Enrico aveva consolato la sorella dopo aver ascoltato il racconto della cocente delusione della sera prima e gl’incubi conseguenti nella notte. La tenne stretta, come usava fare, quando per ogni problema,questa si rifugiava fra le sue braccia; le accarezzava la liscia capigliatura, le massaggiava le spalle, le stringeva le braccia, poi quando si rendeva conto che era abbastanza tranquilla, le sollevava il mento e delicatamente le posava piccoli baci sulla fronte, ai lati degli occhi, sulle guance ed infine a bocca chiusa su quelle meravigliose labbra profumate, fino a cogliere l’atteso sorriso su quel volto incantevole mentre si aggrappava a lui così stretta da farle venire brividi di piacere. Enrico, però, ora non si fidava di quella calma apparente, per cui si affrettò nei preparativi per la partenza. Era ancora l’alba, voleva partire presto, voleva allontanare al più presto Miriam da quel luogo, non desiderava affatto che si rincontrasse con quel delinquente di Mirko, non voleva assolutamente che un eventuale incontro potesse produrre qualche malaugurata riappacificazione. Enrico, conosceva bene quel losco individuo che aveva colto quel fiore e conosceva la sua adorata sorellina, docile e sensibile, a volte molto ingenua. Miriam assonnata e abulica, riuscì meccanicamente a mettere un po’ di roba in un borsone, la sua intenzione era di fermarsi esclusivamente dagli zii, nella pace di quella campagna toscana. Infilò frettolosamente una camicetta bianca di un tessuto fine trasparente, indossò una sorta di minigonna, salutò mamma e papà, raccomandò loro di non dire a Mirko la sua destinazione e corse dal fratello che era già in macchina ad attenderla. Viaggiavano spediti, sull’autostrada della riviera verso sud, Enrico ogni tanto volgeva lo sguardo al lato verso quella magnifica creatura, che aveva lo sguardo fisso davanti a se, assorta in qualcosa. Era di una bellezza unica, da far mancare il fiato con quell’ovale affilato, con quella bocca le cui labbra piene rendevano sensuale il tutto, quegli occhi grandi nerissimi e lucenti, quelle cosce affusolate e perfette quasi tutte scoperte. Inoltre per ciliegina sulla torta i capezzoli scuri sul seno aguzzo erano in chiara evidenza puntandosi sotto la camicetta trasparente che faceva intravedere quei meravigliosi globi, liberi da reggiseno, rigidi, candidi sulla parte non abbronzata dal sole.Solo in spiaggia copriva con due minuscole coppe quelle magnifiche poppe.Enrico si sentiva turbato, non avrebbe dovuto! Non era certo la prima volta! Distoglieva la sguardo e gli rimontava la rabbia al pensiero che quello sporco individuo di Mirko avesse potuto godere di quella delizia e poi farla soffrire così. Lui adorava quella sorellina, da quando era nata, l’aveva vista sbocciare sotto i suoi occhi, fiorendo verso lo splendore attuale. Quelle forme eccitanti fin dall’adolescenza l’avevano fatto vergognare per i turbamenti che gli procuravano.Se ne faceva una ragione, perché una bellezza così non esisteva al mondo, cercava di giustificare quelle sensazioni malsane e rifuggiva da qualsiasi tentazioni che gli si presentavano continuamente, specialmente quando la sorellina gli si buttava fra le braccia o lo stringeva da dietro puntando quei seni duri come il marmo sul petto o sulla schiena. Era un rinnovarsi di dolci tormenti e se ne sentiva in colpa. Enrico, ruppe il silenzio e chiese alla sorella: “Cosa pensi tesoro?””Penso che oggi sarei dovuta partire per il Nord, verso la freschezza delle Alpi Bavaresi ed invece vado verso il Sud, nella calura della campagna Toscana.””Ti rilasserai, vedrai!” replicò Enrico “La tenuta dello zio è grandissima! Ci sono posti freschi ed incantevoli. C’è persino un laghetto in un folto bosco attraversato da quel ruscello, che poi passa vicino alla fattoria stessa. Tu forse non ti ricordi bene, eri piccola quando ci sei stata, ma io ci ho trascorso estati indimenticabili. Dimentica il viaggio in Baviera!””Si Enrico, ma quel viaggio l’avevo progettato