Miriam si svegliò nel buio della notte gridando, c’impiegò parecchio prima di rendersi conto di aver sognato. Riconobbe a poco a poco i contorni della sua camera, quelli più chiari intorno alla finestra che si rifletteva anche distintamente nell’ampio specchio di fronte. Doveva essere appena l’alba.Fu un lento risveglio, come se dovesse risollevarsi da una fossa d’acqua nella quale pareva affogare. Era in un mare di sudore. Aveva trascorso una notte agitata.Il sogno fu sempre lo stesso, il tremendo incubo di vedere dall’alto di un dirupo, in una cala nascosta su una riva del mare cupo, Mirko il suo ragazzo incuneato fra le cosce di una donna, stantuffando nella natura di questa con ritmo forsennato.Poi vedeva i due girarsi e sogghignare nella sua direzione come per deriderla.Miriam disperata si scagliava su quei due dal precipizio ma si svegliava di soprassalto. Si riaddormentava ed il sogno si ripeteva, l’incubo era più o meno lo stesso.Al grido sopraggiunse il fratello di Miriam, Enrico, un bel ragazzo di 26 anni muscoloso ed atletico, che era già preoccupato dello stato di prostrazione in cui la sorella si trovava quando la sera precedente l’aveva accompagnata in camera tentando di farsi spiegare le ragioni. Non era riuscito a rompere quell’ostinato silenzio pieno di singulti e quegli occhi rossi dal pianto. Senza dubbio qualcosa era accaduto con quel suo ragazzo, che non gli era simpatico ed a detta di tutti: poco affidabile.Miriam restò ostinatamente silenziosa e si ritirò nella propria camera senza nemmeno cenare.Enrico si avvicinò al letto della sorella, la sollevò dolcemente e stringendosela al petto come spesso faceva quando doveva consolarla e farle sfogare il cruccio che l’angustiava.Finalmente Miriam confessò al fratello, fra il tepore di quelle braccia protettive, rassicuranti, amorevoli, la ragione del suo incubo che era la rievocazione onirica di ciò che la sera prima aveva assistito sorpresa, che poi l’aveva scombussolata Fu una delusione cocente per quella fanciulla che credeva di aver risolto un tormento interiore cha stava attraversando, tormento che non aveva mai confessato al suo adorato fratello e che nemmeno in questo frangente riuscì a esternargli. Raccontava solo, piangendo, che la sera prima correva contenta verso l’abitazione del suo ragazzo, sulla riva del Mare nei pressi del budello di Alassio. Voleva comunicargli la bella notizia che mamma e papà le permettevano di trascorrere con lui le due settimane di vacanze che avevano programmato. Mirko insieme ad un’altra coppia aveva affittato un camper, suddividendosi le spese.Avrebbero percorso la suggestiva Deutschealpenstrasse, da Lindau sul lago di Costanza fino a Salisburgo, toccando i meravigliosi paesaggi alpini, i numerosi laghi, i luoghi romantici delle dimore di Ludvig II di Baviera, nelle quali erano rievocate le scene delle più famosi opere del grande musicista di Bayreut grande amico di quel re stravagante. I ragazzi speravano di incontrare un po’ di fresco alla insolita calura dell’estate in corso. Miriam era entusiasta di questo viaggio, che lei stessa aveva suggerito e studiato nei dettagli, sperando che i genitori le dessero il consenso, era un regalo per il suo diciottesimo compleanno compiuti qualche mese prima.Anche i genitori diffidavano di quel ragazzo di 24 anni, spavaldo, strafottente, senza scrupoli, come si diceva in giro, nei confronti delle ragazze. Bello e benestante, Mirko non faceva altro lavoro che vivere alle spalle dei genitori proprietari di alcuni stabilimenti balneari di Alassio.Enrico conosceva bene, quel ragazzo fin dai primi tempi che frequentava la spiaggia di Alassio durante le vacanze estive. Conosceva la spavalderia e l’arroganza di questo Mirko. Aveva tentato di mettere in guardia la bella