Oggi il mio pulcino ha ben pensato di invitare a pranzo il suo socio con la compagna. Non ero molto soddisfatta, tra di me ho pensato “Non si può stare in pace neanche in agosto… questi non faranno altro che parlare di lavoro! Ed io che farò per passare il tempo senza troppo annoiarmi?” Ho messo la minigonna bianca che a lui piace tanto, quella più corta che ho, per cui basta un movimento per intravedere tutto… ed insieme una camicetta celeste, leggermente sbottonata davanti, che lascia intravedere il mio seno prorompente. Sono uscita dalla stanza giusto quando ho sentito suonare il campanello, perciò lui non ha potuto fare nessun commento sul mio abbigliamento, si è limitato a lanciarmi un’occhiata mista di approvazione e di sdegno… in realtà sapevo bene che non avrebbe desiderato di meglio, gli piaceva da morire che mi mettessi in mostra per i suoi amici, ed io lo facevo volentieri. Mi piaceva essere guardata ed ammirata, ma ancora di più godevo nel sapere quanto era lusingato lui a sapere che ai suoi amici si gonfiavano le patte dei pantaloni nel guardarmi… Certo che anche la compagna del suo socio non si era tirata tanto di meno… canottierina ultra attillata in microfibra di un color rosa confetto, e gonna fino alle ginocchia, lilla con dei disegni floreali, probabilmente di seta, che lasciava ben intravedere un tanga nero. “Che gran troia!” ho pensato tra di me… Nel vederla così conciata mi sono sentita partecipe di una sorta di sfida, avrei fatto di tutto per eccitare il mio ed anche il suo uomo (perché no?) più di lei. Durante il pranzo ogni gesto, ogni movimento, era mirato per mettere ancora più in mostra le mie forme, che erano comunque più pronunciate delle sue. E gli occhi dei nostri uomini erano spesso rivolti nella mia scollatura; la cosa mi stava eccitando. Anche quando mi giravo piegandomi o allungandomi per mettere in mostra parte delle natiche che si potevano intravedere dal di sotto della minigonna sentivo i loro sguardi puntati proprio là dove volevo. Quel perverso gioco che stavo attuando mi piaceva da morire,! mi sentivo bagnare senza quasi volerlo… Ero pienamente soddisfatta. Dopo il caffè il mio tesoro ha portato gli ospiti in soggiorno, mentre io sono rimasta in cucina con una scusa, dato che non avevo nessuna intenzione di partecipare ancora ai loro noiosissimi discorsi da soci. “Povera lei” ho anche pensato, ma comunque si sapeva districare abbastanza bene con le parole, cercava di mettersi sempre in mezzo comunque… Ho indossato il grembiule ed ho iniziato a lavare i piatti. E proprio mentre li sciacquavo è tornato il mio pulcino. Si è messo dietro di me, ed ogni volta che mi allungavo a riporre un piatto sciacquato poteva godere del mio culetto in bella vista. Dopo qualcuno dei miei movimenti si è avvicinato di più, ed ha dato un forte tastone alle mie chiappe con entrambe le mani, assicurandosi così del fatto che erano completamente scoperte. “E brava la mia puttanella” mi ha sussurrato, “ti piace fare la troia quando ci sono i miei amici, eh?” Ho sorriso. Lui ha continuato “Allora, ti sei messa il perizoma oppure non hai proprio nulla sotto?” Gli ho risposto di verificare da sé. “Brutta troia!” mi ha ripetuto, ha allungato la mano sotto la minigonna e mi ha accarezzato il solco del culetto seguendo la striscia del perizoma. “Brava… allora stavolta non sei stata troia fino in fondo, qualcosa ce l’hai sotto… Ora però finisci di lavare i piatti come piace a me, voglio vederti” Sapevo benissimo cosa intendeva dire, cosa voleva. Gli ho chiesto se i suoi amici se ne fossero andati. La sua risposta è stata “Tu non preoccuparti dei miei amici, pensa a fare ciò che ti ho detto e basta”. Conoscendolo avrei dovuto capire subito che la risposta equivaleva a dire “No, sono ancora