Erano passate un paio di settimane dal mio incontro intimo con la signora Norma, mamma di Ada la bella brunetta delle Cinque Terre (v. racconti “LE PULEDRINE” e “NORMA”). Avevo ripensato spesso alle recenti graditissime esperienze erotiche con Ada prima e con sua madre poi, che mi avevano sorpreso per la loro intensità e per il fatto che erano state tutte promosse da Ada stessa, desiderosa di fare esperienza nonostante i suoi vent’anni. La differenza di età tra me e lei rendeva le cose molto più eccitanti per tutti e due, e quando ero riuscito, sempre grazie a Ada, ad accoppiarmi anche con sua madre Norma che aveva tredici anni più di me e che avevo sempre concupito, sentivo di avere raggiunto il massimo della soddisfazione. Ma la vita riserva sempre delle sorprese. Dicevo, dopo un paio di settimane dall’incontro con Norma e Ada a casa loro, ricevo una telefonata dalla signora che con tono squillante mi saluta con notevole trasporto, quasi a sottolineare la complicità e l’accresciuta confidenza creatasi in quel pomeriggio erotico. Dopo qualche convenevole brillante mi dice: “Ho bisogno della tua consulenza!” “Giornalistica?” chiedo. “Estetica,” risponde laconica. Sono sorpreso. La raffinatissima signora Norma vuole da me una consulenza estetica?? “E’ per Ada,” continua lei, “La prossima settimana è il suo compleanno e voglio un tuo parere su un regalo che ho acquistato per lei. Vieni da noi domani pomeriggio?” Accetto senz’altro, ogni occasione è buona per rivedere la bella signora anche solo per una consulenza estetica. Sono sempre stato un po’ innamorato di Norma. Arrivo alla villa subito dopo pranzo come d’accordo. Appena entrato nell’atrio sento la voce della signora: “Sono qui, nella camera di Ada, sto facendo pulizie!” Entro e la trovo in vestaglia da camera mentre finisce di rassettare il grande letto a due piazze di Ada coperto da un bel piumone con riproduzioni di Klimt. “Scusa se non ti sono venuta incontro, ma non mi va di uscire in vestaglia.” Si avvicina e mi dà un bacetto casto sulla guancia. “Sei stato carino a venire, Ada non c’è e volevo approfittare per mostrarti cosa le ho comprato…” Mentre mi sto ancora chiedendo di cosa si tratti, con tutta naturalezza Norma si apre la vestaglia e mi mostra un completo intimo di seta grigio perla che è la fine del mondo. “Io e Ada abbiamo più o meno le stesse misure, soprattutto di reggiseno, per questo l’ho indossato anche se le mutandine mi stanno un po’ strette.” Ha lo sguardo pudico, quasi da educanda, e la voce bassa che unita a quella visione mi sta mandando in tilt. “Beh, allora, cosa te ne pare?…” chiede tenendo la vestaglia aperta e guardando in basso come se si vergognasse. Mi avvicino e sono già in erezione. “Molto, molto, molto grazioso. E sembra anche morbido.” “E’ morbidissimo, anche per questo l’ho comperato. Senti che seta liscia!” e mi viene vicino per farmi toccare. Accarezzo dolcemente la seta del reggiseno sentendo il suo seno sodo e tondo che mi piace tanto. L’intimo che indossa è trasparente nei punti giusti e lascia intravedere i graziosi capezzoli scuri mentre sotto le mutandine succinte è chiaramente visibile il morbido cuscino di pelo scuro e perfettamente curato. “Fammi vedere meglio…” le dico iniziando a sfilarle la vestaglia. Lei mi agevola, non aspetta altro. La vestaglia finisce sulla moquette mentre le mie mani accarezzano le poppe sode della signora attraverso la seta. Lei chiude gli occhi e sporge il seno in avanti per farselo toccare: “Mmmhhh… Allora, ti piace o no?…” “Mi piace da morire,” le mormoro, “Ma non vorrei sciupare il regalo di Ada…” Così dicendo le abbasso le spalline e lei mi aiuta a far scivolare via l’indumento sottile, restando con le mammelle nude dai capezzoli eretti che stuzzico con le dita e poi mi abbasso a succhiare. I suoi mugolii eccitati accompagnano le carezze della mia lingua. “Mmmmm… caro… Non vorrei bagnare le mutandine nuove di Ada…” “Lllmmmm… Sarà meglio toglierle…” rispondo senza smettere di succhiarla mentre le mie mani le carezzano i fianchi formosi. “Ci pensi tu?…” chiede lei, graziosa. “Con vero piacere.” Norma si volta dandomi le terga e si lascia sfilare le sottili mutandine e scoprire quel bel sedere che bacio con passione mentre i suoi piedini spingono gli slip da qualche parte sulla morbida moquette. Sono inginocchiato dietro di lei in adorazione di quel culo favoloso, a cui rendo il dovuto omaggio con baci, leccate e grugniti di eccitazione. La spingo dolcemente in avanti e lei si piega appoggiandosi con le mani al lettone della figlia e allargando leggermente le cosce. La mia lingua golosa cerca tutti i suoi pertugi già umidi e gode del suo sapore intimo, reso ancora più piacevole dai suoi gemiti di piacere. “Mi stai facendo impazzire, Johnny caro… Ma lecchi così bene anche mia figlia? Sfido che è tanto innamorata di te!…” Sorrido e non rispondo, ma penso al diverso sapore di madre e figlia, ognuna con una nota caratteristica che la rende unica e assolutamente femmina. Sento che la bella signora è cotta al punto giusto, e d’altra parte anch’io ho un’erezione incontenibile. Mi alzo mentre lei sale sul letto di Ada e gattona fino al centro, voltandosi a guardarmi con la lussuria dipinta sul bel viso scarmigliato. Termino di spogliarmi, finalmente nudo e con l’uccello in piedi che non desidera altro che di entrare in lei. Mi segue con lo sguardo mentre salgo sul letto e mi avvicino strusciando il pene durissimo nel solco tra le sue natiche. Lei arcua la schiena, piega il collo in su e chiude gli occhi pregustando la penetrazione. Infilo il membro eretto tra le sue cosce e appoggio il glande sulle labbra della sua vulva. Lei si gira ancora a guardarmi, come a chiedermi “Cosa aspetti?” E allora mi infilo in lei, la penetro piano, fino in fondo, con lentezza esasperante, mentre la bella Norma esala un lungo gemito di piacere. “Ooohhhhhh… Come è bello sentirti mentre entri in me!