Fu proprio lui a rompere il silenzio “Allora? Ti è piaciuta l’esperenza? Ti sei divertita Valeria?” sorrideva beffardo mentre me lo chiedeva “No. Non ti sei comportato correttamente con me zio, mi hai coinvolta in un gioco che non volevo e hai approfittato di me senza un minimo di considerazione!….” mi veniva quasi da piangere “Smettila di fare la smorfiosetta! Ho capito da subito che eri una gran puttana e che ti piace il cazzo. Quindi non venirmi a raccontare balle…..tu ti senti donna, e vuoi essere scopata. E sappi che il signore di prima mi ha dato il suo numero di telefono, quindi ci saranno altre occasioni per divertirsi e tu non ti tirerai indietro!” Non potevo crederci, mi stava proprio trattando senza la minima considerazione “Ti sbagli zio!” dissi concitata “Non voglio più fare cose del genere con gente che non conosco, e penso che non lo farò più nemmeno con te. Credevo di piacerti anche come persona, ma mi stai trattando solo come un oggetto sessuale. Non mi piace così!” “Hahahaha!!!! Figuriamoci! Cosa credi? Di cavartela così? Sappi che se non vuoi scopare più con me sei liberissima di farlo, ma in men che non si dica i tuoi amici sapranno delle tue strane perversioni e soprattutto lo saprà la tua famiglia….. quindi vedi di pensarci bene Valeria…” Mi stava ricattando. Quel maledetto porco mi stava ricattando. Ed io non potevo farci nulla perché era ancora troppa la paura che la mia famiglia conoscesse la verità. “Sei un bastardo…. un lurido bastardo.” Quando arrivammo scesi dalla macchina e scappai dentro il mio appartamento chiudendo a chiave e infilandomi subito sotto la doccia, sperando di cancellare così qualcosa di quella orribile serata. Purtroppo, qualche minuto dopo sentii suonare il campanello e sapevo bene chi poteva essere. “Apri la porta Valeria, sono io” “Lasciami in pace, voglio restare sola.” “Apri questo cazzo di porta e non farmi arrabbiare!” sentii la sua voce che sibilava piena di rabbia e non ebbi il coraggio di oppormi alla richiesta ed aprii la porta. Irruppe dentro non appena girai la chiave e si scaraventò su di me prendendomi e strattonandomi per un braccio: “E così la troietta voleva stare da sola? Cosa credi, che dopo questa serata mi sarei accontentato di una misera seghetta?” mi strattonò ancora con forza e mi fece cadere a terra. Avevo ancora in dosso l’accappatoio con cui mi stavo asciugando dalla doccia ma lui me lo tirò via con forza mente ero a terra, lasciandomi nuda sul pavimento. “Lasciami, non voglio ora, ti prego…. lasciami stare..” ma non mi ascoltava nemmeno, e calatosi i pantaloni, mi saltò addosso girandomi a pancia in giu tenendomi bloccata col suo peso e dirigendo il suo arnese già durissimo verso il mio buchino. “Nooo…. mi fai male cosiii…. ti prego fermati!!Ahhhhiii!!” e senti il suo cazzone penetrarmi senza indugio e con veemenza fino alla radice con un colpo solo. Cominciai ad urlare per la violenza ed il dolore e lui mi chiuse la bocca con una mano continuando a incularmi senza ritegno, provocandomi dolori lancinanti che mi fecero singhiozzare mentre le lacrime iniziavano a rigarmi il volto. “puttana, troia….. beccati questo!!! Ahhhh siii…!!!” e mi stantuffava come un forsennato. Lo stupro durò cinque minuti buoni finchè non lo sentii eiaculare dentro il mio culetto, riempiendolo di una quantità inverosimile di sperma caldo e umido. Poi si rialzò, si chiuse i pantaloni e usci dall’appartamento dicendomi “Ahahah! Grazie per la bella seratina, ragazza mia….. vedrai che avremo modo di ripetere queste esperienze….a