Come tante altre sere mi trovo in macchina a tarda ora a girovagare per Milano.E’ da tanto tempo che ormai più volte alla settimana passo almeno un’ora, a volte due, a girare per i vialoni e le viuzze affollate di prostitute.Prostitute, ma soprattutto viados, trans.Mi eccito da morire a vedere queste creature dalla femminilità dirompente e ostentata, corredata da grossi e instancabili uccelli.Spesso mi chiedo come facciano a massaggiarseli per ore in mezzo alla strada senza mai sborrare e senza soffrire come cani per il dolore, io che da ragazzo arrivavo a farmi tre seghe in un pomeriggio, salvo poi avere dolore all’uccello fino al mattino dopo.Guido, fumo e mi massaggio l’uccello.Ormai è una tecnica collaudata. Passo spesso la serata fuori casa con qualcuno, bevendo solitamente, e poi salgo in macchina.Cerco un angolo tranquillo, piscio e prima di risalire in macchina mi accendo una sigaretta scrollo per bene il pisello e scosto gli slip da un lato lasciando libero il cazzo e le palle. All’inizio tiravo giù le mutande sotto le palle, ma poi mi faceva male e peggiorava le mie prestazioni.Essendo un uomo adulto, che da qualche anno ha superato la trentina, ho maturato una certa conoscenza del mio corpo e delle tecniche per migliorarne le performance.Giro per le vie e guardo mentre mi massaggio.L’uccello alterna momenti di durezza estrema a momenti di ammosciamento totale. Non mi curo neanche delle macchine attorno. Forse in questi molti anni più volte sono stato visto.Checcazzomenefotte: è il mio uccello, è il mio divertimento…A ripensarci, questa passione per i trans è iniziata per caso.Poco dopo aver preso la patente avevo iniziato ad usare i servigi delle troie di strada.Mi piacevano, mi facevano godere, ma non mi soddisfacevano pienamente.Non sapevo perchè.Una sera in una viuzza, una mi fa segno di accostare, mi fermo, chiedo quanto vuole per un pompino, il prezzo è buono.Sale in macchina e mi porta in un posto appartato, mi fa abbassare il sedile e si fa pagare, dopodichè si avventa sul mio giovane uccello duro, ma inesperto e poco resistente.Come le altre volte, mentre lappa il cazzo inguantato allungo le mani verso le sue tette e verso le sue cosce.Mentre sento la foga che ci sta mettendo a risucchiare tutta la cappella del mio cazzo non enorme, ma bello, la mia mano scopre che tra le gambe non c’è nessuna cavità morbida.Nè cavità, nè morbida… ma solo un bel bastoncino (era piccolo, quella volta) duro e viola in punta. Ho un secondo di imbarazzo che mi passa subito guardandola ingoiare tutta l’asta e mentre mi massaggia le palle con una mano sborro in maniera esplosiva riempiendo il goldone.Da quel giorno non ho più smesso di frequentare trans, capendo che ciò che mancava alle puttane che frequentavo era la passione (finta o vera, non lo so e, come cliente, non importa). E poi le capacità: oggettivamente nessuna fino ad allora mi aveva fatto sborrare così usando solo la bocca, e nessuna donna fino ad oggi, è riuscita a farmi sborrare come un trans.Questo ricordo mi fa indurire l’uccello adesso, mentre butto dal finestrino l’ennesima sigaretta. Esce una goccia di sperma dalla testa del mio cazzo e prontamente la raccolgo con un dito e la succhio. Nel tempo ho imparato a gustare il mio succo, soprattutto le prime gocce: trasparenti e dolci.Dopo aver girovagato un po’, decido di andare a vedere se c’è Tina, una grandissima trans, troia nel midollo, che frequento da qualche tempo.Mi piace frequentare sempre le stesse, se posso, perchè sanno cosa voglio. Ci metto molto a trovarne una che mi piace e quando la trovo cerco di non perdermela.Con lei ho iniziato per