… Come sei grosso e duro!… Che cazzo magnifico, fallo durare a lungo, ho voglia di tenerti tanto dentro di me!…” “Non temere, mia delizia, anch’io voglio scoparti a lungo. Sono anni che ti desidero e adesso che mi concedi le tue grazie ho intenzione di rifarmi ampiamente del tempo perduto.” Così dicendo inizio a chiavarla piano, estraendo il pene gonfio fino alla cappella e poi reinfilandolo tutto fino a toccarle il collo dell’utero, mentre lei accompagna i miei movimenti con gemiti di estasi sessuale pura. La tengo saldamente per i fianchi mentre la scopo, le mormoro parole eccitate e talvolta volgari, ben sapendo che questo la eccita moltissimo. Mi abbasso sulla sua schiena e prendo tra le mani le sue mammelle gonfie senza smettere di muovermi in lei. Norma si volta per baciarmi, le nostre lingue si cercano desiderose e si leccano per un tempo interminabile. Il suo alito dolce mi riempie la bocca mentre sento i grossi capezzoli inturgidirsi tra le mie dita. “Cazzo, come mi stai chiavando bene… Non scopavo così da anni, Johnny caro… Continua, continua!…” Non ho alcuna intenzione di smettere. Il mio cazzo pompa felice nella figa della signora e lo sciacquettio dei nostri sessi è chiaramente udibile nella stanza silenziosa. Spero mentalmente che non ci sia nessun altro in casa, ma d’altra parte chi potrebbe esserci, se Norma si abbandona con tanta disinvoltura a questo amplesso così sfrenato? La sento raggiungere l’orgasmo, ma resisto e continuo. Scopiamo per più di mezz’ora in quella posizione senza stancarci, poi lei si volta e mi fa entrare di nuovo pube-a-pube, lei sotto e io sopra. Viene di nuovo mentre la bacio appassionatamente, e allora non resisto e in un crescendo di ansimi e sospiri raggiungo l’orgasmo anch’io e le sborro dentro a valanga, un fiotto di sperma dopo l’altro, eccitato come sono, mentre lei si stringe a me con le gambe per trattenermi dentro di sé. Rimaniamo accoppiati per un bel po’, io dentro di lei e le nostre bocche a baciarsi dolcemente mentre ci scambiamo complimenti e paroline dolci. Non posso crederci, Norma si fa scopare da me in modo così lascivo dopo essersi gentilmente negata per anni, lei, la madre pudica, la mogliettina fedele e irreprensibile… che ora mi sbaciucchia amorosa mentre tiene in mano il mio pene floscio che sotto il suo tocco morbido e sapiente riprende rapidamente consistenza. Mi guarda sgranando gli occhi: “Sei proprio un bello stallone… Come fa a indurirsi di nuovo così in fretta, amore mio? Con mio marito mi ci sono sempre volute ore di palpate e succhiate per fargli riprendere consistenza!…” “Sei tu che mi ecciti così. Sai per quanti anni ho sognato di scoparti? Ma tu picche, hai sempre recitato la parte della brava mogliettina, della madre casta e pura.” “E così ero, tesoro. Sei tu che hai risvegliato in me questa lussuria che mi sta dando tanta soddisfazione, specialmente ora che con mio marito non si fa più l’amore tanto spesso. E devo ringraziare mia figlia Ada e la sua intraprendenza… beata gioventù e beate libertà delle ragazze di oggi…” “…E beata la madre che ha fatto una figlia così bella, con quelle tette magnifiche che chiedono solo di essere palpate e succhiate, con quel culetto stupendo che adora essere penetrato, quella boccuccia di rosa che bacia come nessun altro e soprattutto quella fighetta umida e calda sempre in fregola, che leccherei per giorni senza stancarmi.” Norma è eccitata e mi bacia appassionatamente, lasciandosi palpare dappertutto. Sto per completare l’erezione e già pregusto il secondo desideratissimo accoppiamento, quando improvvisamente sento bussare alla porta. Norma alza la testa dal talamo e con mia grande sorpresa dice: “Avanti!” Come sarebbe, avanti?!? Con uno scatto felino faccio appena in tempo a coprirmi a malapena con il lenzuolo quando la porta si apre ed entra una signora che identifico subito come la madre di Norma che ho visto varie volte in fotografia. Sono paralizzato. E ora? Ma la mia bella ospite non si scompone e con la massima naturalezza si alza, ovviamente nuda, e le va incontro. Noto che la signora più anziana (comunque molto giovanile, devo dire) ha in mano un vassoio con tazzine, caffettiera e zuccheriera, sorride come se fosse la cosa più naturale del mondo e cinguetta: “Vi ho portato il caffè!” Norma l’aiuta a posare il vassoio e me la presenta: “Johnny, ti presento mia madre Agnese. Su, non fare lo scontroso, vieni a salutarla!” dice ridendo. Un po’ imbarazzato scivolo fuori dal lenzuolo e mi avvicino alla signora anziana. Sono nudo, ma date le circostanze, al diavolo le formalità: dopotutto è nuda anche Norma e, noto solo ora, la signora Agnese indossa soltanto una sottoveste grigia molto raffinata che le fa anche da reggiseno, sotto la quale intravedo la sagoma di coulottes. “L’hai già vista in fotografia un paio di volte, ricordi?” dice Norma con la massima naturalezza, come se fosse perfettamente normale presentare il proprio amante, in casa propria, alla propria anziana madre. “Sì. Devo dire che dal vero è molto meglio,” rispondo sincero. Le poche foto di lei non le rendevano giustizia. E’ alta come me e ha un bel viso, begli