domani!” Mi lasciò li, nuda e sofferente sul pavimento, mentre piangevo per la violenza subita e lo sperma mi colava fuori dallo sfintere. Quella notte non riuscii a chiudere occhio e non solo per i dolore causatomi dallo stupro: odiavo lui ma odiavo anche me stessa perché mi ero cacciata in un guaio enorme. Mi facevo pena mentre ripensavo a me stessa distesa a terra nuda e piangente e sovrastata da un uomo che ormai mi possedeva completamente sia nel fisico che nell’anima, ed a cui non potevo ribellarmi. Ora avevo veramente paura per quello che avrei subito. Ero solo un corpo, un buco da riempire. Per tutto il giorno seguente ripensai all’accaduto e cercai accuratamente di evitare mio zio, rimanendo fuori casa per tutto il giorno. Staccai anche il cellulare per paura che mi chiamasse e passai la giornata all’università ed in giro per Bologna a riflettere su quello che potevo fare per uscire da quella situazione. L’unica cosa che potevo fare era di dire tutto alla mia famiglia, ma non ne avevo il coraggio: erano molto all’antica e non avrei spezzato il cuore a tutti e due i miei genitori. Mio malgrado, non mi restava che continuare in quella maniera, subendo le angherie dello zio e sperando che si stancasse presto. Quando tornai la sera a casa, mia zia mi invitò a cenare a casa con loro (cosa che accadeva spesso) e naturalmente accettai anche perché finchè mia zia era presente, lo zio non avrebbe fatto nulla. Trascorremmo la serata in piena tranquillità, e sebbene la presenza dello zio mi infastidisse e mi imbarazzasse non poco, cercai di essere piu naturale possibile ed evitai di rimanere sola con lui. Purtroppo, verso le undici, la zia decise di andare a letto lasciandoci da soli. Cercai allora di dirle che sarei andato a dormire anche io e lo zio colse la palla al balzo offrendosi di accompagnarmi. E così, salutata la zia, uscimmo fuori verso il mio appartamentino “Allora? Riposata bene questoggi Valeria?” mi disse lo zio sorridente “Sei uno stronzo. Ti odio” “Lo so ragazza mia, loso. Ma sinceramente non mi importa molto.” Non la smetteva di sorridere… “Ascolta zio: io non sono una puttana, e non mi va che tu mi tratti come tale ma soprattutto non mi piace fare cose contro la mia volontà. Se proprio vuoi divertirti con me, d’accordo, ma almeno non coinvolgere altre persone.” Improvvisamente smise di sorridere e il suo volto divenne teso e arrabbiato: “Ascoltami bene Valeria, forse non hai capito la situazione: sono io che ti dico cosa devi fare e cosa no, comando io, e tu farai esattamente quello che ti dico, altrimenti i tuoi genitori sapranno tutto. D’ora in poi farai quello che ti dico senza fiatare e senza protestare. E’ chiaro? Mi faceva paura, ero confusa e frastornata da quelle parole e dal dominio che riusciva ad esercitare su di me, soprattutto quando mi parlava con quell’aria minacciosa: ero certa che non avrebbe esitato ad umiliarmi di fronte alla famiglia ed ai miei amici. Scoppiai a piangere per la disperazione. “E smettila di frignare stronzetta! Sei adulta!” “TI prego…. smettila…. lasciami stare….” Dissi ormai esasperata e piangente. Lui non si impietosì minimamente, e mi diede un terribile schiaffo sul viso. Quasi caddi a terra “Haaaaaa!! Noooo….. ” “Spero di essere stato chiaro puttanella! Ora sono stanco e andrò a dormire. Mi ecciti molto in queste condizioni, ma domani per noi sarà un giorno indimenticabile, quindi vai a dormire anche tu” Non capivo cosa volesse dire con quella frase…. giorno indimenticabile…… “….domani? cosa….. succede… domani?” “Ehehehe…. domani