Oltre che dal mio corpo, Giovanni é attratto anche dalla mia arte culinaria e questo é motivo di forte soddisfazione per me che amo cucinare con la stessa passione con cui faccio sesso.Le mie ricette non sono particolarmente complicate, anzi, piuttosto tradizionali, ma eseguite con particolare cura, con la massima attenzione ai dettagli, quasi con pignoleria, direi.Aborro, per così dire, la cucina moderna, i cuochi che amano farsi chiamare “chef”, le scuole di cucina professionali, attenendomi, nel realizzare i miei manicaretti agli insegnamenti tramandati dalle nonne!Detesto vivamente tutto quello che, ora, nei ristoranti di moda fanno passare per nouvelle cousine, quei cibi serviti su enormi piatti, più o meno decorati di erbette e cose strampalate, dove al centro trovi una microscopica porzione di quello che hai ordinato, in quantità inversamente proporzionale al conto che ti faranno pagare. Detesto gli strambi accostamenti di sapori contrastanti, quelle salse dai colori indefinibili e dai nomi esotici, quel chiamare i piatti con nomi talmente elaborati da sembrare il titolo di un film della Wertmuller.Detesto la cucina etnica, magrebina, cinese o americana e quella dei fast-food, amo esclusivamente la cucina classica di casa nostra, specialmente quella della mia regione e del centro Italia in genere!Adoro le tagliatelle fatte in casa, al ragù … ai funghi porcini … al sugo di pesce! Vado in estasi per un piatto di vincisgrassi (più note come lasagne), o per dei cappelletti in brodo di tacchina o di cappone, ma biasimo il servirli asciutti con la panna! Solo il brodo esalta compiutamente il sapore del loro ripieno!Mi languisco davanti ad un piatto di capretto o d’oca al forno con le patate arrosto crocchianti fuori e morbide all’interno!Mi scordo del mondo dinanzi al profumo di una teglia appena scoperchiata di stoccafisso all’anconetana o ad un “brodetto” servito su fette di pane brusco o ad un branzino al cartoccio oppure ai mitici sardoncini a … “scotadeto” (cioè a scottadito perché vanno mangiati togliendoli direttamente dalla griglia), magari innaffiati con un bicchiere, o due, di verdicchio giovanissimo e fresco al punto giusto!Datemi spaghetti a volontà: alla carbonara … all’amatriciana … allo scoglio! I semplicissimi rigatoni “cacio e pepe” con sopra un filo d’olio extra vergine di oliva, crudo, sono una poesia!Fatemi banchettare con qualche fetta di prosciutto stagionato (da non meno di un anno, ma neanche troppo di più), rigorosamente tagliato a mano, Carpegna o San Daniele o Toscanello che sia, o, anche, un Parma (pur se per me è un po’ troppo dolce!), opportunamente accostati a scaglie di parmigiano o di pecorino di fossa o stagionato nelle foglie di noce o lo stupendo “ubriacone”, stagionato, invece, in vinacce di uva nera! Accompagnate il tutto con la piadina romagnola o con la sfogliata d’Urbino, o con della “crescia”, magari con i “ciccioli” e con delle erbe (di campo) saltate in padella con aglio, rosmarino e poca salsiccia sbriciolata, annaffiatelo con San Giovese o con Rosso Piceno, non più vecchi di un paio d’anni o con un novello e frizzante lambrusco amabile!E al diavolo hamburger, pizze cotte in cinque minuti e condite in modo più o meno strampalato e tutte quelle bevande strane, che, se accettabili come bibite, non sono assolutamente adatte, però, ad accompagnare un buon pasto, soprattutto quel liquame scuro e gasato d’origine americana che non nomino per non essere querelato!Giovanni ha gli stessi miei gusti e quando può si ferma a mangiare da me, specialmente il giorno a pranzo, sia perché normalmente a quell’ora non rientra a casa e quindi non è atteso dalla moglie e non deve inventare scuse, sia perché è ghiotto di primi piatti, soprattutto di spaghetti, e siccome alcune mie ricette, quelle che a lui piacciono di più, non sono particolarmente dietetiche, preferisce gustarsele il giorno e non rischiare di appesantirsi troppo la sera.In modo particolare va in estasi per gli spaghetti all’amatriciana.E’ un piatto semplice ma gustoso. In proposito avevo sempre sentito un sacco di ricette diverse ed il modo di prepararli è stato sovente al centro d’intensi dibattiti.Alcuni anni fa, per dissipare ogni dubbio in merito, sono andato direttamente alla fonte, ad Amatrice, appunto.Lì, presso il ristorante “Da Giovannino”, ne ho finalmente gustato un piatto dal sapore paradisiaco, che nulla aveva a che fare con quelli fino ad allora provati.La ricetta è di una facilità sbalorditiva, ma va eseguita alla lettera in tutti i suoi particolari.Innanzitutto si deve usare esclusivamente il guanciale di maiale, cioè la parte salata, pepata e stagionata della guancia, niente pancetta, dolce od affumicata che sia, niente speck o salsiccia, solo quel bel triangolo, nero di pepe all’esterno, che, appena tolta la prima fetta, presenta un grasso biancastro e tenero, con un filetto di magro, rosa, appena accennato, al centro (al solo descriverlo mi viene l’acquolina in bocca!).Va tagliato a fettine piuttosto spesse, mezzo centimetro circa, e poi ridotte a striscioline larghe un paio di dita (di una persona normale, perché se prova Giovanni, con le sue manone, prende la fetta intera), si fa poi soffriggere con poco olio d’oliva a fuoco basso finché la parte grassa non diventa trasparente, rilasciando il suo bel unto nel tegamino. Per la perfetta riuscita del piatto, é indispensabile togliere i pezzetti di guanciale appena