Sono Francesco, abito nel Chianti e ho una sorella che vive a Milano, anche lei sposata, con tre figli: due maschi di 13 e 8 anni e una figlia di 18. Avevo necessità di seguire un corso di specializzazione presso l’istituto finanziario per il quale lavoro e la cui sede è appunto a Milano, e mia sorella si offrì per ospitarmi. Accettai ben volentieri, non quanto per il risparmio, che ovviamente non c’era in quanto sarei stato spesato di tutto, ma piuttosto per stare un po’ insieme ai miei parenti e i miei nipoti che vedo normalmente poco. Il corso era in 4 settimane e sarei rimasto da loro fino al venerdì sera, per poi tornare il lunedì. Arrivato a casa dai miei, mi dissero se mi potevo sistemare nella cameretta di Irene, mia nipote, in quanto era l’unica con un lettino libero. Dissi che per me non vi erano problemi, semmai mi dispiaceva creare disagio alla ragazza. Mi disse che era felicissima di passare un po’ di tempo con suo zio che non vedeva mai e che non avrei dato nessun fastidio. Sistemai la roba alla meglio e poi uscii per andare alla sede della finanziaria, dicendo che sarei tornato verso le 18,00. La sera cenammo assieme, parlammo un po’ e poi, onestamente ero molto stanco anche perché mi ero alzato prestissimo, dissi che sarei andato a dormire. “Aspettami zio, vengo anche io, ho bisogno del letto. Mica ti d fastidio se leggo un po’?”. “No assolutamente, fai pure il tuo comodo, magari anche io leggo qualche riga…”. Andai in bagno, mi sciacquai e ovviamente mi misi in pigiama. Tornai in cameretta e Irene era ancora in bagno. Quando rientrò, ero già nel letto che leggevo un libro di Eco (leggerino la sera per dormire…..!) e mi accorsi che la nipotina non si era cambiata in bagno. Senza badare a me si spogliò restando solo in maglietta e mutandine, poi si infilò il pigiama, venne a darmi un bacetto di buona notte e si mise nel suo letto. Non avevo mai fatto caso a mia nipote come donna, ragazza, anche perché onestamente non è un gran chè. E’ molto bassina, un fisico molto minuto, capelli castani scuri abbastanza lunghi e occhioni neri. Non ha particolari forme, o meglio, si veste abbastanza castigata e quindi non le avevo mai notate. Mi accorsi però che quando era in mutandine, mostrò un sederino rotondo direi perfetto, e mi dispiacque di non aver potuto capire che seno avesse, suppongo piccolo, forse una seconda ma sicuramente fatto bene. Insomma per farla breve sentii che negli slip si muoveva qualcosa, sicuramente dovuto anche al fatto che non scopo spesso con mia moglie anzi, e quindi basta poco per farmi, diciamo, andare in tensione. Parlammo un po’ di come andava la scuola, del mio lavoro, e poi osai sui suoi sentimenti. Irene si schermì: “Chi vuoi che mi consideri zio, e poi a me per adesso non interessa…”. “Ma se sei una ragazza proprio carina, fossi un tuo compagno ti farei una corte spietata”. “Dai…. ma va là, che dici…. non piaccio a nessuno. E comunque sei proprio carino a dire così. Buona notte”. “Buona notte nipotina”. Non fu facile prendere sonno malgrado la stanchezza, l’immagine del sederino di mia nipote mi aveva frastornato e più volte misi la mano negli slip andando a cercare il mio uccello, provavo a sfiorarlo, ma avevo paura che Irene mi sentisse e riponevo ogni volta l’idea. Poi mi addormentai. La mattina seguente si svegliò molto prima di quanto mi dovessi svegliare io, andò in bagno, poi tornò, io facevo finta di dormire. Si tolse il