GiovanniLa libertà, un profondo, appagante senso di libertà.Questo è stato il mio principale sentimento dopo che mia moglie chiese, ed ottenne, la separazione. Adesso sono uno dei tanti mariti nell’attesa che l’iter legale faccia il suo corso fino … al divorzio.D’altronde non ho avuto né la possibilità, né i mezzi finanziari per oppormi alla sua decisione, né, in fin dei conti, la voglia.E come avrei potuto?Mi ha colto in flagrante adulterio, mentre la stavo cornificando con un … amico di famiglia! E già! Il fatto è, che io sono un uomo in apparenza normale, anche se non posso certo essere definito un “macho”, ma, con la segreta passione di prenderlo in culo ed anche altrove, ovviamente; insomma ho un hobby del … cazzo!Mia moglie, naturalmente, non la prese molto bene, anche perché sospetto che a letto con quel tizio avrebbe voluto finirci lei. Così in una botta perse un amico, aspirante amante, ed il marito, ma, probabilmente, non le giudicò gravi perdite!Sono stato fortunato, incosciente e fortunato, qualche maligno direbbe che ho avuto … un bel culo! Incosciente nel cercare il “diversivo” troppo vicino alle pareti domestiche, con il rischio, com’é puntualmente accaduto, di essere scoperto e buttato in mezzo alla strada; fortunato nel non finirci, in mezzo alla strada, almeno in senso economico, grazie al desiderio della mia consorte – pardon ex consorte – di non volere scandali e di “costringermi” – si fa per dire – ad una separazione consensuale, nella quale, avendo lei le maggiori capacità di sostentamento, si offrì di passarmi un discreto mensile. Niente d’eccezionale, intendiamoci, ma quanto basta per consentirmi una tranquilla vita senza quell’odiosa necessità della quale, qualcuno, – vorrei proprio conoscerlo – dice che “nobilita l’uomo”! (Ma varrà anche per me che, uomo, non mi ci sento interamente?) Devo riconoscere che si comportò da vera signora nei miei confronti, e forse, dopo sette anni di matrimonio, é stato il solo momento in cui provai per lei una certa simpatia. Il nostro era stato un sodalizio di solo interesse, e, per fortuna, senza eredi. Lei, bruttina ed antipatica, ma figlia unica di un noto imprenditore locale, gente piena di soldi, insomma, si era incapricciata per me, belloccio giovane squattrinato.Mi aveva voluto ed era stata assai convincente, con me, con un fruscio di banconote, e, con il padre, assolutamente contrario, con la testardaggine; il quale padre, dopo avermi sopportato per un paio d’anni in azienda, mi disse di starmene a casa, perché m’avrebbe dato lo stesso lo stipendio, ma almeno avrebbe risparmiato sui danni che gli facevo e guadagnato … in salute.Adesso mi hanno definitivamente liquidato, tutti e due, ma, in fin dei conti, sono stati anni spesi bene: tra gli stipendi, tutti risparmiati, la buona uscita dall’azienda ed il mensile per gli alimenti della mia ex, posso guardare al futuro senza particolari ansie. Ah …, mi sono tenuto pure l’auto, che é intestata a me e che nessuno mi ha richiesto indietro, e con la quale me ne sono andato.Ho cambiato città, naturalmente, una bella località in riva al mare; ho sempre sognato di vivere in una località balneare!Ho affittato un grazioso appartamentino dove passo le mie giornate in tranquillità: palestra, molto soft, giusto per un mantenere una certa forma, libri, un po’ di cinema e di teatro – ho un certo spessore culturale – qualche donnina, ma senza impegno.Ci sono, poi, le mie passioni preferite: la cucina, alla quale mi dedico praticamente tutti i giorni, sperimentando e perfezionando i miei piatti preferiti, per la gioia del palato e della pancia, e la ricerca di un … cazzo, per la gioia, … più o meno, … delle stesse parti anatomiche.In entrambe ho gusti difficili. Nel mangiare mi sono deciso a non andare quasi più al ristorante, perché trovo sempre mille difetti in quello che preparano ed, alla fine, spendo soldi solo per rimpiangere la mia cucina.Nel sesso sono altrettanto schizzinoso, sia con le donne, sia con gli uomini! Ritengo, infatti, indispensabile, oltre alla piacevolezza complessiva del partner, sia fisica, sia caratteriale, pur non necessariamente bello (o bella), l’amore per la pulizia e l’igiene personale e, soprattutto, la certezza dell’assenza di malattie sessualmente contagiose poiché, piuttosto che usare un profilattico, preferisco farmi una bella sega in santa pace!Non é certo facile trovare, in entrambi i sessi, chi risponda a tali requisiti, specialmente tra sconosciuti “single”.Alla fine mi sono convinto, poiché desidero solo rapporti sporadici che non invadano stabilmente la mia privacy, che l’unica soluzione é quella di cercare i miei occasionali amanti tra persone felicemente sposate, ma alla cerca, di tanto in tanto, di un’evasione erotica.Certo, in questo modo, limito molto il mio raggio d’azione e le opportunità sono veramente scarse, ma, come disse una volta qualcuno, ”meglio pochi, ma buoni!”D’altra parte non riuscirei mai a frequentare donne di facili costumi od omosessuali dichiarati, né potrei godere con dei corpi in vendita!Così nei primi mesi della mia