Patrizia Giannetti guardò l’orologio a muro della cucina. Erano le 10.30 passate del mattino e suo figlio non si era ancora alzato dal letto. Cominciava a mal sopportare la sua pigrizia. Da quando era tornato dal college inglese, aveva speso la maggior parte del suo tempo a letto o a guardare videocassette. Sicuramente film sporchi, pensò tra se la donna, visibilmente adirata. Avrebbe dovuto fare un lavoretto estivo come i suoi amici, o comunque qualcosa di costruttivo, secondo lei.Patrizia bussò alla porta della camera da letto di Simone, erano quasi le 11.15 e lui non aveva ancora messo piede fuori. Non avendo ottenuto alcuna risposta, decise di entrare. Le tende erano chiuse e la stanza era avvolta dalla totale oscurità. L’attraversò e tirò su le tende lasciando irraggiare l’interno dal caldo sole estivo, si girò di scatto lasciando che il leggero vestitino di cotone rosa aderisse bene alle sue curve per un’istante, pronta a svegliare suo figlio con un paio di strattoni decisi. Tutta la sua sicurezza svanì e i suoi piedi, fasciati da comode ed eleganti scarpe beige e sollevati da sei centimetri di tacco, si inchiodarono a terra. Per loro il suo corpo non era più quell’elegante armonia di curve scolpite con tanta ginnastica, diete e mille attenzioni; ora aveva l’impressione di pesare una tonnellata.Suo figlio era addormentato, le lenzuola scomposte e calciate in fondo al letto e lui era totalmente nudo!Patrizia si girò imbarazzata ma non riuscì a resistere alla tentazione di ammirare meglio quel giovane maschio che non vedeva da mesi e che le sembrava di aver molto sottovalutato. Il suo sguardo si fermò subito alle natiche bianche e strette di suo figlio e iniziò a sentirsi eccitata. Lei non aveva mai visto un’altro uomo nudo a parte suo marito che però non aveva un fisico definibile scultoreo. Era grasso e ricoperto da una folta peluria che sembrava aumentare anno dopo anno.La signora Giannetti non era affatto immune dall’istinto tipicamente femminile della curiosità e cercò di inclinarsi per riuscire a vedere meglio il cazzo di suo figlio ma proprio in quel momento Simone ebbe un sussulto.Patrizia fu colta dal panico, si votò immediatamente e raccolse della biancheria sporca dal pavimento sperando che Simone credesse alla sua scusa. Non riusciva a immaginare cosa avrebbe pensato suo figlio di lei se l’avesse sorpresa a spiarlo. Ma lui non si svegliò, borbottò qualcosa e cadde in quello che sembrava un sonno ancora profondo. Patrizia aspettò alcuni secondi ancora prima di voltarsi indietro a guardarlo."Oddio!" sussurrò quasi a lamentarsi.Suo figlio si era posizionato sulla schiena e finalmente la donna riuscì ad ammirargli la potente e sfacciata erezione mattutina! Il prepuzio era completamente tirato indietro e rivelava una grossa, bulbosa testa di cazzo purpurea.Patrizia deglutì rumorosamente e non riuscì ad impedire che la sua immaginazione viaggiasse verso pensieri sconci e dissoluti. Il cazzo di suo figlio era enorme, almeno 23 centimetri in lunghezza e non riusciva nemmeno a immaginarne lo straordinario diametro quando la sua mente volse al ricordo del piccolo e sottile pene di suo marito che non l’aveva mai veramente soddisfatta. Dovevano essere passati almeno dieci anni da quando aveva visto l’ultima volta l’uccello di suo figlio, quando gli faceva ancora il bagno."Com’è cresciuto…" pensò.Gli venne voglia di afferrare quel grosso bastone di carne e di fargli un buon pompino, stuzzicando il buchino con la punta della lingua e liberando l’enorme quantità di sperma che sicuramente contenevano quelle magnifiche palle. Poi sentì abbattersi su di lei la terribile e inevitabile ondata di sensi di colpa. Quello è tuo figlio. gli diceva l’antipatica vocina della sua coscienza. Patrizia si sentì una pervertita ad aver pensato certe cose e si allontanò dal letto a grandi passi, fermandosi solo per un attimo alla porta, per dare un’ultima occhiata alla possente virilità di suo figlio, dura ed eretta, poi chiuse quietamente la porta.Simone sentì la porta chiudersi e fece una sottile risata. Era sveglio da un pezzo e quello che aveva visto confermava una sua ipotesi. Nessuna donna poteva rimanere indifferente davanti al suo tronco e ai suoi grossi coglioni, nemmeno la sua bellissima mamma.Simone aveva deciso di provare a sedurre sua madre circa una settimana dopo il suo ritorno dal college. Si annoiava, i suoi amici lavoravano e la sera erano quasi sempre stanchi, suo padre era sempre al lavoro e in casa era sempre solo con quello splendido esemplare di femmina che era sua madre, spesso impegnata nei lavori domestici o nelle piccole faccende di casa. Non ne avrebbe neanche avuto granchè bisogno perchè in quella grande villa poteva contare su diverso personale, ma per certe cose preferiva impegnarsi di persona. La sua mamma era terribilmente sofisticata e sexy quell’estate, aveva tinto i suoi capelli con leggeri colpi di biondo-miele che le davano un aspetto molto più giovanile dei suoi 