pigiama e mi accorsi che in bagno si era sicuramente cambiata le mutandine, e semi nuda si girò dalla mia parte, vide che dormivo (…..) e si tolse la maglietta. Due tettine da favola apparvero ai miei occhi, proprio come le immaginavo. Sicuramente nemmeno una seconda, ma rotonde, sode e con dei capezzoli marcati rivolti all’in su……. Terremoto negli slip…. Si infilò una nuova maglietta, poi una felpa e un paio di pantaloni, prese una borsa ed uscì…. E il reggiseno?????? Pensai che non lo indossasse per la misura esigua delle sue tette… Però….. Capii da lì a poco che uscirono tutti di casa, e una mano entrò nelle mutande e mi segai di gusto!!!! Segarsi pensando alla nipote……… Venni abbondantemente sotto la maglietta, e andai in bagno a lavarmi e cambiarmi. La giornata scivolò via lenta e monotona, credo che non capii niente di ciò che il corso prevedeva, l’unico pensiero erano le tette e il sedere di Irene. Tornai a casa, e dentro di me non vedevo l’ora di andare a letto per guardare ancora mia nipote. E così verso le 22,30 andammo in camera. Come la sera prima, Irene, si spogliò davanti a me, e ancora una volta ammirai il panorama del suo culetto a mandolino. “Zio, secondo te resterò zitella??”. Disse voltandosi in mutandine e maglietta, e sedendosi sulla sponda del mio letto. “Ma sei di fori Irene??? Guarda che sei proprio carina, te l’ho già detto che se avessi la tua età….. ti farei diventare scema….”. “Ma come faccio a piacere agli altri ragazzi?? Vedessi le mie compagne: alte, truccatissime, sempre vestite attillate, io, anche se volessi che ho da mostrare??? E poi non ci so proprio fare con i ragazzi, sono imbranata, e mi vergogno da morire”. “Il carattere è una cosa Ire, il fisico è un’altra. Non hai niente da invidiare alle tue compagne. Credimi, ormai sono un vecchietto, sei davvero carina”. Si buttò un po’ giù, mi abbracciò stretto e , dandomi un paio di bacetti vicino all’orecchio disse: “Grazie zio, sei davvero meraviglioso. Posso stare un po’ qui con te??? Sai con i miei non posso parlare di questo e i miei fratelli sono troppo piccoli. Con te però è diverso”. “Certo piccina, dai vieni nel lettino con me”. Si infilò sotto le lenzuola, ci mettemmo di fianco e ci abbracciammo stretti. Mi sentivo morire. Avevo l’uccello che si stava rizzando, la sua bocca che non smetteva di darmi baci sul collo, le mie mani dietro alla sua schiena, una nella zona delle scapole e l’altra tra la maglietta e le mutandine e con un dito sentivo la pelle, e una sua coscia a contrasto con il mio sesso. Rischiavo una figura di merda!!!!!! Sentivo le sue tettine spiaccicate al mio ventre, e il mio uccello completamente di marmo. lei si avvinghiò ancora di più a me e nel muoversi la mia mano entrò sotto la sua maglietta e a contrasto con l’elastico delle sue mutandine. Mentre lei continuava a darmi bacetti innocenti, io provai a muovere un po’ la mano sul suo fondo schiena, e mi dette l’impressione che le piacesse moltissimo. Mi sembrò che inarcasse il sedere per facilitarmi l’operazione o per invitarmi ad entrare nella mutandine. Ci pensai, ma non osai tanto. “Che mani calde che hai zio, mi stai facendo scaldare, sei davvero unico, perché non rimani qui da noi per sempre??”