E’ primo pomeriggio quando mio suocero suona al citofono di casa. Mi nascondo nel mio studio pregustandomi gli eventi con grande emozione, il cuore mi balla nel petto con ritmo frenetico e la tensione per l’attesa sale altissima. Ecco… Cristina gli apre la porta, i soliti complimenti tra padre e figlia poi lui la bacia rumorosamente e infine si sistemano in cucina. Riesco perfettamente ad udire le loro voci e i consueti rumori di chicchere e posate, lui si deve essere accomodato al tavolo nell’attesa che la figlia gli prepari un caffè. – Ti tratta bene tuo marito? Sei felice con lui? – Da come si sta interessando sembra essere un buon padre e non il soggetto che mi ha dipinto mia moglie. Questa prima impressione mi fa nascere allora una perplessità, un dubbio che cerco di scacciare. Temo che per la paura delle mie reazioni eviti di spingersi a fare ciò che io, al contrario, spero tanto che faccia. I dubbi, invece, cadono subito; sento il rumore di una sedia smossa con forza e la voce di Cristina diventare ansimante. – Dai papà! Ancora con queste cose… ma non ti passa mai la voglia? – Allora il porco ci sta già provando! Basta questo pensiero per provocarmi un’erezione immediata, peccato che non riesca a vedere! – Il matrimonio ti ha fatto bene, sei più in carne di prima e ti è venuto proprio un bel culetto, dai vienimi più vicino, fammi sentire le tue cosciotte, (fruscio di abiti) hai proprio un bel culetto… sodo e pastoso! Stefano ti ha già presa anche qui? No! Sei ancora troppo stretta, ma vedrai che alla fine lo farà perchè hai un culetto troppo bello, potessi fartelo io! – Rumore di baci, probabilmente sta baciando la figlia sulle natiche quando Cristina, che già ansima di piacere, lo interrompe: – Papà il caffè! Beviamo il caffè… – Rumore di chicchere, ma poco dopo riprende il dialogo. -Non ricordavo che avessi delle gambe così belle, ahh maialina senti come sei già bagnata, hai la fighetta tutta umida! Ora che Stefano te l’ha aperta così bene posso entrarci anch’io con le dita… la figa della mia troietta, ti ricordi come mi è sempre piaciuto giocarci con la lingua? – Una chicchera cade in terra rompendosi e il rumore mi procura parecchio disturbo perché interrompe l’orgia dei miei pensieri. Mi immagino, infatti, che abbia già ribaltato la figlia sul tavolo per leccarla meglio fra le gambe. – Non così papà mi fai male, mi fai male alla schiena! – – Scusami piccola mia, vieni qua come facevamo una volta, ecco mettiamoci così che stiamo più comodi… prendimelo in mano ed accarezzalo mentre ti spoglio. Come sono belle e sode le tue tette… ahh finalmente ti rivedo ancora tutta nuda, come sei bella! Che dici, andiamo in camera tua e ci mettiamo più comodi? – Rumore di sedie smosse e rapidamente mi ritraggo dallo spiraglio della porta, osservo le loro ombre mentre percorrono il corridoio e passano veloci davanti allo studio, ma ora finalmente avrò anche la possibilità di vederli. Mia moglie, come d’accordo, ha evitato accuratamente di chiudere la porta della camera e quando mi ci accosto per spiare, lei è già nuda in piedi vicino al letto. Il padre sta finendo di spogliarsi e con piacere lo vedo esibire una magnifica erezione. Fa sdraiare la figlia supina con la testa in costa al letto poi le si avvicina e rimanendo in piedi glielo infila in bocca, in quella posizione può anche accarezzarla e la palpa ovunque mentre si fa succhiare il cazzo. A questo punto potrei già saltare fuori del mio nascondiglio e sorprenderli, ma la scena è troppo piacevole, troppo arrapante e voglio vedere fino a che punto Renzo oserà spingersi, se cercherà anche di scoparsela. Mi masturbo frenetico e spesso mi costringo a fermarmi per evitare di godere. Ora si sono spostati sul letto nella classica posizione del ‘69’. Lui spinge con forza, inarcando le reni, per sprofondare l’uccello fra le labbra della figlia, più