Laura, 20anni appena compiuti e uscita da circa sei mesi da un prestigioso collegio all’estero dove ho completato il liceo classico. Mio padre decise che dopo la morte di mia madre fosse opportuno che frequentassi gli studi in collegio. Lui è spesso assente per lavoro e nessuno poteva occuparsi di me.In realtà credo che abbia voluto allontanarmi per poter vivere tranquillamente la sua libertà.Mio padre è un ricco imprenditore e non mi ha fatto mai mancare nulla, ma ritengo che sia anche in inguaribile libertino. Non mi mancano le dimostrazioni di quanto penso di lui. Ricordo ancora quando, appena dodicenne, sorpresi mio padre e mia madre in intimità. Mia madre era nuda e legata al letto mentre mio padre, a cavalcioni sul suo petto, le infilava il proprio sesso tra le labbra; ero ancora ingenua e non capivo le parole che mio padre le rivolgeva.Molto dopo, avevo 17anni e mia madre era mancata da poco più di un anno, sorpresi una sera Antonio, il cameriere tuttofare di mio padre, che accompagnava una giovane ragazza nell’ufficio di mio padre. Li seguii senza farmi notare e potei osservare tutta la scena senza essere vista attraverso una finestra che dava sul terrazzo della villa. Mio padre era seduto in poltrona e non si mosse: Antonio ordinò alla ragazza di spogliarsi e di restare esposta allo sguardo di mio padre. Poi Antonio le legò le mani dietro alla schiena e le applicò una benda sugli occhi. Solo a quel punto mio padre si avvicinò e cominciò a toccare la ragazza. Potei assistere dal vivo a come mio padre ordinò ad Antonio di frustare la ragazza, a quali umiliazioni la sottopose ed a come, dopo essersi scaricato nella sua bocca, la lasciò a disposizione di Antonio affinché anche lui si soddisfacesse con lei.Cominciai a capire la strana sottomissione di mia madre ed il tono arrogante con il quale mio padre si rivolgeva a lei: mio padre era un sadico e amava dominare le donne. Mi ritrovai a chiedermi se anche mia madre fosse stata costretta a sottostare alle voglie di Antonio.Fatto sta che da quella sera guardai mio padre con occhi diversi. Ritornata in collegio non riuscivo a togliermi dalla testa quello che avevo visto e la mia immaginazione fantasticava su chissà quali e quante altre situazioni avessero avuto mio padre protagonista. Tutte le notti ero costretta ad accarezzarmi, masturbandomi fino ad esserne esausta.Durante gli anni maturai l’insano desiderio di essere io l’oggetto dei desideri di mio padre; cominciai a radermi il pube come la ragazza che avevo visto e ad indossare mini tanga sotto corte gonnelline. Potevo permettermi di rinunciare al reggiseno in quanto ancora giovane e dotata di due splendide tette. Quando passavo dei periodi di vacanza con mio padre cercavo di esibire le gambe ed il seno il più possibile ma era come se non mi vedesse. Sorpresi invece diverse volte Antonio che mi sbirciava di nascosto, ma neanche quella via mi portò a realizzare i miei desideri e anzi, non faceva altro che aumentare la mia tensione erotica e la mia frustrazione per il rifiuto paterno.Quando finalmente terminai gli studi potei lasciare il collegio per andare a vivere in villa con mio padre. Venne a prendermi in auto Antonio; io, sperando nella presenza di mio padre, avevo indossato un completo con gonna a portafoglio che si apriva lasciando completamente scoperte le gambe inguainate in calze velatissime e scure che arrivavano appena a metà coscia, sostenute da un reggicalze nero. Indossavo un minuscolo perizoma e sotto alla giacca avevo i seni nudi.Dopo la delusione di trovare solo Antonio lo salutai a mi sedetti nel sedile posteriore dell’auto mentre lui caricava i miei bagagli; poi mi venne l’idea di divertirmi un poco con Lui ed allora cambiai posto accomodandomi sul sedile anteriore, di fianco a quello del guidatore. Accavallai le gambe e la gonna fece in pieno il suo dovere, aprendosi in modo indecente. Avevo le cosce totalmente esposte ed immaginai la faccia di Antonio: in fondo non capita tutti i momenti di trovarsi vicino una splendida ventenne seminuda. In effetti quando Antonio sali in auto rimase ad osservarmi a bocca aperta.Ridendo dissi “Dai Antonio, non mi dirai che non hai mai visto un paio di gambe…”“Beh, signorina, devo ammettere che è diventata proprio una bellissima ragazza, suo padre sarà orgoglioso di lei! Assomiglia tanto a sua madre, anche lei era una donna stupenda… Molto sensuale!”Senza accennare a ricoprirmi feci cenno ad Antonio di partire: l’ultima frase che aveva pronunciato, riguardo a mia madre, mi fece crescere ancora di più il desiderio e la curiosità sulle preferenze segrete di mio padre. Viaggiammo senza quasi parlare e notai che Antonio non perdeva occasione per guardarmi le cosce che lasciavo apposta in bella vista; anzi, sistemandomi in modo più comodo la gonna scoprì ancora di più e io lasciai che si gustasse la vista, già profondamente eccitata e con un desiderio atroce che allungasse una mano a toccarmi. Se lo avesse fatto, pensai, avrei goduto come una puttana al solo tocco sulla pelle.Ma lui non pareva propenso ad approfittare della situazione. Allora vinsi ogni remora e trascinata da un folle desiderio gli presi la mano a l’appoggiai sulla mia coscia, proprio dove finiva la calza e poteva sentire la pelle setosa e morbida. Lui quasi uscì di strada per la sorpresa ma non disse nulla.Fui invece io a parlare:“Davvero ti piaccio? Toccami pure se ti fa piacere…” Allargai le cosce e lasciai che le sue dita mi accarezzassero il sesso attraverso il velo degli slip.“Mi dispiace di avere indossato le mutandine, scusami Antonio. Spesso non le indosso… Vuoi che le tolga?” Lui era visibilmente imbarazzato: “No… no signorina… siamo quasi arrivati…”“Fermati Antonio” Gli dissi “Voglio farti vedere come sono brava…” Così dicendo gli poggiai una mano sulla bozza dei sui pantaloni, cominciando a massaggiarlo.Lui accostò, io allora gli liberai il sesso e cominciai a succhiarglielo nel modo più lascivo che la mia ancora scarsa esperienza mi suggeriva. Dopo pochi minuti si liberò nella mia bocca e m’impegnai per non perderne neanche una goccia.“Ti è piaciuto? Sono brava?”“Signorina, lei mi mette in una situazione imbarazzante e comunque… Si non è per niente male, anche se si vede che è alle prime armi.”“Insegnami Antonio, ti prego. Sarò una allieva perfetta…” Così, spesso quando eravamo soli in casa Antonio m’insegnava come succhiare e baciare il sesso di un uomo. Durante quelle sedute spesso mi mostravo nuda a lui che però si accontentava di esplorarmi con le dita e di palparmi i seni, senza mai cercare di penetrarmi: in fondo ero la figlia del suo datore di lavoro.Questa situazione si dimostro favorevole al mio intento d’interessare mio padre. Con Antonio potevo oramai parlare più o meno liberamente ed ero così informata sugli appuntamenti di mio padre. Venni a sapere che a volte, durante delle riunioni con altri uomini d’affari, mio padre incaricava Antonio di procurare delle ragazze per intrattenere i suoi ospiti e che queste ragazze dovevano essere giovani e sottomesse.Venni informata inoltre che proprio poche sere dopo era in programma una di queste serate. Riuscii a trovare il coraggio per proporre ad Antonio ciò che avevo sognato per anni:“Antonio, ti prego, fammi partecipare a una di queste serate….”“Laura, tu sei impazzita. Stai parlando di tuo padre e poi spesso le ragazze vengono torturate e frustate”“So tutto Antonio, so di come mio padre ti lasci le sue donne per i tuoi capricci e di come le legate e umiliate per il vostro divertimento…” Continuai a lungo ma lui non voleva sentire ragioni; allora giocai il tutto per tutto: “Antonio, ti prego, so anche che la mamma era schiava di mio padre e che anche tu la usavi per i tuoi capricci….” Avevo arrischiato ma evidentemente avevo fatto centro.