Lino rientrò in casa dal lavoro alla solita ora, i figli gli corsero incontro salutandolo, entrò in cucina, dove c’era la moglie Carmela occupata ai fornelli che preparava la cena, le diede un dolcissimo bacio su una guancia, e le domandò se suo padre nel pomeriggio era passato a portargli i documenti che gli aveva richiesto, Carmela rispose di si, il suocero era passato lasciandole i documenti; ma ovviamente non disse al marito che oltre a quelli, a lei le aveva lasciato un abbondante sborrata in culo, l’aveva inculata lì, in cucina a pecorina sul tavolo dove adesso lino stava seduto.— Senti cara ho invitato quel mio collega di cui ti ho parlato, Sandro, lui e la sua famiglia vengono a pranzo domenica, mangeremo in giardino, porteremo anche il televisore cosi potremo vederci la partita nel pomeriggio:—Va bene amore, sono contenta di conoscere finalmente il tuo collega e la sua famiglia.La domenica arrivò, Carmela aveva apparecchiato deliziosamente il tavolo che si trovava al coperto sotto il gazebo del giardino. Lino aveva preparato il televisore e decoder; tutto era pronto per ricevere degnamente gli ospiti, che arrivarono puntuali .le donne si presentarono.—.ciao io sono Carmela piacere di conoscerti !— Simona piacere mio!le due donne si strinsero la mano,entrambe a quell’innocente contatto sentirono qualcosa,un calore indecente che dalle mani unite si propagandava fino alle fica facendole bagnare, le due donne si guardarono domandandosi entrambe se anche all’altra era accaduta la stessa cosa, due donne diverse fisicamente; Carmela era mora e portava i capelli corti a caschetto, altezza media, magra con il seno piccolo e delizioso, un culo da favola, Simona invece era fisicamente più piazzata e più in carne non cicciona, ma con più carne ai posti giusti, il seno prosperoso e morbido le anche e il culo ben proporzionato, i capelli lunghi di colore castano scuro. Entrambe giovani mammine con due figli maschi ciascuno .Diverse anche nel modo di vestire, Carmela amava indossare pantaloni attillati e canottiere colorate, Simona comodi vestitini che ne risaltavano le forme burrose del suo corpo, c’era una cosa che le accumunava ma loro dovevano ancora scoprirlo a entrambe piaceva cornificare i mariti, godere con chiunque e ovunque oscenamente senza limitazioni sia che si trattava di membri della propria famiglia oppure di perfetti sconosciuti .Le due donne legarono subito chiacchieravano mentre davano da mangiare ai loro bimbi più piccoli come se si conoscessero da anni e mentre parlavano si guardavano, Simona guardava il bellissimo culo di Carmela fasciato dagli stretti pantaloni, Carmela da parte sua aveva puntato lo sguardo nell’ ampia scollatura del vestito indossato dalla sua nuova amica .Entrambe ormai avevano realizzato che non c’era niente di casuale in quelle occhiate di fuoco, casuale invece fù il contatto tra i due culi, muovendosi nell’angusto spazio del gazebo per stare dietro i loro figli, le due mammine sentirono le dolci rotondità delle natiche dell’altra scontrarsi con le proprie,rimasero ferme come fulminate, godendosi le sensazioni che quel contatto fortuito le trasmetteva, entrambe cominciarono a muovere il culo, a spingerlo indietro per aumentarne la pressione, e poi ad ancheggiare, le fiche di entrambe erano fradice di umori a fatica si divisero, si guardarono negli occhi, in quello sguardo le due donne si specchiarono capirono di essere simili, due ninfomani accumunate da voglie oscene da sfogare al più presto .Pranzarono allo stesso lato del tavolo, dalla parte opposta i mariti guardavano le trasmissioni sportive traendone spunti per infinite e pallose conversazioni sul calcio.Se il chiodo fisso dei due uomini era il pallone quello delle loro mogli era il sesso, il sesso che impunemente Simona stava mostrando a Carmela, tra un boccone e l’altro Simona aveva girato il busto sulla sedia in modo che Carmela potesse guardarla frontalmente, si era tirata su la gonna e aveva aperto le gambe mostrandole lo slip scuro che le copriva appena il bozzo della fregna, Carmela guardava lo spettacolo che la sua ospite gentilmente le offriva con l’acquolina