Lasciato l’appartamento della suocera, in breve tempo arriviamo a casa mia e quando entriamo, Cristina ci corre incontro completamente nuda, felice e chiassosa perchè il nostro arrivo significa che i miei propositi sono andati a buon fine. Sarà che ne sono pazzamente innamorato, ma, ogni volta che la vedo, mi appare sempre più splendida nella sua meravigliosa nudità. Abbraccia la mamma, si accarezzano e si baciano come se non si vedessero da chissà quanto tempo, poi la prende per mano e quasi di corsa la trascina nella stanza da letto. Sono impressionato per la sua premura di voler coinvolgere immediatamente la madre, non ha perso un solo istante nel chiedere o dare spiegazioni e dà tutto per scontato. Il suo desiderio, che fino a pochi giorni prima riusciva a tenere così ben celato nel suo cuore, doveva essere invece così grande che ora si scatena in tutta la sua dimensione. Non posso far altro che seguire le due donne e mentre percorro il corridoio comincio a spogliarmi. Renzo è già sul letto, tutto nudo e con il cazzo in tiro non aspetta che noi per riprendere a fare porcherie, mia suocera l’apostrofa subito fingendosi arrabbiata. – Vecchio porco di un satiro, non pensare di poterti liberare di me ora che ti puoi fare tua figlia quando vuoi! Ricordati che anch’io voglio la mia fetta di piacere sia da parte tua, di Stefano, di nostra figlia o di quant’altri avrò a portata di mano! – – Chi ti nega qualche cosa? Cristina vieni da tua madre o non la smetterà più di brontolare! – Tutti e tre assieme aiutiamo Nelly a togliersi i pochi abiti che indossa, la sdraiamo tra noi e cominciamo ad accarezzarle le belle forme nude. Lei tiene gli occhi chiusi mentre il respiro le diventa via, via sempre più affannoso. Con le mani cerca i nostri cazzi e intanto divarica le gambe per offrirsi meglio alle nostre carezze. Renzo, senza, parlare guida la mano della figlia sul pube villoso della madre. Pieno di lussuria guardo le dita di mia moglie intrufolarsi nel pelo riccio e folto alla ricerca della vulva. Quando la trova ne segue dolcemente la fessura per tutta la lunghezza, poi va a stuzzicare il clitoride gonfio e duro di desiderio. Come lo sfiora strappa un gemito di piacere alla madre che, scosciandosi ancora di più, chiede con voce roca di essere masturbata a piene mani. Vuole essere strapazzata con forza senza il timore di farle male, vuole essere penetrata con le dita, che le si faccia qualunque cosa pur di farla godere. E’ oscena nelle sue espressioni ed è evidente l’imbarazzo di Cristina, non tanto per l’atto incestuoso che sta consumando con la mamma, ma perché è la prima volta che fa del sesso con una donna. Nelly si allarga la vulva con le dita e Renzo invita Cristina ad usare la lingua per darle il piacere che cerca. – Devi fare come facciamo noi con te! – Suggerisce alla figlia e lei, stimolata dal padre, accosta con titubanza le labbra alla fica della mamma, con la punta della lingua percorre leggera tutto il taglio della vulva e poi improvvisamente la penetra con un colpo deciso. – Ma sa di sborra! – Sbotta divertita mentre guarda sorridendo il viso del padre. – Certo che sa di sborra, – replica la mamma – è quella che ci ha appena lasciato tuo marito! Continua con la lingua piccola mia, non ti fermare! – La guardiamo affascinati mentre immerge tutta la bocca nella fica della madre, lecca e succhia rumorosamente strappandole gemiti sempre più alti ed in breve il corpo di Nelly è tutto un fremito, un agitarsi continuo. E’ incredibile la vitalità di quella donna non più giovanissima, mi soffermo sempre più affascinato a guardarla mentre, puntellandosi sui talloni, protende in alto il ventre ad incontrare la bocca vorace della figlia. Si abbatte poi come senza forze, ma la supplica di insistere, di continuare senza smettere mai di leccarla, s’irrigidisce ancora e si abbandona di nuovo mentre con le mani le tiene premuto il viso sul pube villoso. Cristina è inginocchiata a succhiare e frugare con la lingua fra le cosce materne e intanto il padre approfitta della posizione favorevole per penetrarla da dietro e la possiede con colpi lenti e lunghi. Non mi rimane che metterlo in bocca a mia