Dopo quasi 6 anni ho deciso di continuare l’avventura. Capitolo Due Patrizia si rifiutò quel giorno di fare l’amore con il figliastro nonostante lui l’avesse infastidita per avere un’altra occasione di poter infilare il suo bellissimo cazzone nella sua accogliente e calda micetta. Rifiutarlo non era facile. Passò la maggior parte della sera chiusa nella sua camera a masturbare la febbricitante topina tutta bagnata e ripensò al piacere che aveva provato nel ricevere l’enorme fallo del figlio. La mattina dopo Gualtiero si presentò per la colazione tutto nudo ed il suo bastone, abbastanza duro, pulsava e perdeva alcune gocce. Fece altre avances alla madre accarezzandola mentre gli serviva la colazione. Patrizia non poté fare a meno di guardarlo lì, ma trovò la forza per rifiutarlo ancora una volta. Si chiuse nella sua camera e passò molte ore a toccarsi. Cercava così di calmarsi e poi, tutto sommato, le piaceva molto masturbarsi. Il suo incontro con Gualterio del giorno prima era stato un episodio degenere che non si sarebbe mai dovuto ripetere. Quale madre avrebbe mai aperto le gambe e la sua natura al figlio anche se adottato? Nel primo pomeriggio Patrizia si vestì ed uscì per fare la spesa. Tornata a casa la prima cosa che sentì era un frenetico lamento e delle grida al piano di sopra. Rimase pietrificata e capì subito cosa stava succedendo; non poteva credere alle sue orecchie. La sua piccola pussy iniziò subito a bagnarsi ed il suo miele, caldo ed appiccicoso, le bagnò tute le mutandine. Si ricordò di quello che lui le aveva detto il giorno prima. Aveva mantenuto la sua promessa ed aveva portato a casa la sua giovane ragazza per scoparla. “Dai Gualtiero, scopami “! La ragazza era evidentemente al culmine dell’estasi ed a Patrizia sembrò anche molto giovane. “Unngh! Oh, dai riempimi tutta con il tuo grande pisello, scopami duro e riempimi tutta della tua sborra; dai Gualtiero “! Patrizia posò le spese fatte in cucina. Stava tremando. Andò di sopra ed intanto la sua mente stava già vivendo le immagini oscene del figlio adottato che sbatteva con ardore la giovane e fortunata ragazza avvinghiata a lui. Le voci crebbero forti. La porta della camera da letto era aperta. Patrizia disse a se stessa di non guardare. Poterlo vedere mentre stava scopando un’altra, e per di più giovane, avrebbe di nuovo scatenato le sue insaziabili voglie. Non poteva aiutarsi. Rimase in piedi davanti alla porta e guardò dentro. La ragazza era arrapatissima e scatenata. Bionda, bella, sexy e provocante. Stava sopra e aveva un bellissimo culetto che si muoveva freneticamente mentre Gualterio la stava scopando. “Dai, vieni , ” la ragazza anelò. ” Stai fermo Gualtiero, ti scopo io. Come amo il tuo cazzone! Ti scopo, ti scopo…” “Fuori di qui! ” sibilò Patrizia. “Oh, merda “! disse la ragazza. Si alzò dal letto facendo scivolare fuori l’arnese di Gualtiero dalla fichetta con uno schiocco che risultò osceno. Patrizia avanzò minacciosamente verso di lei. Appena trenta secondi dopo la piccola puttanella era già andata via. Adesso era di nuovo sola in casa con lui. Stava di fronte al letto e, respirando affannosamente, guardava il suo splendido cazzo. ” Perché facevi questo “? ” Ero arrapato, ” disse Gualtiero ghignando. ” E poi se tu non vuoi più scopare con me cosa avrei dovuto fare “? ” Mi disgusti, ” sibilò Patrizia. ” Una ragazza così giovane che fa l’amore con te nella tua stanza e per di più con la porta aperta. Dovreste vergognarvi”! ” Neanche per idea. Sto pensando a cosa sia giusto in questo momento. Perché non mi fai di nuovo penetrare la tua stretta fichetta? Ti riempirei tutta di sborra è così potresti calmarti”. ” Mi disgusti “. ” Dai mamma, vieni qui “. Si alzò dal letto tutto nudo ed iniziò ad agitare, di fronte a lei, il suo grande organo. Patrizia rimase ferma. Sapeva bene che sarebbe potuta andare via oppure inveire contro di lui. Ma l’aver visto il grande cazzo di Gualterio stantuffare la giovane ragazza l’aveva fatta sentire tutta eccitata. La sua micetta stava di nuovo pulsando e le mutandine erano