Da molti anni ormai formo coppia fissa con Paola, una donna meravigliosa di 44 anni, 16 più di me. Quando ci siamo conosciuti per lei ero “carne fresca” e lei la mia nave scuola. Ora fra noi c’è un’affinità sessuale tale che ci permette di giocare in mille modi, anche i più disparati e perversi. Quella domenica di aprile, dopo pranzo, approfittando della splendida giornata di sole, si era deciso di andare a prendere il primo sole al mare, avvenimento che ormai segnava, per noi, il passaggio dalla stagione fredda alla Primavera. Il luogo abitualmente da noi frequentato è veramente tranquillo: si raggiunge una minuscola spiaggia di sabbia fine dopo aver percorso un sentiero che si snoda all’interno della macchia mediterranea. Lì con tranquillità si poteva prendere sole senza nulla indosso e sovente fare sesso con quel briciolo di imprudenza che rendeva la cosa più eccitante. Quel giorno eravamo arrivati verso la metà del pomeriggio e ci eravamo accomodati sugli asciugamani. Paola era rimasta con un minuscolo perizoma e io in costume. Dopo un po’ avevo deciso di fare un giro incuriosito da rumori che provenivano dal boschetto alle nostre spalle. Inoltrandomi all’interno avevo scorto due ragazzi, avranno avuto diciotto, vent’anni. Snelli, con qualche brufoletto ma carini. Erano stesi sull’erba accanto al loro scooter, intenti a leggere con morbosa attenzione un giornalino pornografico, mentre con foga si menavano i loro splendidi manganelli. Ero quindi ritornato velocemente sui miei passi, mentre nelle mente avevo un idea fissa, una “sorpresa per quella gran porca di Paola, della quale sapevo, avendolo vissuto in prima persona, quanto prediligesse i giovani maschietti. Non le dissi nulla di loro, comunque, tranne che volevo giocare “forte”. Le imposi di indossare le calze e il reggicalze con le scarpe, quelle con i tacchi vertiginosi che fanno rizzare anche un vecchio di cent’anni, le misi il collare. Ora per tendere la trappola ai ragazzi,già infoiati dalla lettura del giornalino porno, non dovevo far altro che iniziare a giocare con Paola, facendo in modo di essere sentito dai due. Ritornato nel boschetto mi ero avvicinato al punto dov’ erano i giovani cazzuti, appoggiai Paola ad un tronco disponendola a 90° e le infilai di soppianto il cazzo nel culo. La troia iniziò a lanciare urla di piacere e dolore che era impossibile che i due non si accorgessero di quanto stava avvenendo a pochi metri da loro, proprio dietro la siepe. Infatti i due furono lesti a nascondere, per una sorta di pudore, il giornaletto e, sistemati i pantaloni, si posizionarono a mo di guardoni proprio dietro la siepe A quel punto io li avevo salutati e avevo detto che sarebbe stato meglio osservare qualcosa dal vivo e poi chissà, piuttosto che limitarsi a qualche eccitante pagina patinata con foto sexy avrebbero potuto fare qualcosa con una donna vera. Mi avevano dato immediatamente ragione ma avevano altresì detto che purtroppo a quell’età non avevano molte soluzioni alternative e non disponendo di denaro per rapporti a pagamento avevano dovuto ripiegare su quel genere di sfogo, non essendo ancora riusciti a consumare un rapporto completo con una ragazza della loro età, anche per paura di non saper bene come comportarsi e di rischiare lo sputtanamento in giro. Io avevo quindi proposto di sondare una nuova via indicando Paola come loro nave scuola, è una gran maialina da me collaudata con successo in passato, quando anch’io avevo pressappoco la loro età.. I due si erano convinti immediatamente, penso che più delle mie parole, valse la splendida vista di quella cagna in calore di Paola. Li avvisai però che per stare al gioco lei sarebbe rimasta bendata e non avrebbe parlato, ma di questo non dovevano preoccuparsi, il loro ruolo era solo quello di scopare a più non posso quell’avvenente donna. Paola non sapeva, ovviamente, che al suo cospetto ora c’erano due ragazzotti dell’età del figlio. La benda le impediva di vedere quel popò di “carne fresca”, fui io a parlarle e raccontarle tutto. – “Puttana adesso ti farò scopare dagli amici di tuo figlio, mi hanno anche pagato pur di riempirti i buchi con il loro bianco nettare”. Lei, ovviamente, aderì con entusiasmo alle mie parole iniziando ad offrirsi completamente, con una generosità materna, alle mani inesperte degli invitati che ben presto spogliatisi anch’essi l’avevano avvolta come due polipi. Il primo si era immediatamente eccitato e nonostante l’inesperienza, forse istruito dalle colte letture precedenti, si era ben presto abbassato sulla fica di Paola che aveva letteralmente divorato a forza di leccate e succhiotti soffermandosi anche sul buco del culo. Lei non penso fosse mai stata lavorata con tanta foga tanto che dopo cinque minuti venne inondando la bocca del ragazzo dei suoi umori e causando nel poveretto un ulteriore aumento della libidine. L’altro aveva dimostrato una predilezione per le tette ed in particolare per i