasparente, una camicetta trattenuta da due soli bottoncini che si aprirono al primo movimento, lasciandola in reggiseno del tipo pushup, bianco-panna, ricamato, sufficientemente coprente ed efficace nei suoi compiti. Uscimmo ad arrivammo in centro, ci sedemmo davanti ad un affollato bar per bere qualcosa; I suoi glutei sotto la gonna evidenziano quella rotondità naturale, senza segnature dei bordi delle mutandine, come fosse nuda, solo sul davanti si intravedeva l’incerto biancore di un triangolino al pube; le sollevava la gonna e lei si sedette a gambe incrociate, le si può vedere il solo triangolino: ha lo stesso colore del reggiseno, con dei ricami, ma completamente traforati, due fettuccine lo sorreggono passando sopra le anche, il pelo, per quanto rasato, trasborda ai lati e davanti, non trovando alcuna barriera. Le piace da morire mostrarsi e meravigliare. La feci rialzare e girare, quasi ad esibire il mio trofeo, guardavo gli altri uomini sbavare ed insinuare i loro sguardi sotto la camicetta e sotto la piccolissima minigonna; I movimenti hanno fatto salire di diversi centimetri il triangolino finendo per coprire si e no il solo monte di venere, lasciando quindi al di sotto una larga porzione di pelo e della vulva. Facendole divaricare leggermente le gambe, si vede chiaramente che il vertice inferiore del triangolo, in barba alle raccomandazioni dei ginecologi, finisce in una fettuccina che attraversa il cavallo inguinale tormentando il clitoride facendolo tirare e che separa in due parti, cioè taglia di netto l’intera vulva infilandosi in profondita, inghiottita dalla tumefazione delle grandi e piccole labbra. Si risiede allargando a spaccata le gambe. Qui è tutto da vedere con grande ammirazione; in questa posizione, l’intero triangolo è al di sopra del clitoride e, le labbra tenute aperte dalla fettuccina, lascia la visuale di questo perizoma filiforme che adorna parzialmente soltanto il suo sott’ombelico, fermato dal cordoncino, perché ormai le fettuccine sono tali, inghiottito dietro l’ano, pure questo diviso in due, ma quello che più lascia sorpreso è il liquido madreperlaceo fuoriuscito dalla vagina, e che, non trattenuto delle solite provvidenziali mutandine, si espande in gran quantità a ricoprire l’interno ed anche l’esterno delle grandi labbra, stingendole, dal cromatico rosso cupo, verso il cianotico e per tutto il raggio di competenza dell’apertura vaginale. Che spettacolo meraviglioso stava offrendo la mia zietta, potevo vedere che tutti gli uomini avevano una potente erezione ed anch’io non era da meno, così le fedi cenno di tornare a casa ero pronto a scoparla alla grande! Si mise a letto, seduta a gambe divaricate, con indosso uno stupendo paio di mutandine bianche, con la stoffa raddoppiata soltanto per pochi centimetri sul cavallo, il resto e’ tutto un ricamo traforato: il bianco del tessuto contrasta anche qui con il pelo sottostante che riempie i larghi vuoti lasciati dal ricamo e come se non bastasse scostate di quel tanto da lasciare interamente scoperta la tumefazione ricoperta di pelo sottile del grande labbro di destra, con le varie sfumature dell’abbronzatura tutt’attorno e lungo le pieghe dell’attaccatura della coscia al bacino. Gliele scostai ancor più, fino a farle spuntare le piccole labbra, come due mezze lune, i bordi scuri, il cappuccio attorno al clitoride e la carne viva dell’atrio della vulva. Se le sfilò completamente ed il paradiso è davanti a due occhi sempre più esterefatti. Non vi sono aggettivi adatti a descrivere la fusione della miriade di colori e forme che ha una vulva aperta Non si sa se incominciare dall’arrotondamento del monte di venere oppure dal basso: partendo dal profondo solco entro il quale e’ racchiusa l’increspatura dell’ano, si risale entro le grandi labbra attraverso il piccolo pianolo di pelle delicata e sottilissima, poi la parte più bassa delle piccole labbra formano l’imboccatura più ambita, protetta da membrane frastagliate, di un invogliante e morbido rosso vivo, forse i resti di quello che un tempo era l’imene. Poi sempre più pronunciate e sporgenti le piccole labbra, come creste dai bordi bruniti che finiscono nell’invitante bottoncino, ove la lingua non può non soffermarsi e renderlo più turgido e lucente. Un odore fortissimo di terra umida mi colpì non appena avvicinai il viso. Istintivamente mi ritrassi ma zia aiutandosi con le mani e le gambe mi avvinghiò e mi spinse a poggiare la mia bocca sulle