hanno iniziato a colorirsi per non farli indurire! Nel sugo rimasto si versa mezzo bicchiere di vino bianco, secco, e si fa evaporare a fuoco allegro, poi si aggiungono i pomodori, abbondanti, freschi od in barattolo a seconda della stagione, tagliati a pezzetti e si cuociono per pochi minuti, solo con il loro liquido naturale, senza aggiungere null’altro, quindi si aggiusta di sale (in genere ne basta pochissimo perché il soffritto è già salato); quando il sugo è pronto, a fuoco spento, si rimettono i pezzetti di guanciale e si lasciano insaporire nel pomodoro.Cotti gli spaghetti al dente (io uso Barilla n. 5), si versano in un “reale” (un piatto di portata basso e largo, se è alto e stretto gli spaghetti si sovrappongono troppo e rischiano di “incollarsi”), si condiscono con il sugo e si cospargono con abbondante formaggio pecorino, scegliendone un tipo non troppo stagionato, ed infine il pepe, macinato sul momento, con un macinino che lo sgretoli grossolanamente.Va beh, insomma … ciascuno ha i suoi gusti, ma se vi piacciono queste pastasciutte saporite e non temete la bilancia ed il colesterolo … provateli!Tornando alla mia vita sessuale, ormai, da diversi mesi, mi alternavo tra Giovanni e Valeria, mentre la cura ormonale aveva, a quel punto, espletato pienamente i suoi effetti ed i miei tratti somatici femminili erano prima affiorati e poi esplosi con tutta evidenza.La mia trasformazione non passò inosservata alla mia amante. L’arrotondarsi delle mie forme ed il crescere del seno, avvennero gradatamente nel tempo e forse, in un primo momento, lei pensò che mi stessi solo un po’ ingrassando, ma la depilazione, specialmente dopo l’ultima seduta, quando mi assottigliarono le sopraciglia, cambiò il mio aspetto in modo più repentino ed unitamente al resto dovette suscitarle forti perplessità.Per diverso tempo non mi disse niente, ma dall’espressione del viso capivo che s’era incuriosita e non poco, e che forse sospettava qualche mia anormale tendenza; tuttavia continuò a frequentarmi come sempre, i nostri rapporti, carnali e confidenziali non cambiarono di una virgola. La curiosità, però, la stava rodendo ogni volta di più, finché un giorno si decise a manifestarla.Anche in quell’occasione, come altre volte, era venuta a casa mia verso le nove della mattina, dopo aver accompagnato la figlia all’asilo. Era piuttosto nervosa ed all’inizio fumò diverse sigarette con mio forte disappunto, poiché non sopporto l’odore del fumo. Il suo malumore, come il solito, era provocato dal marito e sempre per lo stesso motivo: lei voleva andare a lavorare e lui non glielo permetteva.Anzi, veramente, cosa ben più grave, era la suocera che non voleva, perché, diceva, il suo “unico figliolo” non doveva consentire alla moglie di andare a lavorare come una donnetta qualsiasi, un’operaia o una domestica! Poco importa che Valeria é laureata e che, quantomeno, avrebbe fatto l’impiegata con la prospettiva, poiché é una ragazza in gamba, come aveva dimostrato prima del matrimonio, di una bella carriera avanti a lei. Sua suocera non sentiva ragioni ed il “figliolo” non osava contraddire “la mamma”!Da quando mi aveva conosciuto (anche in senso biblico) cercava conforto in me, facendo e disfacendo, una dopo l’altra, ipotesi di divorzio, di omicidio della suocera ed altre amenità del genere.Di solito, si sfogava per un po’ a parole, e poi con i fatti sul … mio letto, consumando la rabbia nei confronti del marito cornificandolo con immensa gioia! … Io non potevo che incoraggiarla!Eravamo appunto sdraiati, nudi, sul letto, affiancati, dopo due intense scopate, la prima dedicata “a quel cornuto di mio marito” e la seconda “a quella stronza di mia suocera”, quando, vedendola fremere dal desiderio di accendersi una sigaretta, la incoraggiai:”Valeria, non né puoi più dalla voglia di fumare eh! … Accendila pure … dai, dopo arieggerò la stanza!””Sei molto carino come il solito, ma … no, no, grazie … posso aspettare … ” poi si girò verso di me, mettendosi su un fianco, con il gomito appoggiato sul letto e con la testa sollevata e sostenuta dal braccio, mi guardò e proseguì:”scusami Piero, è da un po’ che te lo volevo chiedere … posso farti una domanda … un po’ imbarazzante … magari mi dirai di che m’impiccio, ma …”.Ci siamo, pensai, adesso vuol sapere del mio nuovo … look.Girai il volto verso di lei che mi sovrastava con il suo e le risposi:”imbarazzante … per chi? Per me? O temi che possa esserlo … per te la … mia risposta?””Beh no … no …” titubò un attimo vedendomi sulla difensiva “… non penso proprio che una tua risposta … su qualcosa che riguarda la tua vita privata … mi possa causare … imbarazzo … no, solo non volevo sembrarti una ficcanaso, ecco tutto!””Dai Valeria non ti preoccupare … spara pure!””Ok! Allora … per caso, sei diventato gay?” Mi chiese a bruciapelo, dopo un sospiro.Pur aspettandomela, in un certo senso, la domanda, espressa in maniera così diretta, mi colse alla sprovvista, mi stupì soprattutto il termine che aveva usato, un appellativo che a me, nonostante tutto, non é mai piaciuto.La guardai e lei colse la leggera contrarietà nei miei occhi e, mortificata, aggiunse:”oh … scusami Piero … non volevo offenderti! Ma da un po’ di tempo in qua mi sembri …””… un po’ effeminato, vero?” Conclusi io sospirando, poi mi rilassai concentrandomi su come risponderle.”No, Valeria, non mi sono offeso … stai tranquilla … mi hai solo sorpreso con quel termine … “gay” … nel quale non mi riconosco. Anzi, in realtà è una “parola” che m’infastidisce! Non per quello che significa concretamente, ma per quello che, in genere, vi è associato nell’immaginario collettivo!””Beh … scusami … non ho la minima intenzione di criticare le tue … ehm scelte … ma se detesti quel termine … perché …””… perché sto accentuando alcuni aspetti … beh … diciamo pure “effeminati”? … Hai ragione, ma mi riesce difficile spiegartela … questa presa di coscienza di una mia … indole da donna, però una cosa è certa … le definizioni “gay” o “omosessuale” non mi piacciono, nonostante tutto, perché evocano delle visioni di personaggi … diciamo strani … nei modi e nell’abbigliamento … tipo quelli delle parate dei gay pride, per intenderci, ai quali, senza voler togliere ovviamente nulla alla loro libertà, a me non piace essere associato, non per quello che rappresentano sessualmente, ma perché il loro modo di proporsi mi da … fastidio! … Comunque, per tornare al mio problema, proverò a spiegarmi, magari dicendoti delle banalità, cose che tu già saprai certamente, come tutti, ma che serviranno a me per precisare meglio il mio … essere”.Lei mi guardò con viva attenzione ed io proseguii:”tutti noi conviviamo con una parte maschile ed una femminile, più o meno forti. Di norma, la componente più evidente, quella che ci caratterizza, è quella in sintonia con l’esteriorità fisica e con gli organi sessuali, mentre l’altra è solo latente, in genere non ci accorgiamo neppure di averla. La natura, però, a volte, si diverte ad incasinare le cose, ed allora può accadere che il modo d’essere interiore ed aspetto fisico non corrisponda … come nel mio caso”.”Cioè … tu ti sentiresti … si insomma … dentro di te ti credi una donna?””Non mi credo, lo sono … io mi sento una donna! I miei attributi sessuali esterni mi spingono, ovviamente, verso il “gentil sesso”, ma il mio “io” nascosto mi fa desiderare gli … uomini, e non è solo un “diversivo” sessuale, è un forte desiderio interiore, un anelito prorompente della mia vera personalità …”,”ma, come è … accaduto? Quando ti ho conosciuto sembravi assolutamente … normale, se mi passi il termine, possibile che ci sei diventato o, … diventata (mi sorrise nell’usare il femminile) adesso? E prima? Sei stato sposato, fai l’amore come … un uomo … e ti senti una donna?””Lo so, … lo so, è difficile da capire anche per me, figuriamoci a spiegarlo! … E’ solo da pochi mesi che sono riuscito a prendere piena coscienza della mia bisessualità! Fino allora avevo solo una gran confusione in testa e…” le sorrisi “… non solo lì! … Certo, avendo gli organi genitali maschili, fin da bambino mi hanno educato come un maschietto ed anche nella pubertà e nell’adolescenza, fino a diventare adulto, mi sono sempre “forzatamente” identificato con tale sesso, almeno esteriormente. Però dentro no. Dentro ho sempre sentito qualcosa che … non quadrava, per esempio non sono mai riuscito ad avere un rapporto cameratesco con i miei amici, la nudità reciproca, che tante volte da ragazzi capita di sperimentare, mi generava panico, misto ad una non ben compresa … attrattiva! Non so come dirti, ma … insomma … con loro ero a disagio, invece mi trovavo molto bene con le ragazze, anche solo per parlare … per compagnia … mi sentivo vagamente più affine a loro, non nel fisico, ovviamente, ma intellettualmente, nel carattere e nei modi di pensare e di fare … e tutto questo mi preoccupava … mi spaventava, non riuscivo a capire la mia diversità o, forse, avevo timore di … capirla! … Gli altri, i familiari, gli amici mi spingevano a pensare che fosse tutto normale, perché, mi dicevano, che era la mia attrattiva di maschietto verso l’altro sesso, una forte e precoce pulsione, … insomma mi consideravano un “giovane dongiovanni”! … Figurati! Ed io non avevo il coraggio di parlare del mio malessere, perché … beh, come te, mi avrebbero detto che ero … gay e … me ne vergognavo!”Valeria mi guardava incantata, trasognata:”e poi …””poi mi sono staccato dalla famiglia, mia madre è morta e con lei la persona che temevo di far soffrire con la mia … anormalità. … Mio padre si è quasi subito risposato e si é disinteressato di me, ed io … di lui, non c’è mai stato molto feeling tra noi. Finché un giorno mi é capitata una rivista pornografica tra le mani ed ho visto scene di sesso tra uomini, non mi piacevano … mi sconcertavano, ma, nello stesso tempo, mi hanno eccitato. … Insomma, per farla corta, è diventato un chiodo fisso, un pensiero che mi sgomentava, ma che mi attirava nello stesso tempo ed alla fine … ho provato”.”E ti è … piaciuto?””Sì … ed ho continuato … anche dopo il matrimonio …” sorrisi di nuovo “… mia moglie mi ha “beccato” con un amico di famiglia … questo è il vero motivo del nostro divorzio! Ho continuato … certo … senza smettere, però, i panni maschili, alternando anche piacevolissimi rapporti eterosessuali, come con te, ad esempio, continuando a credere che fosse una mia particolare “curiosità” sessuale, … ma poche volte e con pochissimi uomini, perché … beh … sono un po’ selettivo nei rapporti interpersonali. Poi, qualche mese fa, ho conosciuto Giovanni, un gaudente medico con il vizietto dei … culetti maschili …””cioè è gay anche lui … o scusami … cioè tu no … e lui …”Gli sorrisi comprendendo il suo impaccio, il mio, invece, era del tutto scomparso: stavo semplicemente chiacchierando con un’amica!”No, non penso proprio che si possa definire