Mentre continuavano a parlavano sedute sul pavimento seminude, sentirono delle urla provenienti dal giardino.—Credo, che la Roma abbia segnato —disse Simona, all’amica.— Già, io non urlo cosi nemmeno quando mio suocero mi mette in culo il suo enorme cazzone.— Rispose Carmela :— Anche se vorrei farlo!— Aggiunse pensandoci un attimo.— Enorme cazzone?…, mmm. quanto enorme?— domandò Simona, incuriosita dalla parola “cazzone”.Carmela allargò le mani —più o meno così!—Noo, veramente! — disse incredula Simona guardando la distanza tra le mani di Carmela.— Si ha un cazzo osceno, lungo, massiccio e sempre duro, nonostante non sia più tanto giovane.—continuava Carmela vedendo l’interessamento morboso di Simona.altre urla attirarono la loro attenzione.—Sembra che anche i cornutoni si stiano divertendo molto oggi!— Disse Simona quasi soprappensiero, mentre cercava di immaginarsi il cazzo che Carmela gli aveva descritto.—Contenti loro, noi ci divertiamo in altro modo, vero?— Aggiunse Carmela toccandosi la fica, e facendo l’occhiolino a Simona.— Cosa ti passa per quella porca testolina? — Domandò Simona— Sei una puttana curiosa, rimettiti le tette nel vestito e affacciati alla finestra io ti ragiungo subito.Carmela sparì nella sua camera da letto e una perplessa Simona si avvio verso la finestra.La finestra dava sul giardino dove suo figlio e quello di Carmela giocavano instancabilmente ; i mariti incollati alla tv. Simona pensava che se avessero messo la stessa passione con loro forse non li avrebbero riempiti di corna, poi scosse la testa sia lei sia Carmela erano troppo puttane perche un solo uomo potesse soddisfarle, presa dai suoi pensieri Simona non aveva sentito la sua amica e nuova amante finchè non fu dietro di lei, si girò e alla vista di Carmela trasalì.—Ehi non ti spaventerai per cosi poco! — Disse Carmela vedendo la reazione, aveva la stessa canottiera ma sotto era completamente nuda tranne che per un enorme cazzo di lattice di colore nero che le sporgeva dal pube, era fissato da una stringa che si infilava tra le labbra della fica proseguiva tra le chiappe del culo e si legava a una cintura legata stretta in vita.— dai affacciati alla finestra e fai finta di niente sotto non se ne accorgeranno e sperimentato, mio suocero mi a scopato cosi con tutta la famiglia in giardino, nessuno se n’è accorto.— Spiegò Carmela.Simona eccitata eseguì, si appoggiò con i gomiti sul davanzale, porgendo il culo e la fica.Carmela le tirò sù il vestito, calò le mutandine umide fino alle ginocchia guidò la grossa cappella nera tra le labbra luccicanti e vogliose di Simona che ancheggiava, mano a mano che il grosso arnese affondava nella sua sorca e si lubrificava di secrezioni Carmela notò che il grosso cazzo artificiale scivolava tranquillamente nelle carni bagnate strinse le mani sui morbidi fianchi di Simona con forza e muovendo il bacino avanti e indietro cominciò a scopare l’amica che tratteneva i gemiti mordendosi un labbro per quanto si sforzasse però Simona non riusciva a rimanere completamente ferma, se qualcuno più attento dei loro mariti, in quel momento la stesse guardando avrebbe capito che qualcuno la stava chiavando alla pecorina con il corpo scosso dai brividi il seno che ballonzolava ad ogni affondo e nella fica, il palo nero che le affondava fino all’utero, il figlio vedendola alla finestra smise di giocare e la salutò, Simona vedendolo appena tra le palpebre socchiuse ricambiò il saluto, un rivolo di bava le sfuggì dall’angolo della bocca impastata.— Chi stai salutando vaccona.— le disse ansimando Carmela anche se il piacere che provava pistonando il finto cazzo nella fica dell’amica era puramente mentale, reale era il piacere che provava grazie alla stringa di cuoio che le strusciava tra le labbra bagnate della sorca e tra le chiappe.Simona ad ogni affondo era sempre più vicina all’orgasmo anche perchè Carmela la maledetta non contenta di riempirle la fica le aveva anche messo in culo due dita e le faceva viaggiare in parallelo al cazzo di gomma godette con entrambi i buchi pieni, con una mano sulla bocca per smorzare i gemiti incontrollabili che emetteva si tolse dalla finestra buttandosi a peso morto su una poltrona, seduta scompostamente mostrava la fica a Carmela, una fica aperta che perdeva umori in abbondanza.— Mi stai macchiando la poltrona con tutto quel sugo che ti perdi da quella fregna sfondata che ti ritrovi. — La sgridò bonariamente Carmela.— Mandami il conto del tappezziere a casa brutta troia.— Così ti fai scopare anche da lui puttana.— il linguaggio scurrile piaceva a entrambe.— Adesso tocca a me sfondarti mia cara vediamo se sei cosi brava a prenderlo come a darlo!—Disse Simona alzandosi, Carmela si slaccio il cazzo finto e lo passo a Simona che intanto si era tolta del tutto le mutandine poi anche Carmela si posizionò sconciamente alla finestra aspettò impaziente che Simona si sistemasse l’osceno cazzo nero, quando fu pronta a riempirle la fregna la bloccò prese per la cappella il grosso randello di gomma e lo guidò verso il suo buco del culo poi con uno sguardo da maiala le disse.— Infilamelo tutto nel culo.Simona le allargò le chiappe al cui interno apparve il suddetto buco di culo, svasato e enorme considerando il fisico minuto di Carmela alla vista dell’osceno anfratto Simona presa da un attacco violento di libidine spinse con forza tutto il palo nero nel culo di Carmela sfondandolo un urlò acuto sfuggì alla donna sodomizzata cosi violentemente. Un urlò fortunatamente coperto dalle grida di giubilio degli uomini all’ennesimo goal della loro squadra.Carmela si girò verso Simona con le lacrime agli occhi, Simona si era fermata, gelata dal grido di dolore ma Carmela con il palo saldamente infilato nel budello posteriore non disse alla troiona che la stava inculando di tirarsi indietro ma di far andare quel coso enorme dentro il suo culo, Simona passata la paura, prese ad inculare bestialmente Carmela che intanto aveva cominciato a masturbarsi, raggiunse l’orgasmo pisciandosi gli umori sulla mano si girò e si inginocchiò davanti a Simona leccò il cazzo finto e contemporaneamente faceva un ditalino al culo di Simona. Altre urla provenivano dal giardino, si affacciarono alla finestra i mariti dal basso festeggiavano il successo della loro squadra facendo segno alle mogli e gridando “tre, ne abbiamo fatti tre”.felici come bambini guardavano le loro donne senza sospettare che stavano guardando solo il lato “buono”;due dolci e brave mammine che guardavano dall’alto amorevolmente le loro famigliole ma sotto coperte dal davanzale erano nude con i loro buchi più intimi arrossati sfondati e sgocciolanti.
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