Mi chiamo Luca, ed era da tantissimo tempo che la tenevo d’occhio. Lei si chiama Nina.La conosco perchè andiamo nella stessa palestra, e, forse per volontà del destino, frequentiamo quasi sempre gli stessi orari (prima di cena).E’ una ragazza di 25 anni, stupenda, bellissima, alta, e con un viso dolcissimo, che ispira tanta tenerezza e dolcezza.Purtroppo il nostro rapporto si era sempre limitato ad un ciao – ciao. Purtroppo. Ma solo fino alla sera del 20 settembre scorso, quando finalmente, ormai cotto, stracotto di lei, ed affascinato dal suo corpo da favola, trovai il coraggio di invitarla a cena, seppur rosso come un peperone.Ma subito era pronta per me una cocente delusione, quando mi disse che aveva da fare. Una botta tremenda, subito mi scusai: “scusa, no, non volevo darti fastidio, in fondo ci conosciamo così poco…”. E lei mi interruppe subito “Beh, il fatto che ci conosciamo poco non è assolutamente positivo, e penso che dovremmo rimediare, visto anche che ci vediamo costantemente da quasi un anno, però non stasera, davvero stasera non posso. Però se ti va possiamo farà domani, va bene?”. Io, ripreso, felicissimo, avevo riacquistato il colorito rosso bordeaux che mi avevo accompagnato fino ad un minuto prima, quando le chiesi di uscire. “Ok, va benissimo, per domani, ci vediamo alle 9.30, mi dai l’indirizzo così vengo a prenderti?” dissi io. Era fatta, l’indomani sarei uscito con lei: ero felicissimo.Andai a prenderla sotto casa, e dopo aver suonato al citofono, neanche due minuti e lei scese (ed io che mi aspettavo chissà quale ritardo da parte sua, in linea con l’orientamento femminile prevalente).Era di una sensualità indescrivibile. Aveva i capelli raccolti e tirati all’indietro, leggermente truccata ed indossava un giubbottino di blujeans stretto, molto stretto, ed un paio di pantaloni di pelle nera, anch’essi molto attillati, che lasciavano intravedere un culo magnifico, diverso da quello che ero abituato a vedere in palestra con tute larghe.Trascorremmo una bella serata, lei era anche molto simpatica e, devo dire, molto più spigliata di quanto quel suo viso angelico potesse palesare. Me ne accorsi soprattutto quando alla fine della cena, un po’ brilli entrambi per un vino che, sagacemente avevo scelto io, e quindi un po’ pesante, lei mi invitò a vedere casa sua, dove abitava da sola.Naturalmente non persi occasione e non mi feci ripetere l’invito: andammo di corsa a casa sua.Dopo una fugace occhiata al suo appartamentino, piccolo, però molto accogliente ed arredato con cura e raffinatezza, mi sdraiai un po’ sul divano, mentre lei andò nell’altra stanza a preparare un paio di drink (li avevo chiesto rigorosamente alcolico).Continuammo a parlare del più e del meno; mi accorsi di avere con Nina molti punti in comune. Tra questi non c’era di sicuro la naturalezza di parlare di sesso che lei aveva, ma che io non mi potevo permettere, visto il mio grande pudore. Che, non immaginavo di certo, da lì a poco sarebbe scomparso nel nulla. Grazie a lei.Ed è li, a casa sua, entrambi seduti sul divano, a parlare e chiacchierare come vecchi amici, che è successo quello che non mi aspettavo certo all’inizio della serata. Forse le sue labbra erano talmente invitanti che senza accorgermi, senza sapere cosa stavo per fare, avevo posato le mie labbra sulle sue, così, spontaneamente, senza problemi, e sentendo un grosso fremito che mi attraversava tutto il corpo, e un calore ardente sulle sue labbra. Solo per un tempo brevissimo, le nostre labbra erano in contatto, ma poi mi sono subito accorto del mio eccesso, del mio impeto, e, fermandomi, le feci subito le mie scuse, com’era nel mio carattere. Ma lei non rispondeva, non diceva niente, anzi sembrava decisamente delusa. Non riuscivo a capire però, se questa delusione