Sono un ragazzo, ma mi sento donna. Ricordo la prima volte che ebbi un rapporto con un uomo. All’epoca ero al primo anni di università a Bologna ed ero ospitata da un mio zio che possedeva un appartamento li. Per risparmiare soldi avevo chiesto di ospitarmi per qualche tempo e lui fu felicissimo di farlo in un appartamentino attiguo al suo dove viveva con la moglie. Aveva circa 50 anni e mi era sempre piaciuto fisicamente…. naturalmente nemmeno lui sapeva delle mie sempre piu’ evidenti tendenze femminili che ormai faticavo a nascondere. Da quando ero piccola mi vestivo da donna, prendendo in prestito mutandine calze e reggiseni di mia sorella o di mia madre, e mi agghindavo per bene quasi ogni sera prima di andare a letto chiudendo la porta a chiave e stendendomi sul letto immaginando un sacco di belle situazioni erotiche che mi vedevano protagonista nei panni di ragazza. A volte pensavo che il solo scherzo che la natura mi aveva fatto fosse stato il piccolo pene che portavo in mezzo alle gambe e la mancanza degli organi sessuali femminile…. per il resto, da fisico ben fatto e magro, alla pelle vellutata, una peluria molto sottile su tutto il corpo e agli atteggiamenti ero esattamente come una donna…. e mi piaceva esserlo. Avevo notato crescendo anche un pò di seno che si era formato ed io ne ero proprio orgogliosa anche se faticavo spesso a nasconderlo soprattutto d’estate al mare e quindi tenevo spesso la maglietta larga dicendo agli amici che il sole mi faceva male…… Tralascio i primi amori per i ragazzi rigorosamente mascherati da amicizie con conseguenti lunghi periodi di tristezza e torno al racconto. In quel periodo, dicevo, ero ospite di mio zio che spesso veniva nella mio appartamentino a parlare del piu’ e del meno come vecchi amici e a chiedermi come fosse l’impatto con l’università. Una sera, che pensavo fosse a cena fuori con amici , avevo deciso di indossare il mio bel completino intimo come facevo praticamente sempre quando sapevo di non poter essere disturbata. Si trattava di un completino composto da un paio di calze bianche autoreggenti, un paio di slip e mini reggi ricamati e semi trasparenti sempre bianche. Dopo essermi fatta una lunga doccia calda e rilassante strofinandomi e profumandomi per bene ogni parte del corpo cominciai ad indossare il mio bell’intimo in maniera volutamente sensuale, immaginandomi davanti ad una platea di spettatori ammirati dal mio corpo nudo: poi mi avvicinai allo specchio e cominciai a truccarmi delicatamente con del rimmel e un po’ di rossetto chiaro. Davanti allo specchio intento buttavo l’occhio sull’immagine del mio corpo riflessa e notai anche visivamente la mia eccitazione in quel momento scorgendo i capezzolini induriti che cercavano di oltrepassare l’orlo merlato del leggero reggiseno bianco. Il mio pene era semirigido ma dentro di me stavo vivendo un momento di eccitazione tremenda… ma non mi fermai, continuando la mia “preparazione” indossando una collanina al collo molto carina, un braccialetto d’orato, e degli orecchini. Alla fine passai qualche minuto ad ammirare la mia opera sorridendo dentro di me a coloro che un giorno avrebbero usato e tratto piacere da quella meraviglia sessuale che in quel momento mi sentivo. Poi accadde l’imprevedibile. Avevo lasciato la doccia scorrere, non so perché, e probabilmente non avevo sentito la porta del mio appartamentino aprirsi e quindi trasalii quando nel riflesso dello specchio vidi che dietro di me c’era una persona in piedi sulla porta aperta del bagno: era lui! Come seppi più tardi non era andato fuori con la zia perché non gli piaceva la compagnia di quella sera ed era stanco. Io mi girai improvvisamente cercando di coprirmi istintivamente