occhi, pelle liscia con tante deliziose pieghette e due fossettine ai lati della bocca che sono la fine del mondo. Agnese sorride, anche i denti non sono male, quasi tutti suoi nonostante l’età… Sono stupito, questa donna è molto bella e deve esserlo stata ancora di più in gioventù, una bellezza non vistosa, tuttavia decisamente superiore. “Anche tu sei molto carino,” dice lei con una voce ben modulata. “Ti posso dare del tu, vero?” “Ma certo!” rispondiamo insieme io e Norma, poi la mamma di Ada prosegue: “Anzi, diamocelo tutti, siamo tra di noi, no?” Centelliniamo il nostro caffé chiacchierando amabilmente in piedi. Norma mi rivela che sua madre ha 67 anni, e Agnese aggiunge sorridendo: “Norma è stata concepita quando avevo 18 anni…” “Figlia della passione, vero mamma?” La madre ride: “Sì, è stato proprio così. Ed ero contenta di essere rimasta incinta, io e tuo padre ci amavamo alla follia.” Madre e figlia si scambiano un bacio affettuoso sulle labbra, poi Norma dice: “Anch’io amo mio marito, ma Johnny è così carino che non ho resistito alla tentazione di godere di lui un paio di volte… In fondo non c’è niente di male, no?” e per sottolineare questa uscita mi stampa un bacio con lo schiocco sulle labbra. Agnese ride: “Ti capisco. Se avessi la tua età avrei approfittato anch’io della ghiotta occasione…” Le do un bacio sulla guancia, all’angolo della bocca. Mmmh… che pelle di velluto. Norma ride: “Vedo che vi piacete, sono contenta. Vero che è molto bella la mamma?” “Norma, sai bene che io adoro la Donna, la consapevolezza della femminilità. E Agnese è proprio l’incarnazione di questo concetto”. Guardo Agnese che sta ridendo con gli occhi: “Una bellezza che rimane nel tempo”. E le do un altro bacio, stavolta sulle labbra. Agnese arrossisce ma non si tira indietro, anzi ride divertita, poi allunga il collo verso di me e mi restituisce il bacio… sulle labbra, naturalmente. “La mamma adora i baci, non smetterebbe mai! Baciala, vedrai!” cinguetta Norma. La signora anziana mi piace molto, è bella e serena e mi sorride guardandomi con i begli occhi azzurri a mandorla. “Con piacere,” rispondo. “Agnese, permettimi…” Lei piega la testa di lato per agevolarmi e avvicina le labbra per farsi baciare. La subisso subito di bacetti teneri e rapidi sulle labbra e sul viso, sul nasino a punta uguale a quello di Norma e di Ada, sul mento grassottello. Agnese mi risponde divertita. Poi le mie labbra accarezzano le sue e le inumidiscono, più lascivamente. Lei socchiude la bocca per rispondere al bacio, mentre la sua mano mi accarezza la nuca. “Baciatevi!” dice Norma, “Come vi invidio! Baciatevi! Johnny, la stai facendo andare in tilt!” Agnese mi guarda negli occhi, i suoi sorridono con le piccole rughe tutt’intorno che la fanno sembrare addirittura graziosa per la sua età. Poi, piano, chiude le palpebre e si abbandona al bacio. Sento le sue labbra che si aprono e dolcemente succhiano le mie. Rispondo allo stesso modo, poi non resisto più e mi infilo con la lingua nella sua bocca che sento caldissima. Ha un buon sapore, Agnese. Amarognolo e piacevole, e aromatizzato al caffè che abbiamo appena bevuto tutti insieme. Sento che la sua bocca mi accoglie felice, e allora lascio che la mia lingua si muova da sola lentamente in quella bocca che mi desidera e che, con mia sorpresa, mi piace tanto. La signora dà un lungo mugolio di soddisfazione nel sentirmi scivolare lungo i suoi denti, carezzarle il palato, intrufolarsi tra le labbra e le gengive, lottare con la sua lingua molle e bagnata di saliva al caffè. Sento che qualche dente manca, e indugio proprio lì accarezzandola con la punta della mia lingua per farle sentire il mio apprezzamento, ma è indubbio che i denti che ha sono suoi e non ce n’è uno finto. E’ davvero una donna notevole, chissà come dev’essere stata bella da giovane… Non una bellezza vistosa o ostentata, lo capisco dal suo atteggiamento molto discreto, ma comunque un’estetica consapevole, curata e assolutamente di prim’ordine. Mi stacco da lei per guardarla meglio, e lei mi sorride, sembra innamorata. Poco distante da noi Norma ci osserva eccitata: “Non è una meraviglia, la mia mammona?” “Mi piaci molto, Agnese,” rispondo senza staccare gli occhi dai suoi. “Anche tu mi piaci molto,” risponde lei, e si avvicina di nuovo con la bocca. Iniziamo a limonare con felice abbandono, senza più ritegno. Le nostre salive si stanno mescolando in maniera assai piacevole e inumidiscono labbra guance e mento mentre le nostre bocche baciano leccano e succhiano senza posa, con suggestivi rumorini di risucchio che riempiono la stanza. Vedo Norma con la coda dell’occhio, si sta accarezzando i seni e si passa una mano dolcemente tra le cosce. Le mie mani ora salgono ai grossi seni dell’anziana signora. “Posso?” chiedo timidamente. Lei unisce la mia bocca alla sua come se non desiderasse fare altro e muove la testa piano a dire sì, mugolando di piacere. Palpo le sue tettone con entrambe le mani, prima attraverso il leggero satin della sottoveste, poi infilandomi nelle coppe per sentire la sua carne nuda. Norma mi aiuta abbassandole le spalline: “Senti che belle tette… Toccale… Guarda come le piace, la stai facendo impazzire…” Agnese sospira e ad ogni palpata mi succhia la lingua con foga. Poi Norma guida la mano dell’anziana madre tra le mie gambe e l’aiuta a racchiuderla attorno alle mie palle. Mi stacco con il pube da lei per agevolarla. Le sue mani calde e leggermente ruvide mi palpano i testicoli con delicatezza e decisione, poi salgono a stringere la