E’ bello addentrarsi nella campagna veneta, ricca di storia e di gente che si guadagna da vivere con il sudore della fronte, qui nel periodo susseguente l’ultima guerra, sono stati tra i primi a rimboccarsi le maniche per la ricostruzione, alla ricerca di quel benessere che mancava da fin troppo tempo.Giuseppe è un commerciante poco più che quarantenne, non molto colto ma dalle idee geniali, in breve diventa proprietario di alcuni magazzini all’ingrosso e di una piccola impresa di trasporti, entra nella categoria dei nuovi ricchi, che in pochi anni soppianta alcuni casati in decadenza: dopo l’armistizio infatti diversi nobili sono stati incapaci di restare al passo con i tempi ed hanno cominciato a disperdere buona parte delle loro proprietà.Alla fine degli anni cinquanta Giuseppe ha già acquistato un ricco possedimento nella provincia padovana, con annessa una bella costruzione patrizia, ove ha costituito la sua dimora con la moglie Carla, una bella donna bionda di qualche anno più giovane di lui, e l’unica figlia vent’enne Valentina, che finiti gli studi superiori si è iscritta all’Università di Padova, Facoltà di Giurisprudenza.E’ qui che Valentina conosce e si innamora di Filippo, un ventiduenne alto e moro, statuario e dallo sguardo tenebroso, iscritto al terzo anno di medicina, che è sempre inseguito da un codazzo di coetanee che cercano di contenderselo.Filippo non ha molti grilli per la testa, viene da una famiglia umile che fa fatica a mantenere i suoi studi all’università, non si lascia distrarre dalle molte gonne che gli girano attorno, ricambia però le attenzioni di Valentina, con la quale inizia uno splendido rapporto d’amore.Non si sottraggono al dovere dello studio e riescono nel contempo a costruire una storia straordinaria, che passa dai primi baci timorosi attraverso interi pomeriggi di approcci per giungere là dove la fantasia li spinge, soprattutto Valentina; anche se Filippo ha qualche esperienza in più sono entrambe dei neofiti, ed ogni effusione d’amore che rappresenti un qualcosa di diverso è per loro fonte di travolgente passionalità.Valentina pur non essendo affatto una ragazza poco appariscente, quindi in grado di accettare il confronto con molte della sua età, ha qualche eloquente timbro di gelosia nelle occhiate che alcune coetanee rivolgono a Filippo, che a volte paiono proprio delle sfacciate provocazioni.Filippo sa cogliere l’imbarazzo della fidanzata ed in alcuni casi ne alimenta il turbamento con studiati accenni, al solo scopo di pretendere di più quando si ritroveranno appartati e potranno dar sfogo alla loro insaziabile fame di sesso.A Valentina piace farsi leccare la passerina per delle mezz’ore, è un susseguirsi di orgasmi che anziché far scemare la libidine, la accresce senza quasi lasciar spazio a qualche attimo di rilassamento, è un fuoco che riverbera di continuo alimentato dai piaceri della carne; è diventata brava anche lei a succhiarlo, a far avvelenire quel batocchio che le gonfia le gote, e che si esaspera in attesa di fiondare tutta la sua irruenza con l’esplosione finale.L’unico ostacolo a questo grande amore, è apparentemente frapposto dal papà di Valentina, il quale ha immaginato per la figlia un uomo di più elevata estrazione sociale, di buona famiglia, preferibilmente abbiente, come ancora vuole la consuetudine in quel periodo, in cui i matrimoni hanno prevalenti interessi economici, al fine di accrescere e consolidare i patrimoni dei futuri sposi.Filippo in questo senso non è certo la persona giusta, figlio di umili braccianti, è stato sì cresciuto con principi rigorosi ma nella sua famiglia manca una delle due componenti essenziali, il denaro, che anzi scarseggia, tanto che solo a costo di enormi sacrifici familiari egli riesce a frequentare l’università.Sebbene Valentina avesse più volte tentato di ammorbidire questo aspetto, era sempre un motivo di tensione quelle poche volte che incontravano Giuseppe, egli dava chiaramente la sensazione di non gradire che Filippo frequentasse la figlia.In alcuni casi vedendolo imbronciato per questo motivo Valentina diventava la più dolce delle amanti: vedrai si convincerà del nostro amore, il papà sembra burbero ma di fatto è un pezzo di pane, non opporrà ostacoli e poi la mamma è dalla nostra parte.Nel minuscolo mini che Filippo ha preso in affitto, per non venir avanti indietro dalla provincia di Vicenza, quel giorno è particolarmente adirato: non so se valga davvero la pena che io mi leghi con te, credo che i veti di tuo padre siano insormontabili, lui non mi vuole, tanto vale che ci frequentiamo quando ne abbiamo voglia ma che ci teniamo liberi sentimentalmente e non facciamo programmi futuri.Queste parole mettono in sconforto Valentina: no, no, non dire così, tu sei il mio uomo e sarai mio marito, il padre dei miei figli, te lo giuro, non oso pensare di vederti con qualche altra, ti amo, ti desidero, ti voglio mio per tutta la vita.Voglio darti tutta me stessa, potrai chiedermi qualunque cosa, sarò la migliore delle mogli e delle amanti, dimmelo che è questo che vuoi?Filippo guarda la bellezza di quel viso, reso ancor più affascinante dalle accentuate vibrazioni del corpo e dalla lucentezza degli occhi, per la prima volta in vita sua avverte un potere sconosciuto, un senso di dominio, sono seduti sul letto appoggiati con le spalle alla parete, le carezza il viso, e mormora: dici sul serio, sei davvero sincera fino in fondo, allora cosa aspetti, succhiamelo, voglio sborrarti in bocca.Non si erano mai spinti a tanto, e nemmeno con quel tono di volgarità, a Valentina sembra non dispiacere quel mutamento, lo fulmina con occhi colmi di libidine prima di abbassarsi a sbottonare i pantaloni, sfodera la spada sguainata e borbotta con voce arrochita: mi piace quando fai il porco e mi tratti come una sgualdrina, per te sarei disposta a qualunque sozzeria pur di farti felice.I giochi con l’andar del tempo diventano più spinti, più viscerali, più intensi, più stimolanti, anche se l’ostacolo paterno si dissolve in una bolla di sapone per una mera fatalità, quando una domenica pomeriggio Filippo, recandosi verso la casa della fidanzata, passa davanti ad uno dei magazzini e vede una porta sul retro spalancata.Si avvicina con circospezione e con una certa apprensione, temendo magari di trovarsi di fronte a dei malviventi, entra e non coglie alcun rumore sospetto, crede quindi sia stata una dimenticanza mentre sfila attraverso