capezzoli che tormentati e succhiati con decisione, quasi si trattasse delle mammelle di una vacca, forse le uniche che aveva toccato fino a quel giorno, si erano inturgiditi all’inverosimile.. A quel punto si era girata in maniera da consentire un sessantanove potendo infine iniziare a spompinare il cazzo del ragazzo che l’aveva fatta godere, che le finì presto in gola. Il secondo si era prestato ad una sana manipolazione alla quale non senza difficoltà la porca si stava dedicando. Il ragazzo inguainato dalle labbra di Paola inbaiancate da flotti caldi di sborra aveva iniziato ad affondare e a scoparla come fosse stato nella fica, tanto che lei ogni tanto faticava a contenere l’ uccello che le avrebbe sospinto fino nello stomaco avesse potuto. Mentre il secondo pompino continuava io avevo allora fatto scostare leggermente il ragazzo e avevo iniziato a scoparla mentre lui si era spostato a stropicciale le tette. Quel giovane era un vero spettacolo un entusiasmo così non lo avevo mai visto. A un certo punto aveva iniziato ad ansimare e due secondi dopo due rivoli di sborra densa erano usciti ancora dalle labbra di quella troia di Paola che contemporaneamente ne aveva ricevuto una bella dose in pancia da parte mia. Prontamente il secondo si era accomodato nella bocca ancora traboccante di sborra e dopo pochi secondi aveva iniziato a schizzare abbondantemente. Il viso, le tette e soprattutto la bocca erano traboccanti nettare. – Adesso potete anche lavarla, berrà anche la vostra pissy! – Su cosa aspettate? I due ragazzi increduli, ma eccitati all’idea del pissing, col cazzo ancora semiturgido fra le mani iniziarono a pisciarle addosso, indirizzando di tanto in tanto il getto alla bocca che Paola aveva opportunamente aperto per bere direttamente alla fonte. Il tempo di ripulirsi e dopo un breve riposo nel quale la porca si era comunque prodigata manualmente e oralmente per far risorgere i giovani fiorellini, e le ordinai di prepararsi a ricevere i due cazzi fra le sue gambe. Il primo giovane era entrato e aveva iniziato a pomparla con potenza inaudita, forse convinto che era il modo migliore di fare sesso con una cagna troia come Paola. Lei si era spostata in diverse posizioni e si era infine impalata sull’arnese con il viso rivolto verso il suo e, inarcando un poco il busto aveva sollevato il culo che opportunamente lubrificato era stato da me penetrato con un colpo secco. La zoccola aveva iniziato a dimenarsi come un’ossessa per sentire meglio i due cazzi che la stavano stantuffando ma, non particolarmente soddisfatta delle misure dell’amico, decisamente non oltre la norma come invece piacevano a lei, mi aveva chiesto di tentare un contemporaneo ingresso in fica che le consentisse di godere e sentire di più. Senza indugio l’avevo inarcata ancora di più in avanti e avevo puntato il mio cazzo all’ingresso della sorca già parzialmente dilatata dalla presenza del primo. Non era stato difficile, dopo alcuni tentativi i due uccelli si erano insinuati all’interno con il mio che era entrato fino in fondo. La fica era in massima tensione e gli sfregamenti sul grilletto erano intensissimi con le grandi labbra completamente dilatate, lei quasi svenuta dall’eccitazione si stava dimostrando molto più troia di quello che avrei immaginato. Dopo alcuni colpi avevo sentito pulsare il cazzo dell’amico a diretto contatto anche con il mio e non potendo resistere oltre ero venuto anch’io e lei di seguito con un orgasmo superbo. Ormai esausto dopo quell’andirivieni avevo notato che il secondo ragazzotto con il cazzo di marmo alla vista di quello spettacolo e ormai libero dalle precedenti inibizioni mi aveva espressamente chiesto di poterla inculare. Paola esperta dell’anal non aveva potuto rifiutare e una volta messa alla pecorina lo aveva invitato, ma solo perché glielo avevo ordinato. L’altro ragazzo, infatti, al contrario di quell’altro ancora, aveva una dotazione fallica che definire asinina era diminutivo. La troia, che pochi istanti prima ne aveva saggiato le dimensioni di bocca quasi ne aveva timore. Questi con forza inaudita la inculò lasciandola senza respiro e, una volta penetrata l’aveva scopata tenendola per le tette tanto che mi sembrava una vera vacca durante la mungitura. La scopata anale era andata avanti per un bel po’ con lui sempre più eccitato che si era dedicato anche ad un ritmato sgrillettamento nel corso dell’inculata fino al momento in cui afferratala per le spalle con un colpo violento glielo aveva piantato dentro fino alla radice e aveva sborrato, gridando dal piacere, mentre lei mugolava come una cagnetta in calore. Il pomeriggio era trascorso velocemente e i ragazzotti si erano allontanati soddisfatti ripromettendosi di ripassare di lì a vedere se ci fosse stato ancora bisogno di loro… e quella troia di Paola avrebbe sicuramente avuto ancora bisogno dell’abbondanza di quella “carne fresca”
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