Tempo dopo mi disse che voleva provare la doppia penetrazione e di trovare qualcuno disponibile a farlo ma che fosse molto discreto.”Magari tuo marito” dissi, più per scherzo che per altro.Lei mi guardò e aggiunse “Potrebbe non essere una cattiva idea; chissà come la prenderebbe”.Devo dire che al di là della cena in cui ci eravamo conosciuti, non avevo avuto altre occasioni per vedere il marito di Renata per cui non c’erano precedenti.Qualche sera dopo lei mi chiamò a casa.”Ciao, ho parlato con Giulio di quella cosa” esordì”E come l’ha presa?” azzardai io”Meglio di quanto pensassi; dopo due ore di discussioni alla fine era d’accordo e mi ha chiesto anche se avevo già pensato a qualcuno” rispose “gli ho fatto il tuo nome e quello di un altro paio di ragazzotti nostri conoscenti; senza battere ciglio ha detto che tu eri perfetto ma che non sarei riuscita a convincerti” concluse facendo una risatina.Risi anch’io e le chiesi se aveva già in mente un giorno.”Sì, il prossimo fine settimana Giulio non ha turni di lavoro per cui domenica potrebbe essere il giorno giusto e, tra l’altro, ci sono meno inquilini in giro per il palazzo. Che ne dici, amore?”Confermai che per me andava bene e rimanemmo per quella data.Alle tre della domenica pomeriggio successiva suonavo il campanello della casa di Renata; mi rispose subito aprendomi il portone d’ingresso; salii con l’ascensore al terzo piano ed entrai in casa.Renata mi accolse con un piccolo bacio sulla bocca e mi condusse in salotto dove c’era Giulio. Ero alquanto nervoso; in fin dei conti ero lì per scoparmi sua moglie anche se insieme a lui e con lui consenziente; capirete che non era il massimo della tranquillità.Ci salutammo con voce neutra.Renata ci disse di accomodarci sul divano che lei sarebbe arrivata con qualcosa da bere.Mi sedetti e cercai di avviare uno straccio di conversazione; a toglierci dall’imbarazzo ci pensò Renata stessa che rientrò portando un vassoio. La guardai e rimasi a bocca aperta; si era tolta la leggera vestaglia che aveva quando ero arrivato ed ora indossava delle calze autoreggenti rosse, scarpe rosse con tacco almeno di 15 cm, reggicalze rosso e reggiseno a balconcino, anch’esso rosso.Era il ritratto della lussuria; il pelo della sua fica risaltava come non mai incorniciato da tutto quel rosso.Poggiò il vassoio davanti a noi e andò a sedersi sulla poltrona di fronte accavallando le gambe ed osservandoci.Come un automa, presi un bicchiere e scolai d’un fiato il suo contenuto sempre guardandola; mi ero anche dimenticato del marito.”Allora, avete deciso di rimanere imbambolati tutto il pomeriggio?” chiese ad entrambi.Detto questo si inumidì il medio della mano e se lo passò per tutta la lunghezza della passera; ripetè più volte il gesto introducendosi prima uno e poi due dita nella vagina… avanti e indietro… avanti e indietro… cominciò a mugolare confermandomi che si stava facendo un ditalino a nostro uso e consumo.Rimasi a guardarla mentre operava con la mano; ci mise poco a venire, evidentemente era già su di giri; mentre arrivava all’orgasmo, il mio cazzo stava bussando imperiosamente all’interno delle mutande e chiedeva disperatamente di uscire per ricevere un po’ di sollievo.Mi scossi dal trance e, mentre Renata si riprendeva dal ditalino, cominciai a togliermi qualche indumento; il marito mi seguì a ruota mentre lei faceva vagare lo sguardo voglioso sui nostri pacchi già belli gonfi.Ci avvicinammo a lei che ci abbassò gli slip e cominciò a maneggiare con arte consumata i nostri attrezzi già ben dritti per lo spettacolo che ci aveva offerto.Li segava e li spompinava per farli crescere fino al massimo; ogni tanto ci sputava sopra e se ne ingoiava uno mentre con la mano teneva a bada l’altro.Andò avanti così per qualche minuto.Poi presi il controllo delle operazioni. La feci spostare sul divano mettendola alla pecorina e glielo infilai nella fica fradicia; mentre la pompavo si sentiva il classico ciak-ciak del mio cazzo che affondava nei suoi umori.Il marito, dal canto suo, girò intorno al divano e andò a piazzarsi davanti alla sua bocca; Renata non se lo fece ripetere e, imboccato l’uccello del marito, lo sbocchinava con arte e maestria non comuni.Vederla impegnata in quel lavoro di bocca mi stava già facendo venire per cui rallentai il ritmo delle pompate nella sua fica.Potevo vedere il suo buchino grinzoso che mi occhieggiava invitante; tra un po’ te lo faccio pensai