Era tardi e quella sera la discoteca era quasi vuota. Ma a un certo punto arrivano tre ragazze ubriache, che cantano e ridono in continuazione. Penso tra me che quello è il momento che aspettavo. Chiamo il mio socio Paolo e andiamo all’attacco. Loro sono strafatte e dopo qualche struscio nel ballo ci seguono in macchina. Io salgo con Nadia, capelli rossi e viso da troia. Lei è del tutto compiaciuta e comincia a baciarmi violentemente. L’alcol l’ha fatta eccitare. Inizia a bagnarsi incredibilmente, sento le sue mutandine sotto la gonna fradice. Le infilo un dito nel suo magnifico culetto, ben bagnato dai suoi umori, e tiro fuori il cazzo ormai durissimo. La invito a succhiarmelo e lei non se lo fa dire due volte… cominciamo così un bellissimo 69… gode come una troia… non resisto a lungo e dopo appena qualche minuto la giro e la prendo da dietro. Non voglio la figa, ma solo il culo. Dopo dieci minuti le gode e sbatte violentemente la faccia contro il finestrino. Io mi scarico e le riempio il culo di sperma… Lei è esausta ma io ho ancora voglia di scopare. Poco dopo, senza difficoltà, scivolo nella figa ed incomincio a pomparla: su e giù, su e giù sempre più violentemente. Lei mugola eccitata, mi sussurra di sbatterla, di chiavarla con forza, di violentarla. Ricordo poche scopate con tanta eccitazione addosso. E’ al culmine dell’eccitazione e si gira, viene sulla mia bocca e mi costringe a leccarle bene la figa durante e dopo l’orgasmo. Mentre viene dice cose senza senso, e si pizzica i capezzoli. Ne avevo sentito parlare, ma non avevo mai avuto una esperienza così coinvolgente nel parcheggio di una discoteca. Lei non era ancora sazia e io dovevo ancora venire la seconda volta. Mi rendo conto che l’unica cosa che vuole in quel momento è essere la mia schiava. “Sono tua” dice “Puoi fare quello che vuoi del mio corpo…”. Inizio a masturbarla con violenza, nella figa le dita erano diventate due, poi tre… fino a che infilo tutta la mano. Lei geme e gode per la terza volta. Ora tocca a lei e comincia a baciarmi dal collo scendendo sempre più giù verso il pube, e comincia con dei movimenti lenti a masturbarmi. Non resisto a lungo e le sborro sui seni. Lei con un fazzoletto si ripulisce per bene la zona e come se nulla fosse mi dice: “Torniamo dentro a ballare”. Io resto basito e raggiungo il mio amico Paolo in discoteca. “Come ti è andata?” gli chiedo. “Una gran troia” mi risponde. Ci mettiamo a ridere e ce ne andiamo cantando sulla mia macchina ancora umida e piena di odori di sesso.
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