39 anni. Grazie alla palestra e alle diete aveva ottenuto un fisico da far invidia alle 16enni, mammelle grosse e piene quasi mai costrette in un reggiseno – e Simone spesso riusciva a intravedere i grossi capezzoli rosa che spingevano contro la sottile t-shirt – , e il suo dolce culo che preferiva su ogni altra cosa, inguainato quasi sempre da jeans stretti, per far risaltare meglio le sue generose dimensioni.L’erezione di Simone ritornò impetuosa al solo ricordo di quella particolare zona del corpo di sua madre, e iniziò a menarselo immaginando di sbatterlo tra le sue palpitanti chiappe."Simone!" lo chiamò sua madre dalle scale."Si mamma" rispose."La colazione è pronta!""sto venendo!" disse suo figlio sorridendo.Simone varcò la soglia della cucina invasa dei tenui profumi della marmellata e dell’inconfondibile aroma del corpo materno.Patrizia era curva sul lavandino a lavare i piatti, indossava il solito jeans stretto e una camicetta bianca dall’ampia scollatura. Suo figlio si sistemò a tavola e ammirò con attenzione il suo impertinente e vivace culo. Stava per avere un’altra erezione."Che farai oggi?" chiese patrizia senza osare guardarlo in faccia. Temeva che se suo figlio l’avesse vista negli occhi avrebbe capito subito cosa aveva fatto poco prima.L’immagine del cazzo di Simone si fece largo nella sua mente come un flash. La tazza che stava insaponando le scivolò dalle mani e finì nel lavello alzando un grande e denso schizzo di acqua e schiuma che si infranse sulla sua camicia."Diavolo!" borbottò.Simone capì subito a che stava pensando sua madre."tutto a posto, mamma?" chiese innocentemente."si, è solo che hai una mamma un pò imbranata, ecco tutto" disse provando a concentrarsi sui piatti piuttosto che sui genitali di suo figlio ma quel rivolo di crema biancastra che ormai le aveva raggiunto la pancia la confondeva sempre di più. Simone finì di mangiare e andò al lavandino fermandosi dietro sua madre e si chinò per riuscire a poggiare la tazza, spingendo il suo inguine contro il posteriore di Patrizia. Appena la donna si rese conto di avere contro le chiappe la forte erezione di suo figlio non riuscì a trattenersi dal boccheggiare e arrossire violentemente."questa la lavo io, mamma." le disse in un orecchio.il ragazzo prese una delle spugne da cucina e cominciò a lavare la tazza mentre sua madre, messa a sandwich tra il lavello e il bollente fallo di suo figlio, si chiedeva meravigliata se lui si rendeva conto di cosa le stava facendo sentire. No, impossibile. Era sicuramente in buona fede.Simone ovviamente sapeva fin troppo bene cosa stava facendo. Lavò la tazza molto lentamente mentre un sorriso soddisfatto si faceva largo sul suo volto. Abbassò lo sguardo per ammirare bene i suoi pantaloni tesi dall’erezione che sorgeva imperiosa tra le natiche materne. Poteva scommetterci che lei sentiva benissimo le dimensioni di quel membro. "ho finito. Ora vado fuori a prendere un pò di sole."Simone si allontanò e richiuse la porta alle sue spalle.Sua madre era rimasta immobile contro il lavello e si accorse di avere la vagina calda e lubrificata. Riusciva ancora a sentire il grande cazzo caldo di suo figlio pigiato dietro di lei e provò l’irresistibile desiderio di chiudersi nella sua stanza e farsi un lungo e appassionato ditalino pensando a cosa potrebbe fargli suo figlio con quel randello. Si rendeva conto che quei pensieri erano sbagliati ma in fondo erano solo innocue fantasie… lei non voleva affatto farsi scopare da Simone… o almeno così credeva…Patrizià sentì di aver bisogno di una boccata d’aria, sperando che di chiarire così i propri sentimenti e dimenticare le cose sporche che aveva pensato. Decise di recarsi al mercato dove avrebbe comprato qualcosa per il pranzo e uscì dal retro per dire a suo figlio che stava andando a far spesa. Lo vide in piscina proprio mentre si stava tuffando, le gambe lunghe e muscolose, le braccia che brillavano alla luce del sole… sentì la vagina scaldarsi e non riuscì a trattenersi dall’accarezzarsela da sopra i jeans.In quell’istante sentì aprire la porta anteriore."Ciao, cara."Era suo marito Carlo. Patrizia scostò immediatamente la mano dal pube e gli andò incontro per salutarlo.Lui aveva 55 anni, 15 più di lei. Pancia prominente e di quei pochi capelli rimasti, la maggior parte bianchi. Ultimamente sua moglie notava sempre di più la differenza d’età, soprattutto a letto. Non ricordava più l’ultima volta che lui l’aveva scopata."Tutto bene, tesoro?" chiese baciando la moglie sulla guancia."Hai il viso arrossato… ti senti bene?" disse con un occhiata di preoccupazione.L’immagine del cazzo del figlio balenò nella mente di Patrizia."Sto bene, ho solo un pò caldo, tutto qui.""Meglio così. Dov’è Simone?""Sta nuotando… credo.""Ottimo. Almeno non è a letto" disse con sarcasmo guardando l’orologio."Maledizione! Sono in ritardo per la riunione di oggi. Devo prendere alcuni incartamenti poi devo scappare. Tornerò fra qualche ora, ok, amore?"La baciò di