La perversione ha sempre caratterizzato il mio essere dal punto di vista sessuale. Non mi sono mai piaciute le cosiddette normalità, bensì sono sempre stato attratto da tutto ciò che uscisse fuori dagli schemi. Ricordo che spesso da giovane spiavo mia madre nei momenti intimi come quando per esempio si faceva fottere da mio padre o quando credendo che nessuno la guardasse, seduta a cosce larghe sul bidet s’infilava nella fica pelosa bottiglie di shampoo masturbandosi a più non posso. Avrei fatto qualsiasi cosa per potermela chiavare, ma sapevo che non sarebbe mai stato possibile. Decisi allora che almeno avrei instaurato un rapporto con lei di tacito assenso. Stetti alcuni giorni per organizzare nei più piccoli dettagli il mio piano: non potevo certo permettermi il lusso di sbagliare. Quando fui sicuro che il mio piano avrebbe funzionato, decisi di metterlo in pratica: Una sera, come al solito, mi misi a spiare i miei mentre chiamavano. Quella volta dovevano essere particolarmente eccitati perché potei vedere che le facevano di tutti i colori. Mia madre arrivò perfino ad infilarsi nella fica la sua stessa mano mentre succhiava il cazzo di mio padre.- Sei proprio una troia – ululava papà – hai una fessa larga quanto una caverna- E tu hai un cazzo spropositato, ma lo stesso non mi basta per riempirmi la pucchiaccaA quelle parole sentii il cazzo che stava per esplodere. Riuscii ad andare nel bagno e a riempire di sborra le mutande usate di mia madre che poco prima avevo tirato fuori dal cesto dei panni. Fu una sborrata immensa. Le mutande di mamma colavano del mio sperma ed io invece di pulirle le adagiai nuovamente dove le avevo prese, stando però attento a metterle bene in mostra. Il rischio era che mio padre poteva scoprirle per primo, ma conoscendolo (mia madre lo rimproverava in continuazione per il suo disordine) ciò sarebbe accaduto molto difficilmente. Ma comunque valeva la pena di correre il rischio. Ripresomi dalla sborrata per un attimo ebbi l’impulso di non farne più nulla, ma mi bastò ripassare alla mente la scena di poco prima che ebbi di nuovo il cazzo in tiro.Me ne ritornai in camera da letto dove trascorsi buona parte della notte insonne pensando a ciò che sarebbe accaduto. Il mattino seguente mi alzai alle sei e corsi in cucina per fare colazione. – Come mai sei già in piedi? – disse mamma – sono appena le sei.- Non lo so, mamma. Ho dormito piuttosto agitato. Forse sarà il caldo.- Benedetto ragazzo, chi ti capisce è bravo. Quando hai qualche impegno ti alzi sempre tardi. Ora che invece non hai nulla da fare…- Veramente avrei da continuare quella ricerca su internet…- Vorrei sapere di che ricerca si tratta, visto che la scuola è ormai finita. Non si tratterà mica di qualche sito porno?- Ma no mamma, che vai dicendo. Lo sai che io non faccio certe cose.- A chi lo vuoi dare a bere. D’altro canto alla tua età è normale. Di anormale invece è la bolletta del telefono…Mamma smise con la sua predica benevola e continuò le faccende. Da li a poco sarebbe andata come al solito nel bagno per mettere i panni da lavare in lavatrice e certamente si sarebbe accorta dei suoi slip sporchi di sperma. Ora non mi rimaneva altro che stare attento a cogliere il momento giusto per vedere la sua reazione. – Per favore mamma, sistemeresti prima la mia camera? Sai, così posso subito iniziare.- Per me non ci sono problemi, ma poi non ti lamentare se faccio rumore nelle altre camere.- Non ti preoccupare.Dopo qualche minuto mamma si avviò nella mia camera ed io la seguii stando attento a non perdere nessun movimento. Indossava solo un leggerissimo camice abbottonato avanti e abbastanza corto da mettere in mostra le sue cosce ben tornite. – Fammi un favore – disse mia madre- mentre rifaccio il letto cerca di mettere un po’ d’ordine su quella scrivania.- Hai ragione mamma, sembra più un bordello…- Questo modo di parlare pure lo hai appreso da internet? – Dai mamma, ora non ricominciare.