Anna- Ciao professore.Anna è tornata il giorno precedente da una lunga vacanza che si è concessa quale premio per il diploma finalmente conseguito. Prima di partire ha litigato con i genitori che volevano assolutamente conoscere la provenienza del denaro che spende ma, a diciannove anni compiuti, non ha risposto alle loro assillanti domande. Se n’è andata in silenzio e si è trasferita nell’appartamento che già da alcuni mesi ha affittato ed arredato. Quella è la prima telefonata che fa dopo il suo ritorno.- Professore, ho voglia di vederti. Puoi venire a trovarmi? Ti faccio vedere la mia casa e… parliamo un po’.Si accordarono per il pomeriggio del giorno seguente.Seduta davanti al televisore, Anna non ne segue le immagini. Pensa al suo futuro. La scuola è finalmente finita, ma un normale lavoro d’impiegata non fa certamente al caso suo. Con il tenore di vita che sta conducendo, il conto in banca, seppure a nove cifre, si scioglierebbe come neve al sole. Franco le darà certamente qualche buon consiglio. Vuole anche confessargli un capriccio che da qualche giorno le frulla nella testa. Agli occhi degli altri i suoi propositi sarebbero certamente poco edificanti, ma Franco capirà e la consiglierà per il meglio.Telefona anche alla madre. Sono due settimane che non lo fa. Stanca per il viaggio spegne il televisore ed appena a letto si addormenta.- Buongiorno, Anna. Bentornata. Sei splendida. Più passa il tempo e più diventi desiderabile.La porta si è aperta davanti a Franco inquadrando la ragazza che, scalza, sulla soffice moquette, indossa una gonna ridottissima ed una camicetta abbondantemente sbottonata, sotto la quale, si vede chiaramente, non indossa altro.- Grazie. Sei sempre molto gentile. Accomodati nel mio regno.L’uomo, abbronzatissimo, non si fa ripetere due volte l’invito e, guardandosi attorno con ammirazione, siede sul divano. Anna avvicina il carrello con le bevande e siede di fronte a lui.- Come vedi ho seguito il tuo consiglio: ho trovato il denaro. Ora devo trovarne altro, ma di questo parleremo dopo. Piuttosto, raccontami di te. Come te la passi? Hai nostalgia delle ragazzine della scuola.- Va tutto bene. Non ho problemi…La risposta è distratta. Lo sguardo di Franco non si stacca dalle gambe dell’ex allieva, cosa che non sfugge alla proprietaria delle stesse. Senza parere, Anna inizia a far scivolare ulteriormente verso l’alto la gonna, fino a mettere in mostra le mutandine bianche.- Me l’hai insegnato tu – dice ad un tratto la ragazza, – a non aver paura di far vedere il mio corpo.Anna si alza di scatto e solleva con mossa rapida l’abito fino in vita. Franco, colto alla sprovvista, sgrana gli occhi.- Non ti spogliare – dice l’uomo. – Resta così, ed appoggiati con le mani alla spalliera del divano.Lei obbedisce immediatamente. È quasi soggiogata da quell’ordine.Franco le è subito dietro ed abbassa fino a metà coscia le mutandine. Le accarezza per un attimo le natiche mentre con l’altra mano si slaccia i calzoni.Il cazzo rigido la penetra lentamente tra le natiche tenute separate con i pollici. La ragazza emette un piccolo gemito di dolore ed apre le gambe per quanto le è consentito dalle mutandine rimaste a metà coscia.- E’ da quando mi hai telefonato che ti desidero. Quando hai aperto la porta, per poco non ti saltavo addosso prima di salutarti.- Anch’io ti desidero, Franco… Dai, spingi… spingi… Sì così… ancora più forte… E’ da quando sono venuta a casa tua un anno fa che non lo do a nessuno… il mio culo è riservato a te… tutte… tutte le volte che vorrai… Accarezzami la fica… sì… sì… cosììì… spingi di più… oooh… vengo… vengo… aaah!Franco si ritira rapidamente. La prende dolcemente per i capelli e le porta il viso all’altezza del cazzo gocciolante.