Sono passati parecchi anni da quando avvennero i fatti appena narrati e sia io, sia mia moglie siamo arrivati ormai sulla soglia della cinquantina. Mio suocero è morto di infarto tre o quattro anni addietro e mia suocera, subito dopo, ha deciso di andare a vivere con una sua sorella in un paesino della riviera adriatica. Chiedo intanto scusa a chi leggerà questi miei appunti, perchè concentrato unicamente sulla narrazione delle mie avventure, avevo omesso di riferire che, anni addietro, era avvenuta la nascita di una figlia: Anita. Circa vent’anni prima una graziosa marmocchietta era venuta ad allietare la nostra esistenza, peraltro sempre dedicata al passatempo preferito: il sesso. Anita è sempre stata una bella bambina ma, man mano che cresceva, sbocciava come un fiore ed era diventata alla fine una ragazza stupenda. Alta e slanciata, le curve forti ma nelle giuste proporzioni, hanno fatto sì che fin da giovanissima abbia attirato su di sé gli sguardi più o meno allupati di giovani e meno giovani… compreso me, suo padre. Ora che è quasi ventenne, aspetto solo il triste momento che qualcuno se la prenda in moglie e me la porti via. Questo pensiero mi riempie di sconforto perché ne sono innamorato e non nascondo che mi piacerebbe, come fece mio suocero con Cristina, poter godere anch’io del suo fiore più bello.Cristina, che si é accorta da molto tempo di questo mio morboso desiderio, si è più volte offerta di aiutarmi proponendosi come intermediaria, ma io ho sempre rifiutato.Il terrore che un tale tentativo nei confronti di Anita, oltre a non essere gradito, fosse anche così traumatizzante da farmi perdere per sempre l’affetto e la stima di mia figlia ha, infatti, sempre bloccato ogni azione per realizzare i miei desideri. Temevo inoltre di procurarle un trauma psichico che si sarebbe portato dietro per tutta la vita e questa era una conseguenza che mi era assolutamente impossibile accettare perchè l’amavo troppo. Nonostante tutte le mie remore, il destino agiva intanto in maniera diversa e come si é soliti dire: ‘quando il diavolo ci mette la coda…’.Un pomeriggio rientro a casa dal lavoro e trovo Anita sul divano del salotto, ha il viso congestionato, rigato di lacrime e fissa attonita il televisore spento. Per prima cosa penso che non si senta bene e mi preoccupo subito di informarmi della sua salute, ma lei senza dire una sola parola si limita a porgermi una cartelletta di cartone ed un paio di videonastri. Resto impietrito perché capisco subito quello che può essere successo. Cercando chissà cosa in solaio deve aver aperto la cassetta di legno dove Cristina ed io conserviamo tutte le foto e i filmati dei nostri giochi erotici fatti in tanti anni e così è venuta a scoprire i segreti delle nostre avventure. E’ vero che abbiamo sempre avuto cura di tenere la cassetta chiusa con un lucchetto ma, evidentemente, l’ultima volta che vi abbiamo messo mano, non ci siamo poi accertati che lo stesso fosse bloccato. Ormai il guaio è fatto e sono così imbarazzato che non riesco neppure a trovare le parole per potermi giustificare, ma a cosa servirebbe una giustificazione in un tale momento? Forse solo a peggiorare la situazione, la verità é così limpida, così evidente!In silenzio e con il timore di essere respinto, mi avvicino e le accarezzo i capelli.La sua reazione è diversa da quella che temevo perché con slancio improvviso mi abbraccia e mi stringe a sé scoppiando in lacrime e singhiozzando forte.Mi siedo accanto a lei continuando a tenerla teneramente fra le braccia, sto pensando a cosa dire o fare per darle conforto, quando anche Cristina rientra a casa e ci trova in questa situazione penosa.In breve lascio sole madre e figlia, loro due sono sempre state legate da maggior confidenza e pertanto confido che Cristina, che ha capito al volo ciò che è successo, trovi le parole più adatte per tentare di calmarla.Dalla cucina, dove mi sono vigliaccamente