gay, anche se prima, veramente, bisognerebbe definire esattamente cosa s’intende con questo termine, comunque no, non è lo “stereotipo” dell’omosessuale di cui ti dicevo prima … per intenderci! In tal caso, non l’avrei certo frequentato! E’ un tipo assolutamente normale, solo che qualche volta gli piace avere rapporti sessuali con … un altro uomo, soprattutto se giovane … lui, tuttavia, è disponibile solo per il ruolo attivo, ehm, cioè … maschile! … Bene, Giovanni ha capito subito il mio problema e l’ha fatto capire anche a me. … Io, o meglio, la mia personalità interiore è femminile, in maniera predominante, così come tanti tratti somatici del viso e del corpo! C’è stato, tuttavia, un “piccolo” errore d’assemblaggio, mi hanno messo gli organi sessuali di un uomo, anziché quelli di una donna, che mi sarebbero spettati secondo natura! … Così mi ha convinto, molto facilmente, ad esaltare la mia femminilità anche esteriormente. … Beh ora sai tutto ed … immagino che … d’altra parte ti capisco … non pretendo che tu mi …”.Non riuscii a finire la frase, perché Valeria mi si era chinata sopra, incollando le sue labbra alle mie ed infilandomi in bocca la sua lingua, calda e sinuosa.Ricambiai subito, allungando la mano sui suoi seni che erano lì, vicini ed invitanti, fu un lungo bacio, che, nonostante i due orgasmi precedenti, mi fece inturgidire subito il membro, complice anche la sua operosa mano, lei staccò appena le labbra e sussurrò:”uhm, la natura si sarà anche sbagliata, ma te l’ha dato sensibile e … ben funzionate!””Ecco, vedi! Questa è sempre stata la principale causa dei miei “amletici” dubbi … mi ha sempre tirato, alla grande!”Le risposi afferrandola per i fianchi e trascinandomela sopra.”Questa la dedichiamo ai capricci della natura … aaah!” Mi disse, mentre con una mano si sistemava il cazzo all’entrata della vulva, ancora bagnata dai precedenti orgasmi, e s’impalava di botto.”Oooh! … E a noi due! … Oooh!” Le feci eco io, tra i sospiri di piacere per la repentina introduzione della mia bestiola nella sua calda ed accogliente tana.Iniziò una bella cavalcata, mentre io la lavoravo meticolosamente al petto, ricambiato da lei sul mio che, per la prima volta, palpò con un nuovo interesse, trattandolo per quello che finalmente vedeva in una nuova prospettiva: un seno femminile. “Uhmm! … Piero … hai proprio delle belle tettine … come una donna … mi piace toccartele … uhmm … va a finire che scopro di esser un po’ lesbica … siamo una coppia perfetta!”Parlando ed accarezzandomi, mentre io la ripagavo con altrettanta cura, si eccitò fortemente e non ci mise molto a raggiungere un appagante orgasmo.Si accasciò sopra di me e dopo un bacio, questa volta di grata soddisfazione, scese e si mise a pancia sotto, invitandomi:”dai … adesso tocca a te cavalcarmi!”Valeria, da brava e sensibile amante, si era accorta da qualche tempo che a me piace prenderla in quella posizione e m’invita spesso a farlo. Ed è vero, il contatto con le sue natiche è qualcosa di estremamente piacevole.Non me lo feci dire due volte e, dopo un attimo, le ero sopra e nuovamente dentro, ed iniziavo a pompare, sbaciucchiandole il collo ed afferrandole i seni per titillarle i capezzoli.Ad un tratto mi domandò con un filo di voce:”ma è piacevole … nel sedere, voglio dire … non fa male?””Perché me lo chiedi … tu non hai mai provato?” “No, non ho mai avuto l’occasione … né da ragazza e né … sì, figurati, con mio marito … quello fa l’amore a luce spenta … “”beh … all’inizio fa un po’ male … specialmente le prime volte … ma poi … sì è bello! … Sicuramente dipende tutto dal partner … immagino … come il sesso in genere, d’altra parte, … se lo fai con chi ti piace è bello, … no!””Uhm, ma fa male … molto?””Mah … insomma … no, e … ehi, cos’é tutta questa curiosità? … Non vorrai mica provare?””No, no … scherzi! … Invece, “sì”, accidenti a te … mi hai fatto venire voglia! Ma tu … vuoi?””E me lo domandi, certo che voglio e … subito … prima che tu cambi idea!”Mi alzai da lei, che mi guardò incuriosita, mentre da un cassetto prendevo il tubetto del gel.”Quello cos’è?””E’ un gel lubrificante per facilitare la penetrazione””uhm … sei proprio un esperto in … oh scusami non volevo essere offensiva … solo che non posso fare a meno di …””… di fare battute di spirito!” Terminai io, aggiungendo con un sorriso divertito “… ma mi piaci anche per questo!”Lubrificai con scrupolosità tutte le parti interessate, desistendo dall’idea di infilarle un dito nel culo: le avrei fatto sicuramente male e, forse, avrebbe cambiato idea, meglio farle sentire direttamente il cazzo, il dolore sarebbe stato maggiore, ma intanto sarebbe entrato, e una volta dentro … Poi, mettendomi a cavalcioni sopra le sue gambe, le dissi:”adesso allargati le chiappe con tutte e due le mani …””mi raccomando … fai piano per favore!””Piano o no, il fatto è che deve entrare e … prima entra e meglio é!”Appoggiai la cappella sul buco e le diedi l’ultima raccomandazione:”quando spingo, tu forza lo sfintere verso l’esterno, sforzati come se dovessi … sì, insomma, hai capito, no?””Certo che ho capito … ma sei sicuro che … funzioni?””Non ti preoccupare … l’esperto sono io, no?”Sempre tenendolo in posizione con una mano, mentre con l’altra mi appoggiavo sul letto, iniziai a premere dicendole:”dai … adesso … spingi!”Nello stesso tempo diedi un colpo di reni e la penetrai.”Ahia! Fa male!”La cappella era interamente entrata e si era ben