- Succhia, Anna. Succhia come quel primo giorno a casa mia. Bevi tutta la mia sborra… aaah… aaah… succhia… succhia… ti sborro in bocca… sììì!Anna trattiene in bocca il pene finché Franco non si muove e la trascina sul letto. Lei ha la gonna arrotolata in vita e le mutandine a metà coscia.In un turbinio di lenzuola, nudi, fanno a lungo l’amore, come per recuperare il tempo perduto.Ore dopo parlano a lungo. Anna esprime dubbi e problemi della vita che va ad affrontare, e l’uomo non lesina certamente consigli.Si lasciano con la promessa di risentirsi presto.Simonetta Anna attende da quasi un’ora. La donna ormai non può tardare. Sente dei passi lungo le scale, si affaccia alla ringhiera, e vede la brunetta, l’amante del vicino di sopra, che sale rapidamente. Lei inizia a scendere e, quando l’incrocia su un pianerottolo, ne richiama l’attenzione sul suo ciondolo. In meno di un minuto si garantisce che la porta del vicino rimanga socchiusa. Pochi secondi dopo sente la donna suonare il campanello. La porta si apre ma non si richiude. Dieci minuti dopo anche Anna sale al piano superiore. È scalza, e tra le mani tiene una macchina fotografica caricata con pellicola che non richiede l’uso di flash. Spinge lentamente la porta e subito sente delle voci provenire dalla camera da letto. Rimane nella casa per quasi un’ora durante la quale i due amanti mettono in pratica tutte le posizioni immaginabili. Due giorni dopo Anna sale di nuovo le scale. Ha una grossa busta fra le mani. Suona il campanello.- Buongiorno, signor Arturo. Dovrei parlarle un attimo… Posso entrare?- Certo, signorina Anna. Entri pure. A cosa devo il piacere di questa visita?”…E’ una gran fica… me la scoperei anche subito… Chissà cosa vuole…”- Ho qui qualcosa che la riguarda – dice Anna porgendole la busta.L’uomo la guarda perplesso. Prende la busta e, incuriosito, ne tira fuori le fotografie che apre come un mazzo di carte. Dopo la prima occhiata impallidisce.- Ma… Ma come… come hai fatto ad avere queste fotografie? Non… non capisco… Cosa vuoi? Soldi?- Dieci milioni in contanti e… Simonetta.Arturo rimane muto per alcuni istanti con le mani sul volto, poi sospira rassegnato.- Vada per il denaro, ma mia figlia Simonetta, cosa c’entra con il prezzo di queste fotografie?- Dopodomani sera farai uscire tua moglie e tratterrai Simonetta fino a quando non arriverò, verso le nove. Arrivederci… e non dimenticare il denaro: banconote di piccolo taglio e usate.- Ma…Anna esce senza dar modo all’uomo di ribattere.Per Arturo sono due giorni d’inferno. È riuscito a procurarsi il denaro non senza difficoltà, ma quando è stato il momento di allontanare Valeria, sua moglie, ha dovuto mettere in atto tutti i sotterfugi studiati in quei due giorni.”…Fra poco quella puttana viene ad incassare e non riesco ancora a capire come ci abbia fotografati… Evidentemente ci teneva d’occhio e Lorena deve aver inavvertitamente lasciato la porta aperta… Deve essere così per forza… La frittata ormai è fatta… e anche grossa… una frittata da dieci milioni… e Simonetta… ma cosa cazzo c’entra lei?…”In quel momento Simonetta è in camera sua davanti al televisore. È imbronciata. Suo padre, al contrario del solito e senza spiegazioni, non le ha accordato il permesso di uscire con le amiche. Sente suonare il campanello di casa, ma non riconosce la voce di donna che proviene dall’ingresso.- Siamo venuti per il pagamento.Simonetta non si cura dell’entità dei visitatori finché non vede entrare in camera sua Anna, la ragazza che vive sola nell’appartamento sottostante. Non era mai successo che venisse a farle visita o che si fossero scambiate più di un saluto incontrandosi per le scale. Guarda Anna con sguardo interrogativo, ed è subito attratta dal ciondolo d’oro che oscilla appeso ad una catenella. Un minuto dopo non ha più volontà sua.