Lasciarono la tavola un po’ tutti allegri, anche per l’ottimo Brunello, prodotto nella tenuta stessa, che aveva accompagnato lo squisito pranzo, tipico toscano, preparato dalla zia.Enrico rimase seduto al tavolo ad osservare le ragazze vocianti che aiutate dal timido e silenzioso Koru, accudivano alla cucina. Una irresistibile sonnolenza gli faceva reclinare la testa sul tavolo, per cui si ritirò in camera per fare una pennichella, non prima di aver salutato gli zii che di li a poco sarebbero partiti come già avevano annunciato.Enrico quando si svegliò si accorse che aveva dormito per due ore. Uscì dalla camera, passando davanti a quella di Koru e notò che questi era seduto alla postazione del computer, dandogli le spalle. Si avvicinò e si accorse che stava guardando sul video la figura di una donna nuda, intravide solo che era di pelle scura.Koru accortosi della sua presenza, cambiò frettolosamente l’immagine.Enrico fece finta di niente ma Koru visibilmente imbarazzato disse:“Stavo visionando le foto che ho scattato con la mia digitale, vuoi vedere? Sono bei paesaggi di cui diverse nella tenuta.”Difatti l’immagine che ora appariva sullo schermo era quello del famoso laghetto, nel bosco circondato da una folta vegetazione. Koru lo invitò a sedersi per mostragliene altre. All’improvviso lo squillo del telefono proveniente da un’altra stanza della grande casa, costrinse Koru ad andare a rispondere, lasciando solo Enrico che continuò a cliccare sui vari file di quella cartella, ma ecco, senza volere vide apparire sul video la bellissima Jehane, sdraiata su un prato, completamente nuda. Dormiva! La foto era stata scattata da lontano, si distinguevano benissimo le tette tonde e sode, le gambe allargate con la vulva ben esposta. Enrico che conosceva quel tipo di programma di immagini sul pc, operò una zumata e potè ammirare nei dettagli la meravigliosa conchiglia nera, veramente eccitante, aveva solo un po’ di peluria sul pube, intorno alle grandi labbra era tutto depilato. Si notava bene la fessura molto aperta fra le piccole labbra, era davvero eccitante, un invito alla trasgressione. Continuò a cliccare e di nuovo comparve Jehane, stavolta sdraiata sul letto, anche qui dormiva con le gambe aperte, la natura era coperta da un minuscolo slip giallo la cui striscia più sottile attraversava la fessura lasciando libere le grandi labbra, che in tal modo apparivano più gonfie. Questa era più conturbante della prima, facendo solo immaginare ciò che non si vedeva. Enrico cliccò su un altro file e strabuzzò gli occhi quando vide Jehane ancora nuda! Sdraiata di fronte, sostenuta dalle stesse sue braccia, col le magnifiche tette esposte e ben visibile un pene tutto infilato, da sotto le cosce, nella fessura spalancata. Era di un giovane bianco sotto di lei, del quale non si distingueva il viso. Era un foto artistica nel suo genere, si notava bene il piacere della ragazza sul viso estatico.Indubbiamente erano foto scattate di nascosto, cliccò poi sui paesaggi, perché sopraggiungeva Koru, al quale Enrico fece i complimenti per la perfetta definizione delle immagini dei luoghi della tenuta.. Quando si allontanarono dal pc Koru si avviò verso i prati con un trattore per andare a ritirare degli attrezzi, Enrico invece si mise alla ricerca delle ragazze che sapeva fossero uscite a cavallo.Non erano nei paraggi perché c’era silenzio in giro. Quelle due avevano trovato un ottimo affiatamento chiacchierando e confabulando in continuazione. Enrico s’incamminò nei campi, nella calura di quel pomeriggio assolato ma afoso, verso il bosco più folto su per la collina, a qualche chilometro di distanza. Pensava a Koru. Era evidente come il ragazzo fosse ossessionato dalla bellezza conturbante della sorella . Chissà quante immagini possedeva di quella venere nera! Certo doveva essere una tortura, per un ragazzo timido e