nuovo sulla guancia e andò filato verso il suo studio. Patrizia riaprì di nuovo la porta posteriore per dire a Simone che stava per uscire. Era appena uscito dall’acqua e sua madre non riuscì a non notare la sagoma del cazzo del figlio, chiaramente visibile sotto la sottile stoffa che lo avvolgeva.La donna rimase in piedi a guardarlo, nascosta dall’ombra del corridoio. Il ragazzo, dopo essersi asciugato, posò il telo su una panca e si abbassò il costume lasciando penzolare tra le gambe il suo bel pene.Nonostante i buoni propositi, Patrizia non esitò un’istante a riprendere la mastubazione, giustificandosi con se stessa con la scusa che in fondo non c’è nulla di male a eccitarsi spiando un bel ragazzo nudo.Simone fece alcuni passi lungo il bordo della piscina poi, di scatto, si girò indietro e vide sua madre ch lo guardava dal corridoio.La Giannetti smise subito di accarezzarsi e spostò la mano di lato, distolse lo sguardo dal corpo di suo figlio e finse di osservare il pavimento. Non era molto lontana da una crisi di panico.ovviamente suo figlio si era accorto di essere osservato… che avrebbe pensato di lei, adesso?Simone si avvicinò lentamente al corridoio dove stava sua madre, immobile e in piedi. Era ancora completamente nudo, col pene che rimbalzava tra cosce e coglioni. Patrizia non aveva più idea di cosa potesse fare, teneva gli occhi fissi a terra e quando vide i piedi di suo figlio a pochi centimetri dai suoi il suo volto si tinse di porpora."Perchè non esci, mamma? C’è un sole così bello!" disse avvolgendosi l’asciugamano intorno alla vita."o-ora non posso… devo andare al supermercato a fare la spesa per stasera…"Patrizia riusciva ancora a vedere la sfacciata protuberanza del suo cazzo attraverso l’asciugamano. Si sentiva le guance bruciare dall’imbarazzo e il suo cuore battere all’impazzata."Devo comprarti qualcosa?" chiese la donna cercando di mantenere un contegno ed evitando per quanto potesse di osservare il cazzo di suo figlio."Mamma! Puoi andare più tardi al supermercato! Tu hai bisogno di un pò di sole!" "mettiti il bikini e vieni qui… sbrigati, ti aspetto!"Simone passò una mano lungo un braccio nudo della sua mamma lasciandole in dono luccicanti perline d’acqua. lei guardò l’orologio e vide che erano appena le 15.15 e avrebbe potuto prendere il sole per più di un’ora e avrebbe avuto comunque tutto il tempo per fare la spesa."Va bene. Vado a cambiarmi e torno." La mamma di Simone tornò dopo meno di 10 minuti sfoggiando un elegante due-pezzi bianco che metteva in risalto il suo splendido petto. Il taglio del costume era difficile non definirlo osè e il tessuto utilizzato non faceva nulla per nascondere i magnifici capezzoli rosa di Patrizia. Il ragazzo abbassò lo sguardo fermandosi all’altezza della vagina di sua madre. La Lycra del costume sembrava far fatica a contenere il curatissimo ma folto cespuglio e in pochi secondi il cazzo di Simone tornò a mostrarsi in tutto il suo vigore. Patrizia si sdraiò a pancia in giù sul materassino più vicino a suo figlio, mostrandogli senza pudore quanto poco del suo culo fosse coperto dalla mutandina bianca e a che livello di perfezione fossero giunte le sue natiche."Dio, che caldo che fa oggi!" sospirò la femmina ad occhi chiusi e la schiena rivolta al sole.Simone prese una confezione di olio solare che teneva sulla sua panca e si avvicinò al materassino dove era sdraiata sua madre."Credo sia meglio se ti spalmo l’olio, mamma. Potresti scottarti."Prima che sua madre potesse obiettare una qualunque cosa, Simone era già su di lei a spalmarle la lozione sulle spalle, lentamente e in moto circolare, pigiando dolcemente con le dita a intervalli regolari."Ti sento un pò tesa, mamma. Stai bene?" chiese con falsa ingenuità il ragazzo spostando le mani più in basso."No, tesoro. Sono solo stanca. Tuo padre ha russato tutta la notte e non mi ha fatto chiudere occhio." rispose sua madre nascondendo il vero motivo della sua apprensione."E’ vero. Lo sentivo perfino dalla mia stanza!" rispose Simone, ormai arrivato a palpare la carne di sua madre immediatamente prima del culo. Patrizia sentendosi scomoda e anche un pò a disagio, si alzò leggermente dal materassino con l’unico risultato di allargare le cosce e avvicinare le tonde chiappe verso suo figlio.Simone decise di fare la prima mossa. Infilò una mano tra le vellutate cosce e accarezzò attraverso il costume la collinetta vaginale della sua mamma.Patrizia si era accorta dei movimenti eccessivi di suo figlio e naturalmente anche di quella sfacciata carezza sulla vulva. Si sentiva come stordita da quel comportamento e il suo cervello faticò a riprendere il controllo della situazione."Simone, fermati subito…"Aveva tentato con tutta se stessa di parlare con un tono che sembrasse adirato – e parte di lei lo era davvero – ma il suono che le uscì era completamente sbagliato. Forse avrebbe dovuto alzarsi e andar via… ma dentro di sè si stava facendo strada un sentimento troppo forte per lei."Mamma, tu