Sono passati sei mesi da quella domenica, le mie notti ora le passo nel letto di mamma. Quel pomeriggio, abbracciati nel letto, le chiesi “mamma, senti, ma ti sembra normale tutto questo?” seria mi rispose “no, Davide non è normale e lo so benissimo ma vedi……. ho ricevuto un’educazione molto rigida dalla mia famiglia, allora si usava. Ho avuto degli uomini prima di tuo padre, che credimi, ho amato con tutta me stessa e tu ti ricordi come ero disperata quando è morto. E ne ho avuto, pochi, dopo che è morto. Una cosa ho sempre creduto: che sesso e amore fossero due cose ben diverse. Si sostiene che per le donne sesso e amore siano due cose che debbano correre assieme, per me non è cosi, non lo è mai stato neanche da ragazza. Ho fatto sesso con uomini che non amavo nel senso vero della parola e con uomini che amavo, come tuo padre. Solo che l’educazione rigida ha creato in me un continuo conflitto, con gli uomini, facendo sesso non riuscivo ad essere me stessa, neanche con tuo padre. Avevo vergogna a chiedere, subivo, e alla fine ero sempre insoddisfatta, di me e di loro e loro di me. Avevo voglia di prendere io l’iniziativa, ma la reprimevo aspettando che fossero loro; avevo voglia di succhiarli ma non lo facevo aspettando che fossero loro a mettermelo in bocca pensando che se avessi fatto io un gesto del genere mi avrebbero giudicato. Ho passato la mia vita reprimendo me stessa e quella che sono. Dopo che la mia ultima storia con Gianni è finita ho deciso che non avrei cercato un altro uomo. Tu sei cresciuto, sei diventato un bell’uomo; ti ho osservato, ti guardavo nudo quando uscivi dalla doccia, mi eccitavo e mi vergognavo di me stessa; è un bel po’ che rimugino questa idea, più ci pensavo, più mi eccitavo e più mi vergognavo di me stessa. Vergogna, vergogna, sempre vergogna nella mia vita, vergogna di essere me stessa. Ho detto basta, ma perché dovevo vergognarmi di quella che ero; tu sei una parte di me, sei uscito da me, con te ero sicura di riuscire a non vergognarmi. Certo, avevo paura di traumatizzarti o che non mi avresti capito, ma conoscendoti mi sono detta che tutto sarebbe andato per il verso giusto, aspettavo solo il momento adatto, per me e per te …. E quel momento è arrivato” e, guardandomi seria e apprensiva “..ho forse sbagliato tutto?”.Rimasi silenzioso per un po’ poi le dissi “questa cosa tu la hai pensata da un po’ e metabolizzata, a me è capitata tra capo e collo, devo digerirla. In ogni caso ho capito il tuo problema, ti capisco e mi dispiace che tu abbia vissuto tutto questo tempo cercando di essere una persona diversa da quello che sei in realtà”. Rassicurata dalle mie parole mi ha abbracciato stretto e mi ha baciato sulla bocca, la lingua a cercare la mia. “Ad esempio quello che sto per dirti non avrei il coraggio di dirlo ad un altro uomo. Quasi tutti gli uomini che ho avuto volevano da me ….. un rapporto….. anale, anche tuo padre quante volte ha insistito. Io non ho mai accettato, e non perché non volevo o perché la cosa mi disturbava o per paura del dolore ma perché pensavo che mi avrebbero considerata una puttana. Mentre io volevo provare anche questo. Quando ho sentito che mi forzavi … il buchino, ho avuto un attimo di incertezza ma poi mi sono lasciata andare perché con te non provo nessuna vergogna”. Mi ha stretto forte un’altra volta e mi ha baciato a lungo. Mi ha preso la mano e la portata tra le sue cosce. Con voce bassa e roca “senti come mi sono bagnata, solo al pensiero mi sono eccitata di nuovo” ho preso ad accarezzarla, era di nuovo piena di umori. E’ scivolata tra le mie gambe e ha preso a leccarmi e succhiarmi. Nonostante tutto, la sua bocca è riuscita a risvegliarmi di nuovo. Si è rialzata e si è messa a cavalcioni del mio bacino e in un sussurro “tu stai fermo che voglio fare io”. La sua figa mi ha inghiottito e la sensazione di avere il cazzo in un forno umido e caldo è ricomparsa. Ha preso a muoversi e a gemere. Guardarla mi dava più piacere che non la sua figa intorno al mio cazzo. In un crescendo di gemiti e movimenti è venuta. Mi è crollata addosso con il mio cazzo duro ancora dentro. L’ho lasciata riposare un po’ poi ho iniziato a muovermi io. Lei subito ha aperto gli occhi, mi ha guardato con un sorriso complice e mi ha detto “no, tu stai ancora fermo” e sempre guardandomi fisso negli occhi e sorridendo, si è sollevata leggermente, ha