Sonia uscì dalla camera da letto, e si diresse decisa verso la cucina. Passò davanti al marito, il quale la osservò attentamente.L’uomo alzò appena il capo, mostrando la sua barba lunga, mal curata e gli occhi stanchi e bui. La osservò appena, e poi il capo cadde pesantemente sul tavolo, a poca distanza dal bicchiere vuoto.Sonia era sudata, con la gueppierre nera sbilenca, i capelli arruffati e l’andatura un po’ traballante.Aprì il frigo, ed estrasse la bottiglia del latte e se ne versò un buon bicchiere, che tracannò tutto d’un fiato.Si asciugò la bocca con la mano, facendo una smorfia, e guardando severamente il marito, che ora le dava le spalle, e che era immobile.Un rumore li fece scattare all’indirizzo della camera.Un uomo calvo se ne stava uscendo abbottonandosi i pantaloni, sorridente, visibilmente soddisfatto.Si diresse anche lui in cucina, e gettò sul tavolo, davanti agli occhi del marito, due banconote da centomila lire.Fece solo un cenno con il capo, poi sorridendo e per nulla imbarazzato, percorse velocemente il corridoio, ed uscì senza dire una parola.I due restarono soli, nel silenzio più profondo.Sonia, posato il bicchiere nel lavabo, si sistemò la gueppierre, poi sempre nel più assoluto silenzio, si diresse in bagno per farsi una doccia ristoratrice.Carlo restò seduto, in silenzio, prese le due banconote, se le passò fra le dita, e con la memoria tornò indietro di pochi mesi, a quando tutto questo era cominciato.Com’era cominciato?Carlo si versò altro vino, e cercò di ricordarsi… eppure erano passati pochi mesi…. e nonostante questo, i ricordi faticavano a comparirgli in mente con nitidezza, forse per colpa dell’alcool, o forse perché voleva dimenticare…. ma come poteva?Piano piano i ricordi arrivarono, come sempre, implacabili, ad inchiodarlo su quella sedia, davanti ad una bottiglie perennemente mezza vuota.Con la mente ritornò a quando Sonia decise di lasciare il lavoro, dove si sentiva soffocare, e quasi subito, gli affari di lui si misero male, molto male.Il patetico tentativo di evitare il fallimento, con un giro di assegni post datati, di cambiali, di prestiti, di fatture false per racimolare qualcosa ed evitare grande ad una grossa industria….La Guardia di Finanza che circonda la casa, la successiva perquisizione, e l’arresto e la conseguente fine di tutti i sogni, di tutti i progetti.Avvocati e sentenze si susseguirono in una velocità sorprendente, demolendo progetti, sicurezze, la stessa sua famiglia…. La fine di tutto e di tutti, e la difficoltà di ricominciare da zero, senza una lire, additato da tutti in un paese troppo piccolo per essere scordato e per poter ricominciare.La decisione repentina di prendere quelle poche cose che aveva potuto salvarsi dal fallimento, ed il tentativo di ricominciare lontano dal paese natio, una nuova vita con Sonia e la figlia Michela.Un altro bicchiere, e altre immagini gli tornarono alla mente, sempre più alla rinfusa, a ricordargli ora i tempi precedenti, i “bei tempi”…Il giorno di matrimonio, attorniati da un centinaio di amici festanti, la casa nuova, i soldi facili grazie ad un’attività che sembrava essere in continua espansione…..La nascita di Michela, bellissima, e l’orgoglio suo personale, per una famiglia benestante e felice.Un altro bicchiere, d’un fiato, mentre gli occhi si facevano sempre più rossi, per la rabbia o forse per il vino.I ricordi tornarono ai periodi bui in una continua massacrante altalena, senza continuità. I debiti, ed i debitori che non lo lasciavano dormire, ed i soldi