“E và bene Laura, come vuoi tu… Assomigli davvero molto a tua madre!” Dicendo queste parole uscì dalla stanza.Ero follemente felice: ciò che desideravo di più stava per avverarsi. Irresistibilmente cominciai a masturbarmi. La sera del mio debutto mi preparai con cura seguendo le indicazioni di Antonio. Mi depilai accuratamente il pube e le terga, poi indossai un mini abito nero sul corpo nudo e delle scarpe con il tacco a spillo altissimo. Mi truccai vistosamente colorandomi le labbra di un rosso intenso poi indossai una maschera da gatta che mi copriva completamente la testa lasciando scoperte solamente gli occhi e la bocca. Quando Antonio venne a prendermi mi valutò un momento, poi passò la mano sotto alla cortissima gonna sul mio sesso e tra le natiche valutando la perfetta depilazione:“Sei veramente bellissima Laura. Ho detto a tuo padre che ho trovato una puttanella di buona famiglia ancora vergine. E’ molto curioso di offrirti ai suoi ospiti. Sei sicura di voler correre questo rischio folle?”“Si Antonio, senti, sono già tutta bagnata…”Mi applicò un collare e delle polsiere di cuoio. Mi fissò i polsi dietro alla schiena e applicatomi un guinzaglio al collare mi trascinò fuori. Venni introdotta nello studio di mio padre dove lui e altri tre uomini stavano cenando.Tutti gli sguardi si voltarono ad ammirarmi; incrociando la sguardo di mio padre che mi valutava come se fossi un animale, non sospettando che sotto la maschera si celava sua figlia, sentii le ginocchia cedermi e per un attimo pensai che sarei caduta sopraffatta dall’eccitazione che cominciava a colarmi tra le cosce.Commentarono in modo osceno e mi fecero avvicinare al tavolo dove tutti cominciarono ad allungare le mani, soppesandomi i seni e pizzicandomi i capezzoli in modo doloroso, ma mi ero ripromessa di non lasciar uscire neanche un lamento.Mi toccarono senza nessuna delicatezza sotto alla gonna ma io ero completamente rapita dai movimenti di mio padre e dai suoi sguardi. Quando mi avvicinai a lui e sentii la sua mano strizzarmi una natica ebbi un orgasmo li in piedi davanti a tutti.Poi di colpo l’interesse nei miei confronti cessò, rapido come era cominciato.Antonio mi venne vicino e mi sfilò l’abito, ordinandomi di restare in piedi immobile ed esposta in attesa di ordini. Rimasi li per una mezz’ora mentre gli uomini parlavano d’affari. Ogni tanto qualcuno con un cenno mi faceva avvicinare per palpeggiarmi e poi mi rimandava al mio posto.Al caffè mio padre disse:“Signori, la cagnetta è ancora vergine e non desidero che venga montata questa sera, per cui mi scuso con voi, Ma vedrete che sarà felice di offrire la sua bocca al vostro piacere!”Poi si rivolse a me:“Tu cagna, a quattro zampe!”Obbedii e mio padre, strattonandomi per il guinzaglio, mi fece fare due o tre giri per la stanza in modo che tutti potessero gustare la visione delle mie intimità.“Adesso vai sotto il tavolo e cerca di essere brava e guai a te se usi le mani!”Mi infilai sotto il tavolo come mi era stato ordinato rimanendo a quattro zampe tra le gambe degli uomini. Poi uno di loro mi afferrò per i capelli e mi tirò fino che mi trovai con la bocca all’altezza della cerniera dei suoi pantaloni.Con i denti cominciai a far scorrere la zip e usando le labbra riuscii ad estrarre il sesso già teso. Cominciai a succhiare con impegno, ricordandomi le lezioni di Antonio e dopo qualche minuto l’uomo si scaricò tra le mie labbra. Poi sempre usando solo la bocca rimisi il sesso nei boxer e richiusi la cerniera. Passai al vicino e ricominciai il mio compito. Ogni tanto qualcuno infilava una mano sotto al tavolo per toccarmi un seno o il sesso. Quando finalmente arrivò il turno di mio padre ebbi qualche difficoltà in più perché lui indossava dei pantaloni abbottonati anziché con la cerniera e sbottonarlo, usando solo i denti e le labbra non fu per niente facile. Inoltre lui mise i piedi sopra le mie mani, schiacciandomi le dita sotto alla suola. Quando finalmente ebbi il suo sesso nella mia bocca cominciai a fremere dal desiderio e in pochi attimi provai il secondo orgasmo della serata. L’uomo che in quel momento stava ispezionandomi il sesso se ne accorse e ridendo lo disse agli altri: “Ei, la cagnetta sta godendo! Le freme tutta la fighetta ed è succosa come un frutto maturo!”Mentre raggiungeva l’orgasmo mio padre allungò una mano ad artigliarmi un seno e cominciò a strattonarmelo come se volesse mungermi. Finalmente si scaricò tra le mie labbra e potei gustare per la prima volta il suo sapore.Quando tutti furono soddisfatti Antonio, tirandomi per il guinzaglio, mi fece uscire da sotto la tavola per condurmi