sera, mia cara, andremo a trovare il nostro amico del cinema, vedrai che ci divertiremo…. ehehehhe!. A proposito, domani ti farò avere altri capi di abbigliamento…” “Noooooo zio, noo….” Ma non mi ascoltò nemmeno e rientrò verso casa sua. Quella notte non chiusi occhio. Verso le cinque di sera del giorno successivo, mi zio mi chiamò col suo cellulare intimandomi che mi sarebbe venuto a prendere alle otto di sera e di vestirmi e truccarmi in maniera molto sexy perché dovevamo fare una bella figura con il nostro nuovo amico. Gli chiesi ancora di non farlo, ma naturalmente non servì a niente e chiuse la comunicazione. Avevo pensato di non vestirmi affatto, e di non fare nulla per apparire sexy, ma la cosa mi si sarebbe ritorta contro in quanto sapevo che in quel caso sarei stata punita molto duramente e quindi decisi che dovevo assecondarlo ancora una volta….. la mia sottomissione credo che scaturisse dalla mia preponderante parte femminile ma questo era un aspetto che non apprezzavo del mio essere. Giunsero infine le otto di sera e puntualmente sentii suonare alla porta, presi la mia borsetta e mi diressi fuori avvolta in un lungo impermeabile scuro per nascondere il mio abbigliamento femminile ad eventuali passanti casuali (anche se era molto difficile scorgere l’interno del cortile dalla strada) salii in macchina dove lo zio aspettava. “Bene Valeria, mi sembri abbastanza carina….. ma voglio subito vedere il resto quindi apri l’impermeabile e vammi vedere come sei sotto…” Senza discutere mi slacciai i bottoni e lentamente aprii l’impermeabile: avevo indossato un completino di cotone rosa composto di una minigonna cortissima e un top molto stretto che mi lasciava le spalle nude (faceva parte di una serie di vestitini e biancheria intima che lui stesso mi aveva fatto recapitare a casa quel giorno). Sotto avevo delle calze nere, un paio di tanga neri e un reggiseno molto piccolo sempre nero. Ero truccata leggermente, con un filo di mascara per farmi risaltare gli occhi e un leggero rossetto rosso chiaro. Inoltre mi ero messa una sottile collanina d’oro al collo ed un paio di orecchini a ciondolo. Lui rimase quasi a bocca aperta ne vedermi….. “Mio dio Valeria, ma tu hai intenzione di farmi venire un infarto….. sei una bomba stasera….” Disse sinceramente compiaciuto, ma io rimasi molto fredda. “Grazie. Mi avevi detto di farmi bella giusto?” dissi un po ironica e seccata. “Già, mi fa piacere che inizi a seguire i miei ordini alla lettera…. bene. Molto bene, il nostro amico ne sarà felice…” Per un momento avevo sperato che mio zio avesse cambiato idea sulla serata, e che fosse tutto uno scherzo, ma la realtà ora mi ripiombava pesante e soffocante nell’immaginarmi quello che avrei dovuto fare quella sera con quei due porci. Quando partimmo rimanemmo per una decina di minuti senza parlare mentre l’auto percorreva le strade di Bologna verso la tangenziale. Dopodiché, mentre imboccavamo l’autostrada ruppe il silenzio: “Bene mia cara, ora ti spiego alcune cose. Tua zia stasera è partita per Roma dove è andata a trovare dei parenti e si tratterrà li per alcuni giorni. Quindi stasera possiamo tranquillamente fermarci a dormire fuori e il signore da cui ci stiamo recando a Modena è felice di ospitarci entrambi.” Ebbi un tonfo al cuore: pensavo che quella porcheria sarebbe durato solo un paio di ore, e che poi saremmo ritornati a casa….. caddi in uno sconforto ancora maggioree cercai velocemente una scusa….”Ma… zio…, io…. domani ho lezione… non posso mancare…” Lui rise “Ahahahah!! Scordati la