Oggi siano una coppia di sessantenni e riguardo al sesso siamo stati sempre completamente aperti a qualsiasi tipo di avventura e fin da quando ci siamo conosciuti lo abbiamo sempre fatto in qualsiasi luogo che in quel momento ci ispirava. Durante al nostra vita matrimoniale abbiamo conosciuto un’altra coppia, quasi coetanea, con la quale abbiamo condiviso alcune esperienze erotiche che non sono mai arrivate allo scambio di coppia. Forse perché questi incontri si sono limitati a quattro o cinque volte all’anno. Comunque questo tipo di rapporto soddisfaceva molto sia noi che loro. Talvolta ci è anche capitato di andare in vacanza insieme e li ne approfittavamo per condurre il nostro gioco erotico ma sempre con le stesse modalità Un anno, esattamente 15 anni fa, io e mia moglie decidemmo di concederci una vacanza, di tutta tranquillità, in un paese di alta collina(che non citerò)dell’ Appennino tosco-emiliano, li affittammo un appartamento al 3° piano di una palazzina che era ai margini del paese. E’ in quella località che ci accadde l’avventura più scioccante e pericolosa della nostra vita, e che ora, dopo tanti anni, abbiamo assorbito tanto da aver voglia di raccontarvela. Mia moglie è una donna dall’apparenza normale, può piacere come lasciare indifferenti, è alta 1,70 Ha un seno sufficientemente voluminoso, i fianchi larghi ed un sedere sporgente di cui si vergogna non poco tanto da nasconderlo che vestiti larghi, o con golf o felpe annodati alla vita che lo ricoprono. Ma malgrado questi stratagemmi quando cammina, specialmente, con i tacchi si nota in dondolio delle sottostanti chiappe. Quel giorno di fine agosto(io sono appassionato di fotografia)avevamo deciso di fare una passeggiata lungo la provinciale per scattare alcune fotografie. Era piacevole camminare, non era molto caldo, e questo ci spinse, senza averne la percezione, ad allontanarci molto da paese. Io indossavo una maglietta ed un paio di jeans, mia moglie una camicetta ed una gonna a pieghe che gli arrivava leggermente sopra le ginocchia, ai piedi aveva un paio di zoccoli con i tacchi di media altezza e alla vita un marsupio che sottolineava meglio l’ampiezza dei fianchi. Il piacere di camminare al fresco degli alberi non ci fece accorgere che il cielo andava sempre più annuvolandosi e di li a poco un violento temporale ci colse del tutto impreparati in mezzo alla strada. Ci guardammo intorno, un po’ presi dal panico, cercando, nella nostra mente, una soluzione: il paese era troppo lontano per ritornare, mia moglie, allora, mi disse di ricordarsi di aver intravisto, lungo la provinciale un caseggiato, e che non era molto lontano dal punto in cui ci trovavamo. Incominciai a correre seguendo mia moglie che davanti a me correva muovendo scompostamente le chiappe. Ad un certo punto imboccò un piccolo sentiero in salita alla cima del quale apparve il caseggiato. Stavamo per raggiungere il caseggiato quando udimmo altri voci provenire dall’altro lato del pendio, tre uomini e due donne, più attempati di noi, avevano avuto la stessa idea. Il caseggiato era una stalla lunga circa 15 metri con in fondo un grande camino e al centro e di lato un tavolo rettangolare con alcune panche. La stalla era spoglia, qua e la vi erano dei covoni di paglia, un po’ di legna accatastata e alcuni cumoli di escrementi di animali. L’odore era pungente e profondo. Non ci facemmo troppo caso tanto era la soddisfazione di aver trovato un rifugio e delle persone con le quali stare in compagnia. Ci scambiammo i soliti convenevoli “ che diluvio!!”, ” siamo tutti bagnati”, “per fortuna che c’è questa stalla”, ”ma che odore di piscio!!” etc. I nostri occasionali compagni erano più anziani di noi, forse tra i 55-65 anni. Erano due coppie di cugini ed un loro amico, erano venuti a fare un ricognizione per la prossima apertura della stagione di caccia. Le due mogli avevano portato l’occorrente per fare un picnic, ma l’improvviso acquazzone aveva mandato in fumo la loro gita. Delle due donne una era più bassa, grassottella, con folti capelli neri, il seno largo ed il sedere piatto; indossava un paio di pantaloni aderenti che mettevano in terribile evidenza le esuberanze del suo