. Con la gamba mi dette l’impressione che si muovesse sul mio cazzo. La feci sdraiare a pancia in su, mettendole una mano sotto le spalle, e io di fianco, con l’altra mi provai a sfiorarle la pancia, che nel movimento si era scoperta. Anche lei appoggiò una mano sul mio fianco e trovandolo scoperto ce la appoggiò con decisione. “Sono fredda??? Tu invece sei caldissimo, dai zio scaldami tutta la pancia”. Appoggiai deciso la mano alla sua pancia e iniziai ad accarezzarla tutta, dal bordo delle mutandine fino alle costole. Anche lei prese ad accarezzarmi dal fianco fino alla pancia, pardon pancetta….!, e anche verso l’inguine e poi su fino alle costole. Mi sembrava di non resistere. Le scambiai alcuni baci sulle guance, e lei dopo un po’ si addormentò. Fu molto dopo, mentre io continuavo a sfiorarla che si svegliò, e mi disse che si sentiva in colpa perché non mi lasciava dormire. “No, guarda che mi fa piacere, se vuoi resta, prometto che dormo”. “Adesso no, vado nel mio letto, ci riproviamo domani”. Si alzò, si mise il pigiama ed entrò nel suo lettino. A luce spenta subito una mia mano scese nei boxer e trovai una macchia di umido, i miei umori potevano avermi tradito e il cazzo come di marmo. Fu difficile dormire. La mattina al risveglio steso spettacolo, ma la nipotina non si girò verso di me. Ebbi il pomeriggio libero a causa di un malore occorso all’insegnante, e verso le 15 rientrai in casa. Trovai solo Irene che già stava studiando. I miei lavorano entrambi fino alle 18,00 e i ragazzi vanno dai nonni dopo la scuola. Andai sul letto, accesi il mio portatile e cercai di capire qualcosa del corso, dato che non mi riusciva. Dopo un po’ entrò Ire nella stanza, si spogliò e si mise una tuta da ginnastica, poi andò all’armadio, frugò in un bauletto che era sempre chiuso a chiave, si mise qualcosa in tasca e poi avvicinandosi a me disse. “Vado a fare un po’ di footing, ci vediamo dopo zio”. Sentii chiudere la porta. Non resistetti all’idea di vedere cosa contenesse il bauletto. Irene aveva dimenticato (volontariamente??) la chiave nella serratura, e aprirlo fu naturale. Sorpresa che quasi mi stese, all’interno oltre che un diarietto, vi era un pacchetto di preservativi aperto, e un paio di pacchettini in pelle finta. Aprii il primo: un piccolo fallo di gomma a batteria! Il secondo: una coppia di palline cinesi!. Mia nipote che mi confessava di essere una povera inviolata….. Ma dove, come, quando li usava gli accessori??? E cosa aveva preso prima di uscire???? E dove era andata? E con chi??? Mi eccitavo. Presi a leggere una specie di biglietto che aveva dentro, solo alcune righe: Irene, sei fantastica, vorrei stare con la mia bocca sul tuo sesso sempre. Ti amo. E un altro: Vorrei mangiarti di baci, soprattutto lì… dove ti fanno impazzire. Che nipotina…. però… che fare?? Rimisi tutto a posto, e mi rimisi sul letto davanti al computer. Tornò dopo quasi due ore e non mi parve affatto sudata, ma disse che sarebbe andata subito a farsi una doccia. Si sfilò la tuta e la appoggiò sul suo letto, e si chiuse in bagno. Mi alzai subito di scatto e andai a frugare nelle tasche, sorpresa: un preservativo usato, con dentro una bella razione di sperma! Tornarono gli altri, e tutto proseguì normalmente, fino all’ora di andare a letto. Volontariamente non portai il pigiama in bagno, tergiversai e quando mia nipote entrò in camera per spogliarsi, lo feci anche io. Insieme rimanemmo in maglietta e mutande. “Zio, ti va dinoccolarmi un po’ anche stasera??? Mi è piaciuto un sacco ieri”. “Certo piccina vieni da me”. Non mi misi il pigiama e nemmeno lei. Si sdraiò subito pancia in su, e come la sera prima le