sfilato il mio uccello ancora in piena erezione, tenendolo in una mano si è accovacciata, l’ha appoggiato al suo buchino posteriore e movendosi lentamente si è fatta penetrare. Ho sentito sulla punta del cazzo i suoi muscoli aprirsi e dilatarsi e le pareti calde del suo culo avvolgermi e stringermi. La guardavo, con gli occhi chiusi emetteva piccoli gemiti e lamenti mentre il mio sesso si faceva strada nel suo intestino. Oramai era ben dilatata e con un unico movimento si è abbassata facendosi penetrare completamente. “è molto più bello di stamattina” mi ha detto con gli occhi chiusi “è bello sentirti dentro di me anche lì”. “inizia a muoverti senza farlo uscire” ho detto. Ha iniziato a muoversi alzando e abbassando il culetto scorrendo sul mio cazzo. Era talmente eccitata che era lubrificata anche lì. Mentre si muoveva, stringeva e rilasciava i muscoli dello sfintere dandomi delle sensazioni incredibili. “sei bravissima, è la più bella inculata della mia vita, si… continua così che mi stai facendo venire….. vengo, vengo……” Ha urlato anche lei, ha avuto l’orgasmo sentendo il mio cazzo pulsare e riempirle il culo di sborra. Il primo mese dopo quella domenica è stato pazzesco. Mamma è stata presa dalla frenesia. Lei che passava ore nel suo studio di architetto, facendo orari pazzeschi, cercava il più possibile di farsi trovare a casa quando tornavo dall’ufficio. Arrivava a casa, si tuffava in doccia, preparava pranzetti, quando arrivavo mi buttava le braccia al collo e mi baciava, non mi mollava un attimo. Uscivo magari dalla doccia e la trovavo in bagno con l’asciugamano pronto, mi si inginocchiava davanti e mi prendeva in bocca e mi succhiava sino a farmi venire e si masturbava venendo quando sentiva riempirsi la bocca e la gola dal mio seme. A volte aspettava di aver finito la cena e dopo il caffè mi diceva “voglio il mio dessert” e lì in cucina si accoccolava tra le mie gambe e dopo avermi svuotato mi leccava accuratamente per non perderne neanche una goccia e di diceva “amore mio, è buonissimo, sa di mandorle”. Si comportava come una sposina nei primi mesi di matrimonio. Ma anche in me qualche cosa era cambiato. Anch’io aspettavo con ansia di tornare a casa, vederla e fare sesso con lei. Non sono mai stato uno stallone, credo di essere un sano, normale ragazzo, ma da quando abbiamo iniziato mi accorgo che oltre che riuscire ad avere rapporti ripetuti in breve tempo, riesco ad avere una resistenza molto maggiore, riesco a mantenere un erezione per parecchio tempo e riesco a controllare l’orgasmo. Cosa mai riuscita con altre donne, forse perché con mamma non ho l’ansia della prestazione. Sta di fatto che riesco a starle dentro, duro, per parecchio tempo e lei riesce sempre ad avere orgasmi ripetuti, tanto che alla fine è spossata.La felicità di mamma di poter dare sfogo completo alla sua sensualità l’ ha fatta diventare, se possibile, ancora più bella.La sera mi racconta della corte spietata che sia i clienti che colleghi e il suo capo le fanno; ridendo mi dice che Franco, il suo capo “farebbe follie per darle una leccatina”.Passato il primo mese in cui tutte le sue e mie fantasie sessuali erano state provate, pian piano la frenesia si è calmata; una sera dopo aver fatto l’amore iniziai un discorso “senti mamma, mi vedi, sono felice e tranquillo in questa situazione che ho accettato completamente, ma ho una paura: penso che tu capisca che io debbo farmi una mia vita, vedere altre donne, prima o poi devo trovare una mia sistemazione e …..” “mi vuoi dire che hai paura che io sia gelosa se vai con altre?” “si, è questa la mia paura” abbracciandomi stretto “no, Davide, stai tranquillo, non avere questa paura, mi basta quello che mi stai dando”.Non ero molto convinto delle sue parole e proprio per metterla alla prova, ripresi i miei vecchi contatti. Le prime volte, quando rientravo tardi, avevo il timore di trovarla sveglia pronta a farmi qualche scenata o rimprovero, invece nulla, m’infilavo nel letto, l’abbracciavo e lei sorridente e tranquilla mi chiedeva come era andata. A volte mi chiedeva maliziosa di raccontarle i particolari delle mie scopate ma si limitava a questo. Una sera, rientrato piuttosto tardi, mi spoglio e mi infilo nel letto. Credendo che dormisse mi sdraiai tranquillo dalla mia parte. Subito si è girata, mi ha salutato e mi si è rannicchiata contro. Ho capito che era eccitata