nuova vita, non ebbi grandi occasioni di fare sesso, e mi dedicai molto al “cinque contro uno”, dove il cinque sono le … dita della mano, e l’uno … beh è facile, no!Con le donne ebbi due felici occasioni, tutte e due con giovani signore casalinghe, in vena d’avventure extra coniugali, ed entrambe conosciute in palestra. La prima fu quasi presa da un raptus ed in pratica mi violentò in uno sgabuzzino, incastrandomi sopra uno strano attrezzo ginnico, salvo poi non rivolgermi più la parola come se non mi avesse mai conosciuto! Contenta lei! … (Ce ne fossero!) Con la seconda, invece, continuiamo ancora a frequentarci, di tanto in tanto, anche a casa mia, e, al di là, del sesso, che pratichiamo comunque assai volentieri, si è istaurata un’ottima amicizia. Si chiama Valeria, ha una bambina piccola, un marito con il quale ha qualche problema e una suocera … rompipalle, così ha trovato in me, oltre all’amante, anche il confidente per le sue angosce.Con gli uomini nulla, finché un giorno … Una mattina ebbi un problema anale, una piccola perdita di sangue, una sciocchezza, come mi sarà di lì a poco diagnosticato. La semplice rottura di un capillare, ma che sul momento mi causò forte preoccupazione.Decisi dunque di consultare subito il mio medico di base, ancora uno sconosciuto per me. Appena trasferito nella mia nuova residenza, infatti, avevo compiuto, doverosamente, tutta una serie d’atti amministrativi, compresa la mia brava scelta del medico, ma non avevo avuto ancora l’occasione di consultarlo.Mi recai nel suo ambulatorio quello stesso pomeriggio. Appena entrato, fui ricevuto da un bianco armadio vestito da infermiera, un vero cerbero in gonnella, che mi sottopose ad un serrato interrogatorio su un sacco di fatti miei. Digitava, con furore, le mie incerte risposte sulla tastiera di un computer, redarguendomi con severità, alle mie timide rimostranze per quella serie di domande, per non aver pensato, recandomi da un nuovo medico per la prima volta, alla mia “anamnesi”. Cercai di ribattere, timorosamente, che, in effetti, io ero lì per altri problemi, come dire ehm … più corporali, ma in ogni caso non avevo nessun disturbo della “memoria”!Mi guardò con ferocia, e mentalmente ringraziai il metro abbondante di scrivania che ci divideva, mi abbaiò di non fare lo spiritoso e mi ordinò di andarmi a sedere con gli altri … condannati – pardon pazienti – nella sala d’attesa ed aspettare il mio turno.Vi rimasi circa un’ora, durante la quale sperimentai un vero e proprio viaggio nel tempo – invito gli scettici a provare – sfogliando le riviste accatastate sopra un traballante tavolino, la più recente delle quali era vecchia di almeno quattro anni.Quando fui ammesso alla presenza del medico, mi ritrovai davanti un omone di mezza età, dal viso simpatico e gioviale che mi porse una mano enorme, cercando di stritolare la mia, inducendomi a sospettare che avesse fatto una specie d’accordo con qualche ortopedico!Dopo alcune domande di rito, per conoscerci un po’, come disse lui, ma durante le quali mi sembrò di esser un batterio sotto un microscopio, tanto il suo sguardo era penetrante, mi disse di esporgli il mio caso.Gli parlai, non senza un certo pudore, della perdita di sangue anale avuta la mattina, provocandogli un curioso sguardo, dopo di che, richiestemi alcune altre precisazioni sull’eventuale ricorrenza del fenomeno e sulle mie abitudini … intestinali, mi disse di abbassarmi pantaloni e mutande e di sdraiarmi, prono, sul lettino, per una visita alla parte interessata.Nel dirmelo, sorrise, come avesse detto una cosa spiritosa, ma in quel momento non ne capii il perché, né capii il significato del suo sguardo assai … curioso.In realtà, come mi disse qualche tempo dopo, da vero appassionato dei “femminielli”, sospettò subito il mio “vizietto”, da qui il suo sguardo penetrante ed … indiscreto, e la battuta spiritosa per dirmi che quella mia parte era “interessata” alla visita, cioè, … la gradiva.Il solo fatto di abbassarmi i pantaloni e gli slip e sdraiarmi sul lettino alla sua mercé, mi fece eccitare e, prima di riuscire coricarmi, e nascondere il mio pene alla sua vista, temetti che si fosse accorto che mi si era inturgidito, perché il suo modo di guardarmi si fece sempre più … strano.Avevo abbassato gli indumenti richiesti fino alle ginocchia, portato le braccia sotto la testa che tenevo rivolta verso di lui per veder che cosa intendesse fare.Mi si avvicinò, mi mise una mano fredda, ma piacevolmente liscia e morbida, sulle chiappe, me le allargò e diresse la luce di una piccola torcia elettrica verso il sedere, illuminandomi, immaginai, il buco del culo. L’ispezione durò a lungo, divenendo man mano più accurata, finché non arrivò con la mano ben all’interno delle natiche allargandole decisamente e dilatandomi piacevolmente lo sfintere.Provai degli appariscenti brividi per tutto il corpo e non solo perché la sua mano era fredda!Nel togliere la mano, lo sentii borbottare:“uhm … proprio come pensavo! Resti ancora così, non si muova”.S’infilò, con calma, sulla mano destra, dito dopo dito, un guanto