un corridoio che conduce al reparto uffici, ove scorge delle luci accese.Quello che gli si profila davanti ha lo stesso effetto di un pugno sullo stomaco: Giuseppe è appoggiato con il sedere ad una scrivania, ha i pantaloni abbassati, ed un ragazzo che riconosce come uno dei garzoni dipendenti del magazzino, gli sta succhiando l’uccello.In un attimo si rivede ragazzino quando con i coetanei negli ampi spazi verdi adibiti a campi da gioco, a volte si appartavano in due tre per sfoggiare le loro giovani virilità, erano i tempi delle prime manipolazioni segaiole, delle molte falsità per far valere uno sull’altro le migliori conoscenze sessuali ed i primi insignificanti tentativi con le coetanee, dei quali si ingrandivano i contenuti.Giochi che oltre alle balle che si raccontavano tra loro finivano sempre con rapidi spruzzi al vento, dopo confronti e misure su quello che ce l’aveva più grosso.Ma è uno solo il ricordo che ancora lo turba, un pomeriggio mentre stava rientrando a casa dopo uno di questi incontri tra ragazzi, venne fermato da un signore sulla quarantina, che a quel tempo vedeva come una persona anziana, lui lo chiamò per nome e disse di essere una guardia seppure vestiva in borghese, mostrò un tesserino e disse apertamente che era da diverso tempo che controllava quello che faceva con i suoi coetanei.Filippo tentò di negare ma quell’uomo gli incuteva paura, minacciava di voler entrare in casa a parlare con suo padre, disse che aveva le prove e che era disposto a fornirle sugli stessi luoghi d’incontro; non gli fu difficile convincerlo a seguirlo attraverso i campi di giuoco, fin dove erano soliti appartarsi.Ho visto che delle volte lo prendi in mano ai tuoi amici, di solito vi nascondete proprio qui, non è vero?Filippo annuiva con il cuore in gola, finì con accondiscendere e sedersi sull’erba per prenderglielo in mano, quell’uomo aveva un cazzo tozzo e molle, faceva fatica a diventar duro, gli faceva schifo ma lui gli tratteneva la mano con forza insistendo perché glielo menasse, si sentiva in trappola e non vedeva l’ora di concludere quella schifosa esperienza. Dopo un tempo interminabile avvertì le pulsioni che anticipavano l’orgasmo e la mano dell’uomo che voleva abbassargli la testa perché lo prendesse in bocca, tentò di resistere ricevendo in viso gli spruzzi di sperma nello stesso momento in cui l’uomo si rilassava: fuggì in un lampo correndo all’impazzata, non lo vide mai più.Come Giuseppe si scarica nella bocca del ragazzo un principio di follia omicida si impadronisce di Filippo che irrompe nella stanza, facendo scappare a gambe levate il giovane dipendente; comincia a colpire con calci e pugni Giuseppe ingiuriandolo con epiteti irripetibili, finisce con il mollargli un paio di ginocchiate al basso ventre quasi volesse renderlo definitivamente impotente.Giuseppe piange come un bambino e lo implora di calmarsi: perdonami, perdonami, è una cosa più forte di me, è scoppiata all’improvviso circa tre anni fa, prima non ero così, te lo giuro, non dire nulla a mia moglie ed a mia figlia, sarebbe una cattiveria inutile che non si meritano.Filippo finisce di sfogarsi e scappa lui stesso lasciando Giuseppe frastornato e contuso, corre attraverso un viale alberato, rinverdito dai colori della primavera avanzata, la collera gli bagna gli occhi e non gli consente di cogliere i profumi dei gelsomini in fiore, è una corsa a perdifiato lunga ed asfissiante che lo fa cadere bocconi sull’erba di un prato, qui riesce pian piano a calmarsi anche se alcuni sussulti di rabbia tornano repentini e gli inveleniscono il sangue.Per diverso tempo tra i due insiste una pace armata, Giuseppe preoccupato per i risvolti dell’accaduto, ammorbidisce in famiglia il suo atteggiamento nei confronti del futuro genero, comincia anche a tesserne le lodi per la sua educazione, serietà e profitto negli studi, si spinge a dire che sarà di sicuro un buon partito per Valentina, confermando le impressioni della moglie e riuscendo a far impazzire dalla gioia la figlia.Non vi è più stata occasione per Filippo di incontrarlo da solo, né lui l’ha cercata anche se si sta convincendo che la situazione deve essere chiarita definitivamente; quell’impasse lo logora ed anzi a volte si accorge di essere gratuitamente ruvido nei confronti di Valentina, specie quando la scopa alla pecorina come a lei piace tanto, in quei momenti avverte una sorta di rabbia interiore quasi dovesse far pagare alla figlia i torti del padre.Nel contempo ha rivolto maggiori attenzioni verso Carla, la madre della fidanzata, quasi a voler scoprire con occhio indagatore quali siano le sue reali conoscenze sulle deviazioni sessuali del marito; si convince che deve essere all’oscuro di tutto, nel vederla ancor bella ed affascinante, matura sì ma ancor vivace e giovanile, ha un chiodo fisso nella testa: accertare quali siano gli attuali rapporti con il marito, che lui ha scoperto con tendenze omosessuali.E’ da tempo che Valentina deve recarsi a Verona a trovare la vecchia nonna materna, che ultimamente non sta nemmeno tanto bene di salute, è vedova e vive sola in un appartamento spazioso, ha promesso che si fermerà con lei qualche giorno ed è la mamma ad accompagnarla in macchina.Fuori di ogni dubbio questa è l’occasione propizia per Filippo che decide di affrontare il futuro suocero, si incontrano nel suo ufficio e Giuseppe è in evidente imbarazzo, vorrebbe riprendere a scusarsi ma l’altro lo blocca evitandogli penosi tentativi di arrampicarsi sugli specchi, vuole invece conoscere la verità fino in fondo ed è lui a pretenderla.Giuseppe confessa con fatica che ha avuto fin da ragazzino qualche stimolo omosessuale, peraltro sempre contenuto, dopo aver conosciuto la moglie Carla questo istinto pareva essere definitivamente svanito, è stato un matrimonio felice e con rapporti sessuali continuativi, allietato anche dalla nascita di Valentina.Da più di cinque ormai ha invece perduto ogni attrazione verso la moglie e gli si è riaffacciato prepotentemente il tarlo dell’omosessualità, è riuscito a trattenersi ancora per diversi mesi più che altro nel timore di uno scandalo, poi è diventata come una droga, ogni volta che la voglia lo assale si pone alla ricerca di qualche incontro, sfidando anche le più elementari regole di riservatezza, la necessità di un rapporto orale lo rende irrazionale.Giuseppe alla fine della confessione è stremato, Filippo lo guarda con un certo disgusto