L’obbiettore del nostro comune è uno solo, è uno solo e solo ed unicamente deve fare tante cose, tra le quali venire a prendere me al lavoro al mezzogiorno perché io sprovvisto di macchina mia. L’obbiettore in questione ha 28 anni, non ne ha 19 perché prima volle finire la scuola. Si chiama Nicola. Nicola ha 28 anni, è alto 1.87 e pesa 78 kg. Nicola è castano con ogni castani. Ha un ciuffettino davvero bello che cura con tanta passione. Nicola è anche un mio vicino di casa. Nicola lo conosco fin da quando ero piccolo, lui infatti mi ha insegnato a leggere, ed anche a scrivere con pazienza ed amore, si è sempre dedicato al volontario ed al sociale, ed si è laureato all’università proprio nel “sociale e pedagogico” . Gli è sempre piaciuto aiutare i meno sfortunati, ed quando fui un pochino più grande andavo con lui a fare volontariato nelle case, e con lui mi divertivo, facendo divertire tanto anche i bambini piccoli, facendoli giocare a “cavalluccio” e anche a “dasaminaza farem la torta in piaza!” Un giorno di quelli soliti, un lunedì per precisare, Lunedì 14 Luglio, gli altri ragazzi in macchina, non c’erano, io uscivo come al solito alle 12- 12.05, quindi in macchina eravamo solo io e lui. Quindi poi gli rimaneva scoperta una quarantina di minuti. E proprio quei quaranta minuti io li volli coprire confessandomi a lui di quanto bene gli voglia, e che il bene si stia tramutando forse in qualcosa di più grande, di più morboso, di più serio che un’amicizia, e tutte queste cose gliele dissi in macchina, subito dopo esservi entrato, però prima lo salutai. Quando udì queste cose si fermò di scatto, e a momenti la macchina che ci precedeva ci veniva a sbattere, lui dunque accostò mi guardo e mi disse: “Sei proprio sicuro di quello che stai dicendo, non è che sia una cosa ci solo passeggera?!” Lo guardai sorridente: “Nicola non credo proprio è troppo seria questa cosa e la sto dicendo con troppa serietà, quindi ti tocca credermi così sulla parola e basta.!” Nicola rimise la macchina in moto, e non parlò più per tutto il tragitto ovvero i rimanenti 4 chilometri. Appena arrivato al deposito delle macchine comunali, dove io ogni mattina mi faccio trovare puntuale come un orologio svizzero, lui esce dalla macchina per andare ad aprire il garage, anche io sto per uscire quando Nicola mi dice: “Aspetta un’attimo!” .l Entra in macchina e parcheggia nel deposito, dopodiché mi viene ad aprire la portiera, io mi alzo in piedi chiudo la portiera, Nicola mi prende la mano mi accompagna vicino al cofano, mi fa appoggiare, mi guarda, tira un sospiro e poi mi bacia . Staccando la bocca mi dice:”Adesso non mi dire nulla, se vuoi che continui presentati stasera a casa mia, sono a casa da solo..sennò mi dispiacerebbe tanto è stato bello finchè è durato ed ora sto bene che mi sono liberato pure io, sai anche io avevo un macigno come il tuo!” Non dovevo rispondergli subito, allora estrassi le chiavi della bicicletta, mi diressi verso la porta, ma Nicola ancora una volta mi blocca, mi prende per il fianco e mi dice:”Non posso aspettare ti voglio ora, ti prego dimmi di si, andiamo nello sgabuzzino che c’è un lettuccio piccolo!” Risposi con un cenno della testa che va dall’alto verso il basso. Mi riabbracciò e li sentii quel calore caldo, caldo che prima non avevo sentito, il che voleva dire che era felice, ci prendemmo per mano e ci dirigemmo, o meglio lui mi diresse verso lo sgabuzzino. Erano le 12.15 il che stava a dire che in meno di 40 minuti doveva essere di nuovo vestiti, perché Nicola doveva fare altri giri. Ci spogliammo di corsa e saltammo sul lettino, nudi come mamma ci ha fatto, ci baciamo, ci tocchiamo e ci accarezziamo, e Nicola dice: “Se vuoi l’amore possiamo farlo stasera a casa