via. Opposi un minimo di resistenza per potermi avvicinare alle gambe di mio padre e prostrandomi, cominciai a leccargli le scarpe con la lingua.Mio padre restò a guardare poi ordinò:“Antonio, porta via la cagna. Adesso dobbiamo parlare d’affari!”Sollevò un piede ed appoggiandomelo sulla testa mi spinse via facendomi cadere di lato a gambe aperte; feci attenzione a non chiuderle lasciando godere agli uomini ancora per qualche attimo della visione del mio sesso.Sempre trascinata a quattro zampe venni portata fuori.Appena Antonio mi ebbe ricondotta nella mia stanza mi disse:“E’ stata una pazzia, ma sei stata fantastica!”“Antonio, di solito mio padre lascia che tu ti soddisfi con le sue ragazze, con me non vuoi approfittarne?”Lui si aprì i pantaloni e si scaricò nella mia bocca. Poi, prima di andarsene, mi ispezionò il sesso commentando:“Sei bagnata fradicia. Mi sa che sei veramente una puttana con i fiocchi..”Quella notte prima di addormentarmi dovetti masturbarmi più volte per calmare la mia passione. La mattina dopo mi svegliai raggiante: avrei dovuto accompagnare mio padre in un breve viaggio d’affari in una città vicina.Feci una doccia e mi truccai leggermente ma accuratamente, indossai un mini abito scuro ed indossai delle scarpe con il tacco. Non indossai biancheria intima e mi ripromisi che non l’avrei mai più indossata quando ero in presenza di mio padre, in maniera di essere sempre cosciente di ciò che aspiravo diventare. L’esperienza della sera prime mi aveva convinto in modo definitivo che il mio massimo desiderio era diventare la schiava di mio padre. Andai a fare colazione Antonio, servendomi il caffè, mi annunciò che mio padre era nel suo studio ed aspettava che fossi pronta per partire. Poi infilò una mano sotto la gonnellina e commentò:“Non sei un tipo che rinuncia facilmente vero?”“No Antonio! Ed oggi tu devi aiutarmi.”Lui uscì a preparare l’auto e io finì in fretta il mio caffè ed andai a raggiungere mio padre che intanto era uscito in giardino con Antonio.Salii sul sedile posteriore accomodandomi di fianco a mio padre: mentre mi sedevo in auto la gonnellina svolazzò lasciandomi per un istante con le natiche scoperte. Mio padre mi guardò un istante e poi disse:“Buon giorno Laura. Non ti pare che il tuo abito sia poco adatto per una gita in compagnia di tuo padre?”“Papà, sei l’uomo più affascinante che io conosca e l’unico amore della mia vita…”Risposi ridendo. Sorrise anche lui e tornò ad immergersi nella lettura di un fascicolo di documenti.Mentre Antonio guidava io guardavo il panorama e mio padre continuava a leggere: mi accorsi però che ogni tanto mi sbirciava le cosce. Fattami coraggio allargai leggermente le ginocchia scivolando lentamente in avanti e facendo risalire così la leggera e cortissima gonnellina. Ormai chiunque si fosse avvicinato all’auto poteva vedermi comodamente il sesso nudo e depilato: mio padre che era di fianco a me poteva solo intravederlo. Mi aspettavo di essere ripresa per quella posa oscena invece mio padre non disse nulla, continuando a leggere, o a fingere di farlo perché ormai sapevo con certezza che mi stava guardando. Arrivati all’ufficio della persona che mio padre doveva incontrare lui mi disse:“Ne avrò per circa due ore. Puoi andare a fare un giro intanto…”“No papà, ti prego portami con te. Potrei esserti d’aiuto” Lo supplicai cercando di essere più seducente possibile.“Ma, vestita così sarei imbarazzato a presentarti come mia figlia…..”“Va bene. E tu allora dirai che sono una tua segretaria. Ti prego papà….”“Ok! Ma zitta e buona, d’accordo?!”