sorellina, che adorava, che come tante altre era cascata nelle grinfie di quel bel tipo da spiaggia. Non ci era riuscito! Sapeva però che Miriam un po’ di diffidenza la nutriva, ma evidentemente non era bastata.I genitori avevano comunque ceduto a malincuore alle insistenze della ragazza ed avevano concesso il permesso. Mirko non era in casa. Proseguiva Miriam nel raccontare, l’aveva lasciato solo un’ora prima, ma era ansiosa di dargli la buona notizia. “Sarà sulla spiaggia! Ha detto che avrebbe fatto un bagno serale ” riferì la madre del ragazzo.La ragazza quindi si diresse, verso la spiaggia, il mare era calmissimo e vi si rifletteva la luna piena che illuminava la riva ingombra di barche bene ancorate. Si distinguevano in lontananza le sagome di alcuni ragazzi che schiamazzavano e sguazzavano nell’acqua. Avvicinatosi, si accorse che Mirko non era tra questi. Dove poteva essere? L’aveva lasciato solo da un’ora circa dopo la indimenticabile giornata trascorsa nel vortice di una passione erotica che quel giorno stesso li aveva coinvolti. Nel rievocare quest’ultimo fatto Miriam riprese a piangere con più disperazione sulle spalle del fratello, paziente, che la esortava a calmarsi, con carezze affettuose. Non era una novità per Enrico. La sorellina fin da bambina si rifugiava fra le sue braccia per ogni torto o cruccio infantile. Era già deliziosa allora ed ora era uno splendore, una ragazza che faceva girare gli occhi a tutti, tanto era bella. Lui era stato sempre orgoglioso di portarla con se ed essere invidiato da tutti per la fortuna di aver vicino tale meraviglia della natura. Era però geloso se qualcuno facesse qualche avance più ravvicinata e soffrì quando seppe che Mirko, quella sorte di delinquente, avrebbe potuto avere l’opportunità di approfittare di quel gioiello. Miriam riprese il racconto: non avendo trovato Mirko, decise di proseguire per poi uscire dalla spiaggia attraverso il molo arrampicandosi sui massi di pietra e cemento che lo costituivano.Aveva raggiunto la sommità del molo e stava girando verso l’interno, quando udì poco distante dei bisbigli provenire fra le rocce. Incuriosita si avvicinò e dall’alto scorse in fondo, in una piccola caletta fra gli scogli artificiali, sulla sabbia a pochi passi dalla riva, i corpi nudi, illuminati dalla luna, di un uomo ed una donna allacciati nell’inequivocabile atteggiamento di un amplesso selvaggio quasi all’epilogo.Miriam si soffermò ad osservare sorridente, distingueva le cosce floride, della femmina, ben avvolte alle anche dell’uomo che le spingeva con colpi decisi sull’inguine della donna che gli veniva incontro con ritmo costante. La donna ad ogni colpo emetteva un mugolio sempre più forte. Il corpo dell’uomo doveva essere di un giovane aitante, spalle larghe, teso nello spasimo del coito violento. Miriam non toglieva gli occhi affascinati dalla eccitante scena che le faceva sovvenire quelle che la mattina stessa aveva realizzato con il suo ragazzo, e che non poteva fare a meno di rievocare a quella vista. Miriam, se pure nello sfogo del momento, non si soffermò nei dettagli degli incontri eroticamente sconvolgenti di quella giornata con il suo ragazzo. Si era solo limitata a dire che si era data a lui per la prima volta perché credeva di amarlo. Quando Enrico udì questa confessione, una rabbia furiosa gli montò, che represse, ma non potè fare altro che stringere a se più forte la bella sorellina che aveva ceduto a quel delinquente. Non riusciva a mandare giù il colpo! Quell’individuo aveva goduto impunemente di quella bellissima creatura che lui aveva viste crescere, esplodere in quella bellezza e che lui adorava come una Dea. Noi qui, facciamo un inciso per il lettore cercando di descrivere con dovizia di dati il primo rapporto sessuale completo