mia come già prima ti ho detto, adesso io ho solo voglia di scoprirti, baciarti, ed accarezzarti in ogni tua parte, tu che ne dici, ti va l’idea?” Risposi: “Nicola tutto quello che vuoi, ma basta ti prego che non mi faccia soffrire.sennò me ne vado subito.!” “Soffrire nel senso di non lasciarti più?, beh se è per questo stanne certo, ti ho trovato e non ti voglio perdere, starò con te finchè campo..non sono mica scemo a farmi perdere un ragazzo speciale come te.!” Tirai un sospiro di sollievo ed pure io lo baciai, con un energia favolosa, gli accarezzavo ogni sua parte, petto, coscie, braccia, avambraccia, spalle, capezzoli, ombelico, orecchie, naso, lingua, collo, piano piano ci baciavamo dappertutto, per fare passare quei 40 minuti, che purtroppo quando uno è felice passano sempre in fretta e furia. Ci rivestimmo con l’appuntamento serale, fuori sulla strada, mentre mi accingo a salire sulla bicicletta Nicola mi tasta il culo e mi dice: “Acqua in bocca..e bocca piena d’acqua.a stasera tesoro..ti amo!” Io lo bacio, gli sorrido gli auguro un buon pomeriggio . La sera stessa alle 19.30 ero sotto il portone di casa sua. Appena arrivato sotto il suo portone, lui mi venne ad aprire, guardò se per il viottolo Lucani non ci fosse nessuno, e mi abbraccia, mi bacia, mi stringe e mi dice: “Non vedevo l’ora sai?.-Entra.!” Mano nella mano, entrammo in casa sua, ero contento, eccitato, imbarazzato, insomma era la mia prima volta ed avevo sempre sognato fare l’amore con lui, non solo con lui ma anche con (Brad Pitt, Ben Affleck, Hugh Grant, Felipe di Spagna), ma nessuno di loro mi eccitava come nei sogni mi eccitava il mio dolce Nicola. Quante volte, mi svegliavo la mattina con le mutande bagnate di sborra, perché pensavo a Nicola? Beh in un mese una volta le ho contate, e vi devo dire la verita? L’ho sognato 24 volte, quasi tutto un mese, ma che cazzo potevo fare, non potevo mica dirglielo prima, lo vedevo sempre abbracciato alla Gelataia della gelateria Co.Re, una bella ragazza (anche se sono frocio, bisogna ammetterlo) sui 22 anni. Ma lui mi disse quella sera, che quella ragazza non era altri che la sorella del marito di sua sorella, ovvero “cognata”. Al allora mi tranquillizzai subitissimo. Ero finalmente calmo. Nicola intanto era andato su in cucina, a prendere qualche cosa da bere. Io intanto seduto sul divano, guardavo cosa c’era di bello in televisione, ma nulla mi piaceva, c’erano tutte cazzate, che a me non mi piacevano più di tanto, e quindi spensi il televisore. Mamma mia cosa ebbi visto, sopra al tavolino, nascosto sotto al giornale dei programmi televisivi, un bel giornale pornografico gay. Uahuh che belle immagini . Davvero belle, belle, e belle. Nicola arrivo con un cabaret, pieno di cose molte buone: arachidi, semi di zucca, pistacchi, uva, acqua e in un contenitore chiuso, una scatola di preservativi e lubrificanti. Appena vidi quel contenitore, mi eccitai un casino, e cominciai a spogliarmi di gran lunga più veloce di Nicola. Quando alla fine eravamo tutti e due nudi, Nicola seduto sul divano, io sopra di lui, a baciarlo, ad accarezzare, la sua faccina, a baciare i suoi stupendi occhi. Un abbraccio poi, immenso che non finiva più, un abbraccio pieno di calore. Silenzio. Solo le nostre braccia che si muovevano attorno noi due. Mi scansai un’attimo da Nicola, permettendoli di infilarsi il preservativo, e poi subito di corsa sopra di lui. E mentre il cazzo batteva dentro al mio culo, movimenti con le nostre bocche, che un’altra volta si unirono per slinguazzare. Movimenti leggeri per rilassarmi, e per fare abituare il mio culo. Nicola mi guardava con un faccio da bambino, avete presente quando gli comperate le bolle di sapone? Oppure il gelato?, ecco Nicola era