Sono già 6 mesi che Luca frequenta la mia casa.Di giorno, quando lui non lavora, usciamo insieme e mi sono abituato agli sguardi della gente e non me ne frega niente di quello che pensano di me.La mia vita è cambiata, quasi ogni sere Luca porta una o due prostitute per rallegrare la serata, il sesso per me non è più un problema.Anche se sono abbastanza ricco, e non sono per niente tirchio, mi stavo stancando di spendere cifre da capogiro per avere una puttana a sera, e poi pensando che faceva sesso con me solo per i soldi a lungo andare mi faceva arrabbiare.Un giorno Luca mi propose di fare un viaggio, dei suoi amici erano appena tornati da un villaggio di una nota località africana, e gli avevano raccontato di essersi divertiti tantissimo, gli avevano consigliato di portarsi le cose più strane, per esempio le penne, gli accendini, vestiti, riso ecc…, con questi oggetti si potevano fare dei baratti assai convenienti.Io accettai subito, non ero mai stato all’estero, ci organizzammo, comprammo un casino di cose che sembravano inutili e partimmo per la nostra vacanza.Arrivammo al villaggio turistico, era situato in riva al mare, però quando eravamo in spiaggia, si vedeva una lunga rete di filo spinato che delimitava l’ingresso alla spiaggia ai soli turisti, gli abitanti del luogo non potevano entrarci.Quando eravamo sotto gli ombrelloni vedevamo che c’era sempre della gente di colore dietro il filo spinato, a nostra volta andavamo vicino alla rete e un mucchio di braccia si sporgeva dalla nostra parte e noi davamo loro dei sacchetti di riso, delle caramelle, e vari alimenti, erano soprattutto bambini ma c’erano anche alcune donne anziane e alcune ragazze.La sera io e Luca volevamo uscire dal villaggio turistico per visitare il posto ma la guida ci sconsigliò di uscire perché troppo pericoloso, ma noi non volevamo saperne di restare e ci mettemmo d’accordo per uscire di nascosto.Arrivammo ad un villaggio e fummo subito circondati da ragazzini che ci chiedevano l’elemosina, da uomini che ci volevano vendere di tutto, dai tappeti a dei lavori fatti con il legno intagliato, le donne delle stoffe ricamate ecc.. noi davamo qualcosa a tutti, i bambini impazzivano per dei giochi e ci eravamo portati apposta dall’Italia, alle donne davamo delle scatole di riso e agli uomini accendini e sigarette, tutti facevano festa e fummo portati dal capo villaggio, stava seduto al centro di una capanna di paglia, ci fece sedere davanti a lui e cominciò a parlare, un ragazzo traduceva le sue parole, per noi incomprensibili, ci spiegò che per loro io, con le mie deformità, ero considerato come un uomo sacro, e da loro venerato come un dio e visto che avevo sempre dato loro dei regali, ero per loro un dio buono.Il capo villaggio disse poi che ogni mio desiderio era per loro un ordine, battè le mani e arrivarono delle donne che sulla testa portavano quelle che pensai fossero tutte le ricchezze di quel povero villaggio, io senza offenderli rifiutai gli omaggi e dissi loro che il giorno dopo avrei riempito tutte le loro ciotole di cibo.Quando tornai la mattina dopo, avevo svuotato tutto il mini market del villaggio turistico, ed ero anche passato per il mercato, caricai tutto aiutato da Luca e portai la merce al villaggio, fu grande festa, per ringraziarmi il capo mi disse che mi donava la cosa più cara che aveva: sua figlia, perché con me non avrebbe più patito la fame e sarebbe andava a vivere in un paese ricco.La mandò a chiamare, io e Luca restammo senza fiato, era bellissima, aveva circa 19/20 anni, aveva la pelle nerissima e risaltava il bianco dei denti, indossava solo una piccola gonnellina e aveva il seno scoperto, due tettine a punta non molto grandi ma con dei capezzoli molto