io, sai come sono interessata a queste cose?””Non ti crucciare,ora! Ah, se vuoi in Settembre potresti venire in crociera con me? Quella di una settimana che avevo prenotato?. Potresti scoprire alcune bellezze del Mediterraneo, da Venezia a Rodi con scali a Dubrovnik, Corfù, Cefalonia, Santorini ecc.?” “Ma è la crociera che dovevi fare con Roberta, la tua ragazza? E’ una crociera da innamorati?””E tu non sei la mia innamorata? Ti sei già scordata? Era il tuo cruccio fin da bambina.””Certo che mi ricordo?” Ciò fece finalmente sorridere la bella Miriam che proseguì “Ricordo, ti buttavo le braccia al collo per dirti : è vero che sei il mio innamorato e ti lasciavo quando tu mi rispondevi di si e mi sbaciucchiavi dappertutto. Ma poi ti sei fidanzato con Roberta!” Lo disse con un tono di rammarico da far sorprendere il fratello.” Si tesoro eri già tanto deliziosa allora e quando mi sono fidanzata con Roberta avevi 15 anni e non me lo chiedevi quasi più, se non per scherzare””Ma tu hai veramente rotto con Roberta?” Chiese Miriam.”Si, definitivamente. Credevo che con lei sarebbe potuto durare di più Quella è un tipo instabile, viziata e capricciosa… un po’ come…””Mirko, vuoi dire? Andrebbero proprio d’accordo quei due?””Eh, si! Quella si meriterebbe proprio un tipo così. Ma non pensiamo a loro. Pensiamo al viaggio, sarebbe proprio magnifico. Farei un figurone con te. Bella come sei m’invidierebbero tutti. Potremo far finta di essere innamorati!” terminò Enrico ridendo.”Perché no? Farei un figurone anch’io così da fare ingelosire tutte, vedendomi a braccetto con il mio bellissimo innamorato.” Rideva di cuore.Poi Miriam cominciò a sbadigliare al che il fratello suggerì: “Tirò giù il sedile e mettiti un po’ a dormire, stanotte non hai chiuso occhio.”La sorellina ubbidì e dopo un po’ era già nel mondo dei sogni, sdraiata di lato con il viso verso il fratello, appoggiata sul braccio sinistro mostrando in trasparenza quei due magnifici globi, che sebbene di lato erano ritti e fermi. Enrico lanciò qualche sguardo ogni tanto, sospirando, ma poi volutamente si concentrò nella guida. Aveva guidato per più di un ora, Miriam sebbene dormisse si girava di qua e di la, poi finalmente trovò una posizione comoda ma drammatica per la sicurezza del viaggio e la stabilità emotiva del guidatore.Enrico aveva solo girato un attimo lo sguardo verso la sorella, per non lasciare l’attenzione della guida, ma bastò per scorgere, deglutendo per la sorpresa, l’adorabile posteriore, due mezze lune di sorprendente biancore perfettamente rotonde, completamente nude.Miriam non indossava mutandine!La ragazza era a pancia in giù sul sedile, con le ginocchia un po’ arcuate. Alla base fra le meravigliose cosce tornite, leggermente arcuate, emergevano in bella mostra le grandi labbra, leggermente gonfie, assomigliavano a quelle di una neonata, gonfie e lisce senza una grinza. Ma queste! Una leggera nerissima peluria le attorniava e fra di esse sporgevano le piccole labbra con al centro la puntina rosea del clitoride, mentre subito più sotto dal vertice di un piccolo triangolino di carne si apriva, come una goccia d’acqua carica, un buchino roseo, l’imbocco della vagina. In un colpo d’occhio Enrico, fotografò questa immagine paradisiaca che gli si puntò nel cervello e stava perdendo il controllo della vettura, che sbandò di lato.Lanciò un altro sguardo, non aveva mai visto una natura femminile di tale bellezza, di tale delicatezza eccitante, in una posa simile, non ne aveva certo ammirate poche nella sua vita.Delle gocce di sudore gli imperlavano il viso. Una forza irresistibile lo attirava verso quell’opera d’arte.Riuscì a rallentare la marcia della vettura, sforzandosi di evitare di volgere ancora lo sguardo, ma era in difficoltà. Era una situazione inimmaginabile, forse era un sogno che stava materializzandosi. Stava perdendo il controllo delle sue facoltà. Una sorprendente erezione stava prendendo piede nei pantaloni, mentre il cuore gli batteva a