che essere lei a succhiare è lui che se la chiava nella bocca, ma Cristina con le mani spinge il ventre del padre per tenerlo lontano, poi rantolando gli grida: – Non così! Mi fai male, mi soffochi! – Allora il padre si ferma, si gira e s’incunea fra le gambe della figlia, lentamente, evidentemente vuole godere al massimo quel sospirato momento, attimo per attimo, le punta il cazzo sulla fica e sempre molto lentamente la penetra. Ora è tutto dentro di lei, ma ancora non la chiava col classico movimento del va e vieni, si muove invece roteando il bacino ora in un senso, ora nell’altro. Cristina però comincia a godere e lancia le sue grida rauche che tanto conosco bene. – Più forte papà, più forte, è da tanto tempo che desidero questo momento, chiavami papà, chiava la tua bambina, la tua troietta… così… cosii… ahh come ti abbiamo desiderato…! – L’ultimo grido le è sfuggito istintivamente, non voluto, ma il padre che ha ben capito, si ferma e scruta il viso della figlia che sta implorandolo di continuare. – Abbiamo desiderato? Che significa abbiamo? Cosa vuoi dire? – Cristina si rende conto solo allora dell’errore commesso, errore? Ormai quel che è detto è detto e diventa inutile mentire. – Sì papà abbiamo, perché anche Stefano desidera che tu faccia l’amore con me e da tanto tempo sogna di riuscire a portarti nel nostro letto. Lui sa tutto, gli ho raccontato tutto di noi, quello che abbiamo fatto per tanti anni ed ora desidera che tu continui a farlo, ma vuole essere presente e partecipare con noi. Se non mi credi prova a guardare alle tue spalle! – Come un automa Renzo si gira e rimane sbalordito. Ha gli occhi allucinati come quelli di un gufo, osserva la mia nudità e la mia eloquente erezione mentre la sua è andata quasi a farsi benedire. A questo punto tocca a me rompere il gelo che è, nel frattempo, calato nella stanza. – Quello che dice Cristina è vero, ad entrambi piacerebbe averti con noi, compagno di giochi nel nostro letto, non hai forse sempre desiderato far l’amore con tua figlia? Ora te ne offriamo la possibilità, potrai farlo senza timori, lei ti desidera, ti ha sempre desiderato e anche a me piacerebbe vederla godere fra le tue braccia, sentirla gemere di piacere mentre fa l’amore con te. Se accetti le nostre proposte ti faccio una promessa: prima, quando eravate in cucina, ti ho sentito lodare il suo culetto che, come hai già capito, è ancora vergine. Ebbene te lo offro per suggellare il nostro patto. Se accetti sarai tu il primo a possederla di dietro, a sverginarle il culo. – Renzo continua a guardarmi mentre mi avvicino al letto, è annichilito e non proferisce parola, ha il cazzo così moscio che mi fa pena. Gli appoggio amichevolmente una mano sulla spalla e intanto con la mimica della bocca faccio segno a Cristina di succhiarglielo. E’ in ginocchio sul letto quando la figlia glielo prende in bocca ed inizia a pomparlo mettendoci tutta la sua passione, lo ingoia fino allo scroto, lo estrae e lo lecca in punta di lingua percorrendo l’asta fino alla cima del glande, dardeggia sul frenulo e torna ad ingoiarlo. Il padre riprende in breve la sua padronanza ed insieme alla voce gli ritorna una splendida erezione. – Troietta mia ti stavo chiavando quando ci ha interrotti Stefano, per favore aprimi ancora le tue cosce meravigliose. – Cristina si spalanca oscenamente e questa volta lui la penetra con decisione menando colpi d’ariete. E’ una scena che mi gonfia di libidine e mi meno il cazzo furiosamente mentre guardo mia moglie che si concede a suo padre. Mi accorgo che stanno per godere ed allora accelero il ritmo della masturbazione perché voglio venire insieme con loro. Quando Cristina spalanca la bocca per urlare il suo godimento, mi affretto ad appoggiarle il cazzo fra le labbra, lo spingo dentro e sborro con un’intensità tale da provare quasi dolore. Anche Renzo ha goduto