corpo. L’altra più alta, capelli grigi, seno piccolo, fianchi larghi e sedere rotondo, anche lei indossava i pantaloni. Degli uomini il più anziano, marito della grassottella, era magro, forse intorno a 65 anni. L’altro, il marito della alta e magra, era di corporatura normale. Infine il terzo era un ciccione, alto, con grande pancia e un culone pronunciato che ballava quando camminava. Ci apprestammo a vivere insieme quello scorcio di giornata in attesa che il temporale terminasse, ma, purtroppo, non fu cosi. Piovve a dirotto per molto tempo. Per ingannare il tempo si decise di approfittare dell’occorrente per picnic che le due donne avevano portato. Si accese il fuoco e con grande allegria si incominciò a mangiare e bere. Ognuno di noi, di tanto in tanto, a turno, si alzava controllava fuoco ed arrosto e serviva gli altri. Tutto iniziò, purtroppo, quando si alzò mia moglie: devo dire che il tavolo era distante dal camino circa 4-5 metri e questo suo avvicinamento al camino non passò inosservato a nessuno dei presenti. I tre uomini avevano gli occhi incollati sulle chiappe oscillanti di mia moglie, ma ciò che probabilmente scatenò quello che poi accadde fu il fatto che mia moglie inchinandosi, con estrema innocenza, verso il camino per controllare lo stato di cottura della carne, sollevò la gonna oltre metà coscia e le due gambe apparvero in tutto il loro splendore. Poi lei si rigirò e si avvicinò per prima al ciccione per servirlo, e quando lui la ebbe vicino gli mise, con rapidità, una mano sotto la gonna stringendogli violentemente una chiappa. Mia moglie cerco di divincolarsi dalla stretta, io cercai, incazzato di reagire, ma venni fermato, con forza dalle due donne: la grassa mi si incollò alla labbra, l’altra mi stringeva il pisello sopra i pantaloni provocandomi non poco dolore. Cercai, ancora di divincolarmi, ma fu del tutto inutile, caddi per terra. La grassa, prontamente si mise seduta sopra il mio petto, l’altra cercava di togliermi i pantaloni. Mia moglie, nel frattempo, veniva palpeggiata selvaggiamente, pizzicata in ogni parte, pacche violente sul culo e sulle mammelle. – “Troiona che bel culo morbido che hai” gli dicevano – “ Vediamo se questo buco riesce a soddisfare tutti noi” – “Maialona dopo questo servizietto la merda ti uscirà a getto continuo” Sebbene con alle spalle tante esperienze erotiche, io e mia moglie, fummo storditi dalle violenze delle parole e sorpresi dalla rapidità delle azioni. Due degli uomini lasciarono, allora mia moglie, e si diressero verso di me, ormai ero nudo dalla vita in giù, mi presero e mi legarono le mani con cintura dei miei pantaloni. Ero seduto a terra dolorante ed esterrefatto. Le due donne ed il ciccione incominciarono a spogliare mia moglie insultandola: – “ Stronza fatti togliere tutto” e gli tolsero gonna e mutandine – “ Girati troia” La donna grassa la girò verso di lei per sbottonargli la camicetta, cosi facendo offerse il culo morbido e bianco al ciccione, che con un movimento rapido e violento gli ficcò due dita nel culo. Mia moglie urlò dal dolore e per la reazione avvicinò il corpo alla grassottella che gli sputò nella bocca aperta e gli disse: – “ Tieni pompinara questo è un anticipo” – Il ciccione continuò il suo movimento violento dentro il buco di mia moglie, dopo un po’, forse stanco tirò fuori le due dita e notò che erano intrise di merda, rivoltò mia moglie verso di lui e gli ordinò di pulirle con la lingua. Mia moglie si scostò disgustata. Il ciccione l’afferrò per una mammella, l’attirò a se e gli mise le due dita in bocca: – “ Puliscile rotta in culo, senti che buon sapore che hai!!” gli disse. – Mia moglie era sull’orlo del vomito e che a stento trattenne, ma esegui quello che gli veniva detto. Le due donne, nel frattempo, si erano completamente denudate. La grassottella si confermò per quello che avevo visto da vestita: con i rotoli di grasso allo stomaco e alla pancia, le mammelle grosse e pendenti, le chiappe poco sporgenti, ma lo spacco sul culo era lungo. Una cosa mi sorprese di questa donna: era molto pelosa sulla fica e la striscia di peli arrivava all’ombellico. Quando, poi, rivoltò il culo verso di me vidi un folto ciuffo di peli neri