mille. Si sentiva annebbiare la vista.Doveva fermarsi! Per fortuna era giunto nei pressi di una stazione di servizio, vi si immise e riuscì a fermare la vettura in un posto appartato ed isolato, fra due grossi camion posteggiati, al sicuro da occhi indiscreti. Si soffermò ad ammirare con più attenzione la bellezza di quel bocciolo dischiuso, che lo faceva tremare dall’eccitazione. Un impulso incontrollato gli fece allungare la mano verso quella conchiglia molle rosea. Vi pose la mano con una delicatezza infinita, ma la ritrasse subito pentito.Ma poi di nuovo si avvicinò, inginocchiandosi sui bordi del sedile reclinato. Avrebbe voluto ammirare meglio, annusare, assaggiare quella prelibatezza.Era vicinissimo a quel sogno, meccanicamente aveva impugnato il membro, che aveva estratto dai pantaloni. Ma cosa faceva? Era pazzo? Si ritrasse spaventato.Miriam continuava a dormire profondamente, ignara dello sconvolgimento che stava provocando nel fratello. Era irresistibile quella fica, la voglia di riavvicinarsi era immensa. Era invitante quella natura fatta apposta per accogliere un membro pulsante. Era pazzesca l’idea. Non era nemmeno tanto difficile così a portata di mano.Che alloggiamento meraviglioso sarebbe stato?Il membro gli scoppiava , che sofferenza però?L’istinto animalesco di buttarsi su quella meraviglia ed affondarvici faceva a botte con lo scrupolo di rispettare quel fiore. Ma non aveva il coraggio di svegliare la sorella per interrompere quella tortura! Il desiderio di prolungare quella visione lo frenava. Gli occhi erano incollati su quello splendore. L’erezione era al massimo. Mai era giunto ad un desiderio così doloroso!Enrico si fece forza e decise di scappare da li, per prendere aria, rinfrescarsi il viso accaldato e le tempie che volevano scoppiare. Si tolse la camicia di dosso, diede un ultimo sguardo a quel bocciolo e coprì quel corpo delizioso.Usci barcollando dalla vettura, cercando di non svegliare la sorella, poi si diresse nella toilette, si rinfrescò il viso, ma il membro non voleva sentire ragioni continuava a reclamare quell’alloggiamento delizioso, allora il ragazzo prese la decisione più saggia, lo tirò fuori dai pantaloni e cominciò una frenetica masturbazione liberatoria immaginandosi immerso in quella fessura che gli scombussolava la mente ed il corpo. Fu un sollievo momentaneo la violente, copiosa, intermittente ieculazione, che gli calmò la tensione erotica ma non il travaglio interiore per il folle desiderio di possesso di quella creatura deliziosa, della sua sorellina adorata. Quando Enrico ritornò in macchina, Miriam si era appena svegliata, ma ricomposta e distesa. Chiese: “Perché mi hai coperta? Con questo caldo!””E me lo chiedi pure? Ma ti sei resa conto in che stato sei?” sbottò rabbioso.Miriam fu sorpresa, da quella reazione. Si guardò rialzandosi a sedere, rivolse di nuovo lo sguardo al fratello dal viso scuro, serio. Si vedeva normale, non capiva! Si mise in ginocchio, si toccò il corpo, come a cercare qualcosa di fuori posto. Passò le mani sul seno, scese lungo i fianchi, fissando lo sguardo rigido del fratello, passò la mano sul ventre coperto dalla minigonna, toccò le cosce poi di colpo portandosi una mano alla bocca e sbarrando gli occhi: esclamo:”Oddio! Oddio” e portò l’altra mano sul pube, quasi a preservarlo dagli sguardi indiscreti e ricordò:”Stamani ho fatto la doccia in fretta e non ho trovato un paio di slip che avevo chiusi tutti nel borsone. Per correre da te non mi sono soffermata a trovarne qualcuno da indossare. Sono rimasta così.””Si è visto!” disse il fratello ancora più risentito, raccontandogli con una sorte di rabbia repressa in quale posizione sconvolgente era.”Hai visto tutto?” urlò quasi la ragazza.”Non sono mica cieco sai? Cosa potevo fare?” urlo a sua volta.”Mi potevi svegliare, no! ” replicò con più calma.”Volevo, credimi” a sua volta Enrico più tranquillo.” Ma ero paralizzato, tesoro. Tu sei uno schianto! Mi hai fatto perdere la testa. Non