nella fica della figlia, rimane un attimo quieto, poi ritrae il cazzo ancora gocciolante. A quel punto, come spinto da un raptus, mi incuneo fra le cosce di mia moglie e gonfio di libidine lecco i rivoletti di sperma che le fuoriescono dalla vagina. Che bastardo schifoso sono diventato! Non so cosa mi abbia preso, mai avrei immaginato di trovare piacere nel bere lo sperma di un altro uomo; eppure l’ho fatto!Per un po’ restiamo tranquilli per riprendere fiato e intanto Cristina si pulisce il viso e le cosce dallo sperma copioso che le abbiamo riversato addosso, poi si distende supina fra me e suo padre. La invito a dedicare le sue attenzioni solo a lui e li osservo morbosamente mentre si baciano roteando le lingue nella bocca ora dell’uno, ora dell’altra. – Dimmi ancora che sono la tua troietta papà, che ti piace la mia fica, che nessuno ti ha mai fatto godere come me… nemmeno la mamma. – Intanto con la mano gli accarezza il cazzo che ha perso in parte il suo turgore. – E’ vero, neppure tua madre riesce a farmi godere così, eppure anche lei è formidabile in fatto di sesso, forse anche più di te, neppure ti puoi immaginare quante ne abbiamo fatte insieme. – – Ahh che curiosità mi hai messo addosso… papà raccontami quello che avete fatto tu e la mamma. – – Se ti dovessi raccontare tutto perderemmo l’intero pomeriggio e poi forse non basterebbe. In ogni modo devi sapere che anche a me, come a tuo marito per quanto ti riguarda, piace vedere tua madre al centro delle attenzioni di altri maschi, per cui l’ho sempre spinta a far l’amore con un sacco di uomini. Mi è sempre piaciuto guardarla mentre, come una troia, si concede alle loro voglie e anche tu dovresti vedere con quanta passione lo sa fare! Una vera troia! Come te piccola mia che hai senza dubbio ereditato il suo sangue. Quanti uomini hanno goduto con lei! A volte l’ho anche prostituita. Dovevi vedere come tua madre, vestita come una troia, superava ogni possibile immaginazione quando si faceva portare in giro da me in cerca di maschi che la scopassero. Le piaceva da morire farsi sbattere da gente che nemmeno conosceva. A volte la conducevo fuori Milano, di solito in una zona tranquilla vicino a Pavia dove la lasciavo sul marciapiede. Per potermi poi godere i suoi incontri mi andavo quindi ad appostare con la macchina nel parcheggio di un centro commerciale a quell’ora deserto e lì aspettavo il suo arrivo con l’uomo che l’aveva abbordata e mi masturbavo mentre la guardavo fare pompini, o mentre si faceva chiavare o inculare. Pensa che a volte riusciva a farsi anche più di dieci uomini in una sera. Godevo come un matto a guardarla mentre si dava da fare e sapere che in quei momenti era trattata come una vera troia di strada. Mi caricavo così tanto che quando la riportavo a casa, con suo immenso piacere, per ore sfogavo su di lei la mia libidine repressa. – – Mi hai messo i brividi papà, mai avrei immaginato che anche la mamma… e lei… delle tue attenzioni nei miei confronti, non se n’è mai accorta? – – Certo che se n’è accorta, ma non ha mai fatto obiezioni. Tu non l’hai mai saputo, ma ci ha sorpreso diverse volte mentre ero intento ad accarezzarti e poi me lo veniva a raccontare. In ogni modo è sempre stata discreta e non mi ha mai contrastato. – A questo punto nel mio cervello comincia a nascere un’idea insana, oltre che pazzesca e senza rifletterci più di tanto intervengo nel discorso.