che uscivano dalle chiappe ed il cui sapore ebbi modo di assaggiare più tardi. La donna alta dal seno piccolo, intanto, aveva tirato fuori dal cestello da picnic un paio di cetrioli, si avvicinò a mia moglie e con fare cattivo gli urlò in faccia: – “ Piegati brutta vacca che ti voglio far assaggiare questo cetriolo nel culo cosi il pisello di mio marito non avrà difficoltà ad entrare” – poi una volta chinata: – “ Troia allarga bene la chiappe con le mani” e giù un violento schiaffo sul culo In un secondo la donna dal seno piccolo infilò il cetriolo nel buco: – “Non te lo fare uscire mignotta! Tienilo stretto! Gli disse mentre gli schiaffeggiava le mammelle penzolanti Gli uomini allora ordinarono a mia moglie di camminare lungo la stalla ancheggiando il più possibile. Lei mosse i primi passi timorosa stringendo il cetriolo con i muscoli martoriati dello sfintere. Ogni parte del suo corpo morbido dondolava continuamente e questo eccitava gli animi dei presenti che presero ad insultarla: – “ dai puttana sculetta di più! muovi di più le chiappe! Stringile! Allentale! Durante le passeggiate però capitò che il cetriolo gli usci dal buco del culo ed allora le due donne accorrevano e giù schiaffi sul sedere e sulle mammelle: – “Questa troia non riesce a trattenere niente…l’hai usato il culo eh?” – “Dai stronza pulisci il cetriolo con la bocca!!” – “Ora allarga le chiappe puttana che te lo rimetto!!” E con forza gli lo rinfilavano. E lei di nuovo a camminare stringendo le chiappe a più non posso. Io, dalla mia posizione per terra, a vedere quella scena incominciai ad eccitarmi, la cosa non passò inosservata alla donna dal seno piccolo che venne verso di me, si inginocchiò, mi prese a leccarle le palle e con una mano mi masturbava il pisello. Gli uomini, nel frattempo, si erano tolti i pantaloni e si menavo il pisello incitando, insultando mia moglie. Il ciccione era quello più dotato, la pancia, però, gli nascondeva in parte la lunghezza del pisello, era quasi privo di peli, liscio e morbido come un bambino. Il magro era poco dotato, ma al termine della sua eccitazione il pisello si rilevò tozzo e grosso. L’altro uomo, il normale, aveva difficoltà a mantenere l’erezione. La donna dai seni piccoli dopo avermi succhiato per un po’ di tempo si alzò ed ebbi modo di guardare bene il suo corpo: era appesantito dall’età, il pube aveva pochi peli, il culo era grosso come quello di mia moglie ma attaccato dalla cellulite infine le cosce erano tonde e morbide. Appena alzata mi sbatté il culo sulla mia faccia dicendomi: – “ Dai stronzo senti che sapore che ho!!” Intanto continuava a premere con le chiappe contro la mia faccia. Timidamente avanzai con la lingua verso il buco, poi preso dalla foia la penetrai dentro. Aveva un sapore amaro ma non cattivo. Poi, improvvisamente, si staccò da me e facendo ondeggiare le chiappe raggiunse il resto del gruppo. Gli uomini allora si rivolsero a mia moglie e le ordinarono di correre su e giù per la stalla. Lo spettacolo era incredibile, le mammelle impazzite volavano a destra, a sinistra, in basso e in alto. Ogni tanto, per via dei tacchi, mia moglie inciampava e le sue chiappe assumevano posizioni impossibili. Il cetriolo non faceva altro che cadere e lei per evitare l’intervento delle due donne lo raccoglieva si accosciava e lo respingeva dentro e continuava a correre. Ogni qualvolta che mia moglie si avvicinava al gruppo gli uomini le assestavano delle pacche violente sulle chiappe o sulle mammelle, mentre le donne la coprivano di sputi. Poi quando la videro allo stremo delle forze le ordinarono di mettersi carponi e di trasportare uno di loro sulla schiena. Iniziò il ciccione, ebbi paura che lei crollasse sotto quel peso, ma tenne duro ed iniziò lentamente a trasportare quell’enorme peso. Il ciccione di tanto in tanto gli assestava degli schiaffi sul culo. Poi la grassottella disse che voleva essere inculata dal ciccione. Presero, allora, mia moglie la misero in ginocchio le ficcarono un cetriolo nel culo ed uno nella fica. La cicciottela si mise dietro a mia moglie e si mise in bocca il resto del cetriolo che sporgeva dal buco del culo, mentre il ciccione se la stava lavorando da