suocera che pare non aspetti altro, infatti, me lo avvolge con la lingua portandomi in breve a gustare incredibili sensazioni di piacere. Avrei voluto sborrare ancora, ma nonostante i miei sforzi e le migliori attenzioni riservatemi dalle due donne non ci sono più riuscito, avevo già speso in maniera eccessiva a casa di Nelly. Dopo quella fantastica, prima orgia in famiglia i nostri incontri diventano frequenti, quasi quotidiani. Solo quando i genitori di Cristina si assentano per le consuete avventure di sesso con alcuni amici di vecchia data, dobbiamo rinunciare al piacere della loro compagnia, ma quando rientrano, Nelly viene subito a cercarci e ci eccita ogni volta raccontandoci i particolari più piccanti delle sue avventure. E’ in una di queste circostanze che Cristina ha la conferma del desiderio perverso della madre che ama farsi scopare in luoghi particolari, della lussuria e del piacere che ne riceve nel concedersi ad uomini mai conosciuti prima. Anche la sua amica ha l’identica passione e per soddisfare le due donne i mariti le accompagnano nei pressi di una discoteca appena fuori Milano dove si concedono ai giovani avventori del locale. Col tempo si sono fatte una certa fama fra i ragazzi tanto che questi ultimi, saputo che non sono delle vere battone, ma solo delle mature signore viziose, hanno finito per permettere ai mariti guardoni di assistere alle esibizioni delle mogli. * * *Passano due o tre anni di attività sessuale sfrenata durante i quali abbiamo dato sfogo a tutte le possibili fantasie nostre e dei vari personaggi che si sono accompagnati a noi. Renzo ha preteso qualche tempo fa il mantenimento della promessa che gli avevo fatto e una domenica pomeriggio ha sodomizzato per la prima volta la figlia mentre io ricambiavo il favore inculandomi la suocera. Nonostante tutte le precauzioni prese e la maggior delicatezza possibile, Cristina ha sofferto parecchio, ma si è lasciata prendere con coraggio anzi, ha preteso lei stessa di farsi penetrare analmente più volte dal padre nel medesimo pomeriggio. Per un paio di mesi si è fatta sodomizzare anche da me quasi ogni giorno, fin quando ha cominciato a non avvertire più dolore. In quegli anni abbiamo dedicato la nostra giovinezza a provare i più diversi giochi erotici, non negandoci alcuna fantasia. Ho cominciato anche a permettere a Cristina di far l’amore con uomini e donne che mio suocero, a volte, ci portava in casa. Un numero incredibile di amici e conoscenti, tutti dediti, come noi, ai vizi del sesso. Un giorno Renzo ci parla di un industriale di Varese, col quale è anche in rapporti di lavoro. Costui afferma di aver conosciuto Cristina ad un ricevimento e di essersene invaghito ed ora la vorrebbe possedere carnalmente. Per farla breve, il varesino si dichiara disposto a concludere un grosso affare con mio suocero, ma in cambio vuole portarsi a letto mia moglie.Mio suocero sembra preoccupato del fatto e cerco di tranquillizzarlo. – Non vedo dove stia il problema! Se a mia moglie sta bene, può benissimo portarsela a letto come hanno già fatto tanti altri. – In apparenza sembra tutto facile e scontato, ma… c’é un ma! L’amico di mio suocero ha sessantacinque anni, é grasso e un po’ sfatto, Cristina l’avrebbe accettato? Per amore paterno lei dice di sì, acconsente a prostituirsi a quest’uomo, anche perchè suppone che uno di quell’età non dovrebbe avere molta resistenza e potrà liberarsene presto. Il giorno fissato Cristina si veste in maniera davvero provocante perchè vuol fare bella figura, reggiseno e mutandine di pizzo, calze e reggicalze. Non nascondo che in quell’occasione ho provato un poco di gelosia e quando l’ho accompagnata alla villa del facoltoso industriale, sul lago di Varese, mi sentivo arrapato di brutto. In questa occasione conosco il vecchietto al quale consegno mia moglie, non ne ricevo una buona impressione, porta sicuramente male i suoi anni, ma meglio così perché mi passa il pizzicore della gelosia e ci lasciamo con l’intesa che passerò il mattino per riprendere Cristina. Torno a casa più tranquillo, ma passo la sera a tormentarmi. Nonostante tutto mi dispiace che una donna come mia moglie sia costretta