lezione di domani, tanto in ogni caso non ci potresti andare…. credo che dopo questa avventura farai fatica sederti per qualche giorno…… ahahhahahah!!!” Cominciavo a sudare al pensiero….. e al fatto che avrei passato la notte in compagnia di due vecchi porci che avevano tutte le intenzioni di usare il mio corpo per le loro bieche perversioni…. Dopo mezzora di viaggio mio zio parcheggiò l’auto lungo un vialetto di fronte ad una villetta bassa circondata da un grande giardino. Mi disse di scendere e poi mi prese per mano dirigendomi verso l’ingresso dove suonammo alla porta. Dal citofono si senti la voce di un uomo:”Chi è?” “Sono Franco, sig.Piero, con mia….nipote….” Non rispose e sentii scattare l’apertura del cancello: la mia paura cresceva ed ormai era giunto il momento fatidico….. Entrammo dalla porta già socchiusa in un bel salone illuminato dove venne ad accoglierci il padrone di casa, l’uomo che avevamo incontrato al cinema. Appena lo vidi sentii quasi mancare: al buio della sala avevo capito che non era un bell’uomo, ma ora addirittura la sua vista mi faceva ribrezzo: era basso, grasso e con pochi capelli grigi sulla testa e una barba molto trascurata…. rosso nel viso rugoso e con una grossa bocca bavosa dalla quale risaltavano dei denti ingialliti dal fumo. Si avvicinò a me e mi squadrò dall’alto al basso sorridendo ma senza dirmi nulla. Poi si rivolse a mio zio: “E’ fantastica sua nipote stasera, le faccio ancora i miei complimenti, veramente una ragazza eccitante….lo farebbe rizzare anche ai morti…. ehehehe” “Si, staserà ha dato il meglio di se stessa.” rispose allegramente. Ero interdetta: quell’uomo non mi aveva nemmeno salutata, semplicemente fissata e mi stava commentando come se io fossi solo un manichino. “Io credo, sig. Franco che noi possiamo darci del Tu a questo punto…. vero?” “Naturalmente, Piero!” E scoppiarono a ridere mentre io ancora imbambolata stavo in piedi di fianco a loro…… Infine l’uomo si rivolse a me: “Tu invece Valeria mi chiamerai Sig. Piero hai capito bene?” Non sapevo che dire…..”Si, d’accordo …..come vuole.” Non vidi nemmeno partire lo schiaffo che immediatamente raggiunse il mio viso e per un attimo barcollai……”Ahhhhhhhh!!!!!!!!!” “Questo è il primo di una lunga serie troietta, finchè non imparerai a capire velocemente le cose. ” Ero stata colpita da una manata terribile e senza il minimo preavviso, cercavo di trattenere le lacrime ed ora, più che mai, mi sentivo indifesa in quella terribile situazione. Ma capii la strana perversione dell’uomo e cercai di riparare… “Mi…. scusi…. volevo dire… Si..sig. Piero……” “bene cagnetta, vedo che hai capito. Adesso togliti il soprabito” Senza alcuna protesta, era assolutamente inutile, mi sfilai l’impermeabile e rimasi con il completino rosa davanti al vecchio che continuava a fissarmi. I suoi occhi scorrevano sul mio corpo pieni di lussuria ed eccitazione mentre si avvicinava bramoso a me. Alzò le mani e mi prese la testa avvicinando il suo viso al mio e subito dopo si accostò alla mia bocca infilandoci tutta la lingua. Cercai di ritrarmi istintivamente ma non c’era verso: le sue braccia forti mi tenevano la testa e non c’era modo di sottrarmi. Sentivo il gusto acre e disgustoso della sua lingua che mi rovistava ogni angolo della bocca…. quasi ebbi un conato di vomito ed iniziai a sudare freddo. Si staccò dopo poco per fortuna, ma sapevo che sarebbe stato sempre peggio con l’andare della serata. “Sei deliziosa cara, la tua bocca è dolce e profumata…. ed io la voglio tutta come ogni altro cm del tuo