che non bastavano nemmeno per tirare a fine mese, con relativi liti, scenate, incomprensioni.Sonia costretta a fare la donna delle pulizie…. lei, così bella, sempre elegante, a servizio per le famiglie benestanti…. per quel tipo di famiglia che credevano di appartenere.Poi il colpo decisivo…. e per ricordarselo Carlo dovette ingurgitare l’ennesimo bicchiere di vino rosso.Le immagini erano ormai sfuocate, ma abbastanza chiare da farlo soffrire ogni volte sempre un pochino di più, e nello stesso tempo, farlo bere sempre in ugual modo: sempre più.Si rivede entrare in quella maledetta banca, con in tasca un taglierino.Non ricorda più nemmeno cosa ha gridato, ma si ricorda la gran confusione, le grida, lo svenimento di una signora che gli cade addosso, facendolo ruzzolare per terra.Rammenta il suo sgomento, mentre cerca disperatamente di recuperare il taglierino cadutogli dalle mani e la fitta procuratogli da un primo colpo sferratogli sulla schiena, seguito da un’altro, ed un’altro ancora.Ricorda che ad un certo punto, non cercava più di recuperare il taglierino, ma si era rannicchiato a riccio, per ripararsi da quella pioggia di calci che gli stavano tirando.Quando smisero, davanti a lui, un energumeno gli stava puntando una pistola enorme sulla testa.Fece fatica a rialzarsi, e a testa bassa, aspettò l’arrivo della polizia.La dinamica della rapina fu tanto ridicola ed assurda, che il P.M. fa abbastanza clemente, anche in considerazione della ferita riportata dalla grassa donna, che svenendo s’era praticamente ferita da sola cadendo addosso a lui.Sulle prime file, la giovane Michela di 15 anni piangeva disperata, mentre anche Sonia, nonostante un paio d’occhiali enormi, non riusciva a nascondere la sue disperazione.Due anni di galera…. tanti o pochi per un tentativo di rapina di tipo fantozziana?Due anni lunghi e terribili per Sonia, che a 30 anni si trovò sola, con l’affitto, i creditori, le banche, gli avvocati ed una ragazza da tirare su.La situazione era tragica, e Carlo in carcere lo sapeva bene. Sonia con il suo lavoro di donna a ore, come poteva far fronte a tutto questo?Sonia lo andava a visitare ogni volta che poteva, ed ogni volta si scioglieva in un lungo e liberatorio pianto, elencando tutte le difficoltà del momento.Per Carlo quelle visite erano ben lontane dal risollevarlo, ma non poteva rinunciarci.Alla sera, al buio della sua cella, ricordava le belle nottate passate assieme a quella donna che poche ore prima era venuta a trovarlo. Com’era cambiata la vita, e com’era cambiata Sonia.Era sempre stata una donna elegante e sexy, mentre ora vestiva jeans e maglione, con un trucco veloce e non curato.E quante seghe Carlo si fece, per risollevarsi e superare quei momenti di solitudine, pensando ai passati momenti felici.Si masturbava silenziosamente, pensando alle scopate con Sonia, a quei seni prosperosi, a quel culetto sempre in movimento, quelle gambe affilate e nervose…Era sempre stata una gran fica Sonia, sempre vogliosa e pronta a fare sesso.Quel suo fare provocante, nella consapevolezza di avere le armi per eccitare un uomo, con quelle sue gambe sempre generosamente in mostra, fasciate da finissime calze nere, con quel seno prosperoso, quei capelli ricci e neri e quel sorriso sempre malizioso.Quante scopate… in qualsiasi posto, in qualsiasi momento.Bastava toccarla, e lei era pronta a buttarsi al suo collo, per poi scendere con le sue piccole ed affusolate manine verso la patta dei pantaloni.Per Sonia non esistevano tabù nel sesso, e tutto era lecito