labbra della vagina. Un sapore salato mi invase la bocca, zia mi teneva imprigionato il capo contro di sé. Presi a baciarle la fica, incoraggiato dalle parole di lei. A un certo punto serrò le cosce intorno alla mia testa e mi gridò di leccare. Mi mancava l’aria e non potevo che fare quel che mi chiedeva. Sotto la mia bocca lei cominciò a ruotare il bacino e spingerlo verso l’alto assecondando la mia lingua. Da come gemeva e stringeva le cosce capii che dovevo concentrarmi su una specie di bottoncino sporgente al tocco del quale reagiva con maggior piacere. Presi così a succhiarlo sentendo che si ingrossava di più tra le mie labbra. La bocca mi si riempì di liquido vischioso e salato e sentii zia Graziella gemere più forte. Lei mi liberò finalmente allargando le cosce e mi raddrizzai respirando l’aria che stava per mancarmi. Sentii le sue gambe che mi stringevano i fianchi e poi fui scaraventato di nuovo sul letto di schiena. Zia mi fu sopra. Si mise a cavalcioni sul mio basso ventre e mi afferrò la nerchia con una mano. Mi puntò il cazzo verso l’alto, si sollevò sulle ginocchia in modo che la fica fosse sopra la punta e poi si abbassò di colpo. Provai un pò di dolore mentre mi sentivo risucchiare il cazzo. Lei cominciò ad impalarcisi sopra muovendosi su e giù con movimenti bruschi e violenti. Non ci misi molto a venire, gridando e inondandola di sperma. Restai ansimante sotto di lei. Zia non si mosse dalla sua posizione ma si chinò su di me e mi strofinò i suoi seni sul viso finchè non mi ritrovai un capezzolo in bocca e presi a succhiarlo. Dopo qualche minuto lei ricominciò a muoversi lentamente su di me, roteando il bacino e strofinando la mia verga contro le pareti della vagina. Con questo trattamento non ci mise molto a farmelo tornar duro e quindi a riprendere a cavalcarmi. Anch’io presi ad agitarmi sotto di lei. La seconda volta durai di più prima di esploderle di nuovo dentro emettendo versi strozzati. Ma zia non era ancora sazia. Si raddrizzò offrendomi la vista del suo corpo che torreggiava su di me. Mi fissò senza dire parola ma leccandosi le labbra con la lingua. Poi senza cambiar posizione prese a risalire lungo il mio corpo. Le sue cosce si fermarono all’altezza delle mie orecchie e mi bloccarono il volto. Quindi mi si accovacciò sopra piazzandomi la fica sul viso! . Poi, avvertii la sua bocca sulle mie palle, le prese con una mano e le soppesò. Guardai in alto e vidi le labbra della sua fica a pochi millimetri dalla mia bocca; tirai fuori la lingua ed iniziai a leccarle le grandi labbra, prima da un lato e poi dall’altro. I suoi peli contro la mia lingua mi fecero veramente andare fuori di testa. La pelle liscia e la fresca pulita sensazione che saliva dalla sua fica furono la goccia che fece trabbocare il vaso. Avvertii mia zia infilarsi tutto il cazzo in bocca solo qualche attimo prima di farmi venire tra le sue labbra. Non riuscii a trattenere un gemito di piacere. Sentii il mio cazzo contrarsi ripetutamente mentre zia ingoiava tutta la sborra che riversavo nella sua calda e umida bocca. Poi con un movimento del busto spinse la sua fica giù sulla mia bocca ed io infilai la mia lingua tra le sue grandi labbra. Era calda e bagnata e la pelle era la cosa più morbida che io avessi mai sentito con la mia lingua. Agitai la mia lingua velocemente dentro e fuori, sentendo le sue gambe serrarsi intorno al mio viso. Sapevo che stava per venire. Vidi il suo culo proprio sopra la sua fica e tirai fuori la lingua per farla correre tra le sue gambe fino al culo. – Oh, mio Dio! – urlò, accompagnando con una contrazione e rotazione del busto. Stava venendo anche lei. Non ancora soddisfatta, si fermò, si rigirò nuovamente e posizionò la sua fica proprio sopra il mio cazzo ancora dritto. Lo sentii scivolare dentro la sua fica. In un attimo e fu avvolto nella calda e umida cavità del suo ventre. Si lasciò andare violentemente sul mio cazzo, lo sentti chiaramente arrivarle in fondo, tutto fino alle palle. – Scopami – mi disse. – Scopami per bene e con vigore. Che cazzo, che bel cazzo duro che hai. – disse. Iniziò a torcersi e lamentarsi, facendo ogni tipo di smorfia. Divenne veramente selvaggia, urlando e dimenandosi su tutto il letto, sopra di me, inondandomi il cazzo e le palle dei suoi umori. Iniziai ad assecondare i suoi movimenti prendendo il suo ritmo, sentendo il mio cazzo sprofondare nella fica di mia zia. Si muoveva su e giù sopra di me, sempre più velocemente; le