Nicole era una vera cittadina del mondo: il padre, americano, e la madre, francese, erano entrambi funzionari dell’OMS (organizzazione mondiale della sanità) e Nicole era stata costretta a cambiare fin da piccola quasi ogni anno amici e abitudini. Infatti i suoi genitori quasi tutti gli anni cambiavano dislocazione e Nicole aveva vissuto la sua infanzia tra Russia, India, Arabia Saudita, Australia, Nigeria ed Egitto.Il suo carattere era stato formato da quest’esperienza: in tutti questi posti aveva sempre studiato in scuole americane in cui poteva studiare senza dovere imparare ogni anno una nuova lingua, ma aveva comunque raggiunto un buon livello di conoscenza del russo, francese, farsi e spagnolo e comprendeva sufficientemente lo swahili e l’egiziano.Il dover cambiare spesso amici e abitudini l’aveva resa spigliata, indipendente e aperta a nuove esperienze e senza dubbio l’avere visto molte realtà diverse la rendeva un’interlocutrice interessante. Inoltre la sofferenza che aveva visto in alcune realtà le aveva dato una determinazione rara e notevole.A causa della scarsa presenza dei suoi genitori, sempre molto impegnati con il lavoro, aveva imparato a conoscere il suo corpo e la sessualità con il solo aiuto di amicizie e libri, prima toccandosi in compagnia delle amiche e poi, a 15 anni, grazie al suo istruttore australiano di nuoto, un bel ragazzo di 19 anni che l’aveva sverginata e iniziata ai piaceri del sesso.Crescendo, il suo corpo si era sviluppato ed era diventata una bellissima ragazza: i capelli biondo-castano e gli occhi verdi, due labbra carnose senza essere volgari caratterizzavano il suo viso. Il resto del corpo era una somma dei doni di Madre Natura e degli anni di nuoto, sport mai abbandonato nonostante i numerosi trasferimenti: il suo seno era una quarta misura, ma sodo e perfettamente proporzionato al suo metro e settantacinque di altezza. Il sedere perfetto, le gambe longilinee e la schiena muscolosa senza perdere la sua femminilità la rendevano desiderabile. Terminate le scuole superiori aveva deciso di tentare di iscriversi al MIT (Massachusetts Institute of Tecnology). I suoi genitori non le avevano creato problemi e le avevano consentito di cominciare a vivere finalmente una propria vita, anche se aveva solo 19 anni e loro non l’avrebbero potuta aiutare in nessun modo perché stavano per trasferirsi in Cina.Era il 2017 e si andava verso il riaccendersi della Guerra Fredda.Nicole riuscì ad entrare al MIT quasi con facilità. Finalmente aveva trovato un ambiente simile a quello che gli altri chiamavano casa… amicizie fisse, le prime storie lunghe con i ragazzi, gente che condivideva con lei buona parte della giornata al campus… i primi tempi furono di sicuro i più felici… Inoltre aveva trovato finalmente il tempo di frequentare i nonni paterni, che aveva visto solo raramente negli anni precedenti: passava da loro tutti i week-end, cercando di recuperare il tempo perduto… i nonni la adoravano: per loro era ancora la graziosa nipotina che andava a trovarli per due settimane ogni estate e che ogni estate trovavano sempre più cresciuta.All’inizio era stata molto dispiaciuta di non trovare Kevin: Kevin era suo cugino, con cui aveva trascorso la maggior parte delle giornate quando andava a trovare i nonni fin quando i suoi genitori (gli zii di Nicole) non si erano trasferiti in Inghilterra. Nicole sperava che anche lui decidesse di frequentare l’università negli Stati Uniti, ma i nonni le avevano detto che era entrato a Oxford… del resto era sempre stato un piccolo genio, aveva pensato Nicole appena ricevuta la notizia.Nel 2020, mentre frequentava il quarto anno con ottimi risultati, la tensione internazionale che aveva cominciato a crearsi dopo l’attacco all’Iraq nel 2003, scoppiò in tutta la sua violenza… sembrava di essere tornati indietro di settant’anni, ai tempi della “cortina di ferro”… i due schieramenti, i Paesi “occidentali” da una parte e i Paesi Arabi dall’altra, con l’appoggio della Cina, che aveva annesso conquistandola economicamente buona parte della Russia.La Guerra si combatteva di nuovo a colpi di spionaggio e di minacce… la minaccia di una Terza Guerra Nucleare era reale, ma ambedue gli schieramenti erano consci che avrebbe portato a una distruzione quasi totale, quindi giocavano una specie di gioco in cui ogni azione dell’avversario era accettata a denti stretti e le risposte non erano mai basate su azioni militari vere e proprie, onde evitare la scintilla che avrebbe fatto scoppiare il finimondo.Le lettere che riceveva dai suoi genitori, che avevano deciso di rimanere in Cina, erano dense di preoccupazione… erano americani, anche se medici dell’OMS, e quindi guardati sempre con sospetto.Nicole grazie al suo carattere riuscì a non farsi sopraffare dalla preoccupazione verso i suoi genitori e arrivò fino alla fine dei suoi studi brillantemente, laureandosi con il massimo dei voti.Il giorno dopo la laurea Nicole venne convocata dal Rettore: aveva da consegnarle una lettera molto importante… era una lettera dell’OMS, vecchia di tre mesi: i suoi genitori erano spariti dalla circolazione, improvvisamente, da un giorno all’altro… probabilmente erano stati arrestati come spie, ma il governo cinese aveva negato ogni responsabilità sulla loro sparizione…”Non te l’ho data prima perché la notizia non ti impedisse di raggiungere la laurea… la notizia ti avrebbe sconvolta…” Il primo impulso di Nicole fu di mettersi a piangere, ma la sua forza interiore ebbe la meglio… “Grazie per il pensiero… non è di certo colpa sua… c’è qualcos’altro che voleva dirmi?” Il Rettore la guardò pensieroso… “In realtà sì… ma non so se è il caso…” “Mi dica… non si preoccupi per me… anche se sto male, non è né colpa mia né sua… e non credo che i miei genitori sarebbero contenti di vedermi così, dovunque essi siano””Come vuoi… sono contento che tu abbia reagito così…” L’uomo era visibilmente sollevato “Devi sapere che ogni anno diverse agenzie o aziende ci chiedono di mandare loro i nominativi dei nostri migliori elementi… in base a parametri mandatici da loro… io avevo in mente te per una cosa speciale…” disse scrivendo lentamente su una pagina dell’agenda le lettere CIA”Mi