era dettata dalla mia iniziativa, o dalla mancata continuazione dell’iniziativa. Sta di fatto che non proferiva parola, solo mi guardava con quegli occhioni, con grande intensità, tale da mettermi ancora di più in imbarazzo.Forse è per la sua reazione, o mancata reazione che io, in quel momento, dimostrando forse una totale indecisione, ma nello stesso tempo una nuova dose di faccia tosta, mi rituffai sul suo viso e la baciai di nuovo.Oramai era fatta, non potevo e non volevo tornare indietro. Avevo anche avuto la possibilità di farlo: avevo chiesto scusa, ma poi avevo ricominciato.Nina, con mia grande sorpresa, non reagiva negativamente e non mi respingeva come avevo temuto. Tuttavia manteneva, al momento, un atteggiamento quasi passivo, rispondeva molto superficialmente, mi baciava anche lei sulle labbra, ma senza mai usare la lingua che io, più volte, chiedevo.Interruppi di nuovo il bacio, e lei intanto appoggiò la testa sulla mia spalla. Sembravamo quasi due innamorati.Le presi la mano, e per la terza volta ritornai a baciarla.Un po’ alla volta però si stava rilassando, socchiuse la bocca e così la mia lingua potè entrarvi a giocare con la sua, capii subito che questo a lei piaceva molto quando cominciò a respirare più profondamente. Fu un bacio al quale lei sembrava non voler mai porre termine, reclinò il suo busto verso di me fino ad arrivare a contato del mio petto e mi strinse fra le braccia.Anch’io portai le braccia a stringerla e le mie mani partendo dalla cintola posteriore si infilarono sotto al suo maglione a contatto con una maglietta intima. Facendole lentamente scivolare lungo la schiena dal basso verso l’alto notai dalla mancanza dell’aggancio posteriore che non indossava il reggiseno, quindi, quasi istintivamente, portai lentamente le mani davanti al suo busto incuriosito di scoprire la consistenza del suo seno: i miei palmi giunsero a contatto di due graziose colline di medie dimensioni ma di sodissima consistenza, data la costante attività fisica ed atletica da parte sua.Ci baciamo per un tempo lunghissimo, e nello stesso tempo affrettammo di toglierci entrambi di dosso i vestiti più in fretta che si può: volevamo rimanere senza niente addosso. Ormai quei vestiti erano solo una inutile barriera tra noi due ed un rapporto sessuale che da lì a poco si sarebbe rivelato tra i più belli ed i più estenuanti.Mi sdraiai, mentre lei, di spalle, continuava a togliersi di osso le ultime cose che le erano rimaste: praticamente ormai solo le mutandine.Rimase ancora un poco in quella posizione, di spalle. Poi si girò e si chinò su di me, quando iniziai a sentire i suoi meravigliosi seni premere su di me ed i capezzoli eccitati strisciare sul mio corpo. Poi fece scivolare adagio la sua mano sulla mia patta, ancora coperta dalle sole mutande, infilò la mano e liberò la mia asta ormai durissima.La tenne in mano qualche minuto, saggiandone la consistenza, ma senza masturbarlo, e mi carezzò le palle durissime anch’esse. La sua mano che mi cingeva il cazzo eccitatissimo mi faceva già impazzire, lei se ne accorse e prese a muoverlo lentamente. Mentre lo sollevava io non potei soffocare dei gemiti, destinati ad aumentare notevolmente quando sentii le sue morbide labbra avvolgere il glande paonazzo e la tumida lingua lambirlo dolcemente.Ero estasiato, sorpreso dall’incredibile abilità di Nina, che succhiava, pompava e leccava ogni millimetro del mio sesso stuzzicando inesorabilmente tutti i punti più sensibili. Era proprio una pompinara nata, a dispetto di quel viso angelico che possedeva. Poi la sentì abbandonare momentaneamente il glande e spingersi più in basso infilando l’asta tesa e ben insalivata tra i grossi e sodi seni. Le carni elastiche ma sodi lo avvolsero in un morbido abbraccio, lei li strinse