ma anche con compassione, in qualche modo lo vede come uno sciagurato che giunto all’orlo del precipizio non riesce a trattenersi e si butta togliendosi la vita, perché è questo che in sostanza gli è successo in casa, con la moglie ha qualche sporadico rapporto sebbene non riesca più a soddisfarla da almeno tre anni.La voce di Filippo lo scuote dal torpore in cui è caduto dopo la frammezzata esposizione: da oggi sarò io a prendermi cura della famiglia, anche di tua moglie, prima che lei cerchi fuori delle mura domestiche quello che tu non riesci più a darle, tu pensa a far produrre il tuo lavoro ed a guadagnare molti soldi, voglio che i tuoi averi siano cointestati con moglie e figlia, fintanto che non sposerò Valentina mi aprirai un conto personale alimentandolo mensilmente con una cifra che stabiliremo.Ti avverto, fai pure le tue sporche cose di nascosto ma vedi di non farti mai scoprire, se succedesse uno scandalo potrei anche ammazzarti, in casa devi continuare a comportarti con serietà, questo segreto lo terremo solo per noi, ci penserò io a soddisfare tua moglie, tu devi rimanere testimone passivo, agevolare le mie iniziative ma mai intrometterti, se vuoi potrai guardarci di nascosto chissà che non ritrovi gli stimoli giusti.Grazie Filippo, grazie della tua comprensione, sospira Giuseppe.Non ringraziarmi, non lo faccio per te seppure mi fai pena, sappi che continuo a nutrire nei tuoi confronti un profondo disprezzo, ora che Valentina sta via qualche giorno organizziamo una cena alla villa, sarai tu a dire a Carla che ci tieni ad invitarmi per veder consolidato il fidanzamento e programmato il matrimonio.La cena si sviluppa come concordato, Giuseppe mesce più vino del solito alla moglie, che arriva al dessert con le gote color porpora e con gli occhi lucidi, l’ebbrezza le smozzica le parole tanto che a tratti sembra affetta da una forma di afasia.Il padrone di casa chiede scusa a Filippo dicendo che deve ritornare al magazzino per controllare dei conti, la signora Carla lo guarda con fastidio ritenendo la sua uscita di scena come un gesto di maleducazione nei confronti dell’ospite.Appena la porta si chiude alle sue spalle, Carla si rivolge al futuro genero biascicando con la lingua impastata dall’alcool: scusalo Filippo ma è sempre indaffarato, non è per mancanza di riguardo nei tuoi confronti, anzi è da un po’ che mi parla molto bene di te ed è felice che tu sposi nostra figlia, vieni andiamo di là in salotto, lasciamo tutto qui tanto domani ci pensa la cameriera a sistemare, è meglio che prepari un altro caffè, ho la testa che mi gira, forse ho bevuto un po’ troppo.Tutto si è svolto come previsto, Filippo aspetta che la donna rientri in salotto con il vassoio contenente due tazzine di caffè fumante, la osserva mentre si siede nella poltrona del divano davanti a sé, mostrando una buona fetta di cosce; Carla si accorge che il ragazzo la sta guardando attraverso la fessura delle ginocchia leggermente scostate, ha un nuovo sbuffo di calore che infiamma il viso mentre le dita non riescono a frenare un leggero fremito, che scuote il cucchiaino dentro la tazza.Le parole di Filippo la mandano in stato confusionale: io e Valentina ci vogliamo molto bene, è una ragazza eccezionale in tutti i sensi, mi auguro che diventi come lei quando sarà una donna matura, mi scusi se posso sembrare impertinente ma lei è proprio una donna affascinante!Carla ha un riflusso emozionale, si sistema meglio seduta senza accorgersi che così facendo scopre di più le cosce alla vista penetrante del giovane, che ora può arrivare fin dove le calze nocciola si confondono con la pelle, assieme ad un barlume di triangolino bianco, poi mormora impercettibilmente: dai non scherzare, mi stai adulando, è carino quello che dici, non c’è paragone, mia figlia è fresca come una rosa, io sono quasi appassita.Filippo si alza mettendosi a sedere vicino alla futura suocera, la cui agitazione ora le fa tremare vistosamente la tazzina che ancora trattiene tra le mani; gliela toglie e la posa sul tavolo aggiungendo: no signora dico sul serio, non scherzo affatto, lei è una donna davvero molto bella, mi piacerebbe confidarmi anzi che ci confidassimo, che il nostro legame divenisse più stretto, sempre che lei sia d’accordo.Se ti fa piacere lo fa anche a me, scusami ma mi sento turbata, sono come in apprensione, sarà forse il vino che ho bevuto ma mi sento impacciata, è meglio che cominci tu, cosa vuoi che ci confidiamo?Ho come la sensazione, aggiunge Filippo carezzandole la mano che ella tiene sul grembo, che lei si senta trascurata, che Giuseppe non la soddisfi più come una volta, una donna appagata ha il volto radioso, certe sfumature si colgono nei gesti, nelle parole, ed io mi reputo un attento osservatore.Oh sì, è vero, non credevo che qualcuno potesse accorgersene.Guardi Valentina, quando a volte ci appartiamo fingendo di studiare assieme, lei lo sa che finiamo con il fare all’amore, avrà letto anche lei la felicità che traspare negli occhi di sua figlia, non può dirmi che non se ne è mai accorta, lei è una deliziosa sporcacciona, vuole sempre che le lecchi la passerina prima di scoparla.Carla ha come uno spasmo, abbandona la testa all’indietro e sussurra: sì, sì è vero, me ne sono accorta da tempo, a volte avrei voglia di origliare, di spiarvi, sono persino gelosa della felicità di mia figlia, forse perché i rapporti con mio marito si sono ridotti al lumicino.Non deve essere gelosa Carla ci sono qua io, posso soddisfare le esigenze di entrambe, alitò Filippo avvicinandosi con la bocca ad un lobo fino a sfiorarlo con le labbra.No, no, non potrei mai tradire la fiducia di mia figlia, tu sei il suo fidanzato, un domani vi sposerete, sarebbe come commettere un peccato mortale di cui portare il rimorso per tutta la vita.Ti sbagli suocera, sono convinto che Valentina approverebbe pur di veder ritrovata la felicità di sua madre, baciami adesso, non pensare a tua figlia, riassapora la gioia dell’amore vero.Le bocche si incollano, le lingue si intrecciano sfidandosi in un duello rusticano, le mani si spostano nei punti più sensibili, tra un sospiro e l’altro Carla oppone l’ultima insignificante resistenza: no, no, Filippo, basta, non facciamo cose di cui potremo pentirci, in fin dei conti potrei essere tua madre.Filippo si è sollevato, si è aperto i pantaloni davanti a lei che lo guarda allucinata ed eccitata al tempo stesso, sfodera l’asta turgida e la