Era mollemente distesa sul tappeto, poggiata su di un fianco con un gomito sul ginocchio del professore e la testa china, a pochi centimetri dall’oggetto cui stava dedicando le proprie cure, per osservare attentamente ogni variazione dello stato di quel membro, lo stava masturbando lentamente. Lui era sdraiato sulla schiena, con i gomiti poggiati sul tappeto in modo da guardarla mentre si prodigava; erano tutti e due completamente nudi ed il prof aveva già avuto modo di fare esplodere Cinzia nel suo primo orgasmo del mattino. Da quando si era lasciata con Luca per diventare la ragazza di Giacomo era la terza volta che si incontrava clandestinamente col suo professore di filosofia. Diciotto anni appena compiuti e con un passato recente che la vedeva priva di ogni esperienza in materia di sesso se non ad eccezione delle le seghe elargite in ogni dove ad alcuni suoi compagni di classe, stava recuperando il tempo perso molto velocemente grazie ai consigli ed alla disponibilità de! i due uomini. Prima uno l’aveva istradata al rapporto orale, poi l’altro, due giorni dopo, le aveva fatto provare cosa voleva dire sentirsi un cazzo in mezzo alle gambe che ti sfondava. Dopodiché si era divisa tra tutti e due cercando di accontentarli in tutto e per tutto, senza però informarli l’uno della presenza dell’altro. Aveva poggiato le labbra sulla cappella e, tenendo l’asta alla base con una mano, aveva iniziato a succhiare avidamente; lui la lasciava fare consigliandole come muoversi. Dopo un po’, stanca della posizione scomoda, si era accucciata tra le sue gambe ed aveva ripreso a pompare alacremente. Ma era tutta un’attività preparatoria, non doveva portarlo al godimento con le sue labbra perché voleva che la rombasse in quel luogo, a pochi metri da centinaia di persone. Si era staccata, rialzandosi sulle ginocchia e, tenendo per mano il cazzo duro del professore, ci si era seduta sopra, lasciandosi penetrare per tutta la lunghezza ed iniziando subito a cavalcarlo con un buon ritmo: non potevano rimanere chiusi lì dentro per molto tempo. Stava esagerando, però. In quel modo il prof non solo non avrebbe retto che per pochi attimi, ma rischiava pure un malore con i suoi sessant’anni e, così, l’aveva presa per i fianchi facendola cadere di lato; l’aveva obbligata a distendersi e le era entrato nuovamente dentro nella più classica delle posizioni. Gli veniva tutto più facile: variava il ritmo delle prenotazioni in base alla sua resistenza fisica e, soprattutto, rallentava di parecchio i movimenti ogniqualvolta sentiva di essere troppo vicino alla fine. Cinzia per lui era stata come un tredici al totocalcio e non voleva deluderla. Si rendeva conto che per lei era un uomo maturo meritevole di tanta stima perché le aveva insegnato cosa significava scopare, e – per giunta – con una certa maestria, non col solo scopo di venirsene ed allora sperava di darle qualcosa di nuovo ogni volta che si incontravano e, per l’occasione, aveva creduto che ! farla chiamare in classe dal bidello e riceverla nella sala dei professori sarebbe stato entusiasmante, e lo era. Appena entrata, aveva chiuso a chiave la porta e le era saltato addosso, baciandola mentre la spogliava di tutti gli indumenti. Poi, le sue dita e la sua lingua le avevano regalato momenti di eccitazione culminati con l’orgasmo, prima ancora che si potesse riprendere dalla sorpresa ed ora la sbatteva di gran lena. Avevano continuato per altri cinque minuti poi lui le era salito cavalcioni poggiando il suo membro in mezzo al solco del seno; Cinzia non aveva perso tempo e, stringendosi le mammelle con le mani e allungandosi sino dove poteva per imboccarlo, lo aveva portato presto a non farcela più: una pioggia di sperma le aveva imbrattato viso e petto ma ci aveva fatto l’abitudine ed anzi voleva che i suoi uomini finissero sempre così. Si era ricomposta e, dopo avergli regalato un ultimo bacio appassionato sul pene ancora semirigido, era uscita dalla sala. Il professore era ancora con i pantaloni a metà gambe quando si era aperta un’anta di uno degli armadi che arredavano la stanza ed uomo era uscito dal suo nascondiglio, ancora rosso in volto. “Cazzo!! Achille non mi prendevi in giro, te la pupazzi veramente!! Hai vinto la scommessa, qui ci sono le trecentomila lire. Però, se si potesse….” Non lo aveva fatto terminare. “Vedrai, riuscirò ad organizzare. Lei ne sarà felice. Però, mi raccomando per la sua promozione.”
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