immagini a quale tortura mi hai sottoposto. Lo sai che stavo commettendo un atto inconsulto? Mi hai fatto eccitare da morire. Lo sai che ti stavo per venire sopra pronto a prenderti in quella posizione così eccitante. Oh !! Eri irresistibile! Lo sai che nemmeno il Padre Eterno che ti ha creata avrebbe resistito? Lo sai tesoro che ti ho desiderato da impazzire? Te, la mia sorellina?” Disse questo tutto di un fiato, con agitazione crescente.”Ma…. Enrico…” tentò di dire qualcosa Miriam. interrotta dal fratello che continuò con più calma.”Lo sai che per un miracolo sono riuscito a fermarmi qui? Stavo sbandando quando ti ho visto in quella posa. Dopo che sono riuscito a riprendere la ragione, ti ho coperta. Non potevo certo lasciarti così? Se passava qualcuno non avrebbe avuto i miei scrupoli, tu sei una bomba, tesoro mio! Tu sei mia sorella, purtroppo. Così sono andato in bagno a rinfrescarmi e….””Scusami, fratellino, non lo sapevo? ” e l’abbracciò d’impeto.”Cosa hai fatto nel bagno? ” proseguì maliziosa , mentre lo abbracciava forte.”Era l’unico rimedio, ti rendi conto? Io stavo per possederti, violentarti!! Tesoro mio!””Oh !! Caro! E’ tanto che non vai con una donna? ” ed ancora maliziosa, tentando così di smorzare la tensione”Chi ti dice che mi sarebbe dispiaciuto? So come è bello quel tuo coso!””Miriammmmm!!” gridò il fratello, staccandosi dall’abbraccio.”Non scherzare? Io ti ho desiderato? Lo capisci? Tu non immagini nemmeno come ti desidero? Tu non lo sai tesoro? Ma non si può, non si può, non si può” Riabbracciando disperato la sorella. Miriam a questo punto, d’impeto quasi urlando:”Si, ma cosa credi? Solo tu? Anch’io ti ho desiderato, lo sai. Da sempre! Da quando ho visto quel coso magnifico che hai li fra le cosce? E di nascosto ti spiavo. Non me ne sono fatta mai accorgere, anch’io ero cosciente che non si poteva. Non si poteva! Non si poteva! Ma l’anno scorso i miei scrupoli sono caduti, ma ho sofferto le pene dell’inferno. Mi sono torturata con continue masturbazioni immaginando quel magnifico dardo nella mia micina. L’ho visto all’opera, sai, ho visto la sua potenza. Ti ho sorpreso con Roberta! Oh come sarei voluta essere al suo posto! Tu la scopavi come un Dio, eri un Dio!. Eravate nel letto grande, una sera che papà e mamma non c’erano ed io ero andata alla festa di Dora la mia amica. Io ero arrivata a casa prima del tempo, ho aperto con la mia chiave e quando sono passato davanti alla camera, ho sentito dei bisbigli. Dallo spiraglio della porta ho visto tutto. Tutti i numeri che avete fatto.Ho visto lei con le cosce spalancate e tu sopra che immergevi quell’enorme bastone che veniva assorbito tutto, presentando alla mia vista soltanto le sacche dei testicoli su quell’inguine sotto di te. Poi lo vedevo distintamente riemergere con la stessa cadenza. Non finiva mai quell’andirivieni, tanto da farmi impazzire dall’eccitazione. Come mugolava, quella femmina odiosa che era al mio posto. Mi pizzicavo forte per non morire dalla voglia. Tu continuavi e lei godeva. Volevo scappare ma mi sentivo inchiodata li, poi non so come sono riuscita ad allontanarmi, silenziosamente nella mia camera. Ma da li sentivo i mugolii, le grida, le urla di quella ingorda. Ma cosa le facevi?..Com’eri bello!. Quel bastone mi è sembrato immenso, lo sai? Io non avevo mai visto dal vivo una scena così. Mi sono eccitata come una porcella e lo era già un po’, perché alla festa avevo sempre ballato appiccicato ad un ragazzo, che mi aveva strusciato per tutto il tempo fra le gambe, quel suo coso duro dentro i pantaloni. Ho desiderato averti dentro di me quella sera, senza vergogna e da allora non ho più pensato che eri mio fratello. Da allora l’ho sempre desiderato ma avevo perso ogni speranza. Mi sembrava che non avessi occhi che per Roberta e mi torturava il pensiero di lei sotto i tuoi colpi. Quanti toccamenti, tesoro, dedicati a te? Quando in seguito ti abbracciavo come facevo di solito, mi eccitavo e subito mi sentivo inumidire li