caso dopo che quella ceh mi sbattevo prima è partita per tornare in Brasile.Arrivo nella via in cui batte di solito. Non c’è. Mi accosto in un angolo, accendo la solita sigaretta (fumo tanto, ma quando c’è di mezzo il sesso ancora di più… deve essere una forma di feticismo…. ma questa sarebbe da raccontare con calma un’altra volta). Già che ci sono scendo e piscio di nuovo, così dopo scopo più tranquillo.Dopo un quarto d’ora arriva una macchina e accosta. Scende Tina che si avvicina al cestino dell’immondizia e lascia giù il “carico” del mio predecessore.Cazzo, quanto è troia! Ormai la frequento da un anno quasi tutte le settimane. Ci conosciamo bene, e per una scopata che mi fa pagare, mi fa fare un paio di giri gratis…Stasera è arrapante, ha un vestitino corto e scollato.E’ argentina, ha un culo da favola, due tette della terza e una bella sorpresa che, quando mi avvicino e mi faccio vedere da lei, mette in mostra da sotto la gonna, facendomi vedere che penzola nuda senza mutande.Sale in macchina, e mi appoggia la lingua in bocca. Mi dice “Ciao, amore”, e mi ruba la sigaretta, per finirsela.Il suo bacio sa di preservativo… Non so perchè mi piace, ma il fatto è che il cazzo si è indurito di nuovo all’istante, dimenticandosi che da un’ora e mezza me lo passavo tra le mani.Ormai si era fatto tardi. Avevo iniziato il mio “giretto” da un’ora e mezza e oramai erano le due.Mi guarda negli occhi, Tina, e mi dice di andare al solito posto e di muovermi che stasera ha voglia. E così dicendo si mette in ginocchio sul sedile e mi sventola davanti il suo bel cazzo da 18 cm gonfio, ma non ancora duro e mentre mi fuma addosso se lo scappella.Finisce la sigaretta e, sempre mentre guido inizia a leccarmi il collo e l’orecchio destro che è alla sua portata, infilando una mano dritta tra le mie cosce dove sa che l’aspetta una nerchia pronta, tutta per lei.Tina è una troia vera. Non è mai sazia, nè di cazzo, nè di volgarità nè di esibizionismo. E mentre mi lecca e massaggia l’uccello, stando attenta a non esagerare per poterne godere dopo,tira su il vestitino mostrando oscenamente il culo e il cazzo pendente.Le piace farsi vedere dalle sue “colleghe” presso le quali deve avere una fama di gran baldracca.E poi le piace farsi vedere ai semafori dagli altri automobilisti, chinata sulla mia cappella mentre io inizio ad allargarle il buco del culo con il medio.Arriviamo nel posto imboscato, teatro di tante e succulente chiavate.Tiriamo giù i sedili con foga e ci spogliamo rapidamente.In un attimo io ho la testa sul suo sedile sdraiato sulla schiena, mentre lei, carponi, è proiettata tra le mie gambe.Ognuno dei due si riempie la bocca con il cazzo dell’altro e pompa forsennatamente.Si interrompe un attimo e dice: “Fumiamo, voglio sentire il mio uccello caldissimo e scaldarti il tuo” e così alternavamo tiri avidi di sigaretta a tiri ancora più avidi di minchia.Adoro sentire l’uccello gonfio in bocca che man mano si indurisce riempendo la cavità che ha a disposizione.Tra di noi c’è un patto: i pompini si fanno senza aiutarsi con le mani.E siamo diventati espertissimi nel tenere in bocca quel pezzo di carne che ci fa godere così tanto e portarlo spasmodicamente all’orgasmo. Ogni tanto lei lo tira fuori per farsi titillare i capezzoli dalla cappella bagnata.Le mani libere le usiamo per masturbarci il buco del culo a vicenda.Io ho scoperto il piacere di questa pratica a 16 anni e spessissimo mi sono masturbato inserendo ogni genere di oggetto nel mio buco via via più allenato.Ma Tina stasera ha le idee chiare e tira fuori dalla borsa un bel vibratore nero. Si stacca dal cazzo che inizia a grondare