silenzioso come Koru, vivere giorno per giorno affianco ad una simile tentazione. Assorto in questi ragionamenti, Enrico, non potè fare a meno di volgere il pensiero alle turbe erotiche che da tempo la dolce sorellina Miriam gli suscitava, gli scrupoli ed i sensi di colpa che lo attanagliavano per il desiderio insano che provava per quella Dea. Almeno Koru, simili problemi non lo angustiavano, Jehane,quella femmina esplosiva non era una sorella vera! Enrico si avvicinò verso il bosco, al di la del quale sapeva esserci il famoso laghetto. In lontananza vide due cavalli legati ad una staccionata, e vicino il trattore che Koru aveva preso dalla rimessa.Era ancora distante, ma sentiva le voci delle ragazze provenire dalla direzione del laghetto. Si diresse verso quella parte, s’introdusse in uno dei tanti sentieri che penetravano nella boscaglia. Si avvicinava alle voci, ma ad un tratto affianco a lui, nascosto tra il folto fogliame a pochi passi dal laghetto, intravide Koru. Spiava!Con una mano scostava le foglie, per vedere meglio, con l’altra impugnava il suo membro nero e teso, di notevole dimensione. Si masturbava!Enrico, fece in modo di non farsi accorgere e nascosto, anche lui, liberando il fogliame dalla vista davanti a se, scorse le due ninfe vocianti. Erano sedute, a pochi passi, sull’ampio muro di contenimento dell’invaso. Completamente nude, con le cosce spalancate e penzolanti sul pelo dell’acqua. Koru, dalla sua posizione le aveva proprio di fronte e si beava, con dimostrazione evidente,di quella visione. Enrico dalla sua postazione, vedeva solo le favolose tette ritte delle due meravigliose femmine con i corpi arcuati in avanti, retti sulle braccia appoggiate all’indietro sul muro. Era un invito alla lussuria e Koru ne approfittava in solitudine. Enrico si accorse che il ragazzo era giunto alla meta, con soddisfazione, difatti dopo un po’ lo vide allontanarsi, inconsapevole, lo lasciava solo a godere di quelle bellezze nude.Enrico, sia pure eccitato, non aveva certo intenzione di imitare il cugino nero, ma fece in modo di richiamare l’attenzione sulla sua presenza, movendo rumorosamente il fogliame e gridando il nome di Miriam.Le ragazze nell’udire, istintivamente si tuffarono nell’acqua, poi gridarono al sopraggiunto:“ Guarda che siamo nude! “ come per avvertirlo di un pericolo, non certo per il loro imbarazzo. Difatti ridendo lo incitavano:“ Vieni anche tu Enrico, è fresca l’acqua!” “ Non ho il costume!” “ Mica noi l’abbiamo!” gridò Jehane sghignazzando. “Vieni anche tu, tanto non ti guardiamo.” Enrico in un baleno si tolse i pochi indumenti e si tuffò mentre le ragazze, trasgredendo alla promessa lo guardavano ammirate.Jehane, non potè fare a meno di esclamare “ Ummmmm che bel boccone, tuo fratello!”“E’ bellissimo!Ti piace, vero? “ rispose Miriam“Certo! Non mi sono sbagliata quando già prima ci avevo fatto un pensierino” confermò la ninfetta nera.Enrico non aveva sentito perché con poche potenti bracciate aveva già raggiunto l’ estremo opposto del laghetto. Il laghetto, in realtà era un enorme invaso per l’irrigazione, ricavato a suo tempo da una insenatura del ruscello che scendendo dalle colline soprastanti, transitava in quel pianoro di pertinenza della tenuta. L’invaso era stato ampliato, scavato più a fondo e fortificato nei punti più deboli con muri in cemento armato. Aveva una discreta dimensione in forma ovale, circondato da alberi di alto fusto, vegetazione spontanea e folta ed un canneto nella parte dove l’acqua era più bassa, intorno al quale pullulavano migliaia di girini e dove ogni tanto si udiva qualche gracchiar di rane.L’acqua era limpida e discretamente fresca perché era in continuo ricambio. Difatti a monte, attraverso un piccolo tunnel roccioso artificiale, entrava l’acqua dal ruscello, poi a valle, quella in esubero traboccava da una paratia, fissata nel muro più vicino sul confine con il ruscello stesso, ritornando nell’alveo naturale per proseguire il suo cammino. Il livello dell’invaso, rimaneva quindi costante, anche se l’acqua che vi entrava era poca come nel periodo di magra in corso.Era diventato comunque un delizioso laghetto, appartato nel bosco, ideale per bagni rilassanti e nuotate salutari.Le ragazze sghignazzavano, schizzando l’acqua verso il nuovo arrivato poi Miriam propose, al fratello: “ Facciamo le gare come al mare, a chi arriva prima all’altra sponda! Prima Jehane e poi io?”