invita a succhiarlo.Oh mio Dio, Giuseppe potrebbe rientrare da un momento all’altro, è troppo pericoloso, borbotta Carla prima di essere ammaliata dal canto mellifluo di quella verga che pulsa davanti a suoi occhi, le labbra si aggrappano al prepuzio, affondano succose verso la peluria infornandolo quasi completamente, è uno spettacolo che coinvolge anche il marito, nascosto ormai da diversi minuti dietro lo stipite della porta.Le iniziali ritrosie sono svanite in un lampo, Carla è affamata di cazzo, si lascia trasportare dalla libidine, lo sugge, lo rincorre con la lingua; Filippo le blocca la testa, le apre quel poco che basta il vestito sul didietro, le spalline scivolano lungo le braccia, il reggiseno scatta sul retro scivolando verso il basso mentre le tette esplodono, scotendosi libere.La scopa così seduta sul divano, con le gambe sollevate assieme al vestito, le mutande strappate di lato, è tanta la voglia che non hanno nemmeno il tempo di spogliarsi, Carla rincula ad ogni stoccata di quel cazzo grosso e fiero che la sta sconquassando, i corpi si tendono, si flettono in una danza armoniosa e primigenia, si fondono in un amplesso che li lascia boccheggianti.Valentina non è ancora tornata a casa quando Filippo incontra di nuovo la suocera, è una tarda mattinata e Carla lo accoglie sulla porta in uno stato di evidente agitazione, non vi sono più i fumi dell’alcool che annebbiano i sensi ma è rimasto il ricordo di un piacere travolgente ed indimenticabile, pur se le intrinseche insidie di quel nuovo faccia a faccia sono più che tangibili.Ciao come stai sussurra Carla come se avesse timore che quel saluto potesse giungere a Luana, la serva, che nel distante reparto notte della casa, sta riordinando le camere.Bene, ho pensato al meglio ed ho deciso che mi prenderò cura anche di te; così dicendo Filippo le avvolge il collo con le mani attirandola a sé, lei tenta di sottrarsi ma poi si disunisce abbandonandosi alle emozioni di un bacio passionale che toglie ad entrambe il respiro.No, no, non possiamo continuare, mormora Carla ansante quando finalmente si staccano, è troppo pericoloso, non voglio compromettere il futuro di mia figlia, che ti ama e non può permettersi di veder condiviso il marito, addirittura con la madre.Filippo non le risponde, la prende per un braccio e la trascina dolcemente nell’attigua cucina, la fa sedere su una sedia e le carezza il volto: non hai capito bene, quello che voglio da te non sono le stesse cose che voglio da Valentina, lei è la mia donna e lo sarà per tutta la vita, non rinuncerò mai ad amarla dal profondo dell’anima, con te è diverso, debbo sopperire alla mancanza di sesso, che come ho intuito tuo marito non è più in grado di darti, non voglio che un domani tu possa cercarlo fuori delle mura domestiche.Se tu lo facessi e se si venisse a sapere diventeresti una puttana additata da tutti e ne andrebbe di mezzo il buon nome della famiglia di cui anch’io un giorno farò parte, sei ancora una bella donna, molto attraente, ti voglio solo per me, amante e libertina, devi metterti in competizione con tua figlia, tirar fuori tutta la sensualità, dimostrarmi che sei più abile e licenziosa.Ti consentirò di spiarci mentre faccio all’amore con lei, di guardarci nell’ombra mentre le spalanco le cosce per leccare la sua fichetta, mentre me lo succhia con la stessa avidità che ho riscontrato nelle tue labbra l’altra sera, mentre la chiavo alla pecorina con i gomiti sul letto e con le tette che si dimenano ballonzolando libere, seguendo il ritmo della scopata.Oh, basta, basta, mi stai ottundendo con le tue parole, farò tutto quello che vuoi, speriamo di non doverci mai pentire.Adesso tiramelo fuori, ho voglia di fotterti in bocca!Ma, ma, di là c’è Luana fra poco verrà a sistemare anche il salotto, potrebbe vederci, è troppo pericoloso………..Muoviti, non perderti in discorsi inutili, devi imparare a ben immedesimarti nella parte che ho ritagliato per te, qualche rischio si corre sempre ma tu devi essere pronta a tutto, devi aspettarti prove sempre più audaci e per questo sempre più inebrianti.Le mani frementi di Carla si districano nella patta estraendo l’uccello duro, Filippo affonda le mani nei capelli e lascia che le labbra seguano il loro morbido andirivieni, poi blocca la testa e comincia a scoparla togliendole il respiro, fin quasi soffocandola con lunghi fiotti di sperma che si spalmano sul palato ed in gola; i colpi di tosse di Carla, costretta a sputare per terra alcuni filamenti biancastri, attirano l’attenzione di Luana che sta avviandosi verso il salotto, ella incrocia lo sguardo di Filippo proprio nel momento in cui sta rinfoderando il cazzo dentro i pantaloni, svicola in un lampo senza essere vista dalla padrona.Con il maggiolino nuovo fiammante che Giuseppe gli ha regalato, Filippo va a riprendere Valentina dalla nonna, arriva nel tardo pomeriggio ed è una buona occasione per fermarsi a cena; l’anziana signora è felice di conoscere più da vicino quel bel ragazzo che sposerà la sua splendida nipotina, anche se si stanca presto e vuole andare a letto.Sta già dormendo dice sottovoce Valentina rientrando in salotto, si guarda attorno non vedendolo più seduto in poltrona, quando si gira verso la libreria ha un sussulto e gli occhi le si riempiono di lampi indecenti: Filippo è nudo e si tiene tra le mani l’uccello spaventosamente duro.Ti è mancato vero?Oh sì, sì, ti adoro quando fai così, gorgoglia Valentina con voce stridula indirizzandosi a passo svelto verso di lui e chinandosi a leccare quel meraviglioso virgulto.Lascia che la lingua si destreggi guizzante scendendo dal prepuzio allo scroto con la stessa sinuosità di un serpente che cerca di artigliare la sua preda, il ritmo è troppo esasperato e Filippo la blocca sollevandola di peso per distenderla sul tavolo di legno massiccio.Valentina aspetta con ansia che le sfili le mutandine e che le spalanchi le cosce, conosce a memoria il percorso della sua bocca che si avvicina addentando mollemente la clitoride, poi è la lingua che cerca inutilmente di prosciugare quel lago dorato, intrappolandosi tra la peluria color ocra; lei si aggrappa con le mani ai bordi del tavolo e si lascia trasportare da quelle magiche sensazioni che solo le labbra del suo amato sanno donare.Il rituale volge alla fine, Valentina si toglie in fretta di dosso il vestito sgualcito, questa volta lo aspetta supina con le ginocchia sollevate, l’asta vibrante scivola