sotto. Era una tortura, poi ho deciso che dovevo evitare le occasione, accettare le tante avance chi mi venivano fatto. Mi ero preservata, però. Avevo sempre una segreta speranza. Poi cinque mesi fa, ho conosciuto Mirko ma nonostante la diffidenza e i numerosi tentennamenti, purtroppo ieri mi sono concessa a lui e ora me ne pento ancora di più. Non per il piacere che ho provato che pure c’è stato ma per il fatto di non aver donato a te il mio fiore.L’ho data a lui perché tutte le mie difese sono cadute, arrivando a 18 anni preservata ed ad un passo dal mio vero sogno. Ma ora sono qui con te tesoro, sola con tè! Prendimi anche adesso, fammi tutta tua!” Miriam fece questa lunga confessione tutta di un fiato, aggrappata alle spalle del fratello, che ascoltava silenzioso con la morte nel cuore.”Oh Miriam, quanto sei bella! Sorellina! Ma noi non possiamo! Non dobbiamo sai!” Ripeteva quel ritornello, ma nel contempo baciava la sorella sul viso, sul collo, sulle guancia. La stringeva con forza disperata fino all’inevitabile conseguenza, quando per iniziativa della sorella le loro labbra si incontrarono in un bacio lungo ed appassionato, con le lingue che si cercavano. Erano in ginocchio entrambi sul sedile reclinato, allacciati in quel bacio interminabile. Le mani di Enrico tremavano mentre vagavano sul posteriore sodo e nudo della sorella. Le dita si fecero decisamente audaci e non si accontentarono di andare lungo il solco delle natiche, ma ancora più giù verso la fessura penetrandola, da quella posizione. Provocò un lungo gemito della ragazza, mentre iniziò un movimento rotatorio nel buchino che poco tempo prima aveva ammirato e sognato di penetrare. Enrico stava perdendo ogni freno inibitore, la sorella si era distaccata dalla bocca del fratello in seguito ad un improvviso orgasmo che le faceva mancare il fiato. Si riversò sul sedile tirandosi addosso il fratello. Una irrefrenabile frenesia la stava assalendo, il desiderio selvaggio di essere strapazzata, penetrata, sbattuta. Liberò le favolose tette e le offrì alla bocca avida del fratello. Enrico credeva di sognare, non voleva ragionare più e il pene aveva di nuovo assunto proporzioni gigantesche nel pantalone. Miriam lo cercò, riuscì a raggiungerlo e tastarne la consistenza, freneticamente lo liberò e lo strinse nell’esile pugno, Desiderava prenderlo in bocca, succhiarlo fino in fondo come aveva visto fare a Roberta quella volta, intanto Enrico succhiava prima un capezzolo poi l’altro mentre vagava con una mano sulle cosce, verso l’inguine, tastò, carezzò quella morbidezza insinuando profondamente due dita nella fessura allagata dal recente orgasmo. Le sensazioni si dilatavano in lei ai risucchi dei capezzoli duri nella bocca del fratello ed alla tortura del clitoride che questi riusciva a stuzzicare fino a quanto sobbalzò ed un altro lungo lamento le usci dalle belle labbra e lui smise di succhiarle le tette e ritirò lentamente la mano che si era occupata fino a quel momento della deliziosa fessura.”Oh Enrico! Chi l’avrebbe mai immaginato!” mormorò appena riebbe il fiato per farlo,”Prendimi ti prego, entrami tutto dentro! Fallo amore!”. Ma Enrico era tornato ad immergesi nel suo sedile, ebbe la forza di tirarsi indietro. Non aveva superato la barriera che li divideva che Miriam aveva già sbaragliato. Lei comprese, non volle insistere, si rialzò, si voltò dalla sua parte, chinandosi sui calzoni di lui. Si rimpadronì del membro . Lui non fiatava. Lei lo prese saldamente in mano. Era ritto, fiero e la cappella era gonfia al parossismo. Lei aprì la bocca. Lui aveva gli occhi chiusi ma senti le morbide labbra e fermò la testa della sorella.”No, ti prego! Non farlo!””Anch’io ti prego, lo desidero tanto! Lasciati andare tesoro? Almeno questo!”La resistenza di Enrico si affievolì e lei calò la bocca spalancata sul glande, movendo la mano lungo la verga dura come l’acciaio. Lui emise un gemito profondo. Lei succhiò cercando di prendere in bocca, oltre la punta paonazza, anche