di là”, ma mi sono lasciata trasportare senza troppi pensieri. Ho tolto la gonna, poi la camicia, il reggiseno ed il perizoma, lasciando tutto a terra e rimanendo con addosso solo il grembiule, proprio come piaceva a lui. Ne andava matto. Ho ripreso il mio lavoro. Per un po’ è stato fermo a guardarmi, poi mi ha detto di divaricare leggermente le gambe. Ha posato una mano sotto la mia vulva, ed ha iniziato ad accarezzarmi sentendomi già piacevolmente bagnata “Che gran troia sei!” mi ha detto… “Cos’è che ti ha fatta tanto bagnare? Vedere che più il mio socio ti guardava e più gli si ingrossava il pisello? …Puttana che non sei altro!” Sapevo che tutte quelle parole erano intese solo a! d aumentare la mia e la sua eccitazione, non c’era niente di male in tutto ciò, non mi avrebbe mai detto quelle parole con cattiveria. E difatti ad eccitarmi ci riusciva benissimo. “Ora continua pure a lavare i piatti. E guai a te se smetti o se ne rompi qualcuno. Io torno subito amore…” Ho continuato come mi aveva ordinato. Dopo pochissimi istanti l’ho sentito tornare e riavvicinarsi a me. La sua mano si è riposata sotto la figa, ma questa volta ha fatto penetrare subito due dita. È rimasto lì fermo dentro di me per qualche attimo, e poi ha iniziato a muoverle avanti e indietro provocandomi piaceri non da poco. Era davvero difficile continuare a fare i piatti in quel modo, ma me lo dovevo imporre. Vedendo che non davo segni di cedimento, però, si è inginocchiato dietro di me, tra le mie gambe ancora divaricate, e dopo aver posato la lingua sul mio clitoride si è messo a leccarmi, andando ad inumidirmi sempre di più, dalla figa al culo… percorreva tutto il tracciato con la sua lingua, partiva da sotto, dal clitoride, e poi saliva indietro, andando a toccare il mio orifizio vaginale, poi quello anale, e continuava a salire per tutto il solco. Voleva farmi impazzire, lo sapevo bene. “Sei un gran bastardo!” gli ho detto, e la cosa non ha fatto che aumentare la ! sua eccitazione nel voler raggiungere lo scopo prefissatosi. Voleva vedermi cedere a tutti i costi, voleva farmi cadere tra le sue braccia. Il mio lavoro era diventato sempre più lento, le posate che sciacquavo mi ricadevano ripetutamente nella schiuma del lavandino. Era veramente un gran bastardo! “Cos’è tesoro? Non ce la fai più?” A quelle parole mi sono lasciata cadere veramente… Ho portato le mani nel lavello con quello che avevo in mano, ho spinto il sedere più in fuori per farmi leccare ancora meglio, ho divaricato le gambe per essere un po’ più dilatata sotto la sua splendida lingua, ed ho socchiuso gli occhi cercando il piacere più intenso. Ma a queste mie mosse lui si è fermato di colpo. Si è alzato in piedi, ed è venuto al mio orecchio dicendomi “Che cosa ti avevo detto tesoro? Guai a te se ti fermi… ricordi? Ora pagherai per averlo fatto!” Con un movimento deciso ha tirato i nastri del grembiule slacciandoli e facendo cadere anch’esso a terra. Ha messo anche le su! e mani nel lavello insieme alle mie, le ha ben riempite di schiuma, e poi è venuto a percorrere il mio corpo. Ha posato quanta più schiuma potesse sui miei seni, poi ha continuato scendendo sui fianchi e sui glutei, per poi accarezzarmi e riempire di schiuma anche il pelo del mio pube. A volte era davvero un gran maiale! Poi mi ha presa per i fianchi così, completamente nuda e mezza piena di schiuma, e con un rapido movimento mi ha girata facendomi appoggiare a 90 sul tavolo. In quell’istante ho potuto notare che davanti a me stavano ancora i nostri ospiti, che si erano ben goduti tutta la scena, tanto che il collega del mio tesoro stava già palpando in modo deciso i seni della compagna. Mi ha preso le mani ancora piene di schiuma, e me le ha appoggiate al suo cazzo durissimo, in modo