dietro. Ogni tanto il ciccione gli diceva: – “ Spingilo più dentro quel cetriolo, sfondale il buco!!” La grassottella sotto i colpi del ciccione spingeva il cetriolo sempre più dentro e mia moglie mugugnava da dolore. Gli altri due uomini, nel frattempo, guardavano la scena divertiti ma non davano alcun segno di reazione. Fu la donna dai seni piccoli che prese l’iniziativa, li fece avvicinare alla bocca di mia moglie, ormai quasi sempre aperta per il dolore che provava e le disse: – “ Dai mignotta pompinara succhiali bene queste due cazzi, che poi ti dovranno rompere il culo” E mentre mia moglie cercava di destreggiarsi con quei due pezzi di carne mosci, la donna dai seni piccoli andò dietro agli uomini e ad ognuno gli ficcò due dita nel culo agitandoli a più non posso. Il lavoro di bocca di mia moglie e quello posteriore della donna ebbe un effetto immediato su quello più vecchio e magro che appena raggiunta una buona erezione corse dietro al ciccione e apertegli le chiappe gli lo mise nel culo. Il ciccione non ebbe un sussulto. Mia moglie continuava a succhiare il pisello del normale ma senza grandi successi ed altrettanto faceva la donna da dietro, ma visto la scarsa reazione, tolse le dita dal culo del marito, se le puli con la lingua e venne verso di me a leccarmi le palle e il pisello. Intanto il quartetto lavorava alacremente. Il vecchio completamente infoiato diceva al ciccione: – “ Hai un buco di culo più stretto di quello di mia moglie! Dai frocione muoviti, spingiti verso di me! Stringi le chiappe! Il ciccione cercava di fare del suo meglio, se si spingeva verso il vecchio, scontentava la grassottella, che anche lei arretrava per mantenere inalterata la spinta del pisello del ciccione, in tutto questo l’unica e beneficiarne era mia moglie che veniva alleggerita dalla pressione del cetriolo nell’ano. Questo lavoro a catena andò avanti per circa 10 minuti. Poi il vecchio incominciò a muoversi più freneticamente abbracciando il ciccione da dietro e baciandolo sulla schiena, ad un tratto le mani si serrarono sui rotoli di grasso della sua pancia e con un urlo di piacere scaricò tutto lo sperma nel buco e gridando di piacere gli disse: – “ Hai il più bel culo del mondo !!” Il vecchio riprese per un attimo fiato e poi estrasse il pisello gocciolante dal culo del ciccione. Andò verso mia moglie, staccò il normale dalle sue labbra e gli infilò il cazzo in bocca e le disse: – “ puliscilo bene brutta scrofa!” Ad ogni rinculo di mia moglie, lui con forza lo spingeva nella gola serrandole con le mani la testa. Poi ad un tratto le ordinò di gonfiare le guance e lui le scaricò in bocca una pisciata liberatoria che costrinse mia moglie a mantenere le guance gonfie. Poi non contento della sua bravata gli chiuse il naso con le dita e mia moglie fu costretta, per respirare, ad ingoiarsi tutto il contenuto che tratteneva in bocca. Il ciccione ormai libero dagli impegni posteriori aumentò il ritmo nel culo della grassottella, che, ad un certo punto si staccò dal pisello dell’uomo e con un movimento rapido fece cadere supina mia moglie, poi si accosciò sulla faccia di mia moglie e gli scaricò sulla faccia uno stronzo caldo e fumante e sulle mammelle una lunga pisciata. Mia moglie cercò, inutilmente, di scrollarsi gli escrementi dalla faccia, ma il normale gli bloccò le mani e sghignazzando le disse: – “ dai vacca mangia la merda di mia cugina senti quanto è buona!” Io nel frattempo avevo scaricato tutto lo sperma nella gola della donna con i seni piccoli, e mentre si alzava ripulendosi la bocca il marito la invitò a fare la stessa cosa che aveva fatto la grassottella a mia moglie. La donna si accosciò sulla sua faccia e cercò con tutte le forze di espellere qualche pezzo di merda, gli scapparono due o tre scorregge ma niente di più. Fu a questo punto che il ciccione, a lungo sollecitato nel didietro, senti la necessità di evacuare e accosciatosi sulla faccia di mia moglie gli scaricò tutto quello che aveva dentro. Mentre questo accadeva la grassottella si diresse verso di me facendo dondolare la sua grassa pancia e le mammelle e giunta di fronte a me mi disse: – “ anche tu devi assaggiare qualcosa di nostro” – e girando il