di leggera gomma trasparente, tenne alzato il medio, grosso quasi come il mio cazzo, e, dopo averlo lubrificato, mi si avvicinò … sorridendomi.Adesso sapevo cosa mi aspettava, e mi apprestavo a … godermelo, preoccupato solo di non fargli vedere che mi stava stimolando: non avevo ancora capito, che lui era già sicuro di aver trovato un nuovo culetto per il suo sollazzo! (A proposito con cosa fa rima, “sollazzo”?)Mi sentii riallargare le chiappe e fremetti aspettando il dito. Arrivò subito. Lo sentii, prima appoggiarsi, poi, dopo un attimo di resistenza, entrare dentro. Avrei voluto trattenermi, ma non ci riuscii, dal favorirne la penetrazione, spingendo verso l’esterno lo sfintere: quel gesto mi svelò al di la di ogni suo eventuale dubbio. Mi trattenni, invece, ma a quel punto avrei potuto anche farne a meno, dall’emettere un sospiro di piacere! A fare false smorfie di dolore o di fastidio non ci pensai neppure.Da quando la mia ex mi aveva sorpreso con “l’amico di famiglia” che mi stava allegramente inchiappettando, era la prima volta che riprendevo qualcosa di vivo nel culo, … che non fosse il mio dito! Quello del medico era davvero piacevole, lo muoveva con vera grazia … girava a destra e a sinistra, avanti ed indietro, sembrava proprio che mi … pompasse! Era la prima volta che subivo una visita medica rettale, e non ne avevo esperienza, ma l’avevo, però, di dita nel culo a scopi sessuali … e mi sembrava proprio che … quello stesse facendo, il buon … medico!Girai lo sguardo più in dietro per vederlo meglio, ed il suo viso rubicondo mi disse che si stava arrapando anche lui! A conferma, mi bastò un’occhiata al rigonfiamento della sua patta dei calzoni, bene in vista, nonostante il camice bianco, che era, però, tenuto leggermente aperto dalla prominente pancia.Fui sul punto di andarci con la mano, sopra quell’attraente gonfiore, quando il medico si ricompose e, con un impercettibile sbuffo, tolse il dito strappandomi un deluso sospiro, ma quei pochi minuti erano stati sufficienti per stabilire, tra noi, un intimo collegamento e farci provare reciproci desideri, per ora inespressi. Si tolse il guanto, tornando a sedere dietro la sua scrivania, dicendomi con tono professionale:“bene, bene, ragazzo mio, si rivesta pure e … niente di grave … si tranquillizzi, è stata la semplice rottura di un capillare, un fatto, direi del tutto episodico e senza conseguenze … “.Io nel frattempo ero sceso dal lettino, rivolto verso di lui e questa volta, mentre mi stavo rivestendo, non avevo cercato di nascondere la mia abbozzata erezione al suo sguardo curioso.Mi fece cenno di sedermi sulla seggiola di fonte alla scrivania e proseguì con voce fattasi allusiva:“… tuttavia …”“… tuttavia …” chiesi ansioso,“… tuttavia le consiglierei un’altra visita … più approfondita, direi! … Sa, a volte, il solo esame … manuale, non basta … a volte è necessario usare … ehm … uno strumento … direi … più adatto!”Mi rilassai, sicuro di aver intuito il reale senso della sua proposta, e sorridendo, con un cenno affermativo del capo, gli risposi:“ah … beh! Se me lo consiglia … lei, sono senz’altro d’accordo anch’io sulla necessità di andare … ehm … più a fondo e con … ehm … lo strumento adatto! Anzi, a proposito, così, per … ehm … dissipare qualsiasi dubbio … non mi potrebbe far dare una occhiata al … suo strumento?”Mi guardò tra l’interdetto ed il divertito, ma più compiaciuto che sorpreso!“Uhm! E’ sicuro che lo vuol … vedere qui … adesso … e come mai questa curiosità?”“Beh sa, se è … proporzionato al dito che … mi ha infilato nel culo!”Scoppiò in una grassa risata, appena trattenuta, che gli illuminò il viso, sul quale si dipinse un’espressione … porcina! Si alzò, lanciò uno sguardo furtivo verso la porta, poi con calma si aprì la patta dei pantaloni ed estrasse il membro, leggermente turgido, già di proporzioni ragguardevoli e che, pensai, una volta in piena erezione sarebbe stato di certo un cazzo super!Non potei allungare la mano, come avrei voluto, per via della scrivania tra noi, ma glielo guardai con ammirazione e la cupidigia trasparì dalla mia voce.“Caspita! Che strumento! Ci vorrà … ehm … qualche ehm … attenzione, ma sono sicuro che … raggiungerà perfettamente il suo scopo!”“Ne sono certo anch’io! Visto com’è entrato il dito!” Mi rispose rinfoderando la sua “arma letale” e sedendosi nuovamente.Cominciò poi a scrivere su un ricettario.