rifugiato, ogni tanto sbircio in salotto per controllare gli sviluppi della situazione.E’ ormai quasi un’ora che le due donne si stanno parlando fitto, fitto.Ogni tanto si interrompono per abbracciarsi, a volte odo un singhiozzo da parte di Anita, ma poi adagio, adagio tutto sembra placarsi ed alla fine mi raggiungono in cucina.Sono silenziose mentre preparano la tavola per la cena ed io, per il terrore di un giudizio negativo che do per scontato, non oso neppure alzare gli occhi per guardare in viso mia figlia.Sono seduto al mio posto consueto quando Anita, senza preavviso, si china su di me per abbracciarmi con forza e mi dice solamente:- Papà! – In quella parola c’è tutto: la sua comprensione, il suo perdono, il suo amore per me e questa certezza è come se mi facesse rinascere a nuova vita.Durante la cena si riprende a conversare normalmente e se non fosse stato per gli occhi rossi e lucidi di Anita, che ogni volta che si fissano nei miei mi riaccendono i rimorsi, mi sarei potuto sentire il padre più felice del mondo.Più tardi, mentre distrattamente ascolto il telegiornale, Anita viene a sedersi accanto a me sul divano del salotto e si accoccola al mio fianco come è sempre solita fare.Con la testa appoggiata alla mia spalla improvvisamente mi stringe a sé nascondendo il viso contro il mio collo. Il suo alito caldo mi solletica la gola, a voce bassa mi sussurra parole d’affetto, vuole essere rassicurata. – Papà dimmi che mi vuoi bene… – – Più che ad ogni altra cosa al mondo piccola mia, tu sei tutto per me! – – E alla mamma? Non provi dispiacere nel vederla fare tutte quelle cose con gli altri uomini… addirittura anche con il nonno…? – – Forse sono cose difficili da spiegare ed ancora di più da capire, non so proprio come fare… ma quello che hai visto, quello che ora sai, è stato fatto solo perché ci piaceva farlo, per reciproco divertimento, non ha mai influito sull’amore che ho sempre avuto per tua madre, né sul suo per me. – – Ma la mamma… come poteva… col nonno… con il suo papà…? – A questo punto interviene in mio aiuto Cristina alla quale non sono sfuggiti i nostri discorsi. Si siede vicino ad Anita e le parla con calma mentre le accarezza i capelli. – Sin da quando ero ragazza il nonno mi teneva vicino, mi faceva le coccole che penso ogni padre faccia ai propri figli, poi col tempo, piano, piano le coccole sono diventate carezze sempre più intime, finché, poco alla volta, l’abitudine a ricevere queste attenzioni mi hanno fatto sembrare i fatti del tutto naturali ed alla fine ho cominciato a prendere piacere nel provare i brividi che la mano del nonno mi procurava. Solo dopo che ho sposato tuo padre, solo con il suo consenso e con lui presente, ho avuto il primo rapporto completo col nonno e da allora, l’abbiamo fatto spesso… tutti assieme… anche la nonna partecipava ai nostri incontri. – – E tutti gli altri uomini…? Ti piaceva così tanto far l’amore con loro da non provare alcun rimorso nei confronti di papà per quello che facevi? – – Sì Anita, voglio essere sincera con te, mi piaceva e mi piace ancora, ma è solo il piacere del rapporto fisico che mi attrae, il sentimento non è mai entrato in gioco e mai, in nessuna circostanza vi è stato alcunché che abbia potuto alterare l’amore che c’era e tuttora esiste tra me e tuo padre, tu lo sai quanto ci vogliamo bene! – Per un paio d’ore rispondiamo a tutte le domande di nostra figlia, ma mai abbiamo avuto la pretesa di cercare di giustificare le nostre scelte, i nostri comportamenti, abbiamo solo cercato di chiarire i fatti che desiderava conoscere.Alla fine della serata, quando Anita sembrava più tranquilla, ci ritiriamo per andare a dormire. Il sonno tarda a venire, l’agitazione di quella sera è stata tale che fatichiamo ad addormentarci.Siamo molto preoccupati per nostra figlia ed abbiamo il terrore che la scoperta da parte sua dei nostri segreti la spinga ad allontanarsi da noi.Quanta delusione abbiamo