e arrossendo dall’indescrivibile imbarazzo e cercando di pensare qualcosa che giustificasse la situazione: vestita con l’intimo da donna, truccata e profumata davanti allo specchio del bagno…… no non mi veniva in mente proprio niente! Mi colse un momento di sconforto e scoppiai in lacrime…. “Mi spiace…. mi spiace zio….” dicevo mentre fuggivo dal bagno per andare a rifugiarmi in camera…. . Solo per un momento lo avevo guardato in faccia prima di abbassare lo sguardo e li, da sola nella camera, ne ricordavo solo l’espressione stupita e silenziosa immaginando come avrebbe potuto reagire…… Passarono alcuni minuti di apprensione, pensavo che se ne fosse già andato non sentendolo più, e in quei momenti cercavo di superare lo choc convincendomi che avesse pensato ad uno scherzo ma soprattutto sperando che non lo dicesse a nessuno. D’un tratto però sentii la sua voce da fuori della porta… “Valerio…? Posso entrare? Stai bene?” Non risposi, e continuavo a piangere sommessamente. Disse ancora “… Scusami se sono entrato senza suonare…. non sapevo…… .posso entrare un attimo?” non sapevo che dire…. .ma gli dissi piangendo che se voleva poteva farlo Non avevo il coraggio di guardarlo…. e lo sentii solo quando si sedette accanto a me sul letto. “Scusami…. .non dovevo entrare così….” Mi disse dolcemente “Mi…. dispiace zio…. io…. io… non volevo che tu venissi a saperlo cosi…. .” rimase un po’ in silenzio poi disse “ad essere sincero…… lo sospettavo…” e lo disse prendendomi il viso e girandolo verso di lui “su…. non ti preoccupare…. se tu sei felice cosi…. .io lo sono per te….” Continuò sorridendomi “Zio…. io..io non sono gay…. .semplicemente mi sento donna…. donna in tutto…” “SStttt…. .non serve dire niente.” Poi notai uno sguardo fugace al mio corpo “e cmq lo sembri. Sembri davvero una bella ragazza. E sei molto eccitante. Davvero! E’ fortunato il tuo fidanzato…. se ne hai uno” L’ultima parte la disse scherzosamente e io gli sorrisi…. ora mi sentivo rassicurata e protetta “Non ho un ragazzo zio…. e non ho mai avuto nessun rapporto…. non ho ancora avuto il coraggio di presentarmi agli altri così…… ma davvero pensi che io sia bella?” “Sei meravigliosa…. .la tua bocca, il viso, la pelle, il corpo liscio e ben fatto…. .se non sapessi chi sei ti scambierei proprio per una ragazza…. .e che ragazza….” e mi disse questo avvicinando il suo viso al mio e cingendomi le spalle dolcemente. Sentivo il calore del suo corpo vicino al mio, il suo alito sul mio viso e mi sentivo rassicurata vicino a lui. Mi stavo addirittura eccitando. Anzi…. ero estremamente eccitata. “d..davvero…. ti piaccio…. zio…. ?” dissi con voce tremante per l’eccitazione non scostandomi dalla sua vicinanza e guardandolo negli occhi…. “Si” e mi bacio’ dolcemente le labbra. Si stacco’ per un attimo, mi sorrise, e mi bacio’ nuovamente perdendomi delicatamente il viso con la mano. La sua lingua si insinuò lentamente nella mia bocca.. Era il momento meraviglioso che avevo tanto sognato…. lui sempre tenendomi la lingua nella bocca appassionatamente, affondò la mano tra i miei capelli mentre con l’altra correva giù lungo il fianco carezzandomi dolcemente la pelle dei fianchi. Io gli cinsi il collo con le braccia rispondendo al bacio bagnato che ci stavamo scambiando. Poi mi spinse indietro e mi trovai distesa sul letto con lui di fianco che continuava a muovere le mani e la lingua sul mio corpo…. “Sei meravigliosa cara…. .calda sensuale e perfetta…. .starei qui ad accarezzarti e baciarti per sempre…. ” “mmmm..si… continua ti prego zio…. non ti fermare… ti prego… fammi tua…” mi prese dolcemente la mano e la accompagno tra le sue gambe dove sentivo un gonfiore incredibile…. ero felice di fargli quell’effetto