“Prima, però, faccia queste analisi ed usi per un paio di giorni la crema che le ho prescritto! Se la spalmi bene anche all’interno … sa come fare … anche da solo, no?”Disse alzando lo sguardo e sorridendomi in modo provocatorio, proseguendo: “quando avrà i risultati torni qui … mi telefoni prima, però, … per fissare un appuntamento, ma chieda direttamente di me”.Furono necessari quattro giorni per avere gli esiti delle analisi, tempo che trascorsi in ansiosa attesa, fantasticando spesso sulla favolosa inculata che mi aspettava. Finalmente li ottenni e gli telefonai. Dovetti vincere la riottosità del cerbero a farmi parlare direttamente con il medico senza dirle il perché, ma alla fine ci riuscii e lui mi fissò un appuntamento per il giorno dopo alle sette del pomeriggio.Quando v’arrivai mi venne ad aprire direttamente lui, amabile e sorridente come lo ricordavo, e mi fece entrare nell’ambulatorio deserto e silenzioso.Mi precedette verso il suo studio dicendomi con spontanea confidenza:“vieni ragazzo mio! Scusami per l’ora … un po’ tarda, ma … per le visite … ehm … approfondite è meglio avere … un po’ di tranquillità! Non trovi?”Rise come il solito delle sue battute e mi fece sedere. Lui prese posto alla scrivania e tese la mano per avere il referto delle analisi che lesse rapidamente con veloci borbottii ed, alla fine, concluse:“perfette, tutti i valori entro la norma e … nessuna malattia pericolosa in atto! Ti farà piacere … immagino!”“Certamente …” gli risposi, “… anche se io n’ero sicuro … sono molto cauto nel … frequentare le persone! A proposito … senza offesa, ma spero che anche tu …”.“Oh! Non ti preoccupare, sono prima di tutto un medico e sono molto … attento anch’io, ma se desideri prendere qualche …ehm … precauzione …”“no, no, non ho molta simpatia per … i cappucci di gomma!”Nel frattempo si era alzato e mi si era avvicinato. Non indossava il camice, solo una camicia con le maniche rimboccate. Si appoggiò alla scrivania, con la pancia rivolta verso di me, e cominciò a slacciarsi i pantaloni.“Vogliamo riprendere da dove c’eravamo lasciati … dalla tua … curiosità per lo … strumento?”“Sì, certo … l’altro giorno ne ho avuto solo una fugace visione … ed ora vorrei vedere meglio … toccare con mano …” gli risposi provocante, ed aggiungendo alle parole i fatti, cominciai ad accarezzarglielo con il dorso della mano sopra le mutande, ma la fermò mentre precisava:“prima di cominciare è meglio che tu sappia, che io non ho la minima intenzione di … ricambiare … eh! … A me piacciono i … tipetti come te, ma solo se passivi! Che questo sia ben chiaro!”“Oh! Per questo non ti devi preoccupare, in queste situazioni … mi piace fare solo la donna!”Tranquillizzato, mi lasciò continuare la mia esplorazione manuale.Continuai per un po’ con qualche altra carezza sopra le mutande, poi, cominciando a sentirlo più turgido, gli abbassai i pantaloni e glielo estrassi dagli slip: era un cazzo veramente grosso! Non era ancora nella sua piena erezione e già avrei fatto fatica a prenderlo in bocca!Mi avvicinai con le labbra e ne sentii l’odore di pulito ed il leggero effluvio di muschio: se l’era sicuramente appena lavato, si stava dimostrando proprio il mio tipo ideale!Lui si abbassò meglio i pantaloni e le mutande per rendermelo più accessibile, gli feci ancora qualche carezza con la mano, provocandogli, nello scappellarglielo, flebili sospiri, poi mi decisi, prima che fosse divenuto troppo grosso, a prenderlo in bocca.La spalancai al massimo, ma ciò nonostante entrò con difficoltà e non potei fare altro che muovere la testa su e giù, tenendo le labbra strette sull’asta, senza alcuna altro diversivo.In poche pompate aumentò il gonfiore e la durezza ed allora, prima di rischiare di lederlo con i denti, lo feci uscire. Lui emise un sospiro ed accarezzandomi la testa mi disse comprensivo:“eh già, ragazzo mio, questo non è un cazzo facile da sbocchinare, almeno per una boccuccia come la tua … aaah! Uhmm! … Però ci sai fare con le mani!”Mentre mi parlava avevo ripreso a fargli una sega. Facevo scorrevo lentamente la mano, giù, in basso fino ai testicoli, scoprendogli la cappella rossa e lucida, finché il frenulo me lo consentiva, poi risalivo, con studiata indolenza, fino a ricoprirgli il glande con la pelle, ed allora, prima di ridiscendere glielo trattenevo stringendolo nel palmo. Era giunto alla massima erezione e si mostrava in tutto il suo splendore! Riuscivo a malapena a stringerlo con le mie dita, abbastanza lunghe ed affusolate, doveva avere un diametro di oltre cinque centimetri! Ed era lungo ben tre volte il mio palmo della mano, passava i venticinque centimetri! Nel masturbarlo, continuavo a tenere la faccia vicino all’oggetto dei miei desideri, sfiorando con la guancia la sua pancia prominente. Gli sbaciucchiavo la cappella alternando le labbra alla lingua. Gli cospargevo il glande di saliva, che poi, con lascive linguate, gli ritoglievo. Dopo qualche minuto di quel trattamento, durante il quale aveva emesso, di tanto in tanto, gemiti di lussuria, mi prese per il mento alzandomi la testa e sussurrandomi con voce ormai arrochita:“adesso basta … mia bella troietta … non vedo l’ora di assaggiare il tuo culetto!”Si tirò su alla meglio i pantaloni, e si allontanò lasciandomi lì, seduto ed eccitato, con la mano e le labbra calde e vuote del suo membro, e con l’inappagato desiderio di una sborrata in bocca!Non si allontanò di molto, da un armadietto nelle vicinanze estrasse un tubetto di gel e tornò davanti a me.Me lo diede, mentre si toglieva scarpe, pantaloni e slip, dicendomi:“adesso ungimelo per bene, poi lo farò io col tuo buchetto, dai … ragazzina datti da fare con quelle tue … manine d’oro!”Mi aveva cambiato genere! Evidentemente quando era eccitato gli piaceva pensare che fossi una ragazza!La cosa era inaspettatamente lusinghiera anche per me! Pensare di essere una donna, oltre a legittimare, in qualche modo, quello che stavo facendo, mi eccitava molto di più.Spalmai la crema su entrambe le mani e glielo unsi per bene accarezzandoglielo con gesti leggeri e sensuali che continuarono a sollazzarlo.