di nuovo fradice. Aveva bisogno di scopare subito. ” Levami le mani di dosso, ” disse debolmente. Ma lei non voleva dire quelle cose e tutti e due sapevano cosa dovevano fare. Gualtiero la condusse al letto. La fece distendere supina ed in un attimo si tolse tutti i vestiti. Le tolse il regipetto e le sue grandi tette barcollarono ritmicamente. Si chinò e avidamente attaccò la bocca alle cince. Succhiava rumorosamente e profondamente i splendidi capezzoli. Lentamente le tolse le scarpe, poi la gonna e vide le sue mutandine bagnate dell’odoroso miele. Strappò via il minuscolo perizoma. Così rimase completamente nuda. Gualtiero la fece accomodare sul letto ed iniziò a leccarla e baciarla tra le gambe. “Su mamma, fammelo mettere dentro “. “No, Gualtiero. Sai che è peccato.” “Non resistere”. “Oh, Gualtiero….” Con vergogna, ma contemporaneamente eccitatissima, fece ciò che le aveva chiesto. Alzò le gambe in alto e le appoggiò sulle sue spalle e così mise in mostra la sua natura aperta e completamente pronta. Con una mano scostò i peletti ricci ed allargò ancora di più le piccole labbra per essere pronta all’invasione. Gualtiero sorrise e la penetrò. Prima però appoggiò con delicatezza la cappella all’ingresso della fica che nonostante tutto rimaneva molto stretta. “Sono caricatissimo. Ho pronta per te la mia più grande e calda sborrata, ” disse. ” E stai tranquilla che quando verrò, per la grande foga, te ne ricorderai per un bel pezzo “! Patrizia non rispose. Era troppo occupata ad osservare la grande lancia che si muoveva nella sua topina. Si rese conto che il cazzone l’aveva riempita completamente e contemporaneamente la sua fica lo fasciava come un guanto. Così si abbandonò a quella bellissima sensazione. Aveva fantasticato tutto il giorno nell’attesa di questo momento. Ora era tutto piantato in lei. Con vergogna fissò la sua pelliccetta invasa dal pene turgido ed era molto soddisfatta dalla rigidità del ragazzo. “Sì, Gualtiero, è bellissimo, ” sospirò. ” Scopami così caro.Senti come la mia pussy risponde bene al tuo pisello”? Alzò le lunghe gambe ancora più in alto e le annodò sulle sue spalle. Così aprì ancora di più la sua natura all’asta che l’invadeva. Il figlio la stava scopando. Lui piantò le ginocchia sul letto in modo da poter sostenere il peso della madre sulle braccia dritte. La fotteva con ritmo conficcando il suo grande cazzo dentro e fuori la fica.”Forza scopa così la mia micetta “! disse quasi con un filo di voce. Le sue enormi tettone tremavano ogni volta che affondava in lei. “Unnngh! Oh, dai Gualtiero scopa bene la mamma! Più sodo, amore, più sodo! Scopami fino al punto di non poter più tenermi dritta dal piacere”! Il ragazzo intanto sospirava e stava esperimentando la dolce strettezza della fica. Il fatto di non aver mai partorito rendeva la vagina più stretta e così poteva mungere meglio e più piacevolmente il fallo che la stava scopando da soli pochi minuti. Ora il bastone era tutto piantato nella vagina piena di umori fino ai testicoli. Patrizia si sentì completamente rapita dal piacere. La riempiva tutta mentre giungeva nella profondità del suo utero. Il figlio arrapato, dopo averle afferrato il culetto con entrambe le mani, cominciò a stantuffarla più rapidamente. Gli piaceva pensare fosse come una spada che entrava ed usciva dal fodero. “Mamma “? chiese. “Vuoi che ti scopi più forte? Oppure ti piace in questo modo? Hai proprio una topina stretta e succosa”. “Così, bambino, ” Strillò Patrizia. E cominciò a muovere le sue anche in modo frenetico ed ansioso in modo che potesse arrivare fino in fondo. Pensava a come la natura lo avesse fornito meravigliosamente. ” Scopami così, bambino. La micetta di mamma è completamente fradicia! Unngggh! Più forte, amore, più forte! Oh sì. così. Avevo proprio bisogno di questo”! Gualtiero si posò in modo scomposto su di lei tutta nuda, schiacciava le sue tette sotto il suo torace. Poi iniziò a scoparla più veloce che poteva. Entrava ed usciva trafiggendo l’utero. Patrizia rabbrividiva sotto di lui. Spostava la testa a destra e