“Ma lo sai Miriam che vinco sempre io?” rispose Enrico“E chi lo dice? “ intervenne Jehane “ Siamo in due contro uno!”“Proviamo? Furbacchione!” sfidò il ragazzo.Si posizionarono nel punto di partenza dove l’acqua li copriva al di sopra delle anche. Naturalmente le ragazze non avevano alcun imbarazzo nell’esporre le meravigliose tette che Enrico non si stancava di sbirciare. Miriam nel dare il segnale di avvio della gara, afferrò da dietro il fratello, mentre Jehane partiva, gli puntò le tette sode sul dorso, gli afferrò le anche e nel tentativo di tenerlo fermo, perché Enrico si divincolava, prese in una la virilità di questi spingendogli nel contempo il pube pronunciato sulle natiche. Il ragazzo si bloccò, e per lunghi attimi gustò quell’inaspettato, dolce morbido contatto.Jehane intanto stava raggiungendo il traguardo fissato, Miriam ne approfittò nel frattempo strizzando il pene del fratello, sussurrandogli nell’orecchio, mentre lo teneva stretto: “L’ho preso, è tutto mio!” Enrico deglutì, mentre il pene si gonfiava nella mano della sorella, ma si sottrasse quando Jehane si girò esultando per la vittoria. Enrico gridò : “ Non vale! Mi ha bloccato, questa strega” e girandosi verso la sorella cercò di afferrala per metterla sotto. Le mani andavano dappertutto, fino a strizzare nella colluttazione le tette, abbrancò le cosce, l’afferrò dall’inguine , sfiorando prima ed impugnando poi la morbide natura. Miriam chiamava in aiuto Jehane, che sopraggiungeva per darle man forte.La lotta si intensificò, fra strette, abbracci, toccamenti audaci ora dall’uno, ora dalle altre. Enrico si scialò nell’afferrare sott’acqua le vulve sguscianti fino ad insinuare in quella di Jehane due dita nel profondo tanto da farle mancare il respiro. Il suo pene era alla mercè delle due: fu strizzato, stazzonato, manipolato, torturato, perfino imboccato in apnea dalla bocca di velluto di qualcuna di loro due.Il ragazzo contro quelle due scatenate, stava soccombendo mentre il membro aveva raggiunto un’erezione eccezionale.Il gioco si faceva pesante, le ragazze erano eccitate. Jehane voleva qualcosa di più, constatato la maestosità di quel membro di un diametro insolitamente grosso, mai visto fin allora, decise in un baleno come fare: supplicò Miriam : “ Afferralo dalle spalle!!” Erano in un punto dove toccavano il fondo, avendo solo la testa fuori dall’acqua.Miriam ubbidì e riuscì a bloccare sulle sue tette, la schiena del fratello. Jheane, a sua volta gli afferrò i piedi e lesta come una gazzella, allargando le cosce lo cavalcò all’altezza del peno ritto, mentre si sosteneva sulle spalle di Miriam.Impugnò con decisione il membro dirigendolo verso la sua fessura che gli andava incontro.L’introduzione avvenne con facilità, agevolata dall’acqua ma soprattutto dall’abbondante umore vischioso prodotto dalla eccitazione della ragazza stessa.Jehane, mandò un sospiro profondo mentre si sentiva aprire deliziosamente da quel membro fuori misura per rimanere tutta invasa.Enrico strabuzzò gli occhi per l’inaspettata sorpresa. Era un piacere insolito sentire il contrasto del fresco dell’acqua ed il tepore di quella calda guaina liscia e morbida che l’avvolgeva. Miriam fu presa alla sprovvista, non aveva capito le manovre della cugina.Ma quando vide gli occhi di beatitudine della negretta, ed i conseguenti