Paola appena diplomata cominciò a lavorare nel principale ospedale della sua città come infermiera. Era giovane e bellissima, alta un metro e settanta, mora, con un fisico da copertina e un viso dolce e malizioso e seppure aveva avuto qualche ragazzo non aveva ancora provato il piacere del sesso. Paolo lavorava al reparto lunga degenza da solo sei mesi, ma ormai era conosciuta ed apprezzata da tutti, colleghi, medici e pazienti, …soprattutto pazienti. Una sera mentre Paola faceva un giro nelle camere singole dei pazienti terminali, Mario, un simpatico paziente ottantenne prossimo al trapasso, le disse: “cara Paola, sei davvero una bellissima ragazza, sappiamo entrambi che per me è ormai giunto il momento di togliere il disturbo, solo che prima di andarmene mi piacerebbe provare ancora una volta il piacere di un orgasmo. Sinceramente non so neppure se ci riuscirei, ma mi piacerebbe provare. Ho bisogno di aiuto, Paola ti prego aiutami!” Paola rimase scossa e non sapeva cosa dire, si avvicinò al povero Mario e iniziò ad accarezzargli la fronte, poi finalmente parlò: “Mario, lei è davvero una bella persona e sono molto affezionata a lei, capisco le ragioni per cui è arrivato a farmi una proposta così estrema, ma non posso aiutarla, per diversi motivi: io sono un’infermiera e non è mio compito esaudire gli ultimi desideri dei miei pazienti e poi non saprei neppure come fare ad esaudire un desiderio del genere, in tutta confidenza non l’ho mai fatto prima!” Il colloquio tra i due continuò per una mezz’ora finché Mario con le sue eccellenti doti oratorie riuscì a convincere Paola che avrebbe potuto aiutarlo solo con una sua mano e che ciò non avrebbe rappresentato nulla di male, che nessun’altro l’avrebbe mai saputo, che avrebbe fatto felice una persona per un’ultima volta e che ci sarebbe stata anche una ricompensa per quel suo gesto. Paola cedette alla richiesta di Mario e arrossendo in viso sollevò il lenzuolo che lo copriva andando ad afferrare il membro moscio di Mario. Lui le spiegò cosa doveva fare e lei cominciò a muovere lentamente prima le dita e poi la mano su e giù lungo il pene con un po’ di difficoltà visto le modeste dimensioni dell’organo. Mario cominciava a godere e le dimensioni del suo pene prendevano vigore, ben presto Paola si trovò a masturbare un pene di eccellenti dimensioni e la cosa iniziò a farle provare una vergognante sensazione piacevole, tale che scoprì del lenzuolo l’uomo in modo da poter osservare l’opera del suo lavoro da pochi centimetri di distanza. Fino a quel momento Paola aveva armeggiato con quei cosi solo per lavarli e non aveva mai provato l’esperienza di far godere un uomo solo con una mano, lo aveva fatto una volta ad un ragazzo, ma la cosa era stata interrotta a metà. Mario, accortosi della debolezza di Paola, le chiese di aiutarlo a velocizzare la raggiunta dell’orgasmo mostrandogli un seno e bagnandosi la mano con la saliva. Lei staccò la mano dal pene si aprì leggermente il camice, poi si portò la mano sulle labbra e cominciò a leccarla, infine riprese il pene di Mario e continuò a menarlo ma con più vigore. A Mario sembrava di morire, vedeva l’espressione di piacere della bella ragazza impegnata diligentemente nel suo lavoro mentre con la mano le toccava spudoratamente un seno, poi la fece alzare e la mano che prima le toccava il seno si infilò sotto il camice andando ad esplorare l’intimità di Paola. Lei ebbe un sussulto, si fermò un attimo, poi riprese il lavoro. Sentiva il pene pulsare ed era affascinata da tutta l’energia che il vecchio morente aveva ancora dentro di se. Le dita del vecchio scostarono le minuscole mutandine di Paola e si inzupparono tra le calde e umide labbra. La ragazza allargava le gambe per favorire il lavoro di Mario e una serie di fremiti la percorrevano facendogli perdere la ragione. Ad un certo punto si trovò piegata sul pene di Mario e con naturalezza aprì la bocca per accoglierlo dentro. Iniziò così a metterlo e toglierlo tra le sue labbra leccandolo con la lingua mentre Mario, che non credeva ai propri occhi, riuscì ad infilare un dito ben lubrificato dagli umori vaginali, nel culo di Paola e con l’altra mano, posata sulla testa di Paola, dirigeva l’orchestra andando a tempo con le spinte che il suo bacino cercava di imporre. Praticamente la stava scopando in bocca e sentiva che la cosa non sarebbe durata ancora molto, stava per venire. Paola avvertì un’accelerazione nella respirazione di Mario e nel ritmo imposto dalla mano posata sulla testa, mentre il dito nel culo ormai non si muoveva più. Sentì il pene inturgidirsi e il vecchio contorcersi, anche se non aveva esperienza capì che stava per esplodere e tentò di togliere il pene dalla sua bocca, ma Mario non lo permise e spingendole il cazzo in tensione in fondo alla bocca emise un gemito e iniziò a produrre una serie di copiosi schizzi direttamente nella gola della povera ragazza. Paola, che aveva perso il controllo della situazione cercò di non farsi andare per traverso la sborra di Mario ingoiandone un po’ e rigettandone il più possibile fuori dalla bocca, poi riuscì a sottrarsi dalla presa del vecchio e gli ultimi schizzi la colpirono in viso. Corse in bagno a sputare nel lavandino e a sciacquarsi il viso. Fu un’esperienza che toccò e cambiò Paola in quanto se anche era stata pervasa da un senso di schifo per quello che faceva, la sensazione maggiore fu di grande piacere, Paola aveva goduto facendo venire quel vecchio. Dopo una settimana da quell’evento Paola trovò nel suo armadietto una busta con vari pezzi da cento euro, andò da Mario per restituirglieli, ma lui non volle, non era il prezzo che si può pagare ad una puttana, ma il premio, la meritata ricompensa, per un’opera di bene ….. o di pene!!!
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