sinistra, faceva smorfie ed era sommersa dall’estasi di essere scopata dal figliastro. “Mamma sta per venire ” disse quasi gridando.”Dai, Gualtiero! Unnggh! Scopa così la tua mammina arrapatissima.! Sto venendo, sto venendo”! La sua fica cominciò a pulsare in un violento orgasmo. Gualterio si fermò e fece rimanere il cazzo nelle profondità dell’utero. Gli spasmi di lei durarono più di un minuto. Intanto Gualtiero lo aveva tirato fuori e lo stava sbattendo forte sulla pancia di Patrizia. Lui non era ancora venuto. Non si era sentito di riempire la topina con la sua calda e copiosa sborrata. Patrizia comprese subito cosa voleva da lei. “Adesso caro ti succhierò il pisello. So bene come fare”. Gualtiero si fermò, si alzò e sorrise sornione mentre la guardava dall’alto verso il basso. Il suo organo pulsava fremente. La fece inginocchiare sul letto e poi lei lo prese voracemente in bocca e cominciò a succhiarlo furiosamente. Patrizia guardò con ingordigia ciò che le stava di fronte. Lo strinse nel pugno e poi fece scivolare la mano fino alla base per poterlo tenere in posizione. Pian piano fece entrare l’enorme cappella nella bocca e cominciò a pomparlo. Aveva un sapore straordinariamente buono: era intriso delle secrezioni di entrambi. Tutta felice Patrizia si allattava a quel grande fallo gorgoliando e metteva la lingua sul buchetto per poter assaporare il nuovo succo che usciva filante. La cappella era gonfia sopra ogni misura ed il liquido preseminale usciva in continuazione. La fica d Patrizia iniziò di nuovo a pulsare pensando alla prossima sborrata e di come le avrebbe riempito le tonsille di crema. “Ti piace il mio cazzo, Mamma “? Non rispose; era troppo occupata a succhiarlo. I suoni della fellatio riempivano la camera. Diventò ancora più duro ed iniziò a colpire il palato. Con la mano sinistra tra le cosce cominciò a masturbarsi; era tutta bagnata. Spudoratamente era scopata dal suo dito e dal fallo nella bocca. La sua bocca stava scoppiando, ma riuscì a trovare la posizione che le potesse permettere di accoglierlo tutto. Strinse le dita alla base e poi mosse la bocca ancora più veloce. Iniziò a pulsare. “Sto venendo” boccheggiò Gualterio. Le afferrò la testa con entrambi le mani e riuscì a farle ingoiare ancora qualche centimetro del bastone. “Così mamma! Unngh! sei una pompinara stupenda! Oh, vengo “! Cominciò ad eruttare nella sua gola. Patrizia si deliziò al gusto della sborra. Sembrava non finire mai e tutto quel nettare si depositò sulle sue tonsille correndo poi giù per la gola. Spudoratamente era attaccata a lui, continuò ancora a succhiarlo fin quando sentì il miele arrivare al pancino. Finalmente finì di venire. Se lo portò fuori dalla bocca ed osservò intensamente il glande. Si sentì completamente depravata, incapace a sopprimere il costante desiderio di fare l’amore con il giovane. “Sei un ragazzo sporco, Gualtiero sei un bastardo per scopare la tua matrigna così.Non ti senti sporco quando ti succhio “? “No”! “Lo voglio… e ti dirò pure che fantastico sul tuo delizioso culetto. Ti piacerebbe mettere lì il mio fratellino”? Gualtiero ha appena finito di parlare che il suo organo torna a crescere. Patrizia arrossisce dalla vergogna. L’idea di potergli concedere anche il sedere era, per lei,moralmente ripugnante. Quello però non voleva dire niente perché il buchino cominciò a fremere. Era nata con un piccolo culetto, ma insolitamente sensibile. Ogni qualvolta si eccitava si contraeva anche lì. “Vai a prendere la crema lubrificante in bagno, Gualterio. Così potrai completare il tuo insano desiderio”. Gualtiero scomparve nel bagno. Patrizia afferrò un guanciale e lo ficcò sotto la pancia per elevare le anche. In questa posizione si sentì molto vergognosa , ma il desiderio era più forte di tutto. Si afferrò il piccolo culetto e allargò bene le chiappe per poter così mettere in bella mostra il suo buchino. Gualtiero ritornò in camera da letto e la trovò in quella splendida posizione, completamente aperta per lui. Patrizia lo sentì muoversi dietro a lei ed aprire il vasetto del