nell’amore tra loro due.Mai un tradimento, mai un inganno. Perché poi?Sonia era la sua donna, la sua bellissima e disponibilissima donna, che si faceva bella, e si vestiva provocantemente solo per lui. I ricordi si susseguivano, mentre i giorni passavano lentamente, troppo lentamente.Un giorno, all’ennesimo incontro, Sonia era talmente disperata, che Carlo non riuscì nemmeno a parlarle.Sonia uscì dalla stanza del colloquio con le lacrime agli occhi, dopo l’ennesimo elenco dei problemi che non riusciva a superare in casa.Carlo si sentiva inutile, disperato, impotente.Sonia non si recò a trovarlo per un pezzo, stranamente, ma quando, dopo quasi un mese Sonia tornò, Carlo la vide molto più serena e tranquilla. I vestiti non tralasciavano capire nulla, di quanto stava cambiando nella sua vita, ma sicuramente s’accorse che i capelli erano sempre in perfetto ordine, segno evidente di un certo benessere che non conosceva da tempo. Non chiese delle spiegazioni, ma lasciò che il tempo passasse tranquillamente, gustandosi quei pochi momenti di rilassamento, di quiete, con una moglie che stava ritrovando la bellezza di un tempo.Carlo si versò nuovamente da bere. Tremava ogni qualvolta pensava a quei particolari, allora passati sotto silenzio, a quelle piccole cose, come lo smalto perfetto alle unghie, ad un rossetto sempre più vistoso, ad un braccialetto nuovo che risaltava al polso della sua donna…Bevve, e sbatté violentemente il bicchiere sul tavolo, e poggiò la testa cadde pesantemente sul legno, e continuò, come una sorta di punizione, a ricordare quello che accadde dopo pochi mesi, all’imminenza della sua liberazione.Sonia si presentò vestita elegantemente, con un vestito rosso fuoco, con due scarpe dello stesso colore, truccatissima, sorridente.”Ti piaccio?” chiese Sonia, girandosi lentamente affinché lui la potesse osservare meglio.Carlo non riusciva a capire, o forse, voleva non capire… fino a pochi mesi prima non c’erano i soldi per il pane…. Ed ora Sonia si mostrava davanti a lui come una donna nuova, elegante, piacente come non mai, sembrava rinata. Era venuto il momento di scoprire cos’era successo.Sonia si sedette davanti a lui, e gli prese le mani.Carlo le osservò, quelle mani, e le trovò meravigliosamente ben curate, con lo smalto perfetto, le unghie perfette. Certamente non erano mani di una donna ad ore….”Ero stufa di venire qui a piangere sulle tue spalle… Ero stanca di piangere… e basta…” sussurrò guardandolo dritto negli occhi.Gli occhi, l’espressione, il comportamento non lasciavano dubbi, e le parole di circostanza, non erano più necessarie.Carlo poteva leggere negli occhi la tremenda, tragica verità. Sonia si prostituiva.Carlo, con la testa pesantemente sul tavolo, non riuscì più nemmeno a prendersi ancora del vino. Non serviva più bere a quel punto, e i ricordi si susseguirono con la stessa velocità di sempre, con le stesse tremende sequenze che lo facevano rabbrividire. Non poteva però fare a meno di ricordare tutto questo, ogni qualvolta che un uomo usciva dalla camera da letto di Sonia.Ricordava continuamente quella pietosa confessione, di una donna, che aveva però ritrovato la sua bellezza completamente, la sua eleganza, la sua sicurezza.Capì in un baleno, che tutto questo era dovuto solo dal fatto che in casa stavano tornando dei soldi, tanti soldi. Sul come forse, Sonia non si faceva tante domande.Sonia cercò di sorridergli, quel giorno, ma il viso di Carlo doveva essere spettrale. Eppure lo immaginava, l’aveva sospettato, ma aveva sempre