misi un braccio sotto le spalle e con l’altro andai sulla sua pancia. Anche lei mise subito una mano sul mio fianco e ricominciò come la sera prima, e mi strusciava un po’ davanti con la sua coscia. Provai subito a darle dei bacetti sulle guance, e lei subito rispose, mentre la sua mano spesso ispezionava il mio gluteo da sopra gli slip e poi si portava all’inguine al margine dell’elastico e lo strusciamento della sua coscia sul mio uccello era sempre più deciso. Sentivo il cazzo scoppiarmi. La mia mano le esplorava tutta la pancia, dal bordo delle sue mutandine fino alle costole, sentivo che salivo ogni volta più su ed ogni volta leggermente più giù. “Sai zio, questa è una bellissima ninna nanna, lo troverò mai uno che mi coccoli così la sera prima di dormire??”. “Io Ire, non riesco a capire perché tu abbia così paura di non trovare un ragazzo, e poi….. secondo me, qualcosa tu hai già….. sei proprio sincera con tuo zio?? Guarda che puoi fidarti, non racconto niente”. “Zio ma che dici?? Che ti viene in mente? Perché mi fai questi discorsi??”. “Ehm…. Diciamo.. che ci sono per adesso almeno due motivi. Il primo è che mi sembra un po’ strano che tu stia nel mio letto a farti coccolare e coccolarmi con questa particolare dolcezza, non penso sia da ragazzina ingenua e inesperta come ti dici. il secondo è perché sei tornata da correre, fingendoti stanca e sfatta e in realtà non eri né accaldata, né sudata….. che dici?”. “Se ti da fastidio che stia un po’ qui stretta con te… Me ne vado subito”. Fece l’atto di muoversi, ma con le mani la trattenni ferma. “Non mi da fastidio, anzi….. ma c’è qualcosa che non mi convince…”. Seguì una lunga pausa di silenzio durante la quale io continuai a sfiorarle la pancia, proprio al bordo delle mutandine e giocherellando un po’ con esso, lei rimase immobile. “Zio, non è che tu abbia aperto il mio bauletto nell’armadio, dato che ci ho lasciato la chiave??”. “Sì, allora?? Mi aveva incuriosito il tuo atteggiamento”. “Posso spiegarti??? Ma tu giuri di stare zitto??”. “Fidati di me”. “A me non sono mai tanto interessati i coetanei e io non interesso a loro. E’ successo da l’inizio della scuola, che spesso la sera andavo a prendere alle elementari mio fratello. Ho conosciuto uno dei suoi maestri, un ragazzo di 34 anni e spesso ci siamo messi a parlare. Poi ci siamo scambiati le email e i numeri di cellulare ed adesso, nel pomeriggio quando lui è libero ci esco, fingendo di andare a fare una corse sul Lambro. Ha un garage ben messo proprio sul fiume e ci vediamo lì, anche perché lui è sposato e ha due figli”. “Capito. E perché se sei persa di lui e ti trovi tanto bene con lui, diciamo che sei così dolce con me?? Anche se sono tuo zio, e proprio perché sono tuo zio?”. “La prima sera, mi sono dimenticata di prendere il pigiama e mi sono cambiata qui davanti a te, e quando sono rimasta in mutandine, ho visto dallo specchio dell’armadio che i tuoi occhi erano tutti per il mio sederino. Mi sembrava che tu non mi guardassi come una nipotina. Poi ieri sera ho voluto vedere se era vero. E quando sono stata nel letto qui con te ho capito che… insomma ti procuro qualche effetto strano. Mi sbaglio??”. “No Ire, me lo procuri davvero, e lo sentirai credo. Allora ti confesso che la mattina quando ti vesti, ti ho anche spiato… Siamo pari con le confessioni”. “Che bisogno hai di spiarmi?? Sono qui tutta da te… e che effetto ti ho fatto quando mi hai guardato la mattina??”