Mi chiamo Francesca ed appartengo alla “Milano Bene”.Prima di iniziare a raccontarvi un’avventura che mi è accaduta poco tempo fa mi vorrei descrivere: sono sposata da sei anni con un ricchissimo imprenditore che possiede ben tre fabbriche di vestiti nella zona del bergamasco anche se viviamo in una bellissima villa con parco alla periferia nord di Milano, ho 35 anni, penso ben portati anche perché faccio molto sport, il mio bel e cornuto maritino mi ha addirittura preso un allenatore di aerobica personale. Sono alta poco più di un metro e settanta centimetri, mora con un seno grandicello, porto la quarta taglia di reggiseno, ma molto sodo, infatti molto spesso non porto reggiseni. Continuando verso il basso troviamo una bella fichetta ricoperta da un folto cespuglietto di pelo nero che però tengo sempre molto in ordine e un bellissimo e modellato culetto, anch’esso non più vergine dall’età di sedici anni, che adoro spesso ricoprire al massimo con ridottissimi perizomi o tanga e per concludere due belle gambe che generalmente amo fasciare con calze autoreggenti odiando i collant che trovo scomodissimi.Veniamo ora al mio carattere: sono molto estroversa e disinibita, sono sempre affamata di sesso anche se non mi definirei una vera e propria ninfomane, faccio l’amore con mio marito quasi tutte le sere ma il massimo lo do con i miei innumerevoli amanti.Coloro che mi conoscono bene sanno che uno dei miei vizietti particolari è quello di cimentarmi in giochini nei quali impersono la sexy infermiera; sarà il fascino del camice bianco, sarà la sensualità del colore più elegante, sarà la cerebralità che mi spinge sempre a pensare che sotto la professionalità della impeccabile infermiera salva anime ci sono calze autoreggenti e guepiere che stimolano ed eccitano anche i membri più reticenti, sarà tutto questo, ma vi confesso che il motivo principe é che io mi sento tutto ciò, ma soprattutto godo nel sentirmi una salva cazzi!I miei amanti sanno bene, del resto, come la penso: una buona dose di sano sesso é la terapia più indicata per moltissime delle patologie della società di oggi.In questa mia salvifica missione allora mi sono cimentata, non più di quindici giorni fa, in una spettacolare villa nei pressi di Como, dove sono stata invitata da un vecchio “malato” di sesso che non ha più della mia età, ma per esperienze vissute, o per meglio dire “godute” e per esasperante fame di sesso, é da considerarsi di gran lunga più vecchio di molti altri suoi coetanei.Giorgio, il proprietario della villa ed ovviamente uno dei miei più fidati amanti, conoscendo bene la mia vezzosità sul tema, mi propinava un camice che sembrava fatto apposta per me; mi solleticava nel gironzolare per la ampie sale da letto della villa ove avrei trovato pane per i miei denti e… beatitudini per le mie insopprimibili voglie di sesso; noblesse oblige, Giorgio detto più comunemente “il pazzo”, mi indirizzava dapprima verso la stanza da letto in cui riposava, “malatissima”, la sua nuova compagna scatenata come lui se non di più, che mi conosceva soltanto per i racconti fatti da Giorgio delle mie avventure sessuali, ma non personalmente.I biondi e lunghi capelli del pazzo iniziavano a sventolare in ogni dove, segno inconfondibile della sua agitazione e del suo furore erotico crescente e quando Irina, conscia di sentirsi “male” e di avere dinnanzi a lei una autentica ancella della terapia “dolce”, iniziava a descrivermi i suoi dolori, ecco che Giorgio lasciava libero il campo alle amorevoli cure che soltanto due donne riescono a scambiarsi.Irina è una bellissima bionda platinata, ovviamente artificiale, di non più di 25 anni. Stando al gioco inizia a descrivermi tutti i suoi malanni che ovviamente erano allocati nelle parti più sensibili del suo corpo. Inizio quindi una accurata visita che mi porta ovviamente a denudarla completamente.Irina é fantastica e me ne accorgevo immediatamente, da come mi prendeva, da come mi accoglieva nel suo letto… da come mi spiegava i dolori forti che “accusava” e soprattutto dalla leggiadria con cui accompagnava la mia mano verso il