Da quel momento tutte le volte che la vedo non posso fare a meno di pensare alle sue splendide cosce e al suo culo da cavalla da monta. C’ho un solo desiderio che ormai mi tormenta, darle una bella botta secca e scaricarmi le palle nella sua fica strarotta. E una sera mi capitò l’occasione: la vedo ferma con l’auto in panne mentre inizia a piovere. Le offro un passaggio e non ha tanta scelta.Eravamo nella mia macchina. Mentre sono fermo al semaforo, le allungo una mano fra le cosce, lei mi sorride, insomma ci sta.Io le dico “vai, tanto lo sapevo che eri troia.” Poi mi giro verso di lei e le dico sillabando “è-vero-che-sei-una-gran-troia?” Lei mi sorride e fa si con la testa. Non ha capito una ceppa come al solito.Sempre con tono pacato le dico, checcazzo-sorridi-se-non capisci-niente-idiota-che-sei. Lei continua a sorridere e a dir di si. Allora le dico sempre dolcemente “vedi-c’ho-il-cazzo-duro-che-sembra-un-campanile-e-vorrei-proprio-.mettertelo-fra-le-cosce-ce-la-facciamo-una-bella-trombata?” Lei ovviamente sorride e fa si con la testa, sa il cielo che ha capito. Comunque ha detto si.Così la porto a casa mia. Una volta arrivati non sto a perderci tempo, la porto in camera da letto poi le dico di spogliarsi mentre vado a pisciare. Quando torno è ancora tutta vestita che gironzola, seee figuriamoci se aveva capito nulla. Insomma, comincio a baciarla e intanto la spoglio, cioè, le levo quei due stracci che ha indosso. Lei si fa fare molto timidamente, ma con piacere.Insomma non che baci granché, sembra di baciare un calamaro, ma la ragazzina è veramente un gioiello. Le palpo le chiappotte sode, mentre con l’altra mano le accarezzo la figa rasata e già umidiccia. “Sei già pronta all’uso eh?” Le dico mentre le infilo un dito nella topa. Così mi spoglio anche io, anche perché lei si fa fare tutto, ma non muove un dito, imbranata come una patata lessa.Iniziamo bene… Comunque quando tiro fuori il mio razzone di 20 cm grosso come un tubo innocenti, lei fa una faccia tra la paura e la voglia. Oimmei, ci manca altro che gli prenda paura. Insomma la prendo per mano e la tiro sul letto “Forza bella fammi una pompa”, mi guarda e dice qualcosa, non la capisco, “devi pom-pa-re”, ripeto, lei intuisce, perche mi fa un segno con la mano a imitare il pompino, le dico di si con la testa e con sorpresa vedo che lei si tuffa sulla mia mazza a bocca aperta e comincia a succhiarmelo con grande passione.Tecnicamente non è il massimo, ma ha la bocca calda e molto dolce e la lingua morbida che mi spennella la cappella che sa ancora di piscio, ma lei non sembra farci caso. Insomma pompando pompando me lo fa tirare al massimo, con le palle che ormai mi scoppiano, che è un bel po’ che non mi faccio una scopata, e penso che è il momento di darle una bella sbattuta pura e dura e di fare una bella spurgata nel suo bel ventre piatto. Così la sdraio le allargo le cosce, le do una bella leccata preliminare alla sua topetta salata, e poi gli sbatto dentro il mio sventrapapere. Lei stringe i denti, perché il razzone è bello grosso e lei è molto stretta, molto più di quel che pensavo, ma con qualche spinta le entro tutto fino alle palle. Ha la fica caldissima e profonda. Le dico, “allora vaccona sei pronta per la monta?” La prendo per le sue belle cosciotte lunghe e sode e comincio a sbatterla con forza. Lei geme.”Te la sto slargando eh?” Le dico, “sei strettina di fica eh passerina, era meglio se chiavavi di più invece di studiare per venire a rompere i coglioni qui”. Lei mi guarda con i suoi occhioni neri sgranati. Geme, soffre, gode, bah chi la capisce e chi se ne frega. Ha dato il tormento a tutti finora, ora tribola un pò lei.Intanto la sua fica s’è aperta e si è allagata così che ora scivolo dentro di lei che è una bellezza. “Ora sì che va bene sei fradicia come una cagna infoiata, ti piace il cazzo duro eh troia? altro che l’arte ti piace il manfano a te!” lei anisma e fa di sì, “cazzo duro”, dice. L’unica cosa che imparano di italiano ‘ste straniere del cazzo, “si troia, cazzo duro, tutto per te. Ora non fai più la stronza, vedi che te le levo io le puzze. Ti dico io che dopo che ti ho riempito starai più calmina e la smetti di rompere”. Così mi allungo sopra di lei e tenedomi sulle braccia me la sbatto così a cosce larghe per altri venti minuti in silenzio, mentre lei continua a prenderselo nel pancino gemendo e a mugolando. Poi come è giusto che sia le sborro dentro a schizzoni riempendole la fica di sburro caldo.“Tiè, senti che sborra puledrina”, le dico, mentre continuo a muoverglielo dentro per sgocciolarlo, “te l’ho sciacquata eh? cazzo mi hai svuotato tutto. Mi ci voleva proprio”. Poi glielo sfilo e me lo pulisco sull’interno delle sue cosce, hai la pelle come la seta, le dico, lei mi guarda un po’ stralunata. Così mi sdraio e mi accendo una sigaretta. Fatto. Anche stà mignottella rompiballe di studentessa americana è sistemata. Ora è lei che viene vicino e si struscia contro di me e dice qualcosa, e chi la capisce.Forse potrei tenermela come amante. Lei continua a parlare. La accarezzo. La guardo, è proprio una bella ragazzina, ma quanto a scopare non vale granché, è più ferma d’una morta, e poi ti immagini che palle, già non si capisce che dice, poi con le arie che si dà stà stronzetta. Sono già annoiato e disgustato dalla sua faccina stupida da fichettina intellettuale e dal suo corpo sudato che si appiccica al mio, e a dire il vero ora che l’ho trombata non me ne può fregare di meno di lei.E se mi resta incinta? Mah, cazzi sua, se lo porta in America come souvenir. Così le dico di levarsi dai coglioni e mi addormento.
Aggiungi ai Preferiti