ancorata, trattenuta dallo sfintere.Liberai la mia mano e mi sdraiai sopra di lei, afferrandole nuovamente i seni e dedicandomi ai capezzoli, mentre le mordicchiavo il lobo dell’orecchio sussurrandole:”rilassati … non è nulla, vedrai ora ti passa … togli pure le mani, adesso”.Cominciai a darle qualche piccolo colpo per affondare più dentro di lei, ma il retto era veramente stretto e nonostante l’abbondante lubrificazione, il cazzo faceva fatica ad avanzare. Purtroppo, rinunciando ad infilarle un dito nel sedere, non ero riuscito ad ungerla all’interno, né, al posto del dito avevo potuto usare il tubetto con l’apposito erogatore, non l’avevo, il mio buco non n’aveva più bisogno!Proseguii con molta pazienza, entrando un poco e ritirandomi, per poi riprovare, ogni volta leggermente più a fondo.”Ti fa ancora male?” Le chiesi.”Sì, sì, ma … continua, … è un dolore strano … o forse è strana la situazione … ma … mi sto eccitando … dai!”In effetti, i suoi capezzoli si erano inturgiditi tra le mie dita ed io n’accentuai lo strofinamento, strappandole gemiti di soddisfazione.”Aaah! Sììì … dai … mi piace … continua … questo senso di … riempimento della pancia … mi stimola tutta … è un piacere … anomalo, ma è bello!”.Incoraggiato, aumentai leggermente la forza nel penetrarla, risolvendomi ad arrivare presto in fondo, altrimenti avrei rischiato di venire prima d’averglielo infilato tutto: sai che figura!La situazione, difatti, mi stava arrapando non poco, ed il suo stretto pertugio mi causava uno sfregamento che mi avrebbe portato presto all’orgasmo.Ancora un paio di colpi ed arrivai a toccarle le natiche con il pube: era tutto dentro!Lei continuava a gemere, allora per eccitarla ancora di più, staccai una mano dal seno e la portai giù, con l’idea di andare sotto la sua pancia e titillarle la clitoride.Scendendo incontrai la sua mano abbandonata sul fianco, allora mi venne l’idea di prendergliela e portarla sotto assieme alla mia. Lei non fece resistenza e quando arrivammo alla vulva, gonfia e fradicia, le nostre dita si unirono per dare inizio ad una danza, sempre più sfrenata, tra le sue cosce.Smisi di mordicchiarle l’orecchio ed avvicinai le mie labbra alle sue, non riuscivamo a baciarci in quella posizione, ma solo a sfiorarci con le lingue e, tra una linguata e l’altra, mi disse:”mi fai sentire … proprio porca … a masturbarmi con te … mentre me lo metti nel … sedere … ma mi piace … sto … sto … per venire ancora … anche tu dai … ti sento che stai per esplodermi dentro!”Non feci in tempo a risponderle, le sue parole lascive e sensuali, furono la goccia che fece traboccare il … cazzo; senza muovermi, sborrai per la terza volta dentro di lei, che, dal canto suo, prese a muovere freneticamente il bacino, e con le sue dita, svincolate dalle mie, si masturbò velocemente, urlando il suo nuovo orgasmo.Ci rilassammo, sfiniti. Mi alzai da sopra di lei, o meglio, mi rotolai di fianco, liberandola dal mio peso.L’accarezzai sulle natiche e mi sentii in dovere di darle qualche suggerimento:”appena passata l’eccitazione, ti farà di nuovo male … per un po’! Forse per tutto il giorno … eventualmente puoi lenire il disturbo con un qualsiasi prodotto idratante e calmante”.”Grazie del consiglio … in effetti, mi sono eccitata e ho goduto … proprio tanto … ma ora il fastidio si sente … e … ma oh … scusami … dovrei andare in bagno!” S’interruppe imbarazzata.”Anche quello … stimolo … è una conseguenza normale … fa così!”Quando tornò la vidi che si toccava dietro un po’ infastidita. “Vado in bagno io, adesso … tu intanto, prima di rivestirti ti conviene darti un po’ di quella crema lì”, le dissi, indicandole un barattolino di crema emolliente che era sopra il comodino.Quando tornai lei era già quasi interamente vestita e guardò con ammirazione la mia nudità:”certo che non fosse per quell’affare lì, saresti proprio una bella donna, poco seno, ma sodo ed un fisico … ” s’interruppe, mentre un sorriso le illuminava il viso, “di’ …” aggiunse poi, “… ti sei mai vestito da donna?””Ma sicuro … ” risposi “ho tutto un guardaroba femminile! … Vuoi vederlo?””Sì, sì, certo ma … addosso a te … dai vestiti da donna, voglio vederti!” Mi chiese incuriosita.Le sorrisi e mi avvicinai al comò aprendo un cassetto, poi mi fermai:”facciamo una cosa, allora, voglio farti una sorpresa, va’ in cucina a fumarti una sigaretta in santa pace ed io ti raggiungerò là””va bene, sono proprio curiosa di vederti nelle vesti di … Piera!”Appena uscì, iniziai la vestizione al femminile e, per prima cosa, indossai una specie di tanga.E’ un indumento che mi aveva consigliato Giovanni e che avevo acquistato, vincendo un forte senso d’imbarazzo, in un porno shop. Consiste, appunto, in una specie di tanga, con i cinturini elasticizzati che lo sostengono di color pelle. E’ munito sul davanti di un triangolo nero, con la parte interna di morbida imbottitura atta a contenere il pene in riposo, e, sotto, di un’altra parte, sempre color pelle, imbottita anch’essa, per il contenimento dei testicoli.In pratica si sovrappone all’organo maschile, coprendolo, e, grazie al triangolino nero e all’invisibilità dei cinturini e della parte bassa, in penombra, senza toccare con mano, può far scambiare un uomo per una donna; sicuramente è utile, allo stesso scopo, sotto i pantaloni.L’eventuale erezione del pene è il solo problema che può mettere in difficoltà chi l’indossa. Giovanni, appunto per evitare un tale inconveniente, mi