sta prendendo in giro?” chiese Nicole, seccata “Credi che io ti stia prendendo in giro?” rispose l’uomo, serio “ebbene, ascolta il tuo curriculum: vissuta per 19 anni all’estero, in Paesi quali Russia, Arabia Saudita, India ed Egitto, di importanza notevole in questo periodo… conosci bene 5 lingue tra cui farsi e russo… sei stata in tre anni su cinque la migliore del tuo corso… nelle gare universitarie hai ottenuto risultati notevoli nella corsa e nel nuoto, sei cintura marrone di karate… credi ancora che io ti stia prendendo in giro? Ragazza, secondo me questa è la tua strada, il tuo modo per essere utile al nostro Paese in questo periodo…” Nicole lo guardò pensierosa…”Ma come mai… voglio dire… scusi la domanda stupida… perché si fidano di lei? Non potrebbe mandare loro un infiltrato? Non selezionano personalmente gli elementi?””Calma… calma… non esagerare con le domande… si fidano di me perché io sono stato uno di loro… ho passato 10 anni a collaborare con la CIA… e sono stato messo qui apposta, anche se non sono più sul loro libro paga… soddisfatta?””Abbastanza…””E comunque le selezioni vere e proprie le fanno loro… tra una settimana, questo è l’indirizzo… fossi in te ci andrei…””Grazie signor Rettore… arrivederci””Arrivederci”Quando entrò nella sua stanza Nicole era tremendamente frastornata… negli ultimi due giorni la sua vita era cambiata completamente: aveva perso l’apparenza di bel gioco che aveva avuto fino a quel momento… la laurea… la scomparsa dei suoi genitori… la possibilità di entrare nella CIA… entrò in bagno e aprì l’acqua nella vasca: un bagno caldo era quello che ci voleva… Si spogliò e, dopo aver controllato la temperatura dell’acqua, entrò nella vasca.Non c’era niente che la rilassasse come un bel bagno caldo. Chiuse gli occhi e si lasciò andare appoggiandosi con la schiena al bordo, emergendo solo con la testa, le spalle, parte dei seni e le ginocchia… dopo un po’ cominciò a prendere il sapone liquido e a passarselo prima sulle gambe, poi sulle braccia, sul collo, scendendo verso i seni…Fu stupita nel trovare i capezzoli eretti: evidentemente nonostante tutto era eccitata… cominciò ad accarezzarsi i seni più voluttuosamente, li soppesava con le mani, passava le dita attorno ai capezzoli accarezzando l’areola, li palpava a piene mani… quando strinse i capezzoli tra le dita le sfuggì un sospiro di eccitazione… Passò subito la mano sinistra in mezzo alle gambe e cominciò ad accarezzarsi prima lentamente, poi sempre più rapidamente, quasi con furia, portandosi all’orgasmo in poco tempo.Invece che calmarla, il veloce ditalino aveva ottenuto solo l’effetto di eccitarla ancora di più. Finì di lavarsi in fretta, uscì dalla vasca, si infilò l’accappatoio e cominciò ad asciugarsi.Negli ultimi mesi aveva dato troppo spazio alla tesi di laurea lasciando un po’ perdere gli uomini e il sesso in generale. Dopo che sei mesi prima si era lasciata con il suo ultimo ragazzo aveva deciso di dedicarsi completamente alla fine degli studi, rimandando a dopo la laurea la ricerca di una nuova persona che stesse al suo fianco… ma forse in effetti non l’aveva cercata perché nella sua indipendenza non aveva bisogno di un uomo, le bastava il sesso. Eppure in questo periodo le sue avventure erano state pochissime, e nell’ultimo mese non ne aveva addirittura avuta nessuna… ecco perché era così eccitata.Prese da un cassetto del comodino un vibratore (amava anche darsi piacere da sola) e si sdraiò sul letto. Cominciò il solito “rituale” che la portava agli orgasmi migliori… prima cominciava a passarsi il vibratore acceso sulla faccia, sulle labbra, lo accarezzava, lo leccava, se lo portava sulle guance a massaggiarle voluttuosamente, poi lo riportava ancora verso la bocca e succhiava voluttuosamente il glande… quanto avrebbe desiderato in quel momento un vero cazzo di carne da tenere in bocca… poi cominciava a farlo scendere verso il collo, di nuovo sulle guance, ancora in bocca spingendolo in gola il più possibile, mentre con l’altra mano cominciava ad accarezzarsi i seni, le gambe e l’interno coscia fino a sfiorare le grandi labbra.Toltolo dalla bocca lo portava lentamente verso il basso, strusciandolo sul collo e poi giù verso l’incavo dei seni… a massaggiare l’incavo, poi a risalire lentamente a spirale sul globo verso l’areola ed il capezzolo, prima su un seno e poi sull’altro, schiacciandosi il seno nella mano sinistra… ancora si portava il vibratore verso le labbra, a leccarlo eccitata e vogliosa mentre cominciava a masturbarsi… Nicole era “malata di sesso”… dopo la prima esperienza con il maestro di nuoto aveva avuto innumerevoli esperienze, sia prima dei 19 anni e del trasferimento negli Stati Uniti che dopo il trasferimento, approfittando del fatto di vivere da sola. Per la sua bellezza si era sempre potuta scegliere gli uomini che preferiva, e spesso aveva scelto uomini più grandi di lei, più maturi ma anche più esperti sessualmente, che l’avevano portata a vivere la sessualità senza tabù e in modo positivo, come un modo per dare e ricevere piacere senza troppi dei problemi che fa la società occidentale usualmente.Quando faceva sesso o si masturbava perdeva quasi completamente il controllo, ed era quello che stava succedendo in questo momento, in cui pensava solamente a ricavare dalle sue dita e dal vibratore il massimo del piacere.Ora si dirigeva il vibratore verso il basso, portandoselo sui seni, schiacciandogli sopra i seni come in una mini spagnola, poi giù sulla bella pancia piatta in cui si intravedevano gli addominali, poi sul ventre, sull’interno coscia avvicinandosi sempre di più all’imboccatura della fica. Quando si passò la punta del suo amico di gomma sul clitoride fu scossa dai brividi del suo secondo orgasmo… godette inarcando la schiena e chiudendo gli occhi, gemendo come se la stessero torturando. Dopo un paio di minuti si riprese e ricominciò con il suo gioco di piacere. Prima passava il vibratore, attorno alla fica, poi lo strofinava sulle grandi labbra e sul clitoride, bagnandosi sempre di più… quando ormai si avvicinava al terzo orgasmo spinse il vibratore, dopo averlo spento, in fondo alla sua vagina, ottenendo l’apice del piacere con pochi movimenti dentro