intorno all’asta prendendo a muoversi ed a masturbarlo in quel modo, mentre io, per l’eccitazione facilitavo quel movimento ritmico.Quasi autonomamente presi ad assecondare quel fantastico movimento. “Si….” gemette lei “Si cosi, chiavami tra i seni”, “poi mi scoperai dove e come vuoi”! Rimasi quasi inorridito da quel linguaggio scurrile che proveniva da quella bocca soave, ma ero così eccitato che non potevo pensare al viso innocente che avevo sempre visto in lei. Ora davanti a me c’era una vera ed assatanata troia.Lei, quasi leggendomi nel pensiero, si fermò e si chinò affondandosi nuovamente il mio cazzo in bocca.La sua testa prese a muoversi freneticamente, mentre la mano scorreva veloce lungo l’asta e la lingua frullava impazzita sul glande. Sentivo ormai sentì l’eccitazione crescere e l’orgasmo avvicinarsi inarrestabile, la toccai e dissi istintivamente “Attenzione Nina, sto per venire…”, volevo che lo sapesse, volevo che evitassi di sborrarle in bocca, ma lei, assolutamente noncurante delle mie parole, non smise di pomparmi con decisione ma si voltò a guardarlo nella flebile luce della stanza e spostò i capelli perché anch’io potessi vedere bene il suo stesso cazzo che affondava nella calda bocca.A quella splendida visione, non resistetti più; non potei più trattenermi oltre: il cazzo si contrasse e scaricai nella sua bocca un primo copioso getto di sperma, lei gemette sommessamente ma non smise di succhiare avidamente. Le successive violente contrazioni scaricarono nella gola di Nina un autentico fiume di sperma. Con la vista annebbiata dal piacere la vidi socchiudere gli occhi ed ingoiare golosamente il caldo e denso liquido. Stava andando oltre ogni limite della mia immaginazione!Ad un certo punto lei si scostò, ma l’eiaculazione era tutt’altro che terminata.Lo sperma sgorgò copioso dal glande ed un primo schizzò volò nell’aria andando a stamparsi sul volto e nella bocca di lei, subito seguito da altri che incalzavano a ritmo frenetico, piovendole addosso, sulla lingua protesa che subito li richiamava alla bocca ingoiandoli, tra i neri capelli, sui seni sobbalzanti, sul ventre che si contraeva. Poi il ritmo rapidamente scemò: la sborrata era ormai al termine, ma lei continuava a masturbarmi mentre si abbandonava e poi avanzò leccando avidamente lo sperma rimasto sul glande per poi ingoiarlo nuovamente tutto, affondandoselo profondamente in gola mentre lo fissava oscenamente imbrattata di sperma.Con le dita raccolse lo sperma spalmandoselo sul viso per poi portarsele alla bocca leccandole voluttuosamente, e poi fece altrettanto con lo sperma sui seni, poi si rialzò e lo baciò selvaggiamente.In attesa che lei leccasse per bene tutto, io, stravolto dal piacere, mi ributtai sul divano, e mi sdraiai.Era stato un pompino favoloso, tanto da farmi sentire in debito nei suoi confronti.Tant’è vero che dopo un paio di minuti ero pronto a ricominciare, ero pronto a fare la mia parte per farla godere.Era lei che chiedeva espressamente la sua parte. I suoi osceni comportamenti me lo fecero capire, se ancora ce ne fosse stato bisogno.Sollevò una gamba appoggiandosi con il piede su una delle pareti, portò entrambe le mani al sesso e si allargò le grandi labbra, mettendo in vista un clitoride di notevoli proporzioni. E disse ‘Ora leccamela”.Senza farmi pregare, caddi in ginocchio ed avvicinai il mio viso alle sue splendide gambe, e dopo qualche attimo di normale contemplazione dinanzi a quella splendida figa, completamente depilata, mi slanciai con foga a leccare tutto quello che mi capitava sotto la lingua. Iniziai con il clitoride, eretto come non ne avevo mai visto, affondavo la mia abile lingua con colpetti dentro la figa ormai fradicia di umori e di secrezioni vaginali. Lappai tutto con gusto, soffermandomi con