Quella sera non avevo niente da fare e già pensavo di fare una doccia, mangiare un boccone ed infilarmi nel letto a dormire quando senti suonare il citofono: – “Chi è?” – “Sono Barbara, fammi salire!” Barbara è la moglie di un mio caro amico ed aveva un tono piuttosto alterato, più che una richiesta il suo sembrava un ordine. – “Ciao, che succede?” – “Il tuo amico Massimiliano è un bastardo figlio di puttana…” Come esordio non c’era male; era chiaro che era arrabbiata e che Max aveva combinato qualcosa. – “…stavo uscendo di casa quando da una delle sue giacche ho visto spuntare un foglietto. Ero convinta si trattasse di una cosa qualsiasi ed invece era una lettera: una lettera appassionata scritta dalla sua amante!” – “Ma scusa, come fai a dire che è della sua amante? Magari è… – “Ma che magari e magari! Prova a leggere!” e cosi dicendo mi porge la lettera: cazzo, penso, ha ragione! Nella lettera, tale Emanuela, dice quanto le è piaciuta l’ultima scopata fatta con Max e la descrive accuratamente soffermandosi sulle cose che più le sono piaciute. E’ cosi ricca di particolari che più che una lettera sembra un racconto erotico. – “ Beh, in effetti… cioè… insomma, non so che dire…” è tutto quello che riesco a biascicare. – “E allora? Pensi ancora che mi sono sbagliata? Sono cosi imbufalita che non so cosa farei per fargliela pagare…. ma è che…” improvvisamente la sua voce da forte e decisa diventa debole e tremolante “..che lo amo. Perché mi ha fatto questo?” Un pianto a dirotto rendeva le parole successive incomprensibili. Mi limitai ad abbracciarla e ad offrirle la mia spalla. Ci sedemmo sul divano e passammo le due ore successive fra chiacchiere e lacrime. – “Max purtroppo non è come te. Tu certe cose non le faresti” – “Veramente non è proprio cosi. Sai anch’io ho fatto le mie brave cazzate, ho tradito ma non ho mai avuto però una fidanzata bella come te” – “Ti ringrazio, ma non è adulandomi che mi passerà la rabbia che provo” Avrei voluto dirle “…e come si fa a fartela passare?” oppure “perché non lo ripaghi con la stessa moneta?” ma nonostante Barbara mi sia sempre piaciuta non trovai il coraggio per farlo. Certo che essere di sera in casa da soli mi faceva venire in mente un sacco di strane idee. Avrei voluto prenderla da dietro, attaccarmi alle sue splendide tette e poi succhiargliele e scoparmela tutta la notte. – “Ma sai cos’è – disse Barbara – che mi fa veramente incazzare? È leggere che fa con la sua amante cose che con me non ha mai fatto o che non ha voluto fare” – “Ad esempio?” fu più forte di me il desiderio di chiederglielo – “Beh, ad esempio nella lettera dice che sente ancora il suo cazzo muoversi nel culo. Se a Max piaceva tanto, perché non me lo ha mai proposto? Io non l’ho mai fatto ma se davvero lo voleva poteva almeno propormelo. E vuoi sapere una cosa? Non so nemmeno se gli avrei risposto di no. Prenderlo dietro mi spaventa ma al tempo stesso mi attira…” – “Non hai tutti i torti. Anch’io sono convinto che le cose prima di farle fuori bisogna proporle alla propria compagna, poi se lei non vuole e io ne sento davvero l’esigenza…allora…” – “Vedi, la pensi come me. Che senso ha che vada a fare con un’altra ciò che potrebbe fare con me?” – “Ah, sono d’accordo, – dissi scherzosamente – io le farei con te…” – “Ti va sempre di scherzare. Comunque c’è una cosa nella lettera che mi ha fatto davvero incazzare: è il punto in cui questa Emanuela elogia Max per come gliela sa leccare… ti rendi conto che non lo ha fatto mai con me? E dire che è una cosa che ho sempre desiderato!” Avrei voluto tuffarmi tra le sue gambe ed esaudire quel suo stupendo desiderio ma riuscii a dire solo: “…sai, molti uomini non riescono a capire cosa vogliono le donne, molti altri se ne fregano ma alcuni sono diversi” – “E tu saresti uno di quelli?” disse sorridendo – “Credo… o almeno lo spero” – “Si, sei abbastanza sensibile per esserlo. Non come quello stronzo del tuo amico…pensa che ha avuto il coraggio