Bentosto i sospiri cessarono ed il silenzio pesò di nuovo sui presenti.Il Superiore riprese i sensi e rialzò la giovane ancora stordita, la curvò sul divano, l’appoggiò sui gomiti, con le gambe chiuse, le si sedette dietro e contemplò una volta ancora la groppa dalle linee armoniose che si offriva impenetrabile davanti al suo viso.Le sue mani si posarono sulla carne fremente e sfiorando le natiche, le cosce nude, discesero lungo i polpacci, risalirono, palparono la carne piena, la strinsero, accarezzarono ancora in tutti i sensi i glutei tesi e contratti. Dei fremiti percorsero le natiche e le cosce di Sonia, che sentì aumentare la sua eccitazione, agitò il ventre, tese le natiche alle carezze.Il Superiore afferrò le chiappe a piene mani e allargò le carni, scoprendo in fondo al solco l’ano bruno e pieghettato.La giovane gemette per la vergogna sentendo l’aria fresca accarezzare il suo buchetto nascosto, ma egli, impassibile, guardò fissamente lo sfintere contratto. Il desiderio rinacque con violenza in lui e la sua verga cominciò ad agitarsi sotto il suo ventre. Una voglia folle lo prese di posare le labbra sull’intimità che aveva messo a nudo, ma si dominò.E le sue mani ripresero a sfiorare, a premere profondamente sul culo sporgente, s’insinuarono fra le cosce, cercando di allargare per scoprire il sesso di cui non vedeva che la stretta fessura formata dalle grandi labbra.Sonia resistette con un sobbalzo pudico, strinse le cosce, ma si accovacciò sul ventre, con le ginocchia sul divano e con le gambe pendenti, inchiodata da una mano potente. Gemette, sentendo arrivare il castigo che non sapeva se desiderare o temere.Delle sculacciate risuonarono con un rumore cupo, nell’ombra della stanza, più sonore che dolorose, ma subito un intenso calore irradiò la groppa che si mise ad oscillare in tutti i sensi, le gambe si aprirono, si richiusero.Pietro, prima ansioso, guardò con una dolce emozione compiersi la sculacciata, vedeva la mano abbattersi sulle natiche che si torcevano, dondolavano e sobbalzavano ogni volta che un colpo si abbatteva sulle chiappe di sua sorella. Osservò lussuriosamente il gesto convulso che lasciava allargare le cosce della giovane lasciando intravedere, sotto le natiche, il sesso bruciante.La fanciulla in un primo tempo aveva tentato di resistere alla inevitabile sculacciata, ma, solidamente tenuta dal polso dell’uomo, si era resa subito conto dell’inutilità di ogni resistenza, quindi cercò di addolcire l’effetto dei colpi secchi e precisi.Invano! La mano colpiva con forza e decisione le sue natiche carnose e brucianti.Sotto il calore intenso che emanava dalle sue natiche, uno strano languore s’impossessò del suo corpo e i movimenti disordinati delle sue gambe si diradarono a poco a poco. Soltanto il sedere continuò a torcersi in tutti i sensi sotto i colpi precisi.Le natiche ben presto si colorarono sotto l’afflusso del sangue sotto la pelle, cominciando a bruciarle.Insidiosamente il calore raggiunse il sesso esacerbato e Sonia sentì crescere ancor di più l’eccitazione che l’attanagliava, strinse le cosce ma i colpi sempre più secchi, l’obbligarono subito ad allargare le gambe ed il sesso apparve socchiuso, sotto le natiche arrossate.Il Superiore sentì diminuire la resistenza della giovane fanciulla ad ogni sculacciata, colpì sempre più forte le carni offerte, Sonia singhiozzò nervosamente. E fu allora che, con voce autoritaria egli ordinò:* Apriti! –Solo un gemito sordo fendette il silenzio della stanza.Il Superiore si era riseduto dietro Sonia, sul piccolo sgabello, attendendo ansiosamente la caduta del pudore.Ansante, Sonia si risollevò dal divano, rimise i piedi a terra, si chinò, appoggiò i gomiti sui cuscini.Alcuni secondi passarono lunghi come secoli.Le cosce rimasero chiuse, ma il Superiore comprese la lotta che infuriava nell’animo della fanciulla.Ad un tratto egli vide le gambe aprirsi leggermente e sentì il respiro affannoso della giovane che lottava ancora contro il pudore.Ancora le cosce si allargarono un altro po’, il sesso cominciò ad apparire, le grandi labbra sfiorarono la carne ambrata fra le cosce, disegnando un solco sinuoso e roseo.Il Superiore non si mosse.Pietro attese come istupidito l’allargamento che avrebbe liberato il sesso ai loro occhi. La sua mano ritornò ad accarezzare la verga che accennava a risvegliarsi.Un silenzio angosciato continuava ad aleggiare su di loro.Un fremito scosse Sonia nel più profondo delle sue viscere, essa sentì la sua eccitazione, a lungo contenuta, annichilire in lei ogni ritegno. Si sforzò ancora di lottare, ma sentendo la sua nudità