- Si ma tu almeno cerca di parlare con educazione.- Va bene mamma. Mentre parlavamo mamma si chinava in avanti per sistemarmi il letto e facendo ciò mentre da dietro si scopriva fino a mostrare l’attaccatura delle cosce, d’avanti il camice si apriva quasi del tutto lasciandomi intravedere il triangolo nero. Sapevo che mamma quando faceva le faccende non indossava indumenti intimi, anche perché era lei stessa che lo diceva:- Se prima non finisco i lavori di casa e poi mi faccio una doccia non riesco a cambiarmi. Se lo facessi dopo dovrei cambiarmi di nuovo, del resto poi non riuscirei mai a rimettermi le cose del giorno prima.Quella volta sarà stato perché ero particolarmente eccitato già per fatti miei, sarà stato per chi sa quale motivo, ma come un bamboccio rimasi lì incantato a guardarla. Mamma se ne accorse e risistemandosi, ma senza nessuna convinzione disse:- Ma che fai, guardi tua madre? Lo dico io che internet…- Dai, mamma, un’altra volta con internet. Ora stai esagerando.- Io? Io sto esagerando? E tu che mi guardi la fi… ehm… che mi guardi proprio lì?- Scusami, non l’ho fatto apposta. La prossima volta mi giro dall’altra parte.- Idiota, non dico questo, ma almeno non fissarmi come un guardone.Nel giro di un quarto d’ora mamma aveva finito.- Senti, visto che hai questa necessità impellente di guardare le tue donnine nude su internet…- Mamma.- Si, va bene… la ricerca. Visto che hai bisogno di fare subito la tua ricerca a terra lavo più tardi. Però mi raccomando, poi non venirtene che hai da fare.- D’accordo.Mamma uscì dalla mia camera e si diresse verso il bagno. Il momento cruciale stava arrivando.Con passi felpati mi misi dietro la porta socchiusa dell’antibagno da dove però potevo comodamente vedere cosa accadeva all’interno. Lei aveva già preso il fustino del detersivo e si accingeva a scegliere i panni che andavano in lavatrice. Aprì il cesto e ci si chinò sopra per prendere i panni. Furono degli attimi interminabili. Avevo un cazzo duro come il marmo: mia madre stava per scoprire la sborra di suo figlio sulle sue mutande. Per un attimo ebbi il terrore che la reazione sarebbe stata violenta. Invece… invece mia madre lentamente si rialzò tenendo in mano i suoi slip sporchi del mio sperma. Li fissava. Li fissava prima come chi non riusciva a capire poi… poi sul suo volto si disegnò come per incanto un sorriso e lentamente si portò l’indumento sotto il naso inspirandone forte l’odore. A quel punto me ne venni nelle mutande senza neanche toccarmi. Mia madre… mia madre aveva inspirato l’odore dello sperma del proprio figlio. Scappai di corsa nella mia stanza dove in tutta fretta mi tolsi i pantaloncini e le mutande. Mi ripulii alla meglio e mi infilai di nuovo i pantaloncini tralasciando di mettermi altre mutande. Poi tutto sudato mi misi al computer.Dopo qualche minuto mamma mi chiamò:- Mario, vieni un attimo qui?- Si mamma, vengo – balbettai – un attimo solo.- Porta con te i tuoi panni sporchi.- Va bene mamma.Ma io non avevo panni sporchi se non le mutande impiastricciate di sperma. Decisi di giocare il tutto per tutto. Presi l’indumento sporco e senza pensarci neanche una volta andai nel bagno.- Tieni mamma – dissi porgendole le mutande- Grazie caro, ma non hai altro?- No mamma, non c’è altro.- Va bene, le laverò insieme ai miei slip. tanto sono fatte dello stesso materiale – disse sorniona- Non saprei mamma, fai tu- Certo Mario, certo. Ora vai pure.Ritornai nella mia camera in preda a pensieri di ogni genere. Cosa aveva voluto intendere dicendo che erano dello stesso materiale, che sia sull’una che sull’altra c’era dello sperma e che lei lo sapeva? Aveva voluto lanciarmi un messaggio? S’era incazzata? Non se ne fregava nulla? O forse era eccitata dal fatto? Mi buttai sulla mia poltrona e abbassatomi i pantaloncini presi a masturbarmi freneticamente. Stavo per godere quando la voce di mamma mi fece sobbalzare:- Quando hai finito vieni da me che ti devo parlare.