“Oooh! Porcellina! … Aaah! Sei una delizia con quelle mani! Ma ora basta … dai … smettila, … adesso spogliati, ma resta con gli slip, e sdraiati sul lettino …” mi disse tirandosi indietro e sottraendosi alle mie carezze.Mi spogliai secondo il suo desiderio, tenendomi leggermente di tre quarti rispetto a lui, in modo che potesse vedere le mie rotondità posteriori ed io non perdermi l’espressione del suo viso eccitato: guardandomi, si stringeva il membro e, passandosi la lingua sulle labbra, mostrava tutta la sua fregola.Seminudo m’incamminai, cercando di sculettare un po’ – a questo punto mi ero calato (pardon calata) nel ruolo femminile che sembrava stimolarci entrambi – verso il lettino, che lui, prima che arrivassi, aveva già preparato con la parte in fondo, dove s’appoggiano di solito le gambe, inclinata verso il basso, senza che toccasse il pavimento.Mi sistemai con la pancia all’inizio della sezione inclinata, proiettando il mio sedere in fuori, ad un’altezza che, immaginai, corrispondesse al suo pube. Data la mia scarsa statura, non riuscivo ad arrivare con i piedi fino a terra e così m’afferrai con le mani ai bordi del lettino, ben sapendo che ci avrebbe pensato lui a “puntellarmi” a dovere per tenermi su!Il medico, intanto, mi era già dietro ed aveva incominciato ad accarezzarmi la schiena con quelle sue manone morbide e calde, inaspettatamente lievi, che mi diedero subito brividi sensuali.Scese fino alle natiche ed iniziò insistenti palpazioni su tutto il sedere, abbassandomi un poco gli slip, accompagnate da espressioni di forte libidine:“aaah! Ragazzina mia che culetto che hai! Uhmm … così tondo e sodo, è un piacere guardarlo ed accarezzarlo!”Poi risalì sulla schiena, fino alle scapole, m’infilò le mani davanti sul petto stringendomi i capezzoli e continuando a parlarmi con sensuale cantilena:“uhmm che culetto … che schiena morbida e che … vitina che hai! E senti che tettine … sei proprio una … donnina! Eh!”In effetti, io ho delle forme poco muscolose e piuttosto tondeggianti, non sono per nulla grasso, ma abbastanza in carne sia sul sedere, sia sul petto. Di statura bassa per un uomo, ma media per una donna, rotondetto e poco virile, con la vita stretta ed i glutei sporgenti, da dietro potevo facilmente essere preso per una ragazza; senza dimenticare le gambe, poi, diritte ed affusolate e più di una volta invidiatemi dallo stesso gentil sesso.I suoi complimenti e le sue carezze mi avevano causato un principio d’erezione che avevo avvertito con un po’ d’indolenzimento perché il membro era schiacciato sul lettino.Tornò giù con le mani e m’afferrò il bordo degli slip facendoli scendere ancora, fin sotto il sedere. Si staccò un attimo per ammirare il panorama del mio corpo a sua disposizione e con un sospiro di viziosa soddisfazione, si chinò sulle natiche, iniziò a sbaciucchiarmele voluttuosamente, poi me le aprì con i pollici ed insinuò la lingua tra lo spacco, si fermò un momento sull’ano e … mi fece morire, infilandola nel buco, forzandolo più che poté! Non avevo mai fatto un’esperienza simile. Nelle poche occasioni precedenti, mai nessuno mi aveva accarezzato e slinguato il buco del culo!Fu una sensazione così piacevole che fui percorso da tremori per tutto il corpo e mi ritrovai con un’erezione fantastica. Non riuscii più a tenere il cazzo compresso sotto la pancia, e cercai di alzarmi un po’ per dargli più spazio, ma le mutande, che dietro erano abbassate, davanti vi si appoggiavano e lo comprimevano.Lui capì la mia situazione, poiché smise il lavoro di lingua, si sollevò leggermente, consentendomi di alzare il bacino, e mi abbassò gli slip fino alle ginocchia, liberandomi il pene che si mise, finalmente, dritto sotto la pancia. Avevo ancora le mani serrate sul bordo e non potevo toccarmelo, allora presi a muovermi strusciandolo contro le lenzuola del lettino ed emettendo sospiri di piacere.Il suo commento soddisfatto non si fece attendere:“ti ho fatto eccitare per bene … eh … troietta! Guarda come ti strusci … hai voglia di godere anche tu … eh!”Girai la testa verso di lui sorridendogli di rimando:“anche tu non scherzi … con la lingua!”Intanto vidi che aveva cominciato a spalmarsi le dita di gel e pensai che fosse finalmente giunto il momento di essere infilato da quel cazzo fuori misura, almeno per me. Non lo avevo mai provato, infatti, un fallo così grosso, né di gomma, né vero, perché, in fin dei conti, mi piaceva il solo fatto di sentirmi penetrato e, un “affare” normale, era sempre stato più che sufficiente. Quelli finti che si comprano, però, te li puoi anche scegliere, ma quando te ne capita uno vero, bisogna adattarsi ed ebbi l’impressione che il mio culo avrebbe sofferto non poco ad adattarsi a quello! Con una mano mi tenne aperte le natiche e con le dita unte dell’altra, cominciò a lubrificarmi, prima l’interno delle chiappe, sempre più vicino all’ano ed alla fine appoggiò il grosso polpastrello sul buco, ci girò un po’ attorno e quindi lo infilò dentro, muovendolo, come durante la “visita”, lubrificandomi con meticolosità.Quel dito era così massiccio da darmi l’impressione di essere già sodomizzato, ma lui mi tolse subito l’illusione:“penso di avertelo unto per bene, ragazza mia, e spero di non farti troppo male … adesso, però, … è proprio ora … mi sta scoppiando … ma cercherò d’essere più delicato possibile!”