e fuori. Ma i tre orgasmi non l’avevano ancora soddisfatta pienamente: si infilò il vibratore acceso fino in fondo alla fica e lo regolò sulla velocità massima, dedicandosi poi a un massaggio sui suoi seni. Il vibratore in poco tempo fece il suo dovere e Nicole cominciò ad urlare per l’arrivo del quarto orgasmo… alla fine spense il vibratore e si lasciò andare, esausta, sul letto, addormentandosi in pochi minuti…Nicole passò i giorni successivi a cercare di adattarsi alla scomparsa dei genitori, a cercare di decide re se accettare il consiglio del Rettore e a salutare gli amici ed i compagni, ripromettendosi di non abbandonare anche queste amicizie, che avevano segnato forse il periodo migliore della sua vita…In un certo senso la prolungata assenza dei suoi genitori l’aveva preparata bene alla loro scomparsa, e dopo due giorni la ragazza aveva smesso di piangere, anche se rimaneva sempre una certa tristezza nel cuore che non sarebbe passata per diversi mesi.Nicole arrivò a Langley, sede del George Bush Center of Intelligence dove avrebbe dovuto sostenere il test, la sera prima del test stesso. Si recò all’albergo dove avrebbe alloggiato nei due giorni successivi e si mise subito a dormireEntrare per la prima volta in quello che era considerato il “tempio” della CIA le procurò uno strano brivido che la fece sentire felice di avere accettato il consiglio del Rettore del MIT. Il test consisteva in una serie di domande scritte sugli argomenti più disparati, seguite da colloqui con psicologi e altri personaggi che completavano un profilo che avrebbe deciso l’ammissione o meno alla Scuola di Addestramento, che a sua volta era l’anticamera per un incarico, dal più semplice a quello di spia vera e propria.Dopo avere completato i test era intenta a guardarsi intorno, osservando i suoi possibili colleghi (nel caso fosse stata ammessa) quando il corso dei suoi pensieri fu interrotto da una voce.”Nicole… sei proprio tu?” Si girò verso il ragazzo che le aveva parlato, lo fissò per un attimo con fare interrogativo, poi le si illuminò lo sguardo… “Non ci posso credere… non mi dire che sei Kevin…” chiese incredula “Allora sei proprio la piccola Nicole… non mi sbagliavo… ciao cuginetta!”Nicole non credeva ancora ai suoi occhi e alle sue orecchie… il bel ragazzo che aveva davanti era proprio suo cugino Kevin… il compagno di giochi nelle estati passate dai nonni… il cugino che aveva visto per l’ultima volta otto anni prima. “Che cosa ci fai qui?” chiese, non sapendo cosa dire… “Suppongo quello che ci fai tu… non è magnifico?” Il suo sorriso era abbagliante… “Senti Nicole… penso che dopo tutti questi anni che non ci si vede avremmo molte cose da raccontarci… e visto che l’esito dei test sarà reso noto solo questa sera potremmo andare in un bar a bere qualcosa…” Nicole si stava riprendendo dalla sorpresa “Certo, Kevin… molto volentieri..”Uscirono dal Centro e si infilarono nel primo bar che incontrarono. “Adesso mi devi spiegare come mi hai riconosciuta” cominciò Nicole “Sono otto anni che non ci vediamo… e credo di essere cambiata dall’ultima volta…” Il ragazzo sorrise “Diciamo che ti ho riconosciuta dagli occhi… quelli non sono cambiati e due occhi come i tuoi non sono molto comuni…” Nicole arrossì per il complimento “E comunque hai ragione… sei cambiata molto rispetto a otto anni fa… prima eri già una bella ragazza, ora sei veramente magnifica…” Nicole non si lasciò mettere in imbarazzo dal complimento “Grazie… comunque anche tu sei cresciuto molto… penso che non ti avrei mai riconosciuto… e, per essere sincera, non mi aspettavo assolutamente di trovarti qui…””Nemmeno io… anche se una ragazza con le tue esperienze… voglio dire… hai girato il mondo in lungo e in largo…” La ragazzo lo guardò divertita “Se è per questo sei sempre stato tu il genio, tra noi due… com’è andata a Oxford?” “Secondo te?” sorrise compiaciuto “Ovviamente perfettamente… quando si è un genio…””Antipatico…” Nicole gli fece una linguaccia “Se vuoi saperlo anche io mi sono laureata con il massimo dei voti… al MIT!””Oh… la cuginetta ha talento… e per il resto? Che cosa mi racconti?””Hai sentito degli zii?” chiese Nicole facendosi improvvisamente seria”No… come stanno?””Erano in Cina per l’OMS quando sono scomparsi nel nulla… si sospetta che siano stati arrestati come spie, ma il governo nega di saperne qualcosa…” anche Kevin si fece molto serio “Non sapevo nulla… mi dispiace…” la guardò pensieroso “Non mi dire che è per questo che vuoi entrare nella CIA… per scoprire qualcosa su di loro…”Nicole sorrise “In realtà potrebbe essere un’ottima idea… grazie per avermelo consigliato…” gli fece un occhiolino con aria maliziosa “Comunque non ci avevo mai pensato, e non credo che mi farebbe bene andare dietro a questo fantasma per tutta la vita…””Accidenti, Nicole… sei veramente maturata molto…””Ma adesso non parliamo più di cose brutte… mi ero ripromessa di non stare più male per questo… loro vorrebbero solo vedermi felice…” sorrise “Racconta… cos’hai fatto in tutti questi anni in cui non eri sotto il controllo della tua cuginetta?”I due andarono avanti a chiacchierare allegramente per tutto il pomeriggio, da veri vecchi amici che si ritrovavano dopo lunghi anni. Verso le 6 si diressero al Centro, dove avrebbero saputo il loro destino.”Sarebbe veramente bellissimo fossimo stati ammessi tutti e due, non è vero Kevin?””Certo… e io non dubito che sia andata così…” Nicole lo guardò seria “Ma come fai ad esserne così certo? Non hai visto quante altre persone c’erano là dentro?” Kevin sorrise spavaldo “Ne ho viste tante… ma poche in gamba come te… e visto che sono io il genio tra noi due, se verrai ammessa tu non potranno non ammettere anche me…” Sorrise anche Nicole “Stronzo…” gli disse facendogli una linguaccia… si sentiva incredibilmente felice accanto al cugino, che era diventato anche veramente un bel ragazzo… oltre che molto simpatico.”Comunque eccoci arrivati… ora vedrai se avevo ragione oppure no…” Le disse, avvicinandosi al muro su cui erano affissi i numeri di matricola degli ammessi (erano stati assegnati loro questi numeri la mattina stessa al fine di protezione della privacy) “Questo sono io…” disse dopo aver dato una rapida