vero piacere anche al suo buchino posteriore, che già alla vista mi faceva impazzire.E mentre lappavo stuzzicavo il clitoride e le grandi labbra con le mie dita. Staccai anzi la testa per dedicarmi meglio alla figa con la mia abile mano. Facevo passare tutte le dita, una per volta, per la fradicia spaccatura. Arrivato alle piccole labbra iniziai ad introdurne un paio.Le dita vennero come risucchiate, le pareti della vagina erano aderenti ma molto elastiche e aprivo e chiudevo velocemente le prime falangi delle due dita tenendole pero’ ben piantate a fondo corsa; lei allargava le gambe al massimo e con poche ma decise spinte. Mi sembrava perfino di essere arrivato a solleticarle il collo dell’utero.Si capiva decisamente che le piacevano le maniere forti. Peraltro la sua figa non è affatto stretta (quale migliore prova che a questa ragazza piace farsela sfondare di brutto?).Continuo questo selvaggio ditalino per parecchi minuti, durante i quali, godendo con trasporto, mi dava del porco. Cosa, quest’ultima, che aumentava in me proprio l’intento di sembrarle ancora più porco.Ad un certo punto, spinto dall’eccitazione sempre crescente, le pianto nella figa sempre piu’ bagnata un terzo e poi un quarto dito, spingendole su con un pizzico di violenza; ma a lei piace da matti e la sua splendida figona le prende tutte.Affondo le dita per un bel po’, sempre di più, fino a quando l’affanno crescente di Nina mi fa capire che l’orgasmo e’ prossimo; aggiungo in figa l’unico dito della mia mano ormai rimasto fuori: il pollice. Lo ficco dentro e spingo, girando e rigirando la mano. Il mio obiettivo ormai era quello: volevo ficcarle dentro tutta la mano. Con un pò di fatica ci riesco. Metto tutta la mano fino al polso e continuo a spingere oltre, e spingo spingo e giro la mano dentro, sentendo uno sciaquìo niente male, mentre lei, gemendo sempre di più, mi faceva capire di essere ormai al culmine, e così fu. Il suo orgasmo sembrava non finire mai, le mie dita ficcate per intero nella figa che la fottono e non le danno tregua fino a quando con un sommesso “basta-basta” mi invitò a liberarle la calda ed ormai slabbrata spaccatura.Non ne avevo abbastanza, ormai sembravo scatenato, e il suo atteggiamento da vera porca non faceva che esaltarmi e darmi coraggio per una nuova operazione: era arrivato il momento di fotterla!Le sollevai le braccia e prendendola per le spalle la feci abbassare su di sè.Una volta raggiunta la posizione ottimale, lei si accosciò su di me guidando con la mano il mio cazzo dentro di lei, che entrò con una facilità prevedibile, visto il lavoretto che le avevo appena fatto. Potevo intanto ammirarla lo spettacolo della sua fica che inghiottiva la mia asta, e sentivo il calore che essa sprigionava, il miele che già fluiva abbondante.Lasciai che Nina guidasse il gioco beandomi delle sue espressioni di piacere e delle sue parole di apprezzamento per la durezza del mio cazzo che cavalcava lentamente.Proprio la durezza e le dimensioni del mio cazzo acceleravano in lei sempre più la voglia di godere nuovamente, e difatti cominciò ad andare su e giù sul mio corpo sempre più velocemente facendo in modo di strusciare il suo clitoride sul mio pube; mi incitò a muovermi con più vigore dentro di lei fino a che venne, deliziosamente, per un secondo e memorabile orgasmo.Io, però, non avevo ancora eiaculato, cosicchè, senza un attimo di pausa e di esitazione, la presi e cambiammo posizione. Stavolta presi Nina alla pecorina, non prima di tormentarle l’ano con la lingua, per lubrificarlo ben bene. Poi iniziai a penetrarla con le dita, stavolta analmente, lubrificandola internamente. Lei, che aveva già capito le mie intenzioni, ed ormai impaziente, si girò verso di me e mi disse: “Sono pronta, non ce la faccio più, il mio culo