di dirmi che prima che mi sposassi avevi un debole per me” – “Se è per quello ce l’ho ancora…” mio Dio, pensai, che cosa ho detto? – “Davvero? E perché non me lo hai mai detto?” – “Ti sei messa con Max e quindi non mi pareva il caso” – “Eh, già! Era meglio se mi sceglievo uno come te anche se, correggimi se sbaglio, anche tu avevi la ragazza allora…” – “Si, ma tu lo sai che ho sempre vissuto solo di storie brevi e avventure sessuali” – “Anche con me avresti fatto solo un’avventura sessuale?” – “Non solo. Devo però ammettere che mi attizzavi un sacco!” – “Mi trovavi cosi eccitante?” – “Anche di più” – “Dimmi la verità: facevi pensieri erotici su di me?” Ormai non potevo più tirarmi indietro: “Ne ho fatti davvero molti” – “A questo punto dimmi tutta la verità: ti toccavi pensando a me?” Rimasi un attimo sorpreso. Mi stava provocando o mi stava solo stuzzicando senza un secondo fine? – “Qualche volta mi sono masturbato…” – “Qualche volta?” – “Senti, forse è meglio che cambiamo discorso. La cosa mi sta facendo un certo effetto e non vorrei…” – “Non mi dirai che ti sei eccitato” – “Guarda tu stessa” e le indicai il pacco gonfio tra le mie gambe – “E’ vero! È gonfissimo e deve essere anche duro – e mentre lo diceva allungò una mano fino alla patta stringendomi il cazzo – è proprio duro!” – “Dai Barbara, fermati” – “Non ti va?” – “Non è questo, è che se cominciamo poi dobbiamo andare avanti” – “Non aspetto altro” disse lei. Ci baciammo mentre Barbara mi slacciava i pantaloni ed estraeva il cazzo dalle mutande cominciando una dolcissima sega. – “L’ho fatto diventare cosi io e quindi devo rimediare” si abbassò e cominciò a succhiarmelo. Io intanto allungavo una mano fino raggiungere il suo culo ed infilatomi sotto le mutandine cominciai a stuzzicarle la fica ed il suo buchino proibito. – “Che intenzioni hai?” mi chiese con un’aria maliziosa – “Di darti tutto quello che tuo marito da alla sua amante” La spinsi a mettersi sulle ginocchia offrendomi la vista della sua schiena e del suo splendido culo. Le sfilai delicatamente gli slip, sollevai la gonna e cominciai a mordicchiarle le natiche scendendo piano verso la sua fica. In men che non si dica mi trovai ad affondare la lingua nella sua vagina e la faccia nel suo sedere. – “Oh si, leccamela, leccamela. Hai una lingua fantastica, mi fai morire” Intanto cominciavo con un dito a giocare con il buco del suo culetto. – “Cosa mi stai facendo? Mi infili un dito nel culo… ahi… ahi… no, non fermarti, mi fa un po’ male ma è bello, eccitante… continua” Le ungevo il culo con gli stessi umori che uscivano dalla sua vagina e ogni tanto aggiungevo un colpetto di lingua. Barbara era eccitata come un animale. – “Barbara voglio farti il culo ma se non vuoi mi fermo” – “Non capisco più niente, mi hai eccitato troppo…dai voglio provare… mi sento troia… dai rompimi il culo!” Mi sollevai e appoggiai l’uccello all’ingresso di quello splendido culo ed cominciai lentamente ad entrare. – “Ti piace?” chiesi – “Brucia un po’ ma mi piace” entrai ancora più in profondità stantuffando con più forza. Ormai anch’io avevo perso la testa e volevo solo riempirle il culo. – “Adesso fermati – disse lei – comincia a farmi male. Fermati…brucia…ahi…ahi…” ma ormai non ero più padrone delle mie azioni e continuai con ancora più forza – “Dai troia, non volevi provare a prenderlo in culo? E allora ti accontento. TE lo rompo puttana e poi ti sborro in faccia….” Quando finalmente stavo per venire uscii dal suo culo, la girai di fronte a me e sborrai in pieno sulla sua faccia. Barbara raccolse in fretta i suo vestiti e corse verso la porta. Si fermò solo un attimo: “Bastardo, sei un figlio di puttana come e più di Max…” e cosi dicendo se ne andò. Max e sua moglie hanno divorziato poco tempo dopo e Barbara si è trasferita in un’altra città ed io non la vedo da quella sera ma nel frattempo ho conosciuto Emanuela, quella della lettera…. Quadriga
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