E’ già passata più di una settimana dagli ultimi eventi. Zia Pina, o perchè non ne ha avuto l’occasione, come dice lei, o perchè non ha mai trovato il coraggio di parlare con sua sorella, non è ancora riuscita ad esaudire i nostri desideri. Ci dispiace di non aver potuto realizzare in tempi brevi le nostre voglie, ma tutto sommato nessuno può affermare che abbiamo sprecato il nostro tempo. Io e mio cugino, infatti, ci siamo dati da fare e non poco sia con mia sorella, sia con la zia. Il nostro punto di ritrovo quotidiano era diventato ormai la vecchia guardiola del custode e per stare più comodi l’avevamo attrezzata, pur con qualche difficoltà per non dare nell’occhio, con un paio di vecchi materassi. Anche quel pomeriggio noi ragazzi c’eravamo riuniti per sollazzarci un po’, ma dopo poco io non riuscivo più a divertirmi. La zia non c’era ed io invece avevo voglia di lei, dei suoi glutei carnosi, della sua fica pelosa e delle sue tette sode, anche se un pochino cadenti forse per il peso eccessivo. Avevo voglia di una vera donna, adulta, esperta e non di una ragazzina, anche se bella come mia sorella.Ultimamente mi eccitavo solo se pensavo alle natiche formose di mia zia e facevo un sacco di voli pindarici fantasticando su come doveva essere bello se fossi riuscito a metterglielo nel culo. Ancora non sapevo che era un atto al quale molte donne si sottomettevano volentieri. Ne avevamo parlato spesso tra noi ragazzi nei corridoi della scuola, ma era opinione comune che lo facessero solo le vecchie puttane da strada e non le donne di buona famiglia. Io comunque desideravo il bel culo di zia Pina e covavo in silenzio dentro di me il mio sogno segreto. Fatto è che, tutto preso dai miei pensieri, quel pomeriggio abbandonai annoiato la compagnia lasciando mio cugino a pompare come un cane in calore fra le gambe di mia sorella. Come ripeto, io avevo invece una voglia matta di una donna matura, ne avevo una tale voglia che oggi mi sarei fatto anche la cuoca e con decisione andai a cercarla in cucina, ma lei non c’era. Gironzolo ozioso fra le stanze del piano terra, ma trovo solo un paio di cameriere inguardabili che stanno rassettando. Salgo allora al piano superiore con l’intenzione di andare in camera mia e buttarmi sul letto a pisolare, ma appena giunto sul pianerottolo sento la voce della zia che sta strillando con qualcuno per un lavoro eseguito male. La raggiungo e la trovo infuriata con la donna delle pulizie, mi fermo in corridoio aspettando che si calmi e intanto le rimiro il bel culo formoso mentre sento montarmi dentro sempre più forte il desiderio di farmelo. E’ bella, molto bella zia Pina ed i miei occhi, oltre che dalle sue rotondità posteriori, sono continuamente attratti dall’opulenta sommità dei seni che le sobbalzano nel corpetto e che sembra debbano saltarle fuori dalla scollatura da un momento all’altro. Ovviamente, con la voglia che ho, mi diventa subito duro e me lo tocco di nascosto sperando che si sbrighi presto a liberarsi della cameriera. Spero anche che poi abbia il tempo di rivolgere su di me le sue attenzioni. Lei mi guarda e non fa fatica a capire tutto, ma con voce alterata mi spedisce via affermando che non ha tempo. Non mi rimane perciò che andare a rinchiudermi smoccolando in camera mia. Passano ancora un paio di giorni e sono sempre più nervoso perchè la zia non riesce a trovare una soluzione per coinvolgere mia madre. Una sera con mio cugino stiamo scopando la zia in camera sua, io sono seduto su una poltrona in un angolo della stanza e Sergio sta montando da dietro sua madre che si è messa ginocchioni in mezzo al letto. Siamo nudi tutti e tre e la zia come il solito lancia guaiti e incita il figlio a sbatterla come una vera troia. Fu proprio mentre i due stavano per raggiungere l’orgasmo che si sente un bussare leggero alla porta e senza che nessuno di noi abbia avuto il tempo di rispondere, questa si apre. E’ mia madre! Con gli occhi sbarrati rimane lì impalata, pietrificata dalla sorpresa di vedere la sorella che si sta facendo scopare dal figlio. Sergio e zia Pina, pure loro immobili per la sorpresa, lui con ancora il cazzo profondamente conficcato nella fica della madre, la guardano attoniti aspettando una sua reazione verbale che però non arriva. La zia è la prima a riprendersi e a ritrovare la parola.