alle voglie di un vecchio laido e bavoso come quello. Senza dubbio preferisco saperla fra le braccia di un giovane e aitante stallone, ma il caso e la necessità hanno voluto così. Il mattino passo a riprenderla, è pallida ed ha gli occhi cerchiati di scuro. Sale in macchina senza proferire parola ed io rispetto il suo silenzio perché penso a quello che ha dovuto sopportare con quel vecchio satiro. Dopo qualche minuto apre la borsetta e mi dice: – Guarda cosa mi ha regalato. – Mi mostra un anello con un solitario di almeno un paio di carati. – Ma quell’uomo è matto, varrà un sacco di soldi! – – Quanto possa valere non lo so, però per quello che ho potuto vedere e capire nel poco tempo che l’ho frequentato, deve essere ricco da far schifo e il costo di questo anello, probabilmente per lui, è una cosa ridicola e del tutto irrisoria. Io non volevo prenderlo, ma non c’è stato nulla da fare e ho dovuto accettarlo. – – Tu piuttosto, come stai? Ti vedo molto pallida e sullo scassato. Cosa avete fatto? Ti ha trattato bene? — Cosa vuoi che abbiamo fatto, le solite cose… abbiamo scopato fino a questa mattina.- E’ poco loquace ed il silenzio torna ad aleggiare su di noi. Non é da lei comportarsi così, di solito é piuttosto logorroica ed è molto strano il suo atteggiamento! Non è mai stata così evasiva nel raccontare ciò che fa con gli altri uomini quando io non sono presente e poi che quel vecchio sia riuscito a scopare tutta la notte al punto da ridurla in questo stato… mi sembra tutto alquanto inverosimile. Insisto ancora ma le sue risposte sono sempre laconiche e prive di particolari. Penso che lo shock di essersi buttata fra le braccia di una persona così repellente sia la vera causa del suo comportamento anomalo e cerco di convincermi che in breve tempo le passerà. Come mi sbagliavo! Dopo una settimana, anziché migliorare mi sembrava peggiorata e dopo una decina di giorni, visto che le cose non cambiavano, mi decido a metterla sotto torchio con domande mirate e pretendendo risposte precise. La prendo per le braccia con violenza e quasi la sollevo da terra, poi a muso duro, cercando di metterci tutta la mia energia, le impongo di raccontarmi finalmente tutto quello che è successo quella notte. Mi guarda con occhi vitrei ed é pallida in volto, ma comincia a parlare. – All’inizio della serata le solite cose, mi ha baciata, spogliata, palpata e masturbata, poi si è fatto masturbare lui con le mani e anche con la bocca e dopo un paio d’ore, esausto, è riuscito a sborrare. A quel punto non essendo più in grado di farcela ad andare avanti, ha chiamato un paio di camerieri, due bei giovanotti, e mi ha fatta scopare con loro per un sacco di tempo mentre lui si godeva la scena. Ci siamo quindi presi un po’ di riposo rifocillandoci con tartine di caviale e champagne e poi, con la scusa di prendere una boccata d’aria fresca, mi ha accompagnata a fare due passi nel parco della villa. Giunti sul retro di quella reggia apre un portone di legno e mi fa entrare in una scuderia. – Ti piacciono i cavalli? – Mi chiede e intanto mi conduce nei pressi di un box dove uno stalliere sta accudendo a uno stallone. – Roby fai vedere la bestia alla signora! – Mi aspetto che l’uomo apra il box per farmi vedere il cavallo invece costui si abbassa la cerniera dei pantaloni e tira fuori un uccello di dimensioni incredibili. Il vecchio mi chiede di succhiare quel cazzo monumentale e dopo qualche minuto, quando sono riuscita a farglielo diventare ben duro, mi toglie la vestaglia che mi aveva fatto indossare per la passeggiata e mi fa sdraiare su delle balle di fieno. Lo stalliere mi divarica le gambe e comincia a leccarmi la fica, vi lascia colare sopra rivoli di saliva e poi, dopo averci appoggiato la punta del cazzo, inizia a spingere con forza il manganello per farlo entrare. All’inizio mi sembra impossibile che ci possa riuscire da tanto è grosso, ma alla fine, impugnandolo con le mani e facendolo mulinare in senso rotatorio, ce la fa e lo sento scivolare dentro di me. Comincia a chiavarmi e lo fa per qualche minuto poi si ferma e si rivolge al suo padrone per dirgli: – Credo che si possa fare, è abbastanza elastica e