al suo interno ma contrariamente al solito non è un duello all’ultimo sangue, con i corpi che si avvinghiano in una simbiosi che impegna i loro sessi in una cavalcata travolgente ed estenuante, Filippo entra ed esce lentamente al pari di un maglio che lacera sistematicamente la carne trafitta.Sono successe molte cose in tua assenza le soffia addosso Filippo mentre lei si contorce in esasperata attesa di quel ritmo incalzante che la porta in paradiso: sì, sì, raccontami, dimmi, dimmi, amore mio!Mano a mano che entra nel vivo del rapporto con la madre, Valentina borbotta dei flebili: ma sei impazzito, con la mamma, ma cosa è successo; le motivazioni addotte dal fidanzato la turbano ma la eccitano al tempo stesso, lui lo avverte da come le labbra della vagina risucchiano spasmodicamente il membro che la sta penetrando, solo allora accresce il ritmo e riesce a convincerla della bontà di questa scelta.Il giorno dopo tornando a casa Valentina è assorta e guarda di sottecchi Filippo che sta guidando, nella mente le rimbombano le parole della sera prima, le manca ancora qualche tassello nel mosaico che si è fatta in testa, non fa in tempo a chiedere perché il fidanzato la anticipa.Il rapporto tra i tuoi genitori, dal punto di vista sessuale, sta consumandosi come una candela quasi spenta, per te è più difficile ma per un estraneo quale io sono questa situazione era di tutta evidenza, sono cose che capitano dopo tanti anni di vita assieme, loro sono corretti perché hanno mantenuto il rispetto reciproco, quel che più mi preoccupava e la possibilità che tua madre cercasse all’esterno quello in casa non ha più da tempo.L’ho intuito e me lo sono fatto confidare, poi vi ho posto rimedio come ti ho detto.E io piagnucola Valentina con la voce appena impastata, debbo mettermi il cuore in pace e convincermi di doverti dividere con la mamma?Ma cosa dici sciocchina, sei tu il mio unico e solo amore, con tua madre sarà solo una questione di sesso, qualche volta per sopire i suoi istinti che in alcuni casi diventano impellenti, vedrai che ciò finirà per stimolare meglio il nostro rapporto, voglio che tu partecipi guardandoci di nascosto a sua insaputa, che tu possa scoprire alcuni aspetti della mamma che nemmeno immagini, anche lei perde la testa e si lascia andare quando è al cospetto di un cazzo come il mio.Valentina ha gli occhi lucidi, si è eccitata e borbotta: sì, sì sporcaccione, faremo come vuoi tu, come sempre, le tue parole mi hanno fatto venire una voglia…….Aspetta siamo quasi arrivati a casa, togliti le mutandine e piega leggermente all’indietro lo schienale, allungati sul sedile e solleva la gonna, su toccati che mi eccito anch’io.Mentre Valentina si abbandona al piacere della propria mano pizzicando nervosamente la clitoride, Filippo le apre un paio di bottoni della camicetta ed agguanta un seno, accompagnandola nell’automasturbazione fin all’inizio del viale sterrato che conduce alla dimora patrizia ove abita.Scorge Giuseppe che sta passeggiando da solo sul prato erboso avvolto nei suoi pensieri domenicali, accosta e si ferma prima che Valentina lo veda, vuole che si metta in ginocchio sul sedile e gli faccia un pompino, sono ancora distanti dalla villa ed ella non se lo fa ripetere due volte.Quando Giuseppe raggiunge il lato destro della vettura può assistere da oltre il finestrino alla fellatio, la chioma della figlia si sparpaglia nell’abitacolo suggendo con foga l’asta svettante di Filippo, il quale dopo averle sollevato la gonna sul didietro, si inumidisce i polpastrelli nella fichetta irrorata da un profluvio di umori ed aspetta l’arrivo del padre per ficcarle un dito in culo, tenendolo affondato fin che la sborra ne acquieta le membra.Giuseppe con il volto rosso fuoco, fa appena in tempo a ritrarsi e nascondersi per non essere visto dalla figlia che solleva la testa dall’uccello lucido e si guarda intorno prima di scambiare uno sguardo di intesa con il fidanzato, mentre dai lati delle labbra turgide scende qualche rivolo di liquido biancastro di cui è colma la bocca.E’ un giuoco a nascondino quello a cui partecipano tutti in famiglia, all’insaputa uno dell’altro, il regista è lui Filippo, che ci ha preso gusto e non si accontenta più di madre e figlia soltanto. Egli sa che quel mattino in casa non le troverà in casa, sono andate fuori paese per delle compere, apre con le proprie chiavi e si avvia silenziosamente all’interno trovando Luana sopra la scala in salotto mentre pulisce i vetri delle finestre; lei non si accorge della sua presenza fintato che non la saluta, ha un sobbalzo e quasi scivola lungo i pioli.Luana è una ragazzotta di campagna poco più che diciottenne, rubiconda ma non grassa, è andata a servizio da quando quattordicenne ha smesso di studiare come molte sue coetanee, costrette a trovar lavoro per rimpinguare le scarse risorse familiari, si scuote e ricambia il saluto, con il volto infuocato: oh mi scusi signorino Filippo non mi ero accorta del suo ingresso, non c’è nessuno in casa, la padrona e la signorina Valentina sono uscite.Il corto grembiule e la posizione di Luana nulla nasconde alla vista di Filippo che osserva con ostentazione le carnose cosce nude ed i larghi mutandoni consunti di colore beige, di una taglia più larga di quella necessaria alla domestica, che ha un bel culo sodo ed una bella passera nera, la cui peluria è ben visibile attraverso il bordo dell’indumento.Lo so che non c’è nessuno in casa, è per questo che sono venuto, sei tu la persona che cerco, scendi e vieni con me!Ella lo segue all’interno del bagno, ha sempre avuto un timore reverenziale nei confronti dei padroni in relazione anche al suo ceto sociale, alla stessa stregua considera il fidanzato di Valentina, al quale si rivolge con un soffio di voce che nasconde un certo timore: cosa vuole da me signorino Filippo, io non ho visto nulla, non so niente, non parlo con nessuno, sono una serva, mi faccio solo gli affari miei!La fretta di giustificarsi le gioca un brutto scherzo perché se anche Filippo avesse avuto dei dubbi, ora lei ha di fatto firmato la sua confessione per quello che ha visto quel giorno in cucina quando era con Carla; credo Luana che io e te andremo d’accordo, sei una brava ragazza fedele ai padroni, voglio solo che dimostri anche a me la tua fedeltà, e c’è un unico modo per scoprirlo.Sì, sì, signorino, anche lei è un padrone per me, io so essere fedele e muta come una tomba!Filippo chiude la