- Vieni, vieni avanti Elena e chiudi la porta… meglio non farlo sapere a tutto il personale, non credi? -Mia madre, che ancora non mi ha visto perchè mi trovo nell’angolo nascosto dall’uscio aperto, sembra scuotersi e da una spinta alla porta che si chiude con gran fragore, poi si rivolge alla sorella.- Ma vi rendete conto di quello che state facendo? Pina… ma proprio con tuo figlio? — Che risposta ti stai aspettando? Vuoi una stupida giustificazione? Adesso lo sai… ci hai visti. Se ti interessa saperlo scopiamo già da qualche tempo e con grande piacere, godiamo un mondo a farlo e non proviamo vergogna. Guarda che bel cazzo ha il mio Sergio, dovresti provarlo anche tu! -E’ chiara la provocazione da parte della zia e la sua volontà di attaccare invece di trovare delle scuse.- Impazzita… ma tu sei completamente impazzita! Ma ti rendi conto che è tuo figlio?– Me ne rendo conto sì! Ma con la penuria di cazzi che c’è in giro ho voluto provare con lui e ne sono rimasta pienamente soddisfatta. Tu invece da quanto tempo non fai l’amore con un uomo? Minimo cinque mesi, forse da quando hai visto tuo marito l’ultima volta. Invece noi due lo stiamo facendo ogni giorno ed ogni volta è sempre più bello. Fatti coraggio e vieni a provare anche tu! -Non ho mai visto zia Pina con tanta grinta e decisione. Scende dal letto e si avvicina a mia madre con estrema determinazione. L’afferra con forza per le braccia e con una spinta la getta bocconi sul bordo del letto, poi con un balzo felino le salta a cavallo sulla schiena per tenerla bloccata col proprio peso ed invita il figlio a violentarla. Paralizzato dalla paura guardo mia madre che urla e si dibatte mentre cerca senza riuscirci di liberarsi dall’incomoda posizione. Sergio le si avvicina di spalle e le solleva le vesti. Le scopre il sedere che ai miei occhi appare ancora più bello e desiderabile di quello della zia, le sfila le mutandine di seta facendole scendere oltre le caviglie, le allarga le natiche e lentamente la penetra. Mia madre grida ancora più forte mentre Sergio, incurante delle sue urla, sempre lentamente inizia a muoversi in lei. Ho il cazzo che mi scoppia da tanto è duro mentre guardo mamma che strilla sempre più disperata, poi lentamente le sue grida si trasformano in pianto. Non si ribella più e quello che all’inizio era un pianto isterico si trasforma piano, piano nel pianto sommesso di chi si è rassegnato a subire. A quel punto decido di intervenire. Mi avvicino in silenzio col cazzo duro teso verso di lei e col dito sulle labbra per far capire a mio cugino di far silenzio, gli faccio segno di lasciarmi il posto. La zia mi guarda, sorride e con ampi gesti della testa approva e mi esorta a portare avanti le mie intenzioni. Mi accosto alle spalle della mamma che, rassegnata, continua a piangere sommessamente, con una mano impugno il mio bastone e lo guido dolcemente fra le sue cosce che ha serrato strettamente quando ha sentito Sergio allontanarsi. Penetro fra le sue carni, con gli occhi chiusi mi godo l’umido tepore del suo grembo, risalgo nell’incavo delle natiche morbide e piene e torno a scendere per scivolare fra le labbra della fica. Non voglio penetrarla subito perchè desidero godere il più a lungo possibile di questo momento sublime, di questo momento tanto atteso. Sto godendo più col cervello che con il cazzo… sono fra le sue cosce, fra le cosce di mia madre… sublime ritorno ancestrale alle sue viscere, alla grotta che mi ha visto nascere. Fantastico momento, sento l’ondata di piacere partire improvvisa dal profondo di me stesso e salire travolgendo ogni mio atomo, ogni mia molecola. Ecco l’umida apertura che si schiude per accogliere il glande che ha a suo tempo generato. Lentamente penetro, scivolo in lei fino in fondo alla vagina, fino ad incontrare la