penso che le entrerà. – Si scambiano occhiate d’intesa e quegli sguardi mi preoccupano perché mi convinco che hanno intenzione di farmi qualche cosa di malvagio, però non capisco cosa. Quando ci arrivo urlo per la paura. Lo stalliere si è sfilato dalla mia vagina e si è denudato completamente, da un tavolino prende una bottiglietta e mi bagna abbondantemente l’interno delle cosce e la fica con del liquido lubrificante, poi mi fa sdraiare su una panca imbottita. E’ a questo punto che capisco quello che vogliono farmi e cerco di divincolarmi per fuggire via, ma non ci riesco perché il vecchio mi schiaccia sulla panca con tutto il suo peso. Lo stalliere ha intanto condotto il cavallo al mio fianco e gli lega le zampe a degli anelli fissati a terra, poi inizia ad accarezzargli l’uccello. In un attimo gli si allunga fin quasi a toccare il terreno, é duro e grosso da far paura. Continuo ad urlare per il terrore, mi vedo squarciata, sventrata, rovinata per sempre e temo anche per la mia stessa vita. Loro invece continuano a ripetermi di non aver paura, che alla fine mi sarebbe piaciuto, che non ero la prima a provare l’esperienza di fottere con quello stallone e che le altre donne ad aver provato prima di me si erano tutte divertite. Mi legano in ogni caso le caviglie ad una corda che una volta tesata mi costringe con le gambe divaricate e rivolte in alto.Il vecchio mi sta sempre addosso immobilizzandomi con il suo peso mentre lo stalliere mi accarezza ancora in mezzo alle gambe spandendo altro olio. Non vedo quello che sta succedendo perché il corpo del grassone me lo impedisce, mi accorgo appena che si sta masturbando. La mia attenzione, a questo punto, é rivolta a ben altro perché sento appoggiarsi alle natiche il pelo ispido del cavallo. – Vedrai che ti piacerà! – Mi ripete Roby. Il vecchio intanto si è spostato leggermente per osservare meglio e così facendo mi permette di vedere lo stalliere che, mentre continua a massaggiarmi la fica, vi avvicina il cazzo rigido del cavallo. Ha la cappella larga, piatta e che si apre come un fiore, non vedo bene quando sparisce fra le mie cosce, ma sento la punta che si appoggia prepotente all’apertura della vagina e penso che non riuscirà mai a penetrarmi nonostante quello che è stato detto.Lo stallone mi spaventa ancora di più perchè, per quanto impastoiato, si agita, sbuffa e nitrisce. Voglio vedere! Lo grido al vecchio che mi libera un poco dall’oppressione del suo peso e riesco ad alzare la testa per guardare l’armeggiare delle dita di Roby. Con la mano sinistra mi sta allargando le labbra della fica e con la destra cerca di infilarvi il cazzo dello stallone che, eccitato al massimo, continua ad agitarsi menando colpi furiosi. Ho sempre più paura di essere squarciata e sventrata dal cazzo del cavallo e le mie grida di terrore salgono altissime, ma i due aguzzini continuano a rassicurarmi che la cosa alla fine mi piacerà, che il cavallo non potrà penetrarmi completamente ma solo in parte, perchè è posto di lato rispetto a me. – Lasciati andare e collabora, sarà tutto più facile e ti piacerà! – In effetti, mi lascio andare, non certo per collaborare, ma solo perché la paura mi sfinisce, sono stremata e mi sento privata di ogni energia. Con un ultimo sforzo sollevo la testa per tornare a guardare, proprio nel momento in cui lo stalliere riesce a farmi entrare in vagina la larga cappella dell’animale. Incredibilmente è entrata per davvero e Roby ora cerca di spingerla più in profondità.E’ lui che la guida con la mano e la sento penetrare un poco alla volta fino ad arrivare a toccarmi l’utero. Mi sento dilatata e riempita in maniera incredibile, lo stalliere mi masturba il clitoride e nello stesso tempo mi agita velocemente il pene equino dentro la figa, il calore del cazzo dell’animale mi si propaga per tutto il ventre. La vera sorpresa é che non sono morta come temevo e neppure provo molto dolore. Mi abbandono esausta mentre il vecchio, visto che non mi ribello più, affonda la testa fra le mie cosce e mi sbava sulla fica mentre succhia la parte del cazzo del cavallo che non mi é entrata in vagina. Istintivamente allungo una mano fra le sue gambe e gli