La signora Giovanna era una arzilla vecchietta che si portava ancora bene i suoi sessant’anni.Abitava sola in un attico nel centro di Roma.Una mattina uscì di casa molto presto come faceva di solito, per recarsi al mercato. Mentre si aggirava per i banchi non si accorse di essere seguita con fare noncurante da due ragazzi. Dopo un paio d’ore passate a fare spese, fece ritorno a casa. I due giovani, che l’avevano seguita, salutandola entrarono insieme a lei. Mentre lei saliva con l’ascensore, i due fecero le scale di corsa ed arrivarono al suo pianerottolo proprio mentre lei stava aprendo la porta di casa.Uno dei due le mise una mano sulla bocca e la trascinò dentro mentre l’altro si occupava di recuperare i sacchetti della spesa. Una volta dentro i due strapparono il cordino di una tenda, legarono i polsi dietro la schiena alla malcapitata e la imbavagliarono con un fazzoletto, quindi, dopo averla fatta sdraiare per terra, cominciarono ad ammucchiare tutta la roba di valore che andavano trovando.Frugando la casa, trovarono in un cassetto un album con le foto di lei giovane, alcune erano seminude e, anche se in bianco e nero, si vedeva benissimo l’antica bellezza del suo corpo.Mentre le guardavano, i due giovani sghignazzavano e facevano il paragone di come era adesso. Poi colti da un lampo malvagio si avvicinarono alla vecchia, si inginocchiarono accanto a lei e cominciarono a spogliarla.Giovanna cominciò a dibattersi terrorizzata, mugolando nel bavaglio, ma accortasi che era inutile li lasciò fare.Una volta scoperte le mammelle avvizzite, i due avvicinarono una foto e ridendo fecero il paragone. – Guarda che tette aveva prima… belle sode e guarda ora, tutte molli, tutte rughe, forse ci vuole un bel massaggio! – e presero a palparle, a stringerle, a tirarle, facendola mugolare di dolore. Poi, ridendo dei suoi vani tentativi di sottrarsi, cominciarono a spogliarla completamente. Le tolsero il vestito, strappandolo, per farglielo uscire dalle braccia legate, le strapparono la maglia di lana e il reggipetto e alla fine, mentre lei convulsamente scalciava e si dimenava, le abbassarono le mutande di cotone fino alle ginocchia, mettendo a nudo la sua fica appassita contornata da radi peli bianchi, con due grandi labbra dove s’intravedeva una vagina rosea e un po’ dilatata. – Guarda che fica larga che ha! – disse uno dei due. – Ne hai presi di cazzi vero? Rispondi o ti massacriamo di botte. – continuò con tono minaccioso.Giovanna, con gli occhi pieni di paura e vergogna, fece cenno di si con la testa. – Ti piaceva anche fare i bocchini, prenderlo tutto in bocca vero? – insistette morboso il giovane.Giovanna, ormai soggiogata, rispondeva sempre di si con la testa, mentre uno dei due scendeva con le mani dalle tette alla sua fica, cominciando a penetrarla con due dita, affondandole ed allargandola, mentre il suo amico si godeva la scena. Giovanna chiuse gli occhi, arrossì, era una sensazione che da moltissimo tempo non provava e non immaginava certo di doverla riprovare a sessant’anni e in quella orribile situazione, inevitabilmente cominciò a gemere di vergogna, mentre cercava di stringere le gambe per sottrarsi a quell’infame trattamento. Il ragazzo, accortosi che a Giovanna la cosa non piaceva, sadicamente infilò un altro dito. – Vecchia troia, fai finta di niente ma la cosa ti piace, magari vorresti che ti scopassi vero? – le disse. Giovanna scuoteva la testa in continuazione, l’orrore della situazione l’aveva ormai sconvolta, era contrastata dal senso di vergogna per ciò che le stavano facendo, ma anche da un sottile, lontanissimo senso di piacere che quelle dita dentro di lei stavano cominciando a far nascere, evocando sensazioni ormai scordate da anni. – Lo hai mai preso nel culo? – le disse il giovane dopo un po’. Lei