porta della stanza da bagno con la chiave e si siede sulla toletta del cesso soggiungendo: non mi bastano le parole, voglio anche i fatti!Mi…..mi dica cosa debbo fare……Voglio che ti spogli qui davanti a me!D’incanto la paura scompare dal volto di Luana, temeva chissà quali ritorsioni ma a quanto pare il signorino vuole solo approfittare di lei, non è nuova a richieste del genere che le venivano poste anche dove era servizio prima di questa famiglia, in casa le avevano insegnato che ai padroni è tutto lecito, che è solo necessario conservare il posto di lavoro, sa anche che deve fingere un po’ di resistenza prima di concedersi.Balbetta un paio di mi vergogno chinando lo sguardo prima di cominciare a sbottonarsi sul davanti il grembiule da lavoro, ma Filippo coglie al volo la sua arrendevolezza e capisce che non opporrà resistenza: dai toglitelo e sfilati anche il reggipetto!Le grosse tette si affacciano davanti a Filippo che ne osserva i larghi capezzoli scuri e poi comincia a palparlI strofinando i consistenti bottoncini testa di moro che si irrigidiscono istantaneamente, una mano si sposta sulle cosce, risale attraverso la larga fessura dei mutandoni e raggiunge il folto nido peloso, all’interno del quale trova un ampio strato di rugiada.La tipica cadenza veneta si fa strada tra le labbra della serva: oh paroncin el me fa proprio vergognar, no credevo chel fose così sporcacion, prima la paroncina, dopo la mamma, adesso anca la serva, sel vol ghe faso un pompin, me piase tanto ciuciar el casso.Per Filippo è una novità, è la prima volta che riceve una proposta così sfacciata da una donna, perde quella voglia di conquista che è insita in ogni uomo e si sofferma a guardare estasiato la cameriera che si inginocchia ai suoi piedi, glielo tira fuori, lo soffoca tra le grosse tette leccando il prepuzio, mentre esclama: adeso capiso parchè el fa deventar mate le done de casa, el gha un casso fantastico.Poi le parole si spengono soffocate dall’ingoio dell’asta svettante, Luana è una rozza contadina ma una deliziosa pompinara ed ha pure delle altre doti nascoste che Filippo ancora non conosce, egli si affloscia rilasciando i muscoli e scivolando con la schiena sulle piastrelle, si lascia strappare l’essenza da quella bocca avida e golosa, è un fiume di sborra quello che s’infrange sulla gola della cameriera.Ella continua a succhiarlo devotamente mentre trangugia piano tutto lo sperma, che scende gustoso nello stomaco, è fiera del lavoro svolto, solleva gli occhi lucidi e socchiude le labbra borbottando: el gha proprio un bel casso, sel vol el pol anca pisarme in boca, me piase tutto, el dirà che so na porsea, ma el casso me fa proprio morir!Filippo guarda quasi con incredulità la cameriera che deglutisce senza affanno il sottile getto di piscio che comincia a defluire, anzi lo aiuta a svuotarsi movendo appena le labbra sul glande, che alla fine tende a rammollirsi.Nei giorni a seguire gli incontri con la serva avvengono solo sporadicamente, in casa vi è sempre qualcuno ed egli non può permettersi di compromettere le relazioni con la fidanzata e la madre, anche se in quelle rare occasioni che può approfittare della contadinella scopre sempre qualcosa di nuovo; ella vive in una dimensione in cui il sesso viene interpretato come un dovere, non è volgare ma al limite della spudoratezza, perché così le è stato insegnato e lo esprime con semplicità, senza arrossire, come quando gli chiede che le sfondi il culo con il suo bel casso.Manca solo che Filippo si trasferisca definitivamente in casa dei suoceri, è lì a cena quasi ogni sera, ogni occasione è buona per festeggiare il vicino matrimonio, si è instaurata una sottile competizione tra madre e figlia, attraverso una sorta di velata complicità che nulla rivela, ma tutto lascia immaginare una dell’altra.Giuseppe si defila sempre più spesso, preferisce dedicarsi all’appagamento delle sue tendenze omosessuali più che assistere di nascosto alle performance di moglie e figlia, che riescono solo a turbarlo, ha di fatto lasciato campo libero al futuro genero, il quale gestisce al meglio questo nuovo ruolo che si è autodeterminato.A Filippo piace cogliere l’ansia che compare in Valentina e la madre quando approccia con una delle due, ognuna teme di essere scoperta dall’altra in atteggiamenti spinti, anche se non sanno sottrarsi alle lusinghe di quello che è ormai diventato il vero uomo di casa.E’ Carla la più affannata quando riceve le attenzioni del genero, teme la vicinanza della figlia, Filippo a volte, dopo cena, la segue, la provoca, la costringe ad assecondarlo, a ribadire con parole sconce la voglia di sesso che le cova dentro.Una sera che sul terrazzo dopo il caffè si soffermano a guardare la luna piena, Carla ha un tremore nel sentire la mano di Filippo che scorre nel solco delle sue natiche sopra il vestito leggero, lui è nel mezzo, dall’altra parte c’è Valentina che tiene abbracciata, con la mano libera insiste nel toccarla, scende cercando il bordo delle mutandine, vorrebbe scostarlo, è troppo lei scappa chiedendo scusa e dicendo che deve andare al bagno.Filippo sa che la fidanzata ha capito quel che stava facendo, la bacia fugacemente sulla tempia e rincorre la madre che tenta di chiudersi in bagno, supplicandolo: no ti prego non puoi continuare così Valentina si accorgerà di certo!Lui frappone il piede sulla porta, non le consente di chiuderla anzi la spalanca e la fa indietreggiare impaurita fin ad accasciarsi sulla toletta: mi è venuta voglia di scoparti, non dirmi che ti dispiace, su intanto succhialo; Filippo pur di spalle avverte il respiro di Valentina dietro lo stipite, è asmatico come quello della madre che glielo sta tirando fuori mormorando: vigliacco, vigliacco, lo sai che non so resistere a queste tentazioni.Le parole sono interrotte dalla suzione, Valentina non riesce a vedere il volto della mamma ma solo il culo di Filippo che si muove con lo stesso ritmo del randello che affonda nella bocca sformata di Carla; la figlia è costretta a scappare nell’ascoltare il fidanzato che interrompe il pompino, invita la donna a togliersi le mutande e ritornare in terrazzo, vuole che resti lì appoggiata alla balaustra aspettando che lui arrivi da dietro per scoparla così sotto il chiaro di luna.Carla pare in trance quando sfila a qualche metro di distanza alle loro spalle, che si sono seduti sul divano in salotto, va a prendere silenziosamente la posizione in terrazzo