mia verga che già da un pezzo è eretta ed eccitata. Sento che guida la pelle del pene su e giù lentamente, con maestria, piano per mantenermi eccitato ma non farmi venire facilmente. Mi giro verso Norma per lasciare a sua madre piena libertà di movimento, ma anche per permettere alla mia amante più giovane di guardare liberamente. E mentre il mio glande si bea dei movimenti che lo scappucciano a intermittenza, le mie mani hanno preso possesso anche del bel culone di Agnese e lo stanno palpando dopo aver sollevato la corta sottana. E’ davvero un bel culo in un corpo ancora più bello, Agnese mi piace e mi arrapa sempre di più. Stacco la bocca dalla sua, ansante ed eccitato. “Agnese, sei bellissima. Fammi vedere queste mammelle favolose…” Lei ride e apre le braccia per farsi ammirare mentre io mi inginocchio davanti a lei e inizio a baciare quei cocomeri un po’ cadenti ma morbidissimi e vellutati. “Che capezzoli enormi! Fammeli succhiare, ti prego!” “Oh, caro… Ma non devi chiedermi il permesso: succhia e tocca quanto ti pare, non puoi che farmi piacere, sei così dolce!…” Bacio e succhio tette e capezzoli, non smetterei mai, e le mie mani palpano e strizzano le grosse mammelle. Sembro un poppante attaccato al seno della mamma: “…Una gran bella mamma, davvero…” mormoro tra una succhiata e una palpata. Sento Norma che sussurra qualcosa all’orecchio della madre, poi le due si scambiano un bacetto felice. “La mamma è in estasi, Johnny caro… Ci sai davvero fare con noi donne, sai?” Sorrido e non rispondo, ma mi alzo senza staccare la bocca da quel bendidìo e le sollevo l’indumento leggero che indossa. La signora mi aiuta a sfilarglielo, rimanendo con le sole coulottes di candido cotone che le fasciano i larghi fianchi e il sedere che sto toccando da un’eternità. “Agnese… Posso spogliarti nuda?…” chiedo timidamente. “Oh… Caro… Naturalmente!!” E’ quasi commossa e gli occhi le brillano, è quasi in lacrime per l’eccitazione. “Io… Io non ero così eccitata da anni!… Continua, ti prego…” La bacio in mezzo alle gambe, aspirando per sentire l’odore delle sue mutande umide. Poi la faccio girare in modo da avere il suo sedere davanti agli occhi, e piano piano, con lentezza quasi esasperante, abbasso l’elastico delle morbide coulottes scoprendo a poco a poco il culone morbido e coperto da una leggerissima peluria bionda. Agnese si volta a guardarmi sopra le spalle, mentre io adorante la bacio tra le natiche proprio nel solco, facendola impazzire per la sorpresa. Quando le lecco l’ano lancia un gridolino e si ritrae, ma la trattengo e abbasso le mutande fino alle sue caviglie: è Norma che le porge le mani per farla stare in equilibrio mentre i piedi della mamma si liberano dell’indumento intimo. La faccio voltare verso di me, ma l’anziana signora si vergogna un po’ e cerca di coprirsi con la mano. Le sorrido rassicurante e, inginocchiato sulla morbida moquette, le lancio un bacetto per farle capire quanto mi piace. Poi Norma la tranquillizza: “Non temere, mamma, sei! bellissima e sexy e Johnny ti desidera moltissimo, non lo vedi?” “Sì, ma… Io… sono vecchia e…” Mi alzo e le poso dolcemente un dito sulle labbra per zittirla. “Non sei vecchia, non lo sarai mai. Sei matura, oh sì, molto ben matura, un frutto ancora da cogliere e da gustare a lungo.” Ci baciamo ancora e finalmente lei si abbandona. Allora mi abbasso e le bacio il pelo quasi completamente bianco e morbidissimo. Ha un odore molto forte che aumenta la mia eccitazione. Sento che è molto bagnata e vorrei spingermi oltre fino al limite, vorrei fare tutto con lei, ma lascerò che sia la donna a farmi capire fin dove gradisce le mie attenzioni. Agnese si lascia baciare, poi inaspettatamente dischiude le cosce lasciandomi pieno accesso alla sua vulva. Subito allungo la lingua, tutta, e inizio a leccare le sue grandi labbra dal forte sapore di femmina. La punta della mia lingua stuzzica la vagina e il clitoride, e sento un debole schizzo di pipì inumidirmi le labbra. Prontamente lecco e lappo e la inghiotto goloso, e stimolo ancora ottenendo un altro gustoso spruzzo nella mia bocca aperta. “Oh, io… Mi tremano le gambe…” Io e sua figlia l’aiutiamo a sedersi sul lettone di Ada dal piumone ancora stropicciato per l’accoppiamento di poco prima tra me e Norma. Mi sarei aspettato che Agnese si sedesse composta a gambe chiuse e invece… “Così potrai leccarmi più comodamente,” mi sussurra con voce roca allargando le gambe e lasciandosi guardare tutta. Eccola qui davanti a me, nuda e bellissima nei suoi 67 anni portati da dio, le grosse mammelle che pendono sul suo petto, la pancia tonda, le cosce grosse e i fianchi larghi e le labbra della figa aperte e gocciolanti. “Voglio farti godere,” dico tuffandomi con la testa nel suo pelo pubico e leccando con enorme piacere quella vulva che tra poco mi esploderà in bocca come desidero. La sento ansimare, gemere mentre si sdraia e mi lascia fare, incapace di trattenersi. I suoi “OH!… OOH!… OOH!…” di piacere riempiono la stanza ed annunciano l’orgasmo imminente. Sono eccitatissimo, e quel che è peggio è che Norma, la bella signora che ha organizzato tutto questo, ora si è sdraiata sulla moquette davanti a me e mi ha preso in bocca l’uccello iniziando a succhiarlo con dovizia mentre si titilla il clitoride mugolando di piacere. Agnese non resiste e inizia a schizzare, uno spruzzo dopo l’altro, senza ritegno, gridando e gemendo per l’orgasmo e schizzando liquido così abbondante da bagnare buona parte del letto oltre che il mio viso e, naturalmente, la mia bocca golosa di lei che lecca e succhia e beve senza posa, lappando quel nettare di femmina a lunghe sorsate. Mi alzo lasciando Norma un po’ delusa, ma ora voglio montare sua madre. Agnese ha gli occhi chiusi, si sta godendo l’orgasmo che non si spegnerà per un bel po’. “Agnese, vorrei penetrarti…” “Vieni tesoro, non aspettare oltre… Vieni, chiavami, non aspetto altro!