innanzi al viso di quell’uomo, salì in lei un desiderio impetuoso ed emise un gemito.L’uomo vide la groppa fremere sulle gambe contratte e tremanti, tendersi verso di lui, con un gesto rapido le gambe si allargarono di più, il busto si chinò facendo risaltare ancor di più le natiche, e fra le cosce, finalmente aperte, la sua femminilità si offrì, con le carni rosee, lucenti di umori, come la bocca tesa per un lascivo bacio.Il Superiore soffocò un grido di vittoria.Ora la giovane fanciulla non avrebbe più resistito ai suoi desideri. Ma non voleva ancora trattare bruscamente quel corpo abbandonato. La sua verga si gonfiò all’appello del sesso. Il suo viso si avvicinò. Sonia sentì il respiro caldo e ansante sulla sua groppa fremente, girando il capo intravide gli sguardi lubrici che si posavano sulle sue intimità e con un fremito in tutto il corpo, sentì due dita allargarle gli orli del sesso.Tremante di voluttà, il Superiore contemplò i segreti di quella intimità posta davanti ai suoi occhi, ammirò la parte bassa della fessura, fra le labbra che egli aveva allargato, dove il clitoride incappucciato si erigeva sfrontato e al di sopra la carne delicata e rosea delle piccole labbra che indicavano l’ingresso vellutato della vagina.Dei radi peletti biondi incorniciavano le carni e ricoprivano il pube, e al di sopra del sesso, la boccuccia pieghettata dell’ano si nascondeva fra i glutei carnosi, ancora rossi per le sculacciate ricevute.Il sesso era lucido di secrezioni tanto era l’eccitazione e l’uomo capì la potenza del desiderio della giovane vedendo torcersi convulsamente quella femminilità offerta.Con la gola mozzata, immaginò la sua grossa verga insinuarsi profondamente in quel sesso, lacerare le carni ancora vergini, urtando nel più profondo del ventre la bocca dell’utero. Fremette e le sue dita si contrassero sulle carni, allargandole maggiormente. Un desiderio folle gli venne di prendere fra le sue labbra il clitoride che sembrava tendersi verso di esse. Chiuse gli occhi, cacciando quel desiderio a cui non voleva cedere. Egli non poteva perdere, con una esauriente carezza, il frutto della sua laboriosa e paziente dominazione: essa era venuta per sottomettersi alle sue esigenze e non per piegarlo, invece, ai suoi voluttuosi desideri.Lasciò, allora, le labbra del sesso e afferrò fra il pollice e l’indice il clitoride gonfio, stringendolo. Sonia lanciò un rantolo di voluttà e Pietro vide la groppa di sua sorella tendersi ancor di più verso il viso del Superiore in un appello lubrico, le dita si agitavano dolcemente tirando la carne, avvolgendola fra di esse, stringendola.Un dolce gemito si alzò dalla gola della ragazza che, con la testa ripiegata sulle braccia, graffiò con le unghie la stoffa del divano. Pietro vedeva i seni della sorella, pesanti e gonfi per la posizione, muoversi sul petto scosso da tremiti nervosi, il godimento doveva essere intenso.Il Superiore intravide l’avvicinarsi dello spasimo, allora si rialzò lentamente senza lasciare il bottone che palpitava di eccitazione, la sua verga grossa era nuovamente eretta. Spinse Sonia sul divano, la fece inginocchiare con le ginocchia aperte sugli orli dei cuscini; lei eseguì, incoscientemente, stordita di voluttà sotto la masturbazione delle dita che la palpeggiavano e le stringevano il clitoride.Il Superiore ritirò le dita, spinse in avanti il ventre, posò la verga sul sesso gocciolante.Pietro si alzò come un allucinato, preso dall’angoscia alla gola e al ventre. Guardò la verga che gli sembrò immensa, il cui glande si era posato nella parte bassa del sesso, sul clitoride di Sonia e che, poi, si mise a sfiorarlo con un lento movimento.Un rumore leggero si levò dalle cosce beanti, Il Superiore, tenendosi la verga fra le dita, strofinò il sesso umido con il glande turgido.Al morbido contatto, Sonia, non rendendosi conto del pericolo che correva la sua verginità, si rimise a gemere di voluttà.A questo punto il Superiore fece scivolare la punta della verga dal basso in alto, poi dall’alto in basso, nella fessura allungata della femminilità, la carne dura seguì tutte le sinuosità profonde di quella fica, schiacciò sotto la sua massa il clitoride esacerbato, sfiorò la boccuccia interna, piccola e leggermente allargata per l’eccitazione, ritornò in basso sul cappuccio indurito, scivolò ancora e si fermò all’ingresso interno della vagina, provandone la resistenza con una lenta pressione.Da principio, Sonia sobbalzò davanti alla fitta di dolore frammista alla voluttà, poi a poco a poco accettò immobile quel contatto persistente, lasciando la verga immergersi sino a una leggera dilatazione della sua vagina. Poi gemette e agitò il suo culo meraviglioso.Estasiato il Superiore assaporò l’ineffabile voluttà di quello strofinamento del membro sulle parti sessuali della fanciulla, le secrezioni colavano lungo la sua verga, e le gambe cominciarono a tremargli febbrilmente.Spinse lentamente sui bordi della bocca interna.