e, infatti, ha preso ad accarezzarmi, poi si è infilata sotto le coperte e ha iniziato a baciarmi e leccarmi, poi si è sollevata e con voce roca “hai scopato vero?” “si” ho detto aspettandomi la sfuriata “non ti sei lavato vero?” “no, perché, ti infastidisce?” con una risatina rauca di gola “no, no anzi mi piace sentire sul tuo cazzo il sapore di un’altra donna” e a ripreso a succhiarmi e leccarmi il cazzo. Sentirle dire questa cosa mi ha lasciato di stucco ed eccitato allo stesso tempo; questa donna non ho ancora cominciato a conoscerla.Poco tempo dopo quella sera, a letto, ero dentro di lei; ero già riuscito a farla venire due volte mentre io ancora duro mi muovevo piano piano godendomi la sua figa calda e bagnata; la guardavo sotto di me, le cosce spalancate e il viso rilassato e sorridente. Mi guarda fisso e mi dice “mi piacerebbe vederti leccare un’altra donna” mi fermo e la guardo “vorresti fare un giochino a tre?” maliziosa “e perché no!” “non finirai mai di stupirmi” ridendo “pensi che stia scherzando?. Dico veramente, mi piacerebbe vederti fare sesso con un’altra donna e anche partecipare; è una delle mie tante fantasie”. Rimango senza parole e per non farle vedere il mio stupore mi sfilo da lei, la prendo per i fianchi e la volto sulla pancia.Le apro con le mani quel culetto sodo e rotondo che si ritrova e le lecco il buchino; almeno ho il tempo di pensare. Lo insalivo per bene e poi le punto il sesso su quella boccuccia rosa e grinzosa. La sento sospirare, non le basta mai. La penetro piano piano e lei spalanca bene le cosce per accogliermi. Quando sono dentro tutto mi sdraio su di lei a coprirla interamente, infilo le mani sotto di lei e le prendo le tette in mano; sul palmo sento la punta indurita dei suoi capezzoli. Gli strizzo il seno con dolcezza e, aggrappato alle sue tette, inizio a scoparla lentamente nel culo.Le sussurro nell’orecchio “e così vuoi fare la porcellina, vuoi leccare anche tu una bella fighetta calda e umida” il mio cazzo nel culo e le parole sussurrate la scaldano “si, si ho voglia di leccarla” “va bene, la porto io una bella fighetta, però anch’ io voglio vederti che succhi un altro cazzo” sempre più eccitata “va bene, va bene faccio tutto quello che vuoi” Anch’io sono molto eccitato e i miei movimenti diventano un po’ violenti ma la cosa non sembra infastidirla, anzi in breve ha un orgasmo e anch’io le vengo dentro. Per parecchi giorni ho rimuginato la questione pensando a quale mia amica coinvolgere nel gioco, alla fine ho pensato che l’unica che avrebbe accettato, dopo averla fatta bere un po’, sarebbe stata la Katia; abbastanza puttanella da accettare la cosa e soprattutto facile da gestire quando un po’ bevuta, tra l’altro mi aveva accennato ad una sua breve esperienza lesbica. Pensando a come organizzare la cosa, non doveva capire che era mia madre, decisi che avrei fatto credere che mamma fosse una vicina e sarebbe arrivata quando Katia era già un po’ “partita”. La invitai a cena un sabato sera dicendo che avevo la casa libera perché mia madre era all’estero per un congresso. La cosa funzionò benissimo perché Katia, dopo due o tre bicchieri di vino e qualche liquore era completamente partita, nel senso che diventava allegra e completamente disinibita. Mamma rimase nascosta, guardandoci, mentre io mi lavoravo la ragazzina. Quando la vidi eccitata al punto giusto le dissi che avrei fatto un gioco, la bendai e le legai i polsi alla testiera del letto, era meglio non rischiare. Feci venire mamma e a gesti le feci capire che doveva leccarla. Lei prese a leccare la passera della ragazza e a toccarla. Mi misi di fianco a guardarla. Devo dire che vederla mi eccitava; lei però non la vedevo particolarmente entusiasta della cosa. Katia ebbe un orgasmo, spostai mamma e mi misi in mezzo alle gambe della ragazza.Mentre scopavo guardavo mamma inginocchiata di fianco al letto che osservava, ogni tanto accarezzandomi. Ad un tratto si alzò e andò via. Dopo un paio d’ore accompagnai a casa Katia, che non si era accorta di nulla e che aveva smaltito un po’ l’alcol. Tornato a casa trovai mamma a letto sveglia. Mi spogliai e mi infilai nel letto, senza dire nulla. Mi venne vicino, mi abbracciò e nascondendo la faccia tra le mie braccia disse “Davide, preferisco gli uomini”, mi misi a ridere. Ora si trattava di organizzare l’altra cosa. Chi potevo coinvolgere? Certo