Giunse la sera, il sole all’orizzonte si stava per tuffare in mare,Simona sdraiata con il culo in aria disse al padre che era ora di rientrare, i bambini erano stanchi e dovevano cenare,papà Francesco era d’ accordo, raccolsero asciugamano ed ombrellone, e si avviarono verso casa, Simona davanti che spingeva la carrozzina con a bordo il figlio più piccolo, dietro di lei il padre prese per mano il nipotino più grande, e seguì la figlia, come al solito il suo sguardo era puntato sul culo della sua “bambina” non si saziava mai di guardarlo tanto era bello .in casa lasciò la figlia ad occuparsi dei figli, lui si fece una doccia,sotto il violento getto d’acqua ripensava al pomeriggio appena trascorso, con la mente rivedeva sua figlia sdraiata a terra dietro gli scogli, mentre il negrone sopra di lei le riempiva la sorca di sborra, si rivedeva lui stesso con l’uccello in mano che le pisciava addosso come se invece di sua figlia, davanti a lui ci fosse stata una latrina, uscì dalla doccia con una strepitosa erezione,indossò un accappatoio,entrò in cucina dove la figlia, smessi i panni della puttana viziosa, faceva la brava mammina che si occupava dei figli, il più piccolo dopo la poppata gia dormiva nella carrozzina, il più grandicello seduto al tavolo,faceva i capricci, la madre in piedi di fronte a lui cercava di farlo mangiare. Simona per la sera aveva indossato una lunga maglietta che le copriva i seni prosperosi e scendeva fino a metà fianchi, sotto aveva ancora l’ indecente costume con cui aveva attirato gli sguardi di tutti gli uomini della spiaggia .il padre si appoggiò al mobile della cucina, dietro le spalle del nipote, la figlia aveva notato il rigonfiamento dell’ accappatoio, e sorridendo disse al padre. — finito con loro mi occuperò anche di te.— come puoi vedere tu stessa, sono abbastanza impaziente.— cosi dicendo scostò i lembi dell’ accappatoio mostrando il cazzo dritto e duro alla figlia, che per guardare il padre per poco non infilava il cucchiaio con la pappa nell’occhio del figlio, il giuoco le piaceva,si sedette in modo di poter continuare a dar da mangiare al figlio, e contemporaneamente mostrare la fica al padre, adesso erano uno di fronte all’ altro, padre e figlia che si mostravano senza ritegno stando bene attenti che il piccolo non si accorgesse di nulla,quei giochi osceni erano solo per loro,e nessuno tanto meno i bambini avrebbero dovuto ricevere danni da quel comportamento da viziosi; rimasero cosi per alcuni minuti accarezzandosi, papà Francesco si teneva il cazzo alla base, facendolo oscillare come un manganello puntando la cappella in direzione della figlia, che dal canto suo non essendo meno porca del padre .aveva afferrato la piccola stringa del costume tirandola in sù in modo che entrasse nel taglio della fica,lo muoveva in tutte le direzioni allargando le grandi labbra della fica . il gioco continuò finchè il bambino che a fatica aveva mandato giù qualche boccone di pappa,disse che voleva andare a dormire,papà Francesco si ricopri il cazzo, Simona prese in braccio il figlio che le buttò le braccia al collo.— non dai un bacetto al nonno .— disse Simona al figlio, mentre si avvicinava al padre . il bambino scosse la testa e borbotto un no, stava gia per addormentarsi sopra la spalla della madre.Ma i due adulti adesso erano vicini,troppo vicini,,con la scusa di voler baciare il nipotino si avvicino ai due, tirò fuori il cazzo duro e lo fece scivolare tra le coscie della figlia, una smorfia di libidine apparve sul volto di Simona,con un braccio sosteneva il figlio abbracciato al suo collo, con l’ altra mano si scostò il costume permettendo all’ eccitatissimo genitore di infilarle il cazzo nella fica perennemente pronta, ma anche se presi dalla libidine e eccitati dalla situazione si guardarono pieni di vergogna,farsi toccare la fregna dal padre mentre teneva in braccio il figlio era una cosa,farsi scopare era un all’altra, Simona si tirò indietro facendosi scivolare fuori il cazzo che aveva cominciato a stantuffarle dentro, e corse via ; lasciando il padre in piedi con il cazzo duro a chiedersi se stavolta non avesse esagerato, si ritirò anche lui in camera, si butto di schiena sul letto il cazzo non ne voleva sapere di ammosciarsi, del resto