…” E’ un attimo. Tenendola per le cosce entro col pene durissimo in quella vagina bagnata e dilatata iniziando a chiavarla con colpi decisi. Norma intanto, sdraiata a terra, ci guarda e si masturba selvaggiamente. La stanza è ora piena dei sospiri e dei gridolini di tutti e tre, perché sento che di orgasmi ne stanno arrivando a raffica. Il piacere monta dai miei coglioni e finalmente erutta nella figa di Agnese che mi incita con gridolini e parole eccitate mentre mi svuoto in lei. Norma gode e si abbandona a dolci contorsioni gridando in estasi. Quando sento che non ho più sperma da donare (per ora), mi abbandono su Agnese e mi sdraio accanto a lei sul letto per baciarla, mentre il mio pene ormai floscio scivola fuori dal suo ventre. Norma ci raggiunge e per quasi dieci minuti nessuno di noi parla più, ma non smettiamo di baciarci come fidanzatini in amore. “Erano anni che non facevo l’amore in modo così piacevole!!” esclama a bassa voce Agnese, quasi si vergognasse di dirlo. Norma la guarda con un sorriso di comprensione: “Vero che Johnny è molto carino?” le dice. Siamo sdraiati sul letto, io in mezzo alle due femmine, a sbaciucchiarci amorosamente. “Siete voi che siete deliziose,” rispondo sincero, estasiato dalle attenzioni delle due donne. Mi piacciono molto, rifarei l’amore con entrambe anche subito. Filiamo in bagno tutti e tre, e poi ci infiliamo sotto le lenzuola per dormire un po’. Mi sveglio dopo circa un’oretta. Aprendo gli occhi vedo Agnese, già sveglia, che mi sta guardando con quei begli occhi azzurri e mi sorride. Dietro di me Norma sta dormendo profondamente dandomi le spalle. Agnese allunga la mano e mi sfiora, faccio lo stesso con lei. Ci accarezziamo dolcemente e le nostre mani scivolano liberamente sulla nostra pelle andando a cercare i luoghi più intimi e indugiando proprio lì, dove il piacere è maggiore, accentuato dalla sensazione di varcare la piacevole soglia del proibito. Mi avvicino a lei e ci abbracciamo, poi cominciamo a scambiarci una serie interminabile di teneri bacetti. Le sue mani mi stanno palpando in mezzo alle gambe e la cosa mi fa piacere, ma anch’io le sto massaggiando le tettone e il bel culone morbido, scendendo poi a carezzarle il vello folto che ha tra le cosce. I bacetti diventano baci e le nostre lingue ricominciano a cercarsi golose. Mi stacco dalla sua bocca e le sussurro all’orecchio: “Voglio limonare con te a lungo. Dammi il tuo respiro, la tua saliva… Voglio succhiarti la lingua, bella Agnese, e bere il tuo alito…” “Non mi staccherei mai dalla tua bocca, Johnny… Mi fai sentire una scolaretta…” “Vieni, limoniamo senza staccarci finché Norma non si sarà svegliata. Voglio soffocare nella tua bocca, voglio che la mia lingua sia tua e la tua mia, voglio le tue labbra di rosa.” “Oh, Johnny… Sei proprio un angelo…” dice lei e apre la bocca per farsi limonare. Le nostre bocche si incollano e ci baciamo appassionatamente, abbracciati. Norma dorme, ha il respiro pesante del sonno profondo. Meglio, chi vuole staccarsi dalla bocca di Agnese? Quanto tempo passa? Venti minuti, forse mezz’ora. Un’eternità se si pensa che per tutto questo tempo le nostre bocche non si staccano mai, desiderose solo di assaporarsi e di succhiarsi. Dopo un po’ il sapore di Agnese si fa più amaro, la bocca più asciutta, quasi impastata, ma così dev’essere anche la mia dopotutto. Lei tiene gli occhi chiusi e assapora il gusto del mio alito, della mia saliva. Ci succhiamo a vicenda, ma a lei piace molto spompinarmi letteralmente la lingua per lunghi minuti… e confesso che piace molto anche a me. Sento i suoi denti e questo mi eccita. La saliva ricomincia a scorrere copiosa nelle bocche che letteralmente si bevono a vicenda. Agnese bacia come una Venere. Norma si muove dietro di me, e quasi controvoglia ci stacchiamo per guardarla: falso allarme, si è soltanto messa supina e continua a dormire. Guardo sua madre, ancora abbracciata a me, e ci sorridiamo: abbiamo entrambi le labbra bagnate di saliva che ci cola sulle guance, il segno del nostro lunghissimo bacio di amanti mai sazi. Non avrei mai creduto che mi sarebbe piaciuto così tanto baciare e amoreggiare con una donna di 67 anni. “Adesso voglio il tuo sapore intimo,” le dico girandomi a sessantanove e avvicinando il viso alle sue cosce. Lei si tira indietro, timida: “Johnny… Non ho avuto il tempo di lavarmi dopo la… Dopo la…” Le metto delicatamente un dito sulle labbra per zittirla come si farebbe con una bimba: “Ssshh… Mi piaci così.” Appoggio la testa alla sua coscia e comincio a baciarla in mezzo alle gambe. Agnese tiene le gambe chiuse con pudore, ma i miei baci la sciolgono a poco a poco e dopo un po’ apre le cosce per agevolarmi. Il suo odore è molto forte e mi eccita, sa di sudore, di pipì, di femmina. Ho voglia di leccarla e mi sistemo meglio per aver facile accesso alla sua vulva con la lingua che ancora sa della sua bocca. Intanto anche lei mi lecca il glande tenendo l’asta con la mano caldissima. Mi metto a cavalcioni del suo viso e affondo la mia bocca nella vulva di Agnese che tengo allargata con le dita, mentre lei, rilassata, mi succhia il pene durissimo. Ho appena iniziato a dedicarmi al suo gonfio clitoride, quando sento la voce vellutata di Norma: “Ma guarda che deliziosa scenetta… Chi avrebbe mai detto che un giorno avrei assistito a un felice sessantanove tra mia madre e il mio giovane amante!