movimenti del fratello che aveva afferrato i fianchi della ragazza esclamò, continuando a sorreggergli le spalle :“E brava, ci sei riuscita, infine! ““Oh Miriam, è divino? Chi l’immaginava. Ohhh! Dovresti provare anche tu! Tienilo fermo!” Aveva paura che scappasse. Ma Enrico come si suol dire “ era stato invitato a nozze” non perse tempo a sferzare colpi micidiali nell’accogliente natura della negretta puntando i piedi sul fondo del laghetto ed appoggiato con la schiena sui floridi duri seni della sorella che fungevano da comodi e piacevoli ammortizzatori in quel frangente. A Miriam non restò che assistere un po’ compiaciuta, un po’ invidiosa, la fortunata che si esibiva sotto i suoi occhi mentre assaporava quel meraviglioso randello che a lei era precluso e non vedeva l’ora che finisse quella tortura per lei. Jehan, cominciò a mugolare senza ritegno, farfugliando, invocando di più fino a godere con un urlo liberatorio e subito dopo Enrico, uscendo da quella deliziosa alcova, iniziò a spruzzare dal pelo dell’acqua la propria linfa che andava a galleggiare intorno. Jehane affannata si lasciò cadere all’indietro a braccia aperte, rimanendo a galla. A Miriam ,senza lasciare il fratello ancora adagiato sulle sue tette, con eccitazione e rabbia nello stesso tempo, afferrò con una mano il membro ancora pulsante e lo strinse con forza, sussurrandogli nelle orecchie con parole taglienti scandite con risentimento:“Mi pagherai con gli interessi anche questo, quando ti deciderai a darlo anche a me, tesoro!” Enrico sembrava ancora sorpreso, non avrebbe mai immaginato ciò che era successo. Guardò la sorella, come mortificato, tentando di giustificarsi : “Ma cosa potevo fare?”Miriam non rispose, ma si rendeva conto che il fratello era stato preso alla sprovvista ed era anche colpa sua, peccato che non ci avesse pensato lei invece di Jehane per approfittare dell’occasione.Ciò la faceva rammaricare ed arrabbiare ancora di più.I ragazzi, quindi, uscirono dall’acqua e si stesero su una zona erbosa per godersi ancora un po’ di sole.Jehane, parlò per prima:“E’ stato fantastico, ragazzi!”“Se lo dici tu?” rispose Miriam irritata.“Certo? Ma sei arrabbiata? Potevo lasciare così per aria quel batacchio? Poverino?” Scoppiando a ridere, soddisfatta dell’impresa.Miriam ancora più sostenuta: “Si ma potevi farti sbattere non in mia presenza!”“Precisiamo!“ scandì Jehane “sono stata io a sbatterlo! Mica sei gelosa? Ma poi se ci penso, sei stata tu ad iniziare. Sei stata tu a strizzare per prima quell’uccello? Ti ho visto sai. E ti divertivi anche, ma dimmi un po’ per caso volevi essere al mio posto?”Miriam non rispose avvampando di rossore mentre Jehane la scrutava. Miriam non rispose ma Enrico, fino ad allora silenzioso, vista la piega che stava prendendo il battibecco, con finto risentimento intervenne alzando la voce:“Ei, qui se c’è qualcuno che deve essere arrabbiato, con due arpie come voi, quello sono io!”Miriam girandosi di scatto e con una violenta pacca sulla spalla, digrignando i denti, proferì:“Ipocrita!” poi calmandosi di colpo sorridendo : “ Tu stai zitto, che ti è andata bene!”La piccola tensione era svanita, Jehane rivolgendosi ad Enrico: “Da quando non hai più la ragazza? Miriam mi ha raccontato che hai rotto. L’hai tenuto disoccupato per molto quel bel gingillo?”“Si“ rispose Enrico, “ e tu?”“Anch’io, lui è in America da cinque mesi.”“Vuoi dire che da cinque mesi tu….?” Disse Enrico.“Si è proprio così e quando ho visto te così fornito, non ho resistito. Non mi vergogno a confessarlo, non ne potevo proprio più. In questi ultimi tempi, alcune volte mi è venura la malsana idea di farmi sbattere da Koru, mio fratello.”Enrico colse la palla al balzo:“Non credo che per Koru l’idea sarebbe stata malsana. Non sei mica sua sorella. Dove troverebbe un bocconcino prelibato come te!”Intervenne Miria:“Ma Koru non ha una ragazza?”