buona parte di quel bastone nodoso umettandolo per dare l’impressione al fratello di esserle dentro la fica. Sembrava una esperta incallita, ma era solo l’istinto che la guidava, il desiderio di dare al fratello il piacere che meritava. Enrico, intanto, aveva infilato la mano sotto di lei, afferrando una delle splendide tette, stringendola e poi pizzicarne il capezzolo. Com’era bello succhiare quel pene! Era più grosso di quello di Mirko ed anche più liscio.Enrico strinse le dita con più forza sulla tetta e lei capì che stava per venire e accelerò i movimenti del capo e della mano scendendo con questa fino ai testicoli grossi e gonfi.La verga vibrò, poi schizzò più volte mentre Miriam cercava d’ingoiare tutta quella linfa, come aveva visto fare a Roberta. Poi si rialzò, serrando sempre con la mano l’asta ancora gonfia e tesa.”E’ magnifico? ” Disse Miriam” Con questa pelle così liscia”.Enrico le accarezzò i capelli, poi il viso splendido e soddisfatto della sorella.”Miriam non sai come mi hai reso felice e disperatamente triste nello stesso tempo” disse dopo che si era rilassato. “Sai che non possiamo andare avanti così?””E chi ce lo impedisce? E’ una eccezionale scoperta che abbiamo fatto?””Ma abbiamo commesso un incesto!” replicò Enrico.”Ma quale incesto, se non mi hai nemmeno penetrata? Ma se tu lo desidero come lo voglio io spero che lo farai presto””No Miriam, non riuscirai minimamente ad immaginare quale tormento mi da il desiderio di entrare il quel Paradiso proibito! Fermiamoci qui, fin che abbiamo tempo, non andiamo oltre, quello che abbiamo appena fatto è tremendo. Tu sei la mia sorellina, affidata a me!””Ma tu cosa hai fatto, sono stata io a provocarlo, tu non avresti mai fatto, lo so””Ma io non ti ho ostacolata, però, non ne ho avuto la forza. Era latente in me questo desiderio innaturale. Da tanto, da sempre ho rigettato il pensiero che mi veniva ogni qualvolta ti vedevo così bella e desiderabile. Mi sentivo la morte dentro quando ti sapevo insieme a quel delinquente di Mirko. Ero geloso marcio, perché ti volevo per me. Quando ho sentito il racconto che ieri mi hai fatto, mi sono sentito sprofondare. Lui ti aveva profanato. La mia dea. Ma capisci che tu sei mia sorella ed io non dovrei desiderarti come ti ho desiderato oggi? Mai.””Smettila di angustiarti, ti prego rilassati, non hai goduto? Non ti è piaciuto?””Scusami Miriam, sono ingrato. Mi è capitata la cosa più bella che mi potesse capitare, oggi, e per merito tuo la più bella ragazza del mondo. Ahimè la mia sorellina!”Lei lo osservò e stringendo ancora fra le mani il bastone ancora gonfio disse:”Sarà ancora più bella quando lo faremo sul serio e tu mi metterai tutto dentro questo prodigio! Mi farai impazzire di gioia! Sarò solo tua “”Sei meravigliosa, ma io ho paura. Ho paura di perdere la testa.””Ma io l’ho già persa e non lo sapevo, amore mio. Io ho resistito tanto a cedere a Mirko perché incosciamente mi frenava la speranza di avere te. Oggi non ho avuto alcuna inibizione a fare quello che ho fatto. Io non l’ho fatto mai a nessuno, non crucciamoci più, godiamoci i giorni prossimi, questa vacanza in campagna che doveva servirmi ad assorbire la delusione di ieri. Ma oggi si è compiuto un miracolo.”Rimasero ancora un po’ abbracciati riprendendosi della tensione. Enrico disse:”Sorellina, ricomponiti un po’, sii meno esplosiva. Dobbiamo ripartire. Non vorrei che la polizia mi fermasse e mi ritirasse la patente per trasporto di materiale esplosivo. Tu sei un pericolo tesoro.” Tentando di sorridere.”Si va bene, fratellino. Per un po’ non ti farò correre il pericolo, ma non ti illudere che te la sei cavata!” Rispose ridendo. Il ricordo di Mirko ormai era lontano anni luce.”Dovremmo giungere a Cecina fra un’oretta chissà come sono cresciuti Jehane e Koru., 19 anni l’una e 20 l’altro, io li ho visto cinque anni fa, l’ultima volta. Tu eri bambina invece” Disse Enrico.Non sono fratelli e sorella, vero? Lo zio li ha adottati insieme però!””Si, Miriam. Lo