da inschiumare per bene anche quello. Dopo ciò mi ha urtata per farmi riappoggiare bene al tavolo ed ha iniziato a scoparmi. Era violento nei movimenti, non mi faceva male, anzi, ma capivo bene che voleva dominarmi per mostrare al suo collega che per quanto troia fossi lui mi aveva sempre in pugno, ed al tempo stesso voleva farmela pagare per come mi ero comportata durante il pranzo, per come mi ero vestita, per come mi ero messa in mostra, e per come li avevo fatti eccitare entrambi. Giusto un istante prima di venire mi ha fatta inginocchiare davanti a lui, e dopo avermi costretta a prenderglielo tutto in bocca e succhiarglielo un po’ mi ha sborrato fino in gola, tenendomi la testa ferma per impedirmi di sfuggire a quell’ingoio. “Avete visto quanto è troia la mia cagnolina in calore?” ha poi chiesto alla coppia che ci osservava. “Ora perché non insegni anche a lei come si fa una bella pompa con ingoio? Il mio collega mi ha detto che lei non gliele vuole fare, che ha paura che lo sperma non le piaccia. Ma diglielo tu quanto è buono, e cosa si perde! Dai, faglielo assaggiare, valla a baciare!” E infilandomi un dito nel culo mi ha condotta fino a lei. Non potevo fare altro, quando mi mette le dita dietro non capisco più nulla, e mi trovo ad obbedire a qualunque ordine senza neanche accorgermene. Quella troia, però, non si è tirata indietro, e non ha fatto nemmeno un piccolo cenno di protesta o di ribellione. Si è lasciata baciare con trasporto, essendo lei stessa la prima ad infilarmi la lingua in bocca cercando il nettare del mio uomo. “Cazzo, che troia!” ho pensato nuovamente… “La sborra del suo uomo no, ma del mio sì! Maledetta vacca…” Mentre ci baciavamo le mani del suo uomo le toglievano il tanga e la canottiera, continuando poi un lungo massaggio ai seni, mentre il mio pulcino (che ora più che un pulcino mi sembrava un grandissimo porco) le teneva sollevata la gonna, mettendo così in mostra la sua figa depilata. Il mio tesoro ha preso la mia mano destra, e l’ha portata alla figa della ragazza “Senti quant’è bagnata… L’hai proprio eccitata con le tue performance tesoro… E questo bacio sarà stato sicuramente la ciliegina sulla torta, ormai starà per venire… Dai amore, falla godere!” e così dicendo ha spinto tutte le mie dita nella sua vagina allagata, che se le è risucchiate senza proteste né difficoltà. Continuando a tenermi il polso, il mio uomo me l’ha fatta scopare con la mano per un po’, fino a quando anche le sue gambe hanno cominciato a dare segni di cedimento. Allora l’ha presa in braccio e l’ha portata sul divano, facendola stendere con le gambe aperte. Il suo socio, invece, prendendomi per mano ! mi ha accompagnata di là, e mi ha fatta nuovamente inginocchiare, ma questa volta non mi trovavo di fronte ad un grosso cazzo, bensì ad una figa larga e ben depilata. Mi avevano sempre fatto un po’ senso le fighe così conciate, come quelle di una bambina, ma le mani dei due uomini che mi stavano dietro non mi hanno dato il tempo di provare disgusto, spingendomi la testa dritta tra le cosce spalancate della mia coetanea, che si è lasciata slinguazzare per bene. Man mano che le leccavo la figa ed il clitoride muovevo le dita dentro di lei, che in preda all’eccitazione buttava la testa all’indietro mugugnando piacevoli sospiri. Ed in men che non si dica entrambe siamo state travolte dal piacere, lei da un orgasmo puro sotto la mia lingua, ed io da un sottile godimento nel sentire una figa sotto la mia bocca. Nel vederla godere i due soci me l’hanno tolta di sotto, e si sono gettati a leccarla insieme, per assaporare ogni suo liquido intrinseco di piacere, tutti i suoi umori sta! vano ormai colando tra le bocche dei due… mentre lei continuava ad urlare di piacere. Finito il trattamento la ragazza è stata stesa sul tavolo del salotto, con le gambe piegate, mentre il mio pulcino si è messo in piedi davanti a lei. Mi ha ordinato di scoparmi il suo socio, e poi, tenendola per le cosce, ha iniziato a sbattersela. Da quella posizione poteva chiaramente vedere il divano, dov’era ovvio che avrei dovuto mettermi io con l’altro in modo che lui potesse osservarmi. Il suo collega si è steso sul divano sussurrandomi “Dai bella, vieni qui, prenditelo tutto dentro!”