accarezzo i testicoli ed il pene in piena erezione. Mentre masturbo il vecchio, Roby continua a manovrare l’asta del cavallo iniziando il movimento di dentro e fuori ed il calore nel mio ventre comincia ad aumentare, sempre di più, sempre di più! Incredibile! Mi sto facendo chiavare da un cavallo e mai avrei immaginato una tale esperienza, ma la cosa comincia a piacermi davvero. Mi lascio andare al godimento perverso che sta coinvolgendo ogni parte del mio corpo. Ho un orgasmo, poi un secondo e poi ancora ed ancora, non li conto più ed il massimo del piacere lo raggiungo quando lo stallone mi esplode nel ventre un uragano di sperma. Sento la pancia gonfia e tesa perché la cappella del suo cazzo mi fa da tappo e la sborra non trova via d’uscita.- Guarda! – Mi invita Roby mentre lentamente estrae il possente attrezzo dalle mie carni. Con uno schiocco sonoro la cappella esce dalla vagina seguita da un getto di sperma che schizza per ogni dove imbrattandoci completamente. Mi sciolgono dai lacci e non nascondo la mia delusione perché penso che tutto sia già finito. Ridono di me e sono soddisfatti nel vedere che mi sia piaciuto, ma io sono ancora piena di libidine e chiedo di provare ancora. Mi rassicurano che mi accontenteranno più tardi ed allora mi butto sul cazzo di Roby e glielo lecco con la punta della lingua perché non riesco a contenerlo nella bocca da tanto è grosso, ho quasi l’impressione di succhiare la stanga di un carretto. Sono posseduta da una furia libidinosa che non ho mai conosciuta prima, l’amplesso con lo stallone mi ha fatto nascere la voglia di sentirmi violentata e lo grido ai due uomini. Spompino il vecchio e invoco lo stalliere di usarmi violenza. – Fammi il culo, fammi il culo! Sfondami col tuo cazzo! -Gli urlo mentre glielo afferro con una mano. Mi accontenta subito e mi spinge con forza la cappella sullo sfintere anale, non riesce a penetrarmi e mi fa un male maledetto, ma questo non basta per farmi desistere. Gli suggerisco allora di usare lo stesso liquido che ha adoperato per lo stallone, mi unge e ci riprova con maggior vigore, all’inizio sembra non doverci riuscire, ma in un attimo lo sento penetrare nei miei intestini. E’ una lama di fuoco che mi squarcia le viscere e provo un male lancinante, più forte di quello che ho provato la prima volta, quando mi ha sverginato papà, ma la mia eccitazione é tale che godo anche nel provare dolore e di sentirlo tutto dentro di me, allargarmi, dilatarmi, sfondarmi il culo. Ho perso la nozione del tempo, non so da quanto mi stanno chiavando e inculando, so solo che non provo più dolore e sto vivendo un orgasmo dietro l’altro. Non mi sono neppure resa conto che sono arrivati anche i due camerieri coi quali avevo già chiavato prima e li sto spompinando insieme con il loro padrone. Il vecchio mi sborra nella bocca, gli altri due mi sodomizzano a turno sostituendo Roby che ha già goduto, ma non li sento nemmeno quando mi entrano nel culo da tanto lo stalliere mi ha slabbrato lo sfintere. Prima che tu arrivassi a prendermi quel mattino, mi hanno fatta montare ancora due volte dallo stallone e non so più quante volte dalla servitù. Il vecchio poi, prima di lasciarmi andar via, mi ha regalato l’anello e mi ha fatto promettere che sarei tornata ancora da lui perché era rimasto soddisfatto e che una troia come me non l’aveva mai conosciuta. – Cristina ha finito il suo racconto ed un silenzio strano aleggia nella stanza dopo le sue incredibili rivelazioni. Sono incredulo per quello che ho dovuto ascoltare, mi sembra tutto così inverosimile che non trovo le parole per replicare. Mai mi sarei immaginato le violenze alle quali si è sottomessa. Sono perplesso, soprattutto per come mi ha esposto i fatti, é evidente infatti come, per quanto dolorosa, la nuova esperienza le sia piaciuta. Quando con uno sforzo di volontà ritrovo la parola, non mi viene in mente altro che chiederle: – Intendi mantenere davvero la promessa? Vuoi veramente tornare da quei satiri? Provare di nuovo a farti montare dallo stallone? – La risposta che mi fa agghiacciare il sangue è chiara quanto laconica: – Sì! –
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