e l’essere li mezza nuda tra le sue braccia era per me una sensazione indescrivibile…. poi improvvisamente mi prese per la testa e indirizzo il mio viso contro la sua patta rigonfia…. “Forza aprimi la zip e prendimelo in bocca cara….” Io non aspettavo altro…. volevo dimostrargli la mia riconoscenza per il momento che mi stava regalando e quindi tirai velocemente la cerniera e misi dentro la mia manina. Lo sentivo enorme e palpitante…. .duro e caldissimo e lo tirai fuori dalla sua gabbia. Lo presi in bocca timidamente ma con sicurezza leccandolo prima leggermente sul glande e cominciai a pompare con la bocca calda avvolgendolo e stimolandolo dentro con la lingua…. . Dopo pochi secondi venne. Mio zio era troppo eccitato e io rimasi sorpresa da quella eiaculazione direttamente nella bocca tanto che mi venne da tossire. Senza dire niente, poi, si ricompose mentre io mi riprendevo, e mi diede un leggero bacio sulla fronte prima di alzarsi e andarsene, Rimasi sorpresa e delusa di quella conclusione, ma anche enormemente felice per quello che era successo e perché il mio cammino per essere donna a tutti gli effetti era iniziato. Mi sentivo spossata e decisi di masturbarmi distesa sul letto: quando venni non mi pulii nemmeno pur avendo un po’ di sperma di mio zio sul viso e quello mio sulla pancia, cadendo addormentata e soddisfatta nel letto vestita ancora con l’intimo. Al mattino mi svegliai prestissimo un po’ confusa per quello che era successo la notte precedente e soprattutto desiderosa di sapere come avrebbe reagito mio zio a mente fredda. Probabilmente si sarebbe fatto un sacco di problemi pensavo, ma io sarei riuscita a rassicurarlo che era stata la cosa giusta farlo e che ne ero stata felice. Quel giorno lo passai normalmente andando in facoltà e tornai la sera tardi sperando di incrociarlo rientrando a casa. Ma non fu così tanto che, persa ogni speranza, verso mezzanotte mi distesi sul letto con le mie solite calze e intimo cercando di dormire. Non passò molto tempo, che sentii suonare alla porta : un fremito mi percorse e tutta felice mi alzai di scatto ed andai ad aprire. Lui mi guardò serio e rimase sulla soglia mentre io gli sorridevo aspettando che mi abbracciasse. Avanzò e richiuse la porta dietro le sue spalle e si avvicinò a me attirandomi a lui con le mani nei fianchi e spingendomi velocemente la lingua in bocca eccitatissimo “Mi fai eccitare in maniera pazzesca ragazzina…. .sei una fichetta fantastica” mi disse continuando a stringermi a lui e palpandomi il culetto e la schiena nuda. Io lo accompagnavo nel bacio e mi strusciavo leggermente il corpo sui suoi vestiti sentendo che aveva il pene gia’ già bello duro… “Da oggi ti chiamerò Valeria…. ti piace?” “Si zio…. chiamami così…. sono la tua bella Valeria….” Armeggiò ancora dietro la mia schiena e capii che mi stava slacciando il reggiseno che in pochi istanti cadde a terra. Poggiò una mano sul mio piccolo seno e lo palpò con forza mentre io mi abbandonavo con la testa all’indietro assaporando il piacere del contatto con la sua mano. Dopo qualche istante si staccò, mi prese per mano e mi accompagnò in camera stendendomi a pancia in su sul lettone e iniziando a spogliarsi. Ero eccitatissima. Guardai il suo fisico ammirata, osservando il folto pelo del corpo, la possenza del suo corpo e il pene perfettamente eretto pregustando il contatto che tra poco avrei avuto. “Valeria…. ho voglia di scoparti!” “Si zio…. .anchio…. ho voglia di sentirti dentro….” “Non preoccuparti cara… farò piano e non ti farò molto male” disse mentre si avvicinava. “intanto succhiamelo un po’ Valeria…” E mi mise il suo pene vicino alle labbra spingendomi la testa per farmelo entrare in bocca. Io lo accolsi