. Ma io, inaspettatamente, non ho ubbidito, bensì mi sono messa a 69 ed ho iniziato a succhiargli il cazzo guardando dritto negli occhi il mio tesoro che si fotteva quella grandissima puttana. Lo succhiavo con tanta foga mai avuta, forse inconsciamente volevo farlo venire prima che il mio uomo venisse o facesse venire l’altra ragazza. Ero proprio una gran puttana anch’io, stavo facendo la puttana, e mi divertivo a farlo. In pochissimi minuti sono stata riempita da una violenta eiaculazione tra le mie labbra. Quello sperma aveva un sapore magnifico, ed avrei voluto gustarmelo tutto, deglutirlo, ma mi sono sadicamente diretta verso la sua compagna, e con un altro bacio gliel’ho riversato nella bocca. “Hai visto? Non era poi tanto male la sborra del tuo uomo, no?” A quella scena il mio pulcino è andato in estasi, ed ha preso a scoparla con una foga più incredibile di quella che avessi messo io nel pompino appena fatto. “Ora vai a scopartelo troia, muoviti!” mi ha ordinato, ed io non l’ho fatto attendere. Mi sono seduta sul cazzo già nuovamente in tiro dell’amico ancora steso sul divano, e dopo averlo infilato tutto dentro la mia figa umida ho iniziato a cavalcarlo. Nella sua scopata lui continuava a guardarmi, mi vedeva muovere il culo in cerca dell’orgasmo, e dopo un po’ ha consigliato all’amico di infilarmi un dito nel culo… “Vedrai come gode!” gli ha detto. Il socio non se l’è fatto ripetere due volte, si è succhiato il dito medio e me l’ha infilato dolcemente nel culo, andando a spingere sempre di più. Ho iniziato a sentirmi sempre più troia, i miei movimenti si sono fatti più sensuali e più ondulatori, cercavo il piacere ovunque lo potessi trovare. Ha aggiunto un altro dito, mi stava facendo morire. Lo stavo scopando sentendo perfettamente il suo cazzo sfregare all’interno delle mie pareti vaginali, e quello sfregamento mi stava procurando un piacere assurdo. Dopo aver fatto urlare di piacere quella vacca, il mio tesoro si è precipitosamente diretto verso il mio culetto, e dopo che il collega ha tolto le sue dita è venuto a sfondarmi il culo con il suo cazzo. Stavo godendo di culo e di figa proprio come una grandissima troia! Urlavo come impazzita, e loro mi sbattevano violentemente, piacevolmente eccitati da tutto quel mio gridare… Dopo un po’ il mio compagno ha estratto il cazzo dal mio culo, e l’ha diretto verso la mia figa. “Ora ti sfondiamo amore… Voglio vedere quanto puttana riesci ad essere!” E spingendo a più non posso ha infilato anche il suo cazzo nella mia vagina. Urlavo per quanto ero piena. Quei cazzi duri mi facevano male, ma nonostante tutto non avevo mai goduto tanto. Ora in due, entrambi nella mia figa, quasi non riuscivano a muoversi, ma si alternavano cercando di lubrificarmi sempre di più, facendomi provare un piacere sempre più immenso. Intanto anche l’altra ragazza si era avvicinata, dopo essersi riposata dalla potente venuta che le aveva fatto provare il mio splendido tesoro, e quest’ultimo le aveva preso la mano chiedendole “Hai mai trastullato un clitoride che non fosse il tuo? Dai, vieni qui, ti insegno io…” E con le sue mani magiche mi ha fatta toccare in modo stupefacente… L’orgasmo clitorideo è stato quasi immediato, ma anche quello vaginale è arrivato di lì a poco. Una giornata veramente splendida direi!