fra i due ragazzi, interrompendo per un po’ il racconto di Miriam al fratello. Miriam non aveva mai ceduto alle insistenze di Mirko che nei cinque mesi da quando la conosceva aveva ripetutamente tentato di possederla, in ogni occasione d’intimità in cui si trovavano. Sembrava fosse solo un capriccio il suo come lo era per le tante conquiste che facilmente faceva sulla spiaggia. Miriam era, comunque, uno splendore di femmina diciottenne con quel corpo statuario, maturo. Alta, occhi nerissimi luccicanti in un ovale rotondo, avvolto in una capigliatura nera e liscia ben curata, labbra pronunciate carnose, seducenti ed invitanti, seni aguzzi di una terza misura abbondante, fianchi proporzionati al petto. Era una Venere bruna. Faceva perdere la testa a molti e soprattutto a quel ragazzo, che aveva resistito ben cinque mesi , diversamente che con le altre, che aveva subito abbandonate dopo averle conquistate sessualmente.Lui era prepotente e viziato, spesso aveva quasi cercato di violentare, la bella mora, per l’impazienza, pur avendo il tempo e l’ opportunità di godere di quel corpo meraviglioso spaziandovi in lungo ed in largo.Miriam resisteva, non si sentiva pronta ad essere penetrata, sebbene godesse con ampia soddisfazione delle carezze e dei tocchi audaci del ragazzo, aveva una sorta di rifiuto nei suoi confronti, tanto che all’ultimo momento si tirava indietro. Ciò era dovuto, senz’altro, alla repressa violenza che la ragazza constatava negli atteggiamenti di Mirko, nonché alla contrarietà che lei provava per gli atteggiamenti troppo disponibili agli approcci facili che questi aveva con le altre ragazze. Il fatto, poi, che si dovesse rassegnare ad essere condivisa con le altre la reprimeva, di questo lui non ne faceva mistero. Ad ogni rifiuto al desiderio della penetrazione Mirko diventava violento e Miriam con fatica e disperazione si divincolava.Non si sentiva sicura, insomma, di quel ragazzo bello ed aitante di cui lei non era poi tanto certa di esserne innamorata.C’era, però dell’altro, da parecchio nell’ intimo della ragazza, un desiderio inconfessabile, represso, tremendo, che cercava di rifuggire che la tormentava che invece questo ragazzo pareva avesse assopito. Lei desiderava un approccio diverso, lui non le aveva mai procurato quella dolce emozione, quel languore che la faceva sciogliere, che provava in altro modo, che l’aveva più volta sconvolta e che le faceva poi sviluppare il desiderio morboso, impossibile di donarsi completamente, ma era un sogno proibito. Sperava sempre fino all’ultimo che Mirko la sollevasse da quel tormento. Lei seppe tenere sempre ben nascosto questo tormento al fratello che poi ne era la causa. Quella mattina il sogno di Mirko si stava avverando, nel modo più inatteso, a sua insaputa.Il ragazzo, dormiva come al solito fino a tardi ed era Miriam che passava a svegliarlo, sostituendosi alla madre che ormai dall’inizio dell’estate aveva lasciato il compito alla ragazza.I genitori di Mirko stavano uscendo quando Miriam si presentò per il compito mattutino,La madre le disse:”Dorme come un ghiro, ci vorranno le cannonate per svegliarlo stamani! “”Ci riuscirò” Replicò la ragazza con un radioso sorriso.Miriam aperse lentamente la porta della stanza senza fare un minimo rumore; desiderava fare una bella sorpresa al suo ragazzo. Era li, di fronte a lei, dormiva come un angioletto. Bellissimo. Disteso sulla schiena, a gambe larghe coperto da un semplice lenzuolo che lasciava intravedere la forma delle gambe con in mezzo ed in bella evidenza la forma del pene in semi erezione che aveva subito richiamata l’attenzione della ragazza. Miriam era ben disposta quel mattino, si sentì invasa da un desiderio selvaggio, ebbe un fremito irrefrenabile di eccitazione, intravedendo quella