resistenza dell’utero. Sono tutto dentro di te mamma, nella tua fica che ho tanto desiderato, ti sto chiavando mammina! Il pensiero aumenta ancora di più la mia eccitazione e duro fatica per non sborrare subito. Sborrare significa sì godere, ma anche la fine del piacere e io invece voglio che questo duri a lungo, che non abbia mai fine. Fermo i movimenti per qualche istante per respingere l’orgasmo, poi ancora mi godo il tepore della vagina. Con gli occhi chiusi mi gusto ogni vibrazione, ogni movimento interno, il più piccolo, anche quello che potrebbe sembrare il più insignificante. Con le mani ho afferrato i fianchi di mia madre e mentre l’attiro sempre più vicina al mio inguine impazzito, sondo le sue profondità, a percepire ogni suo palpito. Non piange più. Ora è quieta anche se la zia continua a tenerla ferma rimanendo a cavalcioni della sua schiena, l’ondata del mio piacere aumenta, mi sovrasta, mi travolge e mi sfugge un grido:- Mamma! -La sento irrigidirsi e poi contrarsi sotto di me, la zia la lascia libera ed in quel momento ha la consapevolezza che sono io dentro di lei, suo figlio!- Luca! -E’ il suo grido di risposta, ma non tenta di opporsi, con le mani fra i capelli affonda il viso nelle coperte e giace passiva. Io accelero i miei movimenti, guizzo in lei sempre più velocemente, la schianto con colpi sempre più poderosi, possenti e lei riprende a lamentarsi. Poi mi accorgo che i suoi non sono lamenti, la mamma sta godendo e percepisco anche i fremiti di piacere della sua vagina, le sue contrazioni che si fanno via, via sempre più forti. E’ troppo per me, non riesco più a trattenere l’orgasmo e godo dentro di lei. E’ un piacere mai provato prima, mi si annebbia il cervello, mi sembra quasi di perdere i sensi e mi abbandono stremato sul suo corpo, su quel corpo tanto desiderato. Mi sdraio al suo fianco mentre mio cugino prende il mio posto, ho una punta di gelosia mentre lo guardo chiavare la mia mamma, ma mi calmo pensando che anch’io ho chiavato la sua. Accosto il viso a quello di mia madre, ha gli occhi chiusi e dal suo modo di respirare mi accorgo che gradisce anche le attenzioni di suo nipote. La bacio teneramente e lei apre gli occhi solo per il tempo di dirmi:- Che abbiamo fatto Luca? -Poi torna a chiuderli e geme sotto i colpi di Sergio. Realizzo che ha parlato al plurale, allora non pensa che sia l’unico responsabile, anche lei si ritiene coinvolta e consenziente anche se vi è stata spinta con la forza. Mi sollevo fino a portare il ventre all’altezza del viso della mamma, il cazzo non mi si è ancora ammosciato e con la punta le sfioro le labbra. Non devo fare altro, lei senza schiudere gli occhi apre le labbra e lo accoglie nella sua bocca. Mi accarezza con la lingua, dolcemente, senza premura. Mi sugge adagio, adagio e appare evidente come le piaccia l’atto d’amore che mi sta dimostrando. All’improvviso si scuote, allontana il nipote che le sta martellando la fica e chiede di spogliarsi. In un attimo è tutta nuda e per la prima volta vedo la mia mamma nel suo splendore. Si sdraia sulla schiena ed invita il nipote a tornare a possederla, ora è lei che si scatena avvinghiando le gambe intorno alle reni di Sergio. Va incontro ai suoi colpi spingendo in alto l’inguine, lo incita a prenderla con forza, vuole essere presa come una donnaccia, spaccata, sfondata. Non sospettavo questo lato di mia madre e la osservo intimorito e stupito. La zia si è intanto distesa sul fianco tra me e sua sorella, mi da di schiena e mi invita a prenderla mentre guardiamo mia madre chiavare con Sergio. Non me lo faccio ripetere, le infilo il cazzo fra i glutei favolosamente aperti, le entro dentro e comincio a muovermi in lei, poi mi torna in mente il mio sogno segreto. Afferro il cazzo con una mano e le faccio scivolare il glande fra le natiche, l’ano deve essere lì, poco sopra la vagina e pur nella mia insicurezza dovuta alla scarsa esperienza, devo aver colpito nel segno.