desideri che io continui, non è vero? Dimmi che ti piace, dai… non c’è nulla di male ad ammetterlo…"Simone poggiò di nuovo le dita sul pube di sua madre e iniziò a strofinarle con più insistenza le labbra vaginali mentre Patrizia, incapace di controllarsi e morta di vergogna, afferrò e tenne stretti tra le mani i bordi del materassino, come a voler giustificare la sua colpevole passività o, magari, solo per scaricare la tensione."Simone… per favore, ora basta. Fermati, ti supplico… aaaahhhh…" che tradotto dal particolare linguaggio femminile, suonava alle orecchie di suo figlio come "non ti fermare! Continua e non fermarti per nessuna ragione al mondo!"Simone non disse nulla, ma tolse le mani da quella figa.La sua mamma singhiozzò. La sua mente era un caos di emozioni. Era lieta che suo figlio avesse smesso perchè quello che aveva fatto era una monellata bella e buona, ma la sua vagina sembrava stesse piangendo per quella perdita.Ma durò solo pochi secondi. Simone si sistemò in maniera più congeniale, prese dai lati la mutandina del bikini e gliela tirò giù fino alle ginocchia, mostrando al cielo l’abbagliante splendore del culo di sua madre, quei due deliziosi globi di carne lattea, mai baciata dalla luce del sole.Patrizia Giannetti era ancora a cosce semidivaricate e permise così a suo figlio di ammirarle contemporaneamente anche l’invitante vagina. Il ragazzo infilò con decisione una mano tra le cosce di sua madre e spinse due dita nella sua oleosa e stretta fessura."Ooooouuhhhhnnnhh…mmmhh…"La femmina aveva ormai capitolato e in risposta al rinnovato sforzo di suo figlio di farla godere, liberò un lieve lamento, quasi una nota di flauto. Quando le dita di Simone iniziarono un energico va e vieni nella sua succosa intimità, Patrizia si lasciò andare e spinse ritmicamente le anche per farsi penetrare maggiormente dalle dita. Il suo corpo però voleva più di questo, voleva una cosa che la sua mente non avrebbe mai immaginato potesse realizzarsi e la sua bocca mai avrebbe creduto capace di confessare. E’ una cosa che non si fa tra mamma e figlio. Almeno così le avevano sempre insegnato…"Simone… per favore, sono tua madre, oddioooo!"La voce di patrizia morì in un dolcissimo falsetto. Non ce la faceva più a fingere a se stessa. Voleva essere chiavata in quel preciso istante.Alzò il culo più in alto e piegò le ginocchia fino a farle toccare le tette, una posizione che era un fac-simile della pecorina.Simone aveva già fatto esperienza con altre ragazze, individuò facilmente il clitoride di sua madre e iniziò a stuzzicarlo."Ohh… siiii, bambino mio, continua cosiiiii, siiiiihhhh…" gridò la mamma non appena Simone iniziò a giocare col suo clitoride. E si lasciò cullare dolcemente avanti e indietro sul materassino, presa dalle meravigliose sensazioni che le mani di suo figlio riuscivano a regalarle.Il ragazzo nel frattempo si era incantato nell’ammirare quelle grosse chiappe che ondeggiavano di fronte a lui, e come a un frutto selvaggio e prezioso gli diede un morso."Uuuhhhh… non sono da mangiare, tesoro…" boccheggiò lei.le sue mammelle dondolavano ormai fuori dai confini del reggiseno, il suo clitoride era in fiamme, i capezzoli duri e il petto arrossato da un’eruzione cutanea. Patrizia capì di essere prossima all’orgasmo e strinse talmente i bordi del materassino che le nocche le si sbiancarono dallo sforzo."Continua così, figlio mio! Più veloce, avanti!"Simone fece come sua madre gli ordinò."Ancora un altro pò, così, strofina il clitoride della mamma, ohhh!"Anche suo figlio si era accorto dell’imminente orgasmo, così rallentò il ritmo delle carezze intime e allungando una mano strappò il top del bikini, liberando del tutto le mammelle materne. Con una mano continuava a lavorare sulla figa mentre con l’altra si concentrò sui capezzoli."Ohhhhhhh! Per favore figlio mio, infila il tuo stupendo cazzo dentro di me e fottimi come una troia!"Ora aveva iniziato ad implorare."Mamma lo vuole… Uuugghh… dentro il suo corpo, adesso amore mio!""Ti è piaciuto lo spettacolo di stamattina, mamma?" chiese Simone sfacciatamente."Mio Dio!" pensò Patrizia "è stato sveglio tutto il tempo in cui sono stata nella sua stanza…" La cosa la umiliava moltissimo ma la vergogna, in quel momento, si trasformò in passione."Sei uno schifoso pervertito! Io non ti ho mai insegnato queste coseeee!"Il climax era quasi raggiunto.In lontananza il rumore di un’automobile e della ghiaia spostata. Patrizia guardò l’orologio. Erano le 16.15Cristo, era suo marito Carlo!"Simone, fermati! Tuo padre è tornato!" era ancora a pecorina ma, colta dal panico aveva già dimenticato il suo incombente orgasmo. Non poteva immaginare che sarebbe successo se suo marito l’avesse sorpresa in quella posizione, a quattro zampe mentre il figlio la fotteva con un dito!Simone tirò via le dita dalla vagina della mamma e rimase lì in piedi a leccarsele tranquillamente. Anche Patrizia si era alzata, si era tirata su le mutandine del bikini e si girò a