forma che puntava il lenzuolo che la copriva. Miriam era sempre affascinata ed eccitata da quel meraviglioso dardo che pure temeva quando più volte aveva tentato di introdursi nella sua conchiglia pronta ma timorosa e restia.Si avvicinò lentamente al letto, si sedette sul bordo con circospezione. Non desiderava che Mirko si svegliasse. Le balenò l’idea di mettergli la mano sopra. Il pensiero le faceva temere di svegliarlo. Lei non aveva mai, in quei mesi fatto il primo passo. Ma cosa potrebbe mai succedere? Pensò. Certo non si sarebbe arrabbiato. Pensò alla inevitabile conseguenza, lei sapeva che una volta sveglio lui sarebbe partito all’attacco e chi l’avrebbe poi fermato? Allora si che si sarebbe arrabbiato sul serio! Ma ora ella sentiva un languore insolito nelle parti intime. Quindi si decise:Scostò il lenzuolo dal corpo disteso esponendo alla vista quell’oggetto straordinario che quasi sempre la faceva sobbalzare dalla meraviglia, lo ammirò per un attimo. Un impulso irresistibile diresse la mano verso quel mazzuolo eretto, lo accarezzò leggermente dalla base dei testicoli che pendevano gonfi, verso la punta.Il ragazzo non diede segno di risveglio, respirava profondamente.Miriam con un sorriso soddisfatto, avvicinò l’altra mano per impugnare insieme all’altra il dardo ora ritto a 90 gradi. Lo avvolse leggermente con le due mani, lasciando fuori ancora buona parte della cappella che la ragazza decisa, ormai, aveva diretto alla bocca aperta che aveva abbassata nel frattempo.Il gusto asprigno della punta del pene le piaceva, l’ avvolse fra le meravigliose carnose labbra gustandolo come un cono gelato, avvolgendovi, poi, la lingua come per recuperare le gocci colanti.Continuò per un po’ l’operazione, mentre l’eccitazione le montava dalla natura che stava lubrificandosi abbondantemente.Mirko cominciava a dare segni di vita, quel trattamento gli stava procurando un sorprendente piacevole risveglio. Aprì gli occhi su quella inconfondibile chioma liscia e nera, posò con un sorriso beato, sul capo la mano premendo come a volerle fare ingoiare tutta la verga.La ragazza gia aveva iniziato un movimento ondulatorio e sussultorio con la bocca sul pene ingrandito.Il ragazzo sospirava forte per la eccitazione, non resse molto e senza preavviso scoppiò in un copioso orgasmo che invase la bocca di Miriam, la quale lasciò la presa abbandonandosi fra le braccia del ragazzo, cimentandosi in un appassionato bacio sulla bocca di questi imbrattandola del suo stesso succo. I due corpi erano stretti l’una all’altro. Mirko iniziò a vagare su quello meraviglioso di lei, le slacciò il reggiseno e riuscì a sfilarle il minuscolo slip da spiaggia che indossava. Si avventò sul seno svettante, addentò i capezzoli duri, ci giocò con la lingua, mordicchiò, succhiò , portò al massimo dell’eccitazione la bellissima mora che si abbandonò languidamente alle carezze senza remore. La situazione era capovolta, il ragazzo ora era al comando con Miriam distesa, le meravigliose gambe larghe, la natura fremente lievemente avvolta dalla nera serica peluria. Mirko vi posò le labbra aspirando l’umore vischioso prodotto, afferrò con le labbra unite il clitoride pronunciato, lo addentò , lo stuzzicò, insinuò la lingua saettante nella fessura aperta, umida, che sembrava sospirasse un intrusione più sostanziosa.Mirko si rese conto che forse era la volta buona, quella fica palpitante, tanto sospirata sembrava pronta al sacrificio. Si accorse che l’erezione era ritornata prepotente, ma lui si sforzò di contenere l’ansia che lo attanagliava di sprofondare in quella alcova tante volte a lui negata.Non era il caso di perdere anche quest’altra occasione! Questa mora, bella e altera che faceva tanto la schizzinosa doveva essere sua! Aveva aspettato fin troppo! Ma