Ciao, mi chiamo Piero vivo a Milano e ho 23 anni.Vi sembrerà strano, ma vi voglio raccontare la mia storia, che ha veramente dell’incredibile.Ho una sorella, Roberta, di 32 anni, uno schianto di ragazza, che ha una malattia, non molto rara ma imbarazzante direi: è una ninfomane in forma acutissima!In ciò non ci troverete niente di strano, ma il fatto è che un giorno, grazie a delle tecniche ipnotiche, mi sono ricordato di cose che mi accaddero quando ero più piccolo, molto più piccolo. Strane espressioni e movimenti, carezze intime che solo adesso comprendo, adesso capisco perchè mia sorella si è sempre offerta per farmi il bagno… Mi toccava dappertutto, mi faceva rizzare il cazzo e melo succhiava, mi faceva le seghe e mi avrebbe fatto sborrare se fossi stato sviluppato.Ho una vago ricordo di lei davanti allo specchio chinata in avanti che mi faceva lezioni di anatomia mostrandomi il suo buco del culo, chissà, a quel tempo forse già ben dilatato. “Vedi”, mi diceva “Questo è il buco del culo” oppure “Vedi la mia fichetta e le mie labbra e il mio grilletto” e intanto si toccava e mugolava comne una cagna in calore.Poi più niente, forse intimidita dalla mia precoce crescita, o spaventata da una mia reazione inaspettata, si scostò da me, tanto da che quando ha iniziato l’università ed è andata a vivere da sola, non ci siamo mai visti un gran che, solo per le feste comandate, compleanni ecc. Adesso lavora in uno studio come segretaria e non ci vediamo praticamente più.Bene, ricordatomi di tutto quanto decisi di affrontarla, ma non avevo quasi il coraggio di avvicinarla, così decisi prima di tutto di pedinarla per vedere come si comportava.Uscii di casa che faceva molto caldo, le strade erano deserte e solo chi aveva qualcosa di urgente da fare poteva stare a giro per le strade in quell’afosa giornata di luglio di 2 anni fa.Arrivai presto sotto il portone dell’ufficio dove lavorava, erano le 5 e Roberta non avrebbe tardato a scendere. Indossavo un paio d’occhiali ed avevo i capelli corti, tanto che non credo proprio che mi avrebbe riconosciuto.E così la vidi, era bellissima, i suoi capelli lunghi e mori le ricoprivano le spalle, indossava un paio di short bianchi che facevano letteralmente vedere il suo culo maestoso e ben tornito, aveva in più una canottiera verde ed attillata che mostrava il suoi seni prosperosi e sodi coronati da due splendidi capezzoli duri e appuntiti come chiodi.Subito mi misi in moto, le andai dietro, stando attento a non farmi riconoscere. Ondeggiava il culo in maniera così eccitante che di li a poco mi ritrovai il cazzo duro dall’arrapamento “Ma non è mia sorella?” pensai. Si lo era, ma più pensavo a ciò che mi aveva fatto e più mi sentivo attratto da lei.Era incredibile, sembrava che ogni movimento, ogni atteggiamento, fosse minuziosamente studiato per far si che la gente la notasse, la notasse e si eccitasse a guardarla: Si avvicinava ad una vetrina, vi si specchiava e intanto mostrava il culo ai passanti, piegandosi verso lo specchio, poi faceva finta di far cadere le chiavi e si piegava in avanti per prenderle proprio di fronte ad un gruppo di persone, che rimanevano allibite (ed arrapate). Una volta, di fronte ad un’edicola in cui aveva comprato un giornale, si è piegata talmente tanto per prendere i soldi che le erano “caduti”, che un ciuffo di peli neri le è uscito dagli short… Pensate come mi sono sentito…Poi, finalmente si è fermata, in un bar, coi tavoli all’aperto.Ci siamo seduti abbastanza distanti di modo che potessi tenerla sott’occhio senza essere visto. Ordinò un gelato, alla crema. Con quel caldo, per paura che non si sciogliesse, dovette iniziare un lavoro di lingua ben mirato, vedevo la sua punta che leccava quella del cono con sapiente maestria, lo passava e lo ripassava, stando attenta che nemmeno una goccia di crema venisse sprecata, che gran porcona. Ad un certo punto notai qualche cosa di strano, sul tavolo, dalla lunga tovaglia rosa che nascondeva le gambe, teneva una sola mano, si passava la lingua sulle labbra continuamente, e la mano che aveva sul tavolo a tratti se la passava sui seni, i cui capezzoli sembravano esplodere.E l’altra mano?Incredibile a solo pensarsi, mi chinai un attimo dal tavolo e la vidi rimestarsi la fica al sicuro perchè nascosta dalla lunga tovaglia. Mi sentii scoppiare. Cercando di imitarla, mi avvicinai al tavolo ed iniziai a toccarmelo e a farmi una sega proprio lì davanti a lei, che, inaspettatamente, si alzò dalla sua sedia. Mi accorsi che aveva delle goccie d’umidità sugli short, proprio all’altezza della fica.La vidi dirigersi verso il bagno.Passarono 5 minuti buoni e non tornava ancora. Decisi così di provare a seguirla. Entrai nel bagno in comune a uomini e donne e sentii subito dei mugolii strani che venivano da uno dei bagni. Così, da probo investigatore, decisi di scalare il muro e ciò che vidi mi sturbò parecchio. C’era un uomo seduto sulla tazza, Roberta gli era seduta sopra a cavalcioni e si faceva scopare, mentre un altro le era penetrato in quel fantastico culo, e la facevano godere come una gran troia che non era altro, la insultavano, le davano delle sberle sulle chiappe, le mordevano i capezzoli, e lei continuava a godere “Si, scopatemi, sfondatemi tutta, sono la vostra puttana, la vostra puttanaa!!!!!!!” “Si godi maiala, prendi questi due cazzoni e godi puttana che non sei altro grandissima troia di una ninfomane bastarda”Minchia che sorella! La sbatterono per una mezzora buona, le vennero in faccia e lei si bevve i due litri di sborra così senza perderne nemmeno una goccia, proprio come aveva fatto con la crema del gelato.Decisi una cosa importante: da quel momento avrei fatto di tutto per riavvicinarmi a mia sorella Roberta con un unico e sacrosanto scopo: SCOPARLA. Avrei messo io stesso le mani in quelle tette galattiche, le avrei succhiato il clitoride e fatta venire in un lago di umori. E poi me la sarei inculata, in ogni posizione, riversandole dentro tutto il mare di sborra che da anni custodivo per lei.