aveva dato un medicinale in pillole ad effetto calmante, penso a base di bromuro, che, per diverse ore, rattrappiva il pene, rendendolo, in pratica, insensibile agli stimoli. L’avevo già sperimentato ed ero certo della sua efficacia: dopo poco tempo dalla sua ingestione, nonostante avessi provato a masturbarmi, ricercando l’eccitazione con giornali porno, pensieri sconci ed altri stimoli sempre, di solito, ben funzionanti, non ero riuscito a spostarlo di un millimetro, sembrava non esistesse! In quel momento, avendo deciso d’indossare una gonna, per il mio abbigliamento a favore di Valeria, avrei potuto farne anche a meno, ma un certo senso di perfezionismo mi spinse a metterlo.Mi ammirai allo specchio, ma non rimasi soddisfatto del tutto. Allora lo tolsi e ne indossai un altro che, anziché un semplice triangolino, aveva una sagoma color carne, molto più elaborata, perfettamente aderente sulla pancia e sulle cosce, del tutto simile al pube di una donna, compresa una folta peluria artificiale, che, al momento dell’acquisto, avevo scelto bionda come i miei capelli.Mi era costato un occhio della testa, ma il risultato era quasi perfetto, chi non l’avesse saputo, difficilmente avrebbe pensato che sotto quel monte di Venere artificiale c’era un cazzo vero! Indossai, poi, le mutandine, ridottissime, trasparenti, il reggiseno, appena leggermente imbottito che aumentava la mia silhouette, una corta gonna, non proprio mini, ma abbondantemente sopra il ginocchio, ed un maglioncino attillato a giro collo.Mi diedi una bella ravvivata alla fluente chioma, spazzolandola energicamente per esaltarne le ondulazioni ed entrai in cucina ancheggiando.Valeria era appoggiata allo stipite della portafinestra che si apre sul balcone, tenendola leggermente aperta per soffiare fuori il fumo della sigaretta. Quando mi vide per poco non le andò di traverso, strabuzzò gli occhi ed esplose in un gesto di meraviglia:”cazzo che … gnocca!” “Ma ti sembrano parole da … signora!””Beh, quando ci sono gli uomini ci stiamo attente … ma tra donne ci diciamo questo ed altro! E tu, cara Piera, sei proprio una … donna! … Che roba!””Dai non prendermi giro … su … si vede … no … che sono un travestito!””Travestito? … Ma tu vuoi scherzare? … Se esci così, sai quanti maschietti ti sbavano dietro!” Nel dirlo i suoi occhi s’illuminarono di malizia.”Uh! Che idea … adesso usciamo a fare due passi … io e te … da brave amiche … eh … che te ne pare?””Mi pare che tu sei … matta da legare … come ti vengono ‘ste idee? Io mi vergogno … non ne ho certo il coraggio! … Figurati!””Dai … di cosa vuoi vergognarti! … Sei … sei … perfetta … ma prima un po’ di trucco … dai che ti aiuto …””non ho niente di quelle cose lì, non le ho mai usate …””allora useremo il mio … forza, su, vieni qui … siediti … non fare la ritrosa … ” mi guardava veramente divertita, soprattutto, penso, del mio imbarazzo, “… da ragazza mi piaceva un sacco truccare mia sorella più piccola … sono bravina non temere”.Nel frattempo nonostante la mia ritrosia, mi ero seduto dove aveva detto lei, che, trafficato un po’ nella sua borsa, estrasse una trousse e mi si avvicinò … minacciosa!”Purtroppo non ho tutto il necessario … solo del rossetto e la matita …””ma è anche troppo … figurati … o mamma … il rossetto …””dai stai ferma o viene male … ecco così … brava”.Armeggiò per un po’ sul mio viso e poi si tirò indietro per guardare il risultato.”Uhm … niente male … con del fondo tinta ed un po’ di mascara … saresti perfetta! Dai, vatti a specchiare!”Andai davanti alla specchiera dell’ingresso e “quella” che vidi, in un primo momento mi mise a disagio, ma poi mi riempì di soddisfazione: ero una bella ragazza, ed effettivamente, paragonandomi con Valeria al mio fianco, non c’era … differenza! La sola remora era nella mia testa, che non si era ancora abituata a quell’immagine femminile.Rimasi in silenzio guardando lo specchio con un aria così pensierosa, che la mia amica, pian piano, cambiò espressione, dall’iniziale aperto divertimento, il viso, si fece serio, comprensivo delle mie agitazioni interiori.Poi, per scuotermi, mi prese sottobracci e mi sussurrò:”bando alle tristezze, cara mia! Credimi sei magnifica! … Ma non puoi uscire in ciabatte e senza calze, siamo in autunno ed oggi è un po’ freddino fuori”.”Davvero vuoi che esca con te … vestito così?””Vestita, Piera, vestita … non sbagliarti … dai, che altrimenti si fa tardi.”Tornai in camera accompagnato da lei e tirai fuori il mio assortimento di calze di nylon che la stupì:”caspita … che scelta … e roba di marca! … Però, hai buon gusto!””Trovi? … Beh veramente … mi sono sempre piaciute … hanno sempre esercitato un gran fascino sulla mia fantasia!”Scelsi, con la sua approvazione, delle calze chiare, leggere, autoreggenti, i collant non mi piacevano.Poi mentre lei era seduta sul letto, io, di fronte a lei, alzai la gonna per indossare le calze e …”Piera!” Esclamò esterrefatta “ma che fine ha fatto il … cazzo!””Beh, ma in tutti questi mesi non t’eri accorta che era … finto! L’ho … smontato!” Le risposi gongolante per la sua sorpresa e per il modo allucinato di guardarmi.”Come … smontato! Ma … allora … tu …” poi, d’improvviso, incapace di credermi, allungò una mano e … scoprì la messa in scena.”Per la miseria che razza di trucco! Ti giuro che ci sono rimasta di sasso … se non fossi stata più che certa che il tuo era un cazzo … vero … ma dai … allontanati, fatti ammirare!”Con