si bloccò, allarmata dalle parole, e scosse violentemente il capo facendo cenno di no. Lui rimase un po’ perplesso. – Ora vediamo. – le disse. Tolse le dita dalla fica, fece forza e la fece rigirare sul fianco mentre la poveretta disperata cercava di opporsi, riuscì ad allargarle le natiche magre e disperatamente serrate, e puntando un dito sul suo buchetto lo spinse fino a introdurlo viziosamente in fondo e facendo sobbalzare violentemente Giovanna dal dolore. Cominciò a muoverlo nel suo retto serrato mentre la vecchia si contorceva e mugolava e dopo un po’ disse: – E’ vero… è proprio stretto… ti piacerebbe se te lo sfondo? – Giovanna agitò follemente la testa facendo cenno di no, il terrore di ciò che volevano farle la faceva tremare come una foglia. – Ok. Però tu fai un bocchino al mio amico, intesi? – Giovanna, sollevata, fece cenno di si. Il suo amico le tolse il bavaglio e dopo averle slegate le mani, avvicinò il suo cazzo alla bocca di lei, la quale lo avvolse per tutta la sua lunghezza facendolo scorrere avanti e indietro con una foga pazzesca, la paura dello scampato pericolo la faceva comportare in una maniera assurda e sconcia. Il ragazzo vedendo quella scena si era eccitato a tal punto che prese a scopare Giovanna nella bocca, affondando colpi sempre più potenti, sembrava volerla spaccare in due, ma al contrario Giovanna reggeva il confronto mugolando e succhiando quel cazzo con sempre maggior vigore, fino a farlo venire con un fiume di sborra che le invase la gola e la bocca. Cercò di ingoiarne quanto più possibile, ma alcuni singulti la scossero e una parte delle sperma le fuoriuscì dalle labbra imbrattandole il mento e finendole sul collo e il petto. L’altro ragazzo, infoiato dalla scena, si sdraiò sopra la vecchia, le allargò le cosce magre e le infilò il cazzo con un colpo violento tutto nella vagina. Giovanna lanciò un grido di dolore, per quanto larga fosse, la sua fessura non veniva più adoperata da anni e sentirsi sfondare in quel modo le provocò un dolore lancinante alle mucose interne.Passato il primo terribile dolore però, a poco a poco, il ritrovato piacere del coito, la portò a un crescendo di sensazioni piacevoli che la fecero bagnare tutta, mentre iniziava a mugolare sotto i colpi possenti che il ragazzo dava contro al suo ventre.Mentre il cazzo del suo amico stantuffava in quel buco ormai divenuto una caverna, l’altro si recò in bagno per darsi una sciacquata all’uccello, frugando negli armadietti trovò un tubetto di crema per le mani, allora gli venne in mente un’idea.Tornò nella stanza e visto che il suo amico aveva ormai concluso la sua scopata, si avvicino a loro e fece sdraiare il suo amico a terra, sul tappeto, disposto sulla schiena. Costrinse poi Giovanna, sempre più allarmata, a salire sopra di lui, la fece accovacciare e disse al suo amico di abbracciarla e tenerla ben stretta.In quella posizione la donna esponeva il suo culo magro e rinsecchito alle voglie perverse del ragazzo. Giovanna era adesso nel panico più totale, aveva capito le intenzioni dei due ed era terrorizzata a morte per ciò che stavano per farle. Non aveva mai provato una cosa del genere, e pensava di portarsi nella tomba quella verginità che aveva protetto gelosamente per tanti anni. Sapeva che era una cosa dolorosa e sperava di riuscire a sopportare quella prova così penosa. Provò a muoversi per cercare di sottrarsi alle voglie insane dei due giovani, ma quello sotto di lei la strinse forte, bloccandola mentre sentiva contro la sua pancia il suo cazzo tornare lentamente a erigersi.Il giovane alle sue spalle prese la crema e se ne spalmò un poco sulla punta del cazzo ormai tornato in piena erezione, poi ne prese un po’ con un dito e iniziò a spalmarla tra le natiche della donna, su quel buco ancora inviolato. Giovanna