Salve, sono il proprietario di un pornoshop, e come potete ben immaginare grazie al mio lavoro vengo a conoscenza delle abitudini sessuali di molte persone. Sono molte le storie che potrei raccontarvi, e l’ultima volta mi sembra che vi ho raccontato della deflorazione anale di Antonio, un mio affezionato cliente, ad opera della sua ragazza, Rocca. Tuttavia, come vi avevo accennato, la storia di questi cari ragazzi non era certo finita, e ora che ho un po’ di tempo libero vi narrerò il seguito. Dunque, era ormai passato in po’ di tempo da quando Antonio era stato inculato per la prima volta, il rapporto tra i due teneri fidanzatini sembrava aver trovato nuova linfa grazie a questa pratica. Antonio veniva abbastanza spesso da me per acquistare del buon lubrificante e per affittare video porno sulla sodomia. Rocca si eccitava molto a inculare il suo amore mentre vedeva un baldo giovane che in un film usava la stessa cortesia alla bella di turno. Io poi cercavo, per far cosa gradita ai miei cari e giovani clienti, di trovare materiale porno che trattasse proprio della sodomizzazione di uomini da parte di donne. Insomma tutto filava liscio e tranquillo, e sembrava che questa nuova armonia fosse destinata a continuare chissà per quanto tempo. Ma sappiamo bene com’è l’essere umano, in lui l’insoddisfazione è sempre in agguato e prima o poi, statene certi, viene fuori, e prepotentemente. Anzitutto, Antonio cominciò a chiedere sempre più insistentemente di poter avere anch’egli l’onore di deflorare Rocca. Ma la ragazza non ci pensava neanche di concedergli il suo culetto. Adesso che aveva preso tanto gusto a incularlo, gli sembrava inconcepibile l’idea di sottoporsi anche lei alla sodomizzazione. Ci teneva troppo al suo ruolo attivo, per lei ormai questa cosa era una parte irrinunciabile del loro rapporto. “Io non mi farò mai inculare da te, amore. Devi capirlo, devo essere solo io tra noi due quella che incula. Voglio possederti, come fai tu quando mi scopi. Solo così sento che sei completamente mio, comunque non voglio che tu creda che io sia così egoista. Ti giurò che ti offrirò un culo da farti. E credo che tu abbia capito benissimo che mi riferisco a mia sorella.” Penso che ormai miei cari lettori abbiate cominciato a conoscere abbastanza bene questa Rocca, e perciò immagino sia superfluo dirvi che la cara ragazza si attivò subito per realizzare il suo proposito. Ma anche ai più determinati di noi capita che la situazione sfugga di mano. Dunque, Rocca cominciò a lavorarsi senza tregua la sua sorellina, che per inciso si chiama Giovanna. Non passava giorno senza che le magnifiche doti di Antonio come amante non venissero ampiamente lodate. E ovviamente ciò era un vero tormento per Giovanna, la quale se ben ricordate non era molto soddisfatta delle prestazioni del suo ragazzo. “E poi non ti dico come mi lecca bene. Il bello è che si vede che a lui piace farlo, capisci non è come gli altri che lo fanno perché pensano che gli tocca, o che lo fanno solo per farti eccitare un po’ e dopo solo due minuti, proprio quando cominci a goderti la cosa, all’improvviso smettono e te lo infilano dentro, credendo che te ormai non desideri altro che beccarti il loro magnifico cazzo. Lui continua a leccarmi fin quando non ne posso più, e a volte gli piace fare solo questo. Dice che è bellissimo per lui regalarmi questi orgasmi.” “Basta! Smettila di parlarmi di Antonio. Se continui dovrò cambiarmi gli slip tanto saranno bagnati.”. E fu a questo punto che Rocca si lasciò prendere la mano e andò oltre le sue intenzioni, forse per la voglia di strafare, o forse per un desiderio inconscio, chi lo sa il perché. “Davvero ti stai eccitando così tanto? Vieni qua che ti aiuto. Ti ricordi quello che facevamo da piccole sotto le lenzuola, prima di addormentarci?“. Una vergogna carica di eccitanti ricordi investì Giovanna: “Ma allora non sapevamo cosa stavamo facendo, era solo un gioco per noi.”. “Forse, ma comunque devi ammettere che era proprio un bel gioco.”