- Va… va bene… va bene mamma… vengo subito.- Non ti ho detto subito. Finisci quello che stavi facendo e poi vieni in soggiorno. Ma stai attento a non sporcarti anche i pantaloncini, altrimenti ti faccio girare per casa nudo.Ciò detto si allontanò. Chiaramente non ebbi il coraggio di finire la sega e aspettato il tempo necessario affinché il cazzo mi ritornasse normale andai da mamma.- Mamma, scusami per prima, ma io…- Non ti preoccupare – m’interruppe subito – sono cose normali. Ma piuttosto che scusarti di quello che stavi facendo in camera tua, non credi di dovermi dare delle spiegazioni su qualcos’altro?- Cosa mamma? – dissi balbettando e con il viso che mi bruciava dal rossore – che spiegazioni?- Senti bricconcello, fino a che ti fai una sega mi sta anche bene. Passi pure che tu lo faccia con i miei slip sporchi. Ma farmeli trovare di proposito sporchi del tuo… si insomma… hai capito benissimo… Questo mi sembra un tantino esagerato. Sono sempre tua madre.- Ma io mamma…- Tu cosa? Insomma ti sembra normale ciò che hai fatto?- Forse hai ragione – dissi quasi piangendo per la vergogna – il fatto è che…- Il fatto è che sei un porcello con la fantasia che galoppa. Ma cosa credi, che non sappia dove realmente ti colleghi quando navighi su internet? Credi che il computer lo sai usare solo tu. So benissimo cosa ti piace. Conosco perfettamente i tuoi movimenti e so per sicuro i siti dove ti colleghi.- Ma tu… – allora hai sempre saputo?- Si caro, ho sempre saputo dove ti collegavi. Un genitore ha il dovere di controllare certe cose ma ha anche il dovere di non farsene accorgere per lasciare al proprio figlio la massima libertà di movimento intervenendo solo quando è strettamente necessario.- E ora è necessario? – dissi sperando in cuor mio che cambiasse argomento – non possiamo parlare d’altro?- E no caro mio. Ormai hai un’età che ti permette di affrontare certi argomenti. Hai solo bisogno di confidarti. Sai, parlare a volte risolve mille problemi.- Ma mamma, io non credo di avere dei problemi.- Accidenti, figlio mio. Sborrare sulle mutande di tua madre per poi fargliele vedere, tu come lo chiami? Se non è un problema questo… tu lo hai fatto in modo che io me ne accorgessi, perché? Cosa volevi fare? Speravi che io ci passassi su? E a che pro? – Questo no, questo non lo volevo.- E si era capito, altrimenti non lo avresti fatto. Allora cosa?Ripresi fiato e con decisione dissi d’un botto:- Sai mamma, speravo che nel vedere le tue mutande sporche della mia sborra ti avrebbe procurato piacere e ti saresti masturbata pensando a me mentre lo facevo, per poi incitarmi a farlo di nuovo davanti ai tuoi occhi.Rimase per un attimo senza fiato:- Accidenti, meno male che non volevi parlare!Poi riflettendo un attimo disse:- E la cosa ti avrebbe fatto piacere?- Non puoi nemmeno immaginare quanto- Ma io sono tua madre…- Ed io tuo figlio. – E proprio per questo che certe cose non si dovrebbero nemmeno immaginare.- Dai mamma, mica chiedo di fare l’amore con te.- Cazzo, e ci mancherebbe… Ma fammi capire, cosa vuoi da me? Dimmelo sinceramente, senza paura.- Mamma, io vorrei che tra noi due non ci fosse nessun segreto. Vorrei vederti girare nuda per casa, vorrei guardarti mentre sei nel bagno, vorrei poterti ammirare quando ti masturbi, vorrei poterti guardare quando fai l’amore con papà. E vorrei anche potermi masturbare in tua presenza, prendermi il cazzo in mano davanti ai tuoi occhi e menarmelo mentre tu ti meni la fica.- Tu sei pazzo. Questo non me lo aspettavo proprio da te.- Non essere falsa e scopriamo le carte. Se hai detto che sei a conoscenza dei siti che visito navigando su internet…- Questo è vero.- E’ vero o no che hai detto che conosci i miei gusti?- Si, l’ho detto.