sue tette mi ballonzolavano davanti alla faccia. La afferrai per il culo la spinsi contro di me mentre inarcavo il busto tra le sue cosce. Sentii chiaramente l’orgasmo salirmi fino a perderne il controllo, stavo per venire di nuovo. – Adesso sbatti quel tuo bel cazzo nel culo di zia – Voglio sentire la tua calda sborra schizzare dentro il mio culo – Continuai ad inarcarmi in su, mentre lei si lasciava andare sul mio cazzo, sbattendomi sulle cosce. Poi uno spasmo elettrico attraversò il mio corpo mentre uno schizzo di sborra innaffiava il culo caldo di mia zia. – Oh, si – mi disse – Si! – Lei iniziò a torcersi e lamentarsi fino a raggiungere il suo orgasmo. Appena ebbe finito di fremere sotto l’effetto dell’orgasmo si sfilò il mio cazzo dal culo scivolando verso i piedi lo portò all’altezza della bocca e lo ingoiò tutto. Lo succhiò tutto ripulendolo per bene. Poi mi spinse fuori dal letto e subito si alzò anche lei. Continuammo a scopare per tutta la durata della nostra vacanza, fu davvero meraviglioso presi mia zia in tutti i modi possibili ed immaginabili, ma purtroppo era giunto il giorno della partenza; ci preparammo ad andare via e zia indossò un vestito nero, lungo, che scivola sui fianchi come l’edera sul tronco… completamente abbottonato davanti… “… sei bellissima.. è un vestito molto sexy…” le dissi, “ prima di partire voglio fare ancora una volta l’amore con te” così lei inizia a sbottonarlo… molto lentamente… bottone dopo bottone… si incominciano ad intravedere le gambe… fece scivolare il vestito… le ai piedi… ha il reggiseno nero, di pizzo molto lavorato, cosicchè si intravede il capezzolo che spinge da dietro… le spalline sono formate solo da due fili dorati… ha un perizoma anch’esso nero… un triangolo di pizzo davanti e dietro solo un filo dorato… è molto sgambato… sopra il perizoma il reggicalze e sotto due bellissime calze in microrete nere… – “Ti piaccio le mie calze?” disse zia “Da impazzire” risposi e poco dopo iniziai a salire verso il suo sesso, lei allargò subito le gambe sorridendo. In breve ero con la mano nelle sue mutandine che le massaggiavo il sesso, ad un tratto lei mi baciò infilandomi la lingua in bocca e mi disse “Andiamo a letto”, ci avvinghiammo in un abbraccio e proseguimmo con baci e carezze intime, io le infilai subito nella vagina un paio di dita facendola sussultare e le accarezzavo il clitoride con il pollice. Poco dopo stava già mugolando di piacere, mi venne voglia di sentire il suo sapore, infilai la testa tra le sue gambe ed inizia a leccarla, era bellissimo, le titillavo il clitoride e poi mi infilavo dentro più che potevo nella sua vagina bagnatissima, continuai così sino a quando mi fece segno di andare sopra di lei. Avvicinai il mio sesso al suo, lei lo prese in mano e mi aiutò a penetrarla, lo spinsi dentro, le sensazioni erano indescrivibili, vedevo il suo corpo sussultare sotto i miei colpi e sentivo che godeva. Presi le cosce tra le mani e gliele sollevai divaricandole le gambe, lei a sua volta le prese aprendole a V, la vista del mio sesso che entrava ed usciva dal suo e di lei che teneva le gambe divaricate e inguainate da quelle splendide calze per accogliermi dentro di lei mi portò ben presto all’orgasmo, venimmo contemporaneamente urlando di piacere. Mi sdraiai appagato vicino a lei e ci addormentammo tenendoci teneramente per mano, lei mi svegliò più tardi e facemmo ancora l’amore. Dovevamo partire così ci alzammo, zia Graziella si cambiò la lingerie e si mise tutta in bianco, la colsi mentre stava riponendo la lingerie che indossava prima nel borsone, la spinsi contro il muro baciandola e subito le infilai una mano sotto il vestito cercandole le mutandine, le infilai dentro la mano ed iniziai a masturbarla. Poi mi misi in ginocchio ed infilai la testa sotto la sua gonna, le spostai di lato le mutandine e mi misi a leccarle il sesso furiosamente, la portai vicino all’orgasmo ma mi fermai per penetrarla poco dopo con il mio sesso spingendola ritmicamente contro il muro. Lei venne urlando di piacere, allora tirai fuori le sue tette dal reggiseno e mi misi a succhiarle i capezzoli mentre continuavo a penetrarla, volevo farla venire ancora una volta, iniziò di nuovo ad ansimare e questa volta venimmo assieme. Ci scambiammo un lunghissimo bacio, salimmo in macchina e tornammo in città; quella vacanza fu l’inizio di una meravigliosa storia con mia zia che ancora va avanti!
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