…” Io e Agnese non le badiamo troppo, impegnati come siamo a leccarci i sessi infoiati. Norma ci osserva per un po’, poi ci viene vicino. “Siete proprio carini… E anche stronzi a non farmi partecipare!” Agnese ride e ci stacchiamo. Prendo il viso di Norma tra le mani per baciarla. “Finalmente! Era ora che ti accorgessi di me!” esala lei. “Senti che buon sapore ha la tua mammina…” le dico dandole la lingua, che lei comincia a ciucciare graziosamente. “Mmmm… Mammina cara… credo che il signorino Johnny qui presente ti stia facendo godere non poco, vero?” “Sono tutta un lago da quando mi avete coinvolta nei vostri giochi,” risponde l’anziana signora, più stupita di noi. “Scommetto” prosegue Norma, “che ti faresti chiavare ancora da lui qui e ora.” Agnese le risponde con un ampio sorriso che dice tutto. Il mio pene è in tiro. “Belle e dolci dame, sono eccitato da morire grazie a voi. Posso scoparvi entrambe?” Le due femmine si guardano. “Certamente! C’è da chiederlo?” e si dispongono tutte e due sul lettone a gambe aperte per invitarmi. “Chi vuoi montare per prima?” chiede Agnese. Ma la figlia le risponde subito prima di me: “Vuole chiavare te, mammona bella! Vero Johnny?” Ha perfettamente ragione, in questo momento desidero iniziare con la bella Agnese. E senza proferire parola mi avvicino alla sua vagina e la penetro piano, infilandomi tutto in lei. Agnese dà un lungo sospiro di piacere. “Mi hai eccitato fino a questo momento con le dita e con la bocca… Ora chiavami fino all’orgasmo!” Non mi faccio pregare. Appoggiato alle grosse mammelle dell’anziana signora, che lei sorregge ai lati con entrambe le mani, la pompo piano, senza fretta, intenzionato a far durare il più possibile quel duplice accoppiamento che si preannuncia delizioso. Norma tiene le gambe spalancate, le dita a stuzzicarsi la vulva invitante che lei apre e chiude per eccitarmi. Aumento il ritmo nella figa di Agnese mentre lei, occhi socchiusi, si gusta ogni attimo della chiavata emettendo un gemito di piacere ad ogni ingresso del mio membro nel suo canale ben lubrificato. “E’ durissimo… Che piacere… Che piacereee…” sospira accompagnandomi nei movimenti. Ben presto il suo respiro si fa ansante, sento che sta raggiungendo l’orgasmo e mi pianto ancora più a fondo nella sua vagina sciacquettante. Sento il collo dell’utero contro il mio glande e mi ci pianto come se volessi aprirla. E’ troppo: Agnese esplode in un orgasmo senza precedenti, gridando ripetutamente, a occhi chiusi, il corpo tutto scosso da tremiti che scemano solo dopo un tempo interminabile. Persino Norma è meravigliata e spalanca gli occhi davanti all’anziana madre che gode come una ragazzina con gli ormoni a mille. Agnese ha la gola riarsa e quando mi abbasso a baciarla, tenendo il mio pene duro sempre dentro di lei, cerca la mia bocca come un’assetata e mi bacia e succhia la lingua a lungo prima di parlare. “Johnny, sei divino… Scopi come un dio! Non credevo che si potesse godere così!…” Nemmeno io, francamente. Ma la passione per queste due meravigliose femmine sta facendo miracoli anche su di me. Esco pian piano dal suo ventre mentre la bella Agnese rimane a gambe larghe, ancora in estasi. Norma è eccitatissima e mi sta aspettando impaziente. Non faccio in tempo a posizionarmi tra le sue cosce che subito s’impadronisce del mio membro gonfio e se lo appoggia alla vulva. “Johnny, chiavami! Fammi godere come la mamma! Non resisto più, ti amo, ti voglio, scopami! Voglio chiavare solo con te! Montami! Mettimi incinta! Ti adoro, sei il mio maschio, l’unico! Baciami mentre mi scopi, dammi la tua lingua da succhiare!… Oooohhhh… Come sei duro!!… Dio che bello sentirti entrare!… Scopami a lungo, sto già godendo! Johnny, godo!… Oh!… Ohh!… Ohh!… Ooohhhh!… Ooohhhhh!…..” Un orgasmo subito, grande e pieno come una marea che la sommerge. Norma gode e gode e gode mormorando frasi senza senso sotto i colpi del mio membro che implacabile la pompa senza sosta. Rallento solo un po’, ma lei sembra non capire nemmeno, presa com’è da quell’orgasmo benedetto che la sta mandando il tilt completamente. Non ho mai visto una donna godere così come queste due femmine, e la cosa sta sconvolgendo anche me. Sento il piacere che monta dai miei testicoli, desiderosi di eruttare sperma, e mi do una calmata per non venire subito. Voglio godere delle due belle quanto più possibile e farle godere come mai in vita loro. Norma non si calma. Mentre la madre ci guarda beata e sorridente, la bella signora continua a gemere ininterrottamente sotto i miei colpi mentre la sua bocca succhia la lingua che le sto infilando in gola. La mia saliva le cola in bocca e lei se la beve come nettare, succhiandola con gustosi rumori di risucchio. Non smettiamo di baciarci, scommetto che non ha mai baciato con tanta passione nemmeno suo marito. E lei geme e geme e gode e mi riempie di complimenti, peraltro ricambiati abbondantemente. Quando sento che è calda al punto giusto aumento il ritmo delle pompate e lei risponde immediatamente con gemiti che preannunciano un altro orgasmo. E’ incredibile, ma non riesce a trattenersi e gode prima di me gridando “Amore!… Amore!