- E allora sai pure che a me piace tutto ciò che è perverso. Sai che amo masturbarmi, sai che mi piace fare il guardone, sai che mi piace vedere due che chiavano.- Si, lo so perfettamente.- E lo sai che ogni volta che tu e papà chiavate io vi guardo di nascosto per poi masturbarmi.- Cosa dici? Tu ci spii?- Si mamma, vi spio chiavare già da un bel po’ di tempo.- Ma allora tu… sai?- Si mamma, so tutto di voi due. So anche che del sesso non disdegnate assolutamente nulla e nessuno e che spesso quando io non sono in casa invitate qualche amico e qualche amica.- Ma allora cosa vorresti fare, vorresti ricattarci.- No mamma, non hai capito. Io non voglio ricattare nessuno. Voglio solamente vivere in questa casa con i miei genitori nel modo più libero e libertino possibile. Voglio che il sesso per noi non sia taboo ma solo un piacere. Voglio godere nel vedervi godere e voglio che voi godiate del mio piacere.- Mi stai dunque chiedendo che tutto ciò che riguardi il sesso in questa casa sia fatto alla luce del sole? E lo stai chiedendo sia a me che a tuo padre?- Si mamma. E’ proprio questo che voglio. – Ma ti rendi conto di cosa potrebbe significare per te? Per quanto ci possiamo conoscere in questo modo potrebbero venir fuori delle cose che nessuno di noi potrebbe mai immaginare.- Per esempio?- Per esempio potresti un giorno scoprire che a me piacciono le donne. E la cosa non so che effetto potrebbe avere su di te.- E se invece un giorno tu scoprissi che a me piacciono anche gli uomini?- Cosa cosa cosa? Non mi dirai che…- No, non te o dico. Se ti va scoprilo da sola.- Ma allora sei proprio un perverso.- Si mamma, sono proprio un perverso e non credo che tu o papà siate molto diversi da me.Mamma stette per dei lunghi secondi a riflettere. Stava per arrivare una sua risposta. Avevo giocato pesante ma se tutto filava liscio avrei trascorso il resto della mia vita come nessun altro al mondo.- Senti Mario, io di questa cosa ne parlerò con tuo padre. Non posso essere certa della sua reazione e a ben pensarci credo che ci sarà una lunga discussione. Tuo padre è un uomo con un’intelligenza come pochi hanno e sicuramente comprenderà la tua richiesta. Ti ripeto che non posso essere sicuro della sua risposta, ma a questo punto e sincerità per sincerità ho il dovere di dirti che se fosse negativa ne sarei molto ma molto dispiaciuta. Da parte mia accolgo volentieri la tua richiesta. Anzi ti dirò che quasi mi dispiace non averci pensato io. Però ti devo anche dire un’altra cosa. Stai bene attento: tu hai detto che non cerchi il rapporto fisico con noi e forse è meglio così. Ma se un giorno mai dovesse accadere ricordati che ne io ne tuo padre ci siamo mai posti dei limiti e quindi ti troveresti a dover accettare delle cose che mai avresti pensato.- Non ti preoccupare, sono pronto a tutto.- Bene, allora adesso non dobbiamo far altro che aspettare papà e parlarci. E speriamo che anche lui sia del nostro stesso avviso- Speriamo.Era andato tutto magnificamente. Almeno mamma era dalla mia parte. Avrei voluto festeggiare l’avvenimento con una bella sega, ma tutto sommato era meglio aspettare la sera: se papà era con noi ci sarebbe stato da divertirsi. Il resto della mattinata non trascorse certamente come gli altri giorni. Mamma non mi perdeva un istante d vista e ogni tanto mi veniva vicino accarezzandomi il volto. Il suo camice era ormai completamente sbottonato e spesso e volentieri le sue grosse tette facevano capolino dalla stoffa leggera mettendosi in bella mostra. Dal canto mio non disdegnai di stare l’intera giornata collegato ad internet e come se fosse stata la cosa più naturale di questo mondo, quando c’era un’immagine piuttosto arrapate, chiamavo mamma per fargliela vedere.- Sei proprio un porcello. Vuoi farmi per forza eccitare.- Hai ragione mamma, così quando viene papà sarai più convincente. A proposito, hai pensato a come dirglielo?