lubrificante. Iniziò quasi a piangere non appena il suo ragazzo iniziò a spalmarle la crema sul buchino. “Va bene Gualterio, metti anche la pomata dentro con le dita così troverai la strada più scorrevole”. Faceva come sua madre aveva chiesto e, obbediente, si affrettò a spalmare bene ed in fondo lo sfintere. Patrizia intanto gemeva pensando a cosa sarebbe successo. Poi sentì un nuovo rumore dietro a lei: era Gualterio che si stava lubrificando il cazzone con la crema. “Ne hai messo abbastanza, Gualtiero? Ora, amore mio, penetrami con dolcezza e scopami bene il culetto”. Gualtiero le montò sopra ed iniziò ad appoggiare la cappella al buchetto gommoso e superlubrificato. Patrizia boccheggiò con intenso piacere non appena sentì il cazzo entrare nei suoi intestini. Aveva paura potesse succedere qualcosa per quanto era grande, ma, rilassandosi completamente, riuscì ad averlo tutto dentro. Era tanto tempo che non l’aveva più fatto; probabilmente da un’orgia ai tempi dell’università. Il culetto di Patrizia stava succhiando e mungendo il cazzo del figliastro. Beatamente lo aveva accolto tutto dentro di se. Si morse il labbro per attenuare il dolore dovuto al pene che si stava accomodando in lei. Poi cominciò a muoversi, prima lentamente e poi più energicamente. Lui si adeguò ai suoi movimenti. “Scopa il culetto di tua madre, dai, bravo”. Patrizia si lasciò andare a quelle bellissime sensazioni e portata una mano sotto la pancia iniziò a masturbarsi facendo entrare ed uscire il dito medio. Con l’indice ed il pollice si strofinava il clito lascivamente. “Ho tanto bisogno di essere inculata. Spingilo più profondo che puoi bambino”! Gualtiero grugnì e lo spinse tutto dentro fino a toccare con i coglioni lo splendido culetto. Lo sentiva avvolto dal calore dello sfintere pieno della crema di vasellina. Patrizia iniziò a muoversi più veloce ed intanto si lamentava e piangeva. Il culo le prudeva tutto dal piacere. Gualtiero lo estrasse lentamente, poi lo affondò tutto nei suoi intestini. Iniziò a pomparla più velocemente che poteva facendo entrare ed uscire il cazzo dal buchetto arrapato. “Scopami, scopa il mio piccolo buco “. Tanto lei si toccava freneticamente la topina. “Unngggh! Dai amore vieni in me, scaricati tutto e riempimi della tua calda e lenitiva sborra”! Gualtiero fece come richiesto sbattendola più forte che poteva. Il bastone si ingrossò ancora di più e Patrizia capì che presto si sarebbe liberato in lei. Intanto lei stava provando un profondo orgasmo. La sua fichetta le bagnò le dita mentre il culetto continuava a mungere Gualterio. Patrizia gridò tutto il piacere che stava provando.. “Gualterio sei un amante eccezionale, continua così, sì………….. ed ora vieniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii”! Crollò sopra di lei e iniziò a venire. Inondò i suoi intestini con un oceano di crema. Patrizia strinse i muscoli dello sfintere per aiutare il cazzo a svuotarsi completamente in lei. * * * * * * * * Doveva fare qualcosa per calmare l’insana passione di Gualterio. Camminò e pensò molto, da sola, nella sua camera da letto e cercò di ignorare il piacere che ancora provava in tutto il corpo.Doveva trovare una strada per finire quella relazione. Gualterio aveva bisogno di qualcuno che gli parlasse e lo consigliasse bene. Sì, era la cosa giusta. Lo avrebbe potuto aiutare a controllare le sue pulsioni. Andò alla scrivania ed iniziò a cercare nella rubrica sfogliando le pagine. Lei però non aveva ancora pensato che la sua concupiscenza potesse avere a che fare qualcosa con i fatti accaduti. Dava tutte le colpe a lui. Margherita Rossi era una terapeuta. Aveva sentito parlare di lei perché i suoi consigli avevano già aiutato altri giovani della scuola. Anche Margherita era madre di un figlio adottato e quindi avrebbe capito benissimo la situazione. Avere poi referenze dalla scuola era un merito in più. Avrebbe dovuto prendere un appuntamento il prima possibile per discutere e risolvere il disgustoso desiderio di Gualterio di leccare e scopare la propria matrigna.
Aggiungi ai Preferiti