“Per quanto sarai delicato … nel momento che entrerà mi farà sicuramente un po’ male … ma non ti preoccupare so che è solo per poco … dopo … dopo … sarà tutto godimento! Dai … sono … pronta …” gli risposi, terminando con un sospiro, ed appoggiando la testa sul lettino. Sentii uscire il dito, mi sentii dilatare di più le natiche e, dopo un attimo, mentre lo immaginavo afferrare il cazzo e spingerlo dentro, percepii la cappella appoggiarsi contro il buco, piacevolmente calda. La tenne ben ferma lì, mentre si bilanciava con il corpo per assumere la posizione più adatta, poi lo sentii spingere leggermente.Trattenni il respiro e, mentre lui portava le mani sui miei fianchi, afferrandoli con decisione, io alzai leggermente il sedere e lo spinsi verso di lui, verso quel glande massiccio che me l’avrebbe sfondato!La sua pressione si fece più decisa ed io provai un po’ di fastidio, come sempre, alla dilatazione iniziale, allora strinsi i denti e spinsi con decisione i muscoli dello sfintere verso l’esterno, dilatandolo, sapendo di assecondare, così, la penetrazione.In un attimo, favorito dall’abbondante lubrificazione, fu dentro: non mi ero mai sentito … aprire in quel modo! Il dolore fu lancinante, rilasciai il respiro e con esso un urlo soffocato.“Scusa …” mi disse un po’ dispiaciuto “… ma è entrato subito … non pensavo di averti fatto male!”“Non è niente … non preoccuparti … dai … lo sapevo che mi avrebbe fatto così all’inizio … ma adesso dai … continua!”Non se lo fece dire due volte ed iniziò a dare qualche altra spinta, sostando sempre un attimo, prima della successiva, per farmi abituare, ma poi, preso dalla libidine, incominciò a montarmi sul serio, arrivando ogni volta più in profondità.Io continuavo a stringere i denti: il dolore si era fatto quasi insopportabile! Non tanto nello sfintere, dove il muscolo si era ormai dilatato, quanto nelle viscere che mi sentivo forzate e devastate da quel corpo estraneo di dimensioni mai provate. Ormai, tuttavia, ero lì, non mi aveva obbligato nessuno, se non la mia lussuria, ed ora dovevo farlo godere, non sarebbe stato giusto rovinargli la festa! Cercai, dunque, di rilassarmi e di non pensare al dolore che provavo, ma unicamente a lui, a quel suo cazzo che stava godendo dentro di me e che fra poco mi avrebbe gratificato inondandomi di sperma!Nel frattempo, aveva lasciato i miei fianchi e mi aveva afferrato per le spalle, che usava come appiglio quando me lo spingeva dentro ed allorché, invece, si tirava indietro, ne approfittava per massaggiarmele con le sue capaci dita.Colpo dopo colpo era arrivato ad introdurlo completamente, adesso sentivo bene il contatto con il suo corpo, quasi disteso sopra il mio, la sua pancia prominente, molle e calda, sopra le reni, i suoi testicoli contro le natiche, le sue mani sulle spalle e le sue gambe divaricate sopra le mie, strette tra le sue cosce possenti.Soddisfatto di essere riuscito ad impalarmi fino alle palle, sostò in quella posizione, dondolandosi leggermente ed emettendo rauchi sospiri di gioia ferina!Il mio dolore, nel frattempo, aveva raggiunto l’acme, non avevo mai fatto un’esperienza così tormentosa, non mi ero mai sentito così riempito, oltre misura. Ad ogni suo colpo avevo provato acute fitte alla pancia, che mi stavano procurando brividi in tutto il corpo, come di febbre, ed una leggera sudorazione, in contrasto con la forte sensazione di freddo.Avevo nascosto la testa tra le braccia piegate e cercato di non far trapelare il mio patimento per non turbarlo, anzi avevo cercato di emettere, di tanto in tanto, dei gemiti di soddisfazione.All’improvviso, però, mi resi conto che il confine tra il dolore ed il piacere é effettivamente molto labile: quando lui riprese a muoversi, sfilandolo lentamente, la sensazione “brividi-freddo-sudore” si attenuò, lasciandomi una strana … impressione di vuoto, come di una … mancanza. E, allorché, lo rituffò in avanti gonfiandomi di nuovo le viscere, quel senso di riempimento tornò, quasi … ben accetto, anzi … desiderato!Il suo coito aveva assunto un andamento costante, non veloce, ma ben cadenzato, come piace a me, fatto di spinte regolari che sapevo esattamente quando sarebbero arrivate e le … aspettavo!L’indefinibile sensazione di prima, anche se un po’ attenuata dalla sopraggiunta dilatazione del condotto, identificata all’inizio come dolore, la percepii ora, come piacere, piacere fisico, del tutto particolare, ma pur sempre piacere, ed i miei gemiti erano, adesso, di godimento … vero!Il mio pene, nel frattempo, si era del tutto ammosciato. Quello che provavo, indubbiamente sensazioni fortemente erotiche, non mi stimolavano nella solita maniera, con una normale erezione, come avrei ritenuto logico. No! Al contrario, la mia lussuria era tutta interna quasi … mentale, e, soprattutto, mi piaceva l’appagamento che ero riuscito a dare al mio partner! Adesso non vedevo l’ora di sentire il suo orgasmo!L’incitai con voce talmente sensuale che feci fatica a riconoscerla:“aaah … dai … oooh … dai … inculami così … hai un cazzo enorme … mi hai aperta tutta e … adesso … riempimi … voglio sentire la tua sborra … dai!”