. Rocca allungò una mano sotto i pantaloni del pigiama di Giovanna e cominciò ad accarezzarle la fica, che cominciò a stillare gocce di piacere. Avrebbe ancora potuto fermarsi in tempo, ma la nostra eroina volle continuare. Sfilò i pantaloni e gli slip, con la bocca s’inumidì l’indice e quindi iniziò a stuzzicare delicatamente il clitoride della sorellina. Non ancora soddisfatta di ciò, introdusse delle dita nella vagina per stimolarne la parete anteriore. A questo punto la richiesta della sorella non avrebbe dovuto sorprenderla: “Dai ti prego leccamela!”. “Come??!!…” fu l’unica cosa che riuscì a dire Rocca, che solo adesso si rendeva conto di quanto fosse andata oltre. “Sì leccamela, tu e le mie amiche non fate che dire quanto è bello farsela leccare e a quel cretino del mio ragazzo gli fa schifo leccarmela. Dai fallo che non resisto”. Rocca era paralizzata dalla reazione della sorella. La faccenda le era sfuggita di mano, lei aveva messo in conto solo un bel ditalino e niente più, proprio come più o meno era capitato quando erano piccole. “Dai che aspetti, sono un lago tra le cosce. Leccamela! Non ce la faccio più.”. “A leccartela ci penserà Antonio” provò a dire Rocca. “Ma Antonio adesso non c’è, e io ho bisogno ora di una bella lingua che mi mandi in paradiso la fica. Fallo tu ti prego!”. “Su, non essere impaziente ti ho detto che ci penserà Antonio, adesso goditi questo”. “E allora vattene a inculare il tuo Antonio! E già che ci sei fatti inculare anche te! Non ho certo bisogno di te per masturbarmi, lo so fare benissimo anche da sola.” Le parole rabbiose di Giovanna la ferirono. Si sentiva umiliata, ma non riusciva a dare torto alla sorella. In fondo fino a pochi attimi prima non aveva fatto altro che provocarla e ora si tirava indietro come la peggiore delle scolarette. Oramai doveva andare fino in fondo, tirò il classico sospiro di quando ci si appresta a compiere un ingrato compito e ficcò la testa fra le cosce della sorella. Stando a quanto mi disse in seguito, trovò l’odore e il sapore della fica molto meglio del cazzo. Inoltre era molto più comodo leccare la fica e ovviamente non si rischiava nessun conato. Solo che non era altrettanto scenografico che fare un pompino. Usò proprio questo termine: scenografico. Le mancava quel piccolo rito di sottomissione consistente nell’inginocchiarsi di fronte a un uomo, il rumore della cinta che viene slacciata, e la sensazione di potere che le dava il ritrovarsi fra i denti quell’affare così potente all’apparenza ma così indifeso in realtà, almeno in occasioni di questo tipo. Comunque vi posso assicurare che da quella volta prese a leccare abbastanza spesso la passerina della sorella, e ben presto cominciò ad appasionarsi a tanti nuovi piccoli riti, sensazioni, gesti, sicché dopo un po’ non sentì più la mancanza di alcun tipo di “scenografia”. Ed ora immagino che vi aspettiate che vi racconti di come Antonio ha inculato Giovanna, ma ho poco tempo a disposizione e ci sono cose più interessanti da raccontare. Vi basti sapere che iniziò un bel ménage à trois, e che era proprio Giovanna quella che ne traeva i maggiori benefici. Giacché Lei era al centro delle attenzioni degli altri due. Al riguardo vi voglio dare solo un ultima informazione: grazie a tutto ciò Giovanna abbandonò l’idea di lasciare il suo ragazzo, infatti oramai era pienamente appagata in fatto di sesso e non c’era motivo di dargli il ben servito, in fondo era pur sempre un caro ragazzo ed economicamente dotato, cosa quest’ultima che ha sempre un suo peso. Ma adesso veniamo a queste benedette cose più interessanti che successero in seguito. Dunque, quella fatidica notte Antonio e Rocca si stavano recando in discoteca “Cara, ma non è la macchina di tuo padre quella là” “E sì è proprio lui” “Scusa, ma che ci fa da queste parti?“ “Ma che ne so, ogni tanto la sera esce, dice che in casa si sente soffocare. Mi da un fastidio quando fa così. Anche se a dire il vero son poche le volte che riesco a sopportare mio padre.”. “Ma lo sai che su questa strada si prostituiscono un sacco di trans? “ “E tu come fai a saperlo ?” “Che c’entra lo dicono tutti… e poi un paio di volte… passando di qui…dopo averti riportato a casa gli ho visti…” “Sì sì…ti credo proprio, ma ne parliamo dopo. Adesso segui l’auto di mio padre e guai a te se ti fai scoprire.”