gemette e agitò il culo spaventata, sentendo posarsi il dito del ragazzo sulla parte più vergognosa del suo corpo.Ora quel buchetto sembrava pronto a prendere il cazzo del giovane, il quale si inginocchiò dietro Giovanna e prendendole le natiche le allargò, mettento oscenamente allo scoperto il solco dove s’intravedeva l’ano piccolo e serrato, lucido di crema. Soddisfatto il ragazzo appuntò il glande allo sfintere. Giovanna cercò istintivamente di sottrarsi ma lui la trattenne iniziando allo stesso tempo a spingere con decisione. – Aaahhh… – urlò la donna contraendosi per opporsi alla penetrazione. – Non ti contrarre, rilassati, ti farò un male cane altrimenti – le disse lui, interrompendo la pressione; la sentì rilassarsi un poco. – Ora ci riprovo, non contrarti. – e riprese a spingere. – Aaaaahhhh…. Dio santo che malee!!… – Giovanna tremava tutta, sconvolta. Lui spingeva e lei istintivamente si contraeva, opponendosi, lui si fermava e dopo un po’ riprovava, ma ad ogni spinta lei, involontariamente, stringeva il muscolo. Il dolore cominciava a farsi violento, la vecchia gemeva come impazzita. Strinse i denti opponendo una fiera resistenza, non voleva cedere a quella ignobile penetrazione, ma, dopo diversi tentativi e aiutato dalla crema, lui riuscì ad allargarle il muscolo con la punta del pene, violando con il glande lo sfintere. I fianchi della donna si contrassero e scattarono tesi come un arco, la sua testa, fino ad allora abbassata, si sollevò di scatto, i suoi occhi si spalancarono sotto l’effetto del tremendo dolore. Boccheggiò, per qualche secondo sembrò mancarle l’aria, poi dalla sua bocca spalancata si levò un grido inumano, mentre le lacrime iniziavano a sprizzare copiose dai suoi occhi.Un dolore fortissimo si irradiava dall’ano dilatato e le fitte dolorose si spandevano per tutto il corpo arrivandole fino al cervello. Le lacrime le scorrevano sul viso deformato dal dolore e le scesero fino in bocca, dove ne percepì il sapore salato.Il ragazzo si arrestò un attimo, mentre la vecchia gridava e si contorceva scompostamente, sentiva l’ano di lei contrarsi ritmicamente con spasmi incontrollati che andavano però rapidamente scemando, riprese poi a spingere, penetrando lentamente in quel culo vergine. L’introduzione era dolorosa, il pene procedeva con difficoltà, lentamente e la donna digrignava i denti e soffiava. Giunto a metà si arrestò, iniziando a retrocedere lentamente, per poi riaffondare in lei mentre la donna continuava a gridare senza sosta e, con un movimento lento, inesorabile, penetrò sempre più nell’intimità anale della donna.Giovanna dava dei sussulti tremendi, sentendosi infilare quel palo lentamente su per il culo, e l’altro ragazzo, eccitato da morire, aveva difficoltà a trattenerla, la poveretta pregava che finisse presto e che lui venisse in fretta per porre fine al suo martirio.A un tratto il ragazzo decise di finirla e, con una botta forte e violenta, si immerse fino in fondo nel retto della donna piegata sotto di lui. L’urlo che ne scaturì riempì tutta la stanza e i due giovani si guardarono allarmati. Qualcuno poteva sentire e chiedersi cosa stava succedendo.La vecchia aveva i sudori freddi, si sentiva svenire, le tempie le battevano. Quel cazzo nel sedere le dava crampi di dolore e di nausea. Era come se le stessero stracciando le viscere. Il dolore divenne a un certo punto così asfissiante che aveva difficoltà anche a respirare. Le salirono dolorosi conati di vomito.Il giovane alle sue spalle, intanto, non le diede tregua, e cominciò a muoversi nel suo intestino. Con le mani posate sulle sue natiche magre rinculò, guardando la sua verga che usciva dal culo della donna, la ritirò fino al glande, assaporando lo strofinamento dei muscoli rettali che lo stringevano, poi la spinse con forza di nuovo dentro fino in fondo.Un nuovo urlo si levò dalla donna che giaceva con la testa abbandonata sul petto dell’altro ragazzo e che ormai si trovava immersa in un lago di dolore. – Muoio!