- Senti Renzo, vorrei che anche tua moglie partecipasse ai nostri giochini e dopo quello che ci hai raccontato, sono convinto che non ci dovrebbero essere problemi particolari. Però la vorrei invitare a modo mio, beninteso col tuo permesso. Con i tuoi racconti mi hai fatto venire voglia di andare a trovarla a casa tua, prenderla di sorpresa e scoparmela di brutto, usarle violenza, come se fosse uno stupro. Credi che sia possibile? Io avrei deciso di andare domani a trovarla e di farmela. Questo me lo devi, visto che ti ho permesso di scopare tranquillamente con tua figlia. Poi nel caso che mia suocera mi dovesse respingere e cominciasse a fare casino, vorrei che intervenissi tu a darmi una mano per sistemare le cose. – Mi risponde con parole quasi incomprensibili, ma sono certo che stava mugolando il suo assenso, infatti, proprio in quel momento sta godendo ancora perché Cristina ha ripreso a ciucciargli l’uccello e a vellicarlo con la punta della lingua, come sa che gli piace tanto. Mentre lei lo succhia io la prendo da dietro e la fotto dolcemente fino a raggiungere in breve tempo un nuovo orgasmo. Ho appena finito di riempirle la fica di sperma che subito lei mi allontana con una spinta, quindi rapida si mette a cavallo del viso del padre appoggiandogli la fica sulla bocca spalancata e nella quale vedo colare la mia sborra. Il vecchio succhia e beve come fosse la cosa più naturale del mondo, Cristina poi si rovescia sulla schiena invitandolo a possederla ancora. Lui la infila rapido e con pochi colpi le gode nel ventre. E’ tardi e solo dopo aver recuperate le energie consumate in quel pomeriggio di sesso sfrenato, salutiamo Renzo che se ne torna a casa con l’intesa che domani mi lascerà campo libero con mia suocera. Il giorno dopo Renzo torna da noi di primo pomeriggio e lo lascio a divertirsi da solo con la figlia mentre mi reco a casa sua. Suono alla porta e quasi subito mia suocera mi viene ad aprire e assume un’aria di grande meraviglia. E’, infatti, la prima volta che vado a farle visita. Mi accoglie festante mentre un sorriso luminoso si accende sul suo viso e cinguettando mi dice di entrare. – Ohh Stefano, come mai sei qui? Spero non sia successo nulla di grave, la mia Cristina sta bene? – – Si, si! Tutto bene, si tranquillizzi! Buon giorno Nelly, sono venuto solo per farle visita, mi é venuta improvvisamente la voglia di vederla. – E’ evidente che è rimasta molto sorpresa del mio arrivo inaspettato, infatti, tutto poteva pensare tranne che andassi a trovarla, è però altrettanto evidente che la mia iniziativa le ha procurato un grande piacere. Premurosa, mi fa quindi accomodare in salotto e non del tutto convinta dei motivi della mia visita, si preoccupa ancora di sapere se ci sono dei problemi, se Cristina ed io abbiamo bisogno di qualche cosa. La tranquillizzo ancora ripetendo che si tratta solo di una visita di piacere e la guardo sorridendo sornione, perchè sono certo che ancora non se lo immagina quale sia il tipo di piacere cui alludo, se tutto andrà secondo le mie intenzioni. Le dico anche che sono contento di trovarla bene, piuttosto se mi offre un caffè… La raggiungo in cucina e me la rimiro mentre si dà da fare con la caffettiera. Veste sobriamente una gonna larga pieghettata e sopra una maglietta dalla scollatura generosa che evidenzia e valorizza la parte superiore del seno. Non avevo mai guardato mia suocera come una femmina da desiderare. Fino a quel momento per me era stata solo la madre di mia moglie, ma ora, mentre me la rimiro con occhio libidinoso, devo apprezzare le curve ancora sode e ben proporzionate. Ammiro con soddisfazione i polpacci delle gambe snelle, ma che lasciano intuire la presenza di un bel paio di cosce e di un culo niente male. Anche il seno è ancora alto e sodo per essere quello di una donna che é vicina alla cinquantina e che, detto da mio suocero, non si è mai risparmiata a letto con gli uomini. Insomma è ancora una bella figa e in un attimo mi ritrovo arrapato col cazzo che guizza nei pantaloni. Alla fine si accorge dei miei sguardi a raggi X, d’altra parte le sue esperienze l’hanno senza dubbio smaliziata e deve aver intuito il particolare interesse nei suoi confronti da parte mia, le mie occhiate certamente non erano proprio dettate da amore filiale. – C’è qualcosa che non va? Mi sono forse