tra me.Quando Renata si accorse che il marito stava per venire si fermò per farlo raffreddare e sfilandosi da me, si alzò per andare in camera; ritornò tenendo in mano un flacone di crema fluida e porgendomelo con un sorriso disse “Mettimela dietro, tesoro”.Si ringinocchiò sul divano tenendo il culo ben in alto e io cominciai a spalmarle la crema mentre con un dito, prima, e con due dopo gliela espandevo nell’ano.Rivolgendosi al marito disse “Giulio, per te va bene se sarà Federico ad incularmi questa volta?”; ricevuto l’assenso del marito aggiunse “Bene, allora andiamo in camera dove staremo più comodi”.Io avevo finito di oliarle il culo e dopo essermi incremato anche la cappella ci spostammo sul loro lettone.Giulio si sdraiò sulla schiena e Renata salì su di lui a cavalcioni andando ad impalarsi sul suo cazzo che guidò con la mano nella sua fica; quindi cominciò a muoversi per farsi ravanare ben bene da quel palo che aveva dentro.Io aspettai un po’ che trovassero un buon affiatamento e intanto mi segavo per mantenermi caldo; quando ritenni che fossero a buon punto mi avvicinai; Renata si sdraiò un po’ sul marito e alzò il culo verso di me; io puntai la cappella sul suo buchino e spinsi.Entrai quasi subito e andai in paradiso sentendo la stretta che Renata esercitava sul mio cazzo con l’anello di carne del suo ano. Arrivai fino in fondo e mi fermai in attesa degli eventi.”Ora state fermi che mi muovo io; cercate di prendere il mio ritmo e… sfondatemi tutta” disse Renata con voce arrochita dal desiderio.Cominciò a muoversi facendosi trivellare dai due cazzi che aveva dentro; ad un certo punto sentii che potevo muovermi con il suo ritmo e partii anch’io; di lì a poco sentii che anche il marito si stava muovendo.Continuammo così in un crescendo di orgasmi da parte di Renata che urlava e si muoveva come una forsennata tanto che un paio di volte si sfilò dal mio cazzo ma io, prontamente, riguadagnavo la posizione.Sentivo la sborra che montava nei coglioni ma non volevo ancora venire perché avevo in mente di finire in un altro modo.Ad un certo punto sentii Giulio urlare, segno che si stava svuotando nella fica della moglie della quale ormai non si contavano più gli orgasmi; poi Renata rallentò il movimento e si distese sul marito.Io ne approfittai per sfilarmi dal suo culo; il buco era bello aperto e calcolai che tre dita della mano sarebbero entrate comodamente.Renata si volse verso di me dicendo “Amore, non sei venuto””No” dissi “volevo finire in un altro modo. Mi ha sempre intrigato la tua quarta misura di tette e vorrei provarla; che ne dici?”A Renata brillarono gli occhi; evidentemente una bella spagnola era una cosa che le piaceva molto ed inoltre avrebbe potuto spalmarsi lo sperma dappertutto, cosa che la faceva impazzire di libidine come mi aveva confessato in altra occasione.Guardò il marito che non oppose resistenza; allora si appoggiò con le spalle alla testiera del letto, strinse le tette con le mani e attese.Io mi fiondai su di lei, inserii il cazzo fra quelle due morbide masse di carne e cominciai a scoparla andando su e giù mentre lei leccava la cappella quando se la trovava a portata di lingua.Ero già caldo per cui non ci misi molto a venire; urlai mentre la ricoprivo di sborra sulle tette, sul viso e sui capelli; lei se la spalmava dappertutto leccando quella che le arrivava direttamente in bocca.Alla fine, stremato, mi accasciai sul letto.Credo anche di aver dormito per qualche minuto.Quando riaprii gli occhi ero solo; mi alzai e uscii nel corridoio, trovai un bagno e mi ci chiusi per darmi una lavata.Ne uscii dopo qualche minuto e mi avviai verso il salone.C’era solo Renata che stava fumando una sigaretta; s’era rivestita; ora indossava una gonna (sempre corta) e una maglietta; non c’era più traccia del suo abbigliamento precedente.Mi sorrise.”Ciao bell’uomo” esordì “tutto bene?””Sì, e tu? E tuo marito?” risposi facendo altre domande.”Tutto a posto, stai tranquillo; è stata un’esperienza sconvolgente anche per lui; è voluto uscire per fare quattro passi da solo, sarà qui a momenti”.”Se permetti” dissi io “ne approfitto per andarmene”; poi avvicinandomi di più e abbassando la voce aggiunsi ” sei stata fantastica; chissà che non si possa ripetere, magari allargando il cerchio…”.”Chissà…” disse Renata con un mezzo sorriso e facendomi l’occhiolino.Ma questa è un’altra storia.
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