- Spegni la TV e vieni con me – dice Anna.Compaiono nella sala dove Giorgio, l’uomo che è arrivato con Anna, ed Arturo sono seduti in silenzio sul divano. Vedendo la figlia con lo sguardo assente, il padre comprende subito che le è accaduto qualcosa e, guardando interrogativo i due ospiti, fa per alzarsi. Anna lo ferma con un gesto.- Il denaro me l’hai dato – dice Anna, – ora il mio amico incasserà la seconda parte del prezzo. Tu non ti devi muovere da quel divano qualunque cosa accada. Puoi guardare o, se preferisci, chiudere gli occhi, ma non ti muovere e stai zitto. Intesi?Simonetta è sempre immobile in mezzo alla sala. Senza aggiungere altro Anna, con un rapido movimento le alza sul davanti, fino all’altezza della vita, la leggera gonna a fiori. Scopre così le gambe e le mutandine della ragazza che lasciano intravedere, tra il pizzo, la peluria che le ricopre l’inguine.Con il volto reso paonazzo dal furore Arturo pensa d’intervenire, avendo compreso in quel momento il reale prezzo del suo adulterio. Si trattiene. Valeria verrebbe a sapere del suo tradimento e se ne andrebbe portando con sé tutto il benessere che lui ha faticosamente sposato.Anna, intanto, proseguendo il suo lavoro, ha messo a nudo la parte superiore del corpo della ragazza rivelando tette molto sviluppate sormontate da grossi capezzoli turgidi come gemme. La gonna cade infine sul pavimento e a quel punto Giorgio si avvicina ed abbassa l’ultimo indumento che ancora cela parte del corpo di Simonetta.- Voglio controllare che sia vergine – dice l’uomo.Davanti agli occhi esterrefatti del padre, Giorgio accarezza più volte il pube della ragazza, poi introduce con delicatezza l’indice nella fica, tastandola.- E’ perfetta – mormora soddisfatto. – Calda, stretta, e vergine. Vale sicuramente la somma che ho pagato. Me la porto in camera. Tu rimani qui con lui… non ci metterò molto.- Su, Arturo – interviene Anna. – Non fare quella faccia. Alla fine se la sarebbero scopata, tanto vale che lo faccia il mio amico che, oltre ad avermi pagata bene, è uno specialista in vergini. Gli piacciono solo così… con le altre non gode.Un pesante silenzio scende fra i due fino a quando un rumore improvviso segnala che qualcuno sta aprendo la porta d’ingresso.- Valeria, mia moglie – esclama Arturo sbiancando in volto. – E’ tornata prima del previsto.Anna scatta verso l’ingresso tenendo in mano il suo disco d’oro e blocca la donna mentre sta posando la borsetta.- Che ci fa lei qui? – domanda sospettosa la donna.- Sono venuta a farle vedere questo… Guardi bene… è bellissimo.Inizia ad ondeggiare il disco lucente davanti agli occhi di Valeria che, in pochi istanti, diviene un automa nelle sue mani.Anna la fa entrare in sala e Arturo, vedendola, capisce che anche la moglie è nelle condizioni della figlia. Fa per parlare, ma un urlo lacerante, proveniente dalla camera dove si trovano Simonetta e Giorgio lo fa sobbalzare. L’uomo tenta di alzarsi ma Anna lo trattiene per un braccio ed ordina di sedere a sua volta.- Lascia perdere, Arturo. Ormai è fatta. Il mio amico, se è disturbato mentre se ne fa una, diventa cattivo. Vedrai che fra meno di dieci minuti sarà nuovamente con noi.Non si è sbagliata. Giorgio compare sorridente sulla porta pochi minuti dopo.- Proprio una bella verginella… una delle migliori. Ora me ne vado… a lei pensi tu, ero? Chi è quella?- E’ sua moglie – dice Anna indicando Arturo. – Non ti preoccupare, è innocua. Mi occuperò io anche di lei, tu vai tranquillo.Uscito Giorgio, Anna, lasciando Arturo sconvolto sul divano, entra a sua volta nella camera dove si trova ancora Simonetta, per uscirne quasi subito.