“Uhmm! Adesso godi anche tu! Eh! Ooooh! … Ragazzina mia che … troietta che sei … mi stai facendo godere come un … maiale … hai un culetto … che … mi fa … morire … adesso te lo riempio per bene … sentirai quanta! Poi ci sguazzerò, nel tuo culetto bello pieno!”Mentre parlavamo aveva aumentato il suo ritmo, facendolo diventare quasi rabbioso. Si muoveva velocemente con rapide spinte del bacino, alzando ed abbassando la pancia contro la mia schiena.Provavo solo piacere, inusitato piacere e glielo volli trasmettere contraendo i muscoli dello sfintere sulla sua asta, stringendogliela come tra le labbra, come carezze del … culo.“Dai … dai … pompa cazzone mio … pompa …” gli urlai, aggiungendo nel momento delle contrazioni “… ti piace così! Senti come te lo stringo … eh … ti piace?”“Uhmm! Sììì che mi piace … continua … strigi il culo … troiettina mia … sei proprio brava … eh! E a te, quanto ti piace … essere … inculata eh! Ti piace … tanto?”“Oh sìì … sììì … mi piace … e con te … aaah … in modo … aaah … bestiale! Infilami … tutta … sono la tua troia! Riempimi di sborra … adesso … dai!” Sull’ennesima spinta si fermò un attimo, lo sentii artigliarmi le spalle, contrarre i muscoli dell’addome e poi con movimenti veloci, quasi frenetici, mi scaricò dentro getti di caldo sperma che mi riempirono di … gioia! Finalmente! Ecco quello che nessun fallo sintetico mi darà mai: un’autentica colata di sborra calda nella pancia, che mi ripagò delle iniziali sofferenze.Continuò a muoversi rantolando come una bestia ferita, mi aveva messo le mani intorno alla testa e mi tirava sotto di lui, comprimendomi, avvolgendomi completamente con il suo corpaccione massiccio, spingendomi, nel contempo, l’asta nel profondo delle viscere, quasi a volermi penetrare tutto l’addome.Riprese ad incularmi velocemente, con vera frenesia, costringendomi in quella posizione rattrappita sotto di lui: non mi era mai successo di eccitare così un uomo! Sembrava un animale in calore, uno di quei cani, mi venne in mente, che una volta avevo visto in strada, avvinghiato sopra un altro suo simile, più piccolo, e che lo montava selvaggiamente e fu quasi impossibile separarli.Era già venuto abbondantemente, ma, fortemente eccitato, pareva non voler più smettere di sfogare la sua fregola su di me.Stavo quasi soffocando, quando fortunatamente si rilassò, mi tolse le mani dalla testa, si appoggiò alle mie spalle e, lentamente, estrasse la sua asta, liberandomi le viscere.Si pulì tra le mie chiappe la cappella sgocciolante e sospirò:“ragazza mia … mi hai fatto proprio arrapare … hai un corpicino ed un culetto così attraenti che … me lo sognavo da tempo!”Gli sorrisi grato del complimento e, appena si allontanò mi alzai anch’io un po’ indolenzito e con un senso di piacevole vuoto nel sedere. Era paradisiaco sentirselo così vuoto e … dilatato!Avvertii però anche gli stimoli dell’intestino che voleva svuotarsi dell’abbondante eiaculazione ricevuta e gli chiesi di indicarmi il bagno.Quando tornai, dopo essermi liberato ed rinfrescato, fu la sua volta di andarci ed al ritorno mi trovò già vestito.Si rivestì anche lui e rimanemmo ancora un po’ a chiacchierare, poi ci salutammo dandoci un nuovo appuntamento. Dopo quella volta, d’occasioni ce ne furono tante altre, per lo più a casa mia dov’eravamo più liberi e con un comodo letto a disposizione. Le “visite domiciliari” come le chiamava lui. A proposito: il suo nome è Giovanni.Fin dall’inizio, era stato entusiasta del mio corpo effeminato, approfondendo la conoscenza, s’accorse che anche la mia personalità aveva una forte predominanza di caratteri muliebri e che, soprattutto, a me piaceva quell’istintivo ruolo di donna, non solo nei rapporti sessuali, ma anche nelle altre manifestazioni della vita quotidiana.Mi convinse, abbastanza facilmente devo dire, sfondando la classica porta aperta, a dare al mio aspetto fisico un risalto più femminile. Mi decisi quindi a frequentare un beauty center per sottopormi alla depilazioni con il laser, che, in poche sedute mi ha reso la pelle glabra e liscia che é un piacere! Feci estendere il trattamento anche al viso, eliminando definitivamente quella leggera barba rada che avevo. Mi assottigliarono le sopracciglia e con tanti altri piccoli accorgimenti mi diedero un nuovo look, e debbo ringraziare il personale del beauty che capì subito i miei intimi desideri e li realizzarono senza che me ne rendessi del tutto conto.Contemporaneamente Giovanni