- Non ti preoccupare, ho degli argomenti piuttosto convincenti. Credo proprio che non avrà assolutamente nulla da ridire.All’approssimarsi del rientro di papà, mamma mi disse di andare a leggere qualcosa sul divano nel soggiorno e di non muovermi da la per nessun motivo. Alle sette in punto papà aprì la porta di casa e con il suo solito carattere allegro ad alta voce:- Buonasera a tutti, il padrone è ritornato.Mamma allora gli si scaraventò addosso quasi buttandolo a terra e baciandolo sulla bocca proprio come fanno nei film porno. La reazione di papà nei pantaloni dovette essere violenta, anche perché mamma aveva avuto cura di aprirsi completamente il microvestito che nel frattempo aveva indossato.- Porca miseria, ma che ti succede? Mi stai praticamente violentando.Poi rendendosi conto della mia presenza cercò di ricomporre mamma:- Tesoro, c’è Mario che ci guarda.- E tu lascialo guardare. Tutto sommato è nostro figlio.- Appunto per questo, non credi che…- Sarebbe meglio un estraneo?- No, non dico questo… Ma che cavolo di discorso è questo. Non vorrai mica farti vedere da tuo figlio mentre …- Mentre cosa? Mentre facciamo l’amore?- Insomma… quasi.- E se pure fosse? Non credi che ormai è grande abbastanza? – mentre parlava mamma stringeva il cazzo di papà da sopra i pantaloni – Non credi che già sappia perfettamente come accadono certe cose?- Questo si… ma…- Ma ma ma ma. Ma lasciati andare e non pensare che è tuo figlio.- Tu sei proprio pazza – disse papà senza esserne convinto – ma forse nella tua pazzia…- Spogliati e stai zittoPapà allora con rapidità si sfilò la camicia e i pantaloni. In un attimo volarono via i suoi slip e il vestito di mamma. Si buttarono nudi sul tappeto proprio davanti ai miei occhi. E mentre papà si tuffò tra le cosce di mamma a leccarla questa disse:- Si figlio mio, guarda pure tua madre e tuo padre che fanno l’amore. Non c’è niente di più bello.- Si mamma, è bello. E’ molto bello.- E allora cosa aspetti? Datti da fare. Fai ciò che hai sempre desiderato. Fatti una sega davanti agli occhi di tua madre e tuo padre.Feci come per chiedere il consenso anche di mio padre il quale alzata per un attimo la testa:- Fai come ti dice figliolo. Non preoccuparti. Tua madre sarebbe in grado di far cambiare le sorti del mondo con la sua fica. Fallo pure, masturbati e goditi lo spettacolo.Non me lo feci ripetere ancora. Immediatamente mi sfilai i pantaloncini mettendo in mostra un cazzo notevole. Volevo che me lo guardassero e che commentassero ma ancora mi mancava il coraggio di parlare.- Senti Mario – disse papà – da questo momento in poi oltre ad essere mio figlio sei un uomo e come tale devi avere la forza e il coraggio di dire e fare ciò che ritieni opportuno. Quindi liberati da ogni paura e sfogati come meglio credi. Noi non ti fermeremo ne ti correggeremo.A quel punto mi sentii completamente libero e come un assetato nel deserto che vede l’acqua dissi:- E allora sia. Voglio spararmi la più bella sega della mia vita e voglio proprio farlo mentre guardo mio padre e mia madre chiavare. Voglio farlo davanti ai vostri occhi. Voglio che guardiate il mio cazzo come sborrerà e come mi cospargerò la stessa sborra addosso. Voglio vedere il tuo cazzo entrare nella fessa di mamma. Voglio sentirla urlare dal piacere. Voglio… voglio… ahhhhh… siii… sborrooo…Me ne venni con un litro di sperma che prontamente mi spalmai tutto sul cazzo e sulle palle senza tralasciare di leccarmi le mani. Anche papà sborrò copiosamente sulla fica di mamma la quale senza perdere tempo:- Ora leccamela. Leccami la fica che hai sporcato di sborra e ripuliscimela per bene.Papà eseguì immediatamente l’ordine tuffandosi a succhiare la fessa di mamma sporca della sua stessa sborra. Mamma se ne venne dopo pochi colpi di lingua di papà. Avevamo goduto tutti in maniera violenta, ma ci bastò uno sguardo per capire che non era certamente finita lì, anzi, quello era solo l’inizio. Mamma se ne stava sdraiata sul tappeto a cosce spalancate con la fica fradicia che lentamente si torturava il grilletto. Papà dal canto suo era seduto al suo fianco che le stringeva una tetta. Aveva il cazzo ancora perfettamente eretto. Era evidente che la sborrata di prima certamente non gli era bastata. Del resto anche il mio cazzo era ancora in tiro pronto per un’altra sborrata. – Ragazzi miei – disse mamma con un sorriso malizioso – vedo che siete ancora sull’attenti.