. “Rispondo ma anche io ho una domanda per te. Ok?”. “Ok”. “Mi sono eccitato tantissimo, e quando sono rimasto solo mi sono toccato pensando a te, in particolare al tuo sederino e al tuo piccolo e perfetto seno. E dimmi una cosa tu adesso: va bene i preservativi, ma le palline cinesi e il vibratore a cosa ti servono??”. “Me li ha regalati lui. Nei giorni nei quali non ci vediamo, mi ha chiesto di mettermi, quando esco a scuola o altro le palline cinesi, il loro continuo muoversi mi fa impazzire e penso a lui. Il vibra lo uso la sera, se ho voglia di lui, mi metto nel letto e lo uso”. “E queste sere come fai??”. “Non mi interessa usare il vibra, stasera, preferirei…… Hai capito?”. Feci finta di non aver capito. “No”. “Preferirei che tu fossi te il mio vibra. L’ho detto”. “Ma non hai fatto sesso questo pomeriggio? Non sei soddisfatta??”. “Un po’ sì, ma stare qui con te, insomma mi è venuto voglia. Che male c’è?? Ti giuro che ti farò impazzire zio…”. Non aggiunse altro, lentamente, ma in modo deciso, portò la sua mano dal mio fianco a sopra i miei slip e mi tastò l’uccello. Palpò a lungo, l’asta e anche i coglioni. “Zio ho voglia di farti impazzire, e anche tu ne hai, mi dai un bacio??”. Portai le mie labbra alle sue, le schiudemmo e le nostre lingue si intrecciarono. Stavo pomiciando con la mia nipotina!!!!! Subito la sua mano entrò nei miei slip e mi afferrò il cazzo, iniziando a segarlo delicatamente. La mia mano invece si portò in alto e raggiunsi una sua tetta. Stemmo un po’ così, poi lei si mosse lasciando il mio sesso e si mise in ginocchio al mio fianco,ma con la testa volta verso la mia pancia e mostrandomi il suo sederino a mandolino. Mi abbassò gli slip, io la aiutai inarcandomi e avvicinò la bocca all’uccello. Prima lo baciò leggermente, poi con una mano lo scappellò del tutto, quindi ne ingoiò la cappella, iniziando un gioco lento di risucchio e lingua. Credevo di morire. Stavo letteralmente scoppiando. Allungai una mano al suo culetto, ne abbassai le mutandine, e lentamente lo esplorai tutto: prima le natiche di una pelle vellutata, poi lo spacco, dal suo inizio, fino al bocciolo del suo ano. “Ire non resisto, lascia…..”. Aumentò il ritmo del pompino e le venni in bocca soffocando a mala pena il mio godimento. Risucchiò tutto il mio seme e continuò a spompinarmi. Mi sentivo un verme. L’avevo appena sfiorata ed ero già venuto……! “Scusami Irene ma ero troppo eccitato. Scusami davvero”. Lasciò il mio cazzo e venne con la testa vicino alla mia faccia, un piccolo rivolo di sperma le colava dall’angolo della bocca sul mento: “Per stasera va bene così zio, ma domani, torna nel pomeriggio, presto, perché ti voglio tutto”. Uscì dal letto e, quando fu sul suo, aggiunse: “E’ la prima volta che bevo o assaggio il seme di un uomo: hai un sapore meraviglioso. Ti voglio bene”. Spense la luce. Il giorno seguente con una scusa, venni via dal corso e, come avevamo concordato, alle 14,45 ero già a casa. Trovai Irene nel suo letto, coperta dal lenzuolo. Mi chinai per darle un bacetto, e lei abbassò il lenzuolo: era completamente nuda. Un ciuffetto di pelo dominava il suo monte di venere, ma teneva le gambe strette. Pomiciammo brevemente, mentre le palpavo i seni. Poi si staccò dal bacio: “Spogliati zio, tutto”. In un attimo ero nudo, con il cazzo bello dritto davanti a lei. “Mettiti in ginocchio qui sul letto, fammi assaggiare il tuo sesso zio”. Mi inginocchiai, lei si