- Luca! Che fai? -Zia Pina ha capito le mie intenzioni, ma al contrario di quello che pensavo non si ribella, anzi! Sputa della saliva sulla punta delle dita e va a bagnarsi dove serve, mi afferra lei stessa il cazzo, lo punta diritto sul culo e mi dice:- Ora spingi lentamente… fai adagio Luca… non farmi male. -Sento la cappella penetrare lentamente nel suo orificio anale, è molto stretto e l’anello muscolare dello sfintere mi stringe con forza la verga. Comincio a muovermi mentre lei con una mano mi preme su una gamba per impedirmi di affondare i colpi quando questi si fanno troppo forti. Mi viene da chiudere gli occhi per il piacere cerebrale che sto provando per aver realizzato anche quel sogno, essere dentro il culetto di zia Pina. Il suo bel culo pastoso, morbido e sodo nello stesso tempo, quel culo che nella mia fantasia era una meta fissa delle mie seghe solitarie. Mi viene da chiudere gli occhi, ma mi sforzo di tenerli aperti, perchè davanti a me c’è mia madre che si sta facendo fottere da mio cugino e non voglio perdermi lo spettacolo di lei che gli si offre oscenamente. Le sue cosce spalancate per riceverlo meglio, i movimenti frenetici dei suoi fianchi che vanno incontro alle sue spinte, il cazzo di mio cugino che vedo solo a tratti prima che sparisca interamente nella fica di mamma. Lei che grida il suo piacere, il piacere di sentirsi troia, una troia incestuosa che si è fatta chiavare dal nipote e dal figlio, il piacere di farsi chiavare da due cazzi giovani, da due ragazzi. Zia Pina non è così assatanata, anche lei gode parecchio, ma in maniera più dolce, più riservata, non lancia grida oscene come sta facendo invece mia madre. Lei gode più sommessamente, come in questo momento, masturbandosi la fica con le dita mentre la sto inculando. Lei gode così, la bocca premuta su un cuscino ansimando con affanno, gode mentre continua a masturbarsi velocemente la fica. Le sue dita si muovono agilmente poco sotto il mio cazzo, le sento guizzare sempre più rapide, muove anche le natiche nella frenesia del momento e quando raggiunge l’orgasmo il suo ano si apre e si chiude in un ritmo palpitante intorno alla mia verga eccitata. Duro fatica a non godere anch’io, ma voglio resistere e conservare le mie energie per dedicarmi ancora alla mamma. Sergio ha appena finito di goderle dentro la fica e il suo seme sta lentamente scivolando fuori dalla vulva, zia Pina la pulisce con una salvietta e intanto mi chiede se anch’io ho goduto. Mentendo le dico di sì.- Che strano, non me ne sono accorta, ma di dietro non ho la sensibilità della vagina, sarà per questo che non ti ho sentito. – La stessa sera, dopo cena, ci ritiriamo ognuno nella propria camera per la notte. Sono stanco per gli eccessi del pomeriggio, ma nella mia mente continua a rimanere ben nitida l’immagine della mamma, bellissima nella sua nudità, che si concede sia a me sia a Sergio. Sdraiato sul mio letto continuo a pensare a lei, ho ancora il cazzo duro e me lo accarezzo lentamente mentre rivivo i suoi amplessi, le sue grida mentre gode, la sua maniera scomposta di agitarsi mentre Sergio la cavalca. Non resisto più, e silenziosamente mi precipito alla sua porta ove busso leggermente, l’uscio si schiude quasi subito.- Speravo fossi tu! Entra Luca, non sai quanto ti desidero, come speravo che tu venissi! — Anch’io mammina ti desidero, voglio fare ancora l’amore con te. — Vieni! -Mi sospinge verso il letto, basta un lieve tocco delle sue mani e la camicia da notte le scivola a terra leggera. E’ lì nuda davanti a me e mi guarda sorridendo, si accarezza il cespuglio di peli che le ricoprono l’inguine e mi sorride. Rapido mi libero del pigiama e mi inginocchio ai suoi piedi immergendo il viso e soprattutto la bocca nel suo boschetto profumato.- Aspetta, vieni sul letto… -Si adagia supina e mi apre le gambe, con le dita libera la vulva dai peli.