una civetteria tutta femminile, mi allontanai un po’ e, tenendo la gonna alzata, feci una lenta giravolta completa, per consentirle di ammirarmi, “verso et recto”, davanti e di dietro!Terminata … l’esposizione, tornai vicino a lei sul letto ed indossai le calze, ed, infine, un paio di scarpe con il tacco, non troppo alto, con le quali riuscivo a camminare senza troppi … inciampi!Completai il tutto con una giacca sportiva, chiara, che mi arrivava giusto sotto la vita e le dissi con un sospiro:”sono … pronta … che Dio ce la mandi buona!”Lei mi guardò con aria critica:”e la borsa? … Nessuna signora uscirebbe senza una borsa! E poi sei nuda sul collo, ci vorrebbe una collana, un giro di perle, o qualcosa del genere”.”Ma Valeria, io non ho mai pensato di dover uscire … vestita così … non ho niente di simile!””Nemmeno un foulard da mettere attorno al collo?””No, no, come te lo devo dire … il mio é solo un abbigliamento … ehm casalingo, per me …””… e per il tuo amico Giovanni!” Concluse lei divertita, poi facendo le spallucce, concluse:”dai, dai … non importa … usciamo … e facciamo un po’ di shopping per completare la tua … metamorfosi!”Con le gambe pesanti dalla paura, adesso che era arrivato il momento, uscii con lei sul pianerottolo e mi chiusi la porta alle spalle.Mentre aspettavamo l’ascensore, l’aprirsi di una porta al piano di sotto, mi gettò nell’angoscia, strinsi il braccio a Valeria e le sussurrai con un filo di voce preoccupata:”Oddio … e se … incontro un vicino di casa che mi … conosce?””E beh … ti conosce come Piero, ma tu sei … Piera … la sorella che è venuta a trovarlo, no!”Come in trance, mi ritrovai fuori del portone d’ingresso, a camminare sul marciapiedi, sorretto da lei che mi teneva sottobraccio, i cento metri scarsi che ci separavano dalla sua auto, mi sembrarono non finire mai. Avevo l’impressione che tutti ci guardassero con curiosità, sospettando il mio travestimento, e lo dissi sottovoce a Valeria.”Ma va là …” mi rispose lei allegra “… certo che ci guardano … in fondo siamo due belle … donne!”Come Dio volle raggiungemmo la sua auto, dentro la quale mi rifugiai in fretta.”Allora … come va?” Mi chiese avviando l’auto ed immettendosi nel traffico.”Come vuoi che vada … ho una fifa!””Non essere sciocca … ti assicuro che sei perfetta … pensa d’essere Piera e … basta!””Tu hai ragione, ma non è quello che penso io che mi preoccupa … è quello che potrebbero pensare gli altri se mi riconoscessero!””Non ti preoccupare, chi vuoi che pensi che tu non sei una donna … nessuno può immaginarlo … neanche chi ti conosce come Piero … forse, solo se incontrassi Giovanni!””Uhm mi hai … quasi convinto … cercherò di esser più naturale possibile, e del resto … la mia natura femminile mi … dovrebbe aiutare! Dove hai intenzione di andare?””Oh! Ecco, brava … vedi che ragioni, finalmente! Pensavo di parcheggiare in centro e fare un giretto per negozi, che ne dici?””Sì, sì, fai tu, per me va bene”.Feci, così, la mia prima esperienza in pubblico in … abiti femminili. Superai presto il mio iniziale imbarazzo, che era diventato quasi panico al momento di entrare in un negozio per acquistare la borsa, specialmente nel momento di parlare con la commessa che ci aveva accolto con un accattivante sorriso.Mi diedi della stupida per non aver pensato di dire a Valeria di parlare solo lei facendomi passare per muta o per straniera, ma ormai ero lì ed affrontai la prova.Quando parlai la ragazza non fece una piega, ma d’altra parte cosa mi aspettavo: che mi ridesse in faccia, magari sbruffando!Il timbro della mia voce, alle mie orecchie, sembrava sempre il solito, non mi rendevo conto che, invece, giorno dopo giorno, a seguito delle cure ormonali, si era trasformato, e, probabilmente, per la mia interlocutrice, aveva soltanto un tono un po’ roco, e niente di più.D’altra parte tutto il suo atteggiamento fu improntato alla massima naturalezza nei miei confronti e, quando uscii dal negozio, orgogliosa della mia borsa a tracolla – dopo aver affermato che mi piaceva talmente che la volevo usare subito – mi sentii veramente donna, dentro e fuori!La positiva esperienza mi diede la necessaria sicurezza per rilassarmi e godere la mia nuova personalità, mi sentivo stranamente libera ed … euforica, quasi eccitata: dal camminare, sentendomi strusciare le cosce sotto la gonna, dal contatto delle gambe con l’aria fresca che mi dava la sensazione di essere nuda, e dagli sguardi ammirati, a volte concupiscenti, degli uomini. (Avete notato che oramai sto raccontando di me al femminile! … E così sarà da qui in avanti).Lo shopping continuò, acquistai qualche oggettino di bigiotteria, il necessario per il trucco ed un foulard, che mi volle regalare Valeria come gesto benaugurale.Infine, si era intanto fatto quasi mezzogiorno, ci sedemmo in un bar per un veloce aperitivo prima che la mia amica dovesse scappare a prendere la bambina all’asilo e tornare a casa.”Allora … Piera, come va?” Mi chiese sottovoce, non appena si fu allontanato il cameriere.”Uhm! Bene, adesso … proprio bene! All’inizio, hai visto, avevo una gran paura, ma ora mi è passata e sono … veramente eccitata! Devo proprio ringraziarti … è stato il mio sogno di … sempre … ma da sola, senza il tuo aiuto … non lo avrei mai realizzato!” Le risposi con enfasi.”Mi fa piacere … ma stai attenta a non eccitarti troppo … se si eccita anche lo … strumento di Piero … “”ah … beh … quello … adesso non è un problema … ho