“Grazie papà!” Gli gettai le braccia al collo e lo baciai sulla guancia, non troppo lontano dalla sua bocca che per un attimo sfiorò la mia. Abbracciandolo mi accorsi che era decisamente in erezione e bastò quello sfioramento per eccitarmi sessualmente: cominciai ad avvertire un piacevole tremore del mio sesso che si riempì istantaneamente di umori. Venimmo ricevuti nell’ufficio e ci sedemmo su due poltrone sistemate di fronte alla scrivania della persona che doveva incontrare mio padre. Venni presentata come una sua collaboratrice e l’uomo cominciò ad osservarmi le cosce in maniera ossessiva. Mio padre se ne accorse ma non fece commenti. Cominciarono a parlare d’affari e dopo una mezz’ora una segretaria portò un bricco di caffè e altre bibite. Colsi la palla al balzo e dissi:“Se permettete vi servo io da bere.”L’uomo fu ben felice di acconsentire, anche perché così poteva continuare ad esplorarmi anche da altre angolazioni. Mi alzai e mi chinai sul carrello per versare il caffè, ben conscia che così facendo offrivo la visuale dell’attaccatura delle natiche e di tutte le cosce.Gli uomini restarono in silenzio per qualche istante, poi l’uomo disse a mio padre:“Certo ingegnere lei sa scegliersi le collaboratrici….”Mentre mi chinavo per servire il caffè all’uomo dissi decisa rivolta a mio padre:“Ingegnere, se vuole posso infilarmi subito sotto la scrivania per soddisfare il nostro ospite. O preferisce che prima mi faccia vedere nuda?”Mio padre mi guardò incredulo, ma si vedeva bene dal rigonfiamento nei pantaloni che la mia piccola esibizione aveva fatto effetto anche su di lui.Nessuno dei due rispose e rimasero a guardarmi incerti: allora mi sfilai il mini abito restando completamente nuda. Poi mi inginocchiai a quattro zampe e cominciai a leccare le scarpe di mio padre come avevo fatto la sera prima. Solo in quel momento lui realizzò cosa significasse quel gesto e guardandomi con disprezzo disse:“Antonio lo uccido! Fila sotto il tavolo e cerca di essere brava con il nostro ospite”Ubbidii e cominciai a succhiare l’uomo che se la stava godendo un mondo.Quando si scaricò nella mia bocca uscii sempre a quattro zampe e restai li esposta in un angolo attendendo ordini.Comunque sia mio padre concluse un buon affare e quando fu il momento di andarsene io chiesi docilmente:“Ingegnere devo rivestirmi o preferisce portami via nuda?”“Rivestiti cagna!” Uscimmo senza dire una parola e quando fummo in auto mio padre assali verbalmente Antonio.Ma intervenni subito io:“Papà, Antonio non centra niente. Sono io che ho deciso tutto, punisci me se ti fa piacere ma ti prego, non mandarmi via. Sono anni che desidero essere tua schiava, come la mamma prima di me e come tante ragazze sconosciute. Usa me, ti prego. Prostituiscimi, frustami, fai di me ciò che vuoi. Voglio essere il tuo animale da compagnia, la tua serva da letto….”Lui rimase in silenzio ad osservarmi, allora gli presi la mano e me la misi sul sesso fradicio:“Senti papà, sono ancora vergine. Ho aspettato perché voglio che sia tu ad aprirmi come meglio preferisci o nel modo che ti diverte di più…” Da allora sono passati sei mesi durante i quali sono diventata la schiava di mio padre.Mi usa per divertire i suoi amici, spesso da sola ma a volte con altre ragazze.Per sverginarmi decise che mi sarei impalata da sola su di un fallo artificiale davanti a lui ed ai suoi ospiti che cenavano. Fu un successone e dovetti ripeterlo anche con l’ano.Non si lamenta più della lunghezza delle mie gonne ed anzi è lui ad impormene sempre di più oscene. Vuole che porti continuamente i segni della frusta sulle natiche, sui seni e sulle cosce e di questo se ne occupa Antonio, che può anche usarmi liberamente. Mi hanno spiegato che anche con mia madre era così ma che io sono più bella, sensuale e sottomessa.Mio padre mi porta sempre con lui nei suoi viaggi e mi presenta come sua schiava.Ama esibirmi seminuda o totalmente nuda, magari in catene o al guinzaglio, nei luoghi più svariati e vuole che le mie labbra, il sesso e l’ano siano costantemente a disposizione sua e di quelli cui mi presta. Quando è in ufficio mi tiene giornate intere incatenata a quattro zampe alla sua scrivania, o in altre fantasiose pose oscene, sia per potersi servire comodamente di me sia per stupire i suoi ospiti. Pochi giorni fa ho passato una serata rovesciata su un tavolino, immobile con le cosce spalancate ed un mazzo di fiori infilato nel sesso mentre gli ospiti di mio padre si divertivano a vedermi fare il vaso.Tutte le mattine, mentre mio padre legge il giornale, io devo strusciarmi con il sesso sulle sue scarpe e poi lucidargliele con la lingua. E sono felice.
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