lui non conosceva vergogna . aveva appena cominciato a masturbarsi, quando sulla porta apparve sua figlia, sorridendo e completamente nuda,— non provarci nemmeno papà, sarò io stasera a farti sborrare anche l’anima.saltò sul letto facendo sballonzolare il seno si girò e si sedette sulla faccia del padre che cominciò a leccarla, la prese per le chiappe e le infilò la lingua nella fica,il naso appiccicato al meraviglioso buco di culo per lui profumato, intanto la figlia era scesa con il busto tra le sue gambe avvolgendo il cazzo tra le sue tette, ancheggiando si allargava la fica sopra la faccia di suo padre che con la lingua poteva entrare più in profondità, e contemporaneamente muoveva il busto massagiando con le tette il cazzo congestionato del genitore , poi lo prese tra le mani abbassò la testa e cominciò a spompinarlo,dopo averlo ciucciato e leccato per un pò si alzò in piedi, si appoggiò con la schiena sul padre a gambe larghe, che la penetrò tra gemiti e sospiri di piacere, il padre massaggiava le tette della figlia stringendole i capezzoli mentre la figlia muoveva le anche sù e giù facendo scorrere nella sua fica aperta il cazzo duro come il ferro , una bianca schiuma trasparente le usciva dalla fica lubrificando l’ uccello, che sempre più velocemente appariva e scompariva nella fregna .troppo presi dal godimento e dalla libidine non sentirono subito gli squilli del cellulare di Simona .— ohh si papà dai, spingimelo tutto … nella fica … siiii.— puttana, il tuo cellulare, sqilla ahhh, — le disse il padre .— e quel cornuto di mio marito oohhh, deve,essere terminato il primo tempo della partitaaahhhaa!.con uno sforzo Simona si alzò, sfilandosi a malincuore l’ uccello duro del padre dalla pancia ..— adesso rispondo, tu rimani cosi torno subito.uscì e rientrò nella stanza in un lampo,in mano il cellulare che continuava a squillare.— adesso ci divertiamo pisellone mio.— disse al padre con l’abituale aria da troia che assumeva in quelle circostanze, risalì sul letto mettendosi nella stessa posizione di prima,solo che questa volta prese in mano il cazzo e se lo guidò tra le natiche .— mettimelo nel culo papà, mentre rispondo a quel cornuto di tuo genero .la cappella le aveva già oltrepassato l’ anello di carne dello sfintere quando finalmente rispose.— prontooh, sei tu amoreee … si quiii tutto pene … cioeehh ‘, volevo dire bene siii tuttoohh bene !sentiva il cazzo paterno che si faceva strada prepotentemente nel suo culo, sapeva che il marito nell’ rumore assordante dello stadio la sentiva appena, ancheggiava seduta sul cazzo facendolo andare in profondità,in quello che ormai non era un normale buco di culo, ma una voragine ; il padre sotto di lei le sussurrava le peggiori oscenità .— diglielo ohh, che ti sto inculandoohh a quel cornuto… digli che tuooohh, padreeehh … ti a piantato il cazzooohh, nel bucoohh… del culo.— sii, sii carooh ti sento oh, ti sento benissimo ahh.— Simona parlava al telefono con il marito, ma le sue parole erano rivolte all’infame genitore,che aveva cominciato a pomparle il culo più velocemente e con più forza .— i bambini siii …si sono divertiti amore ehh, si anche io oohh mi sono divertita un saccohhh.il padre ormai prossimo a sborrarle nel culo,le mise una mano sulla fica penetrandola con tre dita,la fica era allagata e bollente.— la partita come eeh va, statee ehh vincendo !, mio padre sta dicendo che culooo che culoohh!vennero insieme, Simona senti gli schizzi di sborra colpi gli l’intestino anche lei godette con le dita del padre che le rovistavano la figa, la fregna sgocciolava umori come un rubinetto spanato mentre dal culo ancora trafitto dal cazzo, la sborra calda le scivolava fuori correndo lungo l’asta fino a fermarsi sui peli dei coglioni, appena svuotati del padre.il marito la salutò, la partita stava per riprendere, ricambiò il saluto e chiuse il telefono, e si tuffò a leccare il cazzo che odorava di culo e sborra, lo ripulì talmente bene da ogni traccia di sborra che nemmeno la polizia scientifica sarebbe riuscita a trovarne la più piccola traccia .— grazie papà, adesso riposati, domani un altro giorno di porcate ci aspetta. — disse Simona al genitore mentre giocava con il suo cazzo ormai molle e spompato.
Aggiungi ai Preferiti