impegnandomi a fondo per bagnarlo bene mentre lui con le mani mi percorreva la pelle del corpo soffermandosi ad accarezzarmi il pancino e palpando le tettine frementi ed eccitate. “Sei pronta?” “Si sono pronta. Fai piano ti prego.” Mi fece girare con il culetto all’insù e mi sfilò dolcemente le mutandine scoprendo il mio dolce sfintere rosato…. .ora ero completamente nuda e pronta a sentirmi penetrare per la prima volta. Anche se fu veramente cauto la penetrazione mi fece molto male quasi a farmi gridare e fermandolo più di una volta per prendere fiato mentre lui accarezzando dolcemente i miei fianchi mi diceva di stare rilassata. Poi, una volta entrato, cominciò a pomparmi prima lentamente e poi in maniera sempre più audace ed io non mi controllavo più. Muovevo il culetto avanti e indietro seguendo il suo ritmo e godendo come una pazza a quella splendida penetrazione che mi scavava a fondo: sentivo quel pezzo di carne nodoso che si faceva strada dentro di me allargando le elastiche pareti anali per poi tornare indietro lasciando un vuoto e una sensazione incredibile. Poi tornava avanti sempre irruento e irrefrenabile a scavare nel culetto avanti e indietro. Credo che durò circa dieci minuti dopodiché sentii le sue mani sui miei fianchi che si irrigidivano seguendo le contrazioni del suo pene e subito dopo un liquido caldo che mi riempì nel profondo. Lui cadde sopra di me, con ancora il pene piantato dentro, schiacciandomi sotto il suo peso e iniziando a sbaciucchiarmi il collo e le guance. Mi resi conto di essere venuta anch’io quando, caduta sotto di lui, sentii che nella mia pancia c’era un liquido appiccicoso: evidentemente non me ne ero accorta dato il costante stato di eccitazione a cui ero stata sottoposta durante la penetrazione. Ci stendemmo sul letto entrambi soddisfatti e nudi mentre io poggiavo la mia testa sul suo torace “Grazie zio…. .è stato bellissimo…. .finalmente ora sono stata sverginata….” “Ne sono felice piccola, anche per me è stato meraviglioso…. sei una fichetta niente male…” I giorni successivi furono molto stimolanti: di giorno quando ci incontravamo con altre persone ci comportavamo normalmente mentre spesso la sera diventavo la sua puttanella e mi scopava con dolcezza dicendo a mia zia che chiacchieravamo degli studi e altre sciocchezze. Un weekend mi portò nella sua casa in campagna dicendo alla moglie che mi avrebbe insegnato a pescare…. .figuriamoci! In quei due giorni mi comportai proprio come una brava mogliettina, preparandogli da mangiare e servendolo sempre vestita sexy e sculettando per casa. Lui mi scopò diverse volte senza lunghi preliminari e in tutti i posti possibili. Ricordo che la notte, dopo qualche ora di sonno, mi svegliò bruscamente e mi portò fuori dalla casetta, completamente nuda con indosso solo le calze. Ero ancora mezza assonnata quando mi avvicinò ad un grosso albero, prese una cordicella di nailon e mi legò i polsi facendo passare la corda dietro l’albero ben stretta. “Zio… ma che fai?…. mi fai male cosi….” Non mi rispose nemmeno e io sentivo la ruvida corteccia dell’albero spingere sulle mie tettine. Si mise dietro di me e mi penetrò con inaudita violenza schiacciando il mio corpo tra il suo e il tronco dell’albero. Urlai di dolore mentre mi inculava dandomi dei poderosi colpi con il bacino e facendomi martoriare la pelle e il seno dalla corteccia e quasi svenni. Per fortuna durò poco…. . e dopo essermi venuto dentro mi slegò e mi prese in braccio riportandomi sfinita e sofferente in casa ed adagiandomi sul letto. Da quel giorno la mia vita cambiò e per tutto il periodo universitario rimasi la puttanella di mio zio che mi portò ai limiti di ogni depravazione. Ma questa è un’atra storia.