- Non potevi certamente credere che ci bastasse una piccola sborrata? Per me è stato solo l’antipasto e a giudicare dal suo cazzo anche Mario è più che pronto per continuare.- Questa è una serata molto speciale – disse mamma – e quindi c’è bisogno di qualcosa di molto molto particolare. Il nostro piccolo ha il diritto di godere di ciò che godiamo noi ed è quindi giusto che sappia tutti i nostri giochi come si svolgono.- Se è vero che ti conosco credo che tu sia pazza. Stai pensando a quello, vero?Gli occhi di mamma si illuminarono con una smorfia dovuta alla goduria disse:- Si Carlo, voglio proprio quello.- Ma ne sei sicura? L’ultima volta sei dovuta ricorrere alle cure del ginecologo.- È stato ben quattro anni fa. Ora è diverso, anzi – indicando la fessa – lei è diversa.- Ma di cosa state parlando? Cosa significa che la tua fica ora è diversa?- Sai Mario, arrivate ad una certa età i tessuti diventano più molli. Questo generalmente specie per una donna è un dramma. Ma se i tessuti in questione sono quelli della fessa a volte può essere un vantaggio.Non capivo cosa intendesse mamma, ma la curiosità era tale che con enorme eccitazione ripresi a masturbarmi.- Io non so se è il caso. Sai benissimo che se iniziamo non riusciamo più a fermarci.- Dai caro, ormai ci siamo. Sarebbe bello riuscirci ora davanti al nostro Mario.- Anche a me farebbe piacere, ma ricordati che oltre a non esserci mai riusciti, dopo sei stata per diverse settimane senza neanche poterti mettere le mutande tanto ti faceva male.- Ebbene sarà ancora più eccitante. Andare in giro senza mutande e magari accavallare le gambe di fronte a qualcuno non farà altro che eccitarmi al massimo.- Come vuoi – disse papà alzandosi e dirigendosi verso la loro camera da letto – ora lo prendo.A quel punto avevo capito che si trattava di qualche oggetto da infilare nella fessa di mamma, ma non riuscivo ad immaginare come potesse addirittura provocare danni tali come li descriveva papà.- Senti Mario – disse mamma – ora vedrai qualcosa di sublime. Qualcosa che il solo pensarci mi fa godere come una cagna. Probabilmente mi sentirai urlare ed imprecare. Ma non devi preoccuparti più di tanto. È una cosa che non ci è mai riuscita fino in fondo, ma che comunque ci ha sempre fatto godere come matti.- Ascolta mamma – dissi accarezzandole i capelli – qualunque cosa ti faccia godere farà godere anche me, a costo di doverlo provare anche io.- Non credo che vorresti farlo – rise divertita mamma – non credo proprio.Papà tornò con in mano una cassetta tipo quelle che contengono bottiglie di vino pregiato. L’appoggiò a terra in mezzo alle gambe di mamma e guardandola negli occhi disse:- Aprila tu.- No, voglio che la apra Mario.Mi sedetti a terra accanto ai miei e quasi con la paura che scoppiasse lentamente aprii la cassetta. – Ma cosa diavolo… non mi direte che… nooo, non è possibile… come cazzo…. Mi state prendendo per il culo!Il contenuto era sbalorditivo, ma non tanto per quello che era, ma per l’uso che se ne sarebbe fatto: una bottiglia di spumante di quelle con il collo corto ma molto larghe di base giaceva ben riposta nel velluto rosso. Guardai sbalordito i miei. Non era possibile che intendessero usare quella bottiglia per penetrare la fica di mamma. Su internet avevo visto cose simili ma quelle dimensioni erano state raggiunte solo con fotoritocchi.