centro del dolore, situato poco più in alto della sua passerina già infiammata e pulsante che dopo un pò di tastate pensai di inumidire per bene con la mia bocca vogliosa; un vero cuore fra le cosce, quello di Irina che fremeva ad ogni mia leccata impudica!Perdevo letteralmente il controllo e non me ne vergogno di confessarlo, anche se sono una “professionista” e non dovrei, ma la situazione era indescrivibilmente strepitosa e sapevo che quella lesbicata rappresentava la classica punta di iceberg; già sapevo che Irina sarebbe divenuta la mia fidanzata ufficiale e… fantasticavo su tutto il resto.Il pazzo avrebbe voluto astenersi, limitandosi ad osservare, ma colpito dalla familiarità con la quale io e Irina ci baciavamo ci leccavamo, massaggiavamo le nostre passere con ogni zona del nostro corpo e in perfetta simultaneità ci giravamo per infilarci in esaltanti sessantanove, scoppiava di voglie e quando lo invitai a fornire il suo termometro per misurare la temperatura corporea della mia “paziente” non si fece pregare e finalmente ci sfoderava quella sua marmorea bananona che veniva aggredita come si deve da due bocche, due fiche, quattro tettone e in sostanza da due scimmie affamate di sesso e di… banane!Ovviamente Giorgio infilò il suo “termometro” prima nella bocca di Irina che iniziò a pompare con foga mentre io le ispezionavo il retto prima con la lingua e poi con ben tre dita. Dopo una decina di minuti tolsi il cazzo di Giorgio dalle ingorde fauci di Irina e con la scusa di verificarne la temperatura lo presi io in bocca e trovandolo molto caldo optai per la mia paziente una terapia d’urto fatta a base di… “banana”.Giorgio infilava il suo bastone ora nella calda vagina di Irina ora nel suo delizioso e voglioso culetto mentre lei si dedicava a leccare lo sciroppo “medicinale” che colava oramai in modo continuo dalla mia fichetta dischiusa non tralasciando però di trastullarmi con un dito il mio buchetto più stretto.Ormai ero anch’io eccitatissima e persi in breve tempo il mio ruolo di infermiera per prendere quello più consono al momento di “malata” ed iniziai anch’io ad assaporare il cazzo del pazzo ora nella fica ora nel culo.Infaticabile come sempre, il pazzo ci infilava, rapito dalla sua frenesia di sesso multiplo e variegato e spesso gaudente nel suo mondo, non si rendeva neppure conto se infilava una fichetta semi socchiusa o un culo fradicio e delicatamente vibrante!Ma Giorgio é così e non lo fa apposta: scopa per il sano gusto di farlo e senza cerebralità, senza pensarci troppo; forse é anche per questa ragione che é sempre così poco soggetto a rischi di eiaculatio… lui “vegeta fottendo”! Con quella coppia veramente “da provare” mi toglievo tanti di quegli sfizi che erano secoli che non lo facevo! Ero finalmente anche io una comune infoiata di sesso! Irina, quella bionda patinata, subdola nel suo intrigante modo di intendere il sesso, con la sua calda saliva mi purgava alla grande prima di decidere di porgere le mie chiappe al suo uomo e a quel bastone che mi sfondava gagliardamente sbattendomi le palle sulle chiappe con l’irruenza che gli conoscevo bene da molti anni e che é rimasta immutata nel tempo; questione di testa… io lo dico sempre!Con un cazzo in culo e con una lingua calda che mi leccava ora la fica ora i capezzoli persi completamente il controllo e mentre Irina era intenta a leccarmi i capezzoli mi infilai a poco a poco la mia intera mano nella fica. Così, in un magico fist fucking autonomo mi trovavo impalata su un bananone di marmo posto in verticale e con la mia mano destra che attraverso le pareti della mia fica scendeva per afferrare il cazzo nel canale sodomita!Uno spettacolo che mi portava ad eruttare ripetutamente… e lui, si, anche lui a dichiarare l’imminenza dello schizzo che da buone puttane ci dividevamo gustosamente; mi riprendevo dal turbamento erotico e in tutta sincerità credevo che non ci fossero altre sorprese, giacché di sesso ne avevamo goduto di ottima qualità e per molte ore, ma… questo ve lo racconterò la prossima volta!
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