fronteggiare suo figlio. Solo in quel momento sembrò realizzare quello che era successo. "gesù, ho avuto una relazione con mio figlio, che diavolo ho fatto!?"era molto adirata con se stessa per essersi lasciata manipolare in quel modo, ed era arrabbiata con suo figlio per averlo fatto. Simone stava ancora leccando il succo di vagina materna dalle dita."hai davvero un ottimo gusto, mamma."Quest’atteggiamento Patrizia non poteva permetterglielo. Alzò una mano per schiaffeggiarlo ma Simone fu più rapido, la bloccò e la tirò verso di lui.La porta d’ingresso si aprì.Simone mise una mano sul culo di sua madre e la strinse forte. la baciò sulle labbra e anche se lei tentò di resistere, non potè nulla quando il ragazzo infilò la mano nel solco del culo e la tirò ancor di più verso di sè. la lingua di simone era ormai profondamente infilata nella bocca umida di sua madre. Saettava nel palato, giocava con la saliva, le correva sui denti e ne esplorava ogni più segreto anfratto. Quando incontrò la timida lingua della sua mamma, questa aveva già dimenticato suo marito."C’è qualcuno?" disse a voce alta Carlo.Patrizia abbassò una mano e afferrò il cazzo eretto di suo figlio attraverso l’asciugamano e lo strinse leggermente. La sua vagina lo reclamava a gran voce."Hei, gente del luogo!" ululò Carlo dietro la porta.Patrizia fu nuovamente preda del panico. Ruppe l’abbraccio di suo figlio che si scostò sorridente senza protestare ma non prima di averle dato uno schiaffo sul culo."Si caro, siamo qui fuori!" disse Patrizia con voce tremula."Mi sto preparando un drink, Vuoi qualcosa?" rispose il marito."Si, un Martini mi…" Simone era sul suo petto e aveva iniziato a leccarle un capezzolo. Sua madre si sentì invadere dal piacere e sapere che suo marito era a pochi metri da lei la fece sentire ancor più eccitata."Un martini…oh, si…" sospirò spingendo la testa del figlio tra le sue mammelle. Simone non sembrava chiedere altro e subito ricominciò a palpare il clitoride di sua madre."Oooohhhddio…" si lamentò."Arrivo" disse il capofamiglia dalla cucina."Fermati Simone… tuo padre… ohhh tuo paaahhh… ughhh" non era più in grado di pronunciare delle frasi di senso compiuto. Nella sua testa sembrava esserci solo la voglia di raggiungere vette di piacere che solo suo figlio poteva darle.Fu Simone a rompere l’abbraccio e a staccarsi dalla genitrice, stavolta."per ora è meglio fermarsi, mamma. Riprenderemo più tardi." disse sorridendo e tornò in casa girando dall’esterno così da evitare che suo padre lo sorprendesse col cazzo nudo insieme a sua moglie in bikini.Patrizia rimase in piedi imbambolata per qualche istante a guardare suo figlio allontanarsi. Aveva la fica in fiamme e non poteva crederci che fosse stato proprio il suo bambino, il frutto del suo utero a convertirla alla perversione più estrema.Si buttò i capelli indietro per ridarsi un contegno, raccolse il reggiseno buttato a terra da suo figlio e se lo rimise velocemente.Quando suo marito entrò la vide tranquilla e soave, seduta sul bordo della piscina."mi sono perso qualcosa?" chiese.Patrizia non ebbe il coraggio di guardarlo negli occhi. Si sentiva colpevole di quanto era accaduto… suo figlio l’aveva sedotta e portata al punto di non ritorno. Se solo suo marito l’avesse sospettato…Patrizia quella sera non rivide il suo vizioso figlio e cercò di tenere la mente occupata cio lavori di casa e con la cucina ma riusciva ancora a sentire le dita di Simone che frugavano nella sua vagina. Purtroppo non era riuscito a finire il "lavoro" e così lei si sentiva sempre più eccitata.Fece una cena tranquilla con suo marito, chiacchierarono come al solito del più e del meno ma a lei del suo mestiere – co-proprietario di una catena di computer shop – non interessava nulla.Dopo essersi lavata e finiti i piccoli lavori domestici decise di andare a letto. L’incontro erotico con Simone l’aveva stremata. L’unico problema era il russare di Carlo che peggiorava di anno in anno e la costringeva a volte a dormire nella camera degli ospiti.Cercò di non pensare a cosa avrebbe detto a suo figlio quando l’avrebbe visto il giorno dopo. Non gli avrebbe permesso comunque di comportarsi ancora così, era sua madre e pretendeva un minimo di rispetto, diamine! Simone guardò l’orologio al lato del letto. Portava le 2.00. quel pomeriggio non si era dileguato perchè si vergognava a farsi vedere da sua madre. Uscì dalla stanza e s’incamminò tranquillo per il corridoio. Sentì suo padre russare e pensò che quel grassone bastardo avrebbe fatto bene a perdere un pò di chili.Aprì la porta della camera da letto dei suoi genitori e avanzò nell’oscurità pressochè assoluta. Riusciva appena a distinguere la grossa sagoma del padre e, più vicino a lui, al suo fianco, la mamma, quasi del tutto avvolta nelle lenzuola.Il solo pensare alla madre gli faceva indurire il cazzo.Si avvicinò a lei, le scostò le lenzuola e si inginocchiò a capo del letto. Con le labbra sfiorò i piedi di sua madre poi aprì la bocca e ci