occhiata al foglio su cui erano scritti trenta numeri di matricola “E questa sono io… speravi di esserti liberato di me, vero?” Gli chiese Nicole, felice perché si era avverato il suo desiderio. “Certo… e invece l’hai sfangata…” E si misero a ridere, allegri…Si diressero verso uno dei cortili interni del complesso, dove li aspettava il pullman che li avrebbe condotti, insieme ai loro futuri compagni, al luogo dell’addestramento. Appena il pullman partì Nicole, nonostante l’eccitazione per il raggiungimento del suo obbiettivo e per aver rivisto il cugino, si addormentò profondamente…Il viaggio durò tutta la notte e all’alba arrivarono al luogo dove avrebbero trascorso i prossimi mesi, per addestrarsi ed essere assegnati poi ai vari incarichi. Era una specie di podere, con una serie di caseggiati sul bordo di un lago e un grande appezzamento di terreno cintato e controllato come zona militare. Dopo essersi sistemati nelle varie stanze, tutte singole, furono chiamati in un salone dove sarebbe stato loro spiegato cosa avrebbero fatto durante l’addestramento.Si sedettero e dopo poco tempo entrarono da una porta laterale tre uomini: due bianchi, uno sulla cinquantina e l’altro di circa quarant’anni, e un nero anche lui circa quarantenne. Il più anziano cominciò a parlare “Buongiorno signori… voi siete il meglio che siamo riusciti a selezionare… non voglio tediarvi con lunghi preamboli e vi lascio subito al vostro istruttore capo, il signor Douglas.””Buongiorno…” L’uomo aveva un magnetismo che fece trasalire Nicole, che si scoprì suo malgrado a immaginarlo mentre la prendeva da dietro… “Come ha detto il signor Darrel io sono il vostro capo istruttore… siete qui perché il Paese ha bisogno di voi e voi avete deciso di servirlo… noi siamo qui per insegnarvi a farlo… Siamo in un periodo poco felice… sapete tutti com’è la situazione internazionale, non c’è bisogno che venga a dirvelo io… Ebbene, in questi 6 mesi imparerete tutto ciò che vi servirà per svolgere il vostro servizio verso il Paese… sparare, per chi non è già capace, costruire una bomba, infiltrarvi in una rete informatica, recitare un ruolo risultando talmente credibili da ingannare anche vostra madre, capire quando una persona vi mente, guidare in condizioni limite, paracadutarvi, uccidere un uomo a mani nude, accattivarvi la fiducia di un uomo o di una donna e ridurlo in vostro potere…” Fissò lo sguardo su Nicole “… con ogni mezzo che l’Agenzia o Madre Natura vi abbia dato…” “La giornata di oggi è libera… in un certo senso… potrete dedicarvi all’attività che preferite… andare al poligono di tiro, a correre o nella palestra a esercitarvi… è un piccolo regalo che vi facciamo, ma da domani si comincerà a fare sul serio… buona giornata, per chi avesse domande, il mio ufficio è nell’ala Ovest…”Nicole e Kevin uscirono dall’edificio e si incamminarono verso quello dei loro alloggi. “Allora? Come utilizzeremo la mattinata?” chiese il ragazzo, ansioso “Io andrei a cambiarmi e poi a fare una visitina alla palestra… mi segui?” propose Nicole “Certo…”Nicole andò in camera, si spogliò e si mise un body aderente e un paio di pantaloni corti aderenti anch’essi, l’ideale per una mattinata di allenamento in palestra… Quando entrò nella palestra il cugino era già là e l’accolse con un fischio “Ehi… ma ce l’hai il porto d’arma per girare così?” “Ah… ah… proprio divertente…” Fece Nicole fingendosi scocciata “Pensate solo a quello voi uomini… penso che potrei punirti…ci dedichiamo ad un po’ di kick-boxe? Sempre che tu non abbia paura…” “Paura di te? Divertente… certo che accetto, ma prima riscaldiamoci un po’” E si mise a correre su uno dei tapis-roulants della palestra, seguito rapidamente dalla cugina. Da quando erano bambini ogni volta che si vedevano ne approfittavano per punzecchiarsi e sfidarsi in ogni ambito… dagli scacchi alla corsa, dai risultati scolastici alla lotta… il tutto senza perdere una briciola del grande affetto che li legava… E adesso che si erano ritrovati non avevano nessuna intenzione di lasciare perdere questi punzecchiamenti e queste continue sfide.Salirono con calma sul ring e cominciarono ad affrontarsi… Kevin scherzava con Nicole, girandole intorno con gran sicurezza e spavalderia. “Questa volta ti sei fregata con le tue stesse mani… finchè avevamo dodici o tredici anni mi battevi perché voi donne iniziate a svilupparvi prima di noi, ma ora… cercherò di non farti troppo male!” E partì con un calcio diretto al volto di Nicole, che lo schivò e lo colpì sul piede d’appoggio facendolo cadere rovinosamente a terra… “Vedo qualcuno troppo sicuro di sé stesso… uno a zero per me… ti arrendi già?””Certo che no… mi hai colto di sorpresa…” rispose Kevin alzandosi, un po’ frastornato”Senti cuginetto… per ravvivare l’incontro facciamo valere tutto… dovresti essere buono col karate…” propose Nicole, con l’intenzione di fare un nuovo scherzo al cugino”Va bene… anche se è tanto che non mi ci dedico più… qualcosa dovrei ancora ricordarmelo…”Ovviamente stava bluffando: Nicole era troppo convinta di stupirlo, visto che non sapeva che lei era diventata cintura marrone, ma Kevin non si fece sorprendere e la atterrò per due volte di fila… “Scusa Nicole… mi ero dimenticato di dirti che nel frattempo sono diventato cintura nera… mi aspettavo il tuo piccolo bluff… se non sbaglio ora siamo due a uno…”Nicole si rialzò scuotendo il capo ridendo “Bravo… mi hai reso pan per focaccia… ora combattiamo seriamente…”Il quarto scontro fu più lungo: i due ormai non volevano concedere niente all’avversario, ma Nicole sfruttò un errore del cugino e lo fece volare a terra, immobilizzandolo inginocchiandosi a gambe aperte sul suo petto.”Due pari… e per oggi penso che possa bastare… sempre che tu ammetta che ho vinto io… non mi alzerò fin quando non lo ammetterai” Propose Nicole al cugino, sorridendo soddisfatta.”Niente da fare… conosco uomini che pagherebbero per averti su di loro in questa posizione… per me va anche bene rimanere così” rispose con un ghigno. Nicole arrossì confusa e si distrasse per un attimo: Kevin ne approfittò subito per disarcionarla e rialzarsi…”Bene… pareggio allora… hai perso la tua posizione di superiorità cuginetta… potremmo andare