umori solo per iniziare a passarsi in bocca l’attrezzo meccanico e ungerlo.In un secondo me lo trovo piantato tra le chiappe e acceso.C’è anche una diavoleria in più… La troia si è attrezzata con una imbragatura che le permette di legarmi l’uccello meccanico alla vita e di avere quindi le mani libere. Così conciato, i sento anche io un porco disinibito pronto a tutto, penso che stasera, in questo stato potei anche mettermi a fare la troia io stesso, vendendo il mio cazzo, la mia bocca e il mio buco del culo al primo che passa.A questo punto mi appoggia le labbra e la lingua sulla cappella che tremano per effetto delle vibrazioni dell’affare meccanico…Per poco non sborro, lì, così. Tina si alza e inizia a schiaffeggiarmi con lo splendido bastone naturale che ha tra le gambe.Me lo picchia sulle guance poi sulle labbra, poi mi infila la cappella in bocca gonfia e viola, poi mi dice di succhiarle i coglioni, poi tutto in un colpo l’uccello mi finisce in gola; il tutto mentre il vibratore mi sta devastando l’ano.Sento il mio uccello che pulsa e mi fa male, tanto è duro.Mi rimetto sul sedile della guida perchè capisco che Tina ha il culo in fiamme, preda di un incendio che solo la mia sborra può calmare.Quando sono sul mio sedile mi sale sopra accovacciata in modo da avere le gambe oscenamente aperte per farmi vedere come il mio cazzo pulsante la penetra, mentra la sua nerchia bagnata punta verso il mio viso.Accovacciata così, fa entrare e uscire un po’ di volte il mio uccello che ormai urla dalla voglia di sborrare. Lo fa entrare scappellato per farmi sentire meglio le pareti del suo buco del culo. Ogni tanto sta ferma impalata per beneficiare anche lei delle vibrazioni che dall’uccello meccanico si ripercuotono nel suo culo attraverso la mia carne dura e tesa.Quando si ferma si china verso di me e fa correre la sua lingua nella mia bocca interrompendo la mia ricerca avida dei suoi capezzoli da succhiare che ho trascurato per tutta la sera, ansioso di sentire quell’uccello palpitante.Quando capisce che non posso resistere ancora molto e che lo sperma sta per scorrere copioso mi fa assumere una posizione che le permette di cavalcare la mia mazza e, allo stesso tempo, le fa entrare ritmicamente la cappella nella mia bocca. E’ calda, umida e tesissima, capisco che anche lei si prepara a schizzare fortissimo, scaricando tutte le tensioni della serate passata tra cazzi e culi da soddisfare.Quando ci avviciniamo all’orgasmo iniziamo ad ansimare sempre più forte e Tina inizia a urlare. Il ritmo frenetico ci porta rapidamente allo spasmo. Il suo cazzo inizia a spruzzare sborra densissima e calda che mi inonda la faccia, la bocca, il petto, mentre sento la carne tra le mie gambe contrarsi e riempire la sua caverna di succo che inizia a sondare bagnandomi l’uccello e le palle.Mentre siamo ancora intontiti Tina mi estrae l’uccello di gomma vibrante dal culo e lo usa per raccogliere un po’ della sborra che ho sul petto per poi farmela leccare mentre lei stringe una mano la base del mio uccello e facendola scorrere verso l’alto se la imbeve di succo saporito da farsi poi gocciolare in gola.Mi guarda e mi dice: “Vestiamoci in fretta e andiamo a casa mia”.Io, stravolto, ma ancora desideroso di prendere quella cagna in ogni modo possibile, mi vesto in qualche modo restando impiastricciato di sperma, come lei del resto. Poi, facendomi accendere una meritata sigaretta da lei, avvio la macchina e guido tranquillo verso casa sua…Pensando a quel che era successo, a quel che sarebbe successo e un po’, anche, alla faccia di mia moglie…
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