culo verso la mia faccia aggiunse: – “ dai stronzo puliscimi il culo, fammi un bel bidè Cosi facendo si chinò in avanti e si separò le chiappe con le mani. Lo spacco era pieno di peli neri tra i quali si intravedevano i resti della recente cacata. Cercai di resistere ma lei mi schiaffò il culo in faccia e mi trattenne la testa con un mano. Feci del mio meglio. Poi la donna allontanò le chiappe dalla mia faccia, si chinò verso di me e stringendomi il pisello mi diede un bacio in bocca, poi prese la mia maglietta e andando verso il gruppo completò la pulizia del suo culo. A questo punto gli unici che non avevano raggiunto l’orgasmo erano: il ciccione e quello normale(che con qualche problema di erezione si era più dedicato ad immortalare, con la mia macchina fotografica, alcuni scorci della nostra avventura). Mentre io e mia moglie aspettavamo con trepidazione e angoscia il prossimo assalto di questi due personaggi accadde un fatto inaspettato ed imprevedibile che pose fine al nostro martirio. Si senti l’ululato di una sirena provenire dalla strada sottostante, non comprendemmo, perché ormai storditi dagli avvenimenti, a quale ente potesse appartenere quella sirena, ma questa fatto, forse fece prendere coscienza a quei balordi di quello che stavano facendo e presi dal panico afferrarono i vestiti alla rinfusa e scapparono nel buio della sera. Mia moglie si sollevò e cercò con le mani di liberarsi degli escrementi che le ricoprivano la faccia , sputò varie volte ed accennò a vari tentativi di vomito, poi venne verso di me mi liberò le mani e ci abbracciammo piangendo. La stanza era illuminata, ormai, solo dal fuoco del camino;cercammo e vestiti e trovai solo i miei jeans, la macchina fotografica ed il marsupio di mia moglie, nella fuga la banda aveva preso anche i suoi vestiti e parte dei miei. Cercammo di pensare come fare ritorno in paese in quelle condizioni. Pioveva ancora. Mia moglie ne approfittò per lavarsi. Decidemmo di ritornare in paese durante la notte al riparo dagli sguardi della gente. Passammo quelle ore nudi, in silenzio, accanto al camino ad accarezzarci. Poi verso le due incominciammo a scendere il viottolo che ci avrebbe portato alla provinciale e di li al paese. Non pioveva, era apparsa una luna meravigliosa che ci illuminava il percorso. Io avevo i jeans e lei aveva preferito rimanere nuda in attesa di fare una doccia che l’avrebbe ripulita da tutto quel lerciume che le era stato scaricato addosso. La strada per il paese era piena di curve pertanto avevamo deciso che in caso di arrivo di un auto ci saremmo gettati dentro il fosso che costeggiava la provinciale. Tutto andò bene per il primo chilometro: mia moglie era avanti a me e camminando faceva oscillare freneticamente le chiappe, di tanto in tanto mi rivoltavo per controllare l’apparire di qualche luce e altrettanto faceva lei. Dopo un ennesima curva mi gridò: “ Ecco un macchina!!” Prontamente si gettò nel fosso ed io sopra di lei. La macchina passò sfrecciando e non ci vide. L’abbraccio, l’erba bagnata sul suo corpo nudo ebbe, forse, un effetto calmante e ristoratore. Mi frugò in mezzo ai pantaloni alla ricerca del “suo” pisello, lo trovò, lo maneggiò come sapeva fare ed alla fine se lo infilò dentro ed incominciammo a scopare freneticamente. La sua bocca aveva ancora un sapore amaro. Scopammo furiosamente in quello spazio angusto e bagnato fino a che entrambi non raggiungemmo l’orgasmo urlandoci nelle orecchie il proprio piacere. Ci rialzammo e ci avviammo verso il paese, era proprio uno spettacolo meraviglioso vederla camminare davanti a me, ora il suo incedere era rilassato ed il movimento delle chiappe più morbido e roteante. Giungemmo alla palazzina e con molta circospezione salimmo fino al nostro appartamento. Fu una notte insonne ed assillata da mille pensieri. Decidemmo di non prendere nessuna iniziativa. L’unica testimonianza di quella tremenda avventura furono le foto che quella banda di balordi avevano scattato a mia moglie nelle pose più indecenti e che all’inizio guardavamo con disprezzo e poi man mano che il tempo passava con un misto di eccitazione erotica che ci portava sempre più spesso a fare l’amore
Aggiungi ai Preferiti