a farci una doccia e a sentire come ci tratta la CIA per quanto riguarda il cibo… comincio ad avere un certo languorino…””Ok… comunque sei uno stronzo…” rispose la ragazza facendogli l’ennesima linguaccia.”Tendi a ripeterti, Nicole… me l’hai già detto…”Dopo il pranzo Nicole si ritirò in camera sua per riposarsi un po’ e si mise a ripensare a quello che le era successo… tra una cosa e l’altra il suo periodo di astinenza dal sesso continuava… nei giorni precedenti si era masturbata regolarmente, anche con l’aiuto del suo amico di gomma, ma ora si era stancata… aveva voglia di un uomo o, perché no… non sarebbe stata certo la prima volta, anche due o tre… voleva sentire una lingua sui suoi seni, sulla sua vulva, delle mani maschili che le esploravano vogliose il corpo… voleva un membro maschile in bocca, voleva succhiarlo, sentire l’uomo gemere, sentirlo in suo potere, magari mentre un altro la penetrava da dietro… voleva sentirlo venire nella sua bocca, riassaporare il sapore dello sperma che le piaceva tanto e che non sentiva da troppo tempo. Ma come avrebbe fatto qui, controllata tutto il tempo, a trovare quello che voleva? Sarebbe stata condannata all’astinenza per altri sei mesi? Si addormentò con queste domande e con l’immagine di Douglas davanti agli occhi…Si svegliò di soprassalto sentendo dei colpi alla porta. Andò ad aprire ancora assonnata e si trovò davanti Kevin. “Non mi dire che stavi dormendo…” Le disse con tono canzonatorio “Dai… sono già le quattro… dobbiamo esplorare questo mondo… goderci questa giornata di libertà… andiamo a fare un giro al poligono?”Cosa… ah, il poligono… certo… certo… aspetta che mi do una lavata alla faccia…” Rispose Nicole, ancora frastornata per la sveglia improvvisa “Comunque sappi che io non so sparare… e tu?””Me la cavo… ogni tanto andavo ad esercitarmi con i miei compagni Inglesi… sono anche andato a caccia un paio di volte…”I due entrarono nell’edificio del poligono e si diressero verso l’ufficio del responsabile. Bussarono e gli aprì un uomo di circa trentacinque anni, alto e ben messo, che li condusse verso lo spogliatoio dove gli fece indossare le cuffie e gli occhiali e dove gli spiegò come regolare la distanza delle sagome, un eventuale movimento e tutti gli altri particolari tecnici. Nicole ne approfittò per studiarlo bene: era un bell’uomo, dal petto e dalle braccia muscolosi, abbronzato, forse di origine mediterranea… abbassando gli occhi vide un notevole pacco, cosa che la fece arrossire e distogliere lo sguardo. “Cosa succede? C’è qualcosa che non va?” le chiese l’uomo, che evidentemente si era accorto del suo rossore “No… niente… sono solamente un po’ accaldata…” mentì, sperando che ci cascasse. Ormai si era di nuovo eccitata, sentiva i suoi capezzoli che si erano inturgiditi e le mutande che cominciavano ad essere bagnate. Per fortuna Mendoza (si era presentato così, confermando a Nicole le sue origini mediterranee, ispaniche per la precisione) se ne tornò subito nel suo ufficio e Nicole riuscì a calmarsi.Kevin non se la cavava… era un ottimo tiratore… Nicole confrontando le sagome si demoralizzò subito, anche se per una che non aveva mai sparato i risultati erano stati ottimi.Dopo un’oretta i due decisero di uscire, ma Nicole bloccò il cugino, dicendogli di aspettare.”Devo chiedere una cosa a Mendoza”Si avviò verso l’ufficio dell’uomo e, dopo aver bussato, entrò. “Ciao… come hai detto che ti chiami?””Nicole Moore…” rispose la ragazza, un po’ intimidita “Bene Moore, cosa volevi dirmi?””Ecco… io non avevo mai sparato prima d’ora… volevo sapere…” si sentiva imbarazzata “vorrei sapere quando potrei venire ad esercitarmi fuori orario, per recuperare il distacco dagli altri…””Capisco… fai bene, è solo una questione di esercizio… e tu hai talento… dal mio ufficio monitorizzo i punteggi di chi spara… e per essere una chenon ha mai sparato sei veramente promettente… comunque puoi venire dopo cena… ogni volta che vuoi… tanto chiudo il pentagono per mezzanotte e chiunque voglia può venire a sparare fin quando ci sono… del resto durante il giorno non avrete molto tempo libero…””La ringrazio… allora dopo cena… perfetto… arrivederci””Ciao” la salutò Mendoza, ritornando a dedicarsi alla lettura del quotidiano sportivo che aveva sulla scrivania quando era entrata Nicole.”Allora? Cosa dovevi dire di così importante?” si informò il cugino “Chiedevo dei consigli” rispose Nicole con aria distratta… pensava ancora al pacco di Mendoza… “Nicole… ci sei o no?””Scusa?””Sei distratta… ti avevo proposto di andare a fare un giro vicino al lago…” rispose Kevin guardandola pensieroso”Oh, certo… volentieri!”Si dedicarono alla passeggiata fino all’ora di cena, poi si diressero verso la mensa per cenare.Dopo il pasto Kevin si mise a giocare a biliardo con altri tre ragazzi, mentre Nicole, beccandosi dell’asociale, se ne andò in camera dicendo che era troppo stanca per il viaggio.In realtà non voleva che sapessero che andava al poligono ad esercitarsi… si diresse verso l’edificio e bussò alla porta dell’istruttore.”Vieni, ti stavo aspettando…” disse questi portandola allo spogliatoio e dandole cuffie, occhiali e pistola. “Visto che ci sei solo tu posso seguirti e darti alcuni consigli, sempre che tu non voglia fare tutto da sola…””Grazie mille…” Disse Nicole, contenta per l’offerta.Mendoza portò il bersaglio a distanza di 15 metri e si girò verso la ragazza. “Prova da questa distanza per ora… poi vedremo”. Nicole sparò: sei colpi su sette raggiunsero il bersaglio, ma nessuno lo colpì nella zona segnata come cuore. “Non male… ma non ci sei come tecnica… metti un piede davanti all’altro e riprova…” Questa volta tutti i colpi centrarono il bersaglio, colpendo in un caso il cuore della sagoma.”Brava… lo vedi che hai talento? Stai migliorando notevolmente, ma la posizione non era ancora quella giusta…” Si avvicinò a lei e, standole dietro, si mise in modo da aderire al suo corpo, con le mani su quelle di lei, per mostrarle la posizione giusta per sparare. Nicole sentiva il suo profumo, il respiro dell’uomo sul suo collo, i pettorali appoggiati alla sua schiena… cominciava ad eccitarsi… l’uomo, quasi avesse capito il suo turbamento, si staccò e le disse di