zio era riuscito a prendere Koru da una tribù all’interno del Kenia, aveva 7 anni. Pensa che non riusciva a camminare tanto era denutrito e debilitato. Jehane stava benissimo invece era un bellissima negretta e la salvò giusto in tempo prima che venisse infibulata. Proviene da un villaggio nei dintorni di Malindi. Lo zio dopo difficili peripezie burocratiche è riuscito ad adottarli e crescerli nella grande tenuta in Toscana. Si sono occidentalizzati alla perfezione. So che Koru non ha proseguito gli studi ma è completamente dedicato ai lavori nella tenuta che è retta con tutte le tecnologie moderne. Jehane invece studia all’università lingue arabi e l’inglese naturalmente.””Spiegami meglio di questa infibulazione di cui Jheane è scampata? Ne sai qualcosa?” Chiese Miriam”Si ne so abbastanza, mi sono informato e documentato quando ho saputo della cuginetta acquisita. L’infibulazione non è altro che la mutilazione degli organi genitali che viene praticata alle bambine in molti paesi arabi africani. Sai quella di togliere qualsiasi fonte di piacere alle fidanzate ed alle moglie per preservare la loro verginità e assicurarne la fedeltà è una tradizione antica. Pare che risalga addirittura ai tempi dei Faraoni. E’ un’usanza radicata si è calcolato che vengono mutilate 2 milioni di bambine ogni anno. Questo tipo di circoncisione può creare nelle ragazze, traumi psicologici, infezioni, perdite di sangue, complicazione durante il parto ed addirittura la morte in svariati casi.Sai dopo che le bambine vengono ascisse, cioè reciso il clitoride e le piccole labbra, quasi in tutti i casi, vengono ricucite lasciando un piccolo orifizio per le urine e la fuoriuscita del sangue mestruale. Pensa alla difficoltà della penetrazione del pene per le giovani spose. Deve essere una fatica immane!.Devi pensare che questa pratica negli stessi paesi dove avviene è vietata dalla costituzione ed anche bandita dalla religione, tuttavia essa continua ed i responsabili non vengono puniti. “Miriam interrompe, sbalordita:”Ma è una barbaria!!””Si cara, si stanno formando e si sono costituite in occidente organizzazioni che combattono tale pratica cercando di sensibilizzare i dirigenti degli stati interessati e le stesse donne che quasi sempre sono disponibile perchè la preservazione della verginità è un punto d’onore. Pensa che molte donne dopo il primo rapporto e dopo il parte si fanno ricucire per apparire sempre vergini. Non ho ancora capito che tipo di piacere sessuale provano quelle ragazze o donne così orrendamente mutilate.”Miriam intervenne:”Poverette! Secondo me per avere piacere devono essere penetrate fino in fondo! Certo che le ragazzine infibulate non proveranno assolutamente niente se si toccano o vengono toccate. Io a 13/14 anni già provavo un piacere infinito toccandomi li.?”Lo so cara, avevi 13 anni, ricordo bene!””Che ne sai tu? ” replicò perplessa Miriam.”Lo so perché ho assistito, per puro caso, di nascosto. Mi ricordo perché era il giorno del mio 18 compleanno””Non mi ricordo precisamente, ma a quel tempo mi capitava già da un bel po’. Avendo scoperto che grattandomi una volta, li sotto, ho sentito un piacere strano e continuando mi sono procurata quello che fu il mio primo orgasmo mentre mi bagnavo tutta. Poi mi sono affinata accompagnando l’atto con immaginazioni eccitanti. Ma tu come mi hai vista?.””Vuoi proprio sapere? Mi vuoi fare eccitare di nuovo? Dopo quello che mi hai fatto provare oggi?””Su racconta, poi racconto io, ti ho visto anch’io cosa credi? Volevo sapere cosa facevi in bagno quando ci stavi così a lungo. Era eccitante vederti dal buco della serratura. Si vedeva tutto.””Vipera! Mi spiavi allora?””Si mi piacevi tanto e quante volte ho sognato di farlo insieme a te e quando ho saputo di più in materia di sesso, ho cominciato a sognare il tuo coso dentro il mio guscio, come sentivo raccontare dalle compagne, o come avevo viste su alcune figure che i maschi facevano girare a scuola per eccitarci.. Io