cosi, felice come un bambino, che aveva ricevuto un regalo, in questo caso disse, che io ero il regalo più bello della sua vita. Mentre ancora ero sopra di lui, baciavo i suoi capezzoli, il suo capezzolo di destra mi piaceva proprio tanto, e con la lingua ci giocherellavo, poi lo accarezzavo e lo mordevo. Proprio in quel momento trovai sopra al divano sotto al cuscino, sempre mentre mi inculava, il telecomando della radio, che distava pochissimo dal divano. Accesi la radio e sempre guardando Nicola, gli dissi: “Nicola, io con questo telecomando senza guardare, scelgo una stazione a caso, la prima canzone che trasmetteranno, sarà la nostra canzone d’amore okay?” Nicola sempre tenendomi per fare i suoi movimenti, disse: “Va bene, la prima canzone è la nostra!” Con una piccola mossa sposta l’uccello dal mio culo, si toglie il preservativo e dice: “inginocchiati, succhiamelo un po’, che sto per venire. La prima canzone che trasmisero, era “Cielo e Terra” di NEK, non l’avevo mai sentita, e gia mi piaceva tanto, mi diede quindi la carica per succhiare più forte. Nicola che era seduto, sbatteva gli occhi dalla goduria. Era davvero eccitato, e mi toccò la testa dicendo:”vengono attentooo.” Allora io staccai il cazzo dalla bocca, e lo menai forte forte, e avvicinai la mia faccia, al cazzo. Un’ondata di sperma caldo, schizzò dappertutto, schizzò nella mia faccia, su una parte di spalla, sul petto. Una grande ondata di caldo mi aveva ricoperto. “Nicola!” – dissi io, e poi continuai “Hai voglia di succhiarmelo?!” . “E c’è da chiedermelo? Non ne vedevo l’ora!” – mi disse lui. Lo prese tutto in bocca, andava veloce veloce, lo staccava solo per scappellarmelo un pochetto, leccare la cappella, e ciucciare i testicoli. Soffrivo il solletico, ed il brivido mi arrivò fino alla testa, con tutti i capelli che si muovevano. Nicola era impegnato e certo non mi badava, pensava solo a farmi eccitare, e quando gli staccai il cazzo dalla bocca, non fece in tempo a riprenderselo in mano che caldi flotti di sborra, lo avvolsero. Un nuovo abbraccio, un’abbraccio, intenso. Presi Nicola lo spostai verso il divano, mi misi il preservativo, lo feci sedere sul divano, lo feci scivolare un po’ in giù con il culo sul cuscino, le gambe all’aria, ed ecco che entro. Il mio cazzo è entrato. Movimenti lenti, movimenti che fanno sognare come dice ancora lui adesso. E mentre lo inculo, con le mani tasto il suo petto, ed il suo cazzo che era gia di nuovo in tiro e con tutte e due le mani lo rimasturbavo. Tolsi un’attimino il cazzo dal suo culo, lui mi guardò, ma io mi inginocchai, e mi misi ad esplorare il suo buco del culo, e vi entrai con un ditino. Finalmente lo sentii ansimare, avevo trovato il suo punto debole. Lo leccavo e lui che “ihihihihihi ihihihihihihihih” rideva. e mi implorava di smettere. Ritornai al suo bel culetto, e lo rimisi dentro in una trombata favolosa. Venne a finire che gli venni tutto sulla schiena, la sborra scivolò e gli andò a finire anche sulla pancia, dove lui con la mano ne prese un po’ e se la mise in bocca. Poi mi disse: “Abbiamo tutto il week-end per noi i miei tornano domenica sera, quindi se ti va andiamo a dormire nel lettone dei miei. Un bacio, una bella doccia per ripulirci, e poi nudi, nel letto dei suoi genitori, abbracciati, tra baci e carezze ci addormentammo. Che bello che è Nicola. E l’obbiettore lo faceva sempre, e quando mi veniva a prendere, mi veniva a prendere dentro allo stage, e mi abbracciava strafregandosene, della gente che ci guardava. Un saluto, un bacio, ed un’abbraccio, poi mano nella mano fino alla macchina. In macchina, silenzio tomba, perché c’erano altre persone, ma poi quando andavamo nel magazzino…
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