sparare… questa volta i centri furono tre… Mendoza si riavvicinò nella stessa posizione di prima “Riprova… io ti tengo le mani ferme…” Le disse, quasi sussurrandoglielo nell’orecchio. La ragazza sentì il pacco dell’uomo appoggiarsi alle sue natiche e premere: era veramente imponente… Nicole cominciò ad eccitarsi, non riusciva a deglutire, le si annebbiò la vista e abbassò il braccio con la pistola.”Non ce la faccio…” disse a fatica sussurrando. L’uomo le prese la pistola dalla mano, la fece girare e avvicinò le labbra alle sue. Nicole si lasciò andare, chiuse gli occhi e si abbandonò al bacio dell’uomo, aprendo le labbra. Dopo pochi secondi le due lingue si intrecciavano, quasi furiose, in una specie di lotta, mentre le mani dell’istruttore accarezzavano il viso e i capelli di Nicole. La ragazza non cercò minimamente di trattenersi, pur conscia del fatto che una volta partita non si sarebbe fermata finchè non fosse stata soddisfatta pienamente.Le mani dell’uomo si dedicarono all’esplorazione del suo corpo: la destra si dedicava ai sodi glutei, accarezzandoli e palpandoli da sopra i jeans, mentre la sinistra si dedicava ai seni, accarezzandoli e palpandoli. Nicole era eccitatissima: finalmente stava arrivando quello che aveva atteso nei due mesi precedenti… la mano di Mendoza ora scendeva lungo il suo ventre, infilandosi nei pantaloni. Quando raggiunse la vulva, toccandola da sopra le mutandine, Nicole si sentì sconvolgere da un potente e improvviso orgasmo, che la lasciò abbandonata tra le braccia dell’uomo.”Cazzo quanto eri eccitata… sei già venuta…” La appoggiò al muro e ricominciò a baciala, armeggiando per toglierle la maglietta aderente da cui svettavano i capezzoli eretti… Nicole metteva raramente il reggiseno… si vantava di non averne bisogno. Alzò le braccia per permettere all’uomo di sfilarle la maglia, poi si abbandonò alla foga dei suoi baci che scendevano lungo il collo. Mendoza smise per un attimo di baciarla: guardò i seni in tutto il loro splendore, li palpò a piene mani e cominciò a dare rapide leccate ai capezzoli. Nicole ormai era un lago, l’uomo ci sapeva veramente fare e lei era in sua balia… quando le prese in bocca un capezzolo le sfuggì un urlo di piacere, poi strinse la testa dell’uomo al suo petto incitandolo a continuare.Ma l’istruttore aveva altri piani: mettendola con le spalle al muro, si abbassò a slacciarle i jeans e glieli tolse. Poi schiacciò con foga il viso contro il pube, leccandole la fessura attraverso le mutandine ormai fradice e accarezzandole con maestra le gambe… Stanco di questo gioco, e accortosi che Nicole si stava di nuovo avvicinando all’orgasmo, le sfilò anche l’ultimo indumento: rimase qualche secondo ad ammirare il pube quasi completamente depilato, eccezion fatta per un sottile triangolo che terminava all’inizio della fessura, poi cominciò a sditalinarla con foga. La ragazza provò a reggere per poco, poi si abbandonò al secondo orgasmo della serata, riempendo con i suoi umori le dita dell’uomo, che se le portò alla bocca per sentire il suo sapore. “Sei buona…” le disse sorridendo, mentre lei si teneva le mani sul petto a stringere i seni. “Mi fai venire voglia di assaggiarti.” L’uomo cominciò a baciare il pube e la vulva della ragazza, leccava prima l’esterno, poi pian piano verso l’interno stando attento a non stimolare troppo il clitoride. Nicole seguiva la lingua dell’uomo con gli occhi chiusi: voleva assaporare al massimo quelle sensazioni che le sfuggivano da mesi.L’uomo intanto le dava grandi leccate con tutta la lingua, poi la infilava nella fessura di Nicole il più possibile, strappandole gemiti di piacere. Intanto le sue mani vagavano sulle natiche della ragazza, palpandole il magnifico culo e avvicinandosi sempre di più al secondo buchetto. Dopo averlo raggiunto cominciò ad accarezzarlo, cercando piano di forzarlo. Nicole non era assolutamente nuova al sesso anale, quindi il suo sfintere accolse l’indice dell’uomo con facilità. Questa penetrazione, unita alle furiose leccate dell’uomo, la condussero ad un nuovo orgasmo, con cui inondò la bocca dell’uomo con i suoi umori.L’uomo si rialzò e le lingue dei due si unirono in un bacio vorace, poi Nicole decise di prendere in mano la situazione e, sempre rimanendo contro il muro, si accovacciò a piedi dell’uomo e cominciò a spogliarlo. Mendoza si tolse la maglietta e aspettò che Nicole lo liberasse dalla cintura e dai pantaloni. Anche con i boxer era evidente una mazza promettente. La ragazza glieli sfilò e si trovò davanti alla bocca un cazzo imponente: lungo almeno 24 centimetri e con una cappella enorme, aveva visto forse una o due volte un cazzo più bello.Lo prese in mano e dopo averlo masturbato per un po’ cominciò a baciarlo e a dargli piccoli colpi di lingua. L’uomo parve gradire e pose le mani sulle spalle dicendole “Vediamo se hai talento anche per questo…” Nicole non se lo fece ripetere e sfoderò il meglio del suo repertorio. Iniziò a leccare l’asta dal basso verso l’alto, masturbandolo lentamente, poi diede altri due o tre baci alla cappella dell’uomo e la prese lentamente in bocca. La sua lingua vagava rapidamente sul glande dell’uomo, mentre le mani erano intente una a masturbarlo e l’altra a soppesargli i grandi testicoli, già gonfi.Poi scese a leccargli i testicoli: tenendo l’asta verso la pancia dell’uomo, passava la lingua sullo scroto, li prendeva in bocca uno per volta, li succhiava, li leccava ancora, quindi risaliva a leccare il glande. Dopo un po’ di leccate, cominciò lentamente a farselo scivolare in bocca, succhiando e accarezzandogli i testicoli. Arrivata a metà si tornò indietro, sempre succhiandolo, poi ritornò giù e ancora su, sempre lentamente. Dopo sei o sette “su e giù” cominciò a scendere più lentamente, cercando di infilarlo il più possibile in gola, guardando con aria di sfida l’uomo negli occhi. Il “gola profonda” ebbe successo: non riuscì ad ingoiarlo tutto, ma l’uomo era visibilmente soddisfatto.”Sei una pompinara fantastica” le disse, accarezzandole i capelli.Nicole ricominciò a pompare, questa volta più velocemente, preparando una nuova sorpresa per l’uomo: cominciò ad accarezzargli le natiche, passando vicino allo sfintere anale, poi