e là resta con il cuore in gola; Filippo tarda per accrescere la sua apprensione, poi lei coglie il brusio delle mani che le sollevano il vestito scoprendola da dietro.Lui le sussurra una bugia per tranquillizzarla: Valentina era stanca è andata a letto, possiamo sfogarci senza timori di essere sentiti, su piegati ed aggrappati al poggiolo!Dietro una finestra socchiusa, Valentina può gustare con due dita immerse nella fichetta l’esilarante amplesso che si consuma sotto i tenui raggi della luna, sua madre ha il vestito arrotolato, il reggiseno è finito a terra e le prosperose tette si scuotono libere in un tutt’uno con il corpo trafitto dall’asta possente: ella ascolta incantata le sconcezze che escono dalle labbra solitamente pudiche della mamma, che incita infervorata il suo cavallerizzo a concludere quell’appassionato amplesso.Con lo stesso criterio Filippo ripaga Carla qualche sera dopo, si apparta con Valentina in un angolo buio del grande salone, la madre non li disturba finge di leggere un libro da tutt’altra parte ma è attenta, cerca di decifrare i bisbigli che giungono quasi spenti, non ha più dubbi quando vede la coperta leggera che si sono messi sulle gambe, sollevarsi sopra la testa della figlia in un inequivocabile movimento.Coglie i respiri ed i risucchi sfregandosi la fica, boccheggiando come se anche lei stesse partecipando, poi il silenzio annuncia la fine di tutto, pure lei si quieta e resta immobile per diversi minuti fintanto che la voce del genero la raggiunge: Carla vieni qui, Valentina ha preso sonno.La donna osserva la scena che le si propone quando Filippo solleva la coperta leggera, la figlia finge di dormire ed ha il viso ancora imbrattato di sperma a ridosso del membro del fidanzato, che mormora: sai ha studiato molto in questi giorni, deve essere stanchissima perché si è addormentata dopo che le ho sborrato in bocca, prendi uno straccio umido e puliscimi, anzi fallo con la lingua!Così dicendo solleva Valentina stringendosela al petto e nel contempo si allunga sul divano in modo che il randello ancora svettante possa librarsi dietro la schiena della ragazza; Carla ha una specie di attacco epilettico, vorrebbe rifiutarsi ma è il piacere del proibito che genera la libido e si inginocchia sul tappeto.Finisce di sfilare in un sol colpo pantaloni e mutande assieme, estrae con circospezione la lingua e la fa scorrere sul glande impiastricciato, malgrado cerchi di muoversi morbidamente, di tanto in tanto la sua fronte sfiora la schiena scoperta della figlia.Valentina ha il cuore in gola, è costretta ad affondare la bocca sullo stomaco del fidanzato per frenare il proprio respiro ansante, lui sussurra alcune parolacce alla madre per innalzare il livello erotico in cui sono tutti partecipi.Con una mano dentro le mutandine della fidanzata Filippo penetra la sua fica allagata, che si contrae spasmodica serrando con le labbra vaginali le dita, al pari di una conchiglia che chiude impenetrabilmente il guscio, è un crescendo di movimenti guizzanti e nervosi, le labbra di Carla affondano sull’asta umettando anche la schiena della figlia, poi è un’altra fiondante esplosione che acquieta i sensi.E’ un gioco al rialzo quello di Filippo nei giorni a seguire, madre e figlia partecipano succubi, ma anche Luana, la cameriera, non perde occasione per farsi inculare da quel poderoso randello di cui il giovane è dotato.Giuseppe assiste per caso ad un incontro tra il genero e la serva, la sodomia lo affascina e si ritrova a sborrare sullo stipite con l’uccello in mano.Trova la forza di chiedere spiegazioni a Filippo, pur con mille cautele gli domanda se non sia troppo provocatorio questo suo atteggiamento in famiglia, ove ormai si comporta come un gallo nel pollaio: al giovane però non sfugge lo sfondo morboso della vera curiosità di Giuseppe quando chiede se anche la moglie gli abbia concesso il culo.No lei no, ancora no, risponde Filippo, ma se vuoi possiamo farlo assieme, anzi potrebbe essere il modo migliore per riavvicinarti sessualmente a lei.Valentina è invitata a cena da un’amica, il pomeriggio lo passa in casa con Filippo, prima studiano ma poi si lasciano andare ai piaceri della carne, è un amore travolgente quello a cui può assistere, quasi sconsolata, la madre di lei nascosta dietro la porta.Quando Valentina esce non manca molto al rientro di Giuseppe, la cena in casa è pressoché pronta ma Carla ha ancora negli occhi le immagini passionali dei due giovani, rivede i loro corpi morbidamente legati in un amplesso interminabile, vorrebbe anche lei un po’ di attenzioni e gironzola trepidante attorno al genero.Filippo finge di accondiscendere ma vuole solo tenerla sulla corda per alimentare il suo stato emozionale, è vestita elegantemente, entro la scollatura le poppe traboccano finemente racchiuse dal morbido reggiseno; la solleva sedendola sul piano cucina, la bacia in bocca mormorando che non hanno molto tempo a disposizione, con la mano si infila sotto la gonna e raggiunge il pizzo umido delle mutandine.Carla è in balia del giovane, in quel momento sarebbe disposta a tutto, anche di farsi scoprire dal marito pur di raggiungere l’apice del piacere, agevola lo scivolar degli slip che sfilano sulle caviglie, si lascia abbassare le spalline e liberare le tette dal reggiseno, è una femmina in calore, sfigurata dalla tensione, che aspetta trepidante di essere presa.Il rumore dei passi preannuncia l’arrivo di Giuseppe, a Carla resta appena il tempo di tirarsi su le spalline del vestito e di scendere dal piano cucina, ha il volto infuocato, Filippo saluta il suocero e si accomodano in sala da pranzo, ove qualche attimo dopo arriva anche Carla visibilmente imbarazzata.Più che una cena per Carla è una tortura, la mano di Filippo, seduto al suo fianco, ristagna stabilmente dentro le sue cosce, i leggeri toccamenti iniziali diventano sempre più sfacciati, le vesti si sono sollevate e lei ha spalancato le gambe allungandosi sulla sedia, fatica a mangiare ed a rispondere alle domande dei commensali, il volto ha via via assunto tutti i colori dell’arcobaleno, sembra in trance quando il marito le chiede: ma Carla che hai, stai male?Con un filo di voce risponde: sì, sì, non mi sento molto bene, scusatemi!Ma qui abbiamo il nostro medico di famiglia, Filippo fra qualche anno si laurea, potresti cominciare a fare esperienza, perché non la visiti?Sorretta per un braccio dal giovane la donna viene portata in