in bocca, con una mano si portava il cibo alla bocca con l’altra nascosta dal tavolo si massaggiava la fica, anche attraverso i pantaloni poteva sentire la sua fica completamente bagnata, Simona più fortunata grazie al suo abbigliamento, fece scivolare due dita nella fica scostando un poco le mutandine le fece scorrere un pò di volte avanti e indietro poi le tirò fuori mostrando all’altra troia seduta di fianco le secrezione appiccicose che la sua fica eccitata produceva.Il pranzo procedeva lentamente, le due donne sempre più eccitate e frustrate non vedevano l’ora di potersi sganciare da quel tavolo per rimanere sole smettere gli abiti delle brave mammine e indossare quelli per loro altrettanto congeniali delle vaccone viziose.L’occasione si presentò con l’inizio della partita, i due uomini non volevano assolutamente essere disturbati mentre consumavano il loro rito domenicale, le donne non aspettavano altro presero i due figli più piccoli per portarli in casa a riposare lasciando i due più grandicelli a giocare in giardino.Parcheggiati i bambini addormentati nelle loro carrozzine, le due troie si diressero nel soggiorno, mentre attraversavano il corridoio prese da un attacco incontrollabile di libidine, si gettarono addosso l’un l’altra come due tigri, si baciarono con le lingue, si passavano la saliva da una bocca all’altra, Carmela aveva abbassato le spalline del vestito e quasi strappato il reggiseno di Simona per liberarle le tette per poterle toccare stringere e leccargli i grossi capezzoli scuri, Simona aveva armeggiato con la cintura che tenevano i pantaloni di Carmela dopo averla slacciata le calò i pantaloni contemporaneamente alle mutandine e infilò prepotentemente tre dita nella sorca di Carmela che gemeva con un capezzolo duro in bocca, impedita dai pantaloni che gli erano scivolati fino alle caviglie Carmela perse l’equilibrio e cadde a terra trascinando con se Simona che continuava a rovistarle la fica con le dita, quasi non si accorsero di essere cadute, le loro mani le loro bocche continuavano a cercare le parti del corpo più intime finchè si gettarono a capofitto con la testa tra le coscie, Carmela sotto abbrancate le natiche di Simona affondava la lingua senza difficoltà nella fregna aperta, Simona sopra aveva più difficoltà ma lo stesso riusciva a leccare e mordere il clitoride duro come un cazzetto che appariva tra le labbra rosso sangue della fregna di Carmela ,che non poteva spalancare le gambe come avrebbe voluto perchè aveva i pantaloni che le imprigionavano le caviglie, Uggiolando come cagne in calore continuavano a leccarsi la fica a vicenda . Le dita allargavano le fiche le penetravano, le due donne non tralasciavano nulla che potesse farle godere neanche i buchi del culo vennero risparmiati da quelle lingue voraci nè dalle dita curiose che si insinuavano in profondità nei budelli posteriori, allargati da anni di cazzi che le due puttanone si erano fatte infilare nel culo .L’orgasmo squassante che le colpì contemporaneamente riversò nelle loro bocche una quantità impressionante di brodo caldo e vischiso che le due viziose bevettero come due assetate che avessero attraversato a piedi il deserto del sahara, passata la tempesta le due donne si tirarono su rimanendo sedute sul pavimento le facce stravolte e bagnate dai succhi dell’orgasmo i capelli spettinati le lingue doloranti e le mascelle affaticate stavano a testimoniare quanta voglia e quanto desiderio le due donne avevano messo in quel rapporto saffico.— Sai e strano, ma ho avuto subito, appena ti ho conosciuto la quasi certezza che tu fossi come me.— disse Simona ancora ansimante.— Vuoi dire una troia, bè se ti dicessi che sono peggio di così… , per esempio,cosa penseresti di me se ti dicessi che mi faccio scopare dal padre di mio marito !a quelle parole Simona scoppiò a ridere .— cosa vuoi che pensi, io scopo con mio padre da anni!sedute sul pavimento seminude, le due donne si raccontarono i loro segreti più nascosti le loro fantasie più volgari, ringraziando quei cornuti dei loro mariti che le avevano fatte conoscere.
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