“No” rispose Jehane, “Mai avuta. Sapete è difficile per uno di pelle nera, in questi paesini, trovarsene una. Poi timido è scontroso come si ritrova, lo evitano e sono anche certa che non è mai stato con una donna.”Enrico intervenne ancora:“Forse gli manca il coraggio, la sicurezza, Se riuscisse a fare conoscere a qualcuno il suo notevole attributo, sono certo che non avrebbe problemi con le donne. Sapete la voce gira e ci sono certe ragazze che se ne fregano del colore della pelle di fronte ad un bigolo come quello!”“Si è vero” conferma Jheane, “Io l’ho intravisto diverse volte mentre si masturbava. Per questo vi ho detto che mi sarei fatta sbattere da lui,,,. Ma tu Enrico come lo sai?”“Già! “ aggiunse Miria, che ne sai del suo attributo?”Enrico ormai si era tradito, per cui dopo un breve silenzio disse:“Bhe, ascoltatemi!. Dopo cerchiamo di fare qualcosa, dobbiamo aiutare Koru, infondergli la consapevolezza delle sue possibilità con le ragazze. Mica può farsi seghe per tutta la vita!”Quindi raccontò nei minimi dettagli la scoperta che aveva fatto su Koru nel pomeriggio fino a poco prima quando era nascosto a masturbarsi.Jehane, rimase a bocca aperta, per la sorpresa:“Non me ne sono mai accorta! Chissà in quanti modi mi ha fotografata! Anche con Mico, il mio ragazzo, mi ha immortalato, quel delinquente. Chissà quante seghe si è fatto per me?” Ne sembrava compiaciuta.“Poverino!” intervenne Miriam “ Cerca di capirlo, con una come te, davanti agli occhi! Dobbiamo proprio fare qualcosa, per svezzarlo un po’, sentite ho un piano.” “Cosa vorresti fare?“ Si mostrò preoccupato Enrico verso la sorella che pronta:“Non l’hai detto tu di fare qualcosa? Abbiamo due o tre giorni di libertà, fino a quando gli zii torneranno domenica sera. Oggi è giovedì! Ascoltate!: Intanto stasera cominciamo a coinvolgere Koru nei nostri discorsi, tanto da metterlo a suo agio, insomma cerchiamo di sgrossargli quell’immensa timidezza! Domani mattina mi faccio accompagnare da Koru, al laghetto. Voi due con qualche scusa vi attardate un po’, poi ci raggiungete. Intanto io lo faccio parlare, lo stuzzico un po’, gli faccio capire che lui ha grosse potenzialità, lo faccio eccitare insomma! Non so vedrò al momento e quando voi arrivate facciamo il gioco che abbiamo fatto noi tre oggi. Vi assicuro che sarà pronto e pieno di coraggio”“In che senso?” disse Jehane. “Vorresti che mi faccia trafiggere da quel palo, così come ho fatto con Enrico poco fa? Stavolta lo farai tu però?”Enrico allarmato: “Ma lo sai, Koru preferisce te, sei tu che l’hai fatto sempre eccitare. Cosa centra Miriam?”“Ei, ma cos’è questa storia? Io si! Miriam no! Ma lei è molto più sexy di me! Non vedi che fisico? Non sarai geloso anche tu?”Miriam nel suo intimo si sentiva lusingata per la reazione del fratello, ma voleva in qualche modo fargli pagare il suo tradimento, se pure involontario e chissà invogliarlo così a rompere gli indugi, i tabù che lo frenavano. Lei lo desiderava più che mai e non vedeva l’ora di averlo tutto per se, ma con perfidia, per stuzzicarlo disse:“Che importanza ha, Koru non ci baderebbe, lui ha solo bisogno di una fica disponibile. Che differenza fa! Io o tu Jehane?“ .”E’ che non hai visto la sua proboscide” replicò Jehane.Enrico compresse la rabbia dentro di se. Non poteva darla da vedere più di tanto. Sperava che la sorella lo stesse solo provocando. D’altra parte poco fa in sua presenza, lui aveva scopato con l’altra. Non riusciva però a sopportare il pensiero di sapere la sua fata-sorella penetrata da un altro. Lui la desiderava con forza crescente, ma non riusciva a decidersi a superare gli ostacoli moralistici che lo frenavano. Comunque fece buon viso e rimase d’accordo con Jehane sul piano di Miria per incoraggiare e svezzare il povero Koru.La sera a cena Miriam iniziò per prima a tirare al centro dell’attenzione il ragazzo africano, assecondata con perfetta sincronia da Jehane ed Enrico.Esordì: “Sai Koru, oggi ci siamo proprio divertiti al laghetto? Peccato che tu non ci fossi. Abbiamo fatto anche una gara di nuoto ed Enrico lo abbiamo messo sotto. Jehane l’ha quasi stracciato!”Koru, rispose timidamente: “Io avevo da fare! Poi rivolgendosi ad Enrico, con lui era meno timido:“Come ti sei fatto battere da queste due?”