- Vieni amore, la tua mamma è qui, solo per te! Dammi la tua lingua, fammi sentire come desideri la mia fica. -Mi getto famelico fra le sue cosce, immergo la lingua nell’umida viscosità della sua vagina e comincio a succhiare e leccare. Lei mi afferra per i capelli, mi strattona contro il ventre, mi stringe la testa fra le cosce roride di umori e comincia subito a godere. Quando si placa, si stringe a me per ricambiare le mie attenzioni, mi bacia per tutto il corpo e scende a prendere nella bocca il cazzo che tanto desidera. Mi piace sentire la sua bocca calda avvolgermi completamente il pene, la sua lingua che lo lambisce vorace, l’osceno risucchio emesso dalle sue labbra mentre lo lecca. Afferro le sue mammelle, le accarezzo, le stringo e le strapazzo i capezzoli, le infilo una mano fra le gambe e quando raggiungo la fica sto quasi per godere.- Fermati mamma! Non farmi venire subito… -La sua irruenza si placa, ora mi bacia dolcemente sulla bocca, le nostre lingue si trovano, s’intrecciano, giocano tra loro. Che buon profumo ha la bocca di mamma! Continuiamo a baciarci accarezzandoci le parti intime reciprocamente.- Ti piace la fica di mamma? Ti piace di più la mia o quella di zia? E il mio culetto? Ho visto che oggi ti sei goduto quello di zia Pina, ti piacerebbe provare anche con me? — Oh mamma! Non desidero altro… facciamolo subito! — Ti avviso però che il mio non lo troverai stretto come quello di zia perchè anche al tuo papà è sempre piaciuto molto e l’ha usato parecchio. -Fu così che mi feci anche il culetto di mamma, mi ricordo che il cazzo scivolò dentro come nel burro e senza bisogno di bagnarlo prima con la saliva come fece zia Pina col suo. Non le godetti dentro perchè mi sentivo al limite delle mie forze e volevo ancora chiavarla nella fica. Seppi trattenermi a lungo, ma quando glielo infilai nella vagina venni subito dopo qualche colpo. Quella notte dormii da mia madre ed il mattino, appena svegli, ripresi da dove avevo lasciato la sera prima. Per anni fui l’amante segreto di mia madre, ma non fui l’unico, bella donna com’era e senza un marito al fianco aveva un sacco di mosconi che le ronzavano attorno. Spesso concedeva loro il suo corpo, ma subito dopo veniva da me a raccontarmi ogni cosa ed eccitati come due matti ci scopavamo selvaggiamente. Coinvolgemmo anche mia sorella, ma poi lei preferì il letto di zia Pina alla quale piaceva molto lesbicare al contrario di mia madre. Per un certo periodo mamma fu anche l’amante di un cameriere dal quale si faceva chiavare in mia presenza essendosi accorta che mi piaceva stare a guardarla. Mi diceva spesso: – Ti piace che la tua mamma sia così troia? Che vada a chiavare con un sacco di uomini? – Mi piaceva sì, eccome se mi piaceva! Mi piaceva a tal punto che imparai a coinvolgerla in parecchie situazioni intriganti e fui io stesso a portarla molte volte in casa di amici occasionali perchè si concedesse loro per il suo ed il mio piacere. Passarono gli anni, ormai ero cresciuto e non ero più uno studentello. La mia depravazione era giunta a un punto tale che, pur di godere, non me ne fregava nulla di prostituire mia madre ad altri uomini. A volte erano rozzi e materiali, gente volgare e di basso livello sociale, ma proprio queste persone erano quelle dalle quali mia madre preferiva farsi sbattere. Diceva sempre che erano le uniche a saper usare il cazzo, non come gli aristocratici. -Sono una troia, sono la tua mamma troia!-Mi diceva ogni volta che scopando con me mi raccontava quello che aveva fatto con Tizio o con Caio e ogni volta me lo diceva ben sapendo che le sue parole riuscivano a farmi perdere i sensi per l’eccitazione ed io godevo, godevo… Ricordi, solo ricordi… ora sono vecchio e solo e non mi sono rimasti che i ricordi. Dalla terrazza della villa contemplo quello che è stato il teatro dei miei anni più lieti. Ecco… mi sembra di udire ancora la voce di zia Pina, della mamma… la risata argentina di Lory cui fa eco quella di Sergio… Col dorso della mano asciugo le lacrime che lentamente scendono a bagnarmi le guance mentre un peso opprimente come un macigno mi comprime il petto, do un ultimo sguardo là… fra le ombre della sera in fondo al giardino, sperando di rivedere le figure di coloro che ho tanto amato… un singhiozzo… di nuovo un forte dolore al petto… e il velo dell’oscurità scese a chiudermi gli occhi.