ora sembrava che il traguardo fosse vicino. Continuò quindi l’opera di demolizione di ogni residua difesa, stuzzicando ancora il corpo fremente, insinuando fra le labbra della conchiglia intrisa di umori un dito, allargandole poi con due, titillando il clitoride fino a quando sentì l’implorazione inequivocabile:”Oh Mirko, mi sciolgoooo, mi fai morireee! Vieni ti prego!”Il ragazzo freneticamente si posizionò deciso fra le cosce spalancate, con un ghigno vittorioso ammirò quella meravigliosa rosea fessura, guardò la sua arma soddisfatto e dirigendola con una mano verso l’invitante conchiglia, ..finalmente!,..senza tentennamenti, timoroso che all’ultimo momento il traguardo gli fosse precluso, si affrettò ad introdurvi con prepotenza la punta di quel marmoreo strumento affondandolo senza pietà, per tutta la sua lunghezza, sbaragliando ogni ostacolo.L’urlo soffocato di Miriam si sostituì in breve ai lamenti di piacere procurati dai colpi decisi ai quali ella stessa andava incontro.Ora, quei due corpi ondeggiavano all’unisono in cerca del piacere. Lui aspettava, osservava i movimenti della magnifica preda e notando che lei li rallentava, si accostò più da vicino, le sollevò il bacino, infilò le braccia sotto le cosce appoggiandole alle sue spalla e cominciò a prenderla con più forza, arrivando fino in fondo all’utero, con un ritmo ancora più veloce.Ecco che Miriam senti svegliarsi nel ventre nuove spasmodiche sensazioni di dolce sofferenza, da farla gridare..-e si mosse più in fretta per giungere alla fine, e quando lui se ne accorse, affrettò i movimenti a sua volta e la incitò gridando a venire con lui, con le parole, con le mani che l’accarezzavano, ed infine con la bocca attaccata alla sua, con le lingue che si muovevano con lo stesso ritmo della vagina e del pene e l’orgasmo la invase, dalla bocca al sesso, in un piacere mai provato che crebbe fino a farla urlare, con singhiozzi e risa, fino alla spossatezza totale dei due corpi ormai abbandonati. I ragazzi sia pure affannati si guardarono con passione reciproca sigillandola con un lungo bacio.Rimasero così per lungo tempo, lui introdotto fra le valve vischiose, lei allacciata con le gambe alle anche di lui.Miriam ruppe per prima il silenzio, ringraziando Mirko per la tenerezza che le aveva dimostrato.Il piacere che le aveva donato era inimmaginabile, lei era felice di essersi data così spontaneamente senza timori.Mirko, naturalmente, non smetteva di decantare la bellezza della ragazza , le prometteva eterna fedeltà, ora che la più bella del mondo si era concessa a lui. Trascorsero così la mattinata da innamorati felici e spensierati, passeggiando sulla spiaggia con le mani nelle mani. Ricercando luoghi nascosti per congiungersi continuamente in amplessi frettolosi.Riprendevano le forze con freschi bagni di mare. Si congiunsero ancora a largo su un pattino. Trascorsero la giornata in una frenetica ricerca del loro giovani corpi, inesauribili. Miriam era orgogliosa, sembrava sicura di se ora, fra tutte quelle ragazze sulla spiaggia che la guardavano con invidia. Sicura ormai che Mirko le avesse allontanato l’intimo tormento incestuoso che l’angustiava. Era felice. La ragazza, come già abbiamo sopra accennato, aveva solo raccontato al fratello, che la consolava mentre nello stesso tempo fremeva per la gelosia, che la giornata d’amore con Mirko era stata stupenda, indimenticabile e riferì al fratello che pensava a questo mentre osservava quei due amanti a pochi metri sotto di lei.Quel magnifico corpo di maschio, muscoloso e scattante,illuminato dal chiarore lunare, le ricordava Mirko, ma..ecco che una particolare espressione che udì la raggelò di colpo ed il cuore sembrò scoppiasse in petto per la sorpresa.”Eccomi dolcezza..t’inondo.. prendi! Prendi!! “Quella