rifiutato di pensarci, di darsi una spiegazione di quei mille pensieri, sospetti, indizi….Un lungo silenzio intercorse tra i due. Freddo, tagliente, imbarazzante.Fu Sonia a cominciare a spiegarsi:”Non ce la facevo più…. Non riuscivo più ad andare avanti….Non potevo più far mancare tutto a Michela…. Come potevo tirare avanti con quel milioncino che racimolavo spaccandomi la schiena da mattina a sera?”Carlo alzò per un momento gli occhi, e vide quelli della moglie con un’espressione dura, che sapeva da condanna nei suoi confronti. Condannato per aver fallito nel mondo del lavoro, e condannato per aver fallito nel mondo della “malavita”….”Poi… ” continuò Sonia “dopo otto mesi che tu sei in carcere…. Sentivo il bisogno di un uomo….”Questo colpo lo ridusse veramente uno straccio, e con la mente pensò subito che anche lui sarebbe servita una donna, e pensò alle innumerevoli seghe che si aveva fatto in silenzio, per sbollire la rabbia e la voglia, sempre pensando a lei, la sua donna.Avrebbe voluto rispondere che anche lui, anche lui era da otto mesi che non faceva sesso, che anche lui soffriva le pene dell’inferno per questa situazione…. Ma non ebbe nemmeno il fiato di rispondere.Il cuore batteva all’impazzata, e la testa sembrava scoppiargli….Sonia allungò la mano, ed andò a stringere il polso del suo uomo.Carlo osservò quella mano, che prima di entrare in carcere, era sciupata, piena di crepe, ed ora la sentiva liscia, calda, morbida….”Alcuni mesi fa, dopo che sono venuta a trovarti….” Continuò, tenendo il polso di Carlo “ero disperata… Avevo bisogno di soldi per pagare macellaio, fornaio, affitto…. Così mi sono rivolto al padrone di casa…. A lui sono sempre piaciuta…. Ed ultimamente mi faceva una corte spietata…”Carlo avrebbe voluto sprofondare, ma restava in silenzio, immobile, come se stesse aspettando una nuova terribile sentenza.”Sono andata a casa sua…. Ed è stato molto chiaro… Se mi facevo scopare da lui, mi avrebbe abbonato l’affitto di tre mesi. Giusto quelli che avevo d’arretrato e che stavano facendo scattare lo sfratto…Cosa dovevo fare? Dirgli di no e finire ancora una volta in mezzo alla strada con Michela?”Un altro lungo e terribile silenzio.”Mi ha dato 24 ore di tempo, poi sarebbe arrivato a casa nostra per riscuotere…. In soldi o in natura….La sera dopo è arrivato puntuale. Michela era da una sua amica a trascorrere la notte come fa di solito, ed eravamo a casa da soli.Appena gli ho detto che non avevo i soldi, s’è sbottonato i pantaloni, e mi ha detto ‘allora devi succhiarmi l’uccello’…..”Carlo alzò gli occhi, come a chiedergli di proseguire.Sonia, sempre osservandolo senza pudore, continuò:”Mi sono chinata, e gliel’ho preso in bocca…. Pensavo che se gli facevo un buon pompino, si sarebbe accontentato….”L’ultima aggiunta fece subito capire a Carlo che l’uomo non s’era accontentato.”Mi ha scopato per tutta la notte…. Quel lurido porco m’ha scopato per tutta la notte. Sembrava non averne mai abbastanza….. Poi però, alla mattina, mi ha rilasciato le ricevute dei tre affitti, ed un milione di lire, dicendomi che d’ora in poi avrebbe riscosso l’affitto ogni 15 giorni, se fossi stata d’accordo…Un milione e tre mesi d’affitto per una scopata…. E la previsione che avrei preso altri soldi!Per prendere un milione io devo lavare scale per quasi 100 ore!Ero stanca di fare quella vita…. Così…. Ho accettato….””E…. e….. e viene ogni 15 giorni?””Per il momento sì…. E non è l’unico….””Non è l’unico?””No… a volte vengono altre persone… tutte fidate…. Suoi amici molto