sporgenti. Il capo mi disse che era vergine e che prima di accettare il regalo potevo controllare, lui non si sarebbe offeso, disse qualcosa nella sua lingua e la ragazza tenendo la testa bassa si sdraiò su una tavola a ad un altro ordine del padre alzò le ginocchia e aprì le gambe mostrando la figa non molto pelosa e attese che io controllassi la merce, per l’imbarazzo dissi che mi fidavo completamente di loro, provai a dire che non potevo portarmi via la ragazza ma il ragazzo che traduceva le mie parole mi disse che una cosa simile avrebbe portato la disgrazia su tutti loro.Fu così che quando io e Luca tornammo in Italia, Laila, questo era il suo nome, ci seguì.Con gli agganci giusti e delle mazzette in pochi giorni avrebbe ottenuto il permesso di soggiorno.Appena entrati in casa mostrai a Laila la sua stanza, e a gesti, visto che non capiva l’italiano, le mostrai dove mettere le sue poche cose, poi le feci visitare tutta la villa, lei rimase a bocca aperta nel vedere tutto quello che possedevo, dovevo sembrarle veramente un dio.Ordinammo delle pizze per cena, lei non ne aveva mai mangiate, dopo andammo in salotto a guardare la tv, Luca mi propose di guardare un porno per vedere le reazioni di Laila.Quando sullo schermo iniziarono ad apparire le immagini di una donna che circondata da tre uomini aveva un cazzo in ogni buco, mi girai verso Laila, vidi che era rimasta a bocca aperta per la sorpresa, sicuramente più per la tv che per le immagini che vi scorrevano.Dopo qualche minuto di visione io e Luca eravamo arrapati e il nostro cazzo spingeva per uscire dai pantaloni, come facevamo sempre quando eravamo soli non avemmo problemi a tirarlo fuori per farci una sega, Laila intanto ci stava guardando, per lei non era un problema vedere dei corpi nudi visto che nella loro tribù i vestiti erano ridotti a dei semplici straccetti che coprivano a mala pena i genitali, ma fece un grido soffocato quando vide il mio cazzo, grosso, nodoso e con quello protuberanza sul fianco che lo faceva sembrare mostruoso.Per un po’ andammo avanti a farci una sega ma quando l’eccitazione era al massimo io e Luca ci guardammo e ridendo capimmo di avere avuto la stessa idea, feci segno a Laila di togliersi i vestiti, lei per quanto titubante non ebbe il coraggio di rifiutarsi, quando fu nuda la facemmo sedere in mezzo a noi sul divano, cominciammo ad accarezzarla, lei si lasciava fare, cominciammo a leccarle le tette, avevamo ognuno un capezzolo in bocca, io misi una mano sulla sua coscia e tirandola leggermente verso di me le feci aprire le gambe, passai una mano sulla sua figa e la sentii completamente asciutta, misi un dito in bocca a Laila e poi lo passai ancora sulla figa, questa volta spinsi un po’ ed entrai con la punta del dito dentro di lei, lei lanciò un grido ma non si mosse, spinsi con il dito finchè non sentii la barriera della sua verginità.Luca nel frattempo aveva preso una mano di lei e se l’era messa sul cazzo facendole capire come doveva masturbarlo, io mi misi inginocchiato fra le sue gambe e cominciai a leccarla, quando lei sentì cosa le stavo facendo si immobilizzò spaventata, ma quando vide che mi limitavo a leccarla si rassegnò, Luca si era avvicinato alla sua bocca e cercava di farci entrare il cazzo per farsi fare un pompino, lei non voleva e cominciò a piangere ma Luca le strizzò forte un capezzolo e quando lei apiì la bocca per gridare ne approfittò per infilare il suo cazzo dentro fino in gola, lei ebbe dei moti di vomito ma a poco a poco cominciò ad assecondare i movimenti del cazzo per non soffocare.Io dopo averle leccato la figa le allargai di più le natiche e presi a titillare l’ano, Laila non voleva essere toccata lì e prese a scalciare ma io ero più