- Sta dormendo. Quando si sveglierà non si ricorderà di nulla. Il prezzo è stato pagato ed io non ti cercherò più. In questa busta ci sono le fotografie ed i negativi. Come premio per esserti comportato bene, ti farò un bel regalo, o meglio, te lo farà tua moglie. Valeria – dice rivolta alla donna, – ora farai uno strip-tease per tuo marito, probabilmente sotto a quei vestiti nascondi un bel corpo.Una musica ritmata in sottofondo riempie la stanza e la donna inizia a spogliarsi. La giacca di lino finisce sul divano, la camicia sul volto del marito, e la gonna, quando cade sul pavimento, è allontanata con un calcio. Uguale sorte tocca alle scarpe. A quel punto Valeria indossa solamente il reggiseno, le mutandine, ed a rendere il tutto più erotico, un paio di calze nere, sorrette da un ridottissimo reggicalze.Arturo, attonito, osserva la moglie che sembra provare gusto a spogliarsi come una puttana mentre il disco giunge alla fase culminante.Valeria si sdraia sul pavimento ed inizia a contorcersi. Una calza è sfilata, la segue subito la seconda, poi il reggicalze, quindi il reggiseno, che scopre un paio di tette marmoree. Il disco finisce e le mutandine, dopo essere state strofinate più volte sulla fica, finiscono in un angolo. È nuda. Supina sul pavimento, le ginocchia piegate, le cosce divaricate. Sembra una cagna in calore.L’uomo è senza parole. La donna, liberata dai freni inibitori, ha dato sfogo alla sua vera natura.- Vai, Arturo – dice Anna. – Scopala per bene perché disponibile come in questo momento non la troverai mai più.L’uomo tentenna. Anna abbasso lo sguardo e vede il cazzo deformargli il davanti dei calzoni. Allunga una mano, afferra il pene da sopra il tessuto e lo stringe con forza.- Scopala, Arturo. Lo devi fare.Arturo si alza e si inginocchia tra le gambe divaricate della moglie. Tira fuori il cazzo e crudelmente, con una sola spinta, affonda fino alla radice nella fica totalmente disponibile. Le sue mani corrono alle tette che schiaccia tra le dita adunche e rabbiose, cercando di causare il maggiore dolore possibile. Violenta la donna finché, quasi all’unisono, hanno un orgasmo liberatorio.A quel punto Anna si alza dal divano, ordina alla donna di svegliarsi dopo dieci minuti e se ne va. Lascia l’uomo ancora disteso sul corpo nudo della moglie.Annette- L’ultima, Roberta, non era vergine e mi è piaciuta poco – protesta Franco. – In quella fica ne erano già passati parecchi. Ne vorrei una giovane, con grosse tette e soprattutto vergine.- Tu chiedi troppo. Dove la trovo una come dici tu? In giro ce ne sono, ma è difficile avvicinarle senza insospettirle – dice Clara smettendo un attimo di baciargli il cazzo. – Potrebbero chiamare gente.- Adesso smettila di succhiarmi il cazzo ed infilatelo nel culo. Mi aiuterà a pensare.La donna s’impala sul cazzo eretto con un sospiro di soddisfazione ed inizia a salire e scendere lungo il perno.- Ieri, nel parco – continua Franco, – ho visto Annette in compagnia di un’altra donna poco più vecchia di lei, e c’era anche una bella ragazza più giovane, circa diciotto anni… chi erano?- Era… no la sorella di Annette e una sua amica ma… ma non verranno più… la… la cameriera… vengo… vengo… sbrodooo!Clara dimena convulsamente il bacino negli spasimi dell’orgasmo mentre Franco, in preda ai suoi pensieri, non sembra neppure rendersene conto.- Come mai – si lamenta Clara, – il mio culo non ti piace più?- Figurati… ma non in questo momento… stavi dicendo della sorella di Annette e della sua amica?- Che rompiballe che sei. Dicevo che non le porterà nelle nostre grinfie, ed io non so dove cavolo abitino.- Ce le porterà… ce le porterà… Ho un piano, ma mi serve nuovamente Sandra. Puoi farla ritornare?- Certamente. Basta che la chiami. Per quando vuoi che venga? Lei però cosa c’entra? Non avrai mica nostalgia di quel blocco di ghiaccio?- Intanto l’altra volta l’ho sciolta… No, lei fa parte del piano per convincere Annette a portarci la sorella e la sua deliziosa amica. Fai venire Sandra questa sera e, se vuoi vedere quello che faremo, nasconditi nell’armadio.Presi gli opportuni accordi Franco si riveste ed esce dall’appartamento di Clara che solleva immediatamente il telefono.