Il mio problema è uno solo..cioè sono parecchi, sono testarda, sono gelosa,sono permalosa, sono orgogliosa… ma il mio problema più grosso è questo: a volte mi scordo di collegare il cervello alla bocca prima di parlare, e dico delle stronzate immani. Stamattina ad esempio… . Tutto è iniziato con una tranquilla telefonata di buongiorno, dettata dalla voglia di coccole e tenerezze. Ma poi… SBAMMM!!!!!!! E’ partita la stronzata e lui si è incazzato. Il problema è che, come dice Jessica Rabbit, non sono così idiota di mio… è che mi disegnano così!( a volte questa frase funziona, ma oggi proprio no!) La freddezza seguita alle mie parole mi ha resa consapevole di una cosa: l’avevo fatta troppo grossa, ci voleva davvero qualcosa di veramente stupefacente per farmi perdonare. Mentre stavo andando al lavoro, facendo pagare agli automobilisti che avevano la sventura di trovarsi sulla mia strada tutto il mio nervosismo e la mia rabbia, mi scervellavo su 1000 modi per farmi perdonare. Scartati per motivi strettamente logistici il sorvolare con un elicottero il palazzo dove lui lavora, gettando volantini inneggianti al mio amore per lui (e poi soffro il mal d’aria!) e, per motivi di estremo pudore Maria de Filippi e il suo “C’è posta per te” (ok, va bene soffrire per amore, ma ci sono dei limiti a tutto!), d’improvviso l’illuminazione divina! Una corsa in un paio di negozi… un pony express sollecito… ECCO FATTO! Mi sono appostata sotto il suo ufficio e quando ho visto arrivare il ragazzo per la consegna l’ho chiamato sul cellulare. Uno squillo… due squilli… oddio e se è ancora così furioso e non mi vuole parlare? “Pronto.” mi ha risposto, serio, molto composto. Si, in ufficio è spesso circondato da colleghi e il nostro gioco preferito è quello del “Buonasera dottore”, Claudia Mori docet (n.d.a.: per i troppo giovani per ricordarsi di questa canzone, consultare mamme e papà per farsi spiegare quello che succedeva). “Ciao… .senti, prima di riattaccare, volevo dirti..ecco ti sta per arrivare un pacchetto, quando lo apri mi chiami?” gli ho detto tutto d’un fiato e poi ho riattaccato. Dopo qualche minuto è squillato il mio cellulare. “Cosa significa?” mi ha chiesto sempre molto serio… ma in sottofondo brillava una risata trattenuta. “Devo farmi perdonare le stronzate dette prima… e volevo che fosse un perdono dolce… tu l’adori, io l’adoro e mi sembrava la cosa migliore…” ho mormorato, rassicurata dal tono leggermente intenerito della sua voce (solo leggermente, ancora non sembrava decisissimo a perdonarmi). “Nessuno mi aveva mai regalato un vasetto di Nutella, grazie…”. “Sbaglio o sento che ti stai sciogliendo?” gli ho chiesto speranzosa. “Sei matta tutta, lo sapevi?” ha ridacchiato divertito. “Ma sai… poi mi sono immaginata come potremmo usarla quella Nutella… a come potrei farmi perdonare…” “Non ci provare… lo sai che non posso… c’è gente…” “Appunto..è così divertente…” ho riso, immaginando come stia arrossendo in questo momento. “Prova ad immaginarmi… siamo nella nostra stanza… .ci sei?” ho mormorato. “Si, certo… ma dai non posso…” “Certo che puoi… pensa che sei finalmente riuscito a legarmi al letto, con sciarpe di seta morbida hai fissato le mie braccia sopra la testa… e adesso sono in tuo potere…” Un piccolo gemito mi conferma che nella sua mente si è affacciata l’immagine di me stesa sul letto in suo completo potere. “Ti spogli e ti siedi a cavalcioni su di me… in mano hai il vasetto di Nutella e un cucchiaino… lo affondi nella crema… poi con un gesto casuale lo fai scivolare tracciando dolci sentieri su tutto il mio corpo, sui seni, sulla pancia, sul collo… ti piace l’idea?” mormoro eccitata. “Cazzo… mi fai morire…” geme sottovoce. “Il mio corpo è una mappa dolcissima… con la lingua cominci a percorrere i sentieri che hai creato… parti dal collo, leccando la pelle sottile sotto le orecchie… poi scendi giù piano piano, non lasci neanche una piccola traccia… intorno ai seni hai disegnato con la Nutella una ragnatela fittissima che ha la sua origine dai capezzoli…”. Immagino l’espressione del suo viso, imbarazzata, divertita, eccitata… gli capita spesso di trovarsi in queste situazioni da quando sta con me… “Con la lingua cancelli tutti i rivoli di Nutella fino ad arrivare al capezzolo… lo prendi in bocca e lo succhi intensamente, facendo sciogliere la Nutella usando la lingua come sai fare tu… .ti eccita ancora di più sentirmi gemere forte, mentre mi mordicchi… continui nel tuo dolcissimo lavoro, scorri giù sulla pancia continuando a leccare… intanto mi accarezzi il sesso… è talmente bagnato che le tue dita sembrano essere risucchiate all’interno… le muovi piano, mentre finisci di leccare le tracce di Nutella…” “Se fossi qui adesso… non sai cosa ti farei…” sussurra eccitato. “Io lo so cosa potresti farmi… .leccarmi ti ha eccitato moltissimo… sali fino a sfiorare le mie labbra con il tuo sesso… lo muovi lentamente mentre io cerco di prenderlo in bocca… ti diverti a provocarmi… poi me lo concedi… inizio a leccartelo piano, su tutte le nervature… lo spingi nella mia bocca… mi sembra di soffocare ma è bellissimo… … .ti vedo inarcarti, buttare la testa indietro… .vuoi possedermi, ti stacchi e con urgenza mi penetri… un grido mi sfugge dalle labbra mentre ti accolgo, accolgo le tue spinte intense, spingo i fianchi contro di te per sentirti meglio… .i nostri movimenti frenetici sono un preludio all’orgasmo bruciante che ci prende… grido forte… tu gridi forte mentre ti accasci su di me…” Mentre finisco di raccontare mi sento veramente eccitata… volevo eccitare lui e diavolo sono tutta bagnata! “Sai che sei una vera troietta?Mi fai impazzire… .” “Allora mi hai perdonata?” gli chiedo sottovoce. “Certo, ma devo comunque punirti un po’… .per stasera mi procurerò le sciarpe…” sussurra. “Adesso fila troietta, dobbiamo lavorare tutti due… a stasera…” nella sua voce brilla un bacio trattenuto. “Va bene, a stasera… .ma non sa cosa l’aspetta” ridacchio tra me, guardando il contenuto del sacchetto sul sedile posteriore. Un… enorme… grandissimo… vaso di Nutella da 3kg… ..
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