suscitato in lei nei nostri confronti dopo aver scoperto di avere due genitori, per non parlare dei nonni, dediti al libertinaggio più dissoluto!Un sobbalzo di Cristina, che è distesa accanto a me, interrompe i miei pensieri e a mia volta provo un brivido che mi gela la pelle nel vedere nel buio della stanza una figura bianca, quasi impalpabile.Dopo un attimo mi rendo conto che è Anita, se ne sta lì in piedi, immobile ed in silenzio a fianco del letto. – Che c’è piccola? Hai bisogno d’aiuto? – – Mamma…papà… aiutatemi, non riesco a starmene sola nella mia camera, vi prego prendetemi nel lettone con voi come quando ero piccola. – Non attende neppure di avere risposta, in un attimo s’infila tra noi ed abbraccia sua madre coprendola di baci. Ha le spalle girate verso di me e, per il rimorso di averle provocato tanto dolore, piango in silenzio mentre le accarezzo i capelli. E’ un pianto liberatorio che cancella tutti gli incubi, soprattutto la paura del rischio di perdere mia figlia. Ora si è girata verso di me, mi abbraccia e mi bacia asciugandomi le lacrime con le sue labbra vellutate. – Non voglio più sentirti piangere papà! – Mi sussurra all’orecchio mentre continua a percorrermi il viso con le sue labbra meravigliose.Dopo un po’ siamo tutti più tranquilli, e nostra figlia quietamente giace supina tra me e Cristina. La teniamo teneramente abbracciata nell’attesa del sonno che ormai pesa sui nostri occhi.Sono quasi addormentato quando Anita mi prende la mano e lentamente se la porta sul seno, immediatamente cerco di ritrarla da quel contatto che mi turba non poco, ma lei prepotentemente se la riporta sul petto, la insinua sotto il tenue tessuto della camicia da notte e mi costringe a tenerla sulla mammella. – Papà tienimi così! Stretta, stretta vicino a te. – E’ la prima volta che tocco il seno di mia figlia e un profondo turbamento mi agita e mi sconvolge. Mi giro a pancia sotto perché non voglio che si accorga, neppure inavvertitamente, della paurosa erezione che mi è sopravvenuta.Cristina, smaliziata com’è, si accorge della mano sul seno e delle mie manovre, ne intuisce i motivi e con un braccio cinge la vita della figlia accarezzandole il fianco.Sparito completamente il sonno, sono pienamente cosciente di quello che sto facendo.Poco alla volta inizio a muovere con delicatezza le dita e assaggio la compattezza della mammella che così inaspettatamente mi è stata offerta.La percorro lungo tutta la curva inferiore per poi risalire lentamente verso la punta.Le sfioro leggermente il capezzolo e lo sento reagire, si raggrinzisce e s’inturgidisce al tocco della mia carezza e allora lo prendo dolcemente tra il pollice e l’indice facendolo roteare avanti e indietro fino a provocarle un gemito di piacere.Ha il viso girato verso di me, le labbra sono socchiuse e mi respirano addosso l’affanno dovuto all’ebbrezza che sta provando. In un attimo le chiudo la bocca con un bacio che da parte mia vuole essere dolce, ma la sua lingua guizza prepotente nella mia bocca, mi fruga, mi succhia e si avvinghia alla mia.Con gli occhi chiusi ansima con forza e solo in quel momento mi accorgo che Cristina la sta masturbando fra le cosce dischiuse.A questo punto perdo ogni ritegno e rigirandomi sul fianco, protendo il ventre verso di lei per offrirle la mia virilità.Affondo con forza il cazzo contro la morbidezza del suo ventre, desidero che senta la mia passione che ho faticosamente represso per tanti anni, che si accorga finalmente di quanto é grande il mio desiderio per lei. Le remore della mia passione fino ad oggi soffocata, del mio desiderio del suo giovane corpo fino ad oggi inappagato, cedono improvvisamente e la mia libidine trabocca furiosa verso di lei, come le acque di un fiume in piena quando cedono gli argini. Lei mi afferra il pene con forza e tra un singhiozzo di piacere e l’altro mi grida la sua eccitazione: – Tua, tua! Voglio essere tua, voglio che mi prendi