- Ciao, carissima…Nel suo appartamento, Franco allinea in bell’ordine sul tavolo le fotografie scattate mesi prima ad Annette e Doris, poi suona il campanello. La cameriera arriva pochi minuti dopo, fresca e bellissima come il solito.- Annette, dopo quattro mesi i miei ordini li rispetti ancora? Fammi vedere.”…E’ da quando mi ha giocato lo scherzo di farmi scortare da Sebastiano che non controlla più se porto le mutandine… da quel giorno non ho più osato indossarle… ormai sono abituata ad essere nuda sotto la gonna, ed anche il fatto che il resto della servitù è ormai al corrente della situazione, non mi importa più di tanto… tutta questione di abitudine…”Annette solleva la corta gonna e scopre l’inguine nudo.- Vedo che però non sei completamente nuda – dice Franco. – Vieni, togliamo quel boschetto biondo.La cameriera sulle prime non comprende le intenzioni del padrone poi, ricordando che Doris le ha confidato che la signora Clara è completamente depilata anche lì, arrossisce come un pomodoro.- Ma signore… cosa dirà il mio fidanzato? Mi sembrerà di essere ancora più nuda.Lo sguardo di Franco le fa però capire che la decisione è ormai presa. Lei annuisce.- Come vuole, signore. Vado in camera mia e mi depilo.- No, Annette. Distenditi con la schiena su quel tavolino, appoggiaci anche i calcagni ed allarga bene le cosce, ci penserò io. Prima però spogliati tutta.”…Accidenti… Ci ho provato, ma mi è andata male… un’altra delle sue mattane… Certo che se entra qualcuno mentre sono così scosciata…”Franco torna dal bagno con il necessario per l’operazione: acqua calda, schiuma da barba, forbicine, rasoio, dopobarba, ed uno stick di deodorante.- Allarga ancora, Annette. Così rischio di tagliarti.Annette porta le mani alle ginocchia e le forza verso l’esterno mettendo in mostra perfetta la fica contornata dai peli biondi, poi chiude gli occhi. Un attimo dopo un dito la penetra delicatamente e le massaggia le tenere mucose interne. La cameriera continua a tenere gli occhi chiusi e si abbandona al piacevole via vai che in breve la fa fremere di desiderio. Quando Franco la sente lubrificata a dovere toglie il dito ed al suo posto inserisce lo stick di deodorante.- La schiuma da barba brucia un po’ quindi è meglio proteggere questa tua fichetta con un tappo.Per poco Annette non urla per la delusione.”…Nooo… Perché ha smesso? Poteva continuare ancora un po’… mi piaceva ed avrei goduto…”Entrano in funzione le forbici e la ragazza sente la sua peluria recisa a ciuffetti. Una mano le bagna copiosamente l’inguine e, subito dopo, lo spruzzo di schiuma fredda la fa rabbrividire. La lama inizia il suo lavoro. Lento e metodico il freddo acciaio affilato accarezza la parte più sensibile del suo corpo e questo la eccita a tal punto che inizia a contrarre ritmicamente la fica facendo salire e scendere il tappo che l’occlude.Franco finisce di rasarla, applica due gocce di dopobarba e sente la fica vibrare sotto la sua mano. Annette è infoiata e non le importa niente di essere costretta su un tavolino a gambe spalancate. In quel momento la ragazza vuole solo essere scopata. Franco l’accarezza ancora per qualche istante e sente l’eccitazione accumularsi dentro di sé. Prima Clara ed ora Annette hanno caricato la macchina. Abbassa la lampo dei calzoni ed il cazzo rigido fa la sua apparizione. Porta le gambe della ragazza sulle sue spalle, rimuove il deodorante, afferra i seni elastici ed infila la fica con il suo bastone pieno da scoppiare. Un sospiro di piacere liberatorio accoglie la penetrazione e dalla bocca di Annette si leva un inno al sesso.- Com’è grosso, signore… me lo metta tutto dentro… aaah… è grosso e lungo… Che bel cazzo, signore… Spinga… spinga… che bello… spingi… di più… ora scopami… Sono quattro mesi che aspetto… mi… mi… fai girare mezza nuda ma non… non mi scopi… ora… ora…Sono entrambi sull’orlo dell’orgasmo e Franco aumenta la cadenza.