quando ero eccitata pensavo sempre a te, lo sai?””Anch’io mi sono eccitato tante volte, pensando a te. Io ti ho vista più volte ed era sempre più bella ed invitante la tua micetta. Ma come l’ho vista poco fa sono rimasto sorpreso di come fosse più eccitante e bella. Ma ci racconteremo un’altra volta queste storie. Siamo arrivati,”Al rumore della macchina che entrava nel grande cortile della casa padronale di quella tenuta, comparvero lo zio Aldo con la moglie. Lo zio disse:”Vi aspettavamo prima? C’era tanto traffico?””No c’è stato un intoppo e…” rispose Enrico bloccandosi perché non riusciva ad inventare qualcosa li per li. Lo tolse dall’impaccio Miriam che pronta:”E’ che gli è venuto un colpo di sonno, stava sbandando allora lo pregato di dormire un po’. Stamani siamo anche partiti all’alba!””Bhe, l’importante che sia andato tutto bene” disse lo zio.”Si, poteva andare meglio!” replica, a bassa voce, maliziosa Miriam fissando il fratello.”Sapete,” parlava la zia ” Possiamo stare insieme fino a dopo pranzo, poi dobbiamo recarci a Roma. Mia madre è in ospedale. Staremo via 2 o 3 giorni ma sarete in buona compagnia con Jehane e Koru che erano ansiosi di vedervi.”Sopraggiungono infatti i due cugini:Miriam non ricordava quello spilungone tutto nero alto 1,90 circa che si presentava con un sorriso smagliante facendo risaltare una dentatura bianchissima perfetta,che contrastava con quel viso nerissimo come il carbone. Visto più da vicino si notavano lineamenti rotondi, occhi grandi, il naso non eccessivamente schiacciato come quelli della sua razza ma con labbra un po’ pronunciate. Era un viso gradevole, tutto sommato, ingentilito da un sorriso dolce, piuttosto timido. Miriam l’aveva visto che era un bambino. Il ragazzo rivolse un semplice saluto colmo di timidezza, distogliendo immediatamente gli occhi dalle tette della cugina, che non aveva per nulla cambiato quella camicia trasparente. Jehane, sebbene negra, sembrava una ragazza di razza bianca dipinta di nero. Era semplicemente perfetta. Una dea negra. Aveva un viso da bambina ma un corpo di donna. Enrico fu sorpreso del cambiamento di quella bambina dall’ultima volta che l’ebbe vista. Miriam ammirò la grazie di quella cugina che le fu subito simpatica, per le feste che le faceva ed i complimenti che le esprimeva sulla sua bellezza. Si capiva che era sincera, con quella voce esile, gentile, suadente. Era molto attraente, non molto alta, era una bambolina proporzionata in tutto. Occhi rotondi scurissimi con sopracciglia curatissime, visetto tondo liscio, bocca regolare con labbra piene, sensuali. I capelli erano ricci arruffati ma curati. Il corpo risaltava perfettamente nello stretto pantaloncino bianco con i seni rotondi che spingevano, anch’essi nudi la leggera mogliettina gialla. I nuovi venuti, sistemarono la loro roba nella grande camera al piano superiore, che una volta veniva usata come deposito di granaglie, allestita per gli ospiti.La grande camera rettangolare, al centro aveva un vecchio salotto che dava su un grande finestrone centrale ed ai due lati più piccoli del rettangolo erano predisposti rispettivamente due divani letto già aperti pronti per gli ospiti.Dopo un minimo di sistemazione con la raccomandazione di Enrico, alla sorella di vestirsi in modo meno appariscente si recarono a pranzare con gli zii ed i cugini.Si era instaurata una spensierata allegria alimentata dalle due ragazze che avevano subito creato fra loro un feeling di simpatia. Le due tenevano viva la conversazione. Enrico era felice e soddisfatto di vedere la sorellina contenta e spensierata e se la mangiava con gli occhi. Lei non era da meno ogni tanto.Ciò non poteva destare alcun sospetto, la cosa sembrava naturale. La simpatia di Miriam era contagiosa come lo era quella di Jehane che era un piacere ammirarle.Le due ragazze sembrava che si conoscessero da una vita . Erano deliziose tutte e due.Enrico pensava che avrebbe trascorso una bella vacanza in quel posto.
Aggiungi ai Preferiti