“Erano due contro uno, sai com’è, poi queste streghe baravano!”“Ma va là!” intervenne Jehane “Sei una schiappa! Poi non avevi occhio che per le nostre tette”“Come dicevo? Non eravamo ad armi pari“ rispose Enrico ridendo.“E già! Si è visto!” intervenne Miriam acidaKoru cominciava a divertirsi, partecipando alle conversazioni, bene orchestrate dagli altri tre per metterlo a suo agio.Il tempo volava, Koru appariva disteso, loquace, era contento. Stava bene in quella compagnia.Guardava con gioia quell’angelo di Miriam, bella come il sole, che gli rallegrava il cuore solo ad ammirarla. Ricordandosi anche le magnifiche forme che aveva scorto nel pomeriggio lo facevano fremere, Che meravigliosa creatura! Era un sogno per lui!Anche la bella Jehane le appariva sotto una luce diversa. La vedeva disponibile, aperta nei suoi confronti. Non altera ed indifferente come l’aveva sempre conosciuta. Certo anche lei era un sogno per lui, con quel corpo conturbante, quelle forme, quella natura vogliosa che lui aveva scandagliato, di nascosto, con la macchina fotografica.Anche Enrico, era un ragazzo simpatico,che lo considerava interessandosi ai suoi progetti. Non era certo scostante come tanti altri conoscenti che lo snobbavano.Si fece tardissimo, qualcuno cominciava a sbadigliare. Si ritirarono nelle proprie stanze.Koru, prima di addormentarsi, rifletteva sulla giornata. Non si era mai trovato così bene in mezzo agli altri come in quella sera. Era sorpreso e contento dell’insolita dolcezza di Jehane e riandava al suo meraviglioso corpo che svariatissime volte lo aveva fatto eccitare fino all’estreme conseguenze che si esaurivano con la solita penosa masturbazione. Si era aggiunta in quella giornata quello spettacolo della natura che era Miriam, da fargli perdere il fiato quando l’aveva vista nuda e maestosa insieme a Jehane.Il ragazzo con le dolci visione di quelle ninfe si addormentò.Nella stanza affianco, anche Jehane riandava con il pensiero al pomeriggio trascorso. Il ricordo di quel potente strumento che penetrandola aveva allargata la su natura vogliosa, le faceva ritornare il desiderio di riaverlo dentro in quella fessura che ora languiva e s’inumidiva. Non riusciva a chiudere occhio per il desiderio. La furtiva e violente scopata nel laghetto le aveva lasciata la voglia addosso non sopita. Si addormentò soltanto dopo aver deciso che all’indomani avrebbe dischiuso di nuovo quel mazzuolo fra le sue cosce, fin nel profondo della sua vagina. Nel piano di Miriam c’era un vuoto che ella avrebbe riempito all’insaputa di questa. Sapeva con certezza come approfittarne per godere di nuovo con quel randello che le faceva gola. Ormai aveva capito con certezza del particolare feeling fra Miriam ed Enrico e se non fosse stato per questo si sarebbe già precipitata nella stanza per farsi scopare da quel portentoMiriam, a sua volta, distesa nel letto al lato opposto di dove era Enrico, nel camerone, non era meno tormentata. Lei quel pomeriggio era stata costretta ad assistere impotente, con rabbia, alla improvvisa scopata del fratello con l’altra, ne era rimasta scossa ed eccitata. Jehane aveva goduto con soddisfazione. A lei era rimasta la smania addosso. Pensava che in quella stessa stanza, l’oggetto del suo desiderio era a portata di mano. La voglia irresistibile, fece alzare Miriam, che furtivamente si avvicinò al letto del fratello. Almeno ammirarlo chissà!Enrico dormiva! Lui era il più stanco di tutti. Si era sfibrato nel