- Sai caro, la comprammo quando facemmo dieci anni di matrimonio, ma quando stavamo per stapparla ci venne l’idea di utilizzarla diversamente.- Ma mamma, non è possibile. Come potete pretendere che…- Non lo pretendiamo infatti, ma comunque il provarci ci procura un piacere folle e indescrivibile.- Ma papà ha detto che una volta sei dovuta ricorrere al ginecologo.- Si è vero. Fu una volta che insistemmo particolarmente. Da allora non lo abbiamo più fatto. Ma oggi è un giorno particolare e come ho detto prima merita qualcosa di speciale.Papà allora prese un vasetto che non avevo notato prima. Era vasellina. Con due dita ne prese una discreta quantità e iniziò a spalmarla sulle labbra della fica di mamma. Lo spettacolo delle dita di papà che entravano e uscivano dalla fessa di mamma sarebbe bastato a farmi sborrare per una settimana intera.- Perché non mi aiuti Mario – disse papà – c’è bisogno di prepararla per bene.Il cuore mi si fermò per un attimo: mio padre mi aveva invitato a spalmare la vasellina nella fessa di mamma. Titubante immersi due dita nel vasetto prendendo una buona dose di crema. Rimasi immobile come per chiedere istruzioni. Papà allora mi prese la mano e con decisione l’appoggiò alla fica spalancata di mamma.- Ora spalmala per bene. Dentro e fuori. E ogni volta che entri dentro fallo sempre di più. In questo modo vedrai che tra poco entrerà tutta la mano.Feci come lui mi diceva. Più spalmavo e più infilavo la mano. Mamma ansimava dal piacere:- Ahhh… siiii… dai Mario… dai allargami bene la fessa… cosìììì… come è bello… infilami tutta la mano… ahhhh… come godo.All’improvviso senza che quasi me ne accorgessi la mia mano fu risucchiata nella fica di mamma dove scomparve fino al polso. Sborrai. Sborrai copiosamente e senza neanche toccarmi. Avevo chiavato mia madre con la mano e con l’aiuto di papà. Istintivamente stavo per tirare fuori la mano quando papà mi fermò:- Ora stai attento. Se la vogliamo allargare per bene devi tirare fuori la mano tenendola chiusa a pugno. Solo così sarà larga abbastanza almeno per provare con la bottiglia. Ma stai attento. Devi farlo con attenzione. Se lo fai troppo velocemente le fai un male cane. Troppo lentamente non ci riusciresti mai.- Ho capito papà. Credo proprio di aver capito.- E allora vai, ma sta attento.Chiusi la mano a pugno e con calma ma con decisione iniziai a tirare fuori la mano dalla fessa di mamma. Così come era entrata risucchiata ne usci come spinta fuori da una forza misteriosa:- Ahhhh… che bello… siiiii… ahhhh.La fessa di mamma era lì, tutta aperta. Papà allora mise la bottiglia in piedi sulla cassetta e aiutò mamma ad alzarsi. Mamma era barcollante e papà l’aiutò ad accovacciarsi a spegnimoccolo sulla bottiglia. La fessa di mamma era oscenamente aperta ed in pochi istanti avvolse il collo della bottiglia. Era uno spettacolo unico. Mamma si abbassava sempre di più fino ad arrivare alla fine del collo stesso. Iniziò allora ad andare su e giù. Vedevo la bottiglia entrare ed uscire dalla mamma, ed ogni volta che entrava era sempre un pochino di più. Ad un certo punto papà disse.- Ora credo che sei pronta. Hai la fessa che più larga di così non è possibile. Ora puoi provare.- Ah… siii… credo di si… ora va bene.Mamma quasi si abbandonò lasciando che la bottiglia le squarciasse la fica. – Ahhh… che male… ahhh… no resisto…Questa volta l’urlo era di dolore. Mamma si rialzò. Le lacrime le scorrevano per le guance e singhiozzava. Stavo per dire di fermare tutto, ma papà mi fermò:- Aspetta Mario, questo è solo l’inizio. Conosce benissimo i suoi limiti. Sa perfettamente quando fermarsi.Dopo qualche attimo mamma si riprese:- Dai, forza, ricominciamo. Prima che la fessa mi si restringa di nuovo.- Sei sicura? – dissi a mamma – lo vuoi proprio.