… Vi prego non resisto!… Esci!…Aahiii!… NO!… Mi state facendo morire di dolore… vi prego!!… – – Zitta nonna, che il bello deve ancora venire! – sghignazzò il tipo alle sue spalle e iniziò a incularla.Ora la stava sodomizzando con forza, con spinte violente e regolari che facevano uscire la verga per più di metà per poi infilarsi nel retto martoriato fino in fondo. La teneva forte per i fianchi e lei urlava ad ogni affondo. Piangeva a dirotto, le lacrime le bagnavano il volto e sgocciolavano sul torace di quello che stava sotto. Stringeva i muscoli dell’ano nel vano tentativo di espellere quella sbarra infuocata che le stava procurando il dolore più tremendo della sua vita. Le fitte le partivano dall’ano dilatato a dismisura e si spandevano per tutto il corpo arrivando perfino alle dita contratte dei piedi e soprattutto al cervello in ondate incessanti. Gemeva e guaiva come un animale ferito e ad ogni affondo lanciava un urlo disperato. Disfatta e distrutta si augurava solo che quel martirio atroce finisse presto.Il ragazzo, scaricato dal precedente orgasmo, la sodomizzò a lungo alternando movimenti lenti e dolorosissimi a violente spinte veloci e devastanti, alcune volte usciva il membro completamente per sfondarla nuovamente con cattiveria, mentre lei urlava, si dibatteva cercando di sfuggirgli, e si lamentava per la sofferenza inaudita. Alla fine Giovanna non aveva più voce per urlare, nè forze per dibattersi ancora e ormai disfatta emetteva solo un lamento continuo misto a singhiozzi. Una voluttà intensa intanto saliva nel giovane, lasciò le natiche e solo la verga lo riuniva ormai al corpo gemente di lei mentre la impalava con violenza dilaniandole l’ano. Godeva della violenza che stava infliggendo a quella vecchia.La donna sentiva sbattere la verga in fondo ai suoi intestini. I colpi profondi risuonavano nella sua testa. Un rantolo ininterrotto sfuggiva ormai dalla sua gola infiammata per il troppo urlare. Le sue unghie graffiavano istericamente il tappeto. Poi percepì un movimento sotto di lei, il ragazzo disteso stava cercando di infilarglielo nella vagina.Inorridita, lanciò un nuovo urlo di disperazione e cercò inutilmente di divincolarsi per non farsi penetrare, ma il cazzo che le stantuffava il culo la bloccava e alla fine, sconvolta, sentì penetrare dentro di lei la seconda verga. Il dolore divenne se possibile ancora più forte, mentre i due cominciavano a pomparla nei due buchi come fosse un manichino disarticolato.Quello alle sue spalle accelerò la cadenza dei colpi e un rumore lubrico si levò dominando l’ansare dei maschi e i rantoli incontrollati della femmina. Poi venne lo spasimo terribile, i ragazzi non resistettero più sentendo salire dentro di se l’orgasmo inarrestabile; uno la inculò a grandi colpi profondi e rudi strappandole altre grida, l’altro spingeva da sotto infoiato sguazzando nella sua vagina già colma di sperma, ormai la donna era annientata. Con una spinta finale il primo si immerse completamente nel culo di lei ormai vinto e con un rantolo inumano di voluttà venne, lasciando zampillare dentro il suo retto lo sperma a lungo trattenuto, l’altro si arcuò come impazzito e lanciò i suoi spruzzi violenti direttamente contro la bocca dell’utero.Mentre i due venivano riempiendola, Giovanna ebbe un malore, e si accasciò esanime priva di conoscenza.I due ragazzi, presi dal panico, si sfilarono velocemente da lei, lasciandola bocconi e svenuta sul tappeto, chiamarono un’ambulanza e se la diedero a gambe di gran carriera lasciando li tutto il bottino.
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