corpicino….vedrai che ci divertiremo.!” “Ora vai in cucina a prepararci da bere, noi ti aspetteremo sul divano..” Mi presentai a loro qualche minuto dopo con in mano un vassoio con dei bicchieri e una bottiglia di whiscky che avevo trovato in cucina e vidi che stavano comodamente seduti su divano a quardare un film porno. “Brava cagna, ora servici da bere e poi spogliati….” Disse il sig. Piero Versai da bere, ormai rassegnata ad ubbidire a quei due porci, e posi loro i bicchieri. “Valeria, spogliati ora, da brava, e rimani con l’intimo. Fallo pure lentamente hehehehe…” Iniziai allora a togliermi lentamente il top rosa che indossavo con movimenti lenti come mi era stato ordinato, lo feci scorrere sopra le testa e lo posai a terra. Mi trovavo ora con il reggiseno di raso bianco che risaltava da solo sulla parte superiore del mio corpo e vidi che la scena eccitava entrambi. Poi continuai con la gonna, aprendo la zip laterale e sfilandola lentamente verso il basso ed infine lasciandola cadere a terra. Si stavano massaggiando il pene mentre mi guardavano ed io, mio malgrado, sentivo dei brividi che mi percorrevano il corpo come se un’aria gelida mi avesse investita all’improvviso. Sentivo i capezzoli che si irrigidivano ed il mio piccolo pene che voleva drizzarsi: non lo volevo ammetterlo ma mi stavo eccitando anchio. “Mmmmm… che bella fichetta tua nipote….” Disse il sig. Monti a mio zio “Ora vieni quei e siediti in mezzo a noi cara, che guardiamo un bel filmino…” MI fecero spazio tra loro ed io ormai rassegnata mi avvicinai e mi sedetti in mezzo. Sentivo i loro corpi caldi ed eccitati dalla mia presenza ed ero convinta che ora mi sarebbero saltati addosso…. ma mi sbagliavo. “Ora masturbati Valeria” Disse tranquillo il sig. Piero. Io rimasi sorpresa da quella richiesta e lo guardai perplessa. Capii che anche mio zio non si aspettava quell’ordine e guardò con sguardo interrogativo il Sig. Piero che nel frattempo si era leggermente girato per guardarmi meglio. “Non preoccuparti Franco, voglio che la puttanella si masturbi ed eiaculi perché cali la sua eccitazione. Stasera non deve essere lei a godere ma solamente noi.” Ancora non capivo bene dove volesse arrivare, ma evidentemente il suo scopo era quello di rendermi la serata molto difficile, non consentendomi di mantenere la mia eccitazione e quindi costringendomi a soffrire di più per quello che mi avrebbero fatto. Anche lo zio capi questo e sorrise “Sei un grande Piero, mi sa tanto che mia nipote non se la passerà bene questa sera…” “Forza sbrigati puttana. Hai due minuti per farti venire. E fallo dentro agli slip, non voglio nemmeno vederlo il tuo cazzetto indurito.” Rassegnata, misi una mano dentro al piccolo slip e iniziai a muovere il pene su e giù. Riuscii a farlo indurire ripensando alla situazione in cui mi trovavo, che al di là di tutto mi eccitava. Intanto mio zio cercava di aiutarmi carezzandomi la pancia e il seno e finalmente, dopo meno di un minuto, sentii un fremito su tutto il corpo e lo sperma uscire copioso dal mio pene. “Mmmmm brava la nostra puttanella, vedo con piacere che non ci hai messo molto….” Disse Piero mentre mi carezzava i capelli. Poi si avvicinò al mio viso e mi schiaffò la lingua in bocca baciandomi con violenza e riempiendomi con la sua bavosa saliva il palato. Intanto mio zio, dopo avermi pulito con un fazzolettino la mano e il pene dal mio sperma, prese in mano il telecomando e abbassò il volume del film. Piero si staccò dalla mia bocca e mi intimò di alzarmi e di rimanere immobile davanti al divano.