- Vengo… vengo… sììì ven… gooo! – urla la cameriera.Annette si dimena come un’indemoniata mentre la sborra che fluisce in lei sembra non finire mai. Franco si allontana imperturbabile, ricomponendosi.- Vai a rimirare la tua fichetta nuda nello specchio, poi vieni nel salone perché ho una cosa da farti vedere.Con le gambe un po’ instabili, la cameriera prende uno specchietto e se lo porta in mezzo alle cosce. L’inguine è totalmente nudo, la vagina dischiusa, ed alcune gocce di liquido denso e biancastro le scorrono all’interno delle cosce. Corre in bagno e si lava accuratamente poi, ancora nuda entra nel salone e si avvicina al tavolo dove sono allineate le fotografie. Non riconosce subito le due ragazze ritratte e pensa si tratti di foto porno, una delle tante stramberie del padrone. Un attimo dopo però, in un primo piano riconosce Doris e subito dopo se stessa. È un colpo terribile. Non crede ai suoi occhi. Solleva alcune delle fotografie e le osserva da vicino nei dettagli. Cerca di dire qualcosa ma le parole non escono dalla sua bocca.- Lo so cosa vorresti dire – dice Franco. – Tu queste cose non le hai mai fatte… non capisci… è un trucco… non è possibile… ecc. ecc. Le foto però parlano chiaro: ti piacciono anche le donne. Queste foto andranno ai tuoi genitori ed al tuo fidanzato e, naturalmente, perderai anche il lavoro qui.- Non… Non… – cerca di protestare Annette.- Questo l’abbiamo già detto, veniamo ora al sodo: sei disponibile a qualche sacrificio per avere queste fotografie nelle tue mani?Annette annuisce in silenzio e tira su con il naso.- Considerato che ti piacciono le donne, e non dire di no perché le foto parlano chiaro, questa sera alle venti e trenta vieni qui da me. Più tardi arriverà un’amica della signora e tu ci farai l’amore. D’accordo?- L’amore con… con una donna? La prego, signore, mi faccia quello che vuole, ma fare l’amore con una donna mi fa schifo. L’ho già detto: non ce la farò mai ad accarezzarne una…- Con Doris però ci sei riuscita, e a giudicare dall’espressione dei vostri volti eravate molto soddisfatte. Ci riuscirai ancora, oppure queste fotografie…- No, signore, per pietà. Se una di queste cadesse nelle mani di mio padre mi ammazzerebbe di botte, lui è convinto che io sia ancora vergine… e con una donna, poi… Non mi perdonerebbe mai. Farò quello che mi ha detto.- Vedo che finalmente ragioni. Ora rivestiti. Non parlare di questo con Doris. Vai e mandala qui senza dire una parola.Piangendo sommessamente Annette si riveste ed uscendo chiude la porta, che si riapre pochi minuti dopo sospinta dalla piccola mano di Doris.- Vieni Doris. Vieni a vedere le tue fotografie.La ragazza si avvicina titubante al tavolo. Non le risulta che lui l’abbia mai fotografata. Guarda l’esposizione e sviene nelle braccia di Franco. Riprende i sensi seduta sul divano.- Le hai viste bene? – domanda Franco. – Da come sei svenuta non deve essere la prima volta che lo fai. Non chiedermi come faccio ad avere queste fotografie o come ho scoperto che ti piacciono le donne, tanto non ti risponderei. Rispondi invece tu a me: sei lesbica o bisex?- Mi fanno schifo! Gli uomini mi fanno schifo. Avevo dodici anni, sei ragazzi mi portarono in un casolare abbandonato e mi violentarono per ore. Da quel giorno il solo contatto di una mano maschile mi fa urlare.- Doris cara, non è bello privare la popolazione maschile di un corpicino come il tuo. Se tu vieni a letto con me io ti darò queste fotografie e nessun’altro saprà il nostro piccolo segreto.- Va bene, signore. Considerato che il mio futuro passa attraverso il suo letto, non ho scelta… mi spoglio o preferisce farlo lei?- Per il momento niente di tutto questo. Quando però ti chiamerò dovrai essere immediatamente disponibile. Ora vai, ed acqua in bocca, soprattutto con Annette.
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