pomeriggio, lottando con le due ragazze, poi a cena fu l’unico che aveva fatto onore al delizioso Brunello. Dormiva sereno e soddisfatto.Era tutto scoperto per il caldo. Indossava solo un boxer con lo spacco centrale tenuto da due bottoni. Era in evidenza il gonfiore del pene sotto la stoffa del boxer. Lei lo guardava golosa, una forza irresistibile le fece portare la mano sopra, solo a sfiorarlo poi insinuò le dita fra lo spacco del boxer slacciando i bottoni. Ci volle poco a mettere a nudo la verga appoggiata sulla coscia, già maestosa così a riposo, non indugiò molto ad accostarvi la mano sopra, accarezzandola amorevolmente. Miriam completamente nuda, si inginocchiò ai piedi del letto, ammirando quel meraviglioso fratello che adorava, che sentiva di amare, come una donna il proprio uomo. Lei lo sentiva suo, ma come fare a farsi possedere? Desiderava ardentemente di perdersi fra le sue braccia, essere invasa da quella tremenda clava di cui ora lei ne saggiava la consistenza a riposo.Era ansiosa ed eccitata. Prese la decisione estrema. Avrebbe rubato quel dardo come aveva fatto nel pomeriggio la cugina negra! Miriam pensava che se riusciva ad infilarselo dentro, lui se ne sarebbe accorto troppo tardi e poi non avrebbe più avuto la forza di respingerla. Avrebbe dovuto per forza sfogarsi nella sua fica già infuocata. Si avvicinò di più, salì sul letto con infinita cautela, Si posizionò a gambe larghe attorno alle anche del fratello, con circospezione, facendo attenzione non svegliarlo. Tenne sollevato il membro che aveva già una dimensione considerevole, a pochi centimetri dalla vulva vogliosa. Cominciò lentamente con delicatezza a massaggiare quella meraviglia, che Miriam vedeva prodigiosamente ingrossarsi nella mano, mentre il suo cuore sembrava saltarle in gola per l’ansia ed il timore del risveglio del fratello. Ma Enrico era nel primo sonno. Oddio, stava per riuscirci! Miriam frenetica, saggiata la sufficiente consistenza per essere penetrata, allargo con due dita la fessura fradicia di umore e senza indugio si abbassò. Quale sensazione di orgoglioso possesso. Si sentiva tutta riempita, allargata dentro mentre la gonfia cappella che entrava. Spinse il pube fino in fondo finche quel randello non fu tutto immerso in lei tanto da sentirsi toccare l’utero.Finalmente, l’aveva tutto dentro anche lei. Si era arcuata all’indietro, desiderandolo ancora più dentro, spalancando la bocca estatica. Quella gioia durò pochi secondi poiché Enrico non poteva non svegliarsi. Il palo era tutto inficcato, ritto in quel tepore fantastico. Aprì gli occhi e subito:“Ma sei pazza, incosciente!” Esclamò.“Oh Enrico, sono tua, senti, tienilo tutto dentro. Ti voglio..oh amore mio! Muoviti!”“ Non posso! Sei mia sorella! Non è giusto! Sarebbe un incesto!”“Si, voluto da me ! Ti prego fammi tutta!”Ma Enrico con uno scatto riuscì a rialzare sua sorella, che ricadde seduta sulle sue cosce.Miriam era disperata, piangeva quasi per la delusione, abbattendosi sul petto del fratello che la abbracciò con tenerezza.Che tortura, però, per il ragazzo? Sentiva di desiderala con tutto se stesso. Quanta forza ci volle, per riuscire a combattere l’istinto di infilarsi di nuovo quella vulva calda sopra di lui! Riuscì solo ad accarezzale delicatamente il collo, la schiena, i glutei rotondi e sodi.Miriam pensò che il fratello stesse per cedere, l’erezione era in piena evidenza sotto il suo pube. Fece un altro tentativo, speranzosa mentre Enrico continuava a ripetere a se stesso: “Non posso! Non posso!”Fu lei a muoversi:Sdraiata com’era a cavalcioni, risalì lungo l’asta rigida e quando la punta fu all’altezza della fessura infuocata, ridiscese lasciandosi di nuovo infilare da quella verga sospirata.Era divino! Di nuovo dentro! Sospirava Miriam al settimo cielo, si mosse subito come una dannata per costringerlo a reagire.Questa volta Enrico, fece uno sforzo immane su se stesso, la respinse di nuovo, uscendole dal ventreLa scongiurò, scostandola con delicatezza.