lasciò entrare l’alluce. Succhiò per qualche secondo poi salì sul lettone e si distese sul suo corpo.Patrizia, ancora scossa dall’esperienza del giorno prima, pensò di essere vittima di un sogno erotico. Sentiva delle mani che accarezzavano le sue cosce e una lingua leccarle la pelle. Si sentiva un pò triste perchè sapeva che si sarebbe svegliata presto e quella dolce sensazione sarebbe sparita come neve al sole.Simone passò la lingua lungo tutta la gamba destra di sua madre fermandosi a intervalli irregolari solo per darle dei piccoli morsi sulle parti più tenere. Non impiegò molto a capire che la sua genitrice non era affatto insensibile a quel genere di cose. Continuò a baciarla e contemporaneamente portò le mani alla sua vita, afferrò le mutandine per i lati e lentamente cominciò a tirarle giù.Patrizia Giannetti, pur nel suo dormiveglia, si era accorta che gli si stavano sfilando le mutandine ma la sua mente era ancora annebbiata dal sonno e senza pensarci troppo su, alzò il culo per facilitare l’operazione. Poi la donna si accorse del russare di suo marito e capì che quell’approccio tanto inusuale era tale perchè frutto di qualcun’altro. Sentì delle labbra esplorarle l’interno delle cosce e una lingua calda e umida indirizzarsi verso la sua vagina."Ooooohhh…" non riuscì a trattenersi dall’esternare il suo stato d’eccitazione. Ma se non era Carlo allora…"Simone… Per favore Simone, fermati" bisbigliò consapevole di avere suo marito al fianco e che si sarebbe potuto svegliare in qualunque momento. Provò a rotolarsi sul letto per allontanarsi da quella lingua calda e incazante ma suo figlio la afferrò per le gambe e la tenne saldamente sotto di lui."Simone, per favore… non farlo di nuovo!" lo supplicò sua madre.Suo figlio non l’ascoltava nemmeno. Le allargò le cosce e avvicinò il viso alla calda vulva che tanto tempo prima l’aveva partorito. Si beò in quel tenue aroma muschiato e infilò la lingua tra le labbra vaginali."Uuuuuhhhhh!" Patrizia inarcò la schiena e gettò la testa indietro lamentandosi rumorosamente. Suo figlio imparò rapidamente quali erano le zone più sensibili e quali erano invece trascurabili e iniziò a lavorare con più perizia, la donna prese a contorcersi tra le lenzuola, a sbattere le chiappe sul materasso e a spingere il bacino verso la bocca di Simone. Come poche ore prima si era lasciata ingabbiare dalle impetuose onde del piacere anche adesso non le importava più. Solo una piccola parte della sua coscienza era rimasta vigile ma non per impedire i desideri naturali, bensì per accertarsi ogni tanto che Carlo continuasse a dormire tranquillamente.Simone ormai aveva il pieno controllo della situazione. Prese sua madre per i glutei e l’avvicinò il più possibile alla sua bocca. Aveva il clitoride gonfio e non esitò un istante a stuzzicarlo con la punta della lingua."Uuuuggh… Sììì! Oh, sìì!!!!" Patrizia aveva tentato di rimanere quieta ma quello era troppo, non poteva più trattenersi. Si dimenò sul letto schiava delle sensazioni più torbide e belle avesse mai potuto concepire. Lo schienale del letto sbatteva contro il muro e il materasso iniziò a cigolare fastidiosamente mentre il russare di suo marito diveniva sempre più flebile e irregolare. Ma sempre inconsapevole che proprio di fianco a lui suo figlio leccava la vagina di sua madre.Patrizia buttò le gambe sulle spalle di suo figlio e con una mano gli asciugò il sudore dalla fronte e gli scostò i capelli dal viso arrossato. Poi un’altra onda di incontrollabile piacere attraversò il suo corpo come una freccia di elettricità. "Simone… Oh! Ho bisogno del tuo cazzo… adesso! Dentro di me!!" Patrizia non riusciva a credere a cosa stava dicendo. Addirittura ora implorava suo figlio di penetrarla!"Dolcetto… tutto bene?" era suo marito.Patrizia rimase pietrificata dal terrore. nella sua mente si affollarono mille cose in un istante ma non permise neppure per un secondo a suo figlio di alzare la testa e togliere la lingua dalle sue intimità proibite. Aveva bisogno di quella lingua, di quel calore magico che sembrava regalargli un livello di esistenza di gran lunga superiore a qualunque immaginazione. Carlo poteva dire ciò che voleva ma lei non avrebbe rinunciato mai più a Simone. Riordinò le idee rapidamente. Suo marito era ancora di spalle e a quanto pareva ancora sonnecchiante."Mi dispiace… avrò fatto un brutto sogno…" disse con voce rotta dall’emozione.Simone capì che era tempo di andarsene. Diede un ultimo succoso bacio a quella bollente fessura e poi scivolò lentamente tra le cosce materne. Anche sua madre aveva compreso che continuare sarebbe stato solo un inutile rischio, così si girò ad abbracciare suo marito. Era naturalmente ancora scossa dalle stupende sensazioni che la lingua di Simone aveva saputo donarle ma i suoi pensieri prima di addormentarsi si focalizzarono unicamente sul cazzo di suo figlio e sulla voglia che aveva di farsi sfondare la fica da lui. Poi chiuse gli occhi…Il mattino seguente Patrizia si