frase che aveva sentita in quella giornata, con quel tono di vittoriosa soddisfazione, era la stessa che Mirko aveva accompagnato quando godeva in lei!Quel ragazzo era Mirko!!!! Addosso a quella femmina li giù!!!Miriam era paralizzata, avrebbe voluto sprofondare, scagliarsi su quei due, su quel traditore! Avrebbe voluto urlare tutta la rabbia, ma si sentiva bloccata, ammutolita, ebbe solo la forza di alzarsi e scappare, per correre via il più lontano possibile. Vagò per le vie ed i vicoli, piangendo disperata.Si chiedeva se non si fosse sbagliata! Ma quella voce era inconfondibile, la forma del corpo anche. Possibile che fosse lo stesso ragazzo che soltanto un’ora prima le aveva giurato eterna fedeltà? Lo stesso che affermava che ormai lui viveva solo per lei? Glielo aveva ripetuto durante tutta la giornata baciandola con una passione inusuale. Si purtroppo quel ragazzo era proprio lui!Com’era possibile che dopo una giornata di amore così intenso, lui avesse potuto in poche ore già dimenticarla e tradirla così spudoratamente?A ricordare bene quella donna, li giù in quella caletta, che fornicava con tanto ardore, non sembrava fosse una giovinetta. Le forme sembravano di una donna piuttosto matura.Già! Adesso ricordava! Lui non disdegnava le tardone e le donne sole che pullulavano sulla spiaggia d’estate, facili prede che non avevano nulla da perdere, vogliose e represse com’erano, nel cedere ad un bel giovane stallone.Il dolore della ragazza era tanto più forte quanto più forte era la delusione e soprattutto per il fatto di aver ceduto a quel mostro. L’istinto glie lo diceva da sempre di non cedere, ma lei ci era cascata! Non aveva voluto ascoltare gli avvertimenti del fratello, anzi lo aveva anche deriso rinfacciandogli che lei faceva ciò che voleva ed era ora che la smettesse di fargli da balia. Non era di sua proprietà. Ora si penti di ciò e chiedeva scusa al fratello. Le scuse apparentemente erano rivolte al fratello per la violenta reazione alle raccomandazioni di questi, ma in realtà in cuor suo esse mascheravano il rammarico di aver donato il fiore della sua verginità al ragazzo sbagliato. Il piacere che aveva provato era solo un fatto materiale, dovuta alla sua natura esuberante. Chissà quale piacere sublime avrebbe potuto provare , invece, se fosse stato provocato dall’oggetto del suo tormento. Ecco che ricompariva? Aveva sperato inutilmente che se ne fosse liberata. I suoi avevano visto giusto, ora pensando a loro e soprattutto al suo tenero fratello e vedendo quando fosse tardi e loro si sarebbero preoccupati, decise di ritornare a casa. I genitori erano a dormire, avevano pregato Enrico ad attendere, che notato lo stato di protrazione della sorella cercava di capirne la ragione.Ora che lei le aveva raccontato tutto cercò di consolarla e di non disperarsi tanto stringendola con il tormento nel cuore, lo stesso inconfessato tormento che la sorella aveva per lui.Mirko non meritava una fanciulla simile, lui era solo un viziato senza un futuro certo! Era meglio lasciarlo ai suoi vizi.Miriam si calmò stretta al dolce fratello e promise decisamente di non cercare più Mirko, di non vederlo neanche, d’ignorarlo definitivamente. Ma doveva allontanarsi da Alassio, prima che finissero le vacanze e tornare in città. Anzi visto che Enrico quel giorno stesso doveva partire per un viaggio in Toscana, gli chiese di portarla con se e lasciarla poi alla fattoria degli zii, nei prezzi di Cecina.Enrico fu contento, di questo, anzi si sarebbe fermato anche lui volentieri qualche giorno, nella pace di quella campagna Toscana. Avrebbero così potuto godere della compagnia dei cugini che gli zii avevano adottato da piccoli, dopo uno dei loro frequenti viaggi nel Kenia.
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