forte, la feci girare con la pancia appoggiata al divano, le allargai le chiappe e provai a infilare un dito nel suo culo, lei gridava e diceva qualcosa nella sua incomprensibile lingua allora dissi a Luca di rimetterle il cazzo in bocca così stava zitta.Finalmente venne il momento tanto atteso, era ora di farla diventare una donna, la feci sdraiare sulla schiena, prendendola per le ginocchia le allargai le gambe e con i gesti le feci capire che mi sarei infilato dentro di lei, Laila gridava e piangeva, diceva di no con la testa ma non mi feci impietosire, le ricordai che era stato suo padre a darmela e che se non obbediva l’avrei riportata a casa, lei dovette capire quello che cercavo di spiegarle perché di colpo smise di agitarsi, sicuramente suo padre le faceva più paura di me.Le puntai il cazzo sull’apertura della figa e cominciai a spingere piano, anche se non si agitava più, la paura le faceva contrarre i muscoli e il mio cazzo non riusciva ad entrare, le allargai ancora di più le gambe e ci riprovai, questa volta entrai con la punta, lei restava a bocca aperta come se stesse lanciando un grido silenzioso, rimasi fermo per un poco poi ripresi a spingere, questa volta entrò di più potevo sentire la barriera della sua verginità strofinare contro la punta del mio cazzo solleticandolo, lo tirai fuori e lei lasciò uscire un sospiro, mentre la sentii rilassata di colpo diedi una spinta di reni e affondai dentro di lei fino in fondo, lei non se lo aspettava e non ebbe il tempo di fare resistenza, sentii qualcosa lacerarsi contro la punta del mio cazzo, lei gridò con tutto il fiato ma ormai ero dentro quasi tutto, mi mancava di fare entrare anche la protuberanza che avevo sul cazzo ma prima mi tirai fuori ancora una volta, il mio cazzo era tutto rosso di sangue, lo spinsi ancora dentro di lei che ora piangeva sommessamente, per un po’ la scopai ma quando non ce la feci più diedi un’ultima spinta e anche il mio bozzolo entrò dentro quella fica appena sverginata.Laila ricominciò a gridare e cercava di sfuggirmi ma era impossibile, sentii che stavo per venire allora lo tirai fuori dalla sua figa e lo appoggiai alle sue labbra e sborrai, non potevo pretendere che lei capisse che volevo che bevesse tutto ma mi ripromisi di insegnarle anche quello.Venne il turno di Luca, la fece mettere alla pecorina, lei sembrava una bambola di pezza si faceva fare tutto, potevamo metterla dove volevamo e lei ci stava, persino quando Luca entrò dentro di lei, Laila non oppose resistenza, è vero che il cazzo di Luca è più piccolo del mio ma era pur sempre stata sverginata da poco, Luca vedendola così remissiva si scatenò e prese a scoparla selvaggiamente, finalmente Laila ebbe una reazione dovuta sicuramente al dolore che Luca le provocava e ricominciò a piangere uscendo dallo stato catatatonico in cui era finita, anche Luca mentre stava per venire si tirò fuori dalla figa e le appoggiò il cazzo sulle labbra e mentre usciva il primo getto di sborra le diede un pizzico su un capezzolo in modo che lei aprisse la bocca, infatti riuscì nell’impresa e tenendole la testa contro il suo pube le sborrò in gola.Io e Luca ci buttammo sul divano esausti, Laila rimase sdraiata per terra, dopo qualche minuto che era servito a riprendermi la aiutai ad alzarsi e la accompagnai in bagno, la aiutai a lavarsi, poi la riportai in salotto, la lasciai nuda per godermi la vista del suo bel corpo color cioccolato.Per Luca era giunto il momento di tornare a casa, lo accompagnai alla porta e lo invitai per il giorno dopo, dovevamo aprire il secondo canale.Tornai in casa presi Laila per un braccio e la condussi in camera mia, la notte era ancora lunga.
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