non aspetta altro che il tuo cazzo”.Mi resi conto però che qualche leccata non poteva aver sortito l’effetto sperato: il culo all’interno non era ancora molto lubrificato, così mi sputai in mano e continuai nella mia opera di lubrificazione interna. Un’altro sputo lo dedicai al mio cazzo, sebbene già fosse parzialmente lubrificato dagli umori vaginali di Nina di poco tempo prima.Il mio cazzo si appuntò al suo sfintere, ormai decisamente lubrificato ed inumidito; le mie mani (tremanti per l’eccitazione) guidarono il glande paonazzo, tra le sode e rotonde chiappe, lo appoggiai allo sfintere e spinsi con decisione. Lei mi assecondò spingendo a sua volta indietro il suo bel culetto. Fui sorpreso dalla facilità con cui il suo culo mi accolse, il cazzo scivolò profondamente in lei, avvolto dai suoi sodi ed elastici muscoli, lei gemette ma continuò a spingere all’indietro, mentre io feci altrettanto, avvicinandomi sino a che il mio pube non fu a contatto con la serica pelle delle sue natiche. Mi fermai un attimo, incredulo, esitante, ma lei non mi lasciò tempo “Che fai, non ti fermare, inculami, Luca, inculami, ti prego, è tutta la sera che aspetto questo momento” mi urlò, mentre si accarezzava freneticamente le tette. La afferrai per i fianchi e presi a muovermi con foga, facendo scorrere il cazzo nel suo culo, veloce e potente.Iniziai a pompare, dapprima molto lentamente, mentre Nina, all’apice dell’eccitazione anche lei, si tormentava con le sue stesse dita, dopo i capezzoli anche il clitoride, mentre il mio cazzo la penetrava nel culo, ormai con una certa velocità e violenza.Era stretta, ma calda ed elastica, la inculai con foga, e lei urlava per l’eccitazione e per la goduria che stava ricevendo. Io, dal canto mio, ero eccitatissimo e mi approssimavo velocemente all’orgasmo. L’orgasmo venne veramente devastante e travolgente. Le scaricai nel retto tutta la sborra che ancora avevo nelle palle, fino a far ridiventare moscio, ancora dentro al suo culo, il mio cazzo; che estrassi poco dopo. Ero distrutto, ed il mio cuore batteva a mille.Andai per abbracciarla, pensando che la serata fosse finita, quando lei si staccò da me per un’ultima richiesta: “Non voglio che finisca qui. Ora voglio qualcosa di veramente trasgressivo, che concluda definitivamente questa serata: ti prego, pisciami, svuota la tua vescica tutta sulla mia faccia. E’ una cosa che non ho mai fatto, ma che ora desidero veramente con tutte le mie forze, tremo al solo pensarci!”.”Vuoi davvero che lo faccia ?” le domandai un po’ sorpreso; lei annuì con foga “Si fallo, pisciami in bocca te ne prego” gemette. La accontentai: vidi i muscoli di Nina contrarsi ed il primo zampillo di liquido giallo uscire dal mio cazzo ormai esausto e moscio. Il liquido dorato cadeva senza esitazione nella bocca spalancata e sulla lingua di Nina; il getto proseguì per qualche istante lavandole completamente il volto e bagnandole i capelli.Era questo la giusta conclusione per una serata che mi aveva portato all’apice del piacere.Alla fine della serata mi confessò che era da tempo che aspettava una serata del genere con me. E non aspettava altro che la invitassi. Mi confessò anche che, avrebbe voluto avere dei rapporti a tre, e mi chiese se conoscevo qualcuno che potesse soddisfare questi suoi desideri erotici. Nina, che fino alla sera prima era per me la ragazza dolce della mia vita, era ormai diventata la troia della mia vita. Ed avevo deciso, anche alla luce della sua esplicita e trasgressiva richiesta, che avrei accontentato ogni sua richiesta di sesso.Avevo già in mente il nome di un mio carissimo amico, che contattai il giorno dopo per organizzare la cosa.Cosa che in effetti andò alla grande… ma questa è un’altra storia
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