improvvisamente gli infilò un dito dentro. L’uomo si irrigidì, ma evidentemente gradiva e non era la prima volta che subiva un trattamento del genere. Le prese la faccia tra le mani e, tenendola ferma, cominciò a muoverle il cazzo in bocca come se la stesse scopando. Una novellina avrebbe avuto dei conati di vomito, ma Nicole si controllò e dava dei rapidi colpi di lingua alla cappella che andava verso la gola e tornava indietro, sempre più rapidamente. L’uomo resse il suo stesso ritmo per una ventina di secondi, poi lasciò andare un sospiro, vinto dall’orgasmo. Nicole sentì arrivare il primo getto di sperma caldo e lo ingoiò velocemente, poi ne contò altri otto… le dimensioni dei testicoli dell’uomo le avevano fatto immaginare una grande sborrata, ma la realtà era superiore: fece fatica a tenere tutto lo sperma dell’uomo in bocca, getto dopo getto, prima di ingoiarlo tutto assieme. Aveva voluto assaporare bene quel gusto che aveva desiderato ogni giorno nell’ultima settimana.Si sfilò il cazzo di bocca e schiacciò il glande per fare uscire un ultima goccia di sperma, che leccò avidamente. Poi si rialzò e fece per baciare Mendoza che, per nulla schifato dal gusto del suo sperma, accettò il bacio infilandole la lingua in bocca e cercando quella di lei. Intanto le mani dell’uomo vagavano su tutto il suo corpo, regalandole scosse di eccitazione.”Forse non avrei dovuto farti venire in bocca…” disse la ragazza staccandosi “avrei fatto volentieri una bella scopata…””Non ti preoccupare…” le rispose l’uomo, premendo il suo pube contro quello di lei per farle sentire il membro ancora eretto “Se vuoi siamo appena all’inizio”Nicole sorrise, apprezzando il contatto con quell’asta di carne che sembrava prometterle altro piacere. “Però è meglio se andiamo di là…” le disse l’istruttore. I due raccolsero i vestiti ed entrarono nell’ufficio. “Aspetta un attimo…” le disse uscendo di nuovo dalla stanza. Evidentemente l’ufficio faceva anche da alloggio, perché da una porta sul muro destro si intravedeva una stanza con un letto e un armadio. “Sono andato a chiudere tutto, così non ci disturberà nessuno… penseranno che avevo da fare in città…” le spiegò rientrando. Ricominciò subito a baciarla mentre con le mani le palpava le tette e le schiacciava l’asta contro la pancia. Poi la fece girare e le fece appoggiare le mani sulla scrivania con il busto appoggiato in avanti. La masturbò per qualche secondo poi guidò il glande verso l’imbocco della fessura… spinse piano dentro tutto il glande, poi si fermò per fare assaporare a Nicole la sensazione della penetrazione, quindi lo tolse e cominciò a sfregarlo contro le grandi labbra e il clitoride. Continuò per un po’ con questo giochetto, Nicole si sentiva in paradiso, voleva godere, voleva sentirsi sfondata dal grande membro dell’istruttore.Quando Mendoza la penetrò di colpo, fino in fondo, urlò per il dolore e per il piacere, tra i picchi di un nuovo orgasmo. L’uomo non le diede tregua e continuò a scoparla senza aspettare che l’orgasmo cessasse. La ragazza sentiva l’asta che le entrava fino in fondo e che le stimolava i punti che le davano più piacere, Mendoza era un vero stallone… stava cercando di farla godere il più possibile per farla cadere ai suoi piedi… ed effettivamente aveva goduto poche volte così tanto… la stantuffava mentre con le mani le schiacciava i seni, tormentandole i capezzoli. Bastò poco per farle avere un nuovo orgasmo, che colse di sorpresa l’uomo. “Accidenti… hai già goduto di nuovo…””Quando inizio non la smetto più… se non mi riposo comincio ad avere orgasmi quasi a ripetizione…”Mendoza allora la fece sdraiare con la schiena sulla scrivania e si sporse su di lei cercando di unire la sua lingua a quella di lei: la ragazza rispose tirando fuori la lingua e unendola a quella dell’uomo in un bacio tutt’altro che casto… l’istruttore ritornò a baciarle i seni, lasciando riposare per un attimo la figa … poi puntò il glande sull’apertura e riprese a scoparla. Adesso la scopava dolcemente, facendole sentire tutta la grandezza del suo membro, andando fino in fondo e poi uscendo quasi completamente, tenendola per i fianchi… Nicole stava impazzendo. “Sì… sei fantastico… fammi godere ancora… scopami… scopami…” gridava, incitandolo a darle sempre nuovo piacere.L’uomo, sentendo che si stava avvicinando alla sborrata, cominciò a stimolare il clitoride con un dito mentre la scopava lentamente, cercando di trattenersi… quando si accorse che anche Nicole stava per godere riprese a scoparla con foga poi, accasciandosi su di lei dando un ultimo poderoso colpo, venne. Nicole sentì i getti di sperma che le riempivano la figa e venne anche lei, urlando e stringendo le gambe contro la schiena dell’uomo per tirarlo il più possibile a sé… le lingue dei due si incontrarono ancora una volta, unendosi in un bacio che durò per tutta la durata dei due orgasmi.Quindi Mendoza uscì da lei e, portandola in braccio, la fece stendere sul letto nella sua stanza, adagiandosi di fianco. I due ripresero a baciarsi ad accarezzarsi… questa volta dolcemente, come due innamorati. “Sei splendido… mi è capitato poche volte di godere così tanto… sapevi esattamente cosa volevo… magnifico…” Si lasciò andare Nicole. “Anche non sei male… hai un corpo magnifico… non saprei proprio quale parte mi piace di più… e poi usi la bocca in un modo… sembra che tu sia nata per fare pompini…””Ho iniziato a 15 anni… e mi è subito piaciuto… era molto più rapido e più facile di una scopata, quando c’era poco tempo o la paura di essere beccati, ed è molto meglio di una sega…””Su questo non ci sono dubbi…””E poi mi piaceva il sapore… e molti uomini lo preferiscono a scopare… forse perché non tutte le donne lo fanno e solo poche lo fanno bene…””Devi essere stata con diversi uomini più grandi di te…” azzardò Mendoza”Sì… solitamente sono più esperti e più pronti ad avventure… soprattutto quelli sposati… anche se perdono in durata…” rispose Nicole sorridendo e accarezzando il membro dell’uomo che ormai aveva perso la sua durezza.”Ne hai ancora voglia…” commentò l’uomo stupito”Abbastanza… diciamo che ne avevo dovuto fare a meno per un po’… ma non ti preoccupare… sono comunque abbastanza soddisfatta… vedo