. Antonio fu molto bravo, lasciò che l’auto del paparino si allontanasse un po’ e poi cominciò a seguirla tenenendosi sempre a debita distanza, per non attirare l’attenzione del genitore. Era già grande la sorpresa dei due, ma rimasero completamente di stucco quando videro quel perfetto esemplare di padre di famiglia abbordare un trans e senza tanti complimenti caricarlo in macchina. “E io che pensavo che mio padre al massimo andasse con qualche puttana. Invece s’incula i trans.” furono le prime parole che riuscì a dire Rocca dopo la scena che aveva appena visto. “Ma mica è detto che se lo incula, può essere pure che è il trans che incula lui.” se ne uscì Antonio. “Forse sta sera mi ripeto un po’ tropo, ma tu come fai a sapere ste cose ?” “Ma si sa…lo sanno tutti… si legge anche sulle riviste che… ci sono anche quelli che vanno coi trans per farsi inculare.” “Sarà, ma tu mi sembri un po’ troppo informato per i miei gusti. Comunque ora mi hai incuriosita, e voglio sapere se mio padre l’incula i trans o si fa inculare “ Sicché aspettarono che il caro genitore riaccompagnasse il trans al suo posto di lavoro. Quindi, dietro lauta mancia, si fecero dire dal trans come erano andate le cose. Vennero così a sapere che il padre di Rocca era un frequentatore abituale del posto, ma che era poco amato dai trans perché voleva sempre solo ed esclusivamente essere inculato. Infatti, come sapete, ai trans conviene più farsi inculare, dato che questo gli costa molta meno fatica. Nel mentre ascoltava il trans Rocca andava elaborando proprio un bel piano. Dovete sapere che Rocca aveva con il padre un classico rapporto di amore e odio. Da piccola aveva avuto una vera e propria adorazione per il padre, ma crescendo si accorse dei numerosi difetti che aveva. Negli ultimi tempi poi le era divenuto veramente insopportabile. Non faceva che lamentarsi di tutto e di tutti. Soprattutto umiliava continuamente la moglie, non perdeva un’occasione per ricordarle l’incalzare del tempo, tant’è che la poverina ormai si era convinta di essere da buttare via, anche perché il nostro padre di famiglia da molto tempo non si sollazzava più con lei. “Ma adesso basta ! “ si disse Rocca, doveva finirla di comportarsi così. Non poteva certo continuare a umiliare la mamma, a ripetere fino alla nausea di quante donne più belle e più giovani si sarebbe fatto se ne avesse avuta l’opportunità, e poi andare a spendere un mucchio di soldi per farsi inculare dai trans. Gli ci voleva proprio una bella lezione, per il bene della famiglia. E naturalmente per impartire questa lezione Rocca trovò un modo che le avrebbe anche permesso di togliersi qualche suo sfizio. Per il suo piano Rocca aveva bisogno dell’aiuto non solo di Antonio ma anche della sorella e della madre. “Mamma, guarda queste foto.” Rocca porse alla madre delle foto che erano state scattate a prezzo di molti sacrifici e di numerosi appostamenti. “Non ci posso credere ma questo sembra proprio …” “Non sembra, è. Lo abbiamo scoperto io e Antonio. Guarda cosa fa quel porco. A casa dice che i froci gli fanno schifo, e guarda invece che servizietti si fa fare.” . Maria, così infatti si chiama la madre di Rocca, ebbe bisogno di sedersi, la scoperta gli aveva fatto crollare il mondo addosso. “E poi ha perfino il coraggio di dire che ormai sei vecchia e brutta. Quel bastardo merita una lezione.” “Ma forse quanto a questo ha ragione, io ormai ho una certa età. E non mi curo molto, i soldi non sono molti e ho sempre tante cose da fare.”. “Ma che dici, tu sei ancora una bella donna. Tutti i miei amici lo dicono, anche Antonio. E lo sai che lui mi ha confessato che qualche volta ha fatto un pensierino su di te” “Ma potrei essere sua madre” “Sì, ma una bella madre.”