svegliò con la bocca amara e un sottile senso di disgusto che la pervadeva. Non era particolarmente credente però pensava che se si fosse lasciata andare ancora sarebbe finita sicuramente all’inferno. preparò la colazione per suo marito."Era così brutto il sogno di stanotte?" chiese lui."Eh… non me lo ricordo molto bene…" mentì sua moglie.Patrizia distolse lo sguardo e tornò a sentirsi colpevole. Ancora una volta pensò a cosa fare per far capire a suo figlio che non doveva più riprovarci. A spiegargli che il suo comportamento verso di lei doveva cambiare o perlomeno basarsi un pò meno sul sesso. Si rendeva conto che ormai Simone non l’avrebbe mai più vista davvero come una semplice mamma e che lei, lo volesse o no, avrebbe dovuto concedergli qualcosa… magari una sega al giorno o un bocchino a settimana… ma le cose non potevano continuare in quel modo.Carlo andò via alle 8.00. Baciò Patrizia sulla guancia e si allontanò a bordo della sua auto. Sua moglie lo vide allontanarsi e quando uscì dal suo campo visivo, chiuse la porta e andò dritta e determinata di sopra, con la chiara intenzione di spiegare a suo figlio che stava facendo un grosso errore. Entrò nella sua stanza senza bussare e come l’ultima volta si trovò nel buio più fitto. Aprì la tenda, si girò nervosamente verso il letto e con sollievo si accorse che le lenzuola coprivano completamente i suoi genitali. Gli scosse una spalla."Svegia Simone! Dobbiamo parlare di questa notte!" disse ad alta voce."Ok, ok… sono sveglio…" disse incerto."Dobbiamo parlare di quello che hai fatto stanotte""Ti ascolto" Simone si alzò un pò sul busto e ammirò sua madre in piedi di fronte a lui. indossava una vestaglia da notte color pastello chiusa a metà da una impalpabile cintura di stoffa. Era interessante quanto un indumento così semplice potesse mettere tanto in risalto l’esplosiva femminilità delle sue tette."Sai di non esserti comportato bene stanotte, vero?""Scusa, pensavo di averti leccata bene…" disse suo figlio sorridendo."Per favore, sto tentando di spiegarti una cosa…""Sei venuta, mamma?""Simone!!""Sai che penso, mamma? Penso che tu sei venuta qui stamattina solo per poter vedere di nuovo il mio cazzo, non è così?""No… io volevo solo dirti…"Le parole le morirono in bocca non appena suo figlio si alzò dal letto, completamente nudo e col grosso cazzo puntato tra le sue cosce. Patrizia indietreggiò lievemente, sorpresa del comportamento di suo figlio e finalmente consapevole che la sua autorità di madre verso di lui era pari a zero. Abbassò lo sguardo fino a incrociare il cazzo arrogante di Simone. Dondolava appena a pochi centimetri dalla sua vagina, il glande teso e una goccia di liquido che spuntava oscenamente. Non riuscì a distogliere lo sguardo e maledì mille volte la propria debolezza."Tu vuoi questo, mamma." si prese la mazza e incominciò a menarsela avanti e indietro. Sua madre non poteva crederci ma quel cazzo stava diventando ancora più grosso. Non voleva ammetterlo ma aveva una gran voglia di prenderlo tra le mani e succhiargli il liquido che ne stava uscendo."Fermati Simone! Voglio solo parlarti e basta!" Disse provando a convincere almeno se stessa."Dopo avremo molto tempo per parlare, mamma. Potrai dirmi che sono un pessimo figlio e che mi comporto male, se vuoi." Simone fece qualche passo verso sua madre e allungò le mani verso la vestaglia. Lei provò a retrocedere ma non ottenne altro che rendere a suo figlio più facile sfilarle l’abito di dosso. Patrizia era immobile, ansimava dalla tensione, con la vestaglia aperta e il volto in fiamme. Simone le girò attorno, prese la vestaglia e gliela sfilò fino a fargliela cadere a terra. Sua madre indossava solo delle mutandine bianche che sembravano sposarsi bene con la luce soffusa di quella stanza. Provò a indietreggiare per guadagnare la porta ma urtò il culo contro la scrivania.Simone avanzò di qualche passo studiando il corpo della sua mamma. Le sue tonde mammelle non mostravano il minimo segno di cedimento, avevano le areole grandi e i capezzoli scuri e invitanti."Simone… che hai intenzione di fare…?" patrizia guardò il corpo di suo figlio ed ebbe come una fitta alla vagina. Sembrava essere sul punto di mangiarla viva e questo la faceva sentire nuda e vulnerabile anche se ora aveva si nascondeva il seno con le braccia. Osservò ancora il cazzo di suo figlio e ancora una volta dovette ammettere a se stessa che era veramente favoloso, in verticale raggiungeva tranquillamente l’ombelico!Simone smise di masturbarsi e con una mano accarezzò dolcemente il ventre di sua madre procurandole una sensazione a metà tra il sensuale e il protettivo. Si sentiva un pò più a suo agio, adesso. Suo figlio le sfiorò le spalle e scivolò le dita lungo le sue braccia fino ai polsi, cingendoli delicatamente e allontanandoli dalle mammelle. Le abbassò le braccia e con inaspettato vigore le afferrò le chiappe e la sollevò da terra mentre la sua lingua stava già approfittando di un capezzolo."Ooohh…" Patrizia