papà, ora, subito… come è duro… com’é duro il tuo… il tuo cazzo! Ti prego dammelo, non indugiare oltre papà! Devi essere tu il primo…! – E’ vergine, è ancora vergine e vuole offrire a me il suo fiore più bello! Come posso rifiutare un simile dono? Mai avevo sperato di poter avere tanto! Aiutato da Cristina le sfilo la camicia da notte e poi le do un ordine secco, quasi brutale: – Preparala! – Cristina ubbidiente si inginocchia fra le gambe della figlia ad inumidire con la lingua l’inviolata fessura, io intanto accarezzo il giovane corpo tutto nudo che per così tanto tempo ho desiderato. Mi viene improvvisa una strana idea, una voglia che non ho mai avuto prima, ma che mi procura grande piacere al solo pensarci, divento così anche esibizionista. – Adesso ti darò il mio cazzo, ma prima di penetrare nel tuo ventre voglio che tu lo guardi, devi guardarlo bene… perché sarà lui che ti darà dolore e piacere… poco dolore spero, ma tanto, tanto piacere. – Mi libero rapidamente del pigiama e le presento la mia superba erezione davanti al viso. Per nulla intimorita, ma colma di eccitazione, mi afferra la verga e la tira verso le sue labbra.Ne percorre tutta la lunghezza con la punta della lingua e proprio in quel momento raggiunge l’orgasmo per le carezze labiali della madre, grida e subito soffoca il grido del suo piacere ingoiandomi il cazzo fino alla radice. Solo con uno sforzo incredibile riesco a non sborrarle in bocca e per riuscirci glielo devo strappare di mano.Mi accuccio poi vicino a lei per lambirle le mammelle, per succhiarle avidamente i capezzoli divenuti ora così sensibili che con facilità riesco a strapparle una serie infinita di gemiti. Percorro con la lingua tutto il suo corpo fino ad arrivare sul ventre morbido e agitato dai mille brividi che ancora non l’hanno abbandonata.Sotto i miei baci la sento fremere e languidamente abbandonarsi alle mie carezze, allora scendo sull’inguine odoroso e profumato delle sue essenze e finalmente, con gioia quasi animalesca, affondo la bocca nel bruno cespuglio serico che contorna il suo monte di Venere.Come muovo la lingua nel solco della fica, ha un sussulto e sobbalza protendendo il ventre contro la mia bocca.L’afferro per i fianchi e con la bocca completamente spalancata affondo nella sua natura succhiando le sue secrezioni profumate.Mordo, lecco, succhio, bevo e vorrei che quella fica tanto desiderata si spalancasse a tal punto da poterla penetrare non solo col cazzo, ma con tutto me stesso.Gode, come probabilmente nessuno è mai riuscito a farla godere, mi implora ancora di fare presto, di prenderla e di aprirla al nostro piacere.Mi accosto allora fra le sue cosce e punto il bastone fra le morbide labbra della vulva umida e spalancata.Ho il cazzo rovente, lo impugno e ne guido la punta lungo tutta la fessura alla ricerca dell’inviolato pertugio. Lo trovo, lei se ne rende conto ed ha quasi un ripensamento… – Non farmi male papà… – Ha appena il tempo di dirlo che già penetro in lei con una spinta dolce, ma decisa.Quasi non mi rendo conto di averle lacerato l’imene, la penetrazione è avvenuta con facilità e superato il primo momento, per accertarmi che non stia provando dolore, comincio a muovermi dolcemente in lei. – Anita mi senti? Sono dentro di te figlia mia, sto facendo l’amore con te… ti faccio male? Vuoi che mi fermi? – – No papà! Continua… così… ahh che sensazione magnifica sto provando. Il tuo cazzo papà, lo sento muoversi grosso e duro dentro di me… mi sento completamente riempita dal tuo cazzo!Come lo sento agitarsi prepotente nella mia pancia… spingi più forte papà, più in fondo, ahh… come è bello, come mi piace! Sto godendo con il tuo cazzo papà! Proprio come desideravo… Continua…, non ti fermare papà, più forte, più forte, cosii…! – E’ in pieno orgasmo ed è squassata da un piacere violento. Mentre gode, con la mano artiglia la madre all’inguine e la penetra con le dita. Cristina le afferra il polso