preso una pasticchina che mi ha dato Giovanni e per qualche ora sarà solo un … “sspp”!” La tranquillizzai con un sorriso enigmatico.”Che vuol dire … “sspp”?””Serve Solo Per Pisciare!””Eh! Cioè non ti … funziona più?””No, cara mia, è proprio morto …” poi abbassando ancora di più la voce aggiunsi”… puoi fargli quello che vuoi ma è … del tutto insensibile!””Cazzo! … Non ci provare a farmi uno scherzo simile … quando ti vengo … ehm … a trovare … eh! Sarebbe proprio uno scherzo del … cazzo!” Disse soffocando a stento una risata.”Beh di che ti preoccupi, faremo un po’ di sesso … saffico!””Quello … potrebbe non dispiacermi, ma … poiché hai anche un buon attrezzo, perché dovrei rinunciarci? … A proposito di sesso saffico, sai che mi hai sorpreso fin dalla prima volta per quel tuo modo delicato di accarezzarmi e di baciarmi e … non solo in bocca!””Davvero?””Sì, veramente! Non avevo mai sperimentato un comportamento così tenero, affettuoso, tu sei sempre pronta a farmi godere in … modo esclusivo! In genere, invece, un uomo tocca una donna non tanto per farle piacere, ma, soprattutto, per trarne piacere lui ed, in ogni modo, le sue carezze sono sempre piuttosto virili! Piacevoli, certo, stimolanti … ma non veramente … appaganti! … Oh, adesso non pensare che io abbia avuto, poi, tante esperienze, oltre a mio marito, ma … lui in queste cose non conta!”Le sorrisi:”Valeria, a sentirti, sembrerebbe che tuo marito non sia capace di fare sesso!””Ed è la verità! C’è da stupirsi che sia riuscito a … mettermi in cinta!””Ma dai, ora esageri, va beh, forse, adesso è in una fase di stanca … quant’è, cinque anni, che siete sposati?””Sì, cinque anni lo scorso mese di settembre …” confermò lei con sospiro di rassegnazione,”ecco, appunto, ma almeno all’inizio del matrimonio avrete fatto sesso … sfrenato, no!””Ma quando mai! Durante il breve fidanzamento più di un bacio non ha mai osato … e poi, era baciare quello? Mai che mi avesse messo la lingua in bocca! Una volta ho provato io ed è rimasto lì, insensibile come un pezzo di … legno! Sembrava sorpreso, quasi … schifato! Alla fine mi sono rassegnata e, va beh, ho pensato, sarà timido … mi vorrà rispettare prima delle nozze!””Ma, perché, eri vergine, prima del matrimonio?””No, certo! … Te lo detto, non ho avuto tante esperienze, ma proprio … a secco, prima di sposarmi, non ci sono stata! Dopo sì … finché non ti ho conosciuto!””E lui lo sapeva … che non eri più vergine, voglio dire!””Certo! … Non glielo mica nascosto!””E, allora, che senso aveva, aspettare il matrimonio, per portarti a letto?””Ah, non lo so proprio, ho pensato che fosse solo timidezza … ma poi mi sono dovuta ricredere! Insomma, Piera, per lui scopare è solo un’incombenza coniugale e si limita al puro atto sessuale, … niente preliminari, esclusivamente sul letto, rigorosamente io sotto e lui sopra, sempre di sera e a luce spenta! Trac … trac … mezzo minuto ed è fatta e si gira dall’altra parte, con la coscienza a posto di chi ha assolto i propri doveri!””Ma, almeno lo fate spesso?””Macché, solo una volta la settimana! Se va bene! Però è sistematico, non sgarra mai, solo il sabato sera, e, se capita che ho le mie cose, o qualche altro contrattempo, si salta fino al sabato successivo!””Che allegria! … Come fai a sopportarlo?””Ma che ne so! Mi tocca farlo, non ho alternative e poi c’è Marianna, mia figlia, ti pare che in un divorzio me la lascerebbe? Figurati! Quell’arpia di mia suocera non aspetterebbe altro, si riprenderebbe il suo “figliolo” con la nipotina e la “sgualdrinella”, che sarei io, via di casa!””Beh non so se la cosa sarebbe, poi, così scontata, non ti sembra?””No, Piera, le cose andrebbero sicuramente così … tu non li conosci! E’ gente nota in città, bene in vista, specialmente il marito, mio suocero, è preside al liceo, presidente di non so quanti comitati cittadini, sono molto legati all’ambiente clericale, … ma scherzi! Io vengo da fuori, sono arrivata qua con il matrimonio, in pratica non conosco nessuno … a parte te! E … tu sei … la mia ancora di salvezza … ma in una causa di divorzio potresti darmi solo sostegno morale! … Io … non me la sento di rischiare di perdere mia figlia!””Forse hai ragione tu, ma non te la prendere troppo, dai! Hai tua figlia … hai me per amica e per … amante e … spero che tuo marito, se ti fa mancare il sesso … non ti faccia mancare, almeno, i soldi!” “No … veramente … quelli no, non ha mai fatto storie sulle mie spese, anche se devo dire che io non sono particolarmente spendacciona! E … oh mio Dio è mezzogiorno passato, scusami Piera, ma bisogna che scappi altrimenti mi chiudono Marianna fuori dell’asilo e chiamano i vigili, dai andiamo … ti riaccompagno a casa”.Si concluse così la mia prima uscita in abiti femminili. L’esperienza m’era talmente piaciuta che la ripetei molto spesso, sia da sola, sia con Valeria, acquisendo una sempre maggior spigliatezza, senza avvertire più alcun senso d’imbarazzo, anche quando, a volte, incrociavo lo sguardo stranito di qualche vicino di casa, ma siccome io non avevo dato confidenza a nessuno, tranne un semplice e doveroso saluto, nessuno si sentì autorizzato a fermarmi per chiedermi qualcosa, anche se i loro sguardi traboccavano di malcelata curiosità. M’immagino i commenti tra loro, ma non me ne importa assolutamente nulla, sono talmente appagata dal mio nuovo modo d’essere che non m’importa di null’altro.
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