- Si caro, vorrei proprio riuscirci questa volta. Sarebbe bellissimo.Ciò detto si ricalò nuovamente su quella bottiglia che ora sembrava essere ancora più grande. Riprese aritmicamente ad andare su e giù ed ogni volta affondava sempre di più. Poi come prima si fermò per una frazione di secondo per poi dare l’affondo: un urlo bestiale le uscì dalla bocca. Mamma cadde riversa a terra lamentandosi per il dolore, ma neanche questa volta il mostro aveva fatto il suo dovere.- Ora basta – disse papà – stai correndo troppo. Così esageri.- No – disse mamma con affanno – solo così ci posso riuscire. Solo così posso finalmente ottenere ciò che voglio.La fica di mamma era spaventosamente aperta. Le si vedeva l’utero. Noncurante del dolore mamma traballante si riaccovacciò di nuovo sulla bottiglia e ricominciò tra le lacrime di dolore il rituale. Dopo un po’ un nuovo tentativo: questa volta fu atroce. Mamma piangeva copiosamente per il dolore e sia io che papà intervenimmo per cercare di convincerla a smettere, ma lei tra le lacrime- Voi non potete capire. Non potete neanche immaginare il piacere che provo solo nel pensare che ogni volta potrebbe essere quella buona. Il godimento che proverei nel sentirmela dentro sarebbe superiore a qualsiasi dolore possa provare. Con difficoltà mamma si rialzò. – Papà – dissi preoccupato – guardale negli occhi.Questa volta mamma aveva uno sguardo diverso. Sembrava come ipnotizzata. Aveva smesso di botto di piangere e non era più traballante come prima. Una strana forza sembrava essersi impadronita di lei. Sia io che papà ce ne rendemmo conto e capimmo che quello sarebbe stato l’ultimo tentativo a prescindere dall’esito.- Stai attenta amore mio – disse papà con voce tremula – stai attentaMa mamma sembrava non sentirlo neanche. Iniziò ad andare su e giù, ma questa volta sembrava essere lei a far male alla bottiglia. Il suo volto s’era incattivito ed ogni volta che si calava dalla sua bocca non uscivano più dei lamenti ma dei cupi grugniti. Capimmo che ormai la bottiglia stava per perdere la battaglia e con essa la guerra che durava da anni. All’improvviso mamma si fermò con infilato dentro la fessa appena il tappo, poi con un urlo si lasciò cadere a peso morto sul mostro. Ero proprio di fronte a lei ed ebbi modo di vedere la bottiglia entrarle completamente nella fessa. Questa volta non un urlo, non un pianto. Solo un forte tremore prese mamma. Sembrava in preda ad una crisi epilettica. Poi finalmente un urlo, ma non di dolore, bensì liberatorio, uscì dalla sua gola . Era incredibile. Non solo non soffriva più, ma aveva goduto. Si, aveva proprio goduto. L’orgasmo era arrivato potente e lungo come non mai. Era uno spettacolo unico. La bottiglia i era quasi scomparsa infilata dentro. Non sarebbero bastate tre mani per chiudere quella voragine. Una caverna. Una caverna pronta da quel momento ad accogliere qualsiasi cosa. Ormai il limite ultimo era superato. Mamma era felice. Era felice perché sapeva che si erano aperti orizzonti di godimento fino ad allora inimmaginabili. Ed anche io ero felice. Ero felice perché quelli erano i miei genitori. Porci così come ero porco io. Pronti a tutto così come ero pronto a tutto io. Disponibili a dare piacere così come ero disponibile io. Era magnifico. Io e papà ci abbracciammo mentre mamma rantolava ancora per l’orgasmo. Ora quello spettacolo meritava una sega. Una sega mia e di papà. Ci mettemmo l’uno di fronte all’altro con mamma riversa a terra in mezzo. Poi istintivamente io stesi la mano ed iniziai a masturbare papà. Altrettanto fece lui. Fu bello sentire in mano il suo cazzo enorme e altrettanto bello fu sentire la sua mano accarezzarmi le palle e spararmi una sega. Sborrammo insieme bagnando copiosamente il volto di mamma che questa volta rideva. Rideva felice perché aveva capito che la vita da quel momento le riservava tanto di quel sesso insieme al figlio e al marito che nessuno al mondo avrebbe mai potuto immaginare.
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