La seconda giornata a Praga fu per i ragazzi del Liceo Scientifico Marconi decisamente estenuante. Il giovane prof. Pietro L. li costrinse ad una visita interminabile dei monumenti praghesi. Si muovevano rigorosamente a piedi perché per contenere il costo della gita si era deciso di non noleggiare un pullmann per gli spostamenti, così ben presto i ragazzi iniziarono a manifestare il loro malumore. Anche Claudio e Federico si lamentavano come gli altri ma in realtà erano piuttosto allegri. I loro giochi della notte scorsa li avevano sconvolti un po’ ed erano ancora su di giri. Anna e Francesca, le rispettive ragazze, notarono la freddezza con cui le trattavano, ben diversa dall’ardore del giorno precedente, ma non sembravano preoccuparsi più di tanto. La più eccitata però era Luisa G., la professoressa di scienze che la sera prima aveva combinato un appuntamento con Claudio, l’alunno a suo giudizio più arrapante del liceo. Dopo cena i ragazzi chiacchieravano nella hall dell’albergo e Claudio colse l’occasione per dileguarsi discretamente. Salì al primo piano e bussò sommessamente alla porta di Luisa. La professoressa aprì immediatamente. Indossava una vestaglietta leggera e sotto niente. – Entra dai -La porta si era appena richiusa dietro Claudio e già Luisa in ginocchio frugava nella cerniera dei jeans del ragazzo.- Ho voglia del tuo cazzo giovane, hmm che bella mazza -E poco dopo la verga eretta di Claudio svettava dalle mani della professoressa. Luisa strinse l’uccello alla base e iniziò a giocarci: gli scoprì la punta e vi soffiò sopra, poi lo baciò a labbra strette sul frenulo e lo inghiottì. Pompava con foga mordicchiandogli il prepuzio, succhiando la cappella e scendendo fino a ospitare in bocca quasi per intero i 17 cm di Claudio; affondava con piacere il naso nella folta peluria che circondava il cazzo inebriandosi del prepotente odore virile che ne affluiva. Per quanto soddisfatta dell’incontrollata eccitazione del ragazzo di fronte ad un pompino fatto con tanta perizia, Luisa temette che Claudio, così giovane e arrapato, potesse venire troppo presto così interruppe la fellatio e, rialzatasi in piedi, lo baciò teneramente in bocca percorrendo con le mani i fianchi e il petto del maschietto. Claudio si sfilò un po’ impacciato il maglione e Luisa, afferratolo per l’uccello dritto, lo condusse sul letto. Lo fece sdraiare supino e, afferrato il mento tra il medio e l’indice, gli diceva sottovoce quanto fosse arrapante baciucchiandolo di quando in quando. Poi gli alzò dolcemente la maglietta scoprendo il bel petto glabro e abbronzato. Lo baciava follemente sui pettorali non gonfi ma ben delineati e godibilissimi alla vista come al tatto mentre con le mani finiva di sbottonare la patta dei pantaloni che presto furono abbassati fino alle ginocchia. Allora anche lei si spogliò: in un solo gesto si sfilò la vestaglietta e fu completamente nuda di fronte allo studente sempre più incredulo di essere stato così omaggiato dalla buona sorte. Si gettò di nuovo sul cazzo di Claudio succhiadolo con avidità: voleva gustare fino in fondo quel pezzo di carne che la eccitava tanto. In Claudio vedeva un ibrido tra il bambino e l’uomo, era per lei la personificazione della giovinezza nella sua potenza irrefrenabile: l’ingenuità, l’immaturità, la spensieratezza, il fisico così efebico unito al sorriso malizioso, lo sviluppo sessuale ormai compiuto e così ben testimoniato dalle pulsioni, dal cazzo, dagli odori portavano Luisa a idealizzare il ragazzo. Lo vedeva infatti come una specie di maliziosa divinità pagana legata alla pubertà, alle iniziazioni sessuali, al sesso più sfrenato e ludico, trastullo di maschietti perfetti e allegri esaltati dalla scoperta del più bello e potente dei giocattoli: il loro esaltante palo di carne. Claudio intanto biascicava qualche verso inintelligibile perso in un piacere mai provato.Luisa si interruppe ancora, non ce la faceva più: ora voleva essere posseduta. Claudio capì. Le fu sopra poi, dopo aver strizzato, mordicchiato, agitato, accarezzato i seni grandi e sodi, si strinse a lei. Luisa lo lasciò fare. Lui era accaldato, sudatissimo, e a lei piacque sentire quel corpo bagnato sulla pelle. Gli massaggiò la pancia e i fianchi fino ad agguantare le chiappe appena pelose e tornite sussurrandogli nell’orecchio: – scopami ora -.Non se lo fece ripetere due volte e in breve penetrò la professoressa. La fica era già abbondantemente irrorata e l’uccello di Claudio scivolò facilmente dentro. Per quanto lubrificata la fica di Luisa era piuttosto stretta così il cazzo del ragazzo aderiva perfettamente alle pareti della vagina. Claudio andava su e giù con forza mentre Luisa godeva follemente: si aggrappava alla schiena del maschio saggiando con piacere la freschezza di quella carne giovane e ben modellata, intrecciava le gambe attorno al culetto spettacolare di lui poggiandogli, quando ci riusciva, i piedi sulle chiappe. Il contatto con quella carne giovane la sconvolgeva e mentre lui la scopava con un ardore e una forza che non si sarebbe immaginata in un ragazzino di 19 anni fu attraversata da un nuovo orgasmo. In preda ad un godimento che nemmeno von Aschenbach se mai fosse riuscito a mettere le zampe sul bel Tadzio, lo incitava come una pazza:- sì, sei un torello magnifico, sfondami così come una cagna -Claudio non era meno esaltato da quella scopata così spettacolare. In preda all’eccitazione più indomabile pensava solo a spingere il suo bell’uccellino dritto, rosso e bagnato su e giù nella fica di Luisa. Gli orgasmi ripetuti della professoressa lo eccitavano sempre più e lo spingevano ad intensificare ulteriormente il ritmo delle botte. Intanto affondava il volto nei seni prosperosi di lei ora succhiando un capezzolo, ora baciandola ovunque. Presto non poté più resistere così estrasse l’uccello e Luisa con un paio di colpi di mano lo fece venire su di lei. Emise due abbondanti schizzi che accompagnò con due urla di piacere rauche ed eccitanti che bastarono per scatenare l’ennesimo orgasmo di Luisa la quale, lasciato libero il campo da Claudio, non paga si sgrillettava la passera freneticamente. Seguì qualche altro spruzzo minore di sperma dopodiché Claudio si accasciò sulla professoressa che, abbracciatolo maternamente, lo tenne per un po’ sul suo petto.Ma il riposo durò ben poco. Luisa infatti, ripresasi dall’estasi di poco prima, si preoccupò che qualcuno degli amici di Claudio si insospettisse della scomparsa dell’amico e volesse quindi scoprire che fine aveva fatto. Così lo fece alzare dal letto, lo aiutò a rivestirsi e, fattasi giurare che nessuno avrebbe saputo nulla di quest’episodio nell’interesse di entrambi, lo congedò frettolosamente con un bacetto rapido ma molto sentito sulla guancia.
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