generosi….””Sei… sei una puttana…” riuscì a dire con le lacrime agli occhi.”Sono una puttana, degna donna d’un fallito….” Rispose ritirando la mano, e lasciando libero il polso di Carlo.Carlo alzò di nuovo gli occhi, e la osservò nuovamente. Scrutò di nuovo quegli occhi pieni di rancore e decisi, ma per un attimo, poi i suoi occhi tornarono a guardare il tavolo.”Comunque ora Michela va a scuola con dei vestiti puliti, nuovi, ordinata.Alla domenica può uscire a mangiare la pizza, mentre prima non aveva nemmeno i soldi per un cono gelato!”Carlo si alzò di scatto e si diresse verso la porta.La guardia carceraria la aprì, ma prima d’uscire Carlo si voltò ad osservare nuovamente Sonia. Era bella, bellissima, e vestita così era davvero attraente….Deciso uscì senza salutarla.In cella, l’immagine di sua moglie, chinata a succhiare il cazzo del padrone di casa, gli riempì il cervello, e per tutta la notte pensò a quello che Sonia aveva potuto fare.La immaginava con quel grosso e panzuto pelato omone, che la scopava, e se la immaginava che sorrideva, che gridava, proprio come faceva con lui.Le aveva anche confessato che aveva bisogno di un uomo, per cui avrà pure goduto di quella notte di scopate!Sì immaginò Sonia in tutte le posizioni, che conosceva bene, che mille volte aveva potuto provare lui, e sapeva come a Sonia certi giochetti piacevano.Non disdegnava nulla Sonia, e come godeva!Quando raggiungeva l’orgasmo, gridava, e si attaccava come una sanguisuga al suo corpo, e sentiva i talloni di lei che gli si stringevano fortemente al suo costato, mentre il corpo sotto di lui sussultava come impazzito.Carlo quella notte si masturbò, e lo fece pensando a come sua moglie s’era prostituita, e la cosa andò avanti per varie notti. Si eccitava a pensare a queste cose, al fatto che lei si prostituisse con degli sconosciuti, proprio in casa sua, e immaginava che lei godesse, come lui ora godeva masturbandosi nel silenzio della cella.Carlo a quel punto, tentò di alzarsi dalla sedia della cucina. Non ci riuscì subito, come al solito.Era di nuovo ubriaco.Prese le banconote, le stinse in pugno e si diresse verso la camera da letto.Passò davanti al bagno, ed aprì la porta.Sonia era già uscita dalla doccia, e stava asciugandosi.Carlo la osservò. Era bellissima.Lei, con i capelli bagnati, con i seni a penzoloni, si stava asciugando quelle perfette e bellissime gambe che una volta erano solo per lui.A terra, la gueppierre, le calze nere, tracce inequivocabili…Richiuse la porta. Una volta quelle immagini avrebbero causato un’erezione ed una scopata immediata. Ora invece, a fatica si trascinò in camera, dove un letto sfatto ed ancora caldo lo aspettava.Si buttò sopra quelle lenzuola sporche di peso, e cercò di chiudere gli occhi, di dimenticare, nonostante il forte odore di donna, di sesso, che la camera emanava. Si girò faticosamente nel letto, e sentì il caldo dei corpi che pochi minuti prima s’erano avvinghiati lì, proprio ora lui stava cercando di dormire.L’aria era pregna di un’odore e di un’atmosfera strana…. Lì, in quel sue letto sfatto, un uomo aveva appena scopato in tutti i modi possibili sua moglie, mentre lui, tranquillamente stava in cucina, in compagnia di una bottiglia di vino. Gettò i soldi che ancora teneva in mano verso il comodino.Le banconote caddero lentamente a terra, ma lui non se ne accorse…. Pesantemente il sonno aveva avuto la meglio, ancora una volta, l’ennesima, e coprì quei tristi ricordi… fino all’indomani.
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