benissimo che il tuo amico non ce la fa più… mi accontenterò per questa volta…””Secondo me se ti impegni sai come fargli riprendere vigore…” suggerì sorridendo Mendoza”Dici?” chiese Nicole, prendendolo in mano “Proviamo…”Si chinò e lo prese delicatamente in bocca. Anche da molle manteneva una discreta dimensione, ma Nicole riusciva a tenerlo tutto in bocca. Cominciò a lavorarlo con la lingua mentre lo teneva in bocca e accarezzava i testicoli e il petto dell’uomo, che si godeva la sua lingua con la testa appoggiata sul cuscino e gli occhi chiusi accarezzandole la schiena. Dopo poco tempo Nicole sentì il membro che cominciava a riprendere vigore e decise di stimolarlo diversamente. Cominciò a dargli lunghe succhiate senza mai toglierlo dalla bocca. L’uomo apprezzava e spostò la mano sulla sua nuca per guidare il ritmo; lei lo lasciò fare per un po’, ma appena sentì che il cazzo aveva raggiunto di nuovo la sua durezza originaria se lo sfilò di bocca.”Wow… è di nuovo pronto…” commentò soddisfatta dal suo lavoro.”Complimenti! Ed ora cosa vuoi fare?” le chiese Mendoza maliziosamente. “Ovviamente approfittarne subito…” Si alzò e si mise sopra di lui, guidando il membro verso la sua figa.Dopo essersi penetrata si stese sull’uomo e cominciò a baciarlo, mentre lui ricominciava a scoparla lentamente. “Non pensare di poter condurre sempre il gioco tu…” gli disse Nicole alzandosi dal suo petto e ponendosi a “smorzacandela”.L’uomo non oppose resistenza e lasciò che fosse lei a gestire la situazione. La iniziò a sollevarsi e ad abbassarsi lentamente sull’asta di carne poi, man mano che il piacere saliva, cominciò a dimenarsi quasi convulsamente, dando al bacino un movimento rotatorio, mentre l’uomo si dedicava a palpare a piene mani i suoi seni. “Sì… brava…cavalcami… così… continua che lo senti tutto dentro…” Le diceva tormentandole i capezzoli. “Fantastico… lo sento fino in fondo… vengo… vengo… vengooo…” urlò Nicole sconvolta da un nuovo orgasmo che le fece inarcare la schiena e abbandonare all’indietro la testa prima di lasciarsi andare in avanti sul petto di Mendoza.”Non mi dire che sei già stanca” la incalzò l’uomo, che avendo già goduto due volte era ancora lontano da un nuovo orgasmo “ho ancora dei piani per questa notte…”Nicole gli rispose con un sospiro “No… continuiamo… devo solo riprendermi…” e si sdraiò sul letto con la schiena in aria. Mendoza si alzò e cominciò a leccarle e accarezzarle la schiena “mmh… continua…” poi le fece alzare le natiche, sempre con la testa appoggiata al cuscino, e iniziò a leccarla da dietro. Nicole sentiva la lingua di lui che vagava dalle labbra al clitoride, per poi allontanarsi verso il forellino dell’ano. Quando la lingua dell’uomo le passò sul buchetto fu attraversata da un brivido: per completare la serata una bella inculata era quello che ci voleva, ed evidentemente questa era l’intenzione dell’uomo.Nicole inarcò le natiche e la lingua di Mendoza entrò agevolmente nel suo culo. “Sì… vuoi incularmi, brutto porco, vero?” chiese la ragazza con voce maliziosa. Per tutta risposta l’uomo cominciò a fare entrare e uscire rapidamente la lingua, come se fosse un piccolo cazzo, quindi la sostituì prima con uno e poi con due dita. Nicole gemeva soddisfatta: se il pompino era la pratica che la eccitava maggiormente, il sesso anale era quello che le procurava più piacere, la faceva sentire tremendamente porca e posseduta dall’uomo che la inculava.Mendoza tolse le dita ed appoggiò la cappella pronto ad incularla “Fai piano… sono abituata ma il tuo è molto grosso…” si raccomandò la ragazza, un po’ timorosa… “Non ti preoccupare, non sei certo la prima che inculo, e so benissimo come fare.” Cominciò a masturbarla delicatamente e contemporaneamente a spingere per fare entrare la grossa cappella. Il culo era piccolo ma elastico a causa delle molte volte che Nicole si era dedicata alla pratica anale, quindi il glande entrò abbastanza agevolmente. “Mhhh!… stretto ma elastico… hai anche un culo fantastico…” commentò l’uomo”Zitto… sfondami… scopami…” lo incitava la ragazza, che stava riassaporando sensazioni quasi dimenticateNicole sentì l’uomo che ricominciava a spingere, dando dei colpi brevi ma decisi che facevano entrare ogni volta di più l’asta… il piacere cominciava a darle alla testa… si era sempre vantata con sé stessa di riuscire a godere anche con il culo, e quest’uomo sapeva come stimolarla a dovere.Intanto Mendoza era arrivato a penetrarla completamente e stava cominciano a stantuffarla lentamente, tenendo le sue mani ora sulle natiche ora impegnate a masturbarla. Dopo un po’ Nicole si accorse che l’uomo cominciava ad avvicinarsi all’orgasmo: il respiro, così come quello di lei, si faceva più affannoso “Dai… sfondami… vienimi nel culo… voglio sentirti nelle mie viscere…” lo incitò.Mendoza allora prese a scoparla con forza, quasi con violenza, strappandole un urlo ad ogni affondo. Nicole sentiva il cazzo dell’uomo che le affondava sempredi più e con più forza nelle viscere, e fu travolta da un nuovo, fortissimo orgasmo. Le contrazioni del culo fecero esplodere l’uomo, e Nicole sentì lo sperma riempirle l’intestino e Mendoza che si accasciava sulla sua schiena, esausto.Rimasero così, lei sdraiata sul letto e lui sdraiato sopra di lei, per diversi minuti, poi Mendoza si girò su un lato e prese una sigaretta dal comodino di fianco. “Scusa ma mi rilassa sempre dopo una buona scopata… e questa va di sicuro tra le migliori… faresti impazzire qualsiasi uomo… ne vuoi una?” le chiese porgendole il pacchetto “No, grazie… dicono che peggiori le prestazioni, e non penso che voi maschietti ne sareste felici…” gli rispose, sorridendo maliziosa come sempre “comunque complimenti anche a te… con un arnese come il tuo è difficile non far male… ma mi hai fatta godere tantissimo… Oh merda! È quasi mezzanotte… se non arrivo in tempo mi sbatteranno fuori! Ciao, ci vediamo!” Gli diede un bacio sulla bocca e uno sulla cappella ancora sporca di sperma, poi si rivestì in fretta e uscì per tornare al suo alloggio.”Wow…” pensò tra sé l’istruttore tirando una boccata di fumo “mi sa che questi sei mesi saranno molto molto positivi…”
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