e si fa frullare la fica guidando i movimenti di Anita.Completamente in balia della mia perversione, mi abbandono al più sfrenato piacere, alla libidine della consapevolezza che sto chiavando mia figlia.Affondo in lei con colpi sempre più forti, la sento gridare, ma non mi preoccupo più di accertarmi se grida perché le faccio male o perché stia godendo.Egoisticamente penso solo al mio piacere e mulinello il cazzo nelle sue carni fino a svuotarmi con un urlo dentro di lei.Superata l’eccitazione del momento dell’orgasmo mi stacco da lei per coricarmi al suo fianco, entrambi respiriamo a bocca aperta per l’affanno, ha ancora gli occhi chiusi e la fronte è madida di sudore. – Anita, come stai? Ti è piaciuto? Hai male…? – – No, no papà, sto bene! E’ stato bellissimo… promettimi che lo faremo ancora! Ora te lo posso anche dire, lo sai che anch’io… quello che è successo questa sera desideravo accadesse da tanto tempo? Ma non con un ragazzo qualunque, proprio con te! – – Tu… tu mi desideravi da tanto? Da prima di sapere quello che hai scoperto oggi? – – Sì papà! Da almeno due anni, da quando una mia compagna di scuola ha cominciato a confidarsi con me raccontandomi che faceva l’amore con suo padre e di quanto fosse bello e le piacesse.Mi raccontava di come le piaceva farlo con lui, di come fosse più bello che farlo con i ragazzi della nostra età. Tu e mamma l’avete già conosciuta. Diverse volte è venuta in casa nostra, vi ricordate di Eleonora? Siamo molto amiche, infatti, queste confidenze che fa solo a me, hanno contribuito col tempo a rinsaldare la nostra amicizia.Proprio i particolari che mi racconta dei rapporti che continuamente ha col suo papà hanno fatto sì, che a lungo andare, sia nata anche in me la voglia di provare a fare le stesse cose con te.Solo che fino ad oggi non sapevo come fare per riuscirci, avevo paura delle tue reazioni, di essere buttata fuori di casa.Se non fosse stato per quello che ho involontariamente scoperto in solaio sarei probabilmente diventata vecchia con questo desiderio insoddisfatto… -Sorride alla sua battuta poi tace mentre l’accarezzo dolcemente ed il sonno la coglie così, rannicchiata fra le mie braccia e quelle della mamma.In mano stringe ancora il cazzo che incredibilmente è sempre in erezione.La magia di quella notte finisce, ma nei giorni successivi approfittiamo di ogni momento libero per dare libero sfogo a tutte le nostre passioni.Nel far l’amore Anita si dimostra inesperta nei rapporti con un uomo, al contrario, con sua madre rivela un’evidente esperienza saffica, esperienza che dice di aver avuto con la sua amica del cuore: Eleonora.Siamo incuriositi ed eccitati dei suoi rapporti con questa ragazza e, ovviamente, le chiediamo di informarci di ogni cosa.Veniamo così a conoscenza che durante le nostre assenze di lavoro, o per le periodiche scorribande sessuali, le due ragazze si trovavano spesso a casa nostra dove, dopo essersi eccitate con i racconti di Eleonora, davano libero sfogo alla loro libidine con i più svariati giochino saffici.Poco alla volta riusciamo a convincere Anita, vogliamo che coinvolga l’amica in nuove esperienze portandola da noi.Eleonora viene così a sapere dei nuovi rapporti che Anita ha con me e sua madre ed un giorno, senza inutili giri di parole, è invitata ad entrare nel nostro letto.Sembra non aspetti altro ed accetta subito.Da quel giorno è iniziato per me e mia moglie il periodo più bello, sessualmente parlando, della nostra vita. Quanto poco durò la nostra felicità! Dopo alcuni mesi Cristina e le due ragazze partono in macchina per un periodo di vacanza in montagna, ma il destino le attende dietro una curva sulla statale del Passo del Tonale. Un tir scende a folle velocità… ha i freni rotti… urta violentemente la macchina e la scaraventa nel dirupo sottostante. Insieme alle mie donne, in quel momento, si schianta anche la mia vita.
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