non uno sconosciuto, non mi sarei mai fidato. Io sapevo chi…… ma la cosa mi era difficile. Il “chi” era il mio amico fidato Fabio. Ci conosciamo da ragazzini, è in estrema confidenza con mia madre che lo ha sempre visto per casa, siamo più che fratelli, abbiamo anche condiviso, nello stesso momento, la stessa donna, sa tutto di me, a parte questa storia, e io so tutto di lui, nel sesso ha meno morale di un riccio, è uno stallone meglio di me, è un ragazzo di una discrezione assoluta e affidabile, ha sempre sbavato per mia madre, me lo ha detto in maniera molto discreta raccontandomi che da ragazzino la guardava di nascosto e quando eravamo al mare o in piscina e la guardava in costume, la sognava di notte e io avevo aggiunto ridendo”e ti facevi anche un sacco di seghe”però…….. come dirgli che scopo mia madre e vorrei anche farlo insieme a lui ?. Dovevo parlarne prima con mia madre. Aspettai la sera giusta, era arrivata molto tardi dal lavoro, stanchissima. Dopo cena eravamo andati subito a letto. Mi abbracciava, vogliosa solo di coccole e non di sesso. Mi aveva raccontato la sua giornata ed io la mia. Approfittai del sentirla rilassata e tranquilla. “Ti ricordi che ti avevo detto che volevo vederti con un altro uomo e tu mi hai risposto di si?” “Si, mi ricordo, sono una porcellina vero?” ridacchiando.”bhe, penso di averlo trovato” Si è fatta subito attenta. Aspettai qualche secondo poi sparai “Fabio”. Mi ha guardato a bocca aperta per un po’ poi mi ha risposto”Fabio……. tu sei matto, mi vergognerei come una ladra”. Passai una mezz’ora a spiegarle le varie ragioni e cercare di convincerla. Alla fine ammise che le mie ragioni erano tutte validissime ma che comunque lei si vergognava e solo il pensiero la faceva diventare una statua. La rassicurai che l’imbarazzo sarebbe stato solo all’inizio e che comunque lei doveva fare la parte di quella che non sapeva nulla e di essere presa alla sprovvista; questo avrebbe spiegato l’imbarazzo e tutto il resto. Alla fine mi disse “Davide ci devo riflettere su”. Passarono parecchi giorni senza che mamma mi desse una risposta e io non la sollecitavo, doveva essere una sua decisione. Pensai anche che avesse elegantemente fatto cadere la cosa, semplicemente non parlandone più. Dopo circa un mese, stavamo facendo sesso, mentre gemeva e si agitava con il mio uccello nella pancia, mi disse che si era decisa e che voleva farlo.Evidentemente certe decisioni le prendeva nei momenti in cui la sua sensualità si liberava completamente dai legacci morali che la stingevano.Ora ero io che dovevo trovare il momento e il coraggio per coinvolgere Fabio. Ci misi un po’ di tempo. Una sera, dopo aver riaccompagnato a casa due sorelle con cui uscivamo, eravamo rimasti in macchina a chiacchierare; ad un tratto gli dissi “Fabio, ti devo dire una cosa……. scopo con mia madre”. Il fumo della sigaretta che inalava andò di traverso. Poi mi guardò con la bocca aperta. Raccontai tutto, come era iniziata e come proseguiva, cosa facevamo a letto con tutti i particolari, le mie sensazioni e il fatto che scopare con lei era la cosa più bella ed eccitante che mi fosse capitata, le giustificazioni, poche, di mia madre e le mie, le sue fantasie sessuali e le mie. Mi ascoltò sino alla fine senza dire una parola e poi emise solo un “cazzo …..cazzo”. Non mi aspettavo di essere giudicato da lui e non lo fece. Dopo un po’ di silenzio, da buon cinico e pragmatico che era mi chiese “perché mi hai raccontato tutto questo?” Era quello che mi aspettavo “perché le ho proposto di fare sesso con due uomini, lei ha accettato e ho pensato a te” ridendo”sei un bel bastardo”. Continuò a ridere per un po’ senza dire una parola e poi mi disse”Davide tu sai benissimo che trovo tua madre una delle donne più belle e affascinanti che abbia conosciuto, e che da ragazzino, quando la vedevo in costume da bagno sbavavo” “e ti tiravi poi le seghe” rise e ammise “è che ho paura di fare cilecca per l’imbarazzo” “tu che sei imbarazzato……! Non farmi ridere” Ho capito che la cosa gli piaceva un casino. Spiegai come volevo organizzare la cosa e mettere mamma davanti al fatto compiuto. La sera dopo dissi a mamma che avevo parlato con Fabio. Diventò rossa come un peperone”hai raccontato tutto?” “si, con tutti i particolari” E le raccontai come volevo organizzare la cosa.
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