…” e schizzando liquido sui miei testicoli e sulle lenzuola. Ma ora sto per godere anch’io e non voglio fermarmi. Sfilo il pene dalla sua vagina arrossata e mi inginocchio tra le due donne menandomelo furiosamente. Loro si posizionano per ricevermi a bocca spalancata e lingue fuori, entrambe, aggrappate alle mie natiche per non perderne nemmeno una goccia. L’orgasmo arriva e sborro con un’abbondanza che mi stupisce, schizzando sperma sul viso delle due che lo leccano golose e ingorde. Dirigo gli zampilli nelle due bocche che fanno a gara per bermi, poi schizzo anche sulle tette e sui capelli, ansimando a mia volta per il gran piacere. Quando non eiaculo più, Norma alza la testa e prende in bocca il mio membro ancora semiduro e lo succhia golosamente per poppare anche le ultime gocce di nettare, mentre la mamma le lecca le tette imbrattate del mio seme. Siamo esausti tutti e tre, ma non sazi. Il piacere dell’intimità così profonda creatasi tra noi rimane e rimarrà per molto tempo ancora. Tanto che quando Agnese dice: “Devo andare in bagno…” Norma le risponde subito: “Veniamo anche noi! Chi non piscia in compagnia…” La seguiamo nel mitico bagno king size del pianterreno, ed è la bella Norma che invita la madre ad un’ultima eccitante trasgressione. “Che ne direste se ci facessimo una doccia reciproca… con i nostri liquidi così a lungo trattenuti?” Io ne sono entusiasta, ho sempre desiderato una cosa simile. Agnese è molto perplessa ma si lascia convincere. Entriamo nella vasca da bagno gigante con idromassaggio, soltanto che l’idromassaggio ce lo faremo noi: mi sdraio per primo sul fondo della vasca e le invito: “E’ fredda… Riscaldatemi con il vostro tepore!” Norma fa accovacciare la mamma a cavalcioni delle mie ginocchia, senza toccarle, mentre lei stessa si posiziona sopra il mio petto. E poi si lasciano andare e i loro getti caldi e fumanti mi irrorano il corpo facendomi provare un piacere nuovo. Vedo il bel sedere di Norma rivolto verso di me, l’ano roseo e contratto contornato di morbidi peletti scuri, mentre tra le sue cosce ben tornite scende il rivolo di pipì che mi piacerebbe bere. Mi sposto sotto di lei strisciando e riesco a riceverne sul viso le ultime gocce, mentre guardo Agnese che piscia a occhi chiusi, liberandosi con aria soddisfatta, le cosce spalancate e il lungo e abbondante getto dorato che sgorga dalla sua uretra. E’ così bello vedere una donna della sua età nuda mentre piscia su di me allagandomi il pisello e l’ombelico. Mi ecciterei di nuovo se non avessi goduto così forte per ben tre volte. Prima di alzarmi da quel paradiso voglio leccare le due passere gocciolanti, e le due donne si lasciano fare sorridendo con piacere, anche Agnese che ormai si è liberata da qualsiasi tabù e gode di quell’intimità condivisa con la figlia e l’amante. “Adesso tocca a noi!” trilla Norma facendomi alzare e sistemandosi seduta nella grande vasca accanto alla mamma. In piedi davanti a loro dirigo l’uccello verso i loro seni e rilascio il mio getto aspergendole dappertutto. Gridolini di gioia delle due femmine accolgono i rivoli caldi che scorrono sui loro corpi, si spalmano il mio liquido sui seni, sul ventre, sul viso, poi mi afferrano il pene che ancora sta pisciando e se lo dirigono in bocca a turno, lappando e bevendo lunghe sorsate come se fosse rosolio. Quando ho finito, Norma vuole succhiare fuori le ultime gocce e ripulirmi il membro, poi ci baciamo a lungo per scambiarci i sapori. Infine tutti e tre insieme sotto una doccia rigenerante. Vorremmo riposarci, ma è ormai sera e tra poco rientrerà il capofamiglia. Ci rivestiamo e ci scambiamo gli ultimi baci prima di rassettare tutto con la consueta efficienza della bella padrona di casa. Tra lavatrice, cambio lenzuola, aspirapolvere e quant’altro ci mettiamo più di un’ora. Invitato a rimanere a cena, esco a comprare un vinello adatto. Rientro dopo mezz’ora e Antonio è già arrivato. Splendido, così sembra che anch’io sia giunto solo ora, invitato a cena in quanto amico di famiglia. Saluto l’amico Antonio, ricambiato calorosamente. Non mi sento ipocrita… o meglio, solo un pochino. E’ vero che ho passato il pomeriggio a letto con sua moglie, e non è nemmeno la prima volta… ma so bene che Norma ama moltissimo il marito e queste trasgressioni le servono per sfogare l’eccesso di libido e per risvegliare la cura che lei ha per l’amato consorte, che rimane pur sempre il felice uomo della sua vita. La cena è deliziosa, anche se Ada mi manca molto. “La figlioletta è ancora all’università per una sessione di esami,” m’informa Antonio. “Le avrebbe fatto piacere essere qui stasera, visto che ci sei tu…” “Sì, anche a me avrebbe fatto molto piacere,” rispondo evitando di guardare negli occhi Norma per non scoppiare a ridere con lei, “Ma… spero in un’altra volta.” “Quando vuoi, a noi fa sempre piacere averti come ospite. Vero tesoro?” Norma si affretta ad annuire mentre quasi s’ingozza con gli spaghetti. La cena è rapida: la signora Agnese, che abita a Milano, ha il treno alle 21 e Norma deve accompagnarla alla stazione. A questo punto mi alzo: “Nemmeno per sogno! Ci penso io ad accompagnarla, non disturbatevi. Ho la macchina a disposizione.”“Che tesoro, Johnny caro… Io sono così stanca, mi fai davvero un grandissimo favore.” “E’ un vero piacere. Se la signora Agnese non ha nulla in contrario, naturalmente.”Agnese sorride: “Il piacere è tutto mio. Sarà meglio affrettarsi o perderò il treno.”Rapidi saluti, baci e abbracci, io e Agnese partiamo lasciando sulla porta Norma e Antonio teneramente abbracciati come piccioncini. Non ho dubbi che la bella signora stasera si concederà più che volentieri all’amato marito e, anzi, lo stupirà con una rinata passione.Io invece non dirigo verso la stazione. “Senti, Agnese… Io devo comunque rientrare a Milano in redazione entro domani. Se ti va ti posso accompagnare fino a casa. Così rimaniamo ancora un po’ insieme.”L’anziana signora mi guarda con un sorrisone beato. “Sei davvero un angelo, ti bacerei.”Sorrido anch’io: “Potrai farlo appena arrivati.”