mi fece iniziare una cura a base d’ormoni femminili che hanno aumentato le rotondità del mio corpo e dato maggior consistenza al seno, che, pur non paragonabile a quello di una donna, è ora assai consistente, come quello di una ragazza in pubertà. Per avere un seno più evidente, avrei dovuto sottopormi ad un intervento di chirurgia plastica, e Giovanni, si offerse, se avessi voluto, d’indirizzarmi ad una clinica di un suo amico, ma non era quello che volevo io, non volevo diventare uno dei tanti transessuali in circolazione.Quello che desideravo, all’inizio – ma poi, grazie a Valeria, avrei completamente mutato parere – e che riuscii ad ottenere, era restare un uomo, ma con connotati vagamente femminili, in modo da suscitare un’indefinita, intrigante impressione negli altri, grazie anche alla cura ormonale che mi ha “stranito” la voce.A quel tempo il mio abbigliamento ed il mio modo di fare e di presentarmi, il mio modo di apparire insomma, manifestavano ancora la mia (scarsa) mascolinità, ma, ad un esame più approfondito, ecco affiorare i contrasti e nascere i dubbi: i capelli lunghi, ondulati con la messa in piega, il viso regolare con i profili del naso e della bocca tenui, le sopraciglia appena accennate, ma senza un velo di trucco, né sugli occhi né altrove, la voce un po’ roca, strana, le mani delicate, affusolate, ma con le unghie tagliate corte e senza smalto.Ed ecco, poi, la camicia o la maglietta che ogni tanto, nel movimento, accennano ad un vago (insomma … neanche, poi, tanto vago!) profilo di un seno non proprio maschile! Ed allora per dissipare i dubbi si passa al clou, alla patta dei pantaloni, in genere jeans di tipo maschile, ma anche qui non traspare nulla di ben definito, (perché quando esco indosso una specie di sottomutanda che mi comprime il pene ed i testicoli), da dietro, invece, si vede un bel sedere, un po’ sculettante, forse, ma … difficile da definire, ai piedi, infine, scarpe basse, preferibilmente di tipo unisex.Nella riservatezza delle pareti domestiche, viceversa, specialmente con Giovanni, mi calo completamente nel mio ruolo femminile. Amo indossare abiti e biancheria intima femminile, anche molto osé, che lo eccita tantissimo, specialmente il contrasto che suscita il mio corpo, rivestito di un tale abbigliamento, con il cazzo – anche se non paragonabile al suo – che ho tra le gambe. Lo stimola a tal punto che, pur rifiutando categoricamente qualsiasi ipotesi di scambiarci i ruoli, cosa che non gradirei neppure io, è arrivato, di tanto in tanto, a farmi una sega, che, con quelle sue manone, è una cosa quasi ridicola, ma penso che lui lo faccia soprattutto per farmi godere assieme a lui ed io gliene sono grato.La prima volta che me la fece, eravamo a casa mia. Lui, a volte, prima d’incularmi, ama essere masturbato, ci sdraiamo allora nudi sul letto ed in genere gli appoggio la testa sulla pancia, con la bocca a portata della cappella. Glielo meno come so fare io, tenendogli le labbra sul glande e quando viene lo succhio e lo spremo come un limone! Tanto che, sovente, dopo, non ha più la forza di fare altro. Nel frattempo, lui, solitamente, mi accarezza il sedere, quasi sempre coperto da serici e sottili slip. Mi eccito molto anch’io, producendomi in una vistosa erezione che fuoriesce dalle strette mutandine, me lo accarezzo un po’ e, poi, quando lui è venuto e, appagato, riposa per riprendere le forze, me ne vado in bagno, forse per innato pudore, e mi masturbo da solo.Avevamo fatto così già in diverse occasioni, quando una volta, nell’accarezzarmi il solco delle natiche, allungò la mano sui miei testicoli, sfiorandomeli ripetutamente, poi inaspettatamente, allungò il suo braccio tra le mie gambe e con la mano iniziò ad accarezzarmi il pene già turgido, coprendolo interamente. Lo afferrò poi con due dita e continuò a masturbarmi, regolandosi con il suo piacere, e riuscì a darmi uno stupendo orgasmo in contemporanea con il suo.“Ehi, non ci fare l’abitudine … eh!” Mi disse subito dopo, aggiungendo “e soprattutto non ti var venire idee strane, la mia bocca ed il mio culo, vergini sono e vergini resteranno … capito!”“Non ti preoccupare …” gli risposi con gratitudine “… che io non voglio certo rinunciare al mio ruolo! E, poi, francamente, a te, con quel tuo corpaccione, non ti ci vedo proprio a prenderlo in culo da me, … saresti ridicolo!”Dopo qualche mese, tra noi, era sorta una buona amicizia, e spesso c’incontravamo per il solo piacere di stare assieme, di chiacchierare, senza per forza avere l’obbligo del sesso.Ognuno di noi continuava ad avere la sua vita privata ed anche l’esperienze sessuali che riteneva più opportune, c’eravamo però reciprocamente impegnati alla prudenza e quindi a frequentare persone di assoluta probità igienica ed esenti da malattie pericolose.Giovanni era diventato un po’ il mio mentore, di circa venti anni maggiore di me, continuava a chiamarmi ragazza mia (all’inizio faceva dei distinguo a seconda delle circostanze, ma poi optò definitivamente per la forma femminile).
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