camera, un senso di angoscia blocca persino la sua strisciante deambulazione, pare proprio ammalata, viene distesa a letto vestita, poi il giovane riduce la tensione invitando Giuseppe ad uscire: la prego esca, mi lasci solo con la paziente, mormora con tono professionale.Come prestabilito Giuseppe libera il campo soffermandosi dietro la fessura della porta socchiusa; Carla è ridotta ad un ammasso di nervi scoperti, basta un leggero tocco sulla pelle per farla sussultare, è visibilmente scossa e non riesce a frenare l’irruenza di Filippo se non con alcuni bisbigli che le germogliano in gola: mascalzone, mascalzone, vuoi proprio che mio marito ci scopra in flagrante, vuoi davvero che si accorga che sono la tua amante e puttana?Ma non vedi che sei tu che non riesci a controllarti, sembri un’assatanata, mi costringi a calmare i tuoi bollenti spiriti altrimenti sì che fai nascere uno scandalo.Giuseppe si sta masturbando come un forsennato nel vedere Filippo che rivolta sua moglie sul letto, le solleva le vesti per mettere in mostra il bel culo sodo, la fa sollevare sulle ginocchia mantenendola piegata, le spalanca le gambe e le allarga con le dita le grandi della labbra della fica di color rosso fuoco, come se si vergognassero per l’incessante profluvio di umori che scendono lungo le cosce.Costringe Carla ad ammettere con frasi smozzicate che ha una voglia incredibile di cazzo mentre la sculaccia sonoramente per la sua impudicizia, poi la fa sobbalzare infilandole due dita in culo, ben lubrificate dai suoi stessi umori; Carla perde ogni ritegno quando può finalmente imboccare l’asta svettante che Filippo ha sfoderato dai pantaloni.Si è aggrappato con le mani ai seni della donna, li stringe con forza impostando il ritmo con cui la sta chiavando in bocca, pretende che lei allunghi le braccia per raggiungere la fica ed il culo, è uno spettacolo osceno quello che giunge a Giuseppe nascosto dietro la porta, le dita di sua moglie si insinuano ficcanti dentro le fessure mentre le gote si deturpano al passaggio del randello che di li a poco erutta la sua lava fumante.Passano solo pochi istanti, Filippo rifodera l’uccello e chiama il suocero, Carla ha il volto affondato sul cuscino sta ancora deglutendo la sborra, è discinta con il culo abbondantemente scoperto, rabbrividisce nel sentire le parole che il giovane rivolge a suo marito: niente di preoccupante, è solo un po’ di indigestione, necessita di un buon clistere, mi ha detto che non avete l’attrezzatura in casa, scendo a prenderla in farmacia, lei intanto Giuseppe dovrebbe lubrificare il pertugio, può farlo anche con della crema, adesso gliela prendo in bagno.Carla sente la porta d’ingresso che sbatte come se davvero Filippo se ne fosse andato, il marito non parla si limita a grugnire, ha il fiato corto ed intuisce che è alterato dall’eccitazione, le sue dita incremate le sfondano il culo trafiggendola senza alcun riguardo, ella subisce soffocando il fastidio di quella bruciante intrusione con la bocca incollata al cuscino, resta immobile anche quando sente la punta del glande che preme nell’anfratto ancora inviolato.E’ arrogante, duro e prepotente, come da tempo non lo riconosceva, l’uccello del marito che con veemenza affonda nel buco oscuro, facendosi strada senza remore in quel sentiero angusto, la scuote, la sfonda, è rinato il piacere della carne tra moglie e marito, il culmine è dietro l’angolo e lo sfogo intrepido ed incessante.E’ un’altra atmosfera quella si respira in famiglia lontano da occhi indiscreti, Giuseppe ha ritrovato gli stimoli sessuali che aveva in qualche modo perduto, non ha alcuna difficoltà a farsi pagare dazio anche dalla serva, Carla invece è intimorita dagli eventi, il marito non ha mai accennato ad alcunché limitandosi a divenire molto esigente se non quasi volgare, lei soddisfa questa sua ritrovata carica sessuale supinamente, senza far domande anche se talvolta le pretese sono sfacciate.La regola del nascondersi vale la pena viene mantenuta attraverso un patto tacito che ha il suo epilogo quando un giorno a tavola Giuseppe dice di essersi macchiato i pantaloni, Carla prende un panno umido per pulirlo e lui dopo qualche attimo le abbassa la testa: figlia e fidanzato dall’altro lato osservano i capelli scarmigliati che scendono e si sollevano dal livello del tavolo fino a che nel viso contratto di Giuseppe si dipinge un sorriso ebete.Filippo è svelto ad approfittare della situazione: signora Carla, non si sente bene, venga l’accompagno in camera; qui nel buio della stanza il giovane sodomizza la futura suocera mentre lei, in un crescendo di gemiti colmi di libidine e per questo quasi angoscianti, si lascia finalmente trasportare verso quei paradisi erotici che ristagnavano solo nella fantasia.Valentina ed il padre si guardano per un lungo minuto in silenzio, dicendosi con lo sguardo quello che le parole non riuscivano a dire, seccate com’erano in bocca, poi lui si alza e la prende per mano, assieme assistono alla focosa cavalcata che sta volgendo al termine, i loro cuori sembrano dover scoppiare dentro il petto, sono muti e trasognanti ma alla figlia non sfugge il bozzo del padre che le urta l’anca.Cosa vuoi ancora papà mormora Valentina.Fare con te quello che Filippo fa con la mamma!Ma non puoi sono tua figlia!Questa cantilena si rinnova sempre più affievolita fin nella camera di Valentina, che si lascia spogliare dal padre prima di essere seduta nuda sul letto, con la schiena appoggiata alla parete, le gambe sormontano le spalle del genitore, la sua bocca divora la passerina strappandole languidi gemiti di piacere, poi la lingua si sposta sul buchetto grinzoso, lo trafigge, lo viola, lo umidifica.Sì, sì, papà inculami grida a squarciagola Valentina, mentre lui le sfonda il retto, sì, sì così, sono una troia, proprio come la mamma!Filippo guarda di nascosto con gli occhi bagnati, forse ha spinto il giuoco oltre il limite del lecito ma ora lo deve accettare, fa buon viso a cattiva sorte, prevale il concetto che la famiglia deve restare unita ed impenetrabile dall’esterno, aspetta che Giuseppe finisca i suoi comodi, poi entra e si sfoga.Sculaccia la fidanzata, la insulta, con il solo effetto di farli entrambe eccitare, lei glielo succhia e poi si gira per farsi prendere alla pecorina allargandosi la fichetta con le dita: per la prima volta sono i genitori che si ritrovano a sbirciare assieme, è l’inizio di una ritrovata unione familiare.