capì che suo figlio stava per chiavarsela e a dispetto dei sensi di colpa che la investivano sentiva la sua vagina pulsare deliziosamente, felice di aver finalmente trovato un cazzo dalla taglia giusta, pronto a sfondarla.Simone teneva ancora sollevata per il culo sua madre e prima che lei potesse cingerlo tra le cosce, la sistemò sulla scrivania e le abbassò le mutandine all’altezza delle ginocchia lasciando che provvedesse la mamma con qualche movimento di gambe a farle cadere del tutto.Il ragazzo prese sua madre per la nuca e le spinse la testa verso di lui fino a far combaciare le labbra. Fu in quel momento che la donna smise di assumere l’atteggiamento di "mamma debole ma offesa" e divenne la troia che era. Fu lei che per prima forzò la lingua perchè entrasse nella bocca del figlio a incontrare la sua e a danzare nella calda saliva che lentamente iniziò a colare dalle due bocche e a lucidare guance e mento. le mani del ragazzo corrono a esplorare ogni centimetro del corpo materno, senza fermarsi, senza una logica se non quella dell’istinto di sverginare quel meraviglioso territorio. Patrizia intanto stringeva le chiappe di suo figlio, gliele accarezzava, graffiava, palpava cercando di raggiungere ogni volta l’ano per poi fermarsi timidamente e ripartire dai capelli o dalla schiena. Lo prese ancora una volte per le natiche ma stavolta solo per avvicinarlo di più a lei e sentire quella goccia di pre-sborra bagnarle l’interno coscia e lasciarle una sottile scia fin quasi alla fica.Simone fece leva con le mani tenendole ben salde al culo materno portando finalmente la punta del cazzo a ridosso delle tanto bramate labbra vaginali. Sollevò ancora una volta la mamma e la abbassò fino a impalarla sul suo cazzo."Ooooooohhhhh… mioddiooooooohhh!!!!" Patrizia non potè trattenersi dal gridare quando sentì la vulva dilatarsi a quel modo. Solo il parto l’aveva preparata a una tale esperienza."Ooohhh… bambino mio, ce l’hai così grande!!! Uuuhhhhh!!!…" Leggeri sussurri, gemiti e urletti accompagnarono i pochi secondi che occorsero a Simone per affondare completamente il cazzo nella carne di sua madre."Mmmhhhhh" Patrizia sospirò e chiuse gli occhi affondando nel miele di quell’istante mentre i muscoli della sua vagina si stringevano attorno a quella mazza magnifica. Rimasero in quella posizione per diversi secondi. Patrizia respirava affannosamente per l’eccitazione, il petto arrossato premuto contro il torace del figlio e le mani ancorate al suo culo. Lui tolse la lingua dalla bocca della mamma e iniziò a giocare con uno dei suoi lobi e sua madre sempre più eccitata iniziò a muovere il bacino come ad invitare il maschio all’amplesso."Maledizione, Simone!!! Fottimi! Fotti tua madre!!!!" "Come vuoi, mamma! E’ tutto tuo" tirò indietro il bacino fino a estrarre quasi completamente la verga dalla vulva materna e poi glielo sbattè violentemente dentro, tanto da far scivolare Patrizia all’indietro e doverla trattenere per le chiappe per non rischiare di farla cadere dalla scrivania."Oddiooohh… sii! Fottimi così, continua così, figlio mio… ooohhh.. siiiii!!!!" Patrizia gridava al ritmo del cazzo di Simone con tutto il fiato che aveva in corpo. Mille pensieri e un mondo di confusione danzavano con cento passi diversi nella sua mente ma di una cosa sola era certa: avere il cazzo di suo figlio nella vagina la rendeva immensamente felice. era inutile continuare a ingannarsi, lei era una mamma incestuosa e felice. Simone continuava a pompare in vagina mentre la teneva stretta tra le braccia."ora mi dici che c’è di sbagliato in quello che stiamo facendo? Non è fantastico?""Oh, Dio… è così… uhh… sto… sto venendoooo!!!!" gridò mentre il suo corpo si lasciò catturare dai fremiti di un orgasmo mai assaporato prima."Continua a fottermi, non ti fermare!!!! Montami come una cagna in calore! Non avere riguardi per me, fammi quanto più male puoiiiiii!!!!"Simone la prese in parola, bloccò saldamente sua madre per le anche e le pistonò nella fica con tutta la forza che aveva, mentre lei gli conficcava le unghia nella schiena."Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" gridò Patrizia, col cuore rapito dagli dei dell’amore, mentre suo figlio esalò solo un leggero grugnito e chiuse gli occhi quando, un istante dopo scaricò le palle piene di sborra bianca e appiccicosa nella calda vulva di sua madre.Patrizia continuò a cavalcare il cazzo di Simone fino a che non si afflosciò del tutto e glielo accarezzò dolcemente mentre gli copriva il petto di teneri baci."E’ stato molto intenso" ammise. "ce la fai a continuare?"Non dissero più nulla per tutto il pomeriggio, lasciando ai loro corpi il compito di dialogare. Patrizia non aveva mai preso la pillola in vita sua e se lo sperma di suo figlio quel giorno o in quelli che seguirono, fosse riuscito a metterla incinta, non lo sappiamo.Questa storia finisce qui, tra gli incanti e i sogni di un amore senza limiti.
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