voltò un pochino, scappellò completamente l’uccello e se lo fece sparire in bocca, mentre con una mano mi palpava i coglioni. Allungai una mano sul seno, poi scesi sulla pancia, arrivai alla sua peluria e cercai di intrufolarmi verso la fessura. Iniziò ad aprire le cosce e come scivolai fra le sue grandi labbra, le sentii la fica bagnatisima e il clito turgido. Scesi fino alla caverna e, sorpresa, vi erano infilate le palline cinesi. Si staccò dal mio cazzo: “Toglile zio, è da stamani che le tengo, ho goduto un sacco pensando a te”. E di nuovo ingoiò la cappella in bocca. lentamente le sfilai. Erano fradice degli umori di mia nipote, e me le portai alla bocca e le leccai. Poi, dopo averle posate, introdussi un dito dentro la sua passera, provai anche un secondo, e nell’introdurlo mi accorsi che era abbastanza stretta. Le esplorai comunque tutta la fica internamente, con molta delicatezza. “Irene vienimi sopra, ti voglio baciare la micina”. Mi sdraiai io a pancia in su e lei mi montò sopra mettendomi sulla faccia la sua intimità. Iniziammo un meraviglioso 69. Con le mani le tenevo aperte le grandi labbra e con la lingua le leccai a lungo tutta le fessura, le succhiai il clito, le leccai accuratamente, insalivandolo il bocciolo del suo culetto, e poi introdussi la lingua, per quanto possibile nella sua fica. Non ci volle moltissimo perché iniziasse a godere e a colarmi in bocca un rivolo costante del suo piacere. Capii in quel momento perché il suo amante fosse così innamorato del leccargliela. Mugolava con la mia cappella in bocca, e spesso, nell’aumentare il piacere, ingoiava gran parte del mio uccello , fino alla gola. Aumentai ancora il ritmo della leccata, e con un dito, andai a forzare un pochino il suo culetto. Era sicuramente vergine, ma perfetto, aumentai la pressione e la punta entrò. Iniziò dimenarsi e la nipotina fu preda di un violento orgasmo. Affondai il dito dentro di lei, e mi dissetò con un fiume del suo miele. Continuai a leccarla abbastanza a lungo. Poi si staccò, mi si sdraiò a fianco e mi tirò su di sé. Le andai fra le cosce e puntai il mio uccello contro la sua fichetta, spinsi lentamente e lo infilai tutto fino alla base. Rimasi immobile a gustarmi per alcuni attimi quel corpicino che mi inglobava in una morsa stretta. Sentivo pulsare l’utero di mia nipote e capii che non voleva essere scopata con forza ma voleva gustarsi il mio uccello in un dolce e lento su e giù. Lo feci, andammo avanti a lungo. Spesso mi veniva la voglia di accelerare i colpi, ma non lo feci. Irene raggiunse un orgasmo da capogiro. Fremeva e si dimenava, ma mi implorava di non aumentare. Andò avanti per molto, mentre colava un fiume di piacere. Poi non ce la feci più. “Ire, esplodo, che vuoi che faccia??”. “Non dentro zio, per carità, ti faccio godere io”. Lo tirai fuori e subito volle il cazzo alla bocca. Ma come lo sfiorò con le labbra, mi sentì irrigidire. Aprì del tutto la bocca e tirò fuori la sua lingua e un getto di sborra le inondò la bocca. Mentre ancora venivo si strofinò la cappella su tutta la faccia, e ingoiò il mio seme. Caddi sul letto disfatto dal piacere. Continuammo così, per tre settimane a scopare come due amanti. Sono stato a leccarla per ore, e scoparla lentamente come piace lei. Poi il corso è finito e fra me e la mia nipotina ci sono oltre 300 chilometri. Mi ha promesso di venire a trovarmi…. speriamo.
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