“Ti prego tesoro! Non puoi. Non possiamo! Facciamoci una doccia fredda. Ti scongiuro!”Fu lui a muoversi, avviandosi verso il bagno vicino, nello stesso camerone. Era vergognosamente eccitato però! Quel dardo sembrava di pietra ora. Era dolorosa quella erezione.Entrò nella sala da bagno accostando la porta Entrò nel box doccia. Aprì l’acqua fredda sperando di sbollire quella tortura. Quando Miriam udì lo scroscio della doccia entrò a sua volta e vide che il fratello reggeva il membro masturbandolo sotto l’acqua.“Non lo fare!” esclamò Miriam, entrando sotto la doccia, dove il fratello fermò il movimento lungo la grossa asta. Miriam s’inginocchiò, sotto il getto che quasi la soffocava e prese in bocca il glande, si sostituì alla mano del fratello e ingoiò quanto più poteva di quella verga turgida.Enrico, impietrito, si lasciò succhiare da sua sorella, esplodendola in bocca i getti potenti del suo sperma.Miriam con fatica ingoiò l’abbondante semenza che le aveva colpita la lingua ed il palato. Poi finito di leccare si alzò, aderente con tutto il corpo a quello di suo fratello.“Ti amo, Enrico, è stato bello!”Il fratello intenerito la masturbò, li sotto la doccia, con due dita nella fessura calda ed una mano su un seno torturandolo, fino a farla fremere nell’orgasmo. Chiusero l’acqua. Si asciugarono l’uno con l’altra e lei riuscì ad ottenere dal fratello a farsi baciare tutto, dal collo, al ventre, al pene, ai testicoli. Lei non lo baciò sulla bocca, aveva ancora nella sua il sapore dello sperma. Ma si lavò i denti in fretta e, infine, gli diede un vero bacio , che lui restituì.“ Andiamo a dormire nello stesso letto”Tentò di ottenere Miriam.Lui sorridente scosse il capo.“No sei una tentazione continua, meglio stare distante da te”“Ma l’incesto è già avvenuto? Mi hai penetrata per ben due volte, anche se ti sei sottratto subito. Io ho ingoiato il tuo sperma, mi hai fatta godere, come stamani in macchina. Ti prego tienimi con te. Starò buona, buona.”“Ti prego tesoro, non insistere altrimenti dovrò andare a dormire sul divano giù in cucina.”“Ma ormai è fatta amore mio! Non puoi farci più niente! Sei stato immerso nel mio ventre. L’ho sentito fino alla bocca dell’utero. Mi hai goduto in bocca!”Enrico fu irremovibile, accompagnò Miriam al suo letto e si diresse verso il proprio.Il ragazzo era combattuto per ciò che provava per la sorella, anche se al momento i sensi si erano calmati, continuava a non volere ammettere l’incesto con lei, ma qualcosa lo rodeva comunque, in fondo lui aveva goduto in lei, non nel ventre, ma in bocca e l’aveva portata all’orgasmo come il mattino presto in macchina. Sia pure in modo incompleto erano stati amanti! La sorella aveva ragione l’incesto c’era stato.Purtroppo la realtà li divideva, lei non poteva essere mai una compagna ufficiale, un’amante, una moglie.Lui voleva credere che Miriam avesse avuto un attimo di smarrimento, come l’aveva avuto lui, in seguito alla delusione che aveva provato con Niko. Aveva scambiato la tenerezza che lui le aveva dimostrato, per amore. Ma ecco che si sentiva ipocrita perché lui desiderava quel corpo meraviglioso, voleva stringerlo a se con forza, perdersi in quella natura calda che ormai aveva assaggiato. Non c’era che dire, aveva perso proprio la testa per quella femmina deliziosa che era sua sorella. Non sapeva cosa pensare più: se fosse amore o soltanto desiderio sessuale e non era più sicuro di resistere. Una voce però lo cissava: “Lasciati andare, non resistere più, devi solo amarla con tutto te stesso, vuoi che si butti di nuovo nelle braccia di qualcun altro?”Concluse prima di addormentarsi che non desiderava resistere, ma che ci avrebbe ripensato ancora domani.
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