* No!… No!… non voglio… No!… No!…-Sonia ora gemeva sotto la pressione persistente della verga che stava aprendosi una strada dentro di lei. Si chinò verso il divano, ma il Superiore afferrò il davanti delle cosce con le sue mani e la tenne, con le gambe aperte, curvata davanti a se.Con il cuore che le batteva, anelante, angosciata, Sonia si sentì venir meno, non aveva più la forza di reagire, non osando muoversi per paura di accentuare l’inesorabile pressione che distendeva la carne fragile della sua vagina. L’eccitazione si era ritirata di colpo, come una lumaca nel suo guscio e adesso aveva paura, con gli occhi serrati dall’angoscia, la bocca contratta, attese l’irreparabile…Il Superiore, immobile, ansò sopra di lei, esitò ancora a consumare l’atto che l’avrebbe fatta donna, le sue dita si contrassero sulle cosce carnose, le sue gambe tremarono d’impazienza. Chiuse gli occhi e spinse ancora, dilatando le carni e premendo dolorosamente contro l’imene, Sonia gemette forte… L’uomo trasse un respiro profondo, la sua verga palpitò, si gonfiò e lui spinse con un gemito rauco, al quale rispose un lungo grido di belva ferita…Sonia sentì una lacerazione dolorosissima, fra le sue cosce contratte, insieme a un senso di dilatazione insopportabile, con una spinta potente, la verga, scivolando nelle carni lacerate andò a toccare il fondo della vagina…Dei singhiozzi si levarono nella penombra della stanza, dal corpo anelante che si era incurvato e rattrappito sul divano, sotto il corpo muscoloso del Superiore che lo copriva.L’uomo rimase piantato in lei, col ventre unito alle natiche, assaporando l’ineffabile voluttà di quella violenza sul corpo della giovane, godendo sotto le palpitazioni nervose delle carni vergini che stringevano la verga fremente. Le sue mani avevano lasciato le cosce ed accarezzavano i seni sotto il busto scosso dai singhiozzi. La sua bocca mordicchiò l’orecchio che usciva dalla capigliatura bionda.Con delicatezza strofinò il glande contro il fondo del sesso, stuzzicando la bocca dell’utero.Dopo alcuni minuti, durante i quali le lacrime non cessarono di colare, dei sospiri profondi sollevarono la giovane sotto le carezze del Superiore.Il temperamento ardente di Sonia prese il sopravvento sul dolore fisico, e le carezze sempre più precise del Superiore sul suo ventre e sui suoi seni ricominciarono ad eccitare il corpo femminile illanguidito.Lui lo sentì e, lentamente, cominciò a muovere la sua virilità nel sesso umido e caldo, scivoloso per il sangue versato. Alcuni lamenti sordi si udirono a testimonianza della recente deflorazione, ma lui agitò il glande in tutti i sensi in fondo alla fica, muovendosi col membro nella vagina palpitante. Godeva pensando che lui era il primo a penetrare in quel ventre giovane. Diciotto anni! Non aveva che diciotto anni!… E lui l’aveva fatta donna!…Le sue dita si contrassero sulla groppa rotonda, mentre la verga palpitava in fondo alla sua femminilità. La voluttà e l’eccitazione rinacquero nel corpo della fanciulla, ai sospiri seguirono i dolci gemiti e la verga prese a muoversi a ritmo costante dentro di lei. Talvolta, un piccolo grido sfuggiva ancora dalla bocca contratta dal desiderio, quando l’uomo, febbrilmente, faceva scivolare troppo fortemente la sua virilità nel canale appena violato. Grido subito soffocato dai rantoli di godimento.Il Superiore sentì che non poteva trattenersi a lungo, che lo sperma affluiva imperioso nella sua verga gonfia…Pensò alle conseguenze del suo atto con quella fanciulla, senza dubbio incosciente dei rischi che comportava il coito. Ma non si preoccupò più di tanto.La scanalò vigorosamente, facendo dei movimenti profondi, e Sonia, sovreccitata dalla velocità e dalla violenza dell’assalto, si abbandonò con ardore a un coito forsennato…Lo spasimo delirante salì e li prese contemporaneamente, sentì lo sperma bollente invaderla a fiotti, fuoriuscirle dalla vagina allagata, scossa dagli ultimi frenetici colpi, e lasciando i loro corpi inerti, abbandonati sul divano, riversi l’uno sull’altra.A poco a poco, i corpi si distesero e la coppia riprese i sensi. Il Superiore rimase piantato nel sesso voluttuoso, baciando la nuca bionda e stringendo e accarezzando i seni palpitanti.
Aggiungi ai Preferiti