“Non vedo l’ora”.Il tempo del viaggio vola sull’onda della morbida conversazione tra me e Agnese. La madre di Norma non è solo una bella donna, ma è anche molto colta e frizzante. Un vero piacere stare in sua compagnia. Non potevo essere più fortunato.Inutile dire che all’arrivo scarico io il suo borsone e glielo porto su fino all’appartamento, un delizioso trilocale arredato con gusto, situato poco lontano dal centro della metropoli. Sono passate da poco le 22.30.“Dove alloggi, qui a Milano, Johnny?”“In albergo, a spese del giornale. E’ una camera riservata per il personale, ma la uso solo io.”Agnese esita qualche istante, poi: “…Se ti fa piacere, ci prepariamo un vin brulé e poi… potresti dormire qui…”Le sorrido e l’abbraccio: “Agnese, sei una favola. Certo che mi fa piacere! Speravo proprio che me lo chiedessi.”Ci baciamo subito e a lungo. Non mi stupisco quando sento che il mio pene ridiventa duro contro il suo ventre mentre la stringo a me in quel tenero e lungo bacio.Mentre Agnese prepara il vin brulé continuiamo a conversare dolcemente a bassa voce e io l’accarezzo dappertutto, mentre lei si lascia fare. A poco a poco le sfilo la camicetta, poi la gonna, la bacio dappertutto mentre anche il reggiseno scivola via e le sue grandi mammelle finiscono nelle mie mani adoranti che le palpano a lungo, scendendo poi a toccarle il sedere che lei preme contro di me per sentire la mia erezione. Via anche scarpe e calze, Agnese è rimasta con le coulottes bianche che già le ho spogliato oggi pomeriggio. Allora prende lei l’iniziativa e spoglia me con movimenti dolci e decisi, fino a lasciarmi nudo e piacevolmente eccitato. Inginocchiata davanti a me, prende in mano e poi in bocca il mio membro eretto, succhiandolo lentamente. Glielo struscio sul viso, sul collo, attorno ai grandi capezzoli… Non resistiamo più. “Andiamo sul mio letto, amore…” mormora lei mentre mi mordicchia un orecchio. La seguo nella stanza in penombra e la guardo salire sul lettone e gattonare fino al centro. La raggiungo e le sfilo le mutande bagnate. Il suo odore di femmina eccitata è forte e non resisto più.“Agnese, ho una voglia pazzesca di fare l’amore con te!”“Non attendere oltre: scopami subito, non ce la faccio più!”La penetro e ci mettiamo subito a chiavare, chiavare, chiavare. Un accoppiamento mozzafiato, lungo e dolcissimo, cambiando più volte posizione. Scopiamo per gran parte della notte con buona pace di Agnese che orgasma in continuazione mentre io resisto per ovvi motivi. Ma alla fine, dopo innumerevoli cambi di posizione, spagnole, sessantanove, leccate di figa e di cazzo, e soprattutto scopate classiche a ritmo molto vario, decido che è il momento e pompo freneticamente, per poi eiaculare a raffica dentro la vagina dilatata dell’anziana signora di cui sono innamorato.“Tesoro… Non sei ancora stanco?…”“Un po’ di vin brulé mi rimetterà presto in sesto, coniglietta mia.”Nudi ci rechiamo in cucina: il vino è ormai freddo, ma lo riscaldiamo in bocca e ce lo passiamo da lingua a lingua in un ultimo lunghissimo bacio prima del meritato sonno.“A che ora ti alzi, caro?” chiede Agnese accoccolandosi nuda sotto le coperte accanto a me. “Mezzogiorno va bene. Devo essere al giornale alle tre.”“Mmmm…” fa con sguardo malizioso. “Ripòsati bene, allora. Domattina potremmo far l’amore ancora, appena svegli!”La bacio sulle labbra di rosa: “Mmmm… Non vedo l’ora di risvegliarmi!” Le mie capatine al giornale, quella settimana, furono molto fugaci. Essendo un giornalista free-lance potevo permettermi tempi lunghi. L’articolo a cui stavo lavorando comportava soltanto una ricerca documentale di poco conto.Passai invece tutta la settimana a casa di Agnese, anzi, a letto con Agnese. Non facevamo altro che parlare, accoppiarci e, qualche volta, mangiare un boccone. La deliziosa “nonnina” aveva molta fantasia e fu un vero piacere far l’amore con lei dappertutto, compreso il divano, la poltrona, le sedie, il tavolo da cucina, la vasca da bagno, la doccia, il pavimento coperto di morbida moquette. Agnese adorava essere leccata dappertutto, e aveva un ottimo sapore! Inoltre non ne aveva mai abbastanza del mio membro e del mio sperma, che volle prendere non solo in bocca o nella vagina ma dappertutto, tra le mani, sul seno, sui capelli, sul viso, sulla schiena, tra le chiappe. Quando terminò quella splendida “vacanza” ero esausto ma felice. Avevo provato a me stesso e a Norma la mia teoria sull’eterna femminilità che non svanisce con l’età. Agnese sembrava ringiovanita di vent’anni. Certo far l’amore con una donna della sua età comporta ritmi ben diversi da quelli di Ada o Norma. Tutto qui era più dolce, più tenero, più lento, ma non per questo meno appassionato o meno eccitante. La bella Norma si fece sentire al mio cellulare dopo qualche giorno. Aveva parlato con la madre e intuito tutto, e quando le diedi conferma la sentii battere le mani con gridolini di gioia.“Lo sapevo! Lo sapevo! Che bel porcellino che sei! Chissà come sarà eccitata Ada quando glielo dirò!”Già, potevo ben dire di aver materializzato, senza averlo organizzato in anticipo, un sogno che mi ero sempre cullato dentro: far l’amore con tutte le donne della stessa famiglia.
Aggiungi ai Preferiti