sporcata? – – No, no va tutto bene, sono solo sorpreso perché, se mi permette di dirlo, non mi sono mai reso conto prima d’oggi di quanto sia bella mia suocera. – Il complimento le fa imporporare le gote e sembra renderla ancora più felice, noto anche come le brillino gli occhi mentre mi porge la tazzina di caffè. Mentre sorseggio in silenzio continuo a scrutarla con tale sfrontatezza che ad un tratto sbotta con voce venata di nervosismo: – Stefano non credo che tu sia venuto qua solo per dirmi che ti piaccio… e ti prego di smetterla di guardarmi così, mi fai sentire a disagio. – Con la scusa di porgerle la tazzina da lavare, mi alzo dalla sedia e la raggiungo nell’angolo della cucina dove c’è il lavello dell’acqua. Ora le sto praticamente addosso e sempre fissandola negli occhi le parlo passando confidenzialmente al tu:- Io a disagio ci sono già da un po’… da quando mi sei apparsa sulla porta di casa mi ha preso una cosa… non so come dire… ma mi è venuta voglia di far l’amore con te. – La brancico ai fianchi con le mani e cerco di attirarla a me mentre lei si divincola per sottrarsi al mio abbraccio. – No Stefano, questi discorsi non mi piacciono, ricordati che sono sempre la madre di tua moglie… – – E’ vero e sei una madre stupenda… chissà se il tuo seno è veramente quello che sembra, lasciati toccare… – Sono così carico e ubriaco di libidine che non mi rendo nemmeno conto di essere violento nel mio modo d’agire, ma cosa mi ha preso? Ho una voglia pazza di farmi mia suocera, ho il cazzo così duro che sembra un paletto di legno. La insidio sempre più da vicino fino a quando, dribblando i suoi movimenti per sfuggirmi e le sue resistenze, riesco a chiuderla, senza concedere vie di fuga, nell’angolo della cucina. Ora si difende spingendomi sul petto con le mani e contemporaneamente con gli avambracci si protegge il seno. Potrei palparglielo con facilità ma non voglio farlo subito, preferisco attendere perché provo una sorta di piacere nel godermi la sua crisi d’imbarazzo, anzi vado oltre iniziando a parlarle in modo scurrile. – Hai una bella bocca e le tue labbra devono essere così morbide e calde che devono dare un piacere incredibile quando vellicano il cazzo di un uomo… sono certo che deve piacerti un sacco far l’amore, sdraiarti con un maschio fra le gambe, sentirti prendere e strapazzare come una puttana… – – Basta Stefano! Per chi mi hai presa? Basta…! – – Non protestare! I tuoi occhi ti tradiscono e lo sento che in questo momento sei eccitata almeno quanto me. Non è forse vero che adesso ti piacerebbe sentire la mia lingua scivolare sulle tue mammelle, sentirti succhiare i capezzoli… farti baciare, succhiare e frugare fra le cosce… scommetto che sei già tutta bagnata! – Non replica alle mie parole, ma solleva un ginocchio puntandomelo all’altezza dell’inguine in un estremo tentativo di difesa e mi guarda con gli occhi sbarrati. La rotula del suo ginocchio incontra la durezza del mio cazzo ma, anziché colpire con forza come sarebbe stato logico per un gesto di difesa, al contrario sembra solo volerne saggiare la consistenza. Ora ne sono certo, il mio atteggiamento, pur avendola certamente colta di sorpresa, non le è del tutto sgradito e la resistenza che mi oppone probabilmente serve solo come ultimo tentativo per cercare di salvare le apparenze. In fin dei conti sono suo genero, il marito di sua figlia. Continuo a fissarla negli occhi, le afferro i polsi e le mani per contrastare le spinte sul mio petto e con decisione cerco di accostare il viso al suo nel tentativo di baciarla. Ha le labbra socchiuse, percorse da un leggero tremore e scosta a lato la bocca quando effettuo il mio tentativo, ma la inseguo nei suoi movimenti fino a quando riesco a raggiungerla. Appoggio con forza le labbra alle sue che si serrano in un’ultima, strenua difesa, le lambisco dall’esterno e con la punta