. Questa volta Rocca, memore dell’esperienza con la sorella, non proseguì oltre su questo tono, c’erano altre priorità, per ora, e non bisognava farsi distrarre. Era infatti necessario convincere la madre a partecipare al piano. Fortunatamente per Rocca l’impresa non si rivelò molto ardua, le fu abbastanza facile far leva sulla voglia di rivalsa, nonché sulla vanità a lungo repressa e ovviamente anche sull’ astinenza sessuale subita negli ultimi tempi. Finalmente siamo arrivati al giorno in cui Rocca mise piede per la prima volta nel mio negozio. Grazie a quello che mi raccontava Antonio si può dire che la conoscevo abbastanza bene anche senza averla mai vista prima. Lei si diresse verso di me abbastanza sicura di se e senza tradire il minimo imbarazzo, ma del resto Antonio le parlava spesso di me e della mia grande discrezione. E dato che, come ho appena detto, tramite Antonio era come se ci conoscessimo, ci fu facile entrare subito in confidenza. Sicché Rocca mi spiegò, senza reticenze, la situazione e mi chiese se avevo qualcosa di più grande da darle. Il nostro caro padre di famiglia si stupì nel trovare tutta la famiglia al completo ad aspettarlo. Quando tornava a casa dal lavoro era quasi sempre sera tardi, sicché trovava solo la moglie ad attenderlo. Ma quella sera c’era persino il fidanzato di una delle figlie, ovviamente non poté fare a meno di notare la stranezza della cosa, ma mai avrebbe potuto immaginare cosa sarebbe avvenuto. Appena ritennero essere il momento giusto tutti quanti furono addosso alla ignara vittima del complotto. Come si usa dire in questi casi, ogni resistenza fu vana. Il soggetto venne completamente immobilizzato e quindi portato in camera da letto ove, per mezzo di corde ai polsi e alle caviglie, fu legato a letto coniugale in posizione prona. E qui miei cari inizia il bello. “Antonio, mio marito dice che sono vecchia e brutta, è vero secondo te?” “Assolutamente no, Signora. Io personalmente mi eccito sempre quando penso a lei. E già che ci sono posso prendermi qualche libertà?” “Certo! Fai pure caro. Hai visto Vittorio che c’è chi mi apprezza.”. Antonio cominciò a spogliare la donna e a cercare di eccitarla bene bene. “E adesso guarda come Antonio soddisferà la mamma, se lo merita poverina, visto che l’hai trascurata e umiliata da tanto tempo, per correre a farti inculare.” disse Rocca, che nel frattempo si era distesa sopra il padre e premeva, pericolosamente, il suo grande fallo finto contro il culo di lui. Antonio intanto aveva spogliato completamente la signora ed era intento a goderne le grazie. Finalmente poteva toccare a sazietà quelle magnifiche tette e succhiarne i capezzoli. Sentirla bagnata era fonte di grande eccitazione e orgoglio. Come gli piaceva il fatto di non dover più nascondere la sua erezione, ma anzi esibirla davanti a tutti soprattutto davanti alla madre di Rocca. Ma ben presto cominciò ad avvertire l’imperioso bisogno di ficcare il suo cazzo in quella fica così bagnata. Fece distendere la donna sul letto, proprio accanto al marito, quindi le alzò le gambe per appoggiarle sulle sue spalle e quindi prese a penetrarla. E proprio allora Rocca iniziò a inculare il paparino, cercando di tenere lo stesso ritmo di Antonio. Nonostante cercasse di resistere, il caro genitore dovette arrendersi al piacere che gli procurava la figlia e non provò più a nasconderlo, lasciandosi andare, in fine, a uno dei migliori orgasmi della sua vita. Ma non era ancora finita. Appena Antonio finì di fottere la Signora madre, Rocca volle che tutte le femmine lì presenti si dessero da fare per eccitarlo al massimo, per permettergli di compiere il suo ultimo compito. Al ragazzo non sembrava vero, aveva addirittura tre donne che erano intende a dargli piacere. Ma questi servizi avrebbe dovuto ben presto pagarli. Al momento giusto Rocca fece un cenno alla sorella, che provvide subito a spalancare le chiappe del padre. Completamente ebbro di piacere si lasciò distendere sul corpo dell’altro uomo, e fu proprio Rocca a guidare il cazzo di Antonio dentro al culo di suo padre. “Pare che gli uomini si divertano a vedere le donne che scopano tra loro. Adesso vediamo se la cosa vale anche per noi donne. Avanti fateci eccitare, forza inculalo bene!” disse la nostra eroina mentre con una mano si masturbava e con l’altra accarezzava le palle del suo amato per permettergli di inculare con maggior vigore. E così termina questa storia. Ora la famiglia di Rocca è felice. Il padre non rompe più le scatole e da quando la sua consorte ha imparato a usare i miei articoli non esce più la sera a farsi inculare dai trans. E ovviamente Antonio si reca molto spesso in visita a casa della sua ragazza, per la gioia di tutti i componenti di questa bella famigliola, anche se, poverino, ultimamente sembra un po’ stremato.
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