della lingua cerco di forzarle la bocca. Con uno scatto improvviso gira la testa dall’altra parte per sfuggirmi ancora.Abbandono allora la presa delle sue mani e le afferro il viso con forza, con il pollice e l’indice della mano destra stringo a tenaglia gli angoli della bocca facendo forza sulla mascella e quando con un grido di dolore è costretta a dischiudere le labbra, vi appoggio veloce le mie penetrandola con la lingua. E’ pura violenza la mia, ma non me ne importa più di tanto, la frugo all’interno bevendo la sua saliva mentre avverto sempre più prepotente la mia erezione. Riesco a scostare di lato il suo ginocchio ancora sollevato e mi appoggio a lei protendendo il cazzo in avanti, duro come un picchetto. Mulinello i fianchi contro il suo ventre perché possa sentire la dura presenza, ma lei cerca di scansarsi, però non ci riesce perché è bloccata nell’angolo della cucina.Improvvisamente la sua tensione si allenta, ora non mi respinge più e quando la sua lingua comincia a muoversi per incontrare la mia, capisco che si è arresa e non disdegna il richiamo del mio sesso, finalmente acconsente e si concede a miei desideri. Ora è lei che ha preso l’iniziativa e dardeggia la guizzante appendice nella mia bocca, ora è lei che mi succhia e mi beve vorace. Le afferro le dure mammelle stringendole con forza e quando le strizzo un capezzolo emette un gemito. Con le gambe aperte a compasso, protendo il cazzo verso di lei che non cerca più di sfuggirmi, anzi, con guizzo felino vi si appoggia dimenando il ventre per sentirlo meglio. No non mi sbaglio! La puttana che mi ha descritto suo marito si è risvegliata. – Sei un bastardo, un porco… ti stai approfittando della madre di tua moglie, ti rendi conto di quello che stiamo facendo…? Piccolo bastardo continua… continua che mi piace quello che mi fai! Come hai fatto a capire che avevo voglia di te, di scopare insieme a te? Non t’immagini neppure da quanto tempo cova in me questo desiderio… continua, continua così piccolo bastardo… con forza, mi piace la tua violenza! – Questa volta è lei che mi afferra con una mano per la cintura cercando di slacciarla mentre con l’altra mi afferra il cazzo e lo stringe con forza attraverso il tessuto dei pantaloni. Mi spinge a ridosso del tavolo e mi rovescia sopra di schiena, con furia selvaggia mi abbassa calzoni e slip e non appena il cazzo esce allo scoperto in tutta la sua erezione, l’afferra a piene mani e se lo spinge in bocca ingoiandolo completamente. In un attimo si è trasformata in una belva assatanata, ha appena affermato che vuole essere violentata ed invece è lei che sta violentando me. Trasuda lussuria da ogni poro della pelle e s’impegna con tale forza che, nonostante la mia baldanza, ne rimango intimorito. Si è strappata la maglietta di dosso quasi lacerandola, non indossa reggiseno… madre mia che paio di tette mi schizzano tracotanti davanti agli occhi! Non sono molto grosse, ma così sode da far invidia anche ad una diciottenne. Le afferro per controllare un sospetto che mi è venuto, ma mi devo ricredere subito perchè è tutto genuino, non sono rifatte e infatti stringendole fra le dita non avverto alcuna protesi interna, né la presenza di silicone. Ha i capezzoli scuri e ruvidi che per l’eccitazione si sono raggrinziti e sono diventati grossi come un’oliva. Li afferro e li strizzo con forza, voglio farle male, voglio sentirla urlare per il dolore. Urla infatti! Ma non per il male, è il piacere che fa salire più alto il tono della sua voce. – Così! Così! Stringili con più forza! Mi piacciono le tue mani, strizzami le tette! Più forte, più forte bastardo! – Si solleva la sottana e cerca di cavalcarmi mentre sono ancora riverso sul tavolo, ma la posizione non è delle più comode, allora con grida rauche quasi isteriche mi afferra per un braccio e mi strattona fuori della cucina. Faccio fatica a seguirla perché ho i pantaloni e gli slip aggrovigliati in fondo alle caviglie, infatti riesco a fare solo due o tre passi e nel corridoio incespico e cado. In un attimo mi si accovaccia sopra, tiene la sottana alta sopra la vita, due dita scostano il lembo delle mutandine e con un grido di trionfo s’impala sul mio uccello fino ai coglioni. Questa donna è pazza, ora mi fa perfino paura, ma cosa ho scatenato? Sembra una che non abbia visto un cazzo da un sacco d’anni. Sono impressionato e spaventato seriamente perché non riesco a frenare la sua furia, però mi piace come mi sta scopando, sentirmi usato per il suo piacere. Le afferro ancora le tette e le stringo così forte da sentire male alle dita. Lei invece sembra goderne ancora di più e quando raggiunge l’orgasmo mi piomba sul petto e soffoca le sue grida cacciandomi una spanna di lingua nella bocca. A stento riesco a frenare il mio orgasmo, non voglio sprecarmi così velocemente e la rovescio al mio fianco per uscire dal suo sesso. Mi guarda perché non capisce la mia ritirata e allora la rassicuro. – Andiamo di là, sul letto! – L’aiuto a rialzarsi mentre scalcio lontano pantaloni e mutande, poi la spingo in camera e seduto sul letto a gambe larghe le esibisco il cazzo mentre lei finisce di spogliarsi. Tutta nuda mi si struscia fra le cosce, mi avvolge il sesso con i seni gonfi e mi masturba sfregando quelle tette superbe su e giù. Mi getta un ultimo sguardo carico di lussuria poi inizia a spompinarmi come poche donne sanno fare. Sto quasi per godere, ma se ne accorge in tempo e stringendomi forte la base del pene evita che eiaculi prematuramente. Mi stuzzica poi i testicoli con le labbra umide e la punta della lingua, mi bacia il ventre lasciando una scia di saliva mentre lo percorre in lungo e in largo, è veramente una gran troia molto abile e sa come far godere un uomo. In breve mi porta al settimo cielo. – E’ tanto che non faccio più l’amore con un uomo giovane e vigoroso, ormai ricevo proposte solo da persone di una certa età, ma oggi mi è andata bene. – Fingo di essere all’oscuro della sua attività sessuale perciò le chiedo: – Vai spesso a letto con altri uomini? E tuo marito, non ti dispiace di tradirlo? – – Di tuo suocero te ne parlerò un’altra volta, ora voglio pensare solo a te e a questo magnifico cazzo che sto rubando a mia figlia. Tu piuttosto che hai abbandonato una moglie giovane per venire a chiavare sua madre, non ti vergogni? – E’ evidente che mi ha buttato lì una battuta ironica forse per sdrammatizzare un poco la situazione, ma mi ha dato involontariamente l’occasione per renderla partecipe della tresca in atto. – Forse tua figlia non è poi così dispiaciuta di sapere che sto scopando con te, in questo medesimo istante molto probabilmente sta facendo l’amore nel mio letto con tuo marito…, con suo padre! – La notizia la raggiunge come una frustata e si scosta repentinamente, guardandomi allibita. – Vuoi forse farmi credere di non sapere che per anni tuo marito si è fatto tua figlia quotidianamente? Su non fare quella faccia! Non ti devi preoccupare se ho saputo dei vostri segreti perché da qualche giorno ne faccio parte anch’io. Noi tre abbiamo già fatto l’amore assieme e se sono qui è solo perché vogliamo che anche tu venga a scopare insieme a noi, sia io sia Cristina ti desideriamo! -Mi si butta a corpo morto sul petto abbracciandomi stretto, mi bacia il viso, le labbra, gli occhi e poi ancora la bocca, ah com’è piacevole sentirsi quasi violentare dalla sua lingua dura e guizzante. Quando con le labbra giunge a vellicarmi l’orecchio, mi sussurra: – Quante sorprese oggi! Le tue attenzioni per me, che fino a ieri mi salutavi appena, tutta questa passione insospettata che mi ha fatto aprire gli occhi facendomi capire come anche tu sia un gran porco. Ti giuro, mai avrei sospettato che anche tu fossi vizioso e depravato come me e Renzo. Avanti adesso chiavami, così… mentre ti parlo… voglio sentire il tuo cazzo dentro di me, lo stesso cazzo che chiava anche la mia bambina. Lo sento agitarsi e smaniare dentro di me… ecco che sembra gonfiarsi di più e diventare più duro… ha voglia di godere ancora dentro di me… nella mia fica, sborra Stefano, sborrami dentro! Voglio sentirti godere nel mio ventre, ahh così, così… più forte, più in fondo! -Non seguo i suoi desideri, al contrario mi prendo una piccola pausa per non godere subito ed allora lei accarezzandomi dolcemente la nuca riprende le sue confidenze.- Sapevo di mia figlia e di suo padre, e spiavo mio marito con invidia mentre li vedevo masturbarsi e godere, ma non ho mai avuto il coraggio di chiedere loro di poter partecipare, ora però sono invitata anch’io vero?Potrò accarezzare e baciare la mia bambina e magari anche lei vorrà fare l’amore con me, ahh come provo piacere al solo pensiero! Riprendi a chiavarmi Stefano, chiavami più forte che sto per venire… sborrami in fica che sto venendo! – Questa volta l’orgasmo ci travolge nello stesso momento e godo in lei mentre mi sento mordere ad una spalla. Mi abbandono sul suo corpo sudato poi mi stacco sdraiandomi al suo fianco e guardo con ammirazione quella donna non più giovane, ma ancora in grado di provocare emozioni così forti. Le accarezzo il ventre intriso di sudore e di sperma ed anche lei mi ricambia sfiorandomi il viso in silenzio poi si mette a cavalcioni sul mio ventre. Credo che voglia riprendere subito a scopare e sto per chiederle di lasciarmi il tempo di riprendere fiato, ma mi rendo conto che ha altre intenzioni. Con le dita si apre ed allarga le grandi labbra della fica e spingendo con i muscoli addominali, fa uscire lo sperma che ho appena eiaculato ricoprendomi completamente il cazzo. Quando ha fatto uscire anche l’ultima goccia, si accuccia fra le mie gambe ed inizia a farmi il più bel pompino della mia vita. Lecca e succhia dolcemente con vera maestria, m’ingoia il pene che è riuscita a far tornare duro e prepotente, ahh che troiona è mia suocera e come è abile! Più ancora di come l’aveva descritta mio suocero! Continua nel suo sapiente lavoro di lingua e intanto succhia e beve lo sperma ancora caldo sgocciolato dalla sua vagina. – Girati! – Le grido preso da improvviso raptus. In un attimo le sue natiche sono sopra al mio viso e la fica è lì a pochi centimetri dalla mia bocca che la cerca famelica. Con le dita allargo i petali di quel rosso fiore di carne, mi avvicino ancora di più annusando l’afrore dei nostri umori che si sono mischiati ed infine, vinta l’ultima titubanza, immergo le labbra e la lingua nella sua natura provando il piacere libidinoso di gustare il sapore del frutto dei miei reni. Mentre frugo piacevolmente le sue tenere carni, godo ancora e questa volta eiaculo nella sua bocca, che aspira ed inghiotte avidamente, le poche gocce di sperma che sono ancora riuscito a sprizzare.In nemmeno un’ora abbiamo consumato il nostro primo rapporto sessuale, osservo il suo viso che mi sembra appagato, ma mi sbaglio, evidentemente non la conosco ancora bene. Con un sorriso da vacca consumata divarica le cosce e mentre solleva il bacino si allarga le natiche mostrandomi lo sfintere anale. – Questo devi ancora provarlo, ma lo faremo un’altra volta, perché vedo che oggi ti ho già ridotto ad uno straccetto, adesso telefoniamo a casa tua e cerchiamo di raggiungere quei due maiali nel tuo letto, così intanto avrai anche il tempo